Ricevo da un lettore e giro a voi la domanda: conoscete situazioni in cui il partner sembra prediligere la famiglia d’origine, al punto da non riuscire a ‘separarsene’ psicologicamente?
“Ciao Ameya ……nella mia vita credo di aver visto di tutto ……..o quasi !! ma la cosa più strana è al mio fianco ed è mia moglie . Da sempre ho capito che ha un cordone ombelicale ” notevole”……..ma adesso è proprio fuori dalla norma ( secondo me ). Vive e respira per i suoi parenti …..proprio per tutti e anche i loro amici !! Dice le stesse frasi, copia i movimenti, il modo di vestire………addirittura da loro ragione o mette la toppa……anche se hanno torto !! Mi sembra che io ed i miei figli per lei siamo ……..come una pianta ,dei pesciolini rossi nella boccia, il cane del vicino…… come un obiettivo sociale e di costume …….raggiunto e messo da parte !! Per me è diventata un enigma…….sembra una schiava col collare che si fa portare a spasso da tutti senza personalità e amor proprio ! Esistono casi simili ? grazie.”
F.
Dopo 25 anni di matrimoni + 3 di fidanzamento posso dire che gli uomini che sono attaccati alla famiglia di origine lo rimangono per sempre. Nonostante mia suocera sia morta da oltre 10 anni, mio marito ha 3 sorelle da cui si lascia consigliare sempre per tutto. Sono tanti anni che a me non parlano più e che per loro non esisto, ma se possono mettermi i bastoni tra le ruote in ogni occasione lo fanno. Riescono a intrufolarsi in ogni mia decisione personale, perchè mio marito va a chiedergli sempre i consigli e lui se prima la pensava come me, dopo parlato con loro la pensa come loro che è sempre il contrario da come la penso io….che bello avere un uomo con le palle che non dipende dalla famiglia di origine. Vorrei lasciare mio marito, ma per l’opinione pubblica lui è perfetto e io sono la cattiva della situazione….anche i miei genitori adorano lui e odiano me!!!!
sei fortunata Rossella, mariti come il mio non vedono che la madre come una povera donna sola e qundo io sto male se ne sbattono. L’importante è che non stia male quella povera donna di sua madre. L’unico motivo di litigio è questo e lui non ha ancora capito che ci lasceremo per questo e se sarà solo come un cane sarà solo epr colpa del suo rapporto malato con la famiglia. Non parliamo della sorella: il marito le regala un diamante e lui lo accompagna. Sai cosa ho ricevuto io la stessa sera? Era il 24 . Una frase dolcissima: ” Sei uan grandissima bastarda per come ti comporti con mia madre” che fortunata sono ad avere un marito così. Ma sai la novità? Adesso ho aperto gli occhi e se per lui la sua famiglia è di serie A e io di serie B se la tenga. LA serie B se ne va per la sua strada
Assolutamente si…esistono!..mio marito è talmente dipendente dalla sua famiglia di origine (madre, padre e fratelli) da non sentire me come sua nuova famiglia!…
Ma oltre a questo non è neanche in grado di guardare in modo obiettivo quello che la sua famiglia di origine fa!
Sono arrivata al punto di chiedere a mio marito di cercare di essere più marito e un pochino meno figlio/fratello….ma oggi siamo arrivati ad un punto di non ritorno!
La sua famiglia d’altro canto non ha fatto nulla per aiutarci…anzi semmai ha messo i bastoni tra le ruote!!!!
Cara Ameya,
eccomi, dipendente da mia madre la quale (lo sto capendo in questi mesi) è stata a sua volta dipendente dai miei nonni. Che fatica uscire dai ricatti affettivi!!!
In realtà però scrivo qui per linkarti un post. Forse non è proprio pertinente, ma ho pensato che potrebbe divertirti leggere questa “badilata di cultura” di Galatea: http://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2012/10/05/olimpiade-la-madre-assoluta/
Non potrei sentirmi più distante di così dalla mia famiglia di origine … e ne sono più che felice 🙂 Conosco gente che è davvero dipendente eccome dai propri parenti ed è una vera e propria schiavitù. La libertà prima di tutto.
Penso al mondo animale e a come sia normale per gli animali mettere al mondo dei cuccioli, dargli l'amore e l'istruzione necessaria per renderli autonomi e poi, nella maggior parte dei casi, separarsene.
