IL BISOGNO DI ESSERE UNICI

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CARI LETTORI SE AVETE AVUTO UNA STORIA D’AMORE AFFOLLATA, SE AVETE CONDIVISO IL PARTNER CON ALTRI SERENAMENTE SENZA SOFFRIRNE, POTETE LASCIARCI LA VOSTRA TESTIMONIANZA?

 

 

Posso però “usare” il tuo blog per chiederti e chiedere ai tuoi lettori un piccolo parere?
L’uomo con cui stavo aveva altre donne. Quando io l’ho scoperto mi ha detto che soffrivo perché ero adolescenziale ed ero l’unica che aveva problemi perché le altre non ne avevano, ero in difetto io.
In un modo indiretto ho conosciuto una delle altre. Userò nomi finti. La chiamerò Luisa.
Luisa scopre di me e Lui tramite una nostra amica comune. (Lui non dice a Luisa che noi abbiamo una relazione e non dice a me che va a letto con Luisa). Luisa dice alla nostra amica comune che NON sa che loro due vanno a letto insieme “tu che la conosci dì a Marta di stare attenta perché Lui non è affidabile sentimentalmente”. Ma cos’è? Solidarietà femminile o un modo un po’ ipocrita per dirmi “stacci lontana che è mio”?
Poi dice a Lui “Mi è stato detto di te e di Marta, non parlarmi di lei non voglio sapere nulla”.
Ma davvero quella forte e matura è lei? 

Marta 

Se vuoi un mio parere sulla condivisione del partner con altre, credo che sia molto umano soffrirne, ma molte donne ‘fingono’ con loro stesse in nome di una modernità fasulla. Per ora nella nostra società siamo ancora monogami emotivamente, se non di fatto. Il sapere fa soffrire, nonostante si cerchi di sdoganare la coppia aperta. Lo scambismo di cui qui si è dibattutto, ai miei occhi, è il tentativo di proporre altre forme di relazioni, improntate alla sessualità non all’affettività. Per ora affettivamente cerchiamo ancora l’esclusiva. Altre configurazioni sono ammesse ‘sulla carta’ ma credo che ad oggi non siamo emotivamente pronti a non soffrirne. Chi accetta lo fa per non perdere le briciole o i momenti di gocce di amore che percepisce tra tante altre emozioni come l’umiliazione di non essere unici, la paura di perdere anche quel poco. Ci si racconta che si prende quel che c’è… ma si è sempre affamati, in richiesta, in attesa che arrivi la chiamata, che tocchi il proprio turno. Ci si vergogna di accettare di stare in fila, ma si dipinge il fallimento dell’esclusività di modernità e emancipazione. Se qualcuno è riuscito a stare serenamente in una relazione affettiva di condivisione, condominiale, e a non soffrirne può darci la sua testimonianza?
Ameya



78 commenti su “IL BISOGNO DI ESSERE UNICI”

  1. Ora ne ho letti gran parte…

    utente anonimo wrote:
    > Amare una persona significa soprattutto sforzarsi di renderla felice, ERGO, andare in-contro alle esigenze della coppia,

    Diciamo che questa è una delle credenze (sull’origine possiamo discuterne) che è la causa dell’infelicità di molte persone. Una bottiglia vuota che non ha la felicità dentro non la può dare a nessun’altra bottiglia.
    Da questo punto non c’è nulla di più terapeutico, ecologico, che l’apologia del sano egoismo che caratterizza il pensiero di Osho che ha solo reso comprensibile uno dei fondamenti del pensiero buddista

    Ama te stesso e osserva.

    Prima di tutto viene l’amare te stesso, essere felici di sé, poi viene l’osservazione.

    miaperfidia  scrive che "Ciò che domando al Cosmo, è ciò che il Cosmo mi restituisce." la versione esoterica, tantrica di quanto io esprimo con "ciascuno trova  ciò che cerca". E’ vero. Come sono importanti il non giudicarsi ma il volersi bene, comprendere e accettare i proprio limiti.
    Ci sono anche dei pensieri ecologici, benefici, tra i commenti. 🙂

    E’ bello osservare come il chaos che carfatterizza Eros scompiglia le nostre vite e ci aiuta a conoscerci e a mettere a nudo i notri limiti.
    Del resto se non li conosci non puoi pensare certo di … lavorarci e di migliorarti (che non necessariamente signifca cambiare il limite, anzi… ma spesso è imparare a renderlo punto di forza, parte vitale di te).
    In questo senso, Adriana, c’è la responsabilità. Tu non sei nata in una famiglia per scelta (o forse sì, ma qui si va sulla parte morale del credere o meno al concetto di ciclicità dell’esistenza e della nascita-morte) ma puoi scegliere come reagire a quanto la famiglia ti presente.

  2. Ora ne ho letti gran parte…

    utente anonimo wrote:
    > Amare una persona significa soprattutto sforzarsi di renderla felice, ERGO, andare in-contro alle esigenze della coppia,

    Diciamo che questa è una delle credenze (sull’origine possiamo discuterne) che è la causa dell’infelicità di molte persone. Una bottiglia vuota che non ha la felicità dentro non la può dare a nessun’altra bottiglia.
    Da questo punto non c’è nulla di più terapeutico, ecologico, che l’apologia del sano egoismo che caratterizza il pensiero di Osho che ha solo reso comprensibile uno dei fondamenti del pensiero buddista

    Ama te stesso e osserva.

    Prima di tutto viene l’amare te stesso, essere felici di sé, poi viene l’osservazione.

    miaperfidia  scrive che "Ciò che domando al Cosmo, è ciò che il Cosmo mi restituisce." la versione esoterica, tantrica di quanto io esprimo con "ciascuno trova  ciò che cerca". E’ vero. Come sono importanti il non giudicarsi ma il volersi bene, comprendere e accettare i proprio limiti.
    Ci sono anche dei pensieri ecologici, benefici, tra i commenti. 🙂

    E’ bello osservare come il chaos che carfatterizza Eros scompiglia le nostre vite e ci aiuta a conoscerci e a mettere a nudo i notri limiti.
    Del resto se non li conosci non puoi pensare certo di … lavorarci e di migliorarti (che non necessariamente signifca cambiare il limite, anzi… ma spesso è imparare a renderlo punto di forza, parte vitale di te).
    In questo senso, Adriana, c’è la responsabilità. Tu non sei nata in una famiglia per scelta (o forse sì, ma qui si va sulla parte morale del credere o meno al concetto di ciclicità dell’esistenza e della nascita-morte) ma puoi scegliere come reagire a quanto la famiglia ti presente.

  3. 73 commenti, zio petardo, ameya, non li ho letti.
    Questioni importanti sempre nel tuo luogo.
    Io penso che non ci sia una configurazione che sia decisamente migliore delle altre, altrimenti tutti o quasi la vivremmo  abbastanza ortodossamente.
    E tutti sappiamo che l’esclusività della monogamia esclusiva (scusate il giochino ma rende)  tanto più è apologizzata, tanto più è smentita nei fatti.
    Piuttosto, come discutevamo A-Woman ed io dopo questo ritorno, bisogna essere consci di quanto si vuole che si muova il pendolo che va sempre da una parte e dall’altra. Vuoi che si muova tanto, eccessivamente, o vuoi che si muova  poco, soavemente?
    Una volta scelto uno prende pro e contro.
    Non aggiungerò una parola una sulla realtà che io osservo e vivo che è che l’amore è solo con una buona unione e l’unione intima è a due, è fondamentalmente monogama e che l’amore è anche libertà e conferma che, cognitivamente, avviene solo se c’è il confronto, il vivere la diversità, ed ecco la gira fuori porta, l’uscita dall’esclusività che ti permette di ritornare a casa vispi, forse belli stanchi  come dopo un’escursione in una bella domenica, ma rinfrancati e con una unione vivificata e rinsaldata.
    Diciamo che in un qualche modo per A-Woman e me funziona. 🙂

  4. L’amore ha di bello proprio questo.. Non so come succede, come si riesce, ma è proprio capace di com-prendere assolvere senza giudicare l’altro..Senza nutrire nè disgusto nè rancore..
    Questo è l’amore.

  5. Nella vita ho tradito una sola persona…
    ..quella che amo di più.
    Ero così sicuro che non fosse adatta a me che l’ho tradita per paura di amarla, cercando qualcuno che potesse offuscarla. Mi preoccupavano da morire certi problemi, di cui mi ritengo incapace di apportare un beneficio.
    Non ci sono riuscito …
    L’amo più di prima..
    Ma ora temo che lei provi quel disgusto ,quello che ho provato io nei miei riguardi ..quando ho rotto l’incantesimo di un amore esclusivo.., quando ho insanguinato le ali di una bianca colomba..venuta sul mio davanzale…
    Però di certo , l’esclusività di un amore… non ho smesso di inseguirlo e desiderarlo con una consapevolezza del tutto nuova
    Quella di un uomo che  vuole sconfiggere la paura di amare e guardare al futuro.
    Un saluto

  6. Il cambiamento interiore quando giunge è tangibile..
    Io a distanza di tempo so di essere una persona decisamente migliore di ieri..Se tu non lo senti d’esserlo, magari lo comprenderai col tempo..Ma rinunciare all’amore mai..Non si è mai troppo vecchi per essere felici, ricordalo.

