Piacersi e piacere, stare bene con se stessi, avere un corpo gradevole, sano ed efficiente, una mente serena, una vita piena di soddisfazioni, godere di benessere psico-fisico ed economico è sogno comune e condiviso.
Ultimamente chi fa zapping sui vari canali della TV e si imbatte in un talk show condotto da una signora di mezza età non può non pensare : “Però! Il tempo per alcuni sembra proprio non passare.” E su tutti i canali vi sono molte signore di mezza età che sembrano reggere egregiamente l’avanzare dell’età. Merito dell’alimentazione? Del bisturi? La ginnastica? Molto più semplice: merito di una sapiente tecnica di illuminazione. Sì, ora gli studi televisivi vengono costruiti in modo che la conduttrice di turno venga letteralmente sommersa, inondata di luce. Il risultato è un effetto lifting immediato senza bisturi. Un volto senza età.
Molto tempo è passato da quando, per addolcire l’espressione del viso, si ricopriva la telecamera con un collant, garantendo un effetto morbido, i contorni del volto sfumati. Ora la tendenza è quella di uniformare le espressioni. Il fascio di luce potente sparato in faccia alla conduttrice, ottiene un effetto quasi surreale, volti di porcellana, denti bianchissimi, lineamenti da volti di porcellana. In evidenza occhi, narici e tutto il resto diventa luce.
Il modello che viene proposto quotidianamente nei nostri salotti, grazie ai progressi della tecnologia, è totalmente fuorviante. Non è credibile che una donna di 50 anni abbia la pelle di un neonato. E tale tendenza può diventare rischiosa. Un bel vedere è gradevole, certo. Ma non vedere mai un volto al naturale fa perdere di vista tutta una fetta di realtà, che gradualmente viene rifiutata anche fuori dagli studi televisivi.
Alla parola scritta usata per comunicare nel 900, si è sostituita l’immagine. Dapprima un’immagine provocante, urlante, sfacciata. In seguito un’immagine sempre più perfetta, aliena.
La realtà virtuale, photoshop, sono divenute possibilità concrete, alla portata di tutti. È l’era degli avatar, di un qualcosa che sta per qualcos’altro. Un corpo irregolare, con i segni del tempo, rughe e cicatrici sono bandite se non ancora dalla realtà, almeno dalla TV.
Se ciò che viene proposto è un modello per chi guarda, un prototipo da emulare, a cui assomigliare, una moda, una tendenza, allora chi non rientra nel range non è omologato. Ecco quindi avviata la macchina immensa dell’industria che ruota attorno all’immagine. Prodotti di bellezza di ogni genere, trattamenti rivitalizzanti, integratori, attrezzi anti-pancia, rassodanti, stimolanti, da usare nel salotto di casa, elastici e panciere brucia grassi, insomma una lotta integrata, multimediale, al grasso superfluo. La società occidentale è dichiaratamente adipe-fobica e geronto-fobica. Se è vero che una sovra-alimentazione ha dato adito a numerose patologie, l’ossessione per la magrezza e per il fitness ne hanno creato altre. Se l’equilibrio è auspicabile in ogni ambito, l’eccesso caratterizza la cultura occidentale.
Il vero mostro del 21° secolo non è la peste, è l’invecchiamento, associato ai chili di troppo.
Se tale ricerca diventa esasperata si arriva ad una percezione totalmente distorta del corpo definita dismorfofobia. Il corpo viene visto come brutto, deforme, depositario di inadeguatezza, di una difettosità da modificare, rifare, trasformare. La comunità legittima così sempre più il rifacimento estetico, si arriva a regalare per Natale l’operazione estetica adattata per perfezionare la parte in causa. Parola d’ordine ri-fare, resettare. Si cerca di fare al corpo quanto si fa col pc, copia, incolla, taglia, modifica. E ben conosce questa ansia da prestazione, la paura di non essere adeguati alle richieste e alle pressioni esterne sociali chi si ammala di un disturbo alimentare. Nei disturbi della condotta alimentare entrano in gioco molteplici fattori, ma la società non è esente da responsabilità.
Nessun contesto sociale invita ad una riflessione sull’accettazione del corpo per quello che è, un tramite per la vita, un compagno di viaggio da nutrire, conservare, rispettare, onorare, amare. Nessuna agenzia educativa insegna la consapevolezza di chi si è, la presa di coscienza di come si è e perché, l’amore vero per se stessi, l’accoglienza delle proprie forme.
Il corpo in questione diventa invece teatro di violente costrizioni, adattamenti in nome di una futura agognata bellezza, mai peraltro raggiunta.
Nelle società capitalistiche si persegue un ideale di efficienza, salute, invincibilità. Anche il salutismo esasperato non è sintomo di un amore per se stessi, ma di una forzatura imposta dall’esterno, veri e propri must:
bisogna essere sani, occorre essere belli, è necessario non invecchiare.
