COPPIA APERTA

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"Ho 34 anni e sono stata in una relazione condominiale per 7 anni. E non ero affatto contenta e serena. Ma tormentata. Non pensavo ad altro che al momento in cui lui avrebbe lasciato tutto per me. Io sapevo, anche l’altra sapeva. Era una coppia aperta? Non era una coppia, era un caos emotivo, un groviglio malato di tira e molla.
Mi struggevo e mi arrovellavo, aspettavo, facevo scenate, poi cambiavo tattica, facevo buon viso a cattiva sorte in attesa che lui si decidesse. Non ha mai deciso. Nè ha mai lasciato quanto aveva per me, anzi il mio squilibrio lo destabilizzava, e lo univa ancora di più alla sua compagna. Leggendo questo blog ho capito molte cose. E’ verissimo che chi  rincorre non ama davvero, ma cerca di aggiustare qualcosa. Ed è verissimo che se l’altro avesse mollato tutto per me forse sarebbe stato subito meno interessante, ‘normale’, abbordabile, quindi comune, un uomo qualunque. Io non lo volevo davvero. Volevo vincere, volevo qualcosa che non c’era, volevo delle dimostrazioni, delle prove. Ma sono d’accordo: di amore non ce n’era. Volontà di possesso, di arrivare per prima, per poi dire ‘no grazie’. Ho capito solo dopo che incapponirsi su ‘quel’ uomo è un modo per non stare con se stesse, è un nascondersi dietro a una relazione malata, morbosa, per non guardarsi fino in fondo.
Ho capito piano piano. Ora se solo sento che un uomo è impegnato me ne sto bene alla larga. Mi merito una relazione mia, dove giocarmela, anche rischiando. il mio valore non passa più dal vincere l’uomo in questione come se fosse una lotteria. Sono d’accordo che questi uomini ‘a percentuale’ sono anaffettivi, infelici e impauriti dall’intimità. Ma lo ero anche io. E trovare uno che non c’è è comodo, permette di fare le vittime, di giocare in panchina. Giocare la partita intera come titolare, questo sì è impegnativo."
Una lettrice

23 commenti su “COPPIA APERTA”

  1. Mi ha colpito la frase" Ora se solo sento che un uomo è impegnato me ne sto bene alla larga."
    Se un uomo è impegnto sarà lui a starsene alla larga.
    Se si mette in gioco non è tanto impegnato e sarà cura della donna capire cosa le può dare e se è sufficente  oppure a volere l’esclusiva.
    Questo può essere impegnativo ma ..chi non si impegna non arriva

    ciao
    buon viaggio

  2. Probabilmente dovrebbe essere la compagna a comprendere che l’uomo suo (partner) è ancora molto innamorato dell’altra, e dunque lasciarlo libero d’andare…Senza troppo riempirlo di colpe..
    Ritorno sul punto spiacevolmente..
    Il rispetto è la gratitudine è una cosa
    L’amore un’altra..
    Se un compagno è innamorato d’una donna che necessita di cure,ed in quel frangente lo aiuta gratuitamente..Una volta guarita la donna, non si mette di mezzo caricandolo di sensi di colpa che spesso inibiscono la stessa felicità..Non solo non sarebbe corretto, ma neanche giusto..

  3. Per anonima N°10…niente odio, ma solo dati di fatto.
    Perche’ giustificare tali comportamenti? In nome di che?
    Se un uomo non sta bene con la propria compagna (o viceversa) le cose sono due: o si risolve impegnandosi a risolvere la crisi o ci si lascia.
    Tutte le "vie di mezzo" portano solo sofferenze. Lo so perche’ ci sono passata. Francamente detesto le persone che vogliono le comodita’ nei rapporti. Anche io ho fatto degli errori nella mia vita ma l’esperienza mi ha insiegnato molto e parlo a ragion veduta, senza giudicare ma senza nemmeno giustificare il tutto per tutto.
    L’odio e’ una brutta cosa molto lontana dal mio modo di sentire, e comunque non mi piace per niente chi fa soffrire la gente e chi tiene due piedi in una scarpa senza decidersi mai. Tutto qua.
    Se poi tu conosci uomini o donne cosi’ bravi da saper lasciare correttamente il/la propria partner dopo aver scoperto l’amore con un’altra persona ben venga!
    Saluti cordiali
    Babi70

