LO AMO, LO VOGLIO, E’ SPOSATO

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Accade di innamorarsi di una persona non libera. Un sentimento forte travolge la coppia clandestina, che spesso esperimenta momenti di struggente passione, alimentata dall’amore proibito.
Tali relazioni sono il più delle volte devastanti per entrambi i partner. La persona libera spera intensamente che l’altro lasci la famiglia, aspetta, si dà con generosità , si fa da parte, fugge, minaccia e ritorna, aspettando sempre che la relazione possa diventare ufficiale. La persona impegnata si sente divisa, dilaniata dai sensi di colpa, in bilico tra lasciare il vecchio nucleo e formarne uno nuovo.

Ma tale decisione raramente avviene. Molto più spesso il triangolo persiste, anche per molto tempo. Il copione più frequente  vede un lui sposato con prole e una ragazza più giovane che si innamora perdutamente. All’inizio la forza dell’amore promette un lieto fine, che col passare del tempo si trasforma in un inferno, sovente emerge una vera e propria dipendenza affettiva. A quel punto la persona che attende vive in una continua speranza delusa che lui lascerà l’altra e finalmente vivranno felici e contento. Ci sono in queste modalità relazionali delle costanti che cercherò di elencare, riassunte di seguito e che si possono facilmente rintracciare nella lettera pubblicata in seguito:

  • Il dolore è atroce, proporzionale al grado di dipendenza
  • La persona parla solo di lui, appare non avere una sua identità se non in funzione all’altro
  • C’è un senso di urgenza, di emergenza simile al drogato che freme se non può avere la sua sostanza
  • Si percepisce un senso di pretesa irrazionale e infantile, “lo voglio a tutti i costi”
  • Ciò che sente l’altro in verità non conta molto, conta ciò che si sente e il proprio dolore, tuttavia si spergiura di amare l’altro
  • La persona dipendente sostiene di avere dato a dismisura, e diventa vittima nell’esporre quanto ha dato, ma ciò che non si chiede mai è ciò che l’altro volesse davvero
  • Sono evidenti cognizioni distorte (Beck, 1999), idee irrazionali su di sé e sul mondo
  • Si ingaggia con l’altro una lotta per il potere nella relazione che non ha nulla a che vedere con l’amore ma ricorda vere e proprie strategie belliche
  • La persona dipendente non ha presente i propri confini nè quelli dell’altro, non rispetta le decisioni dell’altro e cerca a tutti i costi di “vincere”, richiamando il concetto della mitologia greca di HYBRIS, l’ingenua convinzione che se solo…
  • Manca un senso di completezza e di autostima, per cui la persona non riesce nemmeno a contemplare la propria vita senza l’altro, e nell’eloquio aleggia un senso di catastrofe incombente
  • Si chiede all’altro il proprio valore: “se lui c’è allora conto , se lui non c’è io non valgo , non esisto, non ho potere”
  • Il dipendente affettivo ragiona in termini deficitari, vede sempre la parte mancante, raramente riconosce ciò che ha ricevuto e non è mai sazio
  • La cecità e l’ingratitudine sono costanti
  • Si ricercano continuamenti rassicurazioni dall’esterno, e ricette già pronte e confezionate per la risoluzione del “suo” problema. La responsabilità per se stessi non esiste, si chiede sempre all’altro, all’esterno
  • La persona appare incapace di accettare un rifiuto, un abbandono, e di elaborare il lutto della separazione.
 Ameya G. Canovi

Ricevo e pubblico…

“Ciao Ameya.. cercavo approfondimenti sulla terapia di coppia, e il motore di ricerca mi ha aperto anche la tua pagina. In realtà mi imbarazza un pò la situazione, perché io sono quella che si potrebbe definire”terzo incomodo”. Da circa tre anni ho una storia con un uomo sposato.



