PRECISAZIONE:
SCOPRO E IMPARO TANTE COSE DA QUANDO HO APERTO QUESTO BLOG… CREDEVO QUESTO ARGOMENTO AVREBBE COINVOLTO E SUSCITATO MOLTI COMMENTI…CHE VEDO GIUNGERE PERO’ MOLTI ATTRAVERSO PVT… CHI VUOLE DONARE LA PROPRIA TESTIMONIANZA O PARERE E NON VUOLE ESPORSI, PUO’ MANDARMI UN PVT O UNA EMAIL E GARANTISCO IL TOTALE ANONIMATO… FORSE DICHIARARE AL MONDO SI ESSERE STATI TRADITI O DI AVER TRADITO NON E’ COSì FACILE. QUI TUTTAVIA VIGE LA SOSPENSIONE DI GIUDIZIO. QUESTO BLOG NASCE PER FAR CONOSCERE CERTE TEMATICHE, RACCOGLIERE OPINIONI E STORIE VERE. GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE.
AMEYA
Cosa significa tradire? Si tradisce l’altro o se stessi? Quali sono le
cause di un tradimento? Insoddisfazione, innamoramento, noia, viltà?
HAI MAI TRADITO O VISSUTO UN TRADIMENTO?
A voi la parola…pubblico di nuovamente la storia di S. Compariva nelle prime pagine
di questo blog, quando ancora era ancora molto, molto giovane…
Ameya
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Sade- Is ti a crime?
Ho amato un uomo alla follia..
Sono S. e ho amato un uomo alla follia.
Conosco Ameya da tanto tempo e colgo grata il suo invito per raccontarmi, per condividere.
Mi chiamo S. ho 49 anni, vivo vicino al Po, faccio l’insegnante di balli da sala.
Tutto è iniziato esattamente dodici anni fa. Avevo 37 anni. all’epoca facevo ancora la contabile. Un giorno in ufficio, alzo gli occhi e per la prima volta mi accorgo di Lui.
Lavoravamo già insieme da anni, ma ero stata distratta dalle maternità, dalla vita che nel pieno dei trent’anni ti brucia via, distrattamente. Ci guardiamo negli occhi ed è stato brivido. Inizio ad aspettare la pausa per vederlo, inizio a vestirmi per Lui, a passare più volte davanti alla sua porta. i suoi sorrisi mi illuminano le giornate, i suoi complimenti sono linfa vitale. Avevo qualche notizia su di Lui, sapevo che aveva una moglie scialba, e un’amante bruttina ma focosa da oltre dieci anni, che portava la sesta di reggiseno. In paese lo chiamavano l’uomo dalle due mogli. Tuttavia era prodigo di sorrisi avvolgenti. Inizio a lasciargli bigliettini nel cassetto, cioccolatini…lo seduco in quattro mosse.Il mio obiettivo era conquistarlo, non solo, farlo innamorare. Diventiamo amici, mi racconta tutto dell’amante soprannominata poi segretamente da me (per invidia)Trenta Secondi , tale era il suo tempo massimo per raggiungere il primo di una lunga serie di orgasmi. Me la dipinge come una maestra delle arti amatorie, io inizio fin da quel momento a voler essere meglio di Lei. Pian piano scivolo in una spirale di delirio, di passione. Lo voglio, mi vuole. Riluttanti, diventiamo amanti. Ci amiamo sulle scrivanie, nei bagni, inventiamo scuse per restare in ufficio, la domenica mattina, in momenti impensabili, insospettabili. Ero protetta dall’amante ufficiale con le calze a rete e il body leopardato, io madre di famiglia tranquilla, nessuno ha mai sospettato
Spero in un totale film irreale che lui lasci l’amante e spero di diventare io l’amante uffciale: di lasciare i miei adorati figli e il buon marito non ho mai pensato.