  4. Credo che abbia ragione Ameya..Non è possibile ricostruire assolutamente nulla, attuando la teoria del chido schiaccia chiodo..Bisogna prima, definitivamente guarire dalla malattia..Il problema è che dall’amore Vero, difficilmente si riesca a guarire,se così fosse, esso non sarebbe di certo amor vero ma qualcos’altro..
    La differenza ovviamente si comprende vivendo..Al primo incontro, chi potrebbe dirlo se sia vero amore oppure no..?
    Parlo per quelle donne che si sono incaponite con la vita,che hanno magari sposato l’uomo incontrato a 16 anni e con gli occhi bendati per giunta, senza mai avere la possibilità di comprendere sulla propria pella la diversità la differenza , ciò che si prova o che si è disposti a fare per stima e per rispetto ed invece la sofferenza dell’amore sceso a volte da lassù come qualcosa apparentemente di calamitoso capace di portare inquietudine, disagio a volte sensazione d’abbandono d’una precedente vita che sembra non più appartenerci..
    Leggevo , qualche riga di Noberto Bobbio ieri, spiegava proprio questo..
    Esistono una serie di norme e di regolamenti giuridici e non..Quando puoi considerarti del gruppo? Quando nè recepisci le regole e cominci a condividerle per scelta di vita giorno dopo giorno, a quel punto entri a far parte d’un gruppo legalizzato o non legalizzato; perchè anche la mafia ha un proprio regolamento a mezzo del quale gestisce la criminalità organizzata..Come riconoscerli? Da quel codice cmportamentale che sembra stigmatizzarli..In questi casi, potremmo chiederci :"L’amore basta"? è sufficiente amarsi, in costanza del fatto d’appartenere a due mondi diversi che pian piano trovo il modo di congiungersi condividendo un medesimo regolamento di vita?
    Come non provare disgusto nel vedere l’altro attuare un comportamento sbagliato, vederlo imbrattato nella melma, solo, per farti comprendere che cosa si provi esattamente nel sentirsi impotente..
    Allora puoi fare innumerevoli discorsi,a volte perderci persino la ragione..Ti chiedi,come si possa amare il diverso e trovare la forza ed il coraggio tra un errore e l’altro, privati di qualsiasi altro canale di comunicazione, come si possa comunque raggiungere l’obiettivo?
    Se non è amore questo, ditemi voi che cos’è?
    Sbagliando s’impara e tra un volta stomaco e l’altro magari si riesce a trovare la cura capace di guarirci in radice..
    Buona Natale a tutti voi e non state arrabbiate, non serve se amore è siate riconoscenti con i momenti belli condivisi, attraverso i quali avete aiutato il vostro amore, ad amare il suo amore rendendola una persona migliore..
    Lui vi rispetta per questo, e vi rispetto anch’io, ma non chiedete di più della riconoscenza..Un abbraccio

  5. Ameya, oggi lui mi ha chiesto nuovamente di fare l’amore con lui. Gli ho detto di no e ho aggiunto che ora il mio obiettivo è sviluppare la mia capacità di amare gli altri, che so che per farlo devo amare prima di tutto me stessa, smettendo di chiedere agli altri di risolvere i miei bisogni.
    E basta, nessuna richiesta, nessun Tu, Tu, Tu o Se, Se, Se… (stavolta mi sono sforzata, ma spero mi verrà presto naturale).
    Non so cosa diavolo il dongiovanni in questione possa mai capire da una risposta simile, ma in fondo non mi pare abbia mai avuto gran voglia di capire cosa mi stava succedendo in questi mesi… e poi che importanza ha che capisca lui? Io sono contenta di me stessa. E ora voglio smettere di elucubrare, leggere (ho letto tutto il blog) e scrivere, ora basta, ora voglio vivere volendomi bene.
    Tornerò a trovarti e a dirti come va, intanto infinitamente grazie.

    #3

  6. #3 che hai scritto il commento 8,
    grazie, capisco e concordo.
    Certe volte mi chiedo se questo senso di colpa e dispiacere non sia frutto di:
    – mio solito desiderio di "aggiustare" sempre tutto, anche ciò che non è aggiustabile, anzi, soprattutto ciò che non è aggiustabile. Comportamento che mi ha portato solo danni;
    – desiderio comunque, nonostante tutto, di riaprire un canale di comunicazione con lui, perchè non mi è ancora passata completamente;
    – mia incapacità ad accettare distacchi, conclusioni e, lo ammetto, fallimenti e rifiuti.
    Che cosa pazzesca oscillare così tra bassissima autostima e narcisismo, punire per venire puniti. Ma cosa ho nel cervello?

