SE NON ORA… QUANDO?
Siate felici! Proprio in questo momento voi potete essere felici, nessuno vi sta sbarrando il sentiero. Se non potete essere felici proprio in questo momento non potrete esserlo mai piu’.
La felicita’ non ha niente a che fare con il futuro. La felicita’ non conosce domani, perche’ essa non dipende da qualche altra cosa; si tratta unicamente di un atteggiamento: voi potete gia’ essere felici cosi’ come siete ora.
Cercate solo di essere felici, senza alcuna ragione. Resterete sorpresi: potete essere felici senza che ve ne sia alcuna ragione, perche’ e’ la felicita’ che rappresenta la ragione per molte cose, costituendone la causa fondamentale. Dato che lo potete, sforzatevi di essere felici. Avete cercato la felicita’ per l’altra via, ora sforzatevi di raggiungerla a partire dalla causa fondamentale. Eccovi in primo luogo la causa, cioe’ essere felici, e poi gli effetti seguiranno per conto loro.
Ricordate sempre di non cercare scappatoie, perche’ questa e’ la strada sicura per smarrire l’esistenza.
Tratto da:
Happiness Knows No Tomorrow- Osho
La felicità non penso sia il risultato di un “atto di volontà” (quindi non un fatto solamente mentale), cioè non basta poter voler essere felici per – automaticamente – esserlo.
La felicità penso possa essere l’effetto di una “condizione vitale” in cui qualche volta ci sentiamo felici senza nemmeno saperne il motivo, perchè siamo “fisicamente” e “spiritualmente” felici.
BELLISSIMO COMMENTO..QUASI UN POST!
La felicità è una condizione di benessere dell’essere umano.
L’uomo – fin dalla sua comparsa – ricerca questo stato di benessere. La felicità è quell’insieme di emozioni e sensazioni del corpo e dell’intelletto che procurano benessere e gioia in un momento più o meno lungo della nostra vita
L’uomo ha delle necessità, di solito l’appagamento di queste necessità e il raggiungimento dell’obiettivo dettato da un bisogno procura gioia da cui deriva anche la felicità.
Se mi fa male un piede è molto più facile che io sia triste piuttosto che allegro e felice.
Ad esempio la fame, il sonno, l’appagamento sessuale possono essere considerati come parte integrante della felicità, ma non come unica costituente della stessa. I bisogni biologici creano una condizione di attesa e di infelicità che tende a risolversi nel momento in cui si appaghi il proprio bisogno. L’appagamento ottiene una condizione di serenità e di tranquillità che produce felicità biologica, identificabile con il piacere, la quale influenza anche le altre componenti come la psiche e lo spirito, ciononostante l’appagamento biologico è sottoposto ad una temporaneità irrevocabile, frutto del continuo ripresentarsi di pulsioni e istinti dopo il breve periodo di compimento degli stessi.
Non c’è età per conoscere la felicità, secondo Epicuro; non si è mai ne vecchi ne giovani per occuparsi del benessere dell’anima. La felicità è la conoscenza delle cose fanno lo stato di felicità. Nella sua vita naturale l’uomo allontana da se il dolore sia fisico che psichico e l’assenza di queste due cause porta al raggiungimento della felicità. Ma non è sufficiente. Epicuro sostiene che si deve provare piacere e quindi classifica i piaceri dividendoli in tre grandi categorie:
I piaceri naturali e necessari, come: l’amicizia, la libertà, il riparo, il cibo, l’amore, il vestirsi, le cure etc
I piaceri naturali ma non del tutto necessari come: l’abbondanza, il lusso, case enormi oltre il necessario, cibi raffinati ed in abbondanza oltre il necessario.
I piaceri del tutto accessori,come il successo, il potere, la gloria la fama, etc.