Avevo un bambino di tre anni e uno di otto, ciò nonostante ero costantemente ALTROVE. Pensavo costantemente a Lui: mi innamoro perdutamente e gli dico che per il bene dei miei figli piccoli la storia deve finire.Parto per le vacanze e piango tutti i giorni, ovunque, in spiaggia, in mare, sotto gli occhiali da sole. Mi manca la sua pelle, il suo odore, la sua voce.Lo chiamo un paio di volte, mi manchi da morire. Non sono morta ma quasi. Inizio a morire dentro, perdo il sapore della vita, dei miei figli, delle amicizie, non ho hobby, inizio a convivere con un ossessione. LUI con LEI. La moglie , mio marito sono comparse discrete, ingenue, in questa storia i veri protagonisti siamo io, l’amante uffciale, detta Trenta Secondi e Lui.
Torno e tra alti e bassi cerco di CAMBIARLO. Lo voglio diverso, voglio vincere contro Trenta, voglio, voglio , voglio.
–br–
Ma nulla va come vorrei. Lui inizia a dire frasi killer, dice che con Lei sì che vuole stare (inorridisco, ma come può?è obiettivamente alta 1 metro e 56, ha il naso grosso, sembra una ridicola caricatura di se stessa), ma Lui dice di preferire Lei perchè non gli complica la vita, lo prende come e quando c’è. Io sono troppo per Lui. Troppo intensa, troppo bella, troppo troppo.
Brancolo nel buio, passo giorni interi a rodermi l’anima, a rimuginare, “ecco, ora stanno insieme, ora Lui è con Lei” immaginavo mille volte la scena. Controllavo l’ora, i giorni, i minuti, calcolavo i tragitti.
Inizio a perseguitarlo con parole scritte.
SMS.
Infiniti, inteminabili liste di parole, insulti, arringhe per dimostrargli che io ero meglio di Lei e che doveva scegliere Me. Poi suppliche, allusioni erotiche, dichiarazioni d’amore “io non vivo senza te, accetto tutto, qualsiasi cosa, accetto Trenta, accetto che non mi cercherai per settimane, ma ti prego non dire no, fai l’amore con me ancora una volta, nemmeno tu puoi stare senza me, io son necessaria per te, ecc ecc” cambiavo strategie finchè non ne trovavo una , o Lui per sfinimento acconsentiva di venire in ufficio al sabato pomeriggio o la domenica mattina. Ma il giorno dopo tutto era come prima. Forse peggio. Io mi sentivo abbandonata, tradita, svilita, usata. E lo cercavo per dirgli tutto quel che pensavo, come doveva essere ecc ecc. Inutile.
Piu’ mi sforzavo di convincerlo, di cambiarlo piu’ lo spingevo verso Lei. Lei era la sua coperta di Linus, il sesso facile, garantito, senza complicazioni.
Ma lui nel frattempo a volte stava anche con me, cedeva alle mie moine, o tornava a cercarmi sporadicamente dicendo che una parte di me gli mancava, che gli davo qualcosa che non trovava altrove.
Ed io toccavo il cielo con un dito: erano incontri di fuoco, totali, di passione intensa, da tramortire. Mio marito, operaio specializzato, era spesso all’estero per lavoro. Così io ero facilitata, potevo rimuginare sulla mia infelicità, potevo mettere a letto i bambini e pensare Lui. Si era messo in politica, aveva le serate libere di poter vedere Trenta, lei faceva turni di notte, pulizie, titolo di studio :terza media.
Tuttavia riuscivo a strappare un incontro al mese, se andava bene.
Il giorno dopo spariva, non si faceva vedere, mi schivava, diceva “lo sai com’è la storia, se ti va bene io sono così”
Il giorno prima sembrava l’uomo piu’ appassionato, desideroso del mondo, poi appena avvenuto l’incontro sentiva una pulsione di fuga e mi lasciava storidita, svuotata, a chiedermi dove ero sbagliata.
Intanto mi ammalo gravemente di depressione. Non esco piu’, non lavoro, prendo farmaci, mi riduco ad uno zombie, grassa, spenta.
Inizio una terapia che mi porta alla conoscenza di me, risalgo la china. Lui nel frattempo si è traferito ma non riesco a non scrivergli, 10 , 20 volte al giorno. Lo ossessiono, Lui cede, a volte si fa supplicare di vedermi, e intanto le sue parole divantano sempre piu’ crudeli, lapidarie “non ci sono, sono da un’altra parte, lasciami andare, questa storia è finita, lasciami in pace” per poi dopo una settimana dirmi, passo in ufficio alle 20 e 30 aspettami. E io di nuovo mi sentivo bella, accolta, voluta, mangiata, vampirizzata. Si nutriva del mio amore come un vampiro notturno, per poi vomitarmi il giorno dopo. Terrore dell’intimità.