Nelle società collettivistiche invece l’avanzare dell’età è garanzia di saggezza, il culto degli anziani viene insegnato ai più piccoli. Addirittura in alcune comunità la menopausa delle donne viene vissuta come il periodo d’oro della vita, un rito di passaggio che libera la donna dalle gravidanze e le permette di avere potere e prestigio sociale. In occidente la cessazione del mestruo diventa sinonimo di vecchiaia, la fine del potere seduttivo della donna. Tale passaggio viene nascosto, ritardato, condannato dalla collettività, vissuto in grande solitudine dalla donna che cerca di ignorarne i segni, arrivando a ricorrere a stratagemmi vari, spendendo somme ingenti di denaro per poter ‘mentire’ a se stessa e agli altri. E tale prassi sta diventando comune anche tra agli uomini. Pur non avendo un marcatore preciso di anzianità come la cessazione della fertilità, diventa una virilità ottenuta farmacologicamente l’obiettivo. Non esenti dalla schiavitù estetica della forma fisica perfettibile, diventano anch’essi clienti di palestre, beauty farm, e tutti i rituali imbellenti.
Vittime di un’illusione di infallibilità, di poter impedire la decadenza del corpo, invece che coltivare la propria persona come un insieme armonico di corpo, mente, spirito, gli attori sociali odierni si concentrano ad inseguire una luce artificiale, che cela la propria storia raccontata nei segni del corpo, in nome di un’immagine perfetta, finta e irreale.
Il risultato è una corsa perenne, una fuga da ciò che è, da se stessi e dalla propria storia, e dal comprenderne a fondo le motivazioni, eventuali disagi, per andare Altrove, in un paese che non c’è.
Ameya G. Canovi
Cari amici vi presento…
"IL BLOG DELLE FESTE" !
)
Che bello il tuo post sull'immagine e al vecchiaia! Per me la dismorfofobia (parola nuova che ho scoperto da poco) è una cosa molto più antica e che ha origine nella mia infanzia. Ho sempre avuto il rifiuto del mio corpo, forse dovuto al dovermi paragonare ad una madre bellissima che mi ha sempre considerato meno avvenente di lei. Non ho mai sopportato di avere mie foto esposte in casa e non sono mai riuscita a fare cose che sembrano banali agli altri, come parlare in pubblico o rivolgere per prima la parola ad un estraneo, perché ho sempre odiato la mia immagine, che reputo la causa di tutti i miei successivi disastri amorosi. Ma paradossalmente con l'età e l'ulteriore deperimento della mia figura, invece di odiarmi sono risuscita ad accettarmi, perché ho capito che il corpo sono io e che il rifiuto o l'accettazione degli altri nulla aggiunge o detrae al mio valore. Si, la saggezza può arrivare in ritardo e questo è uno dei vantaggi dell'invecchiare! Emi
Ma è una vera illusione forse per chi non lo è e vorrebbe tanto esserlo..da quì sentimenti negativi d'invidia e frustrazione..Sono d'accordo con te..
Bisognerebbe soltanto accettare l'idea di volersi bene per quello che si è..ed automaticamente, d'essere voluti bene per quello che si è e non per ciò che si vorrebbe essere e che non si riesce ad essere..Sfondi una porta aperta!!!
Ciao Ameya…è un bel pò di tempo che non passo di qui…e ti abbraccio, grazie per i tuoi sempre interessantissimi post che scatenano riflessione e ci inducono a guardare meglio dentro di noi…
Personalmente lo vivo abbastanza come un limite, questo di essere belli, prestanti, sani, giovani e intelligenti a tutti i costi. perchè da un lato ci sembra di privilegiare l'armonia delle cose, ma è una vera illusione e porta ad uno sconforto e una frustrazione incredibile…
Ci siamo convinti che ci sono cose di noi da rifiutare perchè non accettate dalla razza di supereroi invincibili e immortali che vorremmo essere…
Se non riusciamo ad accettare la nostra completa umanità, a dispetto delle mode di turno, sarà ben difficile essere felici per molto…
Il fatto che ci siano persone che si mantengono più giovani, o che sono più magre, o più sane di noi, non vuol dire proprio niente. Niente che ci riguardi.
Quello che ci riguarda siamo noi stessi e la comprensione profonda di ogni singolo elemento, fatto o pensiero, emozione che ci gravita attorno e del quale ne siamo fattori o testimoni. In ogni situazione della vita, in ogni età, in ogni aspetto fisico c'è un messaggio tanto palese che non lo vediamo, così preferiamo farlo giudicare agli altri, con il loro metro, quello che a noi va sempre stretto. L'unica cosa che ci viene in mente è che siamo sbagliati e non sospettiamo mai che quel pensiero non sia nostro, ma dei nostri giudici.
Nessuno è uguale all'altro e ognuno di noi ha bisogno di esperienze diverse e di essere diverso. Volere a tutti i costi conformarsi a chi non siamo noi equivale a gettar via la nostra identità, invece di amarla e innalzarla.
Un abbraccio
Cristina
Un piccolo pensiero per la cinese scomparsa.
