IL BISOGNO DI ESSERE UNICI (2)

lui lei e altro3CARI LETTORI SE AVETE AVUTO UNA STORIA D’AMORE AFFOLLATA, SE AVETE CONDIVISO IL PARTNER CON ALTRI SERENAMENTE, SENZA SOFFRIRNE, POTETE LASCIARCI LA VOSTRA TESTIMONIANZA?

IN QUESTI GIORNI SU QUESTO BLOG SI E’ MOLTO DIBATTUTO SULLE RELAZIONI CONDIVISE CON PIU’ PARTNER.

MOLTE LE OPINIONI , DI CUI SONO GRATA.

Amati lettori maschi, vi amo! Abbiamo capito che accade e non si dice.
Ma latitano qui le donne che col sorriso dicono: ero una della altre ed ero felice di esserlo!
Dove siete?
Non parlo delle tradite e ignare, delle comproprietarie in contumacia, parlo delle condomine felici.
 Dove siete?

Se l’uomo di Marta le aveva dato dell’immatura perché non accettava beata e felice di essere una della tante, significa che ci sono donne ‘mature’ che allegramente si mettono in fila come alla Coop, e aspettano il proprio turno… dove sono le donne che dicono ‘prendo quello che c’è’ e vivono spensierate la loro vita?
Forse ci sono, ma non leggono questo blog?

Ameya


 

47 commenti su “IL BISOGNO DI ESSERE UNICI (2)”

  1. allora il punto è proprio questo sul quale secondo me si sta mistificando assai.

    il punto è che, almeno per me, la coppia aperta non è che significa che automaticamente bisogna fare sesso con cani e porci altrimenti non si è una coppia aperta. Insomma da come la descrivete sembra che in pratica il vostro partner debba passare le giornate a far sesso con mezzo mondo… mentre voi siete li a penare.

    ottimo punto di vista vittimista che già vi mette nella posizione di dipendente.

    in primo luogo:
    una coppia è fatta di due persone e non di una sottomessa all’altra. ne consegue che se per voi non è la cosa ideale non c’è nulla  di male. uno magari spinto da curiosità può provare e scoprire che no non gli piace e non è che per questo è peggiore di chi invece nella situazione ci sta bene. vale a dire insomma: che entrambi debbano essere d’accordo su questa impostazione.

    In secondo luogo: l’impostazione della cosa da parte mia non è assolutamente che siccome si è una coppia aperta si debba per forza avere rapporti sessuali promiscui o meno rispetto al proprio partner.

    coppia aperta per me significa invece che rinuncio a tutte quelle mistificazioni tipo promessa di fedeltà eterna o aspettative del tipo: se mi sposo son sistemata, se mi fai determinate promesse allora sto al sicuro. che di solito mi sembra che circondino le coppie tradizionali e che però non risolvono minimamente il problema visto che se il fulcro del rapporto e dell’amore è che: ti scelgo ogni giorno; un giorno per vari motivi potrei anche smettere di sceglierti, e tu lo stesso potresti smetterla di  scegliermi. le cose stanno alla pari.

    e non è detto che scelga qualcun altro, ma scelgo magari anche di stare sola con me stessa. e penso che mantenere i propri spazi sia importante e basilare anche e soprattutto in una relazione. questo non significa però non condividere con il partner le riflessioni eventuali del tempo passato con noi stessi.

    ti scelgo. significa che mi impegno ogni giorno, significa che non do per scontato nulla, che sto con te perchè ti amo, e ti amo perchè sei tu: NON PERCHE’ CON TE MI SENTO MENO SOLA, NON PERCHE’ MI ASPETTO DELLE CONFERME ED HO ASPETTATIVE DI UN CERTO TIPO, NON PERCHE’ COSì MI SENTO COME LE MIE AMICHE TUTTE SPOSATE. ti scelgo perchè sei tu. altrimenti non starei con nessun altro.

    ne consegue che per me, ripeto è un opinione personale, coppia aperta significa semplicemente avere la necessaria apertura mentale per considerare che una relazione tra due persone si costruisce ogni giorno, scegliendosi. e che questo scegliersi può anche cessare. perchè l’amore può finire e non è detto che finisca sempre per motivi tragici.semplicemente smetto di amarti, così come ho iniziato ad amarti.

    pensiero che è assolutamente precluso nelle coppie chiuse. non esiste che l’amore possa cessare.
    Io sono monogama, ma non LO SONO PERCHE’ FACCIO UNA PROMESSA O PERCHE’ LO DICE LA LEGGE E LE CONVENZIONI semplicemente perchè quando amo, una sola persona. punto.

    semplicemente perchè appunto amando quella persona scelgo lei. e se non c’è lei non scelgo nessun’altra.

    sono anzichenò certa che sta fissa del profumo dell’altra vi è venuta perchè già sapete che l’altro è stato con qualcuno, essendo in una coppia aperta.  una domanda: se invece foste in una coppia chiusa e il vostro partner vi fa le corna pensate che ve ne accorgereste dal profumo? non pensate che si faccia una bella doccia prima di tornare da voi? Non pensate che sia lo stesso anche nel caso della coppia aperta e non per nascondere, ma per rispetto? E chi vi dice che nella coppia aperta io vada a descrivere al mio partner quello che faccio con gli altri?
    e in secondo luogo: se siete convinti di questa modalità di coppia aperta, perchè continuate a parlare di un solo partner? non potreste averne più di uno pure voi?

    è da queste domande che si scoprono alla fine le nostre intenzioni più vere.

  2. E’ probabile che questo mutamento richieda l’elaborazione di una nuova educazione sentimentale.Per quanto mi riguarda,pur non avendo avuto una educazione di carattere religioso,epur essendo una donna libera nelle sue scelte sentimentali e sessuali,faccio fatica a convivere con l’idea e con la pratica di una coppia aperta.La fedeltà sessuale credo alimenti proprio il senso di appartenenza e di unicità.Mi pongo e vi pongo alcuni quesiti. E se il vostro partner uomo o donna che sia  trovasse nell’altro/a una migliore soddisfazione sessuale? Come vi sentireste? E se facesse regolarmente sesso con la stessa persona significherebbe che intrattiene una relazione vera e propria? O gli incontri devono essere ogni volta con una persona diversa per risultare accettabili? Voglio dire che a parole è piuttosto facile ma che nella pratica poi anche la coppia aperta stabilisce delle regole per il suo funzionamento. Più persone conosciamo ed incontriamo più ci rendiamo conto che potremmo essere compatibili con più persone e non con una soltanto.Perchè allora sceglierne una per sempre? Voglio anche aggiungere che secondo me la comune tendenza al tradimento è anche alimentata dall’erotizzazione di ogni aspetto della vita.Tutto è orientato al sesso. Una donna che mangia lo yogurt in un qualunque spot televisivo lo fa con lo sguardo "sto per avere un orgasmo".
    sempre quella del commento 41 🙂

  3. beh negli anni 60 c’era questo mito, della coppia aperta. solo che penso che ad accettarla devono essere in due e devono essere sufficientemente forti.