L’ho cercato , inseguito, pedinato, supplicato, insultato per anni. Ero come drogata, dovevo avere la mia dose, a qualunque costo, dovevo vincere, dovevo affemare il mio potere su di Lui, dovevo essere io la piu’ forte, dimostrare a me e a Lui che potevo averlo quando volevo, nonostante le cattiverie che diceva. Sono stati anni di inferno, di dolore, umiliazioni, rifiuti, di totale estraniazione dalla vita, dagli affetti veri, ero ossessionata, parlavo solo di Lui con le due amiche che sapevano, loro erano seriamente preoccupate per me. Un paio di volte mi sono augurata di morire per porre fine a questo tormento, questa agonia. Poi io tornavo ad elemosinare amore, Lui si negava per un po,’ poi si concedeva ed erano attimi di pura passione,mai avuta con nessun altro uomo. Briciole d’amore, rubate, ingurgitate come un moribondo che non mangia da mesi. Riuscivo a sentirmi viva, intera, me stessa, solo in quei momenti; finito l’attimo, Lui si girava, scostante, impaziente di andarsene, di accendere il cellulare per chiamare Trenta.
Poi di nuovo il giorno dopo io lo cercavo sperando che QUESTA volta sarebbe stato diverso, che Lui sarebbe stato dolce ed affettuoso anche il giorno dopo, che mi avrebbe cercato per dirmi solo “ciao bella bimba, come stai?” invece non solo non si faceva piu’ vivo, ma non rispondeva per giorni ai miei infiniti Sms.
Solo ora, se rivedo la storia mi rendo conto delle Sue difficoltà. Incapace di restare fermo, in fuga da se stesso, incapace di darsi, terrorizzato di essere inghiottito, castrato , come la madre aveva fatto con Lui…Solo ora comprendo e vedo i Suoi perchè: allora ero cieca, vedevo solo i Miei bisogni. Una guerra tra miserabili..
Poi ho iniziato a ricordarmi di me, mi son creata interessi, viaggi, mi son iscritta ad un corso di ballo e ora faccio gare nel nord Italia. i Figli sono grandi , uno fa l’università, sono la mia gioia, a volte mi sento di non essere stata presente con la testa per loro, ma non potevo fare altro: ero ipnotizzata, malata di una malattia invisibile, nessuno vedeva, nessuno sapeva, ma dentro di me c’era solo LUI; LUI; LUI.
Io dov’ero? Non lo so ero persa.
Mi son licenziata e ora insegno Balli da Sala.
L’ultima volta che l’ho visto era spento e svuotato. Si è messo in politica, poca roba, ma a volte vedo la foto sul gionale. Lo guardo a lungo, non lo riconosco, appesantito, vecchio, spento. Mi dico possibile che mi sono rovinata dieci anni di vita per LUI?
Gli ho scritto ancora un paio di volte chiedendogli come stava. Mi ha detto di essere triste. Un tempo sarei corsa a salvarlo, annullando me stessa, calpestando orgoglio e dignità . Gli ho detto che non posso fare piu’ nulla per Lui. MI ha detto che gli manco, che lo stimolavo, che gli manca la mia pelle. Gli ho detto di chiedere aiuto perchè ora so che è affetto da un disturbo di anafettività, come io sono stata una dipendente affettiva.
Mi ha aiutato Ameya.
L’ho conosciuta al mare, ai Lidi, ha ascoltato la mia storia e mi ha proposto di insegnarmi delle tecniche di meditazione. All’inizio mi sentivo un automa. Poi ho capito che potevo guarire. Sono grata a tutto il percorso che abbiamo fatto . Ho conosciuto altre donne come me, ho capito chenon ero l’unica malata. Ora so di essere una dipendente affettiva e come tale sono a rischio di attaccarmi morbosamente a persone che mi sembrano distanti, vado in cerca di conferme, chiedo loro amore. Sono andata a ritroso a cercare nel rapporto con mio padre una modalità di rapporto con gli uomini, ho visto la mia parte di responsabilità in questa storia, che non ero solo vittima ma anche carnefice, che la danza era a due. E mi son staccata da Lui.