Non mi definirei una vera e propria amante, perché la nostra storia é stata sempre incostante… lui mi cercava poi diceva di voler salvare il suo matrimonio, poi tornava… un inferno… una delle cose più brutte  e che la relazione é iniziata quando sua moglie era in attesa della loro prima figlia, e ha scoperto subito dopo il tradimento… non ti racconto tutto perché sarei lunghissima… il fatto é che nell’ultimo periodo lui sembrava essersi avvicinato molto a me, ha temuto di perdermi per un possibile 3° incomodo tra noi… poi da una settimana ha deciso di non vedermi più, sua moglie gli ha chiesto di intraprendere la terapia di coppia e lui si sta impegnando a fondo. Continuo a cercare per avere risposte alle mie domande, capire se io per tutto questo tempo sono stata solo uno svago, un’avventura, anche quando diceva di aver paura di perdermi, e pur sapendo quanto io lo ami. Mi arrampico sugli specchi continuando a ripetermi che uno psicologo non può risolvere la crisi di un matrimonio, che se lui non ha più attrazione per sua moglie e non fa l’amore con lei da mesi non può essere un dottore a risolvere la situazione, ma una paura indescrivibile di dover rinunciare a lui, di perderlo per sempre, e di soffrire da impazzire… non riesco neppure più a parlarne con le amiche, e così mi confido con persone di cui non so altro che il nome, come te… ma spero di trovare qualcuno che possa aiutarmi, che magari sappia dirmi se queste terapie sono efficaci e se devo prepararmi al peggio… alle volte vorrei chiamare sua moglie per dirle tutto quello che non sa, raccontarle ogni singolo dettaglio, perché mi fa impazzire che lui mi dica semplicemente che vuole salvare la sua famiglia, senza tener conto affatto dei miei sentimenti… pensa solo a se stesso, decide di non volermi più sentire e vedere e devo accettare le sue decisioni senza poter reagire in nessun modo! Sento di esplodere!!!! Scusa lo sfogo, ma vorrei tanto che qualcuno sapesse dirmi che fare o come andrà a finire, forse vorrei solo che qualcuno mi dicesse che la

terapia di coppia non servirà a tenerli uniti e che sarò io la scelta del suo futuro…”

Ariel
 

148 commenti su “LO AMO, LO VOGLIO, E’ SPOSATO”

  1. Siamo tutte nella stessa situazione!
    Io, 5 mesi di relazione con un uomo sposato.
    Mi chiamava quasi tutti i giorni, pomeriggi di passione e poi. .. un mese fa la doccia fredda: lui non sa cosa vuole, si sente in colpa verso la moglie, non vuole un vero rapporto con me. ..
    Sparisce x um mese durante il quale ho versato tante lacrime da credere di potervi affogare dentro. E senza chiamarlo.
    Um mese fai manda un sms, ci rivediamo, facciamo l amore fino a sera e quando va via mi dice che si sente leggero e sta bene.
    Risparisce x una settimana e ora mi scrive x sms che ha voglia di vedermi.
    Che senso ha?
    Per lui è solo sesso, ormai lo so, e dovrei smettere di vederlo.
    Ma ho deciso di accettare il suo gioco, blindando il mio cuore, se ci riuscirò.
    Non c’è futuro x noi, devo esserne cosciente.
    E presto, appena lui si sarà stancato, finirà.
    Se non mi sarò stancata prima io!

  2. Il maschio cerca un potere per compensare quello che non ha e cioè quello della creazione vitale.
    Angelo Bona osserva che questa potenza materna creatrice è un arma tanto potente quanto a doppio taglio. In termini di questo luogo anche dara la vita che può essere un’esperienza (quasi sempre non consapevolmente) tantrica di unione con un altro essere è così totalizzante che… crea dipendenza. Quando il ruolo materno fnisce con l’emanciparsi della prole ci sono i collassi esistenziali.

    Se uomini e donne imparassero a conoscere e comprendere la loro parte rispettivamente femminile e maschile, potrebbero aprirsi nuove alleanze e nuove libertà. Del resto questo è un principio anche praticato, esercitato in corsi di (neo)tantrismo.
    Biologia ma non solo. E poi bisogna riscoprire quella biologia, quell’istinto coperti, sepolti da società e (in)cultura.

  3. ho sofferto di dipendenza affettiva per 5 anni. E’ finita da 2 mesi.. sono riuscita a dire basta… Per otto mesi l’ho diviso con un’ altra, mi accontentavo delle briciole avevo paura di perdere quel poco che avevo: 1 incontro settimanale a casa sua, sesso sfrenato poi ognuno x la sua strada, qualche pizza ogni tanto ,regali, ma nessun coinvolgimento emotivo da parte sua, io non osavo chiedere di più era già troppo bello quello che mi stava succedendo.. mi diceva: “io non ti amo” ma io non ho mai conosciuto l’amore di un uomo la sua frase non mi turbava più di tanto..e quando mi ha detto “ho conosciuto un’altra” invece di chiudere l’ho inseguito. lui si è fatto prendere , ma non ha lasciato lei.. ho dalla nascita 1 difetto fisico non orribile ma evidente, da bambina mi prendevano sempre in giro un compagno di scuola una volta mi disse che neanche uno stupratore mi avrebbe presa..quelle parole mi lacerano dentro come un tarlo. Credevo che nessun mai mi avrebbe baciata, toccata.. per questo quando lui così affascinante si è accorto di me, ho toccato il cielo con un dito.. ci sono salita su, in quel cielo, ero tra le nuvole e ci stavo bene non volevo scendere..chi se la prende una come me? trovare la persona giusta in questo mondo così com’è, è difficile per tutti, figuratevi per chi non è perfetta. Ci sono giorni , come questo, che rimpiango la sua presenza nonostante tutto perchè mi ha fatto sentire donna e non quel mostro che mi hanno fatto credere di essere e che senza di lui torna a trovarmi ogni volta che mi specchio..so che ho fatto la scelta giusta ma a volte penso che mi faceva meno male vivere un amore malato che vivere con la consapevolezza che probabilmente nessuno mai mi vorrà…

