Qualunque persona incontriamo ha un messaggio per noi. Gli incontri casuali non esistono, e il modo in cui reagiamo a tali incontri determina se siamo in grado di riceverlo. Se parliamo con una persona che abbiamo incontrato e nelle sue parole non troviamo il messaggio relativo alle nostre attuali domande, ciò non significa che il messaggio non c’era. Semplicemente, per qualche ragione non siamo riusciti ad afferrarlo.
(James Redfield, “La profezia di Celestino”)

Il gioco degli specchi
La comunicazione (dal lat. cum = con, e munire = legare, costruire e dal lat. communico = mettere in comune, far partecipe) va intesa anzi tutto come un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello Shannon e Weaver).

Quali informazioni? Quelle intese o quelle emesse?
Tecnicamente e a livello cognitivo la comunicazione avviene con questa modalità. Emotivamente le cose si complicano ed assumono sfumature significative.
NON SI PUÒ NON COMUNICARE: l’assioma di Paul Watzlazwick è inconfutabile. Silenzi, gesti, sguardi fanno parte di un modo non verbale tuttavia altamente comunicativo.
In una interazione comunicativa è interessante osservare chi dà il via allo scambio. In un litigio ad esempio possiamo interrogare entrambe le parti ed esse daranno una diversa punteggiatura all’evento. A dice che B lo fa arrabbiare perché è ossessivo, B dice che diventa ossessivo a causa di A. Si crea così un loop infinito, ognuno può avere ragione se osserviamo dall’esterno. Tutto dipende da dove si inizia a punteggiare.
Inoltre durante lo scambio interattivo ognuna delle parti potrà assumere una posizione dominante UP o complementare DOWN , l’ altro “cede”, oppure la relazione si pone su un piano simmetrico, di botta e risposta, in questo caso si assiste ad una escalation che può sfociare in un acceso diverbio e andare oltre.
Marshall Rosenberg ha condotto studi su una modalità nonviolenta di comunicare (linguaggio giraffa) dove vengono analizzate le parole “killer” che portano a condanne e incomprensioni.
Studi approfonditi vengono condotti continuamente su come e cosa si comunica, qual è il modo migliore, più efficace.
Lo psicologo Luigi Anolli fa un’accurata ricerca e trattazione su tutte le forme di comunicazione, analizzando il processo nei vari modelli teorici fin qui proposti.
Vari sono i tipi di comunicazione:
- informativa
- menzognera
- persuasiva
- discomunicazione
- pettegolezzo
- seduttiva
Nuovi linguaggi del terzo millennio stanno rapidamente mutando lo stile, il modo di comunicare. Basti pensare ai short message script (il lessico usato negli sms daranno origine a mutazioni consonantiche pari a quelle succedutesi dall’Indoeruropeo in poi!)
Forum di discussioni, communities virtuali, chatline, email sono tutti nuovi sistemi di scambio comunicativo, dove vengono utilizzati solo alcuni canali, visivo, scrittura, gergo, abbreviazioni, codici come la netiquette, vero e proprio bon ton usato in rete.
Tutte queste forme di comunicazione possono essere usate per un rapido scambio di informazioni o pareri, hanno un valore anche creativo, espressivo fino a divenire una vera e propria arte…ma possono anche servirci per nasconderci dietro a mezzi telematici, mettendo tra noi ed il mondo, tra noi e l’altro, un muro di parole scritte, una distanza paradossale mediatica.
La raggiungibilità dell’altro attraverso il cellulare, le email in tempo reale ha prodotto un cambiamento nel costume comunicativo, ma al pari ne ha creato l’esatto opposto, proprio perché l’altro può essere SEMPRE raggiunto, può altrettanto non essere MAI davvero presente.
Un tempo una lettera impiegava giorni ad arrivare, c’era solo il telefono di casa e nessuna segreteria. C’era un tempo di attesa dell’altro e una libertà di scelta, ora sono presente per te, ora sono lontano , altrove.
Adesso siamo onnipresenti, onniraggiungibili ma siamo anche costantemente altrove…
Ma cosa accade quando ci troviamo davvero di fronte all’altro?
Lo specchio riflesso nell’altro è intenso se riusciamo a coglierlo.
Nell’analisi transazionale (Eric Berne) io posso osservare le mie parti riflesse nell’altro, e con quali identità io mi approccio all’altro. Vi sono ruoli fissi, VITTIMA, CARNEFICE, SALVATORE.
Continuamente nell’interazione comunicativa vi sono più livelli che si intersecano.
Contenuto e forma, significante e significato.
Nelle relazioni significative c’è un bisogno di non contraddizione: se viene negato è possibile trovarsi in un doppio legame di messaggi contrastanti che possono portare in casi estremi alla schizofrenia.
In ambito cognitivo la teoria della profezia autorealizzante afferma che se si ha un pensiero (sono incapace) si cercherà in tutti i modi che questo venga riconfermato, comunicato, dall’esterno.
D’altra parte spesso quando si formulano giudizi, se osserviamo attentamente, parliamo di noi stessi.