Col tempo ho imparato a non aver paura dello spazio vuoto, mi sono costruita un mondo solo mio, ho ristabilito un sereno rapporto con mio marito che avevo perso per strada e cerco di godermi la mia vita attimo per attimo. Ci sono giornate buie in cui mi manca ancora il suo odore e il calore della sua voce, poi penso a quanta aridita’ ha dentro, quanta tristezza irrisolta.
E mi metto a ballare, in cucina o mentre stiro. E mentre vado in macchina mi ascolto i cd di un corso di inglese. Venerdì sera abbiamo una gara. So già che mi divertirò.
Grazie per aver letto la mia storia, so che non è una storia lineare, è molto contorta e piena di disperazione, tuttavia mi è accaduto, non potevo, non avevo scelta dentro di me se non essere quello che ero in quel momento. So che per la morale comune ho passato dieci anni in modo assurdo, inaccetabile, ma lo so ora. Ero una persona malata, al pari di un eroinomane, che cerca la soluzione nel buco per non sentire il vuoto, io ho cercato di riempire il buco con una persona, ma è una malattia.
Spero che tutto questo che ho raccontato possa esser d’aiuto in qualche modo a molte donne per non sentirsi sole.
S.
ciao !
buona domenica
ehi ciao Gianni!! 🙂
non se vale come testimonianza "trasgressiva", ad ogni modo io e mia moglie ci conosciamo da una vita.
Ebbene dopo 18 anni di matrimonio non l'ho mai tradita, nè lei ha
tradito me; mi fido di lei e so perfettamente che non l'ha fatto.
la nostra monogamia forse è una monomania e in ogni caso,
almeno non abbiamo fatto soffrire nessuno, nè io nè tantomeno lei !
saluto Ameya, dopo tanto tempo
g.
Capisco in parte….tu scrivi "se a distanza di molto tempo e di tanti ostacoli e di tante sofferenze il desiderio d'amarsi persiste ancora, significa che il sentimento di base è attecchito ad una radice forte e sana.." ciò lo riferisci al mio voler ricostruire giorno dopo giorno con mio marito? Se è così hai ragione, è come uscire da una nebbia fitta ed incamminarsi man mano verso un luogo sempre più illuminato da un sole caldo. Comprendo quando scrivi del "desiderio di ricevere un risarcimento affettivo per la mancanza subita" anche questo mi ha spinto verso colui che definisco essere! Comprendo meno bene altri passaggi circa l' inibire il senso di rabbia nei confronti della vita….io sono stata rabbiosa, ho odiato l' essere per come si è posto. Al di là del falso moralismo, io credo che parlare di amore e fingere di comprendere una donna palesemente in crisi (quando in realtà si mira solo all'avventura) e reiterare poi negli anni un simile atteggiamento è pura cattiveria. Questo individuo si è reso conto di quanto io fossi "persa" per lui quindi perchè perseverare in questo gioco, perchè non chiudere prima? Per desiderio di controllo della mia vita, per un senso di superiorità, perchè tra tante donne da lui incontrate nel corso della nostra storia io ero comunque quella con la quale lui dialogava molto? Non so, capisco solo che devo lasciarmi alle spalle quanto ho vissuto ed andare avanti senza perdere fiducia nel prossimo. Grazie per le parole che hai voluto scrivermi e scusami se non le comprendo fino in fondo. Elettra
A volte, all'interno d'un rapporto d'amore s'innescano meccanismi difficilissimi da spiegare ma anche no, in quanto, alla fine essere gelosi dunque nutrire gelosia nei confronti della persona "amata" e dunque nei confronti delle attenzioni negate e magari mancate per molto tempo genera inesorabilmente "competizione tra AFFETTI" desiderio di ricevere un risarcimento affettivo per la mancanza subita e patita per lungo tempo , magari a causa della famiglia di lei o della famiglia di lui o del passato d'entrambi…
Capire tutto questo ovviamente inibisce il senso di rabbia nei confronti della vita, rabbia per il tempo mai condiviso insieme o meglio mai condiviso nella modalità con cui si sarebbe voluto…Avere fame dell'altro significa proprio essere assetati dal desiderio di nutrirsi dell'altro smodatamente, quasi a voler colmare il vuoto imposto e patito, ciò, dapprima genera risentimento, un pò come capita ai bambini privati del seno materno appena nati..Verosimilmente gli stessi, nutriranno un senso di rifiuto, voglia di negazione in prima battuta, dinanzi al ritorno materno, in quanto percepito come un affetto immenso e desiderato per un lunghissimo tempo, benchè vissuto e condiviso nella sofferenza del distacco forzato, sebbene, d'altro canto, la mamma rimanga pur sempre la mamma, e le carezze della persona amata sono fondamentali per garantire il senso di serenità e felicità vera…