  7. Io non sono affatto stupida, anzi immodestamente mi considero, e sono considerata, una persona molto intelligente. Ma questo non c’entra niente con la sfera emotiva, strettamente collegata all’inconscio, al passato, ai condizionamenti subiti. Qualcuno ha letto il libro di Peter Schellenbaum, La ferita dei non amati? Io mi sono sentita amata fino all’età di 8 anni (meno male, se no sarei molto peggiore di quanto sia), poi è iniziata una vita familiare disastrosa (si veda il comm. n.55). Però ho rinunciato solo in parte ad avere una famiglia, infatti ho voluto a tutti i costi avere mia figlia e l’uomo che stava con me (n. 46) alla fine mi ha accontentata per non perdermi, pur avendo già 3 figli di suo.
    Ora che ho appena iniziato un percorso di guarigione e di accettazione della realtà (il fatto che l’ultimo lui non mi vuole più) sono contenta di ogni giorno che passa senza aver telefonato o inviato e-mail o sms. Mi impegno in molte cose e sono abbastanza serena, ma non penso di rinunciare all’amore (ammesso che alla mia tarda età trovi ancora qualcuno). Ma non posso dire di essere davvero cambiata interiormente, non so se non avrò ricadute e non so se con un eventuale altro mi comporterò ancora come da copione. Vivo giorno per giorno cercando di non farmi troppe seghe mentali e spero che quel che resta del giorno sia abbastanza sereno.
    Adriana

  8. Ieri discutevo di questo con una mia carissima amica.
    Si parlava di quanto per lei fosse stata indispensabile la figura di sua madre tanto per la sfera formativa "umana" quanto "professionale".
    E’ grazie a sua madre se a 31 appena è già tra le prime in graduatoria con tanto di curriculum alle spalle.
    Di certo se la sua famiglia non avesse avuto i soldi per mantenerla, lei non avrebbe potuto concentrarsi negli studi, avrebbe dovuto sbattersi per garantire il proprio mantenimento e forse l’insegnamento l’avrebbe visto solo col binocolo.
    Questo fa una sostanziale differenza.
    Per il resto il momento di crisi economica all’interno d’una famiglia può presentarsi, ma questo certamente non s’identifica con il tracollo finanziario.Eccetto il caso in cui un certo datore di lavoro che chiameremo "velenod" non abbia profumatamente pagato i genitori di questa ragazza, per simulare una repentina disgrazia economica in modo da spingerla ad abbandonare tutti i suoi sacrifici e gettarla in un modo o nell’altro su una strada..Cosa peraltro già verificatase nel lontano 2004 quando,  motivo d’una medesima crisi la ragazza era stata costretta a rallentare la sua tappa di  marcia per coadiuvare lavoro e studio, un lavoro del quale peraltro il suo fidanzato provava una certa vergogna perchè non consono al ceto sociale d’appartenenza..
    Ecco che, nel ripetersi delle circostanza, alla fine il cerchio si chiude e gli agguati ed i cerchi stretti ora da una parte ora dall’altra avranno veramente poco spessore di realizzarsi.
    Punto primo perchè il ragazzo sa
    Punto secondo perchè la ragazza ormai è laureata dunque quando tutto manca si trasferisce al nord e verrà profumatamente pagata come libero professionista..ma ovviamente l’attenuante gelosia che il ragazzo dice di nutrire verrà automaticamente a cessare perchè a questo punto si attua
    -o il prendere
    -o il lasciare..
    E non si tratta di soldi, ma di non cedere ai ricatti di gente priva di scrupoli, che cerca d’affossarti in qualsiasi modo..
    Allora, se la gelosia c’è e l’amore pure il fidanzato che ama interviene, oppure lascia la ragazza libera di costruirsi un proprio futuro altrove, senza palettarne l’operato, che questa volta in un modo o nell’altro sarà consono al titolo raggiunto..
    Tutto chiaro?

  9. Il problema vero è uno solo.
    Mia madre ha sposato mio padre per amore, pur avendo un’infinità d’alternative di uomini appartenenti a sfere  sicuramente migliori da un punto di vista sociale, ma non di certo economico..Perchè?
    Il perchè l’ho compreso col tempo, mia madre è una donna fortemente attratta dal bello, mio padre da giovane anche se adesso non si direbbe, era veramente esteticamente ineccepibile..La bellezza in famiglia almeno quella fisica l’ha portata lui.
    L’amore per mio padre la spinse  a mettersi contro la sua famiglia d’origine che pretendeva un partito migliore.Oggi è una donna infelice e non, perchè ? come tutte le coppie hanno le proprie divergenze ma anche molti punti d’accordo..Sostanzialmente il matrimonio dopo 38 va..e se va significa solo una cosa, è stato un matrimonio d’amore capace d’andare oltre il ceto sociale d’appartenenza comunque capace di mantenere un punto d’equilibrio.
    La sensibilità di mia madre ha smussato la durezza di mio padre, risvegliando all’interno dello stesso dei sentimenti che probabilmente nessuna donna aveva mai prima suscitato.Del resto, se ha lasciato una precedente donna per lei mettendosi a sua volta contro la famiglia ci sarà stato un perchè valido no?
    38 anni di matrimonio sono i fatti che parlano
    nessun figlio alcolizzato
    un figlio avvocato
    ed armonia sinchè l’invidia non sia entrata in casa mia..
    Per il resto a volte lo schema si ripete a volte, a motivo degli studi a monte si correggono gli sbagli e le scelte si pongono in essere diversamente..Ma da questo a rinunciare a crearsi una famiglia propria, onestamente non comprendo il perchè.
    Posto che la mia futura suocera ho già avuto modo di conoscerla ed è una donna dolcissima che somiglia tantissimo a mia madre..ciao ciao

  10. viene il momento in cui si sceglie, viene il momento in cui si decide di prendere in mano la propria vita ed assumersene tutte le responsabilità, gli oneri e gli onori.

    Significa che se la tua famiglia ha finito i soldi vai a lavorare e ti paghi gli studi.
    Significa che se la tua famiglia è una famiglia sbagliata e ti fa star male, prendi la scelta, appena puoi, di distaccartene, mettere dei paletti e cambiare la danza.

    come dice giustamente però mia perfidia "a guidare le nostre scelte (consce e inconsce) sono i copioni di vita, gli automatismi più che le nostre vere esigenze profonde. il modo che abbiamo imparato per non sentire il dolore."

    dico purtroppo…perchè se stiamo comunque male è una strategia che non funziona.

    quindi è necessario di cambiarla. Il problema è che quando il male si inocula nella tua vita fin dalla tenera età….ti rimane dentro perchè quello per te e la normalità, nel male quelle sono le tue sicurezze. Credi di averci imparato a conviverci ma non imparerai mai.

    Non ci si abitua al dolore.

    il difficile è rinunciare a certe certezze ma è necessario costruirsene di nuove a partire da se stessi.

    Non è semplice ed è spesso molto doloroso.

    serve l’aiuto di un buon psicoterapeuta. possibilmente cognitivo comportamentale che almeno si stabilisce gli obiettivi insieme e in quanto tempo raggiungerli ( a differenza di altre terapie che durano gli anni e spesso non risolvono proprio un cavolo).

    un abbraccio a tutti.

  11. Caro commentatore anonimo nr 32 della pagina precedente
    che ne pensi ad esempio della storia di Adriana, la  commentatrice nr 55  
    sempre della pagina precedente?

    Lei invece di ripetere lo schema, ovvero per paura di rivivere ciò che ha vissuto nella sua famiglia, rifiuta di farsene una propria. Adriana è stupida? oppure è intelligente visto che non ripete lo schema?

    Credo sia innegabile che ciò che si eredita ce lo si tiene addosso nel bene come nel male (non esiste solo una eredità biologica)
    e che nel male la risoluzione di certi problemi / blocchi non sia proprio semplicemente collegato all’intelligenza di una persona

    Probabilmente la richiesta di Ameja era un tentativo di verificare la questione da un punto di vista sistemico

  12.  Ameya vorrei sollevare una obiezione. Dove sta scritto che chi fa sesso con una donna diversa dalla propria compagna è perché ha bisogno di tappare un buco affettivo? Magari con la moglie non c’è più "fantasia" … e l’harem serve solo per mantenersi in forma!!!! Se l"amante" è una boccalona che crede a tutte le scemenze che il suo lui le dice problemi suoi!!!!
    E qui torniamo al punto di partenza. L’onestà e il rispetto che un individuo dà al prossimo. 

  13. @Marta di chi è il problema?
    Chi è che ci soffre?
    I poveri cristi non si ritengono tali, hanno l’harem, e si arrabattono così, non sanno di essere poveri perchè tappano il loro buco affettivo on mille donne…ma chi fa i piagnistei?chi solleva il problema?
    se hai letto il mio blog c’è un post che parla solo della dipendenza affettiva e si vede bene la danza prodotta da entrambi, i malati sono due, ma chi è dispiaciuto di esserlo non sono entrambi ma spesso solo uno..