    Io ancora ammetto di essere un pò gelosa, più che altro sono gelosa del rapporto esclusivo che abbiamo più che di lui, cioè non sono gelosa di lui come persona e penso anche che il nostro rapporto come tutti i rapporti sia unico.

    però la direzione è quella. forse perchè non sopporto più che qualcuno abbia delle pretese su di me, ne io amo averne sugli altri.

    per me un rapporto sano si basa sulla fiducia, la stima e l’affetto reciproci.

    e penso che una relazione sia una pianta da innaffiare in due, ma prima di tutto ci siamo noi, come individui e se speriamo che l’altro ci nutra di ciò che non sappiamo darci individualmente, non esiste coppia, ma solo un rapporto malato, egoistico.

    Penso inoltre che il  matrimonio debba assumere una forma diversa, più simile ai pacs che non al matrimonio come è inteso qui in italia. Ovviamente ognuno fa le sue scelte e si spera che incontri una o più persone che condividano questa scelta.

    I costumi cambiano…ogni forzatura, qualsiasi sia la direzione porta solo a sofferenza. ed è questo che secondo me si è attuato negli anni 60. Una forzatura.

    c’è che non siamo ancora pronti, come dice ameya, ma individualmente, non siamo educati all’indipendenza, a bastare a noi stessi.

    senza dire nulla contro la fede in dio, qualunque dio sia, la religione spinge ad un concetto di dipendenza in quanto è ben percepibile come, secondo i dogmi religiosi, semplicemente ci dobbiamo adeguare a qualcosa che viene dall’alto nella nostra più totale impotenza.

  4. @era una costatazione…dove andranno i costumi non lo so.., la lettrice narra di un tentativo , suo, fallito di accettare ciò che al momento non pare essere accettabile…infatti il post chiedeva testimonianze se eventualmente qualcuno fosse riuscito a accettare il compagno che torna profumato di altra donna…forse in mille anni il matrimonio scomparirà? Tutti si accoppieranno bellamente con tutti? Dove andranno i costumi? Mille anni fa si bruciavano le streghe…io osservo, per ora va così..sembra.

  5. "non siamo culturalmente, emotivamente e evoluzionisticamente pronti a questo…"

    scusa Ameya, ma quindi la coppia aperta sarebbe una conquista? Un passo in più lungo il cammino dell’evoluzione, una conquista culturale ed emotiva, una acquisizione di libertà dalla necessità di possedere?Io so che tu, molto professionalmente, non dai giudizi ma osservi…solo che nel tuo commento precedente il "non essere pronti" presuppone una futura, non si sa quanto distante, conquista….
    forse non ti ho intesa bene, scusa.. e grazie della tua eventuale risposta
    Irene

  6. E’ la mia prima volta qui. Ho letto con molto interesse le esperienze e le opinioni di tutti. Concordo con GVB .La coppia tradizionale ha dei limiti oggettivi. Siamo,uomini e donne,soggetti che desiderano.La coppia aperta però,e lo dico per esperienza personale,è di complicatissima gestione emotiva. Credimi GVB guardare il tuo uomo uscire di casa per incontrare una donna che desidera e con la quale sai che potrebbe fare l’amore è devastante. Io,sentendolo rientrare a casa ed infilarsi nel letto con addosso l’odore di un amplesso con una donna che non ero stata io,ho sentito il cuore spaccarsi in due.Niente da allora è stato più lo stesso.Da nessun punto di vista.

  7. no , non credo fermamente nel condominio : pura illusione per chi non riesce a farsi una  ragione della mancanza di reciprocità , e intanto il tempo passa , e la nostra persona resta li’ , tristemente ferma (che peccato ) in una situazione di insoddisfazione con qualche sprazzo di euforia data dalle imprevedibili concessioni momentanee ed egoistiche dell’altro .Una grande perdita  di tempo e nonostante tutti : amici , parenti , etc. te lo dicano in tutti i modi possibili ( fino a quando , per non sentirtelo dire , capace che ci litighi pure ) te la racconti da sola. No , non crediamoci in questo dolore che è come se ci tirasse dentro con la forza dell’autoconvincimento : è un vero peccato . La nostra libertà è quella di scegliere , e questa è una prigione senza sbarre dalla quale si può uscire in qualsiasi momento…ma purtroppo bisogna arrivare a capirlo.Possibilmente prima di subito !

  8. Se avere rapporti sessuali con la tua schiava può donarti il benessere di cui hai bisogno..Non sarà tua moglie a giudicarti..Del resto la liberazione dalla schiavitù d’egitto richiese il tempo che richiese..Se, il tantra non è suficiente ad assopir la tua sete, se hai necessità della carne soddisfa la tua voglia, per poi, riconquistare la serenità che ti occorre per tornare al tuo lavoro..Del resto, c’è chi riesce a vivere benissimo mangiando poco, e chi invece sembra essere vorace.
    I limiti non mi piacciono, due persone che si vogliono bene possono esprimere il proprio pensiero ciò che li fa più soffire..Ma se poi , quel divieto d’amore deve divenire l’inquietudine malessere della persona che tu ami..Allora non puoi far altro che affrancare l’altro e rendendolo libero d’agire come meglio crede..
    L’amore del resto è soprattutto questo, essere felici se l’altro è felice, diversamente, sarebbe mero possesso.
    Anche se, l’esclusività di letto è piuttosto un  desiderio spontaneo che n obbligazione morale, almeno nel mio caso..
    ciao a man..

  9. Di recente ho saputo della metafora di Agar-Sarah,  dal nome di Agar, la schiava egizia del patriarca Abramo, con cui questi aveva rapporti sessuali con il consenso della moglie Sara. Considerata che la bibbia è stata scritta da patriarchi, da uomini bisogna tenerlo in considerazione.
    Come sarà stata Sarah?
    Mh, quesione interessante.
    Personalmente penso che non possano esistere condomini sentimentali.
    La fsica insegna che le realtà complesse sono sempre composte da pochissimi elementi più semplici, non da una molteplicità di elementi più semplici.
    Ma la sessualità è fatta di sei parti, ne esistono altre quattro oltre a cuore e sentimeni.

  10. BUON NATALE PRINCIPESSA DEL SORRISO. IO DIPENDO DALLE MIE CORDE SPINALI, PERCIO` MI SERVE UN DOTTORE MOLTO AFFETTUOSO, PERO` IL TUO SORRISO FA BENE A TUTTI. TI MANDERO` UN PANETTONE TRAMITE UPS, UNO TI QUESTI GIORNI. SEMPRE CON AFFETTO A TE E FAMIGLIA E UN FELICE  MERRY CHRISTMAS.   