L’uomo ha anche delle necessità come l’ambizione a migliorarsi, a crescere intellettualmente, a primeggiare sugli altri, a competere, a ricercare la verità delle cose che lo circondano. Per raggiungere questi obiettivi l’uomo mette in campo tutta la sua passione, la sua forza e la sua anima e quando raggiunge l’obiettivo che si è posto trova un appagamento di felicità proprio dell’intelletto, per fare un esempio molto più semplice chi risolve un rebus, un cruciverba o un sudoku trova del piacere nella soddisfazione propria della mente.
La felicità può essere il raggiungimento di un desiderio, la soddisfazione di vederlo realizzato. Il mondo pubblicitario sa bene che il consumo parte da un desiderio (o problema) e l’acquisto del bene produce piacere e quindi felicità infatti se il desiderio (o problema) non c’è loro lo creano. Il bisogno di felicità, sotto il profilo psicologico, può essere anche una soluzione ad un problema e la soluzione del problema dà l’appagamento quindi gioia.
La felicità si sviluppa sia in senso intellettuale sia materiale, sia fisico sia psichico, sia affettivo sia emozionale.
Per fare degli esempi pratici su come il valore della felicità cambi anche in virtù della cultura e del contesto ambientale la felicità può essere un sorriso di un bambino, o l’acquisto di una villa con piscina, può essere un matrimonio, o la conquista dell’Everest, la pace dei sensi o la vincita dei mondiali.
Nel terzo mondo il raggiungimento di una ciotola di riso (bisogno primario) è felicità. Nei paesi ricchi il comprare un auto di lusso è felicità. Sono due emozioni non comparabili ma che fanno parte della felicità umana.
Secondo teorie contemporanee la felicità è provare ciò che esiste di bello nella vita. Non è una emozione oggettiva ma una capacità individuale, non è casuale come un evento del destino ma una capacità da scoprire ed imparare. Bisogna imparare ad essere felici. La felicità non è inseguire i sogni ed aspettative di domani, ma al contrario cercare di godere di quello che sia ha oggi. La felicità non è nel futuro, ma solo nel presente. La felicità è uno stato di gioia solo del presente. Spesso si scambia l’inseguimento dei soldi, del benessere, della fama, del successo, del potere come se il loro raggiungimento dia la sensazione di felicità. Niente di più sbagliato in quanto questo atteggiamento crea ansia che è in contrasto con lo stato della felicità. La corsa ci rende schiavi del sistema, se uno è schiavo non è libero e quindi non è felice, solo la libertà dal sistema ci fa vedere il presente e ci fa gioire di quello che ci circonda.
La psicologia più di tutte le altre discipline ha studiato il comportamento della psiche nello stato di felicità osservando le manifestazioni comportamentali della felicità: sentimento di maggiore libertà, fiducia in se stessi e negli altri, nonché ottimismo nei confronti della vita.
Sono stati effettuati studi sugli effetti della felicità che analizzano la partecipazione di più parti del corpo nei complessi meccanismi biologici che si manifestano quando percepiamo sensazioni definite di “felicità”. Si è osservato che le persone felici affrontano meglio la vita e i rapporti con gli altri. La felicità ha due componenti fondamentali il raggiungimento del benessere del corpo ma anche il raggiungimento della serenità dell’anima. Solo il raggiungimento di entrambi dà la felicità completa.