  14. in realtà quando dico "una parte profondissima e saggia" non dico il vero, non sempre.
    spesso, nella maggior parte dei casi, a guidare le nostre scelte (consce e inconsce) sono i copioni di vita, gli automatismi più che le nostre vere esigenze profonde.
    il modo che abbiamo imparato per non sentire il dolore.

    il nostro bisogno di essere amati. accettati. considerati.

    purtroppo.

    ma questo come dice Ameya con il suo blog nulla ha a che fare con l’Amore.

  15. @ miaperfidia: Scusa, ma non sono del tutto d’accordo, ci sono degli eventi di cui non siamo assolutamente responsabili né consciamente né inconsciamente. Come "scegliere la famiglia in cui nascere" (mi puoi far capire meglio il concetto? Non ci arrivo proprio); come il terremoto che ci distrugge la casa; la morte dei nostri cari; essere investiti sulle striscie; trovarsi dove qualcuno ha messo una bomba; ecc., ecc.
    Posso condividere che una malattia può avere origini psicosomatiche, che le nostre scelte dipendono in buona parte da noi (ma se uno vuole andare all’università e la famiglia non ha soldi, è colpa sua?).
    Ciao
    Adriana

  16. @Ameya, "poveri cristi"……..la responsabilità è di entrambi i partecipanti. Non sono vittime. Indipendentemente dal fatto che noi femmine si ami o no in modo sofferente, "sbagliato"…etc….non sono vittime…
    Il nostro è un non-amore? Bene. Anche il loro. Ma chissà perchè a noi tocca sia il chiudere la storia che il guarirci. Loro che fanno? Non sono rancorosa, ma voglio che venga riconosciuta responsabilità a tutti. Altrimenti devono, come al solito, caricarsi di tutto e far tutto le donne.
    Ripropongo la domanda: perchè "curare" le dipendenti affettive e non i compagni delle dipendenti affettive? Non hanno una immagine distorta dell’amore loro stessi?

    @Miaperfidia
    mi vengono in mente tante cose da dirti, te le scriverò dopo essermi registrata su splinder…per ora sappi che mi hai dato "cose" sulle quali meditare e portarmi del bene anche oggi. Sto tenendo un frutto nella mano.

  17. @Marta

    "Ma io mica lo sapevo che era così quando ho iniziato la storia con lui. Non l’ho scelta, l’ho subita mio malgrado."

    non c’è niente che noi non ci scegliamo.

    anche quando diciamo "ma io non lo sapevo" non è affatto vero.
    C’è una parte profondissima e saggia dell’ Essere (chiamalo Essere, Inconscio, Coscienza, Cristo, Coscienza collettiva, bambino nascosto, Sahasrara..blablabla) che sa perfettamente invece ogni cosa. Sempre.

    Imparare a comunicare con essa significa ascoltare e comprendere ciò che è davvero il susseguirsi degli accadimenti della nostra esistenza.
    Non in senso causalistico.
    Non in senso di avere un karma da scontare.
    Non siamo nati per soffrire.

    In senso analogico.
    Simbolico.
    Sincronico.

    E la scegliamo Marta, la nostra vita.
    Con tutte le cognizioni di causa.
    Così come ci siamo scelti la famiglia in cui nascere.
    Così come nessuna cosa della vita "capita."

    Noi siamo sempre responsabili di ciò che ci accade.
    Nel bene e nel male.

    Il messaggio non è in senso di giudizio "sono brava sono cattiva quindi mi capita questo o quello"

    Affatto.

    Ciò che domando al Cosmo, è ciò che il Cosmo mi restituisce.

    Che importanza ha come dici tu "capire" lui lei l’altra?

    Non è forse più utile osservare cosa questa esperienza ti ha suggerito?
    Come sottolinea sempre Ameya, quanto ti mostra la distanza tra Amore e bisogno/dipendenza/sofferenza?

    Esiste un concetto di Amore ogni quante persone al mondo credono di Amare.

    Ahimè il 99% delle volte per tutti noi dentro Amore c’è una valangata di altra roba che ci portiamo dietro.

  18. Cara Ameya, ho meditato fin troppo e lo so benissimo che la storia dei miei genitori mi ha condizionato pesantemente. Ho sempre sospettato che mia madre, una bella ragazza che aveva già 27 anni (sto parlando degli anni 40), abbia sposato mio padre, un meridionale molto rigido, introverso e più limitato rispetto a lei, per paura di rimanere zitella. Fin dall’inizio ci sono stati problemi: mio padre viveva con sua sorella e sono iniziati i litigi tra le due donne, finiti con l’allontanamento di mia zia. Quando io avevo 8 anni i miei si sono trasferiti in Italia (sono nata a Tripoli) e il loro e il mio mondo sono stati sconvolti. Senza i miei nonni materni e mia zia materna (una seconda madre per me) mia madre si è ritrovata sola in un’orribile cittadina di provincia in Abruzzo, dove i contrasti con mio padre e la solitudine l’hanno portata alla malattia psichiatrica. Io crescevo bruttina e infelice, terrorizzata dalle loro urla. Nel frattempo sono morti i nonni (che si erano trasferiti in Italia anche loro, ma in altra regione) e mia zia ha avuto un figlio suo e mi ha messo da parte. Quando avevo 18 anni ci siamo trasferiti per i miei studi a Firenze, dove la situazione di mia madre è peggiorata ed è finita tragicamente.
    Quindi ci sta che cerco legami impossibili proprio perché ho sempre avuto paura del matrimonio, visti i precedenti.
    Adriana

  19. @amati lettori maschi, vi amo! ma latitano qui le donne che col sorriso dicano: ero una della altre ed ero felice di esserlo! dove siete??
    non parlo delle tradite e ignare, delle comproprietarie in contumacia, parlo delle condomine felici. dove siete??? se l’uomo di Marta le aveva dato dell’immatura perché non accettava beata a e felice, significa che ci sono donne ‘mature’ che allegramente si mettono in fila come alla coop, e aspettano il proprio turno… dove sono le donne che diconno ‘prendo quello che c’è’ e vivono beate la loro vita?
    Forse ci sono, ma non leggono il mio blog…

  20. Beerbohm copio tutto quello che hai scritto accidenti non sarei mai riuscito a spiegarlo meglio..
    ciao ameya..apprezzo molto anche il tuo parere per me un’altra verita

  21. Ciao Ameya e lettrici, sono babi70 (sloggata). Ho continuato a leggere gli interventi e mi sono resa conto che molte persone, contrariamente a quanto si possa credere, si trovano loro malgrado a vivere o addirittura cercano situazioni in cui il partner e’ "condiviso". Che sia una conseguenza di un complesso edipico irrisolto o semplicemente lo scegliere il ruolo di "amante" perche’ in fondo fa anche comodo cosi’ forse poco importa…cio’ che impressiona e’ la grande sofferenza che emerge da queste storie. Visto che questo tipo di relazione spesso diventa il leit-motiv della vita (chi fa l’amante una volta spesso contiua a falo sempre), vorrei consigliare a queste donne un libro veramente motlo bello che parla magistralmente e con rara intelligenza di queste situazioni: Consigli di una vecchia amante a una giovane moglie di Michelle Drury. E’ un libro fantastico che racconta la storia di una "amante per scelta", che ha costruito la sua vita intorno a questo rapporto imparando molte cose dall’amore. Certo e’ rarissimo vievre storie cosi’ in questo modo. Sicuramente non da tutti.
    Io non ce la farei perche’ essere la seconda scelta di un uomo o "la prima scelta" ma clandestina lo ritengo un insulto alla mia dignita’. Pero’ chi sceglie questa strada deve sapere che ha vantaggi e svantaggi, l’importante e’ sapere che nel 99,9% dei casi un uomo sposato non lascera’ MAI la moglie, e quindi se proprio si decide di avere una storia del genere bisogna viverla tenendo conto di questo, senza illudersi.