     

  7. @questo blog va nella direzione della consapevolezza, di sé. L’altro pensare a se stesso, se gli accadrà di voler e poter crescere. Non serve dire spiegare analizzare fare diagnosi all’altro. chiude, odia, detesta e per ripicca può fare di peggio, appunto per lotte di potere egoiche e sterili. l’unica persona che possiamo cambiare siamo noi stessi, ma solo con la consapevolezza. è un lungo cammino, sulle proprie gambe. un terapeuta può contenere, può fare da stampella temporanea, ma alla fine del percorso ci si regge da soli. se no è stato vano tutto.

  8. …è sicuramente vero, Ameya. Infatti i miei ex mi raccontavano di avere avuto sempre gli stessi problemi con le ragazze precedenti e ora li vedo replicare con le attuali. Anche io, nelle mie esperienze, ho replicato più o meno gli stessi meccanismi e mi sono sentita rivolgere sempre le solite critiche (la principale era: "mi tratti come un oggetto") alle quali non credevo o, se ammettevo che era vero, mi dicevo che era colpa loro se si facevano trattare così.
    Devo anche dire che questi uomini hanno avuto il coraggio di criticarmi solo quando la storia era già finita… e forse per questo hanno avuto poca presa. Forse dirlo nel corso di una storia serve di più, perché è mentre si vivono certi meccanismi che si può esserne consapevoli pienamente. Almeno questo vale per me. Comunque sia, se si vuole far capire qualcosa a questi narcisisti bisogna trovare anche il modo per dirglielo e attaccarli è il peggiore. Poi possiamo anche decidere che non ce ne frega nulla che capiscano, che sono cattivi, indegni e basta… ma mi pare che questo blog spinga, fortunatamente, in un’altra direzione.  

  9. #3 per mia esperienza gli uomini lasciano, le coppie si disfano e si si ricompongono, ma se porti nella coppia schemi malati li ricrei in un battibaleno…e la nuova relazione è fotocopia della vecchia, magari la donna ha i capelli di un colore diverso..cambiano i suonatori ma la musica è sempre quella..

  10. Quanto odio, quanto rancore, quanti assolutismi!
    Non è vero che gli uomini impegnati non lasciano per la nuova fiamma. Lo fanno se pensano di essersi innamorati della nuova fiamma, che offre loro la garanzia di un futuro e di una presenza. Meno delle donne sanno stare da soli e quindi passano da una all’altra, ma passano, passano, eccome? Magari, per lasciare, si fanno scoprire, si fanno lasciare… ma il risultato è lo stesso. E ci sono anche moltissime donne così. 
    Neanche stare con una persona sola, comunque, significa automaticamente amarla. Ci sono tanti modi di stare con una persona (e non solo di non stare) e ci sono tanti motivi per cui si sta insieme, apparentemente felici, mentre non è affatto così.
    Mi dispiace sentire certi giudizi lapidari sulle persone anaffettive… forse non ci si rende conto di quanto soffrano, di come le loro siano reazioni a situazioni in cui a loro volta non sono stati amati. Magari non se ne rendono conto e hanno comportamenti aggressivi o di indifferenza, ma sono solo difese. Spero che almeno uno psicologo si approcci a loro in maniera differente. Non dico che vadano giustificati, ma capiti sì.
    E per chi si relaziona con loro… sì, magari è giusto lasciarli… a forza di trovarsi da solo finiscono forse per chiedersi se hanno loro qualcosa che non va, invece di incolpare gli altri.
    Questo per rispondere a Babi70.
    A Marta invece vorrei dire che la capisco bene, solo… è così importante che lui ti perdoni e ti voglia ascoltare? Forse non vorresti perderlo del tutto e rimpiangi di non esserti fermata prima sulla via dell’autodistruzione. Prova ad avere pazienza… a volte queste persone sembrano tante arrabbiate, ma poi invece un giorno si rifanno sentire e sono disposte ad ascoltare e capire. Forse deve solo elaborare… magari non ammetteranno i loro errori ma dai loro comportamenti capirai che qualcosa hanno capito.

