LETTERA DI U.

lacrima

Cara Ameya.

Sono Sannyasin e quest’anno farò i 18 anni. Giovane, fortunata, miracolata…tutte quelle ingenue stupidate che mi vengono dette continuamente dalle persone che non sanno un bel niente di me.

Ammetto che aver incontrato Osho così presto mi ha portato un’enorme ricchezza…Aver fatto esperienze che forse molti dei miei coetanei non faranno mai, mi fa sentire realmente onorata. Ma l’altro lato di questa immensa medaglia è fatto di solitudine, senso di inadeguatezza, disagio, dolore che sfocia, nel mio caso, nella bulimia.

Ammetto di non aver mai avuto un buon rapporto con il cibo. L’anno scorso, dopo un’estate intera passata in un centro di meditazione, sono tornata qui, alla “mia” vita. La scuola era il motivo principale del mio ritorno. Mi dicevo “la finisco e poi sono libera”, pensavo che agendo “in funzione del poi” avrei raggiunto la fine più velocemente.I mesi, invece, sono stati lunghissimi e il mio rapporto col cibo è divenuto sempre più maniacale.

Andavo avanti a digiuni che alternavo ad abbuffate che alternavo a momenti di profonda depressione e sconforto. Mi sentivo male, volevo andarmene via. Via da quelle facce estranee, via da quei cuori così freddi, via da quegli impegni che per me non avevano alcun significato…Senza neanche accorgermene ho iniziato a vomitare…proprio io, che quando stavo male da piccina e rimettevo, piangevo per ore dallo spavento. Era ed è orribile, degradante, umiliante…Ma in quel momento non ci sei, non sei tu, è la tua mente che comanda il tuo corpo, le tue dita. Piangi mente vomiti l’anima, si l’anima, perchè è quella che vorresti buttare fuori, quella parte di te che ti fa sentire così inadeguata in questa realtà che mai ti è appartenuta…Mangi il mondo, pensando che nel tuo stomaco si trasformerà in qualcosa di meglio e poi lo cacci fuori, come se fosse l’unica cosa per cui esisti in quel momento. Camminare tra la gente e avere voglia di urlarle in faccia il tuo nome, e dall’altra parte nascondersi dietro pomeriggi passati al cesso…Ho tagliato i contatti: selettiva, acida, critica…me la prendevo con il mondo…me la prendevo con me. E’ stato così…. Ancora mi ricordo la prima volta che accadde

Fu per un biscotto se non sbaglio, un biscotto che non avrei dovuto mangiare, secondo la mia mente. Andai in bagno, decisa a vomitare quel fottuto biscottino. E ci riuscii. E mi stupii. E continuai…Un giorno si e un giorno no ero lì, piegata sulla tazza del cesso a ripetermi che quella sarebbe stata l’ultima volta, l’ultima, quando invece il giorno dopo scoprivo che qualcuno si divertiva a spostare continuamente quelle “ultime” volte.

Il disagio era la parola chiave…non mi sentivo mai, MAI al posto giusto…c’era sempre qualcosa che non andava in me. Un giudizio continuo , autocommiserazione continua. Stanchezza, sentivo che sarei svenuta da un momento all’altro…e da una parte non vedevo l’ora, non vedevo l’ora che il mio corpo desse dei segni palesi del suo malessere…No, non bastavano le dita della mano sinistra sbucciate e arrossate, io volevo far sentire in colpa. Chi? Quella realtà. Quella realtà del cazzo, così stretta , così bigotta, così orribile. Ma era come se il mio nemico immaginario si prendesse gioco di me, restando impassibile, immobile. Ed era questo quello che odiavo. L’immobilità continua. La monotonia continua. Ed ecco che io diventavo monotonia, io diventavo immobilità. Io ero il nemico. Io mi sentivo in colpa. Io volevo distruggermi.

Ora.

Ora non voglio dire che tutto è finito, mentirei. Voglio dire che mi sto impegnando affinché finisca. E una parte della mia volontà mi è stata donata da una donna bellissima, a cui devo davvero molto. E’ come se mi abbia regalato un paio di scarpe. Sta a me indossarle, ma è grazie al suo amore se i miei piedi non saranno troppo feriti all’arrivo. Ed è lei che mi ha suggerito di scrivere a te. L’ho rimandato troppe e troppe volte. Non avevo molta voglia di analizzare tutto quanto…non volevo vederla quella parte di me…Mi disgustava e mi disgusta tuttora…Ma oggi ho deciso che, eccomi qui.

Grazie.

Love,

U

22 commenti su “LETTERA DI U.”

  1. Grazie per avermi consigliato questa lettera 🙂
    Purtroppo, però, è difficile uscirne se non lo si vuole veramente e se per ora la propria felicità spesso dipende da un numerino. So che la situazione può essere cambiata, ma per ora non voglio. Pensieri stupidi, i miei, eh? Lo so… ma per ora è così.
    Che poi io non sono nè anoressica nè bulimica. Sono semplicemente a dieta…
    Un bacio

  2. grazie per le tue coraggiose parole, per il tuo modo così sincero di raccontarti,tante donne potranno guardarsi nello specchio del tuo coraggio e forse si sentiranno meno sole nella loro “battaglia” verso l’amore per sè stesse.
    sono felice di avere incontrato anche te nel mio sentiero, e ti mando davvero tanto amore!!!!zeba

  3. E’ vero, meditare, scavare in se stessi non isola ma a volte ci si può sentire un pò diversi.
    La prima volta che mi è capitato è stato…beh..all’improvviso mi sono sentita come se avessi scalato una parete rocciosa e una volta giunta in cima, guardandomi intorno..nn c’era nessuno.
    Mi sono sentita sola e avevo voglia di tornare indietro.