L’altro “non esiste”, siamo noi che lo dipingiamo così, guardandolo con gli occhiali della nostra visione della vita, procedendo per proiezioni. L’altro è uno schermo bianco su cui proiettare sentimenti, personaggi, il padre buono che non abbiamo avuto e che ricerchiamo ossessivamente, la madre “non sufficientemente buona” che non ci ha nutrito amorevolmente…e via di questo passo. Così il capo ufficio ci ricorda e ci comunica qualcosa di quel padre, la fidanzata viene letta ed interpretata alla luce di quella madre…e la comunicazione diventa pilotata in questa direzione. In un gioco di specchi infinito.
Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro, punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.
Nell’altro vediamo spesso solo noi stessi riflessi.
E lo stile con cui comunichiamo è conseguenza di questo meccanismo.
Una breve storia zen recita:
Il Saggio e le Domande
C’era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città del Medio Oriente.
Un giovane si avvicinò e gli domandò:
“Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose a sua volta con una domanda:
“Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”
“Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”.
“Così sono gli abitanti di questa città!”, gli rispose il vecchio saggio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda:
“Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda:
“Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”.
“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”.
“Anche gli abitanti di questa città sono così!”, rispose il vecchio saggio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero:
“Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?”
“Figlio mio”, rispose il saggio, “ciascuno porta nel suo cuore ciò che è.
Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui.
Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell’altra città, troverà anche qui degli amici leali e fedeli.
Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore”.
Nella vita si trova sempre ciò che si aspetta di trovare…perché ognuno proietta all’esterno ciò che risiede dentro di sé.
Per approfondimenti
- Marshall Rosenberg – Il linguaggio Giraffa. La comunicazione non violenta
- Eric Berne – Io sono ok tu sei ok
- Byron Katie – Occhiali nuovi per l’anima
- Paul Watzlawick – Pragmatica della comunicazione umana
- Il modello matematico della comunicazione di Shannon e Weaver (1949)
> parole killer
Intuisco, dal tuo commento, che i quantificatori universali della PNL siano parole killer.
> Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro,
> punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.
E’ una grande e dimenticata verità. Sono il primo ad affermare che l’energia dei litigi è da usare introspettivamente. Ma… Ci vuole consapevolezza da entrambe le parti. A volte ci sono differenze insanabili e nessuna evoluzione personale permette di modificarsi tanto radicalmente (sarebbe uno stravolgersi) per colmare certe differenze che sono … incolmabili.
Forse più che puntare l’indice è opportuno osservare le differenze e, razionalmente, valutare se i costi che comportano ripaghino i benefici.
> parole killer
Intuisco, dal tuo commento, che i quantificatori universali della PNL siano parole killer.
> Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro,
> punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.
E’ una grande e dimenticata verità. Sono il primo ad affermare che l’energia dei litigi è da usare introspettivamente. Ma… Ci vuole consapevolezza da entrambe le parti. A volte ci sono differenze insanabili e nessuna evoluzione personale permette di modificarsi tanto radicalmente (sarebbe uno stravolgersi) per colmare certe differenze che sono … incolmabili.
Forse più che puntare l’indice è opportuno osservare le differenze e, razionalmente, valutare se i costi che comportano ripaghino i benefici.
molto interessanti questi argomenti, molto…mi soffermo un po’ qui
Sono di fretta… è decisamente interessante questo blog… e quello che posti, diventerà una mia meta della blogosfera abituale, mi può insegnare molto. per ora un saluto e un grazie
Solo attraverso l’osservazione passiva possiamo raggiungere un grado di comunicazione che non sia specchio dei nostri pensieri o dei nostri desideri. Una passività che ci porti a dimenticare il nostro Io per trasformarlo in armonia con quanto ci circonda. Perché noi siamo veramente UNO.
I tuoi post sono molto interessanti e tornerò volentieri a trovarti.
Grazie per essere passata dal mio blog e per avermi dato l’occasione di conoscerti.
Un abbraccio,
Cinzia
Davvero complimenti!
Ho spulciato un bel po’ sul tuo blog, e ho visto che è un blog ben fatto e davvero molto interessante!
Mi piace come affronti questi argomenti, con serietà e professionalità! Piacevole molto alla lettura =)
Grazie per quello che scrivi!
Ciao Ameya…
La Profezia di celestino è uno di quei libri che son ti cambia la vita, in qualche modo la segna….
Anche la Decima Illuminazione non è da meno….spero tu l’abbia letta.
Devo ringraziarti per il bel commento che hai lasciato nel mio blog!E’ difficile che una donna faccia dei complimenti a un’altra donna, e penso che tu ne sappia qualcosa data la tua professione!:)
Ora però tocca a me farti i miei più sinceri complimenti per questo magnifico blog!La prima cosa che ho pensato è :”quanto mi ci vorrà per leggerlo tutto???”….
In ogni caso ho salvato il tuo link, così quando ho un po’ di tempo libero saprò cosa fare…..
Un abbraccio!
A presto!
digitale e analogico…
Ogni processo comunicativo tra esseri umani possiede due dimensioni distinte: da un lato il contenuto, ciò che le parole dicono, dall’altro la relazione, ovvero quello che i parlanti lasciano intendere, a livello verbale e più spesso non verbale, sulla qualità della relazione che intercorre tra loro [Paul Watzlawick]. E’ davvero questo ultimo aspetto che mi intriga più di ogni altro…
Carissima anima, l’argomento che tratti lo conosco benissimo e devo dire che è un piacere leggerti.
