THE RESPECTABLE ADDICTED….

TOSSICI RISPETTABILI

Ricevo e pubblico volentieri questa lettera. La dipendenza dal lavoro è ancora sconosciuta…viene scambiata per rispettabile responsabilità e viene ammirata, incoraggiata. Legarsi a una persona che ha una dipendenza significa inseguire chi è sempre ALTROVE. Se avete testimonianze o suggerimenti per M. scrivete ameya@libero.it

Ho letto il tuo articolo e sono rimasta senza parole.
Io ho una dipendenza affettiva da un workhaolic.
Io lo vorrei salvare, lui scappa da me. A volte mi cerca quando sparisco e mi lancia dei pensieri del tipo “mentre guidavo ti pensavo”, così io che mi ero quietata magari per qualche giorno, mi risveglio e sto nuovamente male…
È un circolo vizioso dal quale non riesco a uscire…
Ti prego aiutami, il tuo discorso mi ha rapito il cervello da tanto è vero…
Cosa posso fare per “salvarlo”? Lui mi ama, io lo sento… È triste perché non riesce a non fare a meno del lavoro… Ammette di avere una dipendenza ma non sa smettere. Vorrebbe amare e lavorare ma dice che non riesce!
Senza di me ce la fa a vivere ma senza il lavoro no.
Che tristezza…

Lui dice che il suo mondo, la sua vita è il lavoro e che si diverte molto così. Ma a volte dice che soffre di questa condizione che non gli permette di vivere la vita, però, nello stesso tempo, ne resta inglobato… La situazione è complicata…
Ci siamo, dopo 12 anni di silenzio, riavvicinati con un’emozione MAI VISSUTA entrambi. Lui che non mi ha detto subito nei VERI termini quanto dipendente dal lavoro era, mi ha dato tutte le sue attenzioni per un mese (record per lui). Diceva che lo stavo salvando, che lo facevo andare nella direzione giusta…Poi improvvisamente mi ha detto che si sentiva colpevole per la sua assenza, che io meritavo attenzioni che lui, egoista , non poteva darmi…
Io sto molto male… Lui talvolta mi lancia ancora “pietre”… sento malinconia nelle sue parole.. forse gli manco…
Ho provato a mentirgli dicendo che avevo un altro e lui reagisce dicendo che non vuole sapere nulla di quelle mie situazioni, chiede di non essere informato.
Soffre, ecco la verità, ma non vuole pensare e si butta nel lavoro…
Non ha volontà di discutere la cosa ,

LUI SI DEFINISCE WORKHAOLIC E NE È QUASI FIERO! QUESTO MI FA PAURA.
Io sento che gli manco, che vorrebbe , da un lato, salvarsi, ma è assuefatto… e io non vivo più… penso solo a lui… non mi libero dalla voglia di salvarlo, di immaginare come sarebbe tutto perfetto come all’inizio se ci riuscissi… ma ho paura di essere sola in questa battaglia.
Lui ammette ma resta passivo… dice che non riesce…
E io cosa faccio??? Cerco di sparire o gli faccio sentire che ci sono sempre per lui?

NON SO DOVE SBAGLIO…

Ti prego scrivimi! Grazie!

M.

Cara M. se stai così male potresti iniziare un percorso di consapevolezza TUA.
POI LUI VIENE DOPO….
Interessante che hai parlato di più di lui che di te…