    Credo che sia normale.
    E penso che sia importante non fermarsi e andare avanti.
    In bocca al lupo U.

  4. Grazie per i complimenti,
    li rigiro a te con molto piacere, il tuo blog è diverso dagli altri, e credo per gli argomenti trattati, molto utile…
    un sorriso 🙂

  5. la consapevolezza della realtà è già una “vittoria”… Da come espone il suo “dramma” è una ragazza molto intelligente perchè ha capito che si deve amare e nn buttare via in una tazza squallida di un cesso…
    un abbraccio dal cuore a te e a U.
    Brava Ameya… i tuoi post sono VITA!

  6. Ciao.Sono io, U.
    Come dice Ameya, meditare non isola i giovani. Mi spiace se dalle mie parole sia trasparito questo…La mia era ed è inadeguatezza, non isolamento. Se non ci fosse la meditazione, non so dove sarei ora. Non intendo assolutamente svalutare il lavoro che ho fatto “da sannyasin”…Le persone che ho incontrato su questo percorso, mi rendo conto, sono le più importanti della mia vita…Non ho risposte, è vero, ma per lo meno so dove andarle a cercare. E questa strada l’ho tracciata anche grazie al mio sannyas…E non smetterò mai, mai di ripeterlo. Forse è difficile dare un giudizio, ma nessuno ci obbliga a farlo.
    Grazie Ameya, grazie per la tua bellezza e per le tue parole.

  7. Ciao, non c’entra nulla con la lettera. Volevo solo dirti che ti ho citata come fonte-in un punto- nel mio ultimo post. vieni a dare un’occhiata se ti va. 🙂

  8. vorrei anch’io incontrare una donna bellissima che mi dà un paio di scarpe, forse sono io stessa, ma anche qualcun altro accanto magari illuminerebbe un po’ di più

  9. non credo assolutamente tu volessi giudicare sister, non credo però che meditare isoli i giovani, meditare è essere consapevoli di essere..solo questo…un bambino quando gioca da solo medita ed E’ semplicemente..il disagio è fa parte dell’essere umano…lavorando con le persone vedo che sono i più sensibili a rischiare…U. è seguita e circondata da amore…ti risponderà magari lei quando ci leggerà.
    un abbraccio

  10. il mio non voleva essere un giudizio, me ne guarderei bene,
    ho letto una lettera vera, fatta di dolore, quello che ho percepito come mamma, come donna e come sorella è quello che ho scritto.
    ho fatto corsi di meditazione, conosciuto tante persone giovani e no, notando che più si è giovani più la meditazione porta a conoscenze che isolano dai propri coetani quando la presenza di questi è importante.
    sicuramente certi disagi vanno affrontati con un aiuto consapevole, e sicuramente il fatto di averlo ammesso dimostra che la nostra amica è sulla buona strada.
    non volevo giudicare e tantomeno offendere, se ho dato questa impressione me ne scuso,
    un abbraccio,
    Sister

  11. HO MOLTA FIDUCIA IN U. SISTER…NELLA SUA CONSAPEVOLEZZA E NEL SUO CORAGGIO DI ESSERSI MESSA A NUDO QUI…NON HO LETTO DISPERAZIONE NELLA SUA LETTERA..MA RINASCITA…CI STA SALTANDO FUPRI IN POCO REALTIVO TEMPO…CI SONO ALTRE CHE ANCORA NEMMENO HANNO CAPITO…
    MI INCHINO ALLA BELLEZZA DI U. E LA RINGRAZIO PER LA SUA VERITA’ QUI MESSA NUDO..UN ABBRACCIO U. SENZA GIUDIZIO E CON TANTO RISPETTO…
    FACCIO IL TIFO PER TE CON TUTTO IL CUORE…

  12. credo sia difficile dare un giudizio in questi casi…anche perchè il problema parte da lontano quasi sempre…

    molte di queste persone vomitano pure l’anima negli anni …ci vorrebbe qualcuno in grado di stare vicino…perchè da soli non se ne esce quasi mai….un saluto.

  13. un adolescente che pensa di essere fortunata per avere conosciuto la meditazione, Osho, e poi questo problema enorme, molto più grande di lei,
    cosciente del fatto che non ha superato niente, un grido d’aiuto il suo che sconvolge,
    ma anche il suo ritenersi in qualche modo diversa fa paura, è un sentirsi isolata che la rende più vulnerabile a tutto ciò che dice di conoscere,
    forse nel suo caso la meditazione non è riuscita ad aiutarla, si ritrova sola, sola davanti ad un percorso già tracciato, e quello traspare è che lei lo sa, perchè è lei che lo traccia,
    ciao

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