AVEVO UN SOGNO

principe rospo

Una volta avevo un sogno….. non so proprio dire se era mio ,di mia madre, di mia nonna….. o di qualunque altra donna della famiglia…. è che a me sembrava mio….

Nel sogno c’era un principe, ma un vero principe…… leale, coraggioso, forte nell’anima pieno d’amore e determinazione….. e questo cercavo…. relazioni piene di sogni che mi lasciavano amareggiata e sempre più arrabbiata…..


nel mio sogno non c’era la parte “umana” degli uomini non era concessa: non erano concessi errori…. il mio anelito di perfezione non poteva neanche concepire qualcosa di diverso da quello che mamme, zie, nonne mi dicevano di cercare….un uomo perfetto…. ed insieme a questo il mio preciso dovere per anni è stato riscattare l’infelicità di tutte queste donne…. loro non ce l’avevano fatta ma io sì, io ce la dovevo fare!!!!

…..e la loro rabbia piano piano è diventata la mia….. sempre più forte

e la loro delusione è diventata la mia…. ed ogni volta che passava un “principe” lo investivo con tutte le mie aspettative, richieste inespresse….. e quando vedevo l’uomo….. la delusione e la rabbia erano così forti che…. il mio stomaco diventava lo strumento per liberarmi dal mondo intero…. intere giornate a vomitare cibo che non voleva entrare…. se non potevo nutrire l’anima non volevo neanche nutrire il corpo…. anni di autodistruzione…..

 

cominciati col dichiarato disprezzo di mia madre per mio padre, di mia nonna per  il nonno… via così…. anch’io ho cominciato inesorabilmente ad alimentare sempre di più la tradizione di famiglia…. non le potevo deludere, loro contavano così tanto su di me!!!!

Non so dire quando è cominciata per me la comprensione di cosa stava accadendo alla mia vita: forse semplicemente ero stanca di distruggere e distruggermi, forse ero stanca di tutto questo dolore che, alla fine non era neanche tutto mio…. era come se ci fosse un copione già scritto da recitare…

Forse è stato l’arrivo di Osho nella mia vita… il primo dubbio…. forse l’esistenza non ce l’ha con me, forse sono io che ce l’ho con lei….. forse i miei incubi davvero me li creo io e non c’è nulla o molto poco di reale in tutta la mia sofferenza…

….e poi… è arrivato Rocco, mio figlio… lì ho profondamente cominciato a comprendere che no, almeno questa “relazione” non sarebbe stata devastata dai veleni che avevano soffocato le altre…

Che il mio odio per gli uomini non poteva coinvolgere anche lui, perché lui era davvero “innocente”e… non era perfetto, ma io lo amavo per quello che era e… incredibile a dirsi, anche lui mi amava per quel che io ero!!!

Da lì è cominciato un doloroso e lungo lavoro su me stessa: sono faticosamente dovuta andare a cercare dentro di me tutto quello che fino a quel momento avevo messo fuori…. riappacificarmi pian piano con gli uomini della famiglia e….. andare a vedere tutta la responsabilità delle donne, compresa me stessa, nei disastri “amorosi”….

E finalmente, lentamente, la rabbia si è dissolta, le aspettative si sono trasformate in curiosità per ciò che l’altro ha da offrirmi, la solitudine si è trasformata in libertà, il peso della sfiducia in leggerezza….

ora so che posso nutrirmi senza dover per forza “rigettare” tutto….

So’ anche che il viaggio dentro me stessa non è ancora finito, ma ora lo affronto con curiosità ed allegria (non sempre, naturalmente) adesso so’ che invece di vomitare posso dire grazie no a ciò che non desidero per la mia vita e grazie sì a tutto ciò che mi nutre e mi dà gioia!!

 

Zeba

17 commenti su “AVEVO UN SOGNO”

  1. Non esistono gli uomini perfetti: i PRINCIPI AZZURRI. Poi, se anche esistessero, sarebbero terribilmente pallosi, quindi imperfetti. IL NUCLEO DELL’AMORE STA NELL’AMARE LE DEBOLEZZE e le IMPERFEZIONI NOSTRE E ALTRUI: l’unicità nostra e quella degli altri. In questo senso ognuno è PERFETTO IN SE’, come esemplare unico e originale: IRRIPETIBILE! Lo dice molto bene un libro che sembrerebbe per bambini, ma in realtà è molto, ma molto serio:  – IL PICCOLO PRINCIPE – di Antoine de Saint-Exupéry.

  2. E’ come chiedersi se ami l’immagine di lui o se ami lui.
    Il mito del principe azzurro distrugge prima gli uomini e poi le donne.Non ci lascia liberi di amarecome potremmo fare per rincorrerei luoghi comuni nei qualici troviamo a disagio, inadeguati.E nascono i miti sostitutivi,i regali, i soldi, il prestigio.E perdiamo l’amore che invece ci dovremmo dare e ricevere per quello che è.La capacità di essere l’uno nell’altro.Brutta storia.

  3. Eccomi.
    Leggo solo di sfuggita prima di cena.
    “Avevo un sogno”.
    C’ molta letteratura sulla ‘caduta’ del Principe e sull’avvedutezza di ‘noi donne’ a rispedire al mittente i ‘taroccati’.
    Vivere la realta’ prima e poi crearle la magia intorno.
    buon fine settimana.
    sheraz

  4. Interessante! Il nemico numero UNO di noi stessi siamo …NOI stessi…
    Ci boicottiamo con pensieri nefasti e funesti…critici e giudici implacabili di noi stessi, pieni di aspettative e pretese di perfezionismo…
    Grazie per lo spunto di riflessione
    Un abbraccio
    Ameya

  5. ciao! sono achiunque..ti ricordi? sei passata da me giorni fa. scusa se riesco a passare solo adesso. mi piace il tuo post e non sai quante volte mi sono chiesto se davvero quel che desidero lo desidero io..per mia libera scelta o piuttosto perchè mi hanno inculcato quel determinato tipo di pensiero. ciao

  6. spesso i genitori riversano le proprie rabbie e dolori sui figli, senza rendersi conto il male che fanno. Ma poi, vedi, la vita stessa suggerisce quale strada percorrere e come fare. Le esperienze dolorosi servono a darci ricchezza e prepararci per quelle gioiose.

    Strano, oggi abbiamo scritto di un argomento di vita tutte e due.

    Grazie di essere passata da me.
    A rileggerti.

    Olimpia

  7. i viaggi interiori sono lunghi, dolorosi, e forse non si guarisce mai del tutto….ma pian piano forse si riesce atrovare unequilibrio…io non l’ho ancora trovato, nel senso che aspiro ad avere unrapporto migliore con il cibo e con gli altri…ma ci stiamo lavorando….;-)

  8. Cara Zeba….grazie della tua verità, raccontata qui con tanta semplicità e consapevolezza. Ti voglio bene, sono felice che sei nella mia vita.
    Ameya

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