  4. Ci si riempie dal di dentro, non più dal di fuori… Solo così la relazione può essere condivisione. E non bisogno di completamento. Se ci si completa della propria creatività aumenta la propria autostima, si impara a stare bene con se stessi e non si è più mendicanti di conferme e attenzioni. Trova il tuo “sale” non in un “lui”.

  5. e pure io ci sono dentro. in maniera che non capisco. lui è libero ma non disponibile dal punto di vista affettivo. dice quei preziosi “ti voglio bene” di cui si parla sopra, cerca complicità, confidenza profonda, amicizia. il sesso in certo senso è secondario rispetto a ciò. non mi ama anche se all’inizio sembrava la nascita di un amore. non considera il rapporto una vera storia, una relazione. gli ho proposto di essere amici e di chiuderla qui ma dice che non è quel che prova. ho imparato che se lo lascio andare lui si ravvicina. ma quanto è doloroso … è lui a cercarmi ma se chiedo di ritagliare spazi e confini comuni si irrigidisce. poi torna.
    la cosa grave è che ero riuscita a venire fuori da una lunghissima storia di brutta codipendenza, ci avevo messo quasi due anni a ricostruirmi, subendo anche il dolore della perdita dei miei genitori. mi sentivo pronta a una nuova vita, cambiata, più bella e allegra e mi sono rimessa in gioco anche se con tanta paura.
    adesso sono di nuovo lì a contare le ore e i giorni, in attesa che lui mi chieda di incontrarci. quando si supera la metà della settimana e non lo fa so già che trascorrerranno altri lunghi sette giorni con un punto interrogativo e tante lacrime.
    le vecchie armi (amici, attività, un buon lavoro) sembrano non funzionare più. pensavo che anche questa potesse essere una forma d’amore ed ero disposta a viverla, perchè con lui provo una felicità e una gioia di vivere che gli amici o gli hobbies non riescono a darmi.anche se so che non è l’amore che sto aspettando.
    come si fa a stare meglio?

  6. secondo me è un amore che vive di queste circostanze…e parlo con cognizione perché in vita mia ho avuto solo 2 relazioni, rispettivamente una convivenza e un matrimonio con due uomini che erano sposati con altre. Non è vero che gli uomini continuano a stare con la moglie, anche questo è un luogo comune. Quello che posso dire, adesso che si è concluso anche il mio matrimonio (in seguito a tradimenti da parte di lui) e con uno sguardo retrospettivo, che sono relazioni che si alimentano di pathos.

  7. si ci sono anch'io dentro.22enne separata innamorata persa di un 41enne sposato con figli.una relazione iniziata già ai tempi della mia convivenza.non ho mai ne sperato ne voluto che lasciasse la moglie per me anche se a volte mi manca.ieri mi dice che prima o poi è giusto che io lo lasci e mi rifaccia una vita perchè sono giovane e non è giusto che io mi accontenti di quel poco che mi puo dare.mi dice che lo dice perche mi vuole felice.secondo me è mancanza d'amore.secondo voi?

  8. @TdU ..singolare il tuo stato d’animo in questa situazione. Non entro, non posso,non è il mio ruolo, nel giudizio. Osservo che se riesci a stare in equilibrio in una tale situazione è buono per te. Accade che uno dei due inizi a “chiedere di più”…allora iniziano i drammi. Facci sapere, se ti va, il proseguo.