Comprendere che la vita sia composta d'un insieme di valori che di sovente riflettono il ceto sociale o culturale di provenienza può servire a comprendere il perchè di tante cose…(e dunque può aiutare ad inibire la sussistenza di sentimenti negativi come l'odio, la rabbia e l'aggressività latente che altro non è che il sinonimo della povertà affettiva)
Sentirsi parte integrante dell'altro sebbene dotati di colori poitici culturali diversi risulta essere una sensazione difficilissima da spiegare, sebbene l'allegoria del rapporto "Padre- figlio" o "Madre – figlia" ci possa aiutare…
Il processo d'educazione sentimentale abbraccia anche l'educazione culturale dell'altro, in quanto l'amore o l'attrazione fisica di sovente risulta non essere sufficiente per sentirsi realmente parte integrante dell'altro..
Parlare la stessa lingua, condividere gli stessi valori, comprendere il punto di vista dell'altro è un pò come riuscire ad entrare nel mondo dell'altro, nella mente dell'altro; possedere la stessa istruzione la stessa educazione è un pò come riuscire a sentirsi della stessa famiglia, è a quel punto che comprendi che ad unirvi oltra il legame di sangue c'è un legame ideologico capace di dotare la coppia d'una marcia in più..
Sono processi (di crescita) personale e di coppia che richiedono inesorabilmente del tempo..A volte, nell'incomprensione capita di sbagliare ma è fisiologico, naturale, ed ovviamente, se a distanza di molto tempo e di tanti ostacoli e di tante sofferenze il desiderio d'amarsi persiste ancora, significa che il sentimento di base è attecchito ad una radice forte e sana..
E questo lo puoi comprendere solo col tempo, di quanto sia stato e di quanto ancora sia "Amore Vero"..
Mi capisci adesso?
per l' utente 131:
Sono Elettra e ti confesso che non ho ben capito il tuo intervento; ho sbagliato, non c'è dubbio. L' utente 130 afferma che dalla MIA vicenda sembra restare fuori l' uomo che ancora (per mia somma fortuna) non mi ha abbandonata….ma non è così. Ad Ameya ho inviato una lunga mail nella quale ho spiegato i perchè del mio tradimento. Non vuole essere una giustificazione, solo un chiarimento. Hai ragione quado dici che non provo nè rancore nè odio ma solo necessità di capire. Non c'è odio nè rancore per l' altro perchè ora c'è riscoperta di mio marito, volontà di recuperare; c'è di nuovo complicità, ma al tempo stesso una parte di me ancora vuole capire come ho potuto credere a tante bugie benchè i segnali ci fossero e pure evidenti. Non ho ben compreso se ti riferisci all' altra persona quando scrivi che "lei mangia di tutto si nutre di tutto e nell'avermi inflitto questa pena che riesce così fancendo a sentirsi in un certo senso superiore..Perchè c'è chi per vivere ha necessità di controllare le vite altrui..è triste dirlo ma la realtà che osservo non mi piace neanche per niente..ed in questo momento nutro compassione perchè bisogna essere malati per congeniare tutto questo meccanismo assurdo capace però nella sua mostruosità di creare un certo riequilibrio sociale…." se è così hai colto nel segno, è una persona che deve avere tutto sotto controllo, molto attenta e precisa, che crede in valori morali valevoli però solo per gli altri. Più passa il tempo più mi rendo conto che mi aveva come plagiata, oscurando ai miei occhi colui che è limpido e davvero innamorato. Non basterebbe una vita intera per rimediare al male che ho fatto a mio marito, mi sentirò sempre in colpa, anche ora che ancora ne scrivo e ancora vorrei un perchè…ma forse il perchè è l' aver incontrato un manipolatore quando volevo essere manipolata….ciò non riduce le mie colpe, forse in parte le spiega. Utente 131, vorrei che mi spiegassi più chiaramente il tuo pensiero, se vuoi.