C'è meno amore in tutto questo? io non credo.
Il rapporto con la famiglia d'origine è fondamentale, un tempo non c'era distinzione tra famiglia d'origine e 'nuova' famiglia xchè si viveva in clan allargati, ma se ci pensiamo bene anche in quella situazione c'era in realtà una separazione per uno dei due componenti della 'nuova famiglia': ci sono tradizioni in cui era l'uomo a spostarsi e la donna rimaneva nel suo clan, mentre in altre situazioni era la donna a dover abbandonare la propria famiglia d'origine per entrare a far parte del clan del marito. E tutto questo era considerato normale, un passo fondamentale del percorso di crescita… sebbene nella maggior parte dei casi (soprattutto nel secondo esempio) significava grossi disagi e sacrifici per la donna.
Oggi non si vive più in clan, con i pro e i contro che questo comporta, la coppia è considerata un mondo e una famiglia a sé e, secondo me, mantenere i rapporti con le rispettive famiglie d'origine diventa uno dei campi di battaglia più sanguinosi: ricatti, ripicche, musi lunghi, ipocrisia…
Perchè diciamocelo chiaro: amare una persona non significa che automaticamente ci si trova bene con la sua famiglia (o amici) e non credo nell'ipocrisia e nel perbenismo del dire 'se ami lui allora ami anche la sua famiglia'… non è sempre così, può non essere così e non si è, nè ci si deve sentire, dei mostri se così non è.
Io non mi trovo bene con la famiglia del mio compagno, per empatia forse o più ancora per il suo passato in quella famiglia: un passato pieno di dolore, la cui colpa purtroppo io vedo in quelle persone.
So bene che non sta a me dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma stare con loro, ascoltare certi discorsi, mi fa sentire come una pentola a pressione senza valvola di sfogo, quindi sono nervosa e finisco col diventare aggressiva in discorsi in cui sento di potermi esprimere e che sarebbero in altre circostanze del tutto innocui.
Se a questo aggiungiamo che di mio sono una che ama l'indipendenza e non amo avere tutte le domeniche occupate dai pranzi familiari (alla fine durante la settimana il tempo x stare insieme si riduce a poche ore serali, quindi vorrei almeno un paio di domeniche al mese tutte x noi!) e che nell'andare dalla sua famiglia ci sono problemi di igiene, cibo, etc… la situazione del pranzo domenicale dalla sua famiglia diventa un vero incubo
Dopo una litigata col mio compagno riguardo a questo, gli ho detto sinceramente come mi sento e che non voglio che lui non frequenti la sua famiglia, ma che non ritengo che siccome viviamo insieme dobbiamo vedere le nostre famiglie con la stessa frequenza: è normale che lui abbia più desiderio di me di stare con la sua famiglia, e viceversa (anche se lui si trova benissimo con la mia, ma qui il discorso si allargherebbe troppo). Lui ha capito come mi sento e ha capito il mio disagio davanti a certi discorsi e abbiamo quindi stabilito un 'piano': una domenica al mese dai suoi, una dai miei e due tutte x noi… in più lui ha una sera a settimana a cena dai suoi, mentre io vedo più facilmente i miei a pranzo durante la settimana. Per ora questa situazione va bene, ho anche invitato a pranzo i suoi qui a casa nostra x evitarmi gli altri 'problemi' e quindi sentirmi a mio agio… anche se questo non potrà accadere sempre è già qualcosa.
Alla fine credo che sia importante spiegare il perchè di certe situazioni, non nasocndersi dietro l'ipocrisia e falsi 'favori' xchè alla fine quello che ne risente è il rapporto di coppia e se entrambi si è maturi per una vita a due il compromesso arriverà.
Qualche anno fa ho regalato a mia mamma queste parole di Gibran… tutti i genitori dovrebbero averle bene in mente e, soprattutto, nel cuore:
"I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi ma non da voi,
e sebbene siano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacchè le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia nè s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano."
Dal post #21 rispondo a te Ameya, dicendoti che sì ha deciso di tenersi ANCHE me, trasformando definitivamente la nostra storia da una situazione temporanea destinata presto a risolversi ( nei miei sogni!) , nel classico triangolo marito, moglie (questo in pratica lei è) amante, quindi cronicizzando definitivamente il problema. Laddove io ovviamente gli permetto di farlo, a causa dei soliti problemi di paura dell'abbandono, della solitudine, dell'incapacità di farmi amare come si deve.