Greeneyes
Molto particolare questo tuo spazio virtuale, complimenti.
Tornerò a farti visita
Buona giornata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Myspace Kisses Comments
Buona giornata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Myspace Kisses Comments
CIAO AmEyA
BUON RISVEGLIO E BUONA GIORNATA !!!
:)))))))))
Just passing by to say hi, beautiful!
grazie per il ”tifo” :-))))
You never know what’s around the corner! I certainly didn’t! And I definitely didn’t expect what I got! …
Enjoying every moment of it…. Sometimes it only takes a click to change your life…. its happening to me…:-)
e sempre … grazie a te e il tuo Blog!
Un cuore sa solo amare come dici tu ,ma sanguina e alle volte si annulla
Grazie del tuo passaggio
Cristall
grazie…..
ciao dolce Ameya
un bacio*
Un post davvero molto bello, Ameya. Sai, la lupa ha cercato di crescere, come essere umano, ma questo suo cambiamento non ha provocato che incomunicabilità in una situazione dove già si stentava a parlare. Che succede, quando il tuo interlocutore sceglie di non comunicare? Di non rispondere? si può vivere una vita di coppia nel silenzio reciproco? Trovarsi davanti ad un muro è dura assai…prima c’era la violenza verbale, ora quella dell’indifferenza. Scusa, non è un bel commento, assomiglia di più ad uno sfogo.
Ti abbraccio.
sei sempre illuminante..!
Giuseppe
Una buona giornata x te…
Image Hosting – Pet Images
Una buona giornata x te…
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Sì, lo ammetto, D’annunzio mi piace molto… Il labnguore sottile e passionale che s’insinua nei miei occhi quando leggo le sue liriche è assolutamente meraviglioso… Condividi?
Donna del prato l’estate la adorna
come seducente e abbandonata sposa
tra i fiori profondi della terra e nel silenzio del mistero della vita,
la donna ebbra di delizie ha l’animo che sale al cielo errante
donna di rossore, sogna d’autunno il tenero ottobre
e lascia le acque morte, le foglie al vento , il sole trascinarsi d’ azzurro
donna ironia indolente e bella nel deserto sterile dei dolori,
donna fugge ma dove fuggire? tra le nebbie? tra le ceneri?
annegare questi autunni fangosi, cenci di bruma e lividi cieli
donna metà del cielo e cielo soffitto immenso della storia
donna senza sosta i grandi occhi azzurri,ucceli crudeli e pallidi canneti,
donna di neri confini , oblio dell’Ideale, martire dell’uomo
donna vaso d’unguento e pensiero stentato,
lugubre sbadigliare verso un trapasso oscuro…
donna lottatrice , oro dei capelli , bagno languoroso
donna ti scalda d’ ardente incenso e amoroso incanto
donna di baci e pianto
donna di spuma, vergine e coppa
donna naviga e poppa e rotta , solitudine, scoglio, stella
donna luna alzato il sogno su viole morenti
nella calma di vaporosi amori
donna il primo bacio , fantasia, martirio , sapiente profumo di tristezza
donna rimpianto, vendemmia d’un sogno al cuore
donna di sole, col sole sui capelli splendente,
donna nella sera, nevicar banchi di fiori e profumate stelle
donna di ventura , il rossetto e la fortuna
risa di lampone
amore alato d’un ventaglio sottile
donna un raggio chiaro indora,
il sole sopra le pietre
ancora.
già ..tutto sembra possibile..;-)
la storia zen è… FENOMENALE!
non l’avevo mai letta ma, come dire, m’appartiene in toto.
l’unico guaio è che il cuore sembra avere una sua autonomia ed anche quando si riconosce nel prorpio cuore un “difetto” d’aspettative non si può fare a meno, per mantenere il sangue in circolo, di tenersi il proprio cuore, cioè proprio quello.
Me la ricordo quella frase della Profezia di Celestino… ma mi ricordo anche un altro studio sulla statistica (che avevo fatto anni fa) per cui certi incontri “incredibili” (tipo conoscere per caso, in un bar a Parigi, un tizio che scopriamo essere un nostro vicino di casa a Torino) sono fatti per niente “incredibili” (statisticamente, alla lotteria, non si vincerebbe niente….).
Quindi, non ci credo alla frase della profezia di Celestino…. ma faccio finta di crederci, perche’ e’ piu’ divertente e interessante quando incontro qualcuno 😉
Ciao
P.s: comunque e’ vero che e’ impossibile non comunicare.
Grazie della visita,ricambierò un pò più approfonditamente fra qualche ora, al momento non sono al pc. Ciao!
Ciao Ameya!
mi è piaciuta moltissimo la storia zen, non la conoscevo.
Mi sono segnata le letture da te consigliate. La comunicazione è un’argomento che mi interessa molto approfondire.
Ancora una volta mi rendo conto di quanto faticoso sia farsi capire e comprendere gli altri.
Bellissimo post interessante!
Ripasserò per leggere gli altri commenti.
Susy
P.S.: ieri in città ho visto una signora con una bella gonna lunga e ai piedi un paio di stivali come i tuoi!
Vai tranquilla! Spaccherai! :o)
ciao, sn passata d qui e ti ho lasciato un salutino.