    #3

  11. @Marta attenta!!
    Sta per scattare la trappola. Il sentimento che nutri per lui è ambivalente.
    L’odio e il rancore come hai visto creano un legame fortissimo.
    poi subentra il senso di colpa e allora ci si fustiga, ci si prostra.
    in realtà l’uomo in questione è sempre il povero cristo che ha bisogno di stampelle multiple, è un incapace di darsi se non a sprazzi, è un narciso insicuro.facciamo tutto noi prima lo vediamo eroe poi il diavolo, non lo vediamo mai per come è davvero. un bambino che vuole il ciuccio…pensaci.
    solo la neutralità è guarigione.finché c’è odio, o peggio senso di colpa e pentimento si è sempre lì…

  12. Cara Ameya e lettrici, questo post conferma cio’ che ho sempre pensato sulla "condivisione": praticamente impossibile viverla serenamente, si puo’ "tentare" di farlo solo in attesa che l’altra persona si "liberi". Ma nel 99,9% die casi non e’ mai cosi’. Se accade e’ solo perche’ la moglie butta fuori di casa, non certo per inziativa propria.
    Poi ci sono delle rare eccezioni. Di persone che per volonta’ scelgono il ruolo di "amante", ma lo fanno sapendo di non poter pretendere nulla di piu’.
    Io non potrei farlo mai. Perche’ di un uomo devo avere stima, e che stima posso avere di uno che, si divide tra due o piu’ donne? Nessuna.
    Bisogna avere anche il coraggio di dire che questi uomini non sono assolutamente dei poverini da giustificare, delle vittime di mogli "arpie" o di amanti "voraci". Sono loro a volere queste situazioni, per comodita’ o immaturita’ affettiva. E sbagliano, cosi’ come sbagliano le donne che soffrono per loro. Come si fa a stare con uno che vuole la comodita’ della moglie in casa e l’ebbrezza dell’amante fuori? Non ci sono giustificazioni a questi comportamenti. Poi ci sono persone che oggettivamente hanno grossi problemi a lasciare la famiglia per motivi vari, tipo figli piccoli. Anche li’ credo che chi si si imbarca in una situazione del genere deve avere coscienza che queste persone non saranno mai al 100%, quindi non devono lamentarsi. Ma quante donne invece si incaponiscono solo per il gustio della "sfida"? La testimonianza di questa lettrice e’ la prova di tutto cio’. Non vedo nulla che abbia a che fare con l’amore. Quello che si impegna con una persona e va avanti, con coerenza. E’ la strada piu’ difficile, ma sicuramente la piu’ bella, per chi crede nella coppia.
    Nella vita ci si puo’ anche innamorare di una persona impegnata ma poi bisogna avere l’onesta’ intellettuale di capire che se questa persona si barcamena non e’ altrettanto innamorata, ma sta solo approfittando della situazione.
    E’ importante che le donne non si illudano su questi personaggi. Bravi a dire parole d’amore ma poi quando c’e’ un problema, si tirano sempre indietro. E’ questo l’uomo che volete al vostro fianco? Uno che viene a letto con voi e poi siede a tavola con la moglie, la quale stira e inamida le camice che si tolgono davanti a voi come se niente fosse? Abbiate stima di voi stesse, madateli a quel paese questi ometti da niente, lasciateli alle loro miserie e prendetevi un uomo che abbia gli attributi, quelli veri.
    Un abbraccio
    Babi70

  13. Cara Ameya,
    grazie per aver posto attenzione sul mio post e avermi permesso di sentire così tante campane.
    Mi riconosco nelle tue parole ed ho aggiunto punti di vista al mio. Mi sembra di aver capito di più di me e di tutta la questione.
    Ora ho un altro "demone" da combattere.
    Il relazionarmi in modo dipendente a quella persona, tramite una forma d’amore che non era amore, ha portato conseguenze, comportamenti, stati d’animo che con l’amore, appunto, hanno ben poco a che fare.
    La delusione e il rancore hanno a che fare con la fine dell’amore; è umano, anzi, correggimi se sbaglio, sono addirittura utili. Credo sia utile una qualche forma di sentimento negativo nei confronti di chi ci ha delusi in quanto serve per staccarci.
    Io mi sono incattivita un po’ troppo, facendo ricadere su quest’uomo, che ha avuto le SUE responsabilità, la responsabilità di una frustrazione solo mia. Sono stata rancorosa.
    Mi sento in colpa.
    Ho imparato e imparerò da questa vicenda. Perchè non voglio che rimanga solo un ricordo doloroso che torna a presentarsi di tanto in tanto; voglio si trasformi in una possibilità di crescita e miglioramento nelle mie relazioni.
    Una carissima amica psicologa mi ha detto "goditi il fallimento".
    Ma lui? Non serve a un tubo chiedere scusa; comprensibilmente non vuol sentire. Mi dispiace. La mia parte di errore adesso la vedo chiara. Prima vedevo solo la sua.
    Marta