Dove viviamo? In Toscana, perchè?
A #23 dico che non ho mai considerato il fatto di lasciare la casa dei genitori come un rifiuto nei loro confronti o un atto di ingratitudine verso coloro che si son presi cura di noi per tanti anni.
E' chiaro che se ami qualcuno devi accettare anche quello che fa parte della sua vita, in particolare la sua famiglia di origine, con la quale è giusto costruire un rapporto di comprensione e di affetto il più possibile valido.
Significa anche accettare di trascorrere tempo con loro, condividere le domeniche , alcune o molte e le ricorrenze più importanti, ma ritengo che sia giusto che una nuova coppia che si forma abbia anche spazi a disposizione, intimità e libertà necessari per crescere come nuova famiglia.
In maniera indipendente dalle due d'origine. Almeno nella nostra società odierna che ci permette economicamente di poterlo fare, anche se con qualche sacrificio in più.
Questo ovviamente è il mio pensiero, in base anche al contesto familiare nel quale sono cresciuta e dell'educazione che ho ricevuto, da due genitori aperti e a loro volta indipendenti da noi, liberi nel lasciarci andare e vivere la nostra vita, felici di potersi godere un po' di tempo insieme da soli (siamo 4 figli). Ovviamente fino a che la salute li ha sostenuti e la vita non li ha divisi, ma queste sono altre situazioni.
Questo non è il pensiero di lui, la famiglia è fondamentale per lui e il distacco non è previsto. Lei gli permette questo, e forse ha ragione #24, lei non si sente e non è un fantoccio solo una persona che nella routine, e nella protezione del clan, ha trovato la propria serenità e felicità. Messo così il loro rapporto è certamente perfetto, ma qualcosa che non funziona deve pur esserci se non esternamente, perchè lì è perfetto, certamente dall'interno. L'intimità di cui tu parli, dov'é? Perchè ci sono anch'io nella vita di lui? Sono io che bilancio davvero, sono io che rendo l'equilibrio davvero possibile, perchè a lui, mancano sicuramente delle cose in tutta questa perfezione, la passione, l'emozione, il senso di libertà. Non è ne' consolatorio, ne' posso considerarlo una spigazione al nostro rapporto clandestino. Ma se lui, tradisce, mente, si nasconde dove sta l'armonia?
Ciao, hai un bolg interessante, ho seguito l'immagine del piccolo fiore giallo nato a dispetto nella siccità, l'ho seguito e ti ho trovato. Ti linko per ritrovarti, serena giornata.franca
Il problema è..che la vita è composta anche di routine…e se impari a vivere in equilibrio perfetto la routine, è già tutto perfetto..Che cos'è la giornata briosa di divertimento, secondo te non può crearsi una volta raggiunta l'armonia?Ritengo che, chi si sente sicuro di se..non vive la propria relazione come fidanzata-fantoccio…Perchè i momenti d'intimità nel rapporto servono a restituire alla coppia tutto ciò di cui la coppia ha bisogno per sentirsi viva..