  22. EROS E AGAPE: non si tratta di giocare con mazzi diversi, infatti la soluzione che prospettavo come ottimale è la concomitanza nello stesso partner (non in due) del trasporto dell’Eros AMPLIFICATO dalla serenità e certezza dell’Agape, che consente di esprimersi e sentirsi nell’intimità in una sana totalità perciò davvero appagante . Fermo rimanendo che il "trasporto" dell’Eros derivi da impulsi sessuali/emotivi sani (non, per esempio, dal tormento o dalla sofferenza, erroneamente scambiati per il trasporto stesso).
    Un ubriaco disse: "Quando bevevo ogni sera ero con una donna diversa, ed era sempre la stessa cosa. Da quando ho smesso, sto ogni sera solo con mia moglie ed ogni volta è una cosa diversa"

    BOBO

  23. @@@ Adriana e altre lettrici che riportate storie ripetute con lo stesso copione , è evidente che il problema non è il lui di turno? il problema sta in una storia appresa nel passato, nel nucleo della famiglia primaria e da lì si deve partire ad analizzare il tutto. I vari lui che sono sposati, vanno vengono fanno figli ecc sono dei poveri cristi, delle pedine che servono affinché si compia la storia, invece di dire LUI occorre tornare a se stesse…altrimenti si incontrerà SEMPRE lo stesso prototipo di uomo. meditiamo

  24. @Marta le cosi dette donne che amano troppo non amano affatto! in primis loro stesse… soffrono della stessa malattia del lui che non sa amare..incapponirsi a ‘voler’  amare il lui fuggitivo è ‘comodo’, io lo amo ma lui non mi vuole..coraggioso è amare chi ci ama..meditiamo

  25. Cara Marta, scrivo rivolgendomi a te, ma anche agli altri commentatori e, naturalmente, ad Ameya. Racconto la (le) mia (mie) storia(e) sentimentale (i). Ho avuto il primo ragazzo a 21 anni, era straniero, e pur essendo stato con me 6 anni, non voleva sposarmi e condurmi al suo paese. Oggi naturalmente ringrazio Dio o chi per lui di come sono andate le cose. Cmq lui, pur non avendo altre donne, aveva un’altra, cioè la sua patria, che era più importante di me. L’ho lasciato io, per l’esaurirsi del rapporto, ma lui non ha battuto ciglio. Alcuni mesi dopo ho accettato la corte di un uomo, che frequentava il mio ambiente di lavoro, sposato con 2 figli. Poco tempo dopo la moglie lo ha scoperto, e lo “ha buttato fuori casa” (parole sue). Abbiamo cominciato a vivere insieme e io quindi ho trovato il coraggio di lasciare la casa dei miei genitori, in cui si viveva una vita d’inferno, fatta di litigi continui tra loro. Avevo 27 anni. La convivenza è durata 3 mesi, poi lui ha deciso che non poteva stare senza i bambini ed è tornato all’ovile. Però la nostra relazione, sempre più clandestina, ma continuamente minacciata dalle “spie”, è durata per 3 anni. Nel frattempo io avevo altre storielle, pur amando solo lui, per riuscire a reggere la situazione (lui lo sapeva, ma data la sua situazione, non poteva pretendere fedeltà). A 30 anni ho conosciuto, attraverso amici, un uomo con 18 anni più di me, sposato con 3 figli. Lui è riuscito per qualche tempo nell’incredibile impresa di far accettare alla moglie la mia presenza, infatti siamo diventate quasi amiche, mi ospitavano nella loro casa di campagna, un anno abbiamo fatto perfino una vacanza insieme, col figlio più piccolo, che mi adorava (lo so che questo sembra assurdo e farà indignare molti). Poi però lei su consiglio di una psicologa non ha più accettato questa situazione che invece a me andava benissimo. Noi abbiamo continuato clandestinamente, non si sa se lei avesse deciso di far finta di niente, oppure se credesse davvero che fosse finita, fatto sta che quest’uomo mi è stato molto vicino, mi ha dato una figlia che ora ha 27 anni, che è la cosa più bella e importante della mia vita, è stato un padre molto presente con cui si dividevano i compiti. Poi però è successo qualcosa: devo confessare che sono diventata gelosa di mia figlia, non ero più la sua bambina … alla fine, dopo una vicenda ventennale, l’ho lasciato io per diverbi sorti durante la vendita di una casa ereditata da mio padre, l’acquisto di quella in cui vivo, i lavori di ristrutturazione. Io ero molto stressata da tutto ciò e i suoi “buoni consigli” li prendevo come un “remare contro”. Lui ne ha sofferto molto. Sono stata sola per 3 anni, tranquilla. Poi mi sono iscritta a un gruppo trekking dove ho conosciuto il mio terzo marito (di un’altra). Aveva 16 anni più di me (tralasciate di parlarmi di Edipo, so già tutto), una moglie arpia che ha preso un investigatore per scoprirci, ha affrontato me, minacciosamente, e perfino mia figlia (allora sedicenne) per raccontarle tutto. Anche questa volta c’erano le spie. Alla fine sono stata costretta a prendere un avvocato per difendermi, dopo che lei era entrata in casa mia, durante una mia vacanza, con le chiavi che avevo dato a lui per dar da mangiare al cane. Alla fine lui, non io, non ce l’ha fatta e mi ha mollato, dopo 4 anni di relazione (avevo 57 anni). Sono caduta in depressione. È da allora che prendo psicofarmaci e frequento gli psicologi. È seguito un altro periodo di storielle con persone libere ma ben intenzionate a rimanere tali. Finché, a 60 anni suonati, ho incontrato uno … più giovane di me di vent’anni, libero. Contrariamente a tutte le previsioni, è durata 2 anni, e non essendo molto innamorata, non ho sofferto troppo quando mi ha mollata per un’altra, credo mia coetanea. Tra l’anno scorso e quest’anno (ora ho 64 anni) si sono susseguite 3 storie con: uno che improvvisamente si è rimesso con la sua ex (versione ufficiale), un altro che aveva una relazione ventennale, con una signora che ha fatto fuoco e fiamme quando ha scoperto, e quindi mi ha lasciato, un terzo, per cui sto ancora soffrendo, che aveva una relazione decennale che si è rivelata, al momento della scoperta, più importante del previsto.
    Ormai ho accertato che: sono una dipendente affettiva, ho la coazione a ripetere, tendo a perseguitare il fuggitivo di turno, non sono capace di dare gioia alla mia vita senza un uomo.
    Però ora mi sto pian piano riprendendo, mi dedico a molte attività, tra cui volontariato e sono 20 giorni che non telefono, non mando sms e e-mail. Ma continuo a sperare (ancora!) che prima o poi troverò “l’uomo giusto”.
    Adriana

  26. Ma io mica lo sapevo che era così quando ho iniziato la storia con lui. Non l’ho scelta, l’ho subita mio malgrado. Poi quando ho scoperto com’era, chiuso. Io gli ho dato amore, sano, donato, indipendente..etc. Non sapevo mica di essere una che aspettava il proprio turno!
    Non mi va di considerarmi malata perchè qualcuno mi ha ferita così tanto da far fatica ad accettarlo.

    Nella storia precedente che ti/vi ho raccontato mi sono impaludata in una dipendenza…e, fortunatamente, proprio in quel periodo ho trovato il tuo blog, che mi ha aiutato e aiuta.

    E l’amore che danno questi uomini cos’è?
    Perchè si curano le donne che amano troppo ma non gli uomini che amano troppo poco?

    Marta

  27. a parte che la verità è relativa, è la realtà filtrata dalle nostre credenze e la nostra esperienza. Però è utile conoscerla e dirla.

    Come dice giustamente miaperfidia conoscerla è consapevolezza, siccome noi umani non siamo ancora dotati di telepatia o di leggere nella mente altrui occorre comunicare in maniera efficace e proattiva noi stessi verso l’altro.

    Non c’è niente di male in un rapporto aperto e libero a carte scoperte dove si goda del rapporto non da ciò che esso rappresenta per gli altri. Fidanzarsi è uno status, sposarsi pure.

    Che poi voglio dire, quello che racconti marta dimostra solo una cosa: che in pratica anche se ci diciamo fidanzati o sposati comunque tutto ciò può finire ( e qui sorge il piacere per taluni di trasgredire). e mi sembra che molti confondano la forma con la sostanza.

    ora qual’è la cosa importante?

    stare bene con noi stessi e con gli altri, eliminare dalla nostra vita tutto ciò che indebitamente ci fa stare male e mi dispiace su questo io sono brutale: se come è capitato a me un padre mi fa del male deliberato e gratuito mosso semplicemente dai suoi interessi, io chiudo. ed ho chiuso.

    se mia madre non fa altro che scassare la minchia deliberatamente e raccontare delle emerite palle a tutti per essere compatita visto che bontà sua non ha ne un ernia e due costole incrinate come mia zia e non ha avuto un ictus recentemente come mia nonna e allora usa me per fare la povera vitttima e non c’è giorno che non se ne inventi una per darmi addosso salvo poi dirmi: ah ma sei anafettiva come tuo padre, non mi apri il tuo cuore. bene

    e potrei andare avanti…con molti esempio

    io chiudo.

    non me ne importa, il rispetto è basilare. e quando comincerai a liberarti dai parassiti che ti succhiano energie e ti ricattano affettivamente e moralmente senza soffrirne ma sentendo la linfa energetica della vita e del benessere scorrere tumultuosamente dentro di te, alleggerita da quel grumo che producono questi pezzenti che di meglio non hanno da fare che sfruttare il prossimo….

    eh

    ti dico solo una cosa, marta. quando ho lasciato il mio ex futuro marito (altro esemplare di pover’uomo) sono dimagrita di 30 kg in tre mesi. e non che ora sono anoressica. semplicemente ero ingrassata per il malessere e il disagio ora da quasi due anni sono perennemente in peso forma e non mi faccio mancare nulla in termini di cibo e alcohol e divertimenti vari.

    ma patti chiari ed amicizia lunga marta, sono egoista? ok ma questo è sano egoismo che non calpesta nessuno.

    un abbraccio 😀

  28. @ Marta ricordati che Beer non è una persona seria 🙂 è un cinico virtuale..a tratti con contaminazioni serie e sensate, solo sporadiche..

  29. Carissima Marta,

    si può perdonare chi dice una bugia perché costretto, ma mai chi dice la verità senza nessun motivo. La sincerità, una finta virtù, se portata avanti in maniera integrale non permetterebbe la sopravvivenza di nessun rapporto umano, neanche la più tenue amicizia.