Questa storiella zen mi appartiene. E’ la filosofia del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. E’ veramente qualcosa che spacca in due emisferi le persone (con le dovute tonalità di grigio, s’intende).
Puoi chiedere alla persona che ami: “Dammi questo, lo voglio da te” e sperare di essere ricambiato/a. Oppure dire:”Tu non mi dai mai questo” e sperare che il senso di colpa dell’altro si attivi per ottenere qualcosa che forse arriverà controvoglia.
Un giorno è appena finito, una notte è appena iniziata. Ti auguro una dolcissima notte.
Dear Ameya,
As always , I shall write in english as I can explain myself better, in italian – i just dont think I can get my point accross as well.
Communication…. hmmm….big , huuuuge word!!
Isnt communication absolutely ”everything” between two people ?
DOnt you think even if we look at someone its communication?
Take two people, for example, that have just met for the first time and they like each other, but they have not been introduced. they may be looking at each other in a ”certain way, maybe for some considerate time…. but by looking at each other and having an eye-contact they ARE communicating! They are letting each other know that they like each other … they ”flirt” (communicate!!) with their eyes!
Important conclusion = they are communicating!!
Lets take it a step further…. lets say that a ”flirt” has escalated a little and now they are even using different , sattle , gestures to show one another that they are ”interested”… they both know they are interested so ,
Important conclusion = they ARE communicating!!
Then obviously they start actually talking….they are trying to get to know each other…. its needless to say they are communicating.
the firts 3 important parts of communication between a ”couple” before the ”real ” communication starts….
In any ”relationship( weather amorous or between friends and family) there is an element of ”how well do you know this person?”.
Depending of that it will depend how the communication will take place of course… we need to know how much we can communicate , and our conclusions on ”how much communication?” is totaly dependant on the fact if we know the other person well enough.
There are so many types of course, verbal, physical, gestural… ”telepathical(?) ( dare I mention!!?)…
My opinion is that it doesnt matter what type of communication it is , what does matter in fact is how this communication is conducted!!
In order to have any type of communication we must ”decide” prior to this communication how will we start it…. an dobviously different things happen betweene different people…. obviously…
But any type of communication does depend on one key thing.. and i believe it is ”how much are we prepared to communicate”….
there are other factors too, for example how we are ”raised”… what environment we grew up , what experiences we have had… these factors are a part of anyt communication , but they are also the key….
Lack of understanding , or ”listening” will cause a very poor communication … but if we are able to ”listen” , keep an open mind, be willing to communicate, be tolerant ( and these are influenced by ”education-environment /home/ school)… be able to ”decide” … be polite.. etc… ( so many different factors of course!!)- then the level of communication is likely to be more ”acceptable” or successfull….
Directly between the couples , communication is not only dependable upon all the above factors but also the ”emotional state”…..and there are so many different instances… as many as a buckett of sand holds!
I think I could summarise in saying that a successfull communication greatly depends on our state of mind. why?
well… if we have not a very healthy or open state of mind we are likely NOT to communicate very well with anyone…. but if our state of mind is POSITIVE our communication immediately becomes successfull!!
Dont you think??
Dear Ameya, communication is such a complex issue … i think each different type of communication can eaqsily be split in many sub-parts…. who knows? maybe one day you will have a post about that!!! hahahha
P.S.
btw, sorry , the previous ”comment”; about 10 different ways… i have had saved on my files for some time and i do not remember where i had it from….
P.S.2
yes, watch this space , because ”communication” in thi sinstance is very easy , successfull and fullfilling as well as challenging… I enjoy it very much and ”realisticaly ” speaking , i know its extraordinary communication.
Bearing in mind I am quite an open minded person, it is simple to be able to get a point accross…
”communication =key!!” ( even in my ”example!!!
:-)))))
Thank you fo r having me here again!
V.
Carissima Ameya, hai trattato un argomento che mi tocca da vicino proprio in questo periodo.
E non è assolutamente facile da gestire.
Trovo che tu abbia trattato l’argomento, anche questa volta, in modo impeccabile, chiaro e ben impostato.
Spero tanto di riuscire a fare grande tesoro di simili consapevolezze e conoscenze.
A presto!
Credo che uno dei punti cruciali della comunicazione sia la volontà di ascoltare e ponderare, indipendentemente dal modello di risposta (verbale o no).
Il problema non credo sia tanto comunicare a volte, quanto desiderare di continuare a farlo.
O meno.
…del comunicare correttamente. Già, sembra una banale constatazione, tuttavia molte volte si tende ad esprimere con perifrasi e ghirigori verbali quanto andrebbe dichiarato in modo semplice.
Anzi, più l’argomento risulta importante e più l’esposizione, con cui apriamo il confronto, tende ad essere contorta e oscura al destinatario.
Parole semplici, crude, dirette eviterebbero tanti litigi.
O.
P.S.: il testo citato da Only l’ho trovato pure io. Il titolo, se ricordo bene, dovrebbe (condizionale d’obbligo: lo trovai circa un 5 anni addietro su internet…) essere “il decalogo”. Vi è pure un altro testo interessante di Gianfranco Ravaglia.
@grazie Tisanilla, facci sapere!
ti chiedo solo di osservare una cosa:
tu punti il dito mai a qualcuno?
se sì. questa cosa di te, ti piace?
