La comunicazione nella relazione

Qualunque persona incontriamo ha un messaggio per noi. Gli incontri casuali non esistono, e il modo in cui reagiamo a tali incontri determina se siamo in grado di riceverlo. Se parliamo con una persona che abbiamo incontrato e nelle sue parole non troviamo il messaggio relativo alle nostre attuali domande, ciò non significa che il messaggio non c’era. Semplicemente, per qualche ragione non siamo riusciti ad afferrarlo.

(James Redfield, “La profezia di Celestino”)

Copyright ©️ Irene Ferri

Il gioco degli specchi

La comunicazione (dal lat. cum = con, e munire = legare, costruire e dal lat. communico = mettere in comune, far partecipe) va intesa anzi tutto come un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello Shannon e Weaver).

Quali informazioni? Quelle intese o quelle emesse?

Tecnicamente e a livello cognitivo la comunicazione avviene con questa modalità. Emotivamente le cose si complicano ed assumono sfumature significative.

NON SI PUÒ NON COMUNICARE: l’assioma di Paul Watzlazwick è inconfutabile. Silenzi, gesti, sguardi fanno parte di un modo non verbale tuttavia altamente comunicativo.

In una interazione comunicativa è interessante osservare chi dà il via allo scambio. In un litigio ad esempio possiamo interrogare entrambe le parti ed esse daranno una diversa punteggiatura all’evento. A dice che B lo fa arrabbiare perché è ossessivo, B dice che diventa ossessivo a causa di A. Si crea così un loop infinito, ognuno può avere ragione se osserviamo dall’esterno. Tutto dipende da dove si inizia a punteggiare.

Inoltre durante lo scambio interattivo ognuna delle parti potrà assumere una posizione dominante UP o complementare DOWN , l’ altro “cede”, oppure la relazione si pone su un piano simmetrico, di botta e risposta, in questo caso si assiste ad una escalation che può sfociare in un acceso diverbio e andare oltre.

Marshall Rosenberg ha condotto studi su una modalità nonviolenta di comunicare (linguaggio giraffa) dove vengono analizzate le parole “killer” che portano a condanne e incomprensioni.

Studi approfonditi vengono condotti continuamente su come e cosa si comunica, qual è il modo migliore, più efficace.

Lo psicologo Luigi Anolli fa un’accurata ricerca e trattazione su tutte le forme di comunicazione, analizzando il processo nei vari modelli teorici fin qui proposti.

Vari sono i tipi di comunicazione:

  • informativa
  • menzognera
  • persuasiva
  • discomunicazione
  • pettegolezzo
  • seduttiva

Nuovi linguaggi del terzo millennio stanno rapidamente mutando lo stile, il modo di comunicare. Basti pensare ai short message script (il lessico usato negli sms daranno origine a mutazioni consonantiche pari a quelle succedutesi dall’Indoeruropeo in poi!)

Forum di discussioni, communities virtuali, chatline, email sono tutti nuovi sistemi di scambio comunicativo, dove vengono utilizzati solo alcuni canali, visivo, scrittura, gergo, abbreviazioni, codici come la netiquette, vero e proprio bon ton usato in rete.

Tutte queste forme di comunicazione possono essere usate per un rapido scambio di informazioni o pareri, hanno un valore anche creativo, espressivo fino a divenire una vera e propria arte…ma possono anche servirci per nasconderci dietro a mezzi telematici, mettendo tra noi ed il mondo, tra noi e l’altro, un muro di parole scritte, una distanza paradossale mediatica.

La raggiungibilità dell’altro attraverso il cellulare, le email in tempo reale ha prodotto un cambiamento nel costume comunicativo, ma al pari ne ha creato l’esatto opposto, proprio perché l’altro può essere SEMPRE raggiunto, può altrettanto non essere MAI davvero presente.

Un tempo una lettera impiegava giorni ad arrivare, c’era solo il telefono di casa e nessuna segreteria. C’era un tempo di attesa dell’altro e una libertà di scelta, ora sono presente per te, ora sono lontano , altrove.

Adesso siamo onnipresenti, onniraggiungibili ma siamo anche costantemente altrove…

Ma cosa accade quando ci troviamo davvero di fronte all’altro?

Lo specchio riflesso nell’altro è intenso se riusciamo a coglierlo.

Nell’analisi transazionale (Eric Berne) io posso osservare le mie parti riflesse nell’altro, e con quali identità io mi approccio all’altro. Vi sono ruoli fissi, VITTIMA, CARNEFICE, SALVATORE.

Continuamente nell’interazione comunicativa vi sono più livelli che si intersecano.

Contenuto e forma, significante e significato.