  11. non mi pare altisonante la mia teoria, la quale essendo una teoria poi nella pratica è difficile da raggiungere. Difficile perchè presuppone appunto di aver risolto i propri traumi, le proprie problematiche. Di bastare a se stessi, l’uomo come la donna. Infatti l’immagine che hai  postato secondo me è sbagliata, per come io intendo la cosa. Nessuno tradisce nessuno. Non è che io faccio discorsi di unicità, di fedeltà eterna. Pongo la mia attenzione sulla qualità del rapporto in se nella sua fattispecie.

    Mentre invece a me pare che qui si parla di rapporti dove c’è un dolore ed una paura che si cerca di esorcizzare proprio ricadendo nei medesimi schemi.

    una paura a definire il proprio valore e a darsi in coerenza con esso a chi di contro fa la stessa cosa.

    non è semplice…ma neppure impossibile.

    cosa ne ricava l’uomo che si divide tra mille donne, e la donna che accetta passivamente una situazione mistificata da imprintings sociali che lasciano il tempo che trovano?

    soltanto una maggiore solitudine.

  12. Hai ragione in tutto e per tutto, cara Ameya. In effetti ognuno dovrebbe risolversi da solo certi suoi bisogni, senza usare strumentalmente gli altri. Ci sto provando. Non ho mai provato la meditazione. Di solito, di fronte ad ansie e paure, razionalizzo, cercando di capirle e smontarle. E’ sempre stato il mio modo di rassicurarmi e mi è stato insegnato da bambina. Quindi scrivo molto a me stessa (tengo un diario) in cui mi racconto, penso e ragiono. A volte però l’emotività prevale, l’ansia prende il sopravvento e non c’è nulla che tenga…

    #3

  13. @uhm..ci sono momenti nei tui scritti di consapevolezza conditi con tante ricadute..LUI LUI LUI…il bisogno di spiegare Lui te stessa…in ogni relazione non dovrebbe esserci il bisogno di chiedere spiegare contrattare ecc..di fluisce e basta..ognuno intero..il solo fatto che SE lui ti rassicura ti senti subito meglio mi fa pensare a un narcisismo conclamato da entrambe la parti.. è l’insicurezza la malttia dei narcisisti, e la riempiono dal di fuori…lui con tante donne, tu con tutte ste manfrine e mi e mu e ma..
    attenuare il proprio narcisismo è un lungo percorso, hai mai provato a particare meditazione?

  14. Riparare il copione, dici, Ameya. Cioè, se ho ben capito, risolvere il problema della dipendenza stando in una relazione e non allontanandose (che può parere una fuga dal problema). Risolverlo restando. E risolverlo non volendo cambiare l’altro, ma migliorando prima di tutto sé stessi e il proprio modo di relazionarsi con gli altri.
    Ad esempio, per una dipendente, restare smettendo di chiedere conferme, restare smettendo di chiedere dosi maggiori, di quantificare, di condividere ogni cosa. Restare lasciando l’altro libero di avere i suoi spazi, tempi, la sua libertà.
    Da poco tempo, neanche un paio di mesi, ho inaugurato un nuovo modo di relazionarmi con il mio narcisista. Prima c’era stato un percorso di consapevolezza mio al termine del quale, non so davvero come, mi è venuto naturale rapportarmi a lui in maniera diversa. Non del tutto e con diverse ricadute, ma con anche diverse novità. Ad esempio ho cominciato a provare a spiegargli cosa non mi andava, cosa avrei voluto, a raccontargli il mio percorso interiore, dei difetti che mi ero scoperta, delle promesse che mi ero fatta… ho parlato più di me che di lui, ma non certo solo dei miei bisogni. Prima non c’era mai stato questo dialogo, questa intimità. Piano piano lui ha cominciato a rispondere senza alzare le difese e senza rabbia alle mie domande, credo anche con più sincerità di prima. Forse perché ho smesso di giudicarlo, forse perché mi ha sentito più innocua, debole e non all’attacco. E’ stato bellissimo riuscire a parlare. Lui mi ha detto di capire i miei bisogni e le mie difficoltà, di capire quanto sia difficile stare in una situazione simile, ma mi ha detto anche che in alcuni casi io ho pretese eccessive. E temo abbia ragione.
    Sai, Ameya, anche io credo che lui abbia spesso pretese eccessive. Come lui stesso dice per primo, è insicuro e ha continuamente bisogno del plauso… è anche permaloso. A volte estremamente faticoso.
    Devo dire però che, accidenti (non so proprio perché a volte io veda tutto nero e non riesca ad apprezzare le cose positive), sempre più l’ho visto attento alle mie esigenze, ho visto che cerca di limare certi suoi comportamenti che io trovavo offensivi (cose piccole, magari banali, ma alla fine significative, come il dare per scontato che una cosa mi vada bene senza chiedermelo, dal ristorante al nuovo incarico professionale) e di rassicurarmi quando non riesce ad essere presente… Come se avesse cercato di venirmi incontro per quanto può.
    E quando lo fa, io sono subito più sicura di me e tranquilla, serena.
    Anche lui ha cominciato a parlarmi di certe sue difficoltà, certi problemi. Non solo dei nostri, ma anche di quelli con la ragazza ufficiale e coi genitori. Un po’ come se, ora che mi mostro più debole io (cioè ho la forza di essere debole, il che è stato uno sforzo immenso…), potesse abbassare un po’ le difese anche lui.
    Ho letto un tuo commento dove inviti una donna dipendente, che però ama ed è riamata, a lavorare in questo modo per correggere la sua danza relazionale (io l’ho sempre chiamata "lotta di potere", il che – mi sa – la dice lunga). Io, come dicevo, lo faccio da un paio di mesi, con qualche risultato. Tuttavia ho delle ricadute, periodicamente ho voglia di scappare. Oppure cado nell’errore di spiegargli i suoi difetti… non crudamente come facevo una volta, ma magari parlando di me stessa e dicendogli che secondo me anche lui è un po’ così…
    Il fatto è che da quando ho minacciato di andarmene dicendo che sto male e non sono contenta… lui mi ascolta di più. Però, accidenti, non sono guarita, devo lavorare su me stessa, non credo basti lavorare alla relazione, poi è vero che lavorando alla relazione lavoro su me stessa, però rischio anche di fare dei danni, quando ricado, alla relazione. Mentre mi perdono più facilmente, non so quanto lui possa perdonarmi se faccio passi falsi… comunque lui è lontano dalla consapevolezza…
    Anche se non posso non ammettere che in questo ultimo anno è migliorato col suo narcisismo. Fa più cose da solo, sente di più il bisogno di stare solo con sé stesso… pratiche che io incoraggio sempre. Se sta solo con sé stesso non mi sento tradita, sono anzi contenta per lui (forse perché io stessa sto sola con me stessa spesso), mentre sopporto meno altro. E d’altra parte come non essere gelosa in un caso simile?
    Chissà se è davvero possibile restare mentre si guarisce, ognuno sé stesso (eppure lui è stato fondamentale per me, per vedere i miei difetti che trovo rispecchiati in lui) e un giorno amarsi.
    In passato sono fuggita da situazioni simili. Se stavolta resto, ci dev’essere qualcosa di diverso. Sarò diversa io?
    Voglio ringraziarti, Ameya, per questo blog. Il fatto che contenga testimonianze e descriva il problema da tante angolazioni diverse è davvero utilissimo ed efficace. Grazie.