Quello che probabilmente è difficile per te comprendere è che allo stato attuale non c'è nè dolore nè rancore, ma solo voglia di capire il perchè..
Perchè in genere c'è sempre un perchè un uomo (fedigrafo) si ostina a voler giustificare la sua effettiva infedeltà con l'oggettiva infedeltà della compagna ove questa possa suffragarsi semplicemente su fatti costruiti sulla base di codici comportamentali assurdi..
Un pò come dire, tu moglie t'ha tradito perchè stamattina oltre al caffè ha gradito una fetta biscottata con la nutella..ed è tangibile ha tradito..e se non ha tradito è perchè non l'è stata concessa l'occasione ed allora dobbiamo concederle l'occasione di farlo sotto la vista di tutti in modo che non possa più negare..da quì le fotocopie lasciate al garzone..o il film fatto vedere ai ragazzi o la pizza preparata dalla mamma..
Probabilmente sarebbe sufficiente leggere un buon libro per spiegarsi il fondamento di tutto questo Erich Fromm al riguardo potrebbe aiutarci in quanto spiega magistralmente la differenza che intercorre tra uomo passivo e uomo attivo ma soprattutto che cosa genera quell'aggressività latente capace d'incutere paura..
A volte , vive e regna latentemente un sadico nel nostro vicino e da persone mature e perfettamente stabili da un punto di vista psichico non ne siamo neanche coscienti ed il perchè è molto semplice, mai nessuno ci ha descritto scientificamente le caratteristiche del sadico o di colui il quale, per vivere ha necessità di tenere tutto e tutti sottocontrollo, perchè il suo senso di Buona vita s'identifica anche nel controllare di che cosa potrà cibarsi nutrirsi l'altro..acquisizione di certezza dunque, la si acquisisce solo attraverso la sottoposizione cieca alla regola..qualsiasi regola essa sia, purchè emanata dall'autorità che ha il potere di farlo deve essere rispettata anche se questo suo essere pedissequamente rispettata senza un benchè minimo principio di ragionevolezza, significherà cagionare malessere psicoattitudinale dell'altra persona , ove non induca ad un concreto e sostanziale deperimento organico…
Allora ovviamente sorge la necessità di porsi un'insieme di domande cercando di capire sempre di più che cosa abbia mai potuto spingere l'agente a tutto questo meccanismo infernale per un verso, per l'altro verso quasi senso Aristotelico di ricerca di felicità..Vivere con regolarità..nel completo rispetto delle regole..ebbene probabilmente per due che hanno intenzione d'aprirsi una qualsiasi attività insieme, la prima operazione opportuna sarebbe verosimilmente apporvare un regolamento al quale attenersi, dettando regole comunemente condivise da entrambi..In modo che sottomettersi alla regola fondamentalmente equivarrebbe a sottomettersi alla propria volontà..
Diciamo che i codici bisogna attagliarli alla coppia..composta da due persone non da tre..se il menage è il trio..diventa un oggettivo problema..capisci che cos'intendo? è un problema che poi si trasforma in nulla perchè dal rispetto della regola non ottengo altro che il soddisfacimento d'una persona che peraltro non mi sta neanche simpatica..e la sua goduria è solo quella d'aver sottoposta ad una sofferenza gratuita non necessaria per il mio benessere per la mia crescita che è diverso..In quanto magari lei mangia di tutto si nutre di tutto e nell'avermi inflitto questa pena che riesce così fancendo a sentirsi in un certo senso superiore..Perchè c'è chi per vivere ha necessità di controllare le vite altrui..è triste dirlo ma la realtà che osservo non mi piace neanche per niente..ed in questo momento nutro compassione perchè bisogna essere malati per congeniare tutto questo meccanismo assurdo capace però nella sua mostruosità di creare un certo riequilibrio sociale..almeno da un punto di vista psicologico tant'è che affermati giuristi lo hanno (non a caso definito) regolamento da manicomio…
la questione è seria, molto più seria di quel che apparentemente non sembrasse …
Ameya risponde a Elettra sottolineando giustamente la contraddizione insita in due pesi e due misure. Elettra risponde con un "è vero" ma…
C'è un "ma".