Nelle relazioni significative c’è un bisogno di non contraddizione: se viene negato è possibile trovarsi in un doppio legame di messaggi contrastanti che possono portare in casi estremi alla schizofrenia.

In ambito cognitivo la teoria della profezia autorealizzante afferma che se si ha un pensiero (sono incapace) si cercherà in tutti i modi che questo venga riconfermato, comunicato, dall’esterno.

D’altra parte spesso quando si formulano giudizi, se osserviamo attentamente, parliamo di noi stessi.

L’altro “non esiste”, siamo noi che lo dipingiamo così, guardandolo con gli occhiali della nostra visione della vita, procedendo per proiezioni. L’altro è uno schermo bianco su cui proiettare sentimenti, personaggi, il padre buono che non abbiamo avuto e che ricerchiamo ossessivamente, la madre “non sufficientemente buona” che non ci ha nutrito amorevolmente…e via di questo passo. Così il capo ufficio ci ricorda e ci comunica qualcosa di quel padre, la fidanzata viene letta ed interpretata alla luce di quella madre…e la comunicazione diventa pilotata in questa direzione. In un gioco di specchi infinito.

Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro, punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.

Nell’altro vediamo spesso solo noi stessi riflessi.

E lo stile con cui comunichiamo è conseguenza di questo meccanismo.

Una breve storia zen recita:

Il Saggio e le Domande

C’era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città del Medio Oriente.

Un giovane si avvicinò e gli domandò:

“Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”

L’uomo rispose a sua volta con una domanda:

“Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”

“Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”.

“Così sono gli abitanti di questa città!”, gli rispose il vecchio saggio.

Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda:

“Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”

L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda:

“Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”.

“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”.

“Anche gli abitanti di questa città sono così!”, rispose il vecchio saggio.

Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero:

“Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?”

“Figlio mio”, rispose il saggio, “ciascuno porta nel suo cuore ciò che è.

Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui.

Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell’altra città, troverà anche qui degli amici leali e fedeli.

Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore”.

Nella vita si trova sempre ciò che si aspetta di trovare…perché ognuno proietta all’esterno ciò che risiede dentro di sé.

Per approfondimenti

  • Marshall Rosenberg – Il linguaggio Giraffa. La comunicazione non violenta
  • Eric Berne – Io sono ok tu sei ok
  • Byron Katie – Occhiali nuovi per l’anima
  • Paul Watzlawick – Pragmatica della comunicazione umana
  • Il modello matematico della comunicazione di Shannon e Weaver (1949)

79 commenti su “La comunicazione nella relazione”

  1. > parole killer

    Intuisco, dal tuo commento, che i quantificatori universali della PNL siano parole killer.

    > Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro,
    > punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.

    E’ una grande e dimenticata verità. Sono il primo ad affermare che l’energia dei litigi è da usare introspettivamente. Ma… Ci vuole consapevolezza da entrambe le parti. A volte ci sono differenze insanabili e nessuna evoluzione personale permette di modificarsi tanto radicalmente (sarebbe uno stravolgersi) per colmare certe differenze che sono … incolmabili.
    Forse più che puntare l’indice è opportuno osservare le differenze e, razionalmente, valutare se i costi che comportano ripaghino i benefici.

  2. > parole killer

    Intuisco, dal tuo commento, che i quantificatori universali della PNL siano parole killer.

    > Nelle relazioni conflittuali io vedo le mie parti inconsciamente proiettate sull’altro,
    > punto il dito verso l’altro con accuse e leggo le sue comunicazioni in questa chiave conflittuale.

    E’ una grande e dimenticata verità. Sono il primo ad affermare che l’energia dei litigi è da usare introspettivamente. Ma… Ci vuole consapevolezza da entrambe le parti. A volte ci sono differenze insanabili e nessuna evoluzione personale permette di modificarsi tanto radicalmente (sarebbe uno stravolgersi) per colmare certe differenze che sono … incolmabili.
    Forse più che puntare l’indice è opportuno osservare le differenze e, razionalmente, valutare se i costi che comportano ripaghino i benefici.

  3. Sono di fretta… è decisamente interessante questo blog… e quello che posti, diventerà una mia meta della blogosfera abituale, mi può insegnare molto. per ora un saluto e un grazie

  4. Solo attraverso l’osservazione passiva possiamo raggiungere un grado di comunicazione che non sia specchio dei nostri pensieri o dei nostri desideri. Una passività che ci porti a dimenticare il nostro Io per trasformarlo in armonia con quanto ci circonda. Perché noi siamo veramente UNO.
    I tuoi post sono molto interessanti e tornerò volentieri a trovarti.
    Grazie per essere passata dal mio blog e per avermi dato l’occasione di conoscerti.
    Un abbraccio,
    Cinzia

  5. Davvero complimenti!
    Ho spulciato un bel po’ sul tuo blog, e ho visto che è un blog ben fatto e davvero molto interessante!
    Mi piace come affronti questi argomenti, con serietà e professionalità! Piacevole molto alla lettura =)
    Grazie per quello che scrivi!