  9. Mhhh. Rifletto.
    Ho una relazione con un uomo sposato, molto più grande di me e con due figli piccoli.
    Ma non voglio che lasci la moglie, non voglio che venga meno alle sue responsabilità nei confronti dei figli.
    So quanto abbiamo di unico, stimolante. Conosco le nostre somiglianze impressionanti e le sintonie profonde.
    Mi rendo conto delle parentesi che ci possiamo permettere e in quelle godo del nostro non-tempo, in maniera totale.
    Abbiamo delineato i confini del nostro rapporto (così come io gli ho chiesto), all’interno dei quali, lo ammetto, voglio dedizione e cura. La stessa che riservo a lui con profondo affetto.
    Quando mi dice che quello che prova per me è amore, io protesto.
    L’amore è unico. E’ fondersi. Noi non possiamo farlo.
    Io gli voglio un gran bene e adoro dirglielo, dimostrarglielo.
    Lo assecondo, quando mi chiede di dirgli che sono sua, che è l’unico, anche se in realtà ho un rapporto parallelo con il mio migliore amico (che mi permette di mantenere il necessario distacco da entrambi e di non diventare dipendente da nessuno).
    E’ una situazione transitoria. Ma che, al momento, mi fa sentire desiderata e insieme libera.
    Potrei sembrare poco affettiva.
    In realtà lo sono, invece, infinitamente. Così come sono entusiasta, passionale, giocosa.
    Ma se io e lui ci siamo riconosciuti, trovati, e la vita non permette di poter fare progetti, non è comunque un miracolo riuscire a godere del comune oggi, ora?

    TdU

  10. ad ariel io che sono ariele 57 mando un sorriso ed un abbraccio ,sii sempre te stessa ,non dipendente d’amore ma libera di voler bene,un caro saluto cate

  11. dovrei lasciare un commento lungo. l’argomento è molto interessante. commento in generale il blog perchè ogni post centra argomenti intelligenti, interessanti e al centro di molti dibattiti odierni

  12. Spero che Ariel esploda, nel senso che, se riesce a tirare fuori la rabbia per la sua vita a metà, forse deciderà di ripendersela completamente. E allora forse troverà la lucidità per voltare pagina facendo un favore non tanto al piagnone che passa il tempo alternativamente tra scopate e cospargimenti di cenere sulla testa, ma a se stessa.

  13. Si chiede all’altro il proprio valore: “se lui c’è allora conto , se lui non c’è io non valgo , non esisto, non ho potere”

    questo riassume tutto

  14. Ciao,
    io mi sono innamorata di un uomo che non mi aveva detto di avere una compagna (ci sta da 5 anni, ma non convivono) e ho lasciato mio marito. Io mio marito lo avrei lasciato ugualmente, perchè eravamo in crisi da molto tempo e quindi questo uomo è stato il pretesto. Poi lui come segno d’amore mi ha rivelato di avere questa compagna con cui era in crisi e che avrebbe lasciato. Non è andata così…la sua compagna quando ha saputo di me ha cominciato a ricattarlo moralmente e ha inscenato anche un falso suicidio…insomma in breve lui ha liquidato me perchè si sentiva in colpa verso lei.
    A buon intenditor…poche parole!!!
    Pesciolina

  15. @ Lucia , Beer è un sociologo sui generis, le sue analisi sono deliziose se le prendi in modo paradossale… contengono un punto di vista quasi mai dichiarato ma esistente, silente…fa riflettere al contrario 🙂

  16. @Beerbohm. Carina la tua analisi. Divertente. Mi auguro che possa venir letta anche al contrario. Con la moglie nel ruolo della fedifraga e lui in quello del cornuto.
    Quello che ferisce, spesso, nella rivelazione di un tradimento, non è il tradimento in quanto tale, bensì la carrellata di recriminazioni e accuse nei confronti della moglie date dal fedifrago a mo’ di giustificazione.
    Qui si parlava, però, del ruolo sofferente e sofferto dell’amante. Donna.
    Per cui taccio e torno nel mio ruolo di ex moglie, ex cornuta ed ora divulgatrice del tradimento subìto. Con tanto di nomi e cognomi. Amo la chiarezza e la precisione. La qual cosa (la divulgazione) mi sta divertendo un mondo. Anche se il mio ex non fa che farmi notare che rischio di distruggere la famiglia della sua ex amante. Un po’ tardi, per la signora, ricordarsi di averla, la famiglia. Fatti suoi.
    Saluti.
    Lucia

  17. Troppo orgogliosa per ricoprire il ruolo del terzo incomodo, credo inconsciamente di non aver mai avvicinato uomini sposati. E quand’è accaduto lo facessero loro, malgrado fossero belli attraenti e affascinanti, sono sempre fuggita. Perchè? Credo per una forma di orgoglio smisurato, per una difesa, per la certezza che avrei dato di matto a rimanere in silenzio ad aspettarlo. Bacio:-)

  18. Non ritengo che questa sia una tragedia. L’avventura extraconiugale (prendo per esempio quella dell’uomo sposato con la ragazza giovane) ha moltissimi vantaggi.