  14. Bello e forse è capitato a parecchie di noi.
    La partita non è facile. Si rischia, si rischia di rompersi le ossa e di commettere falli a non finire.
    Scusatemi ma io sto alla larga dagli uomini impegnati.. non che i disimpegnati siano meglio…comunque la partita la arbitro io… ho imparato!

  15. @#4 sembri determinata a ‘riparare’ il copione della tua famiglia, mentre sembra che tuo fratelllo lo stia invece riproponendo. ti faccio tanti auguri!

  16. Io invece, è leggendo tutti quanti voi che ho capito chi sono, cosa cerco ma soprattutto ciò che voglio ed anche come raggiungerlo..
    E’ grazie ai vostri a"commenti arguti" che, sono riuscita ad osservare la mia vita, la mia famiglia con occhi diversi, e di questo vi dico "Grazie"..
    E’ grazie a voi, che sono riuscita a comprendere l’origine di tutti i miei sbagli, ed anche l’origine degli sbagli dei genitori che mi hanno cresciuta..
    Mia madre è sempre stata una donna molto fragile, tanto di spirito quanto di corpo, ma anche incapace di sfidare i suoi propri limiti..Si è sempre sforzata all’interno del suo matrimonio di dare il massimo, anche se il suo massimo non è mai stato all’altezza della situazione.Ecco che, scaricava la sua incapacità nonchè le sue insoddisfazioni all’interno della famiglia, vedeva i figli come valvole di sfogo e non riscendo ad essere una brava moglie, ha riversato su di noi tutte le sue attenzioni..Questo spingeva mio padre a cercare all’esterno ciò che all’interno non riusciva a trovare.
    Una donna sempre troppo presa dal suo essere madre, non riusciva ad essere una buona compagna per il suo uomo che necessitava di cure e d’attenzioni, che ovviamente, ricercava all’esterno senza farlo pesare troppo alla famiglia…Anche se, alla fine, le sue continue mancanze rendevano mia madre sempre più triste e sempre più presente come madre, e sempre meno presente come moglie..All’interno della coppia, man mano c’era sempre più un crescendo d’insoddisfazione, lei non riusciva a gestire la casa, nè a rispettare orari, era un treno perennemente in ritardo..Mio padre, di natura bollente, dal suo canto, perennemente ANNOIATO da questa continua situazione, riverberava la sua insoddisfazione al’interno di hobby, parentele ed amicizie varie dalle quali attingeva di tutto senza mai serbare il sapore di niente..La cosa più triste da dover ammettere è che mio fratello il maggiore, ha seguito la copia conforme di mia padre..Errore su errore..stessa scelta, donna incapace di gestire la propria famiglia, capace solo di riversare le proprie frustrazioni all’interno d’un rapporto sempre più infelice..
    A tutto questo io ho detto no!!!
    Io voglio essere "Moglie e Donna", rendere felice il mio Uomo, essere disposta ad adempiee giorno dopo giorno a tutti i miei doveri, prima di pretendere i diritti..Per far tutto questo c’è bisogno di libertà,e la libertà s’acquista solo in costanza di due essere adulti, perfettamente "Sani" e felici d’essere esattamente ciò che desiderano essere, perchè solo questo, può garantire la felicità all’interno d’un rapporto non frustrato dalle proprie inettitudini..
    Al mio Uomo io ho offerto tutto questo, ho spiegato che, l’unica cosa che m’impedisce di saltare sulla macchina e corrergli dietro, è l’assenza d’indipendenza economica attuale..
    Sono una libera professionista in fase d’apprendimento..Ho lavorato sodo in questi anni e probabilmente tra qualche mese avrò il rientro di soldi esclusivamente miei, ma nel frangente la mia dignità non mi consente di chiedergli di mantenermi sino a quel momento..E badate non è orgoglio, ma dignità..Non vivo una situazione felice nella mia famiglia, allo stato attuale ho tutto e tutti contro, ma non posso chiedergli di farsi carico della mia persona vivrei nella mortificazione più totale, anche se so, che a differenza d’altri sarebbe disposto a darmi tanto senza rinfacciarmi niente..
    Che dirvi? L’amore non è un gioco nè tanto meno un tira e molla, ma qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno per elevare il rapporto a dignità di "rapporto giuridico" e non di "rapporto economico"..
    Se i state chiedendo se io lo sposerei la risposta è "Si" assolutamente si, senza alcuna parvenza di dubbio, senza ma senza se.."Si"..Ma ovviamente per far questo vorrei che anche lui fosse convinto almeno quanto me..
    Chiedere, mendicare l’affetto non è mai stato da me..
    Grazie a tutti ancora