    #3

  15. Le tue affermazioni: "Non puoi attaccarlo se poi tu fai lo stesso"
    oppure e soprattutto la consapevolezza che se lui avesse agito diversamente io sarei fuggita via..

    Tanto la prima quanto la seconda affermazione lasciano riflettere.
    Mi sono chiesta spesso "E se fossi io a sbagliare"?Ma sai è difficile comprendere i propri sbagli quando dinanzi a te non possiedi nessun parametro di riferimento "esemplare"..Perchè?
    Perchè l’uomo che ami si rifiuta di consigliarti la strada giusta sostenendo la tesi che così facendo i tuoi stessi comportamenti non potrebbero ch’essere falsati, non frutto d’una vera crescita interiore ma, di voler apparire bella agli occhi di chi t’interessa conquistare..
    Le amiche fanno la stessa cosa..
    Mi è capitato più volte di vivere situazioni imbarazzanti all’interno della quali chi si dichiarava mia amica simulava l’atteggiamento sbagliato indossava l’abito sbagliato assumendo un atteggiamento "Volgare" confidando forse nel fatto che, non avendo avuto a monte alcun parametro di riferimento avrei seguito il verso senza possibilità alcuna di discernimento..
    Se lui avesse agito diversamente, ci sarebbero stati minore numero di sbagli, perchè egli m’avrebbe donato il giusto parametro di riferimento che alla fine pian piano ho comunque compreso da sola il perchè..
    E sicuramente, ci saremmo amati di più e feriti di meno..Ecco tutto, ed ecco perchè, nel frangente, preferisco la compagnia d’un buon libro che non mente a quella d’amicizie false ed ipocrite che non cercano d’aiutarti ma come la mia famiglia d’origine d’affossarci..
    E’ possibile però che lui stia comprendendo quando tutto questo sia stato per me difficile, pari all’inferno..
    Solo il suo amore che mi sostiene facendomi confidare in un futuro migliore, privo di sbagli.

  16. @#3 il copione si può RIPETERE o RIPARARE… a volte ci si crea una famiglia nuova per riaprare quella d’origine, oppure si emula in tutto quella. Non vi sono regole, ci si ritrova nell’opzione A o B.

  17. @Maluan certo le fondamenta del condominio sono insoddisfazione incapacità di darsi ecc ecc
    noi donne guidiamo la danza del fuggittivo e l’inseguitrice, sono d’accordo

  18. Non sarò certo io a smentirti, dal momento che il mio dongiovanni, a domanda diretta, mi ha sempre risposto che nessuna delle sue donne è stata felice della situazione, neanche quelle che non sapevano dei tradimenti, perché comunque il suo "non amore" appare chiaramente, come in fondo dice "spremuto". Quella ufficiale del momento… non sa di me né di altre, ma non è felice neppure lei. Io credo che il mio narciso abbia sviluppato una dipendenza dal lavoro. E credo anche io che investa poco su tutte per proteggersi dal dolore. Fa così anche con gli amici.
    Leggere B.M. mi fa un effetto stranissimo, come se leggessi me stessa.
    Odiarli, giustificarli questi uomini… diciamo che noi donne uguali a loro li capiamo di più (mentre credo che molti che leggano qui facciano fatica a capire certe cose…), sappiamo che dietro c’è solo un grande dolore… però capirli non dovrebbe  poi voler dire giustificarli… come non dobbiamo giustificare noi stesse. Mi spiego: io posso anche avere capito che in fondo è colpa di come ho vissuto determinate cose nella mia famiglia d’origine, ma questo non significa che io non debba cambiare e migliorarmi… ho capito dov’è il problema e quindi sono sulla buona strada per risolverlo. Dire "sono fatta così" non vale. Io non voglio farmi lo sgambetto da sola… una volta pensavo di essere sfortunata in amore e che nessuno fosse alla mia altezza. Adesso invece mi sono resa conto che è colpa mia che non so amare. Ma ammettere la colpa, prendersi la responsabilità in questo caso può significare avere la possibilità di trovare la soluzione… cioè, se la soluzione di questo problema nelle relazioni dipende da me, se sono io la causa della mia infelicità, ma allora posso uscirne, cambiare… devo solo capire, in pratica, come fare. Oltretutto potrei anche cominciare subito a fare pratica, visto che il problema non investe certo solo le relazioni con un partner, ma anche quelle famigliari, amicali…
    Di teoria ne ho letta abbastanza, credo. Non solo Fromm (L’arte di amare), ma anche "Ho sposato un Narciso chiarisce bene le idee" e questo blog ancora di più…
    Grazie, Ameya, del tifo!

    #3

  19. mi piace questo argomento … però si parla molto di condominio e comproprietà invece credo che la parole esatte siano insoddisfazione, noia, routine … non so … quello che accade in realtà e che siete voi donne a scegliere dandoci l’illusione che avvenga il contrario.
    un bacio
    Maluan

  20. @evviva un uomo sincero 🙂 immagino che un uomo che cerca di tenere in piedi una storia con tante donne non ne faccia felice nemmeno una…ne ho quasi la certezza, ma cerco smentite 🙂

  21. non credo che esistano condomine felici…magari si all’inizio può essere stuzzicante,competitivo…ma poi alla fine?a parte che dividersi per rendere felici più di una donna è difficilissimo,già è difficile far contenta una donna…figuriamoci più di una…penso che alla fine la cosa si sgretoli..

  22. @Barbara hai toccato un tema finora non detto: il fatto che chi si spalma su tante storie lo fa per proteggersi dall’eventuale dolore di essere lasciato…non investe su fronte unico, così mal che vada…

  23. Esatto cara Ameya!
    Nn a caso avevo premesso che, alla fine, avrei confermato che in realtà le condomini felici nn esistono!

    E anche io mi ero resa conto che lui nn era certo il solo ad avere problemi con i legami.
    Sai quante volte, di fronte ai suoi atteggiamenti, io pensavo: va be…ma io faccio lo stesso?
    Per questo lo giustificavo sempre.
    Nel mio caso nn era un accettare qualsiasi cosa pur di nn perderlo, ma piuttosto un "nn puoi attacarlo se tu poi fai lo stesso" e, soprattutto la consapevolezza che se lui avesse fatto diversamente io me ne sarei fuggita via!
    E ho la sensazione che lo sapesse anche lui…
    Se c’è stata una cosa buona è che io nn mi sono MAI sentita vittima indifesa di lui xkè ero consapevole che era ciò che volevo io.