    In amore, poi, ad essere sinceri ci si troverebbe nella situazione del giocatore che, giocando a poker, fa vedere le sue carte. Non solo perderebbe certamente, ma altrettanto certamente rovinerebbe la partita anche agli altri giocatori.

    Insomma, dire la verità non è mai una buona idea.

    Forse perché per dirla bisognerebbe conoscerla, e – a pensarci bene – la verità non è altro che la più credibile delle bugie. O, al massimo, una bugia creduta.

  30. poi guarda Marta, leggo adesso tutte le risposte che hai dato ai commenti. in cui parli di te.
    posso darti un suggerimento?

    stampateli.
    sottolinea con un evidenziatore quante volte esprimi un giudizio su te stessa o su quello che dovresti o non dovresti provare.

    come possiamo trovare il nostro benessere (uale che sia l’ambito) con dei giudici interiori così feroci?
    come? 

  31. La mia unica Maestra è l’ Osservazione.
    Insieme alla Natura.
    Gli animali che sono scevri di tante cazzate e sopratutto della mente come fonte di giudizio sono gelosi possessivi e segnano il proprio territorio sino anche alla morte.
    Io non credo esista nessuna Verità, nè un bene nè un male Universale.
    Solo ciò che è meglio o peggio per te stesso.

    "mi ha detto che soffrivo perchè ero adolescenziale…ero in difetto io"

    in difetto sulla base di quale metro di giudizio? il suo? quello del papa? quello di sua madre? quello dei canoni di Flair? o di Fox tv?

    Prenditi la tua Salute cara Marta, uno non ti dice ti amo ma ti voglio bionda con gli occhi azzurri se tu sei mora con gli occhi scuri.

    Le nostre esigenze sono giuste di per se.
    Perchè sono nostre.

    Nessuno ha il diritto di giudicarle.
    Non permettiamo agli altri di decidere chi siamo e cosa possiamo o non possiamo sentire.

    Prendersi carico della propria vita rappresenta la vera indipendenza, indipendenza significa conoscere i propri bisogni e rispettarli laddove è possibile.
    Ecco perchè va a braccetto con la consapevolezza.

    Mai desiderare cambiare gli altri.
    Cambiamo le situazioni che non ci appartengono.

    Non sono gli altri ad essere stronzi, belli, brutti, traditori, abbandonici e blablabla, siamo noi che possiamo e dobbiamo levare le tende dalle cose che ci arrecano malessere.
     
    Osservarsi e non giudicarsi.

    Bastarsi.

    Scegliere.

  32. @Beerbohm
    sono d’accordo col tuo commento ma ho un’obiezione da muoverti.
    Credo che la metafora sullo sbandare in curva si riferisca alle esperienze che hai con altre donne all’insaputa della tua compagna.
    Se non fossero all’insaputa di lei, non ci sarebbe alcuna fonte di adrenalina, nessun pericolo, nessun camion che sbuca dalla curva. Suppomgo che il camion rappresenti il problema, la tensione, il litigio che ti toccherebbe affrontare nel caso che la tua compagna ti scoprisse.
    Ti ho interpretato correttamente? Se non l’ho fatto, tutto ciò che segue è da buttare.

    Allora, la paura di essere scoperto, insieme al piacere indiscutibile dell’atto in sè , ti dà godimento. Questo è il tuo modo di vivere la relazione, modo che, non solo dà piacere a te, ma che, sostieni, ti renda migliore nel tuo rapporto di coppia, perchè torni alla tua compagna più splendido e attento di prima (ho letto il tuo blog).
    Ma tutto questo sistema a me sembra porti piacere solo a te, perchè la tua compagna NON SA.
    Ti considererebbe splendido e amoroso se sapesse il PERCHE’ lo sei?
    Accetterebbe di stare con te se sapesse che hai altre donne?

    E’ un volerle bene non darle la possibilità di scegliere?
    Lei non ha la possibilità di scegliere se questa situazione va bene o no per LEI, perchè non la conosce.
    Va bene PER TE, ma per lei?

    A me la posizione "so che va con altre e mi va bene", mi suona fasulla.
    Sta in piedi come posizione solo se la donna che se la attesta riesce a sostenere situazioni come "amore domani cinema?"
    "no cara, mi spiace, domani vado a letto con Lorella"
    "Ah, ok, allora usciamo dopodomani"
    Si può? Esiste?

    Che tipo di affetto/amore è un affetto/amore basato sulla libertà di uno fondata sull’inganno dell’altro?

    Tu potresti obiettare che a lei potrebbe andar bene, fatti suoi.
    Ma se una ti dice "va bene che tu abbia altre, basta che non mi racconti nulla" e tu acconsenti al patto…. non stai alimentando un suo autoinganno comodo per te?
    Questo è amore?

    Marta

  33. @utente anonimo 32, se ti riferisci a me, ti smentisco subito. Io ho bisogno del dibattito che si è creato, che si è creato in seguito a mie domande, proprio perchè mi pongo domande, appunto, e perchè mi metto in discussione.
    Perchè mi metto in discussione? Perchè, come dici tu, quel che so e che ho messo in pratica fino ad ora in campo sentimentale non mi ha dato mai "risposte esaurienti" come dici tu.
    Perchè penso che ci sia sempre una risposta più esauriente della mia.
    Perchè penso che le risposte esaurienti che ci diamo cambino col tempo.
    Credo che abbiamo bisogno fisiologico di costruirci degli schemi interpretativi, sì, anche a proposito delle situazioni irrazionali per eccellenza, quelle amorose. E’ necessario per semplificarci la realtà che non comprenderemo mai totalmente. Credo si debba stare attenti però a non essere rigidi, essere pronti a modificare il proprio schema, buttarlo quando non serve più. non ci sono nè schemi nè regole, credo, se non quelle provvisorie. Che esistono finchè non vengono smentite. Chi non le cambia mai è, per esempio, chi è moralista. Personalissima opinione, s’intende.

    Marta

  34. Ciao Ameya, è tutto interessante, anche io mi sto godendo i punti di vista diversi, gli aspetti nuovi…ma sto facendo  fatica a capire il botta e risposta o, meglio, di chi è la botta e di chi è la risposta…e, soprattutto, testimonianze di chi è stato in una relazione affettiva condominiale senza soffrire non ce ne sono ancora state..aspetto con curiosità

    @26 grazie di avermi fatto notare il lapsus. Mi tremano le ginocchia a rendermi conto di quanto sia vero. Altra contributo fondamentale alla mia riflessione.
    Grazie grazie anche a te!

    Marta

  35. Peccato che tra i suoceri e la nuova generazione vi sia, una differenza culturale decisamente notevole..E non parliamo della cultura fine a se stessa, almeno non per le persone che si laureano con cognizione di causa e di logica..
    Se un contadino opera allo stesso modo d’un professore, allora tanto di cappello al contadino che è riuscito a porgersi sullo stesso piano..Ma, per il professore in questione avrei qualche dubbio, qualche perplessità prima di concedere un applauso..La mia non vuole essere una critica, ma l’incapacità di poter accettare di porre due elementi diversi sullo stesso piano, perchè la capacità di logica non dovrebbe essere la stessa..Diversamente, avrei sposato un contadino, e forse anzichè sprecare tempo ed il fiato all’interno di una scuola, mi sarei tenuta stretta il mondo in cui vivevo campestre in cui vivevo, tanto che lo condividevo..
    Ma stai a scherzà?

  36. solo le persone stupide fanno il copia incolla senza rifletterci sopra..E non credo neanche in questo caso si possa generalizzare..E’ nel tuo caso specifico il problema, io non seguo in automatico ciò che osservo..Mi pongo sempre delle domande, rifiutandomi di mettere in pratica sempre ciò che è incapace di fornirmi una risposta esauriente..
    La vita non è fatta di schemi
    La vita è vita.

  37. Credo che la richiesta / osservazione di Ameja sul padre di Marta sia passata un po’ troppo in sordina, anche nella stessa risposta di Marta.
    La questione nasce da li, dalla ripetizione degli schemi dei propri genitori che, finché non sono compresi (digeriti) puoi fare tutti i ragionamenti possibili ed immaginabili che non se ne vien fuori.
    Da li ad esempio nasce la ricerca del tipo di partner.
    Per quanto mi riguarda non è da tanto che ho scoperto che le mie dinamiche coniugali non sono altro che il "copia incolla" della sommatoria di quelle dei miei e dei miei suoceri.

  38. Non c’è niente di male ma per me  amare davvero una persona significa amare quella persona e basta, non le sicurezze e le garanzie di salvarmi dalla solitudine che esso mi da. Non me ne frega niente. Mi frega del rapporto di coppia, dell’etica della coppia, di stare bene con quella persona.