  17. @Eruption questa bellissima donna ha vuto grossi problemi che cerca di riparare costrunedosi una teoria di vita, un copione ripatorio appunto…ma come vedi…sotto c’è una storia di abbandono e di grossa sofferenza pregressa..

  18. L’ho vissuta anch’io una relazione così. Anche se sarebbe più corretto ch’io la definissi frequentazione nel mio caso, più che relazione. Ma non l’ho fatta durare più di sei mesi, ed è stato l’hanno scorso. Non ero particolarmente coinvolto dalla situazione, invece, l’altra, lo era inverosimilmente, quasi morbosamente. Io non capivo esattamente il perchè avesse bisogno di due fidanzati ufficiali contemporanei, devoti e fedeli, più altri corteggiatori, amanti occasionali e camei di scorta. Però trovavo interessante trovarmi ad ascoltarla nelle sue congetture, nelle laceranti contraddizioni, nel suo voler vivere due , tre vite sentimentali contemporaneamente, occupando un solo corpo. Presentava il tutto come una sua forma di interpretazione libera della coppia, trasgressiva, quasi ci fosse dell’arte nel sedurre, nel far innamorare e nel gestire più rapporti. Aveva un’intuizione straordinaria e velocissima nel cogliere le zone emotive sensibili altrui e a riprodurle a volontà, specularmente all’interlocutore. A tutt’oggi è una ragazza di trent’anni bellissima, curatissima, raffinata, ben inserita ed integrata, ambiziosa, molto abile nel suo lavoro nel campo delle sfilate di moda e dei servizi fotografici. Ricordo che aveva qualche attacco di letargia, qualche problema di dislessia; qualche volta la sentivo vomitare in bagno, dopo cena. Figlia di una ragazza madre che l’aveva ripudiata, di un padre che l’aveva rinnegata perchè già marito e padre in un’altra famiglia è stata cresciuta dalla nonna materna.
    "una lettrice" con il suo racconto mi trova completamente concorde.

  19. L’ho vissuta anch’io una relazione così. Anche se sarebbe più corretto ch’io la definissi frequentazione nel mio caso, più che relazione. Ma non l’ho fatta durare più di sei mesi, ed è stato l’hanno scorso. Non ero particolarmente coinvolto dalla situazione, invece, l’altra, lo era inverosimilmente, quasi morbosamente. Io non capivo esattamente il perchè avesse bisogno di due fidanzati ufficiali contemporanei, devoti e fedeli, più altri corteggiatori, amanti occasionali e camei di scorta. Però trovavo interessante trovarmi ad ascoltarla nelle sue congetture, nelle laceranti contraddizioni, nel suo voler vivere due , tre vite sentimentali contemporaneamente, occupando un solo corpo. Presentava il tutto come una sua forma di interpretazione libera della coppia, trasgressiva, quasi ci fosse dell’arte nel sedurre, nel far innamorare e nel gestire più rapporti. Aveva un’intuizione straordinaria e velocissima nel cogliere le zone emotive sensibili altrui e a riprodurle a volontà, specularmente all’interlocutore. A tutt’oggi è una ragazza di trent’anni bellissima, curatissima, raffinata, ben inserita ed integrata, ambiziosa, molto abile nel suo lavoro nel campo delle sfilate di moda e dei servizi fotografici. Ricordo che aveva qualche attacco di letargia, qualche problema di dislessia; qualche volta la sentivo vomitare in bagno, dopo cena. Figlia di una ragazza madre che l’aveva ripudiata, di un padre che l’aveva rinnegata perchè già marito e padre in un’altra famiglia è stata cresciuta dalla nonna materna.
    "una lettrice" con il suo racconto mi trova completamente concorde.

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