@Only I guess I do…
dicci da dove hai preso il testo!
@@@@@grazie a tutti, sono anche passata da ognuno a ringraziare.
Cara Ameya,
ti porto la mia esperienza.
Non ci crederai ma proprio ieri ho avuto un litigio con una mia cara amica quindi il tuo post arriva come una manna; penso che ci siano problemi di comunicazione fra di noi.
Mi sono ribellata al suo modo di puntare sempre il dito contro l’altro, con giudizio e di non accettare che io cerchi di smorzare … (in questo perido sto cercando di liberarmi io dal giudizio verso di me e verso gli altri, sto cercando di ‘assolvermi’ dal mio giudizio, perciò questo suo modo mi colpisce sul vivo)
volevo farle capire che ciò di cui mi accusava era lei che lo pensava di se stessa (questo l’avevo intuito)
ma mi sono arrabbiata quindi le ho detto che era un problema suo:
lei si è sentita allontanata ed abbandonata, cercava conferme da me ed io non gliene voglio dare
perchè mi sento ferita dalla sua aggressività e voglio che la smetta.
Certo è, che visto che sono arrabbiata, non ho voglia di ‘ascoltare’ ho solo voglia di allontanarla.
Questo non ci porta proprio da nessuna parte allo stato attuale.
Se non ci tenessi a lei non ci starei così male.
Il fatto è che so che lei non cambierà ed io temo altre liti furibonde (ce ne sono già state), ma oggi ho una certezza: so che non voglio che si ripetano.
Fra l’altro a me non piace litigare, ma lei insiste, incalza, vuole per forza parlare, che le dica ciò che penso, salvo poi accusarmi che ciò che dico è grave e che ho dei problemi…forse ce li ho pure ma sono stufa di sentirmelo dire, pergiunta da lei.
Vorrei aspettare che la rabbia passi per chiarirmi con me stessa, ma lei non me ne dò il tempo…
fra qualche giorno ti dirò come va a finire….
magari imparerò qualcosa in più da questo interessantissimo blog e troverò il modo giusto per risolvere la situazione! perché no?
Grazie dell’attenzione.
COME CRESCERE INSIEME NEL RAPPORTO DI COPPIA
10 regole di buon senso per la coppia emotivamente intelligente
1. Dare spazio all’amore:
trovare sempre nell’arco della giornata il tempo e il modo per dire al proprio partner “ti amo” . Può sembrare banale, ma è importantissimo farlo, ovviamente a condizione di sentirlo. Qualsiasi modo va bene (non ci sono limiti alla fantasia): può bastare un fiore, una carezza, un pensiero gentile, una telefonata, una sorpresa o piccole attenzioni, che faranno capire alla persona che amate quanto è importante per voi. Dopotutto è il pensiero che conta!
2. Essere coerenti:
l’amore va soprattutto dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente rispetto al punto precedente è una strategia salva rapporto di importanza cruciale se si vuole evitare di creare contraddizioni tra quello che viene detto a parole e ciò che viene comunicato con i fatti e le azioni quotidiane. Attenzione, dire al proprio partner “ti amo” e poi non essere presenti nei momenti importanti e nelle decisioni che contano nella vita di coppia, equivale a mentire spudoratamente. Può essere utile a questo punto ricordare il primo assioma della comunicazione che afferma…“Non si può non comunicare e tutto comunica… ogni comportamento è comunicazione e la comunicazione è comportamento”.
3. Comunicare in maniera aperta e leale:
in situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi. Se possibile, non lasciar trascorrere più di 24 ore dall’eventuale litigio per cercare di risolvere il problema o di superare al più presto la situazione conflittuale. E’ bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.
4. Riconoscere i propri errori:
sembra facile, ma non è da tutti riuscire a farlo perché riconoscere di aver sbagliato richiede umiltà, coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva. Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti: a) riconoscere i propri errori senza mezzi termini; b) scusarsi sinceramente per l’accaduto; c) impegnarsi a non ripetere l’errore commesso. Le coppie che hanno fatto proprio questo fondamentale principio di comunicazione interpersonale, hanno vita lunga, quelle che invece prediligono giochi pericolosi come “la caccia alle streghe”, “nascondersi dietro un dito” e “il gioco al massacro (è tutta colpa tua se…)” hanno i giorni contati, insieme alla certezza di soffrire.
5. Imparare a perdonare:
l’amore è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d’amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare, non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l’unica via d’uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro nell’attesa di potersi “leccare” la propria ferita narcisistica.
6. Rinunciare alla perfezione:
ricordarsi che nessuno è perfetto è una regola d’oro spesso dimenticata che, se puntualmente osservata, può evitare inutili tensioni, ansia da prestazione e stress nella coppia. Se non accettiamo i limiti del nostro partner o non tolleriamo i suoi difetti e le sue imperfezioni, con molta probabilità non lo amiamo abbastanza o forse abbiamo (e il ché è ancora più grave) una visione distorta e infantile dell’amore. Questo potrà generare anche aspri conflitti nella relazione, ma a quel punto conviene interrogarsi sulle ragioni di fondo della propria scelta e darsi delle risposte coerenti. Insomma, pretendere la perfezione nel rapporto di coppia o dal proprio partner equivale a chiedere a un cavallo di volare…non sarà mai capace di farlo! Bisognerebbe, invece, imparare ad accettare i propri limiti e quelli altrui e saper essere soprattutto tolleranti per quello che non ci piace in noi o nella persona con la quale si è deciso di condividere un progetto di vita. Non è sicuramente facile, ma è prova di grande maturità e di buon equilibrio interiore.