    Per me conta la persona e il rapporto che ho con questa persona.

    non conta il dire agli altri che sono fidanzata, conta la gioia di dire: che bello amo questa persona splendida e penso che sia la persona più bella del mondo, in questo senso è un sentimento esclusivo secondo me.

    amo lui e nessun altro.

    io ora non voglio alcun impegno che non siano pacifiche amicizie da vivere serenamente e allegramente con tutto il bene del mondo. amavo lui e la nostra amicizia.

    ora durante un chiarimento sono venuta a sapere che lui aveva dei dubbi circa i miei reali sentimenti e ha deciso senza nemmeno parlarne con me di allontanarsi, gli chiedevo se c’era qualcosa che non andava: tutto bene, rispondeva lui.

    essì….
    per questo ho smesso di amarlo. perchè per me la base è il dialogo. Non è che se chiami un rapporto amicizia allora puoi fare quel cazzo che ti pare. a maggior ragione proprio perchè è un amico dovresti sentirti libero di parlare e chiarire. Non importa se non corrispondi i sentimenti, se dici che i miei li apprezzi, dovresti fare di tutto per preservarli.

    Il tuo ragionamento, scusami  se mi permetto ma ha del pazzesco…Che cosa significa "Amare una persona significa amare quella persona e basta non le sicurezze e le garanzie per salvarmi dalla solitudine..Per me conta la persona ed il rapporto che ho con questa persona, non dire agli altri sono fidanzata..
    Quì mi fermo, perchè onestamente la tua visione della vita nonchè dei rapporti è alquanto distorta..Amare una persona significa soprattutto sforzarsi di renderla felice, ERGO, andare in-contro alle esigenze della coppia, che prescindono, posso assicurarti dalla smania d’ostentare pubblicamente il trofeo..Amare una persona significa principalmente uscire dallo stato di solitudine, due persone che si amano, amano stare insieme, la loro vita è così piena da non aver esigenza d’altro..Amano condividere la vita nella sua interezza come nella sua semplicità..Le lontananze creano solo gelosie e smodata voglia di attuare ripicche letali per un rapporto d’amore vero..
    Possiamo fingere che il problema non ci sia, eppure c’è, dunque ogni coppia sa che cosa sia o non sia il bene per sè..
    Direi che del grande fratello siamo un pò stanchini tutti.
    Direi che vivere la vita vera di coppia sia tutt’altra storia, possibilmente da vivere nella più completa privacy..Del resto, quando si è felici, ostentare la stessa felicità non avrebbe senso.. Pacifiche amicizie? ma come puoi vivere pacificamente le tue amicizie lasciando in panchina l’amore che sostieni essere la cosa più importante per te..
    Se stai seguendo la copia conforme di ciò che hai vissuto sulla tua stessa pelle per primo, vorrei ricordarti che i presupposti non siano stati esattamente gli stessi..Lei non sapeva assolutamente niente in costanza d’un dialogo reiteratamente negato ,per troppo tempo; ma non s’è di certo divertita nel vivere pacifiche amicizie senza senso..Se per te ora si rende opportuno fare anche quello per sentirti "pari"..Fallo!!!Ma non dirmi che il tuo amore sia poi,così Grande se anteponi sempre l’appagamento del tuo stesso (ego) alla reciproca felicità.. Il tuo- orgoglio di uomo ferito ancora non sufficientemente soddisfatto viene ancora una volta prima di tutto il resto,e lo so che sbaglierei adesso se mi stancassi di lottare ancora..
    Ma fingere d’essere felice così, ancora,non si può..
    Non sei stanco?
    Ecco cosa penso.

     

  39. @@@@@@@@@@@@@
    UTENTI ANONIMI FIRMATEVI!! ANCHE CON UNO PSEUDONIMO , MA SEMPRE LO STESSO IN MODO CHE IL DIBATTITO SIA CHIARO… GRAZIE VI LEGGO CON INTERESSE

  40. Ciao Ameya,
    si certo che è possibile, ovviamente non è una costante. Nel senso che: patti chiari ed amicizia lunga.

    Ci vuole tanto? Poi uno ad un certo punto può cambiare e decidere di voler un rapporto esclusivo. ne parla con l’altro e si decide assieme. se le esigenze non collimano ci si stacca.

    Non c’è niente di male ma per me  amare davvero una persona significa amare quella persona e basta, non le sicurezze e le garanzie di salvarmi dalla solitudine che esso mi da. Non me ne frega niente. Mi frega del rapporto di coppia, dell’etica della coppia, di stare bene con quella persona.

    Per me conta la persona e il rapporto che ho con questa persona.

    non conta il dire agli altri che sono fidanzata, conta la gioia di dire: che bello amo questa persona splendida e penso che sia la persona più bella del mondo, in questo senso è un sentimento esclusivo secondo me.

    amo lui e nessun altro.

    io ora non voglio alcun impegno che non siano pacifiche amicizie da vivere serenamente e allegramente con tutto il bene del mondo. amavo lui e la nostra amicizia.

    ora durante un chiarimento sono venuta a sapere che lui aveva dei dubbi circa i miei reali sentimenti e ha deciso senza nemmeno parlarne con me di allontanarsi, gli chiedevo se c’era qualcosa che non andava: tutto bene, rispondeva lui.

    essì….

    per questo ho smesso di amarlo. perchè per me la base è il dialogo. Non è che se chiami un rapporto amicizia allora puoi fare quel cazzo che ti pare. a maggior ragione proprio perchè è un amico dovresti sentirti libero di parlare e chiarire. Non importa se non corrispondi i sentimenti, se dici che i miei li apprezzi, dovresti fare di tutto per preservarli.

    è una questione che va terra terra

    e no non sto cercando ora di adeguarmi ad uno stile di vita che non è mio.

    chi mi ama mi segua, per il resto cerco di stare bene e se non sto bene chiudo che di problemi ne ho già abbastanza di mio senza che si aggiungano anche ci dice di volermi bene.

  41. Ma chi ha detto che Eros non possa offrire stabilità, serenità all’interno d’un rapporto saldo ed equilibrato..Non riesco a spiegarmi perchè debba necessariamente risultare necessario trovare un porto alternativo al quale aggrapparsi a mò di sostegno delle emozioni..Questo sarebbe da persone psicolabili, non essere capaci di vivere un rapporto nella sua interezza, non avere la maturità d’investire di crederci fino in fondo nell’impresa..Cos’è? la stabilità può risiedere solo in assenza di trasporto vero? si rende dunque necessario coniugare una persona per la quale si nutre stima e affetto ma per la quale non si ravvisa alcun trasporto fisico solo per il timore di poter perdere il controllo? Ma che razza di persone mature saremmo in questo modo?
    Quando parlavo d’ansia, non facevo di certo riferimento agli attacchi di panico..se così fosse non avrei potuto neanche essere lucida per raggiungere gli obiettivi raggiunti..Ho la maturità che occorre per scindere il rapporto sentimentale dalla vita professionale, ma, non riesco davvero a comprendere la necessità di vivere disponendo di due mazzi di carte..Perchè, il vero problema risiede in chi non ha le palle di scegliere senza la riserva dell’assa nascosto nella manica..
    L’amore è anche fiducia, anzi soprattutto fiducia, se non stimi intimamente una persona non potrai mai pensare di costruirci qualcosa insieme..
    Quanto al mondo..Perchè desiderare d’entrare all’interno d’un mondo diverso? Forse perchè diverso dal punto di partenza, ma non diverso dal punto d’arrivo..Mi spiego meglio l’uomo è in continua evoluzione, ciò che poteva star bene ad una bambina di 10 anni, non può più stare bene ad una donna di 30, con una sua maturità, con un suo stile di vita, con una professione ed una identità sociale ben definita..
    Per il resto, ripeto non è smania di possesso ma è desiderio di vivere, che è diverso..

  42. Carissima Marta, tu affermi "Io sono stata LA donna di uno che ne frequentava altre… E consapevolmente".
    A mio avviso il tuo lapsus è sintomatico: con il massimo rispetto vorrei evidenziarti che tu sei stata una delle donne di quell’ uomo. Di questo sei consapevole?
    Ritengo che chi ama troppo continui ad avere, inconsciamente, una rappresentazione della realtà distorta ed ottimistica, che contribuisce e giustifica a se stesse la realizzazione di comportamenti sbagliati e gravi tipici di chi ama troppo (incluso il sacrificio della dignità e dei valori più irrinunciabili che ogni donna detiene in sè).
    A mio avviso inoltre la difficoltà principale per chi ama troppo un partner per lei sbagliato, sta, dopo l’aver individuato comportamenti sbagliati del partner, nel non riuscire a traslare tale giudizio decisamente negativo sui comportamenti, sul soggetto che li attua ("Chi fa una certa cosa è perchè è in un certo modo"). Solo spostando il giudizio negativo si riesce ad allontanarsi dai comportamenti dolorosi e a stare lontano da chi li mette in atto, senza ricadute dovute alla speranza che il soggetto cambierà e così i suoi comportamenti.

  43. Concordo col #3 e col  #7 ma alcuni suoi spunti sono un pò confusi.
    SArebbe forse interessante approfondire :
    -il riferimento alla partner "teneramente giovane e carina" di un innamorato "maturo" come soggetto da condividere
    – "L’unico paracadute che resta, è la certezza di non amarsi a senso unico..Insomma, il dolore della "non unicità" è il male peggiore da scansare  in costanza d’amore che si muta agevolmente in freno inibitorio capace d’eliminare il problema in radice..A tal punto da rende inoffensivi e mansueti entrambi..(almeno si spera sempre che sia d’eguale intensità)
    L’unicità è il miracolo che l’amore concede, ma anche l’arma a doppio taglio  capace d’uccidere in costanza di presupposti diversi.."
    interessante ma poco comprensibile. meriterebbe un chiarimento.