Mentre Elettra ora pensa poco alle menzogne dell'altro (ci crediamo?) e non legittima certo il proprio comportamento nei confronti del marito, la risposta ad Ameya diventa di nuovo solamente un'accusa all'ex amante che fa del male a donne insicure.
Vittime.
Come lei.
Di nuovo due pesi e due misure. Senza cambiare tema.
Anch'io ti faccio tanti auguri!
E speriamo che l'altro si ravveda. Oppure che cappuccetto rosso non cada nel tranello del lupo, animale astuto e crudele. Oppure che, in extremis, arrivi il buon cacciatore.
Che provvederà ad estrarre dalla pancia di "quell'essere" il corpo intatto dell'ingenua malcapitata.
Sei stata molto male, elettra? Stai ancora male?
E cosa ti fa veramente soffrire oltre al tuo ego "ferito" dall'uomo che "ci sa fare"? C'è un personaggio completamente assente nelle tue parole di "dolore". Ed è l'uomo con il quale vorresti oggi ricostruire un rapporto.
Che non ti ha mai (ancora) abbandonata.
Per ciò che scrivi e per come lo esprimi, quello che dovrebbe essere il Soggetto diventa un mero personaggio di contorno di una vicenda TUA.
Tuo il dolore, tuo il rancore, tue le difficoltà, tua la storia. tua la vita.
Rileggi quello che ti ha scritto Ameya.
Grazie per aver letto la mail…è vero, ho fatto soffrire l' unica persona che mi ha sempre amata e che mi ama, ma l' altro è un ambivalente per natura. Nella vita di tutti i giorni indossa la maschera dell' uomo compito, corretto, un vero gentleman, ma in realtà come da lui stesso ammesso "ci sa fare" con le donne, peccato che scelga di proposito donne in crisi. Credo di essere entrata nel limbo di cui ti ho scritto proprio per insicurezza, incapacità di decidere…o forse di ammettere che l' uomo perfetto da me amato in realtà non è mai esistito. Non ho mai legittimato il mio comportamento, anzi sono stata male, anche fisicamente, perchè credo di aver somatizzato ciò che avevo compreso solo nell' inconscio, ossia di aver sbagliato tutto fin dal principio, di non aver lottato per recuperare prima del tradimento il mio rapporto coniugale.Ora va meglio, penso poco alle menzogne dell' altro, mi concentro su ciò che devo e voglio ricostruire con l' uomo che ho accanto che non mi ha mai abbandonata. Spero solo che quell' essere in parte si ravveda, che la smetta di far soffrire altre donne insicure.Lui non è un insicuro, sà bene cosa vuole, spoero solo che non faccia altro male. Grazie ancora.
Elettra
@127…Ho letto il tuo lungo raccnto per mail. Sento che hai sofferto e rispetto sempre la sofferenza. Tuttavia volevi da quest'uomo, che chiami amante, un rapporto esclusivo, ma allo stesso non eri esclusiva con tuo marito… Non si può guardare la vita con due pesi e due misure. Si è senza obiettività. Tu dici di essere stata male, e questo sembra legittimare ogni comportamento per se stessi. Se puoi legittimare il tuo con tuo marito in nome di uno stare male, allora puoi comprendere l'incurezza e l'ambivalenza del tuo amante. Dietro ai tradimenti c'è tanta insicurezza e tanto bisogno. Rivaluta il tutto alla luce dell'includere ogni emozione… Tanti auguri!