    1) Il matrimonio – se si riesce a mantenere la cosa riservata – ne viene di molto rinsaldato. Il marito, colpevole, diventa più gentile e più tollerante con la moglie, che di questo è felice. Sentendosi in colpa, diventa una pasta d’uomo.

    2) nei matrimoni tra persone normali un elemento di insoddisfazione è l’inadeguatezza dei rapporti sessuali, visto che dopo pochi mesi (ad essere larghi) all’uomo la moglie viene a noia. La disponibilità di una novità esterna ravviva anche il rapporto sessuale tra i coniugi, sempre per i motivi di cui sopra ai quali si aggiunge una benvenuta importazione di tecnologia.

    3) Anche per la ragazza giovane il rapporto con l’uomo sposato può essere di grande giovamento. In primo luogo si renderà conto di che cosa è davvero il matrimonio, elemento che le tornerà utile nel prosieguo della sua vita; ma la cosa maggiormente importante è la possibliltà di crescita culturale. Infatti se l’uomo è persona colta, non si esclude che possa introdurre l’amante giovane a temi culturali di grande importanza, ed in complesso ad una maturazione intellettuale davvero molto positiva.

    In altre parole una relazione extraconiugale è come qualsiasi cosa esista al mondo: può essere usata a fin di bene, o essere usata male. Una lama può essere il bisturi del chirurgo o il coltello del parricida. Ma sempre lama è. Come dicevano gli antichi, est modus in rebus.

    Un elemento di grave imprecisione che ho riscontrato nel racconto è l’atteggiamento della persona impegnata. In generale, a meno che non sia dotato di un’intelligenza pari a quella di un paramecio, la persona impegnata non ha mai alcuna intenzione di lasciare la moglie per l’amante, in quanto sa benissimo che, facendo diventare l’amante moglie, essa stessa acquisirebbe tutte le caratteristiche di quella moglie dalla quale si cerca una fuga: ed è quindi inutile, qual supplizio di Sisifo, fare diventare moglie un’amante per poi doverla tradire con una seconda amante.

    Quanto alle cognizioni distorte su sè e sul mondo, è su di esse che si basano non solo tutta l’arte e la letteratura dal 1850 in poi, ma anche i maggiori sistemi di governo che regolano le vite dei cittadini dei paesi cosiddetti “avanzati”.

  19. Ho riletto i miei commenti precedenti. Nel primo mi definisco “moglie”. Moglie di chi? Caspita, mi sento ancora moglie? Questo refuso mi sta facendo riflettere. Sono separata. Consensualmente. Lavoro e mi mantango, non sono neppure mantenuta. Ho scritto, però, che sono una moglie.
    Devo meditare su ‘sta cosa.
    Lucia

  20. L’autostima, sì è la soluzione e poi sempre secondo me, guardare la relazione con una certa “distanza”, o diversa angolazione. E crearsi nuovi interessi.
    Pensare che per lei quell’uomo è stata una debolezza, una lunga debolezza – voglio essere indulgente e comprensiva..- ma poi bisogna pur prendere delle decisioni. Non si può vivere nel “limbo” tutta una vita.
    A mio avviso, l’uomo ha già deciso, dal momento in cui è andato a fare la terapia di coppia. Non si gioca la famiglia, tantomeno una figlia, e la sua sicurezza stabile, per un’avvenire incerto.

    La terza incomoda, sempre a mio avviso, farebbe bene lei a prendere le distanze anche se è difficile ed iniziare la sua elaborazione di lutto.

    Incominciando ad avere stima di se stessa, appunto, anche se le regole della elaborazione prevede tutto il contrario, compresa la rabbia, che trovo sia una energia positiva.

    Ma è facile dire e consigliare, come si dice? tra il dire e il fare c’è di mezzo il grande mare.