  44. @Giuli, ciao, grazie, condivido pienamente la tua visione delle cose. Il problema è che le mie relazioni non sono partite così.
    Mi sono lasciata andare, poi  ho scoperto com’era realmente la situazione, e, a quel punto, mi son presa la mazzata e dopo discorsoni e pianti ho levato le tende.

    In un caso però, è vero, ho fatto proprio così, sono stata troppo tempo legata ad una relazione "condominiale" e, ad un certo punto, è fiorita in me la consapevolezza di stare sottraendo tempo ed energie alla costruzione della mia felicità. Ma ce n’è voluto!

    @utente 23, EROS E AGAPE, che bella descrizione! Sì, ho necessità dell’emozione fortissima che mal si accorda con la stabilità. Sarà immaturità? Non so. Io voglio ancora credere che esista l’uomo che ti fa impazzire e che anche accetta e ricambia il tuo amore..
    O almeno…se sono attratta dagli splendidi seduttori,vorrei almeno non farmi devastare finita l’illusione.

  45. EROS E AGAPE… il primo è intenso, attrae, unisce, ma trova spesso nutrimento nella intensità delle emozioni (spesso erroneamente provenienti dalla instabilità e fugacità della relazione e dal suo tasso di sofferenza). Il secondo – agape- appare meno intenso e trova nutrimento nella stabilità, nella fedeltà, nella sicurezza dell’altro. I due diversi "nutrimenti" appaiono evidentemente incompatibilii. La soluzione e invece la loro convivenza: l’intensità dell’Eros "tranquillizzata" e "amplificata" dalle certezze dell’Agape.
    Convivenza impossibile se la condivisione del partner sottrae certezze e fiducia.
    Parere personale.

  46. @Menphis mi hai posto una domanda geniale! Hai spostato la questione su un punto di vista che mi è utilissimo.

    "perché tu vuoi "frequentare e avere" uno stile di vita che non ti appartiene? Quale sarebbe il vantaggio per te? Perché ritieni che spetti a te  adattare  il tuo stile di vita al "mondo" che frequenti e non il "mondo" ad avere un comportamento più rispettoso nei confronti del prossimo?

    Te ne ringrazio molto e ti auguro un sacco di bene.
    Ma sai perchè faccio questo ragionamento? E’ frutto della delusione e della paura…se non può che andare così, cioè che un uomo vivrà l’amore con me come una limitazione e l’ultimo mi ha fatto sentire una povera inetta davanti al mondo stupendo e rivoluzionario suo e delle sue amiche, allora io non sono adeguata al mondo. devo cambiare.
    O meglio: IL MONDO NON LO POSSO CAMBIARE, POSSO CAMBIARE ME. Come faccio a chiedere al mondo di avere uno stile di vita più rispettoso?
    Sono stanca di alzare i tacchi e andarmene con il mio carico d’amore che nessuno vuole. Mi piacerebbe restare.

    Ameya dice "amore condominiale"… Ameya, abbi pazienza, ti racconto anche questa.
    Dibattito fra donne sul tema "corna"; una mia amica prende come campione statistico il suo condominio. Sei piani, due famiglie nate da matrimonio ogni piano, ogni matrimonio almeno un paio di corna.

    Ma qui non voglio parlare di rapporti di coppia istituzionalizzati. ma di coppia. Come dice AMan di etica di coppia.
    Marta

  47. @erremme: dalle tue parole esce un parallelismo inquietante: monogamia=maschio che comanda sulla femmina…rileggi, spiegati meglio se vuoi, perchè non ho capito bene…..

    @Ameya, con i miei genitori ho un rapporto doloroso, mi sembra di doverli sempre gestire, non ho mai potuto "godermeli" come mamma e papà accoglienti, mai mi sono rilassata a casa mia. Mio padre è sempre stato allontanante e burbero e violento a parole e si è ammorbidito ora perchè sta poco bene. Mia madre a guardare, tacere, uscire di testa per l’ansia.

    Per tornare all’argomento principe: attendo con curiosità il parere di AMan, che seguo da tempo e al quale ho gia fatto molte domande. ma chissà perchè, la comunicazione è sempre stata un po’ conflittuale. Non ne esco mai soddisfatta. Spero torni qui.
    Buona giornata Ameya

  48. Cara Marta,
    ti sei chiesta come mai ti "capitano" sempre vicino uomini del genere?
    Io non parlerei di sfortuna… e se fossi tu a sceglierli inconsapevolmente?
    Questo tipo di uomini incredibilmente hanno un vantaggio: ti permettono di avere una scusa per non farti mai amare davvero e per non amare mai davvero qualcuno.
    Vuoi davvero questo? Vuoi davvero avere una scusa per non lasciarti mai andare completamente?

    Se sono fuori strada perdonami….  ho usato la mia esperienza per comprendere la tua, e potrei aver visto male.

    In ogni caso un abbraccio e buona fortuna!

    Giuli

  49. Cara Ameya, la lettrice solleva una questione molto delicata. Premesso che le persone non si "appartengono" come oggetti, credo che sia impossibile amare serenamente ed allo stesso tempo "condividere" il partner con un’altra persona, se si parla della costruzione di una relazione significativa. . Si puo’ accettare la "condivisione" solo se l’altra persona non e’ per noi importante affettivamente oppure in attesa che lui-lei lasci la persona con cui sta…in questo caso e’ una sofferenza che si accetta perche’ collegata alla speranza di avere un rapporto esclusivo.
    Quindi ritengo che l’uomo di cui parla la lettrice sia un immaturo affettivo che tiene in piedi piu’ relazioni con piu’ donne, ma la cosa piu’ grave e’ che queste donne, anziche’ lasciarlo continuano a "combattere" con armi piu’ o meno visibili tra loro per "assicurarselo".
    Tempo fa ho consociuto un uomo del genere, era bravissimo a far credere ad una donna di essere l’"unica" e me ne innamorai. Venni poi a sapere che oltre a me c’era un’altra di cui non sapevo nulla…per un po’ ho cercato persino di giustificarlo ed ero addirittura entrata in competizione con quet’altra donna, poi mi sono resa conto che era stupido comportarsi cosi’…che razza di uomo e’ uno che si comporta cosi’, mi sono detta, che stima avrei potuto avere di lui e chi mi assicurava che nel caso avesse poi  scelto me sarebbe poi stato fedele, visti i precedenti. Non e’ stato facile mollarlo perche’ mi piaceva moltissimo, ma dopo averlo fatto sono stata molto piu’ serena…e la cosa divertente e’ che lui se l’e’ presa molto. Aggiungo anche che tale soggetto era gelossissimo di me…non voleva che dedicassi pensieri ed attenzioni ad altri! Non aggiungo altro su questo genere d’uomo…credo che la lettrice farebbe meglio a guardarsi intorno alla ricerca di un uomo diverso, e ce ne sono.. che gusto c’e’ infatti a "vincere" su un’altra per un tizio del genere?
    Un abbraccio a te, Ameya

  50. ameya la tua lettrice pone un singolare quesito che si riassume, in fondo, sul dualismo monogamia-poligamia di cui la storia culturale, non della cultura  ma delle culture, dibatte da secoli senza trovare soluzioni reali e credibili… detto questo che dire? noi occidentali di cultura cristiana, in senso lato, optiamo per una monogamia più o meno assoluta ma poi in realtà? per secoli ha dominato il "maschio" che cmandava sostalzialmente sulla femmina, ora? ora che la Donna, almeno in occidente, ha conquistato spazi di liberyà è davvero ancora valida la monogamia? certo spinoso questo argomento ma stimolante, intelligente..