L'errore che spesso si fa è considerare la famiglia di lui o di lei come qualcosa di negativo, non come parte integrante della persona che ami..La sua mamma l'ha messo al mondo e s'è presa cura di lui fino al giorno in cui non sei arrivata tu..Che il mondo con cui l'abbia fatto possa apparirti giusto o sbagliato non è rilevante..I genitori non sono oggetti nè scarpe vecchie d'abbandonare dopo essersene serviti una vita..Con questo non significa accettarne il modus vivendi per carità che ognuno di noi, raggiunta la propria maturità si senta libero d'estrinsecare la propria personalità..Ma per far questo non è necessario sputare in faccia a chi s'è preso cura di te quando eri piccola, quando avevi la febbre e non potevi muverti dal letto, quando non avevi voglia d'andare a scuola perchè ti sentivi male e tua madre restava con te nel letto a massaggiarti le spalle o a consolarti per il dolore lancinante..Bestia per quanto ella sia..brutta vecchia malata pure arrappata…è la tua mamma..Ci sono legami che non puoi pretendere di distruggere per il grande amore della tua vita, perchè se amore è, quello vero, non può che accettare l'idea d'aggiungersi alle persone a cui tu comunque vuoi bene..Con questo ripeto, non significa necessariamente "mangiarci insieme"..Io posso capire che un marito come una moglie possa avere usi e consuetudini diverse che possono spingerlo a desiderare di non vivere insieme ai suoceri..di creare una dimensione propria, ma senza sentirsi autorizzati a chiedere di cancellare il bene che nel tuo cuore occupano i genitori i fratelli..schifosi per quanto essi siano..Un padre che corregge un figlio storto, lo fa per il suo bene..ma se la verga è utilizzata con amore non lascia tracce nè di odio nè rancore..Spesso dico a mio padre, lavati le mani, fai questo fai quello, e mi rendo conto di farlo come se lo stesso fosse un bambino, perchè giunge un momento in cui, i genitori smettono d'essere genitori e diventano bambini..a quel punto il ruolo s'inverte..Il figlio diventa genitore di suo padre e di sua madre perchè vede ciò che il genitore non vede..è il futuro che è andato avanti..perchè la vita non resta ferma a ieri e guai se non fosse così..Mi auguro un giorno di poter essere figlia di mia figlia..sarà il momento in cui comprenderò d'essere stata una buona madre, d'averla aiutata a trovare se stessa, d'aver creato un'altra guida verso il futuro..Perchè la vita senza legami forti è una vita senza radici..ma possedere delle radici non significa rimanere ottusamente chiusi..Vivere tali legami per quello che sono è tutto ciò che occorre per essere felici..scevri da ogni patologica gelosia…
@Interessante questa tua testimonianza… due domande:1-dove vivete?2-non ti ha lasciata mi pare..ha tenuto ANCHE te…?
Sono da due anni l'amante di un uomo, non sposato, solo fidanzato.Neppure da tanto tempo,, sta con lei da due anni e da 1 anno e mezzo ha iniziato la relazione con me. Nonostante lei si più giovane di me, la situazione all'inizio mi portava a pensare che l'avrebbe lasciata per me.Con lei un rapporto comodo e sicuro, ma piatto e privo di passione, con me intesa, passione, divertimento…Ma lei ha un pregio unico, che io e tante come me non hanno. La capacità di accettare la convivenza con la sua famiglia. A 38 anni lui VUOLE vivere con la sua famiglia, composta in totale da 8 persone, compresa la famiglia di suo fratello, che evidentemente la pensa come lui.Lei ha accettato, anzia sembra apprezzare questa cosa. E lui, per quanto innamorato forse di me, non osa lasciarla, perchè con lei ha trovato finalemente l'equilibrio che gli era stato impossibile trovare con altre.A differenza di me, che sono stata chiara che mai avrei accettata una simile situazione, altre ci avevano provato prima e poi mollato.Lei invece regge, forse ci sono motivi legati ad un'infanzia disastrata, forse, comunque ce la fa, anzi Le piaceL'interferenza della famiglia in questo caso non è forzata, non è un'imposizione, ma un elemento fondamentale del suo equilibrio psicolgico, senza il quae lui si sente perso.Voglio dire, che lui non sente il peso, o è cosciente di questa dipendenza affettiva, anzi è convinto della sua importanza.Dopo aver atteso invano, ho capito che non avrebbe mai scelto me.Perchè scegliere me, significava cambiare, lasciare seppure parzialmente la sua casa, affrontare un rapporto di coppia vero, non schermato dalla presenza costante di altre 5 persone sempre lì a sostenere un rapporto in realtà assente, quello con la sua fidanzata fantoccio.So che questo è un caso di co-dipendenza, o doppia dipendenza non so. Anche io , dipendente da lui, non son stata capace di rompere prima.Lo ha fatto lui, alla fine, per paura che questa nostra relazione, gli rovinasse il suo mondo di carta.