    Tanti in bocca al lupo ad Ariel.
    Rondine

  21. Interessante, ma ogni storia è a sé.
    Ci sono rapporti tra amanti sposati vissuti con piena responsabilità in famiglia e giusta consapevolezza. Si sbilancia quando subentra una crisi multipla, di coppia.
    Due persone sposate devono rapportarsi ad altri quando il rapporto matrimoniale s’è stabilizzato su un reciproco disinteresse passionale. Allora c’è maggiore equilibrio,può sfociare o meno in un’altra relazione, che elimini la prima. Può semplicemente affiancarsi. Trovo più complesso quando uno dei due sia libero. Il coniugato è, per paradosso, geloso della libertà e l’altro ( il libero) a lungo andare non sopporta che l’altro abbia un legame stabile e ne ha ben donde, tranne nel caso in cui la sua libertà personale sia fondamentale, tanto da accontentarsi di un partner …part-time.
    L’amore è dipendenza, sempre.
    O non è ancora amore, oppure non lo è ancora. Piace per questo: è la droga più fenomenale.

  22. E’ un discorso complicato…. e molto lungo da trattare, proprio per la complessità e varietà di situazioni.
    Ho sentito raccontare tante volte queste storie di amanti, aspettative, momenti “meravigliosi” ed irripetibili… ed ogni volta la storia segue il medesimo copione; ed è indifferente che il “traditore” sia uomo o donna.
    A parte il fatto che distinguerei in primis tra amante puramente sessuale (cosa che mi è capitato di essere più volte, in un passato abbastanza recente) e tra chi “crede” di amare una persona sposata; in secondo luogo non credo si tratti solo di mancanza di autostima (certo presente), ma anche del fatto che il ruolo di “amante” consente di vivere i momenti più intensi, rubati e quindi considerati più preziosi… senza che vengano “contaminati” da una quotidianità fatta anche di conti da pagare e di code alla cassa del supermercato.
    L’amante si sente (quasi) sempre una persona speciale, unica…. senza rendersi conto, invece, di vivere uno stato di menzogna soprattutto verso se stessa/o.

    E molto altro ci sarebbe ancora da dire….

  23. Ameya,non so se ci sia stato coraggio. Chiarezza, sì, credo di sì. Cinicamente, dico che dovrebbero ringraziarmi. Ho reso libero lui, aiutato lei a liberarsi. Perchè ora entrambi son lì a chiedermi, a domandare, a supplicare?
    Perchè si son resi conto che quello che credevano amore, era solo un calesse?
    A questo punto, che ognuno si lecchi le proprie ferite.
    Io, le mie, le porto bendate. Ma vanno cicatrizzandosi.
    Mi chiamo Lucia.

  24. Sono una moglie.
    Sono la moglie di un uomo che ha avuto una relazionecon un’altra.
    Sono una donna che, scoperto il tradimento, ha aperto la porta.
    Accomodati, gli ho detto.
    A questo punto l’uomo sposato ha perso il suo fascino.
    Ha prevalso la paura che l’uomo ex-sposatp potesse rovinarle il matrimonio.
    Lei lo ha lasciato.
    Io non gli ho permesso d tornare.
    Sto ricostruendo la mia vita.
    Lui è solo.
    L’altra teme ancora per il suo matrimonio.
    Racconto, a chi mi chiede della separazione, che il mo ex è (è stao? non so, non ne parlo con lui…) l’amante di Tizia.
    Se lei mi vede da lontano (ci conosciamo di vista) si allontana.
    Aveva chiesto ad una conoscenza comune di parlarmi per chiedere discrezione. Prego??
    Credo che il marito, prima o poi, verrà a sapere.
    La verità, d’altronde, rende liberi. Io, il mio ex marito, l’ho reso tale.
    Non mi si può chiedere di più.

  25. sono l’utente anonima, mi sono dimenticata di firmarmi. prima mi firmavo Nadia ora da quando mi sono iscritta al blog mi firmerò Nady65. un bacio a tutti

  26. Cara il tempo passa ma le storie sono senpre le stesse ,io sono stata 7 anni con uno sposato , mi diceva che stava con la moglie per i figli , che non avevano rapporti intimi ,che non l’amava, figli che all’inizio avevano 11 è 13 anni. sino a quando a me è venuta la voglia dei figli, avevo 27 anni è non volevo perdere più tempo incominciano le lite è come dici tu l’inferno lui cercava sempre di mettere tempo ora il ragazzo a gli esami di maturità la ragazza in fase di crescita ,scuse scuse .. una cosa ero certa non voleva perdermi mi adorava durante il giorno ni concedeva del tempo ,ma mai di sera, mai la domenica pomeriggio mai un ultimo dell’anno insieme , finche un giorno lo messo alle strette ,devi dirlo a tua moglie ,se non glielo dici tu le telefono io alle 15 ora in cui le avevo fissato il massimo del tempo lo chiamo a casa sua ,e mi dice sto venendo ,si presenta al mio negozio con sua moglie abbamo avuto il confronto è l’unico che e rimasto feritio è stato solo lui, il motivo ? non solo non era vero che con sua moglie non aveva rapporti di sesso ma tutte i complimenti che faceva a me li faceva anche a lei insieme hai nomignoli tutto tutte le tenerezze che aveva con me lo stesso con lei . si è difeso dicendi x non sbagliarmi..be e inutile dire che per diversi anni e rimasto da solo sua moglie lo ha messo in un lettino.io mi sono sposata ho fatto 2 splendidi figli se davo retta a lui non avrei mai saouto e gioia più grande quella di diventare mamma …pS.. ANCHE IL SESSO CON MIO MARITO E STATO PIù BELLO ANCHE PERCHE LUI ERA STATO IL PRIMO è IL SOLOè NON AVEVO FATTO RISCONTRI..Non do consigli solo RIFLETTE CIAO