Se non esistesse la felicità la vita non sarebbe degna di essere vissuta, anzi forse non esisterebbe affatto, almeno quella dell’uomo, che pare sia l’unico essere in grado di provarla, a differenza del dolore, che affligge tutti i viventi. Da millenni poeti e scrittori ne hanno parlato, filosofi e fondatori di religioni hanno cercato e consigliato il modo per raggiungerla, migliaia di aforismi hanno tentato di definirla, ma l’essenza della felicità continua a sfuggire, soprattutto a quelli che non sono riusciti mai ad assaporarla pienamente. In gran parte il destino decide la quantità di felicità che ci spetta, infatti per goderne dobbiamo possedere un adeguato corredo genetico, che ci predisponga, ad una soddisfacente fruizione. Una parte secondaria rivestono poi l’ambiente, le relazioni sociali, gli incontri, soprattutto con l’altro sesso, le abitudini di vita, l’età, lo stato di salute. Essere sani e possibilmente giovani, anzi sono condizioni imprescindibili per essere felici. Credere in Dio, avere molti amici, allegri e sorridenti, non porsi grandi traguardi, difficili da raggiungere, avere abbastanza denaro, ma non troppo, sono altri ingredienti utili per raggiungere lo scopo. Drasticamente ridimensionati dalle indagini scientifiche e psicologiche sono i miti della società occidentale: potere, ricchezza, successo non sono la ricetta giusta.
Alcuni studi eseguiti sui monaci tibetani, mentre praticano la meditazione trascendentale, hanno dimostrato un iper-afflusso verso il lobo frontale sinistro del cervello, in coincidenza con le loro dichiarazioni di essere felici. Una società profondamente materialista come la nostra cerca delle scorciatoie per raggiungere i suoi scopi ed una dimostrazione lampante è l’aumento vertiginoso della frequentazione da parte degli studenti delle cattedre, appositamente create in molte università americane, per insegnare a raggiungere la felicità. I consigli principali che vengono elargiti dagli esperti sono di praticare una costante attività fisica, che sembra aumenti la concentrazione nel sangue dei mediatori chimici responsabili di stati emotivi gradevoli e cercare di pensare positivo: ritornare ogni sera con la mente a tre situazioni piacevoli pare faccia miracoli…
« Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice. » (Seneca).
Ciao, è molto bello e interessante questo blog. Io nella mia ancora giovane esistenza sono arrivata fino al punto di sotterrermi scavando la terra con le unghie. Poi un giorno qualcosa mi ha spinto a tornare su piano piano. L’amore per la vita è una cosa che arriva prima o poi, e quando arriva non se ne va mai più, tanto che la felicità ti appare come la possibilità di respirare, di avere il mondo nelel mani, di fare quello che vuoi, di desiderare ancora .
Anche da parte mia un augurio a quelli che stanno ancora sotto la terra. Arriverà, coraggio.
la felicità è proprio sotto i nostri piedi e più che mai nelle nostre mani… il difficile è saperlo riconoscere
io ho paura di dire sono felice quando l’ho pronunciata dentro me stessa è crollato tutto subito….
A differenza del bisogno, o della dipendenza (il chiedere sostegno), la capacità di amare, di prendersi cura di … (il saper dare sostegno), non è una debolezza, ma la forza massima di chi davvero vuole e sa costruire mondi interi con determinazione, costanza ed efficacia. E’ la forza stabile di chi ha scelto di vivere nell’unico modo che valga la pena, e non solo per altruismo, ma anche nel pieno interesse per se stesso nel dar significato e sapore alla propria vita. Chi non l’ha ancora capito è un inesperto, un debole e soprattutto una persona infelice: uomo o donna che sia, perché la vita ha un senso solo se siamo in grado di provare interesse o passione (amore) per qualcuno o per qualcosa. I moltissimi maschi che non hanno ancora imparato queste cose perché hanno sostituito il sentire con l’agìre, sono come quei criceti che girano su una ruota credendo di spostarsi, ma in realtà rimangono sempre nello stesso punto: incapaci di vera evoluzione.
