Ti mangerei

Esiste una forma di relazione in cui uno dei due è fagocitante. Uno cerca di inghiottire metaforicamente l’altro, impedendogli di essere se stesso, chiedendogli a dismisura. Spesso colui che inghiottisce è anaffettivo e narcisista.

È totalmente incentrato su se stesso, sui propri bisogni. Incapace di darsi, il fagocitante ha dentro di sé un baratro, una povertà affettiva che restituisce al partner. La persona può apparire alessitimica (insensibile alle proprie e altrui emozioni), è avida di attenzioni, di affetto e si ciba energeticamente dell’altro fino a sfinirlo.

Il fagocitante è stato probabilmente non visto dall’ambiente in cui è cresciuto, nessuno ne ha ascoltato, accolto o soddisfatto i veri bisogni.
Spesso la modalità può essere scambiata per amore, ma a una successiva analisi si può chiaramente dedurre che l’altro viene utilizzato per riempire un vuoto affettivo atavico e incolmabile.

Chi si relaziona a una persona bulimica di affetto si sente svuotato, prosciugato e inadeguato. Spesso si trova invischiato in tale modalità e si sente confuso, sbagliato, in colpa per non riuscire a soddisfare la fame dell’altro di presenza, e la sua pretenziosa richiesta di essere saziato di attenzioni. Al bulimico affettivo non basta mai. È incapace di dare e ricevere, sa solo pretendere, o elemosinare. Tante sono le strategie attuate per avere l’altro tutto per sé: vittimismo, manipolazione, mostrarsi infinitamente bisognosi e dipendenti, colpevolizzazione, elemosinare aiuto e affetto se solo l’altro rivendica il diritto di esistere e di avere una vita autonoma.

Il fagocitante non tollera il NO, il rifiuto, l’abbandono. Egli non è in grado di reggere la frustrazione dell’assenza e si aggrappa all’altro, a costo di inghiottirlo, trasformandosi in un cannibale affamato di affetto, un vero vampiro energetico.

104 commenti su “Ti mangerei”

  1. Salve,dottoressa,Volevo chiedere,leggendo l’articolo mi sorge un dubbio…questa descrizione che fa del narcisista mi sembra più quella del dipendente..mi aiuta a chiarire questa mia confusione?Grazie mille.

  2. non me ne parlare!! vampiri energetici?? splendida metafora ma un pò troppo suggestiva..sono solo esseri umani che vivono da vegetali e l'unica speranza di sopravvivenza è corrodere un altro. Poverini, una vita alla ricerca di qcn da corrodere è umiliante per un uomo, ma felici loro!!
    Hanno solo una grande paura di vivere e di soffrire, vero,..
    esseri umani statene lontani!!

  3. Ameyaaa!!! Scusa dimmi come si fa a guarire dal cannibalismo psichico? Dal vampirismo?? A bastare a se stessi??? Io so solo 100000 tecniche del pensiero positivo conscio e inconscio, del potere del suono sacro ecc…. ma non mi fa guarire per nullla!!! Per favore chi mi puo’ spiegare…..

  4. Tremendo questo articolo. Forse la mia considerazione è stupida o poco rispettosa: penso che per una persona che fa il tuo lavoro, con tutte le cognizioni in materia che si porta appresso, sia necessario un fortissimo equilibrio interiore per poter costruire un rapporto affettivo sincero e spontaneo con un’altra persona, senza pensare continuamente a tutte le problematiche possibili… o dico una scemenza?

  5. Piacere, sono un ex vampiro energetico. Il mio motto era “bevo ma non mi disseto”.
    Quanto tempo, quanti rapporti finiti male e che fatica arrivare a capirlo e “guarire”. E per la mia guarigione devo ringraziare proprio chi fa il tuo mestiere. 🙂

    P.S.- bello il tuo blog, molto interessante. Lo linko.
    ciao

  6. ESATTO, e lo scrivo a carattere cubicali!! Conosco la sensazione nell’essere divorata mentre quello che ti mangia di accusa pure di indigestione….
    Grazie Ameya!
    Rondine 🙂

  7. Non mi esprimo, se le persone pensano ciò (sicuramente ve ne sono…), credo si tratti non di individui…ma di pseudo-tali! Un abbraccio…

  8. La vita e l’amore son fatte anche di debolezze…se così non fosse non saremmo umani.
    Non riuscirò mai a vedere la dipenden za affettiva trattata quasi come fosse una patologia..
    un caro saluto