  27. Cara Ariel, non so come andrà a finire la tua storia, non ho la possibilità di leggere il futuro. Posso solo consigliarti di non attaccarti così a voler per forza che tutto vada come vuoi tu, gli eventi della vita non vanno “controllati” ma lasciati andare, solo così le cose potranno aggiustarsi nel modo migliore per tutti. Vedrai che se non con lui anche per te, nel tuo disegno di vita, ci sarà qualcosa di bello che t’aspetta. Abbi fiducia e lascia che tutto vada da sè senza che tu la controlli. Ti scrivo una poesia che fa al tuo caso:
    SOGNI INFRANTI
    Come i bambini ci portano i giocattoli rotti
    con le lacrime agli occhi xchè noi li aggiustiamo,
    così io portai a Dio i miei sogni infranti
    xchè Lui era mio amico.
    Ma invece di lasciarlo solo
    a lavorare in pace,
    gli ronzavo intorno
    per aiutarlo come potevo.
    Alla fine glieli strappai via e urlai
    “Come puoi essere così lento?”
    “Bambino mio”, Egli disse, “cosa posso farci? Tu non li lasci mai andare”. Autore sconosciuto

  28. Cara ANGELA, credimi, capisco benissimo la tua situazione. la mia storia e’ nata come la tua sull’ambiente di lavoro, poi lui lo scorso maggio si e’ licenziato per una lite con mio fratello, ma per 2 anni ho vissuto quello che vivi tu.
    lui non so se sia andato. mi ha chiamata stamattina dicendomi che ieri e’ passato a casa mia , ma non mi ha trovato (per fortuna??!! forse).
    PENELOPE, quello che tu dici e’ vero, anch’io mi sono spessa chiesto se lo avrei ancora voluto nel caso non funsionasse con la moglie, perche’ non vorrei essere la seconda scelta, la ruota di scorta, e semmai dovesse esserci una storia tra noi deve essere perche’ e’ davvero cio’ che vuole, non un alternativa. ma in realta’ io non sto sperando che la terapia salvi o meno la loro unione, quanto che lui capisca cosa vuole e quali siano i suoi sentimenti, se magari e’ ancora innamorato di lei, o resta con lei per il dovere nei confronti della figlia, per l’educazione familiare ricevuta e i sensi di colpa verso la moglie, alla quale cmq di certo vuole bene dopo tanti anni assieme, e forse potrebbe capire che io sono solo stata una parantesi, una compensazione a qualcosa che forse x monotonia, abitudine, gli e’ venuto a mancare.
    in ogni caso spero che gli serva piu’ per se stesso e qualsiasi cosa ne verra’ fuori l’affrontero’ col sorriso, e intanto io penso a quello che deve essere il mio percorso. Grazie per il tuo sostegno. non voglio fasciarmi la testa ora pensando a quello che potra’ accadere, o forse no, piu’ avanti.
    ciao, Ariel

  29. certo che lo farò ameya.ma di quel gruppo sono rimasto solo io incastrata ancora.le altre ce la stanno facendo.la mia situazione se ben ricordi è diversa.esiste la quotidianità dell’incontro.e per me dire basta deve voler dire mantenere quella posizione giorno dopo giorno.e non mi sento ancora capace.ribadisco è la paura. e il non voler perdere..chi osserva dall’esterno determinati “triangoli” vede solo o biano o nero.ma non è così.pensare di chiudere una storia di dipendenza vuol dire assumersi delle responsabilità.e per farlo occorre aver fiducia in se stessi.e un dipendente non ce l’ha.è l’altro che dà fiducia,stimoli,stima,senso alla propria esitenza.credetemi quando vi dico che alcuna persona può essere così masochista da viversi il male se ha la capacità di vedere il bene.se avessi raggiunto la cpnsapevolezza che lui alla mia vita non aggiunge nulla ma anzi toglie tutto l’avrei già mandato al diavolo.invece sono ancora succube dei suoi ti amo,sei l’amore della mia vita….ed anche dei suoi non mi manchi, mi faccio bastare l’ambiente di lavoro…
    Ariel ringrazia il cielo se lui se ne è andato..stai evitando uno stillicidio, un’agonia lenta e dolorosa.angela