    Ed è stato questo che mi ha spinto sempre a lavorare su di me e nn a lottare per cambiare lui.
    Ho sxato, certo, che lui capisse se stesso e cambiasse, ma mi sono sempre detta che ognuno di noi doveva affrontare la propria problematica per conto proprio ed elevarmi a crocerossina per salvarlo, senza che neanche lui me lo chiedesse esplicitamente, avrebbe creato un circolo vizioso di dipendenza da cui sarebbe stato ancora più difficile uscire.

    ma mi accorgo che forse sto andando fuori tema, per cui ti saluto e ti auguro una buona domenica!

    B.M.

  24. Vorrei raccontarvi la mia esperienza, giusto per chiarirmi io le idee e cercare al contempo di ricevere un consiglio da voi..
    Allora, la storia inizia circa 9 anni fa. Io ero fidanzata da circa 7 anni, stavo con un ragazzo che consideravo speciale e pensavo d’amare molto. Posto che, ho ricevuto un’educazione molto rigida,e la mia famiglia, tenesse molto a lui e al fatto che ci saremmo sposati al più presto possibile.
    Premetto dire che, lui pressava affinchè ci sposassimo fin da quando avevo 19 anni, ma la visione che entrambi avevamo della vita era diametralmente ai due antipodi.
    Detto questo, le occasioni di frequentare tante altre persone, non è mai venuta meno anche perè lui prestava servizio a Milano ed i primi anni di fidanzamento furono a km di distanza infiniti. Ci si ritrovava giusto e solo nei periodi festivi, oppure, nei periodi in cui lui era malato e tornava a casa.
    Contrastata dalla mia famiglia, decido d’intraprendere l’università,a dispetto delle aspettative, il mio ex era quasi riscito a convincere mio padre all’acquisto della casa e cercava in tutti i modi di convincermi a sposarci e magari fare un concorso ed accontentarmi d’un posto in archivio come avevano fatto tante altre mogli di suoi colleghi prima di me..Ma, onestamente,a 19 anni non mi sentivo pronta, volevo continuare gli studi perchè sentivo di voler seguire una strada diversa. Lo convinsi a darmi retta con estrema fatica, e,a rinviare l’idea del matrimonio..Premetto dire che per tutto il periodo del fidanzamento non l’ho mai tradito, mai, ed il semplice fatto di accettare l’invito a bere un caffè con un amico in comune incontrato per caso per strada, mi faceva sentire in colpa, perchè sapevo di quanto questo potesse essere motivo di dolore gelosia per lui..Così evitavo. Anche se, le discussioni non mancavano mai, perchè la gente è spesso molto cattiva e, conoscendo il suo carattere, spesso utilizzavano questa sua gelosia per farci male. Da persona educata e delicata, spesso, non riuscivo ad essere feroce, e la gente quasi si divertiva a farci litigare. Per il resto, egli, si fidava di me,e sapeva che se mai qualcosa fosse mutato tra noi, sarei stata la prima a dirglielo..
    18 dicembre 2000, mi succede un qualcosa d’indescrivibile. Incontro un "ragazzo" strpitoso, la prima volta che lo vedo è durante il mio esame di filosofia peraltro in copagnia del mio ex fidanzato, ricordo quel giorno sarei dovuta partire per Roma, attendevamo l’esito dell’esame con le valigie già pronte in macchina, sua fratello stava diventando commissario di polizia,e partivamo per il assistere al giuramento con tutta la sacra famiglia..Ma quel giorno, fu per me l’inizio d’un vero tormento/calvario..Quel ragazzo mi rimase impresso, era come se la mia anima fosse entrata in contatto con la sua, come se egli m’avesse rivelato la sua vera essenza come un conoscerci da sempre..Dissi a mia madre, secondo me suona avrà tendenza per la pittura e la poesia..Ricordo fu solo una sensazione. Bastò, per cambiare la mia vita..Al ritorno dal viggio, i sentivo come stordita, mia madre cominciò a star male, da lì a poco scoprimmo la causa del suo male che mi costrinse a pertire nuovamente per Como, altri tre mesi d’inferno..Nel mentre continuavo a studiare, lo rivide solo nel mese di settembre 2001..In quell’occasione compresi che ciò che avevo sentito non era stato il frutto d’una semplice forse banale sensazione, ma molto molto di più.. Tornai a casa sconvolta..Non riuscivo più a pensare ad altro, non riuscivo a spiegarmi il perchè mi stesse accadendo tutto questo, così chiesi al mio ex fidanzato un periodo di pausa, sentivo l’esigenza di rimaner sola pe carcare di capire…Fu in quel frangente che cominciai a frequentarlo meglio, volevo capire se si trattava d’una mera sensazione oppure c’era qualcosa di molto di più..
    Insomma ragazzi per farvela breve, avevo scoperto sulla mia stessa pelle il mitico "colpo di fulmine"..Passai l’inferno. Come dirlo alla mia famiglia? Come spiegarlo al mio ex fidanzato? Come fare capire al ragazzo che cosa significasse per me?
    Per farvela breve, il mio ex ragazzo la prese proprio male, cominciò a scrivere e pubblicare libri per attirare verso sè l’approvazione sociale, la mia famiglia mi minacciò di tagliare i fondi per l’università e mi costrinsero letteralmente ad allontanarmi da lui..
    Dalla vista, ovviamente, non dal cuore.
    Il ragazzo che chiameremo Vanni, dal suo canto, non riuscì a comprendere questa cosa, o forse la comprese a modo suo immedesimandosi nella situazione. Cominciò a chiedersi se tutto questa storia fosse successa a lui, si insomma se poteva fidarsi d’una ragazza che dopo 7 anni era stata disposta a piantare brattini e baracche per inseguire un nuovo amore..Questo, mi faceva vedere ai suoi occhi come una squilibrata, una ragazza pronta a lasciare il certo per l’incerto senza una logica o un parametro di riferimento, poi, cominciò a pensare che quella stessa gelosia, avrebbe potuto affligere lui se il nostro rapporto avrebbe assunto una diversa forma, così decise di allentare la corda e di distribuire la sua attenzione su più donne, in modo da non farmi mai sentire così importante per lui..A motivo della sua gelosia/paura, cominciò ad essere scontroso entrando in competizione col mio passato, ed al contempo odiando la mia famiglia considerata per lui l’artefice del nostro forzato allontanamento. Egli desiderava ardentemente ch’io gli dimostrassi d’essere al di sopra di tutto e di tutto, ma quando ciò accadeva, egli per paura di perdere nuovamente si ritraeva spingendomi alla follia..
    Un amico in comune mi disse così:" Non prendertela, è convinto che questo sia l’unico modo per non perderti mai"..
    Ed invece, era l’unico modo per guidare entrambi alla follia senza mai raggiungere la vera felicità..
    Amici ho vissuto l’inferno ed ancora posso garantirvi non è facile, qualcuno afferma:" Tu parli di cose che non conosci, di civiltà a te troppo sconosciute"…Io rispondo come potrebbe dire Pirandello:"Non esiste una sola realtà, ma tante realtà a seconda degli occhi che la osservano, cività è soprattutto questo, avere la capicità d’accettare il punto di vista diverso,anche se scomodo rispetto al proprio"..