  6. Ciao Ameya…
    La Profezia di celestino è uno di quei libri che son ti cambia la vita, in qualche modo la segna….
    Anche la Decima Illuminazione non è da meno….spero tu l’abbia letta.
    Devo ringraziarti per il bel commento che hai lasciato nel mio blog!E’ difficile che una donna faccia dei complimenti a un’altra donna, e penso che tu ne sappia qualcosa data la tua professione!:)

    Ora però tocca a me farti i miei più sinceri complimenti per questo magnifico blog!La prima cosa che ho pensato è :”quanto mi ci vorrà per leggerlo tutto???”….
    In ogni caso ho salvato il tuo link, così quando ho un po’ di tempo libero saprò cosa fare…..
    Un abbraccio!
    A presto!

  7. Ogni processo comunicativo tra esseri umani possiede due dimensioni distinte: da un lato il contenuto, ciò che le parole dicono, dall’altro la relazione, ovvero quello che i parlanti lasciano intendere, a livello verbale e più spesso non verbale, sulla qualità della relazione che intercorre tra loro [Paul Watzlawick]. E’ davvero questo ultimo aspetto che mi intriga più di ogni altro…

  8. Just passing by to say hi, beautiful!

    grazie per il ”tifo” :-))))

    You never know what’s around the corner! I certainly didn’t! And I definitely didn’t expect what I got! …
    Enjoying every moment of it…. Sometimes it only takes a click to change your life…. its happening to me…:-)

    e sempre … grazie a te e il tuo Blog!

  9. Un post davvero molto bello, Ameya. Sai, la lupa ha cercato di crescere, come essere umano, ma questo suo cambiamento non ha provocato che incomunicabilità in una situazione dove già si stentava a parlare. Che succede, quando il tuo interlocutore sceglie di non comunicare? Di non rispondere? si può vivere una vita di coppia nel silenzio reciproco? Trovarsi davanti ad un muro è dura assai…prima c’era la violenza verbale, ora quella dell’indifferenza. Scusa, non è un bel commento, assomiglia di più ad uno sfogo.
    Ti abbraccio.

  10. Sì, lo ammetto, D’annunzio mi piace molto… Il labnguore sottile e passionale che s’insinua nei miei occhi quando leggo le sue liriche è assolutamente meraviglioso… Condividi?

  11. Donna del prato l’estate la adorna
    come seducente e abbandonata sposa
    tra i fiori profondi della terra e nel silenzio del mistero della vita,
    la donna ebbra di delizie ha l’animo che sale al cielo errante

    donna di rossore, sogna d’autunno il tenero ottobre
    e lascia le acque morte, le foglie al vento , il sole trascinarsi d’ azzurro

    donna ironia indolente e bella nel deserto sterile dei dolori,

    donna fugge ma dove fuggire? tra le nebbie? tra le ceneri?
    annegare questi autunni fangosi, cenci di bruma e lividi cieli
    donna metà del cielo e cielo soffitto immenso della storia

    donna senza sosta i grandi occhi azzurri,ucceli crudeli e pallidi canneti,

    donna di neri confini , oblio dell’Ideale, martire dell’uomo
    donna vaso d’unguento e pensiero stentato,
    lugubre sbadigliare verso un trapasso oscuro…

    donna lottatrice , oro dei capelli , bagno languoroso
    donna ti scalda d’ ardente incenso e amoroso incanto
    donna di baci e pianto
    donna di spuma, vergine e coppa
    donna naviga e poppa e rotta , solitudine, scoglio, stella
    donna luna alzato il sogno su viole morenti
    nella calma di vaporosi amori

    donna il primo bacio , fantasia, martirio , sapiente profumo di tristezza
    donna rimpianto, vendemmia d’un sogno al cuore
    donna di sole, col sole sui capelli splendente,

    donna nella sera, nevicar banchi di fiori e profumate stelle

    donna di ventura , il rossetto e la fortuna
    risa di lampone
    amore alato d’un ventaglio sottile
    donna un raggio chiaro indora,
    il sole sopra le pietre

    ancora.

  12. la storia zen è… FENOMENALE!
    non l’avevo mai letta ma, come dire, m’appartiene in toto.
    l’unico guaio è che il cuore sembra avere una sua autonomia ed anche quando si riconosce nel prorpio cuore un “difetto” d’aspettative non si può fare a meno, per mantenere il sangue in circolo, di tenersi il proprio cuore, cioè proprio quello.