Ho letto "Ho amato un uomo alla follia" ed ho le lacrime agli occhi perchè in parte mi riconosco in S. Oddio quanto si soffre, quanto si stà male, tutto è buio in te, come avere una coperta ruvida sull' anima che graffia ogni bella e nuova emozione che tenti di provare….Mi sono resa conto di amare quast' uomo, o forse solo di esserne dipendente, ormai non sò più nulla, quando lui si rivelato in tutta la sua meschinità….ma è troppo lungo da spiegare adesso. Ameya, se riuscirò, forse ti scriverò della mia storia, adesso non riesco ancora, ma trovare il tuo blog su internet, oggi, mi ridà un pò di fiducia, quella che il "bastardo" mi ha rubato insieme all' anima. Grazie.
cara cara Ameya
rinnovo la stima.
Grazie per le tue risposte. Con poche parole riesci sempre a..
zac!
a farmi cambiare prospettiva in un batter d´occhio.
Irene
@Cara Irene, quando si ha paura di non essere "abbastanza" ci si sceglie inconsciamente una situazione che finisce per confermalrlo attuando così la nostra 'profezia autorealizzante'. Il fatto che lui stia con lei, non è CONTRO di te. Di solito le persone fanno scelte 'economiche', che si basano cioè sul un tornaconto personale, che può essere attuare a loro volta le profezie personali. Tu non c'entri nulla. Piuttosto chiediti perché stai in tale situazione. A cosa ti serve?
allora, considerazioni a caldo …molto a caldo
cara Ameya, ti leggo da tanto e dopo le confidenze che ho ricevuto ieri sera sono corsa qua per un confronto con te
allora
conosco questo ragazzo meraviglioso, di una gentilezza infinita e di una pacatezza rassicurante (poi è anche molto figo, ma quesa è un'altra storia)
che mi osserva e mi dice che il mio viso cambia espressione come il cielo d'estate
che mi ascolta mentre racconto delle mie difficoltà con gli uomini e mi dice che io gli ricordo come era lui 15 anni fa (lui ne ha 35, io 29…mi offendo? non mi offendo? Boh) e mi dice "perchè farti tanti problemi? Tutto dipende da quello che vuoi. L'altra persona non vuole quello che vuoi tu? Ok, è un problema suo, e non va bene per te. Chiudi e passa ad altro"
Che mi dice che sono bellissima come sono e devo smetterla di considerarmi inadeguata.
Che sono questo che sono quello..
E mi paga il biglietto per andare a vedere la Tosca (72 euro) con la sua fidanzata…che è una femmina alfa, che mi riempie di soggezione. E a me tocca sentire "e dolci baci e languide carezzeeeeeeee" sul serio, nel senso che mentre il tenore la canta, loro due fanno dei rumori che neppure due adolescenti alle prime armi
e poi mi dice che "sì io e lei ci amiamo.Ma lei è sposata e ha una figlia di 12 anni. e nel mio paese è molto difficile divorziare. E IL MARITO E' IPOCRITA perchè lo sa benissimo che ci vediamo, eppure le telefona continuamente per chiederle dov'è e dove sono io. E per lei è tanto difficile poverina, tutti i giorni una crisi"
E io gli dico
"ipocrita? Non è ipocrita. Sarà fastidioso, sottilmente violento…non so….ma, tutto sommato è semplicemente uno che soffre"
e lui mi da una risposta che credo di aver sentito più o meno 2000 volte:
"non voglio pensare a questa situazione. Non ci ho mai pensato. Non voglio dare definizioni. Voglio solo godermi quello che c'è"
MA VA?! PERCHE' APPENA CI PENSI..TI CASCA TUTTO IL CASTELLO DI CARTE!!!
E allora dico, meritandomi svalangate di "sei troppo spietata nei giudizi/sei troppo razionale/sei troppo slettiva/ sei troppo controllata"
che
sì
sono tutte queste cose e anche peggio.
E io i traditori li schifo.
E tutta sta passione reperessa e clandestina e ste lacrime da crisi e sto patimento da amore impossibile E' UNA NOIA.
CHE PALLE!
State solo giocando a guardia e ladri senza averci più l'età per farlo. Peccato che in mezzo c'è gente che sta malissimo e VOI LO SAPETE
e più di tutto
PERCHE' LEI SI' E IO NO?
irene