7. Far prevalere il “senso del noi”:
sembra banale dirlo, ma la coppia è composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi; e fino a quando nella coppia prevarranno interessi personali e forme di egoismo, comunque espresse, non si andrà molto lontano sul difficile cammino della crescita emotiva, dell’amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, è invece possibile se i partner sono entrambi capaci di creare da subito quel magico “senso del noi ” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, e che va alimentato costantemente nel tempo.
Ma come si costruisce il senso del noi ? Innanzitutto con quella complicità , tipica delle coppie molto unite, che pervade anche le piccole cose come i rituali piacevoli e tutti quei momenti emotivamente coinvolgenti che scandiscono il rapporto di coppia, come viaggiare e far vacanza insieme, ritrovarsi a tavola, passeggiare tenendosi per mano, far l’amore, divertirsi, gioire dei momenti di intimità, ma anche affrontando uniti le inevitabili difficoltà della vita, le situazioni di dolore e i momenti di sofferenza, senza dimenticare l’importanza di avere un linguaggio comune che faccia da sfondo al rapporto di coppia, caratterizzandone in modo esclusivo le fasi evolutive. Questo e molto altro ancora serve a creare il senso del noi , che ovviamente comprende anche le decisioni importanti da prendere insieme per il bene della coppia, come per esempio l’acquisto di una casa, il lavoro, l’educazione dei figli. Insomma, il senso del noi è un potente antidoto allo stress emotivo e relazionale della vita a due, che comporta un “affidarsi reciproco” , ossia una dimensione affettiva che unisce nonostante tutto, e nella quale ognuno si sente protetto da un rassicurante e tranquillizzante noi , capace di creare fiducia reciproca, indispensabile per andare avanti, e di emanare una straordinaria forza ed energia che rinsaldano profondamente il legame, rendendolo inossidabile e invulnerabile alle avversità quotidiane e ai problemi dell’esistenza.
8. Alimentare la passione:
significa desiderare l’altro e sentirsi fisicamente, sessualmente e emotivamente attratti dall’altro, ma allo stesso tempo rendersi a propria volta sempre desiderabili e attraenti agli occhi del proprio partner. Insieme all’intimità e all’impegno, la passione è un elemento cardine del rapporto di coppia da cui dipende la stabilità relazionale; e forse è anche l’aspetto più difficile da gestire nel tempo. E la difficoltà consiste nel fatto che la passione per sua natura è un fattore che molti considerano legato esclusivamente alla bellezza, all’attrazione fisica, alla corporeità e meno ad elementi più intangibili come il “fascino ” che è invece una qualità importantissima che una bella persona è in grado di emanare a prescindere dalla sua età anagrafica. Per mantenere sempre alta la “fiamma” della passione, allora la coppia ha bisogno di evolvere anche sessualmente e di rinnovarsi per riuscire ad essere sempre all’altezza delle aspettative affettive, sessuali ed emotive del partner. Molte coppie commettono invece l’errore fatale di dare tutto per scontato sul piano affettivo e quindi si adagiano, cadono nella routine, pensando che ormai non sia più così importante risultare desiderabili e attraenti agli occhi del proprio compagno con il quale magari si convive già da anni.
Se è vero che invecchiando la bellezza esteriore diminuisce e con essa le prestazioni fisiche e l’esuberanza sessuale, allora è anche vero che coltivare il proprio fascino e la bellezza interiore è un’arte che si può imparare, che forse rimane l’unica, vera arma segreta per mantenere sempre vivo e coinvolgente un rapporto di coppia che permette ai partner di crescere insieme.
9. Creare intimità nella coppia:
la tenuta di una coppia nel tempo è direttamente proporzionale al grado di intimità che i partner riescono a stabilire tra di loro. L’intimità è uno straordinario collante ancora più forte della passione, ma che per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentato attraverso una fiducia reciproca profonda e incondizionata. Solo su queste basi è possibile rivelarsi completamente all’altro, svelare i propri segreti, mettere a nudo le proprie debolezze o paure senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati per le proprie “zone erronee”.
L’intimità, quella vera,…
AMEYA…
Volevo farti vedere questo, mentre ti scrivo la mia opinione sul ”communicazione” sta sera……..
Dear Ameya…
Thank you for inviting me to participate in this particular post… and as always … i have a lot to say …
I shall write to you this evening.
btw… there was a reason I entered your blogg…. isn’t it funny how we never know why we do certain things…. but we usoon find out.
🙂 I am sure you already know what I am talking about ! hahahha
well… looks like I have you to ”blame” hahahahaha
But instead i can only say : THANK YOU! AND … WATCH THIS SPACE!!!