Ameya

Ti parlo di lui perché lo amo, perché solo con lui ho scoperto che so amare e so fidarmi di un uomo.
Ma mi sento anche abbandonata… è come se colpevolizzassi lui come causa del mio male e , curando lui, curassi indirettamente anche la mia felicità.
A volte penso che io stia sbagliando tutto, che lui resterà nel suo limbo e così mollo tutto… Ma reggo qualche giorno e poi sono nuovamente ai suoi piedi, a riempirlo di email, di pensieri d’amore per riuscire a scuoterlo ma…invano.
Quando sparisco per un po’, paradossalmente mi lancia segnali ma appena mi riavvicino sparisce…
Sto scrivendo un libro, sento il bisogno di scrivere ed è in inglese.
Lui sostiene che quello che ha provato con me, mai in tutta la sua vita lo aveva provato, anche se la concentrazione è stata tutta in un mese e più mentale che fisica! È come se avesse concentrato due o tre anni di relazione in poco tempo “spremendo” totalmente il frutto dell’amore che abbiamo vissuto, emozionandosi molto più di quanto normalmente accade agli uomini.
Lui ha dei negozi in proprio e li gestisce da sé: dice che non si fida di nessuno e che la rovina degli affari è l’essere in società…
Suo padre era come lui finché un giorno, all’età di 47 anni, la sorella è morta e si è dato una scossa: è andato in pensione. Da qui nasce una scommessa: lui vuole andare in pensione giovane, per “battere” il record del padre e questo diventa il suo scopo di vita… Lo vuole imitare…
Ha un esempio errato in casa e lo emula.
Lui mi vede come una minaccia alla sua “fasulla serenità”, al suo “equilibrio apparente”… per questo mi allontana e dice che l’ultima cosa che vuole è ferirmi, perché io merito felicità e la sua vita e la mia sono troppo diverse per incontrarsi.
Sono andata senza preavviso il mese scorso, una domenica in uno dei suoi negozi, certa di trovarlo: così è stato. Non c’era anima viva in giro e lui chiuso nel negozio a lavorare…
Mi ha parlato… mi ha stretta forte per 10 minuti prima che me ne andassi e poi mi ha detto “vai adesso… vai, devi andare…”.
La mia vita mi ha regalato molto, questa persona per me è importante, vorrei aiutarla e vorrei anche aiutare me a stare bene…
Sicuramente ho anch’io una problematica affettiva… non riesco a trovare una persona adatta a me, da amare…lui rappresentava il mio “ideale”, la mia “mezzaluna”… ma mi rifugge in maniera strana…
Buona notte! E grazie di cuore…

Il consiglio per te, per lui sarebbe di iniziare a fare semplici colloqui di riflessione su quanto vi accade, senza giudizi o altro… semplicemente al momento riconoscere…
intanto, capire le dinamiche, chi fa cosa… la danza viene fatta a due… non metto i dubbi i suoi sentimenti verso di te…

Ma nella tua lettera sono presenti passaggi tipici di una dipendente affettiva

  • DESIDERIO DI SALVARLO
  • PARLARE E STARE SEMPRE SULL’ALTRO
  • AVER PROVATO UNA SCINTILLA DI UNIONE E RINCORRERE “QUELLO”
  • ILLUSIONE , RIFUGIO IN UN SOGNO CHE SE SOLO…
  • PRESENZA DI UN “NEMICO”CHE VI SEPARA,  NEL TUO CASO IL LAVORO,PER ALTRE, UN’ALTRA DONNA, L’ALCOOL, ECC.
  • INSEGUIRE CHI E’ ALTROVE… NON PUO’, NON SA, NON VUOLE ESSERCI.

Per osservarne solo alcuni… la dipendenza, qualunque essa sia, è una prigione… ma non puoi tirarlo fuori tu.. puoi riconoscere te stessa.. accettare intanto te stessa, e di stare in una relazione così… si possono fare molti passi…

La radice di tutto questo è nel passato…un padre simile?

Ti abbraccio

Ameya

17 commenti su “THE RESPECTABLE ADDICTED….”

  1. ..che lui sia workaholic, sposato senza via di uscita, depresso perchè lei lo ha lasciato, stanco perchè ha perso il lavoro, oppure non gli è scattata la scintilla verso di noi….secondo me, dopo avere tanto sofferto per cercare di cambiare loro, ora sto poco alla volta riprendendomi i miei spazi e la mia vita lasciando da parte chi vorrei cambiare, perchè SO che non posso cambiare nessuno a meno che sia quel Lui a volersi cambiare, ma per se stesso, non per me. Forse un giorno troverò la persona per me, per un giorno o per una vita o per un percorso comune, per ora cerco di volermi bene e pensare a ciò che mi fa stare bene allontanando ciò che SO che mi fa male. E’ doloroso e non è un percorso che nasce da un giorno all’altro, mi ci sono voluti 42 anni per arrivare a questo punto e chissà quanti ancora per migliorarmi a amarmi appieno, perchè solo così potrà esserci, se è destino e se è quello che voglio veramente, una persona con la quale condividere…