LEU amare genitori che ti ricambiano e' normale …..sono dolci e sensibili…come tanti altri ………..con i figli e poi con i mariti dei figli….e con i nipoti…..in questo post ……….tutto questo non esiste………c'e' solo dipendenza affettiva……..nn corrisposta ……e anche forme d'invidia e cattiveria gratuita nei confronti di questa figlia da parte dei genitori.in particolar modo della madre
@Leu non so davvero… se quanto senti e hai inc ambio ti fa sentire bene..credo sia solo amore e affetto..spesso chi 'dipende' sente di dare dare dare e non venire mai riconosciuti..nella dipendenza non si ha mai il senso di reciprocità ma di inadeguatezza…
buongiorno, io sono penso dipendente dalla mia famiglia d'origine. mi spiego meglio: vivo con mio marito da più di un anno, ho cambiato radicalmente tipo di vita (dal centro città alla campagna) solo da poco ho un'auto con cui spostarmi e prima tutte le volte che vedevo i miei genitori, persone tenerissime e favolose, quando tornavo a casa erano pianti. mi chiedevo se loro fossero tristi perché me ne ero andata via (io figlia unica), mi chiedevo se loro sapevano quanto bene voglio loro, e cercavo di dimostrarlo sempre e comunque. non so se si chiami dipendenza, però la nostalgia talvolta c'è, così come la voglia di vederli e abbracciarli e di sentirli anche spesso al telefono oltre che di vederli almeno una volta alla settimana, anche solo per un salutino di passaggio come oggi. in ogni scelta che faccio tengo in grande considerazione il loro parere e cerco sempre il loro consiglio, li adoro alla follia, semplicemente. e loro amano alla follia me. ecco, non so se allora si possa parlare di dipendenza, certo è che quando sentimenti così grandi come l'amore verso i propri genitori (io non ho figli, ma credo che l'amore di un figlio per i genitori sia altrettanto grande) ci si senta presi in causa davanti ad un post del genere. quando penso ai miei lo faccio con grande solidarietà, tenerezza e anche apprensione (cominciano ad avere una certa età e qualche piccolo acciacco e desidero assisterli nel migliore dei modo, cosa che con mia mamma ho già avuto occasione di fare durante una brutta malattia per fortuna ora risoltasi nel migliore dei modi). ho paura di sbagliare perché nella vita ho spesso sbagliato molte volte. non so se sono dipendente, di sicuro sono a volte un po' nostalgica, a volte un po' malinconica nel saperli in un'altra casa, un po' fuori dalla mia attuale vita.
#16 non ho capito…
Si come no..è solo così che puoi averle davvero..incazzato come una bestia per il tempo speso non insieme..vissuto sempre come una sorta di tradimento…Questa qualcuno ha il coraggio di chiamarla libertà..ma di fatto così non è..Chi dovrebbe tagliare il cordone a mio avviso è chi ha compreso i sentimenti dell'altro ed anche l'infelicità dell'altro nel viverli nella castrazione più totale..Insomma è inutile dire, passo agosto in famiglia stretta e poi a settembre con la famiglia allargata..se poi alla fine agosto te lo passi in famiglia e giunto settembre pensi sempre e comunque alla tua famiglia intesa in senso stretto..perchè così facendo non stai dando agli altri ciò che non solo avevi promesso ma per quanto sarebbe giustamente dovuto..E l'egoista chi sarebbe?
@vero!
Il vero successo nella vita è tagliare i cordoni ombelicali e amare in libertà. Non credo possa considerarsi vero amore qualsiasi forma d'amore dipendente…A volte è doloroso se dall'altra parte non ti danno possibilità di farlo.Spesso sottili ricatti "costringono" a questo genere d'amore. O così o fuori, e se non hai forza, ci resti dentro per non sentirti esclusa dal nucleo…piccoli ricatti che posso osservare continuamente. Lasciare libere le persone dà la sensazione che possano sfuggirti. Invece è solo così che puoi "averle" davvero…Questa naturalmente è solo la mia opinione…Un abaciomaria
@FRANCOMAR siamo attratti non da persone ma da modalità relazionali, di solito da quelle che abbiamo interiorizzato…trattiamonoi stessi e gli altri come abbiamo imparato…
…noi esseri umani siamo attratti da persone …..che non ci sfiorono neanche con un sorriso ….persone egoiste e cattive nel DNA !!Inizia cosi' il rapporto ………schiavo /padrone .
@però Titti! che costanza tuo marito!!!!
Sì esitono persone così.. mio marito in 28 anni non si è distaccato nemmeno un po', anxi dipende dal loro giudizio per le sue decisioni. un esempio, mio marito ha 70 anni e sua madre 90, lui aspetta e teme la sua approvazione….