Un abbraccio!
a dopo!
comunicare è il destino di un animale sociale come l’uomo
peccato che nell’evolouzione quest’animale tenda a tornare solitario
Il saggio la sapeva lunga 🙂
sono convinto che è così! a volte colgo delle risposte ai miei interrogativi o alle mie paure anche dalle parole prese a caso da un discorso… sono pezzi che messi insieme formano il puzzle di quello che hai dentro, e che vorresti. complimenti, bel blog!
io su splinder,stò conoscendo persone che forse hanno 5 personalità e anche più…o forse,sono proprio 5 e ne hanno una e basta,difficile capire subito,perchè il percorso è lungo e impervio.
E’ difficile distaccarsi da questi schemi.
In fondo noi tendiamo a costruire con le nostre esperienze i filtri attraverso cui poi analizziamo anche gli altri.
Non a caso, giusto per fare un esempio, le persone più gelose sono, in genere, quelle che per prime hanno tradito.
I tuoi post sono sempre interessanti!
Baci.
Oc.
Buon inizio settimanaaaaaaaaaa
Ciao Ameyaaaaaaaaaaaaaaaaa
smk!!
Ciao Ameya
buon lunedì
sto schiemino devo averlo studiato..
in ogni caso.. il counseling.. quanto mi attrae come cosa..
Ciao!
Rileggerò con calma… 🙂
Ti lascio un bacio.
Ciao Ameya, ti auguro un……..
tua amica
la proiezione sull’altro di quello che noi pensiamo o siamo è l’errore più comune che tutti fanno e credo che dipenda contemporaneamente dal timore di quello che è “diverso” e dal bisogno di accettazione che proviene (pensiamo) da chi ci è più affine.
Da cui grande attrazione per chi “sembra” la pensi come noi e abbia la stessa sensibilità. Siamo capaci di nasconderci la verità anche per anno e non dipende da un difetto di comunicazione ma solo da un bisogno di proiezione.
Spesso l’altro si è espresso chiaramente ma noi rifiutiamo di capire perchè è troppo dolorosa l’accettazione della idea di aver sbagliato, cosa che obbligherebbe a rimettere tutto in dicussione, per primi noi stessi.
Spesso, per questo, ho detto e pensato che un dialogo vero e un affetto vero partano dalla evidenza dei difetti e dalla loro accettazione.
Che è diverso dal subirli.
Bella teoria, scarsa la pratica.
Sul tema potrei trattare all’infinito, non annoio i tuoi lettori 🙂
Ciao
Mara
Cara amica Ameya…tu sì che te ne intendi…la storiella finale è un quadretto riassuntivo di tutta la ricerca cgnitivo comportamentale da Watzlawick in poi…non posso che sottoscrivere e confermare…dalle radici si un sapere antico Watzlawick ha tratto una teoria moderna, che ha già quarant’anni, ma che influenza il nostro quotidiano…Ciao!
Oddio…la comunicazione…credo di aver fatto 3 esami incentrati su di essa…ebbene si, ad Infermieristica facciamo di tutto! 😛
Interessante il tuo blog.. ci passerò con più calma per approfondirne la lettura
Passa da me quando vuoi
Eleonora
Meenkiuzz… sembri proprio una vera psicologa!!
Ciaoo
:-)))
Meenkiuzz… sembri proprio una vera psicologa!!
Ciaoo
:-)))
@amiche hai letto il post l’amore virtuale qualche post fa?
leggilo poi ne riparliamo
sai cosa mi è piaciuto più di tutto in questo post? la storia finale, quella del saggio del paese: riassume benissimo tutti i concetti estesi nell’altra parte… però converrai con eme che è diventato così difficile copmunicare!! e le parole possono sempre essere falsi, più difficile fingere dagli occhi.
una domanda per te che sei in gamba, io una risposta me la sono data..l’ho chiamata paura, insicurezza..ora la domanda:
perchè, secondo te è più facile parlare per web oggi come oggi?
è più importante la condivisione della comunicazione che seppur inevitabile è possibile farne una versione anti o ante(a 2 o a 6 con o senza specchi)!:)
@Vedova :che strana domanda…il titolo del mio blog dice perchè sono qui..mi occupo di relazioni, e la comunicazione nella relazione è fondamentale?
Shannon e Weaver appartengono alla scuola della Social Cognition, hanno codificato il modello comunicativo in questi termini, ma occorre tener presente vari fattori parlando di comunicazione. Le mie, specifico ogni volta, non sono trattazioni scientifiche, ma spunti di riflessioni ed eventuali dibattiti dove l’opinione di tutti conta allo stesso modo, esperti del settore e non, siamo tutti esperti della…vita.
Bello
Buongiorno
Quello di cui parli tu è il modello di comunicazione tradizione che si oppone al nuovo modello moderno in cui non c’è più nulla di così schematico e lineare. Shannon e Weaver avevano in mente una comunicazione più matematica …
cmq … perchè questo post? mi incuriosisce …
un saluto
La comunicazione …argomento interessantissimo e al tempo stesso uno dei più complicati nel tempo odierno dove comunicare è a parer mio diventato difficile…
Premetto che per comunicazione non intento quel semplice e veloce scambio verbale o scritto tra le persone , ma intendo una vera e propria comprensione tra gli individui.
Parto dal concetto che nella comunicazione uno è il significante e molteplici sono i significati poichè ognuno prenderà dell’altro solo secondo il proprio vissuto e lo interpetrerà secondo il proprio modo di intendere…
Una comunicazione diventa chiara solo quando gli interlocutori condividono gli stessi significati.