Non molto, ma sono felice…
Da parte del maschio si tratta certamente di un’ingenua, pretenziosa, ridicola ostentazione di potenza e di indipendenza assolute, che di fatto non esistono nella realtà osservabile in modo obiettivo. Ma attenzione! Spesso, come dimostra la storia umana, sono proprio gli atteggiamenti e i comportamenti più regressivi, incivili e infantili a far molto male.
buon fine settimana! ti aspetto da me..ciao
Da millenni il paradosso maschile è proprio questo: il bisogno umano di affetti (naturale e sano per ogni essere umano) viene quasi sempre nascosto dietro un’ingenua, ridicola ostentazione di forza e di potenza che nega, mentendo, qualunque bisogno emotivo-affettivo, quasi fosse una debolezza femminile o infantile. Il mito dell’indipendenza e dell’autonomia assolute è stato smentito dalle scienze antropologiche e dalla psicoanalisi che osservano i fatti per come sono, non per come vorremmo che fossero. E questi i fatti dimostrano che nessun essere umano (dalla nascita alla morte) può vivere senza affetti, così come nessuno può vivere in un’atmosfera priva d’ossigeno. Quelli che lo negano, o non ne hanno ancora avuta esperienza (della solitudine degli affetti), o stanno mentendo, oppure sono malati psichici che allucinano presenze inesistenti.
la felicità…è ora..nelle piccole cose..a te, a noi…trovarla…
un abbraccio a tutti i @@@@@
un caro saluto!! ciao elena
posso quindi rendermi felice anche se sono triste, disperato, rimasto fregato…l’importante è di pensare che sono in fondo della mia anima felice di questo stato ? Ho capito bene?
Sono felice… perchè riesco ad emozionarmi ancora… un abbraccio forte ate Ameya perchè sono feliceeeee!!!
Sono felice… perchè riesco ad emozionarmi ancora… un abbraccio forte ate Ameya perchè sono feliceeeee!!!
Sono felice… perchè riesco ad emozionarmi ancora… un abbraccio forte ate Ameya perchè sono feliceeeee!!!
Sono felice… perchè riesco ad emozionarmi ancora… un abbraccio forte ate Ameya perchè sono feliceeeee!!!
La felicità è un affiorare interiore, è un risveglio delle tue energie, è un risveglio della tua Anima (Osho)
La felicità è un affiorare interiore, è un risveglio delle tue energie, è un risveglio della tua Anima (Osho)
La felicità è un affiorare interiore, è un risveglio delle tue energie, è un risveglio della tua Anima (Osho)
La felicità è un affiorare interiore, è un risveglio delle tue energie, è un risveglio della tua Anima (Osho)
non penso sia così semplice a prima vista..ad una prima lettura. perchè la felicità per noi è una cosa profonda, una sensazione forte anzi fortissima. ma se il senso può essere..godete di ogni minima cosa, beh allora trarre del buono da tutto è un gran bel messaggio. grazie:-)
Mi sembra un concetto un pò vago…
L’essere felici è un sentimento e come tale è provocato da qualcosa.
Ora, si può imparare ad essere felici per le piccole cose e concentrarsi du esse..non lasciandosi oscurare dai brutti pensieri..ma essere felici per essere felici…
Non lo so…non lo trovo logico ne attuabile.
Ovviamente è il mio parere.
Ciao.
ciao. arrivato qui per caso, dopo aver letto i tuoi commenti su un altro blog.
e ho letto tutto d’un fiato il tuo blog. complimenti! davvero! credo che passerò da qui molto molto spesso.
a presto
Concordo in pieno; la felicità non va cercata per altra .La felicità dimora dentro di noi…bisogna solo aprire il cuore e riconoscerla
:-)))) Lilia
LA FELICITà E’……..
NN ABITUARE MAI LA MENTE,
E LASCIARE FLUIRE I PENSIERI
E I SOGNI SENZA MURI….CON INFINITI SPAZI DI PENOMBRE
E LUCE CHE GIUNGONO DALLA PARTE + VERA CHE è IN NOI.
CIAO E GRX X IL TUO PASSAGGIO.
… certe volte non sono daccordo con Osho….
Sister
… certe volte non sono daccordo con Osho….
Sister
… certe volte non sono daccordo con Osho….
Sister
… certe volte non sono daccordo con Osho….
Sister
un bicchiere di vino con un panino ^^