  2. > ma non
    puoi tirarlo fuori tu..
    > puoi riconoscere te stessa..
    > accetare intanto te stessa,e di stare in una relazione così…

    Sono parole sagge. Lo sforzo (dopo la programmazione plagio cluturale di cui siamo tutti vitime) è proprio quello di tornare e mettere te al centro del mondo, ad amare te stess* ed osservare bene ciò che ti sta intorno.
    Gli unici crocerossini che vanno bene sono quelli per l’autointervento! 🙂

  3. Cara Ameya,
    e’ vero mi ha detto bene di essere riuscita a uscirne in cosi’ poco tempo (5-6 mesi). Volevo solo aggiungere che e’ anche un grande processo, che sebbene doloroso, ci fa certamente crescere.
    ciao!
    k.

  4. grazie a te per la testimonianza…se sei riuscita a liberartene così da sola con questa consapevolezza..complimenti! a volte se hai letto la storia di S.ci vogliono anni di sofferenza e ricadute per non riuscire a lasciare la danza macabra e autodistruttiva!
    un abbraccio
    Ameya

  5. Anche a me e’ successo qualcosa di simile ad M. Non so se lui fosse un workalcholic o cos’altro, so solo che ad un certo punto mi e’ stato chiaro che il mio amore era una specie di malattia. Ma non potevo far nulla se non guardare. Non potevo smettere volontariamente di provare cio che provavo. Sono dovuta arrivare molto in fondo per dire di no e per vederlo finalmente per quello che era. Quando dopo mesi di dolore questo e’ successo mi sono sentita libera. Mi sono svegliata un mattino, dopo un sogno nel quale soffrivo ancora per lui, e mi sono resa conto di non aver nessun legame nella relta’ con questa persona. E’ stato un risveglio bello :). Anche se fa male bisogna svegliarsi e ogni cosa ha i suoi tempi. Ciao e grazie ad Ameya per lo spazio.

  6. interessante 🙂 verde non lavevo mai sentito!
    di certo è una dipendenza più sana..di un ufficio!
    Belle le tue foto!
    un sorriso
    Ameya

  7. Io ho vissuto una strana esperienza di ossessione lavorativa. Odiavo il mio capo e questo era un sentimento comune nel gruppo di lavoro, ma allo stesso lavoravo moltissimo… Sapevo di sbagliare e di non avere una vita vera e propria… Per fortuna ho lasciato e adesso ne “sto uscendo”…

  8. dipendenza affettiva condita dalla supremazia dell’egoismo… non si può essere così cinici difronte all’amore…io penso che ne morrei…
    mi dispiace tanto per entrambi perchè non hanno il coraggio di fermarsi per guardarsi nel profondo dell’anima… l’amore è un’incendio che brucia di passione …tremo al pensiero di un’amore fatto di rinuncie…
    un bacio

  9. UN DIPENDENTE AFFETTIVO HA UN UNICA GRANDE CERTEZZA DENTRO DI SE’: IN FONDO IN FONDO PENSA CHE PRIMA O POI RIUSCIRA’ NELL’IMPRESA DI VINCERE LA SUA MISSIONE…RIUSCIRE A CAMBIARLO, AD AGGIUSTARLO E RITORNARE ALL’ATTIMO , A QUELLA SCINTILLA…IN CUI SI E’ SENTITO UNO CON L’ALTRO…
    M. MI DISPIACE DIRTI CHE LUI NON CAMBIERA’…A MENO CHE LUI NON DECIDA DI INTRAPRENDERE UN PROFONDO LAVORO DI CONSAPEVOLEZZA…LE PERSONE NON CAMBIANNO SOLO PERCHE’ GLIELO CHIEDIAMO NOI…E PASSIAMO TUTTA LA VITA…ALTROVE ANCHE NOI…AD ASPETTARE CHE LUI…LUI…LUI..E NOI STESSE?
    UN ABBRACCIO

  10. Ciao fatina!
    Grazie per avere pubblicato i miei scritti… Il papà di P. è il suo modello e lui ha trascorso tanti anni con quella stessa dipendenza, ma poi è cambiato…e io vivo sperando che anche lui un giorno si renda conto che sta sbagliando tutto e torni da me abbracciandomi e gridando QUANTO TEMPO HO PERSO!
    Che illusa, vero?

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