Ma è sempre così ? Raramente e alla fine si finisce per fraintendersi o addirittura accusarsi reciprocamente sfociando così in lite. E se si dovesse chiedere ai litiganti chi ha ragione , sono convinta che ognuno troverebbe la sua ragione.
Comunicare puo’ divenire chiaro se si condividono i significati (cioè si sta parlando della stessa cosa) e se si cerca secondo me di vedere le cose anche dal punto di vista dell’altro (altra angolazione) in modo tale da poter eventualemnte mediare…
Vista l’ora tarda spero di esser stata chiara ;o) nell’ aver comunicato il mio pensiero…
Il mio sorriso , Lilia
Si può “far arrabbiare” qualcuno se questo non ha la volontà di arrabbiarsi?
Fa riflettere la storia del vecchio saggio anche se un po’ difficile da accettare… ritrovo alcuni errori che ho commesso anch’io.
Barbara
Se non sembro troppo vanesio, devo dire che alcuni concetti fondamentali di questo post li avevo intuiti pur non avendo conoscenze specifiche. Mi piace come scrivi e come “comunichi” il tuo sapere.
Ciao
Nn riesco a leggere stasera, problemi Splinderiani (nn so cos’abbia anche stasera Splinder… mah…)
Fellice notte…
Nn riesco a leggere stasera, problemi Splinderiani (nn so cos’abbia anche stasera Splinder… mah…)
Fellice notte…
Credo, suppongo, almeno così sento (meglio precisare per non essere fraintesi). Come a dire che non sono depositaria del verbo e primariamente è l’atteggiamento con il quale ci poniamo di fronte agli altri. Maleducazione ed arroganza non sono elementi che favoriscono la comunicabilità. Da qui…ascoltare per comprendere. E poi sia quel che sia. Buona domenica Ameya!
penso che nn bisogna monopolizzare il discorso lasciando gli altri muti…nn esagerare con qualche parola di troppo… oppure il contrario nn si è in grado di esprimere la propria opinione travolti dalla prevalenza dell’altro…” Ascolta quello che dice l’altro” ammoniva lo scrittore scozzese Bruce Marshall; “ascolta tutto quello che dice l’altro; ascolta prima quello che dice l’altro”…
il blog è perfetto nn è fuori asse…
si vede tutto benissimo…
un forte abbraccio
notte buona*
e come spesso mi accade, mi ritrovo, quasi indispettito per il non poter creare un clima di dibattito ( 🙂 ) daccordo con quel che leggo nelle tue pagine.
Vi e’ aggiungerei, un’ossessiva richiesta di presenza, che avverto crescere in questi ultimi tempi:
” se ci sei, sei mio. Se non ci sei, non so di chi sei”.
E’ un ossessione, invero, che non poco mi ha provocato fastidi e difficolta’, ad esser sincero.
Io penso di saper concedere a me stesso l’esser presente, ma non in modo ingestibilmente senza pause.
Ho le cose che mi piacciono e che faccio da solo, ho situazioni di lavoro e no che non appartengo sempre alla stessa persona e ho, felicemente, un’intimita’ che non appartiene ad altre persone…
… comunico, sempre, in modo diretto, le mie sensazioni e le mie esigenze, anche quando, lo avverto, vengono fraintese con moti di stizza o di capricciosa gelosia…
… essendo ateo, ben mi guardo da volermi sostituire a qualsiasi divinita’…
… Ma so esserci, ben presente, quando ritengo sia il momento, nei diversi momenti che uniti, formano il puzzle della mia vita.
Splendido blog, gli argomenti tutti super-interessanti!
Anch’io mi occupo di discipline per corpo-mente-spirito.
Torno a leggerti bene e con calma!
Un abbraccio!
Monica
verissimo la tecnologia aiuta ma allontana ma prova a pensare ai lati positivi se ti va male dopo un audace sms puoi sempre dire che hai sbagliato numero, con la lettera no…:-)
scherzi a parte …forse non abbiamo più voglia di relazioni dirette, troppe complicazioni, troppi compromessi, meglio lasciar fare tutto ad una e mail piuttosto che ad un sms e poi finalizzare nel parte finale e cioè nell’incontro…
almeno credo
un bacio
Maluan
Davvero interessante questo post, soprattutto la storia del vecchio saggio. Riflettendoci, è effettivamente vero che tutto cio che abbiamo e i nostri rapporti interpersonali variano a seconda di come è la nostra predisposizione agli altri e alla vita. E’ come dire che se ti approcci a una persona col sorriso, quasi sicuramente riceverai indietro un sorriso, mentre se ti rivolgi ad essa col muso lungo o con aggressività, verrai ricambiato con la stessa moneta. Spesso ci lamentiamo per cio che non abbiamo, o per la sfortuna, non pensando che siamo proprio noi col nostro atteggiamento sbagliato verso la vita, ad attirarci la negatività 🙂
Un abbraccio Ameya
URGE UNA TUA CONSULENZA:-)
BUON SABATO!
…il primo assioma della comunicazione recita, più o meno, così: “…la comunicazione è comportamento…il comportamento è comunicazione…”.
Nell’ambito di una relazione, sarebbe (impiego volutamente il condizionale…) buona norma che entrambi gli elementi fossero presenti, pena l’insorgere dell’incoerenza.
O.