    Grazie dell’attenzione concessami. I miei riguardi e saluti a tutti voi
    Barbara.

  25. scusatemi tanto ma…

    sulla base della mia esperienza ho dedotto una mia personale teoria.

    Teoria che può apparire cinica perchè è la pura e semplice verità. Ma non è cinica.

    Coppia aperta, coppia chiusa, coppia deviante….coppia assertiva e positiva

    di fatto prima di tutto è coppia, gli altri aggettivi non contano. La coppia e la qualità del rapporto che intercorre in essa è il significato, gli altri sono significanti, significanti a cui mi sembra diamo più importanza di quanta ne diamo al significato stesso. Questi significanti (gli aggettivi) spesso mistificano il significato (il rapporto di coppia) aggiungendovi sovrastrutture di aspettative puerili che hanno la stessa radice della dipendenza affettiva, ed è proprio da queste aspettative, e soprattutto dalle aspettative deluse, che nascono tutti i casini.

    Amare, è una parola grossa. ha significati immensi e di così tante sfumature, da persona a persona, che secondo mè è una parola che si deve usare il  meno possibile proprio come segno di rispetto verso un sentimento del genere. L’amore è un sentimento ma anche un valore.

    Purtroppo siamo in un paese dove i valori sono andati tutti a farsi benedire. e questo perchè? perchè parlando troppo di valori invece che agire in coerenza ad essi, essi si inflazionano, perdono valore.

    Quindi siamo purtroppo un paese dove si parla troppo di valori e che quindi i valori sono inflazionati.

    Tralascio le considerazioni sul perchè siamo questo invece che quest’altro, di natura puramente antagonista alla nostra attuale e passata  politica e religione.

    E’ un circolo vizioso che alimenta se stesso fino alle estreme conseguenze e per quanto mi riguarda, nel mio piccolo ho deciso di interroperlo.

    Io penso che quando ami una persona innanzi tutto la scegli e la scegli per vari motivi. Tuttavia realisticamente siamo così complessi che difficilmente una sola persona è in grado di soddisfare tutti i nostri bisogni, sia perchè questa persona ha sua volta ha bisogni che non completamente possiamo soddisfare, sia perchè siamo animali sociali e per questo viviamo in un tessuto sociale abbastanza stretto.

    Le persone che ci circondano occupano ognuna un proprio spazio lungo una propria orbita intorno a noi, esistono più orbite e la loro vicinanza al nucleo centrale, ovvero noi stessi, delimita un grado ed un limite di intimità con la nostra parte più profonda. Non a caso al centro ci siamo noi.

    La persona che amiamo è la persona che eleggiamo ad essere la più vicina al nucleo, tuttavia esistono anche gli amici, i parenti stretti, gente che in maniera più o meno accentuata potenzialmente ci conosce bene. Queste orbite infatti non sono circolari e parallele alla superficie del nucleo, sono linee chiuse che si avvicinano o meno a noi a seconda dei nostri diversi bisogni.

    Abbiamo amici con cui condividiamo alcuni aspetti, ed altri con cui ne condividiamo altri. Ovviamente si spera che con la persona che amiamo ci sia il più alto grado di affinità elettive.

    Ma capita anche di consigliarci con amici circa quello che succede con la persona che amiamo. ecco quindi che la persona con la quale parliamo della nostra relazione è a pari grado, in quell’ambito, vicina a noi con la persona che amiamo, se non addirittura più vicina di essa (in caso di crisi di coppia per esempio).

    Cosa significa questo?

    che quello che conta è la qualità del rapporto, non l’etichetta che le diamo.

    Perchè anche se siamo fidanzati, questo non ci preserva dal tradire la fiducia ed esserne traditi dall’altro.(ovvero fare entrare anche per un istante una persona estranea in un grado di intimità superiore a quella della persona amata, fosse anche uno sfogo, per non parlare del sesso). Ci priveremmo forse delle stupende serate solo maschi e solo  donne in cui "sparliamo" dei nostri partner??? NOO DI CERTO!

    E ciò accade da sempre e sempre accadrà.

    quindi…

    se ci si concentra sulla qualità del nostro rapporto di coppia, se si da il giusto valore alla parola amore, ne consegue che dovremmo innanzi tutto dare valore al rapporto con noi stessi e il giusto valore a noi stessi.

    ergo, così come noi  magari amiamo parlare e spettegolare con un amico, la persona che amiamo avrà altri bisogni da soddisfare. Ma quello che conta e che io e il mio partner stiamo bene assieme, conta il valore che noi diamo a questa relazione sia sempre positivo.

    Nel momento in cui il valore che le diamo scende e nel momento in cui con questa persona smettiamo di stare bene (cosa che può capitare ogni giorno) la relazione entra in crisi.

    a questo punto dipende se entrambi vogliamo rimettere in sesto le cose oppure no, se si si procede, altrimenti si chiude. E’ una danza in due e contano i passi che l’uno fa verso l’altro nell’ambito della nostra relazione.

    Questa nella sostanza è ciò che succede da che mondo è mondo in qualsiasi coppia di persone, qualsiasi sia il grado di intimità con essa ed ovviamente man mano che questa persona è vicina a noi e noi ad essa le cose si complicano.

    ma non deve mai mancare il rispetto per noi stessi, la consapevolezza del nostro valore, se manca è facile pretendere dall’altro delle conferme di ciò che esso non può darci, manco volendolo. Innescando quindi il circolo vizioso.

    questo è il motivo per cui, per quanto mi riguarda, la danza che chi amo intrattiene con altri, a me non interessa. Per me l’importante è la qualità della relazione che intrattengo con essa. E’ solo attraverso questa che io mi sento unica per lei e lei è unica per me. Così come unico è il rapporto con ogni persona cui entro in relazione, che sia il cliente che mi chiede 3 fotocopie o un biglietto da visita, il mio migliore amico, o l’uomo con il quale vorrei costruire una famiglia.

  26. @BM fare la condomina felice senza nessun coinvolgimento non vale…
    Confermi due cose emerse dal dibattito qui:
    1- si riesce a vivere in condominio se non si è coinvolti affettivamente
    2- chi insegue uno che fugge ha la STESSA paura di stare in relazione del fuggitivo
    interessante no?