@gulp…
A dire il vero conosco due persone così: un ragazzo e una ragazza; entrambi sono totalmente dipendenti dall'affetto che li lega ai loro genitori e spesso in passato, a causa di questo hanno rotto con i rispettivi partners. E' normale provare un affetto profondo verso la famiglia d'origine, ma quando si telefona 20 volte al giorno e si tende a trascurare partner e amicizie a favore dei genitori ( la ragazza che conosco se non vede sua mamma almeno un giorno si e un giorno no ha delle vere e proprie crisi di pianto ) direi che la cosa è patologica. Io forse sono troppo distaccata dai mie ( per diversi buoni motivi ) ma preferisco essere così che morbosamente attaccata. Il brutto è che spesso sono gli stessi genitori a incoraggiare i figli in questo atteggiamento, dimostrando un egoismo veramente mostruoso.
Credo sia una cosa piuttosto diffusa questa, anche perchè le persone autonome sono pochine nella società, secondo me. Un saluto vero.
@@@@ grazie!
Chiedo scusa: Ameya. Buona serataRossella
Mio marito era così. Pensa cara Amelia che persino la data del matrimonio era stata decisa dai suoi genitori. Ho messo subito i paletti. Ho cercato di far capire a tutti che non avrei permesso né prima né dopo il matrimonio che si intrufolassero tra noi. A poco a poco mio marito è diventato meno dipendente, soprattutto quando si è reso conto che mi avrebbe persa.Forse sono stata fortunata, chissà…Complimenti per il blog. Un saluto a tuttiRossella
Carissima Ameya, la mia famiglia è colma di dipendenti dalla famiglia d'origine. Ma voglio parlare di me e fino a qualche anno fa non riuscivo a vivere senza mia madre, nonostante fossi sposata. Lei sapeva tutto della mia vita e si intrometteva sempre…era arrivata a comperare la biancheria intima a mio marito!!! Tra l'altro lei criticava spesso la sottoscritta perchè mi voleva uguale a lei…non avevo una mia personalità. Per fortuna mi sono allontanata…sono diventata me stessa ed ora lei non riesce più a capirmi. Così non le piaccio più. Mi sono rifatta una vita con un uomo meraviglioso ed è diventata gelosa…è sempre in antagonismo con me. Ora che sono felice continua a crearmi problemi…ma ho imparato a difendermi e a tenerla al suo posto. Tengo troppo alla mia felicità e alla mia libertà e se lei non vuole capire il problema è solo suo…non vorrei sembrare egoista ma ora ho imparato a volermi bene e ho tanta voglia di sorridere alla vita. un bacione Diana65
Non poche volte osservai un attaccamento di A-Woman alla famiglia di origine che diventava assoluto, ingombrante.La differente percezioni e idee su rapporti, frequentazioni, (in)dipendenza, da parte e con la famiglia di origine sono stati certo punti di notevole distanza e di attrito.A suo tempo riportai qualcosa di questo sul diario.
Purtroppo si, esistono. e per il partner e' sfibrante, e' umiliante ed e' pure doloroso. Io non possiedo alcuna ricetta.Il mio ex futuro marito era così…mi sono assunta l'onere che mi considerassero la stronza irriconoscente che aveva abbandonato il poverino.per fortuna l'ho scampata prima di gesti irreparabili come matrimonio e figli e l'ho cacciato di casa. (visto che era mia)Ovviamente il motivo di questa separazione non riguardava tanto loro quando problemi nostri ma la dipendenza con i suoi c'era. se pensi cara ameya che addirttura si e' fatto comprare l'anello "di fidanzamento" da loro per di piu' in oro, metallo che io odio profondamente e lui lo sapeva benissimo (o per lo meno poteva notarlo dal fatto che non possiedo alcun gioiello in oro) e quando l'ho lasciato non ho nemmeno pensato di venderlo, gliel'ho restituito… e lui me l'ha rinfacciato perche' svuotando i suoi cartoni i suoi l'hanno trovato e sono rimasti molto addolorati dal mio gesto.bahhhhquesto povero marito si prepari, qualora decidesse qualsiasi azione per risolvere la faccenda a diventare un nemico, un irriconoscente, e via dicendo. e se conosco il genere di personaggio femminile, dovra' anche assistere all'uso indiscriminato dei figli contro di lui.io penso a queste povere creature, la cui vita sara' avvelenata per nascondere le responsabilita' di questa madre che evidentemente e' rimasta prima di tutto figlia.