  51.  … per Ameya … e perché non fare la domanda di come era sua madre?
    La domanda per Marta è:  perché tu vuoi "frequentare e avere" uno stile di vita che non ti appartiene? Quale sarebbe il vantaggio per te? Perché ritieni che spetti a te  adattare  il tuo stile di vita al "mondo" che frequenti e non il "mondo" ad avere un comportamento più rispettoso nei confronti del prossimo?
    Menphis

  52. io sinceramente penso che ognuna delle donne che codesto personaggio frequentava o frequenta , non fossero a conoscenza delle altre …ma nel caso in cui ne fossero state informate ( come la donna citata ) o nel caso che abbiano avuto sospetti ( e sicuramente ne avevano )…….proprio per le motivazioni riportate da Ameya …credo fermamente che preferivano far finta di non sapere per avere 2 illusioni :  di essere comunque l unica amata e il resto della troupe …solo avventure sessuali …..e  di riuscire a conquistare definitamente , completamente , ma sopratutto ESCLUSIVAMENTE , il suo cuore …e quindi lentamente disfarsi delle " rivali" come pacchi ingombranti …per diventare l unica donna agli occhi di questo signor "marpione" , che cerca di  far psicologia spicciola con Marta , dandole dell’adolescente ….non sara’ lui un eterno peter pan , che usa le donne al posto delle macchinine ??? …se l hai allontanato da te , come mi pare di capire BRAVA !!!!!!! non hai perso nulla , a mio avviso ….. forse oggi ne soffri ..un domani sarai orgogliosa ripensandoci !!!!!!!!!!!! un caro saluto 🙂

  53. @GVB io ho mollato. Ma ora non è che stia meglio, diciamo che sto male ma in modo diverso. Non sto male perchè qualcuno non è come vorrei o perchè omette informazioni in modo da non avere grane e quindi ha anche un modo piuttosto discutibile di volermi bene, com’era quando lo frequentavo, ma sto male perchè mi interrogo…
    a parte il fisiologico sentimento d’odio nei confronti dell’altra, che razionalemnete riconosco essere un’idiozia e quindi sto cercando di liberarmene, all’epoca dei fatti ero innamorata e quindi molto attenta a ai discorsi che mi faceva e anche fiduciosa nei confronti della sua intelligenza (?). Quello che mi raccontava delle donne che frequentava mi ha molto fatta riflettere.
    Si può non stare male? Se sì, allora io voglio essere una che non sta male.
    Quanto, quanto vorrei conoscere qualcuno che riesce a stare in queste situazioni con dignità ed integrità, senza far stare tutto in equilibrio su omissioni, balle, presunzione di superiorità, costante controllo della gelosia, senza poi, al primo cedimento dell’equilibrio, al comparire del primo elemento di disturbo che è sfuggito alle omissioni (io), sbrodolare pretese ingiustificate come trovo abbia fatto la Luisa di cui vi ho parlato.
    Io sono stata la donna di uno che ne frequentava altre, non questo di cui vi ho parlato, un altro uomo precedente a questo (che culo eh?). E consapevolmente. Evitavo l’argomento e basta.
    Ma svegliarmi la mattina con lui e quella di turno che lo chiamava sul fisso alle 7:30 e lui che non rispondeva, allora lei chiamava di nuovo sul cellulare e poi ancora sul fisso, fino a che lui mascherava con "ma chi è che rompe le palle a quest’ora" per poi risponderle appena mi chiudevo la porta di casa sua alle spalle….no, basta. Perchè l’isterica al telefono che viene liquidata come la rompiballe del mattino per poterle rispondere solo dopo che se n’è andata quella che gli ha scaldato il letto, la volta dopo sarei potuta essere io.
    Quando sono venuta a sapere del giro di sesso del ragazzo che frequentavo, gli ho fatto un sacco di domande. In ASSOLUTA buona fede, prontissima ad abbracciare qullo stile di vita fatto di amici di sesso senza conflitti.
    Ho scoperto che era un giro tutto basato su omissioni e balle. Non l’ho trovato bello e sereno.
    Se fosse stato qualcosa di nuovo e bello, mi sarei trasformata dalle fondamenta pur di parteciparvi.
    Giuro che parlo sul serio.
    So cosa vuol dire per esperienza diretta soffrire per queste situazioni, e mi ero detta "ok, sta capitando di nuovo, questa volta sarà diversa, troverò il modo, se loro ce la fanno ce la faccio anche io". A me non sembrava che ce la facessero ma che si pigliassero per il culo.
    Marta

  54. Sono sicuro che la tenutaria di questo blog si attende da me – cicero pro domo sua –  una difesa strenua dell’infedeltà, con dotte citazioni (chi ad una è fedele all’altra è crudele) e con la affermazione di verità apodittiche (il tradimento è una utilissima importazione di tecnologia) così come di paradossi incredibili ma veri (essere fedeli equivale ad essere convinti di essere insieme alla persona migliore del mondo. Questo richiede ottimismo, mancanza di fantasia e soprattutto una prova sperimentale). Sarebbe giusto distinguere il tradimento dell’uomo d’onore (che non confessa e nega fino alla morte) da quello del Buscetta del sesso, che confessa la marachella sperando in uno sconto di pena; sarebbe giusto difendere l’antico ed indispensabile istituto della menzogna, ed anche quella sindrome che porta l’uomo a non legarsi perpetuamente ad alcuna donna, chiamata genericamente intelligenza.

    Putroppo la deluderò.

    L’amica che scrive vorrebbe una risposta. La risposta prevederebbe la conoscenza di un meccanismo, di una regola. Putroppo quando entriamo nel campo dei sentimenti l’unica regola è che non ci sono regole. Chi tenta di trovarla è come colui che si siede davanti alla roulette e tenta di trovare un senso razionale ai numeri che escono. Il razionale non c’è, e chi lo cerca da un lato non solo perde come chi gioca a caso, ma addirittura non si diverte.

    Insomma, se c’è un campo dove non ha senso dare consigli è quello sentimentale, perché in questo campo non si può scegliere. Le cose sono così, e basta. Chi come me ha la passione delle auto veloci e guida in modo imprudente (non si deve fare ma io lo faccio) conosce bene una sensazione: ogni tanto in una curva si perde il controllo. L’auto sbanda, e può succedere di tutto. Niente, ma può anche venire dall’altra parte un camion e sono guai. Ebbene, in quel preciso momento della sbandata si prova una ebrezza indescrivibile. Quando si viene coinvolti sentimentalmente si prova qualcosa di simile, ma di più intenso. Per questo tentare di razionalizzare qualcosa che è assolutamente irrazionale (e che in questa irrazionalità ha la sua unicità preziosissima) non è solo un errore, è un sacrilegio.

    Ci sono persone che sono felici anche se il proprio partner ha tre altre donne (o uomini), persone che hanno un compagno fedelissimo che amano ma per qualche arcano motivo non riescono ad essere felici con lui. Insomma, può essere vero tutto ed il contrario di tutto. E quello che è vero per me può non essere vero per un altro, ed allora siccome per me è importante solo quello che è vero per me (chissenefrega di quello che è giusto in generale? Io voglio quello che è giusto per me, non in generale!) bisogna rassegnarsi al fatto che quando si entra in questo campo si è soli, e bisogna fare da soli. Senza contare troppo sulla propria saggezza, e ricordando che la cosa più stupida in amore è non fare stupidaggini.

    Come disse la grandissima Francoise Sagan, dicendo

    "Ti amo fino alla follia. Ma quello che gli altri chiamano follia per me è l’unico modo sensato di amarti."

    grazie pell’ospitalità.

    Ritorno lo stronzo di sempre.

  55. Concordo con il numero tre..
    L’amore spaventa, soprattutto se l’amato appare circuito  circondato da donne di tutte le età e sfere sociali..
    L’amore spaventa anche gli uomini maturi, se il soggetto delle stesse attenzioni amorose è teneramente giovane e carina..
    L’unico paracadute che resta, è la certezza di non amarsi a senso unico..Insomma, il dolore della "non unicità" è il male peggiore da scansare  in costanza d’amore che si muta agevolmente in freno inibitorio capace d’eliminare il problema in radice..A tal punto da rende inoffensivi e mansueti entrambi..(almeno si spera sempre che sia d’eguale intensità)
    L’unicità è il miracolo che l’amore concede, ma anche l’arma a doppio taglio  capace d’uccidere in costanza di presupposti diversi..
    A quel punto fa troppo male..(forse il dolore della condivisione intima d’un amore esclusivo che si vorrebbe tutto per sè supera il dolore del distacco della lontananza,e la voglia di dimenticare ha la meglio, ovviamente in costanza del fatto di non sentirsi amati abbastanza).

  56. Non potrei mai accettare una relazione in cui il mio partner abbia anche altre frequentazioni. Purtroppo ci sono donne che pur di non perdere la persona amata, accettano loro malgrado di non essere le sole; credo che questo porti solo a una doppia sofferenza interiore: in primo luogo sofferenza per non avere il compagno tutto per se, in secondo luogo sofferenza per essere andate contro la propria dignità e i propri bisogni. Prima di continuare con una relazione di questo tipo è necessario interrogarsi se si è davvero pronte e adatte alla cosa, altrimenti questo porterà solo dolore e malessere.

  57. Parere personale:
    si può condividere qualcuno che ti fa stare bene (anche molto bene), non si può condividere qualcuno che si ama e che ti ama.
    La felicità di chi è amato è composta anche dalla sensazione di unicità/eccezionalità ricevuto dalla persona amata, che peraltro porta il partner a gratificarti (renderti felice) spontaneamente e senza sforzo. La condivisione non è unicità. Con tutto ciò che ne consegue in termini di raggiungimento della felicità.
    PArere personale ovviamente.

  58. Sono molto emozionata.
    Veramente ciò che mi mancava era il parere di chi vive diversamente da me. Sentire l’altra campana. Scoprire punti di vista diversi dal mio e sensibilità allenate a situazioni per me intollerabili. Molto interessante e utile anche per elaborare il mio soffrire e mettermi in discussione per migliorare.
    Grazie Ameya e grazie a tutti i commentatori che anche se involontariamente mi aiuteranno a capire e conoscere.
    Marta

  59. Condivido la risposta, aggiungo: solo un’altra società non basata sulla coppia, ma sull’individuo potrebbe liberarci. La domanda di fondo, è: è possibile? Un saluto da Salvatore.

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