  27. @Sliver quanto racconti è…moderno!
    Sono le nuove e frequenti configurazioni virtuali relazionali…
    Si parla di queste relazioni come fossero consumate, sviscerate, profonde e consunte..in realtà si scopre che in questi nuovi amori ci si è visti 3 volte ma si parla come se si avesse avuta una relazione di 30 anni…che dirti?
    Leggo qui che molti-molte si accoppiano virtualmente con tizio e caia…si mollano, si mettono con altri, e stanno seduti comodi davanti al pc, sudando e soffrendo come se avessero scalato l’Everest..
    La vita è altrove Sliver, non farti agganciare dal senso di colpa per la tenda ecc… mica ti ha donato un rene, ti ha dato un po’ di attenzione, ripagata dalla tua..siete pari…
    Non farti inutili domande, Chi prende , molla, cambia, in realtà non lo fa contro chi molla, ma lo fa per una sua irrequietezza che non ha nulla a che fare con te!

  28. ciao!
    sono stata una condomine felice!
    ma mi sa che nn faccio testo e finirò con il confermare che, in realtà le condomine felici nn esistano..
    Mi spiego.
    anni fa ho avuto una relazione con un uomo e sapevo benissimo che lui usciva anche cn altre e a me nn fregava nulla.
    anzi, sembrò più deluso lui di me quando vide che la notizia nn mi destava alcuna reazione.
    come ci sono riuscita?
    nn certo per maturità, ma per assoluta assenza di coinvolgimento emotivo con la persona in questione.
    per me era solo sesso, nn mi importava molto di lui, anche se ci conoscevamo da anni e ci consideravamo amici prima di finire a letto insieme.
    ed è finita nn perchè uno dei due si è sentito coinvolto, ma solo perchè, senza amore, dopo un pò sentivo che mi mancava qualcosa e la situazione nn mi attraeva più.
    in pratica, dopo qualke mese, mi ero annoiata.

    ben diversa è stata la situazione quando ero invece innamorata.

    premmessa:
    ho iniziato ad avere un minimo di dialogo cn mio padre solo verso i 16 anni e solo perchè mi ero resa conto che, per il suo essere per nulla partecipe alla vita domestica, io praticamente nn lo consideravo proprio e mi dispiaceva per lui..mentre mia madre nn è mai stata capace di un semplice gesto di affetto o di dire "ti voglio bene" a meno che nn fossimo noi a chiederlo…e io sono orgogliosa dalla nascita.
    aggiungendo che ogni volta che io suggerivo a mia madre di andarsi a fare una passeggiata con mio padre lei mi rispondeva sempre (con tono annoiato): "solo io e tuo padre?no…e che dobbiamo fare solo noi?",
    mi sembra chiaro da dove nasca la mia tendenza ad innamorarmi di uomini emotivamente poco disponibili e con corredo di altre donne.

    con linaffidabile n°1 all’inizio mi dicevo che tra noi nn c’era una relazione ufficiale per cui nn potevo pretendere nulla e mi stava anche bene così.
    ero abbastanza soddisfatta del nostro rapporto, mi sentivo legata a lui ma senza sentirmi soffocata.
    poi, mi dicevo che con le altre erano solo avventure di passaggio, mentre tra noi cmq c’era un rapporto diverso.
    poi ho iniziato a dirmi che nn era il sesso in se a farmi star male ma la paura che, tra una sc****a e l’altra, lui poi si potesse innamorare e io avrei potuto perdere quel legame speciale che vedevo tra noi.

    sì, come no!
    dopo un pò mi sembrava di impazzire al solo dubbio che lui vedesse un’altra e a quel punto l’ho allontanato senza pensarci su due volte, ma nn senza dolore e nn senza che lui tornasse a cercarmi.

    ora c’è un altro, l’inaffidabile n°2, che, manco a dirlo, sta cn un’altra e nn credo nemmeno di essere l’unica cn cui l’abbia tradita.

    quindi mi sono posta il problema se accettare o meno la presenza di altre sia nel caso fossi io la donna "ufficiale" sia nel ruolo di amante.

    la risposta è no.

    non penso che si possa consapevolmente accettare la presenza di altre donne se si ama qualcuno.
    nn so nemmeno se riuscirei a stare con lui davvero, anche se la lasciasse e decidesse di stare con me.
    il tarlo della gelosia, del dubbio mi logorerebbe e nn so se resisterei.

    e la cosa che mi colpisce maggiormente è che nn sono mai rapporti alla pari, anche se si tratta di una frequentazione chiaramente non escusiva e senza tradimenti, perchè se tu sei emotivamente coinvolta, se esci con un altro ti senti in colpa, come se lo stessi tradendo.
    ed è assurdo!

    per rispondere a #3

    io ormai so che sono anche io ad avere una paura folle dei legami, mi sono abituata a cavermela da sola, a stare da sola, a nn chiedere nulla a nessuno se nn in casi estremi e divento claustrofobica all’idea di un legame.

    la prova?
    quando l’inaffifabile n°1 sembrava diventare più disponibile…mi prendeva il panico e scappavo dall’altra parte.
    sentivo che se fossimo tornati insieme sarebbe potuta essere la storia che nn finisce più ne ero letteralmente terrorizzata!

    e mi circondo anche in caso di semplici amicizie femminili di persone che nn esprimono il proprio affetto fisicamente ma in altri modi.
    mi dico che sono fatte così e le accetto.
    anzi, le persone troppo affettuose mi soffocano.

    so che così nn sarò felice e ci sto lavorando sopra.

    buona notte.

    B.M.

  29. Quanto tempo che non torno qui per un saluto, cara Ameya. Penso di essere capitato al momento giusto perchè ho qualcosa da raccontarti.
    Sai della vicenda del terremoto a L’Aquila, si? Bene, io sono del posto e ti assicuro che ho subito ogni genere di trauma a cominciare dalla mancanza di privacy avendo convissuto con la mia famiglia e sconosciuti in tenda.
    Durante il periodo di permanenza approfondisco la conoscenza con una donna, un’utente di Splinder, tanto per intenderci. Una blogger, in parole semplici. L’approccio è iniziato ad inizio anno come semplici amici che si scambiavano commenti reciprocamente. Da giugno il rapporto che sembra di amicizia si intensifica sempre più sfociando in quello che in apparenza sembra chiamarsi amore. Il sottoscritto parte naturalmente diffidente soprattutto a causa della grossa differenza di età, io 26 lei 36 con due figlie, ma piano piano riesco a sciogliermi grazie alla sua dolcezza e profondità. Certo ha la presunzione di ritenersi un angelo che porta con sé il paradiso e questa è una cosa che darebbe un po’ fastidio al popolo femminile.
    Sembra tutto bello, tra alti e bassi: lei ossessiva perchè non la consideravo abbastanza e tendevo a nasconderla a tutti per via della sua situazione personale, io invece troppo ingenuo e superficiale. Ci incontriamo dopo 5 mesi dalla fine di giugno. Dopo il nostro incontro, inizia un periodo di freddezza da parte sua e allora, dopo diciamo essermi innamorato, il mio cuore mi dice che c’è qualcun altro che le ronza attorno ed è vero, anzi, più di uno (in particolare ragazzi più piccoli di me) tanto che alla fine sviluppo una dipendenza nei suoi confronti, ma più mi mostro deciso nel voler continuare il rapporto e più mi allontana tanto che alla fine abbiamo chiuso, certo non del tutto, per causa mia che comunque sento di avere un debito nei suoi confronti per avermi sopportato durante i mesi di disagio in tenda.
    Lo so, caso differente e contrario, qui si parla di uomini con una fila di donne, ma il sottoscritto si è scoperto monogamo dopo una relazione del genere. Un dubbio che penso di tenere per me è: ma quando ci siamo visti pensava a me o al tipo successivo?
    Tu cosa ne pensi di ciò che ti ho raccontato?
    Sliver

  30. #8 sei sicura di avere compreso di cosa si parla qui?
    ti suggerisco di documentarti su cosa tratta questo blog, e mi dici dove io ho dato dei consigli? a parte a te di cercare di capire cosa stiamo dicendo qui?