La vera bellezza sta nell'animo di ognuno di noi, che colori la vita, il mondo…l'essenza umana.
by Cinzia
@non ho letto…eccessi..squilibri…
va bene la cura di sé ma una sana vecchiaia è preferibile alla spasmodica ricerca della giovinezza.
che poi, sarebbe sempre un inganno…
non che sia sfavorevole al bisturi ma all'abuso di esso, sì.
personalmente, preferisco una bella 50enne un po' marcata ad una donna di pari età totalmente rifatta.
c'è più gusto…anche nelle imperfezioni.
imho.
p.s.. hai letto della cantante cinese che per diventare occidentale, è morta sotto i ferri??? cose da pazzi.
Caro "anonimo"
hai ragione, infatti, dimenticavo di dire una cosa davvero imporatante
…l'Italia non è un 1ma…2..3..4.. Paesi…ogni ragione ha una sua diversa sfumatura culturale e mentale di vita…basta mettere in confronto un lavoratore del Trentino con uno di Napoli…uno di Milano, con uno di Roma…
Attenzione, non c'è nessuna discriminazione in questo, ma, le differenze di concetti di vita, di lavoro, di metodi lavorativi che stili di vita…sono davvero diversi tra di loro.
Ma ciò, non cambia dal Nord al Sud, ma da una cultura collettiva di una regione.
Non c'è nulla di male che il nostro Paese dia molto spazio e importanza alla bellezza ma….se tanto vogliamo apparire belli, perchè, non riabbelliamo le strade con materiale di qualità, perchè, non aiutare le famiglie del nostro Paese a trovare più tempo e mezzi economici per "ritrovare" il valore della famiglia…
perchè…perchè…?
Star bene con se stessi è importante…ma il varo benessere con se stessi, lo si traova stando intorno a persone che ti accettano per quella che sei…e non di certo per il trucco che hai.
Un caro saluto
Cinzia
Io credo che tu stia parlando per partito preso..
Posso garantirti che il popolo Italiano tutto è meno che un paese di caproni..L'uomo italiano come del resto la donna italiana sono persone intelligenti e stilose..amanti del bello..del bello pieno giustamente..
Notavo il corteo di ragazze intelligenti prescelte..Una in particolare..una ballerina di danza classica molto perspicace..che dirti? così giovane e già così dotata? Direi che l'armonia in generale non possa prescindere dalla sensibilità d'una bellezza interiore..solo un cieco potrebbe non accorgersi di tutto questo..Poi per carità il lavoro è lavoro..esistono anche persone validissime meno belle esteticamente parlando..ma che godono d'una finezza eleganza interiore di notevole pregio..per carità..ma io non ne faccio una questione di pregiudizio..
Tante possibilità d'essere brava ha la bella quanto la meno bella..dico meno bella perchè oggi come oggi è brutta la donna che ha deciso di esserlo..ed in quel caso fatti suoi e di chi ha deciso di sceglierla per quello che è..
Esistono anche uomini fortemente attratti dalla bellezza acqua e sapone, ed allora tanto di guadagnato per la donna..meno energie da sprecare..del resto la cura personale richiede tempo che se per tuo marito è superfluo puoi impiegarlo per fare dell'altro..magari leggere un libro in più..o che so preparare una torta..C'è poi invece chi, indipendentemente dal punto di vista del marito si cura per se perchè curarsi la fa sentire bene spiritualmente, soprattutto dopo una giornata pesante..mi chiedo che male c'è?
Forse la casalinga di Voghera dovrebbe capire solo di scopa elettrica? Oppure avere a cuore l'igiene della propria dimora contrasta con la cura della propria persona e della propria professionalità..
Una cosa non dvrebbe escludere l'altra..Ma funziona così in Italia così ovunque..certo magari abituati alle donne tedesche o Inglesi inglesi, le donne francesi o Italiane sembrano tutte bambole..che vuoi farci è una questione di cultura diversa..tutto quì..
Quando ho vissuto in Francia, ricordo, come la gente fosse meno concentrata all'aspetto fisico/estetico, quanto, invece, più alla SOSTANZE della "persona" e della "famiglia".
Magari, brutti, grassi, privi di gusto nel vestire o molto più umili di noi…ma, nella sostanza c'era tutto: la vita aperta in una '"entità" della persona e dei loro specifici ruoli.
Questo, spiega anche il perchè, in italia anche nel posto di lavoro non c'è "meritismo" ma si va per simpatia, bellezza, ecc…insomma, per stupidita e superficilità.
Questo all'estero non succede o, nei rari casi, perchè, il loro concetto di "lavoro" e di "persona" inteso come individuo "unico" è davvero diverso da quello nostro…noi guardiamo "fuori" loro "dentro" la persona…ciò che vale davvero e che puoi essere potenziale per l'efficenza e l'utilità sotto il profilo lavorativo. Senza dover avere belle gambe.
Saluti e buon week!
Cinzia Piacentini
grazie Max!
molto profonde e reali le considerazioni che hai fatto, in effetto al giorno d'oggi si tenta di vivere in un mondo dove l'età viene cancellata in ogni modo, facendoci credere che la vita possa non scorrere mai. Se da una parte è una ventata di ottimismo, di cui certamente abbiamo bisogno, dall'altra è una distorsione della realtà che può portare a delle simulazioni tutt'altro che positive.
Ti leggo sempre con grande interesse.
Un caro saluto.