  31. Sono #3, Ameya, scusami. Torno a scriverti dopo avere speso il pomeriggio a leggere qua e là il tuo blog. Prima non lo avevo fatto. Ho trovato le risposte alle mie tante domande. Almeno così mi pare. Ho letto più volte le stesse cose, che in parte conoscevo, dette in modi diversi, con esempi diversi. E’ stato come leggere me stessa.
    Mio padre è un narcisista. Le volte che in una relazione sono stata sicura di me è stato solo perché l’altro mi inseguiva o non provavo granché. Sì, sono dipendente, anche se non sono il tipo che non fa nulla da sola o cose simili. Ma il mio umore dipende molto da lui. E non ne ho mai abbastanza. Ammenoché non sia lui a cercarmi molto. Allora fuggo io.
    Mi viene da ridere, quanto siamo banali!
    Dunque:
    1-essere consapevoli OK
    2- prendersi le proprie responsabilità CI STO PROVANDO
    3- amarsi CI PROVERO’.
    <BR>
    Ameya… ce la si fa davvero? E dopo non avrò più bisogno di lui e non cercherò più di aggiustarlo? Né lui né nessun altro, vero? Sarò libera e sarò capace di amare?

    #3

  32. Il commento #6 non l’ho capito. Lui non è fedele a quella ufficiale, lei sì. Lei corre quando vuole lui, lui no. Lei dice in giro che è la sua ragazza, lui che lei è una che frequenta ma non è una gran storia… ma, non so, mi pare un accontentarsi più che un grande amore…
    Ad Ameya non posso che dare ragione: non sappiamo dare amore, né io né lui. E’ solo narcisismo. E se lui sembra più forte e chiede meno conferme, forse è solo perché ha diviso il suo bisogno di conferme su più donne, così chiede (e dà) meno a tutte.
    Sì, io ho cercato di analizzare lui, ma ho trovato me stessa. E il narcisista è uno il cui valore dipende dagli altri. E’ per quello che sono finita su questo blog, cercavo informazioni sulla dipendenza dagli altri. Ma non ho ancora capito se devo guarire prima il mio narcisismo o la mia dipendenza. Di certo, da questa storia me ne dovrei andare definitivamente. Amare, scrive Fromm, non è questione di trovare la persona giusta, è questione di dare amore. Eppure, se amassi questa persona a senso unico, non mi parrebbe di essere sana. Ne uscirò amando me stessa?

    #3

  33. Ma infatti quando ci s’innamora, l’uomo come la donna smetta di preoccarsi del sè, cominciando a spostare la propra attenzione sull’altro..Comincerei a preoccuparmi se accadesse diversamente..Chi riesce a preoccuparsi del sè, non tenendo in considerazione l’altro, egli non ama altri che se stesso..E l’amore vero non può essere questo..Perchè chi ama riesce a stare bene solo ed esclsivamente se la persona che si ama la si vede felice..
    Cosa diversa sarebbe imporre la propria presenza ad una persona amata che non corrisponde il nostro sentimento..
    Se io sono felice quando egli è
    ma lui , a motivo di questo è infelice, la persona che AMA veramente si allontana, perchè percepisce la  stessa sua vicinanza come motivo di malessere dell’amato..Ecco che alla fine, continuare a donarsi nei confronti di chi non ha alcuna voglia di ricevere il nostro amore, sarebbe non solo inutile per quanto NEGATIVO, in quanto sinonimo di violenza nei confronti dell’altrui volere..
    Diversa cosa se ne si comprende l’origine della riluttanza.Le dinamiche che possono indurre il soggetto a respingere l’amore nel momento in cui gli viene offerto..Se uno dei motivi di base e l’errato comportamento, se abbiamo ferito inconsapevolmente il nostro amato, non potremo che trovare il modo, la strada giusta per fargli comprendere che cosa egli rappresenta per noi..Tutt’altro che narcisismo..
    Ameya ma sei sicura d’essere una psicologa? Scusa senza offesa ma i tuoi consigli sono spesso poco mirati.

  34. @@  Quello che mi colpisce sempre leggendo queste storie è percerpire che si parla sempre prima di LUI, lo si analizza, lo si interpreta, a maggior ragione si sente che la persona in questione non è con se stessa, ma tutta spostata sull’altro. Altra cosa è il SE… se lui mi amasse, se lui lasciasse l’altra, se lui mi cercasse…allora…
    ripeto fino alla noia…tutto questo non ha nulla a che fare con il cosidetto amore. E’ bisogno di conferma (di lei) è narcisismo puro , di entrambi. nessuno dei due sa darsi, sa esserci, sa stare.

  35. Credo che la convinzione di lui dipenda intimamente dalla convizione di lei..Della fidanzata ufficiale intendo. E’ un uomo che Adora avere certezze intorno, un uomo che, di certo preferisce passare per Stronzo, ma mai per il coglione di turno, ecco tutto.
    Egli è fedele se sei fedele. Pronto a darti se per primo riceve. Disposto a rinunciare se la sua donna per lui è capace di rinunciare,e credo, che  il tempo sia stato capace di far comprendere alla coppia di quanto sia difficile continuare ad amarsi senza mai pensare per una attimo solo di lasciarsi, facendosi del male..
    Una ripicca chiama l’altra e la corda a lungo andare o si logora o si spezza. Mi chiedo non sarebbe meglio essere disposti ad accontentare l’altro di più mettendo tutto il resto da parte, cercando d’atttingere quelle convinzioni che mancano all’interno d’una coppia che continua ad amarsi così tanto?
    Qualcuno potrebbe obiettare, ma così diventi ciò che lui desidera tu sia, non ciò che tu vorresti essere.
    Ma, una persona innamorata ha come unico scopo essere felice con la persona amata..Illudersi di raggiungere la felicità diversamente è impossibile.Dunque, anzichè sprecare del tempo prezioso in strategie inutili ripicche e gelosie, sarebbe decisamente meglio sedersi a tavolino e mettersi d’accordo definitivamente.
    Almeno io farei così..
    Ciao ciao..