  30. Ariel, facciamo caso che con la terapia di coppia lui lasci la moglie… io al tuo posto non lo vorrei più: ha già dimostrato di essere una persona immatura. Perchè rischiare ancora? Se vuoi, ripeto, puoi farcela da sola, pensando solo a TE.Ti auguro di cuore di trovare la serenità che agogni… Un bacio

  31. @Angela!!!!!!!!!!!!!!!!!!! che piacere sentirti…mannaggia speravo in notizie diverse…ho perso la password del forum…se vai ancora metti un saluto da parte mia!!!!
    torna a trovarmi!!
    bacioni

  32. nessuno decide consapevolmente di come e quanto innamorarsi..io sono l’altra da cinque anni.un paradiso in terra finchè la moglie non ha scoperto tutto.poi l’inferno in terra.con lui che vive entrambe le situazioni ed io che subisco.xè??xè non so affrontare il vuoto,xè ho paura della mia paura,xè la rottura ancora non la percepisco come soluzione bensì come punizione…arriverà il tempo in cui anche le mie viscere diranno basta e chiudere quella porta sarà inevitabile.io condivido l’ambiente di lavoro…..e non è facile.forse ameya ricorderà la mia storia, sono angela del forum..non è la moralità, non sono i valori, non sono i sensi di colpa o quant’altro che fanno uscire da queste storie.ma solo la consapevolezza di essere persona

  33. Cara PENELOPE, in un tuo post tu dici: La protagonista del racconto mi sembra abbastanza sicura di sè. E’ lei stessa a dubitare che l’aiuto di uno piscologo non può risolvere una crisi di matrimonio, quindi conoscerebbe già lasoluzione…che intendi dire? io non credo di conoscere la soluzione. si, forse dubito che uno psicologo possa riunirli, ma forse perche non vivo la loro storia. credo che io nella loro stessa situazione avrei tentato, quindi forse per me stessa non sarei cosi pessimista. non credo di conoscere la soluzione ne se la terapia li aiutera o meno.
    grazie e tutti per i vostri post. Ariel

  34. @Lara purtroppo non ho il tempo per farlo, ma on line se fai copia incolla e chiedi traduci c’è il traduttore elettronico..non rispetta la forma ma ilsenso lo cogli..facci sapere se funziona!!

  35. ho letto solo questo post. Mi sarò sbagliata, ho dato solo la mia opinione. A questo punto credo debba essere aiutata solo da un bravo psicologo. L’opinione degli altri cmq credo possa darle una spinta in più per iniziare questo percorso.Penelope

  36. non sono stata a leggermi gli altri 101 commenti…si aspetta sempre di essere esclusivi per l’altro e si mette sempre in dubbio tutto..ma se io, ma se tu fossi, ma se un giorno…é questo il bello…bisogna pur sognare nell’amore, tutto e subito non si può avere! io ho imparato questo!

  37. @Atu non farti ingannare…Ariel non è sicura per niente di sé..se leggi altri posti dove si parla di HYBRIS è solo ingenuamente convinta di farcela contro gli dèi…

  38. scusami, Nadia, con tutto il rispetto per la tua storia alquanto complicata e sofferta, anch’io, pur avendo avuto un padre e una madre in casa, ho sofferto molto da ragazza della mancanza delle loro coccole e ho sempre cercato sicurezza negli altri ma q.b. Forse questa mia autostima deriva dal fatto che, non essendo stata “viziata”, sono stata più tempo con me stessa ed ho imparato a non elemosinare amore (orgoglio?), ma questo dovrebbe confermarmelo Ameya, che è abbastanza addentrata nella materia. La protagonista del racconto mi sembra abbastanza sicura di sè. E’ lei stessa a dubitare che l’aiuto di uno piscologo non può risolvere una crisi di matrimonio, quindi conoscerebbe già lasoluzione.Ma lo vuole a tutti i costi. Le ho detto che è possessiva per spronarla ad amarsi di più, a non umiliarsi così. Certamente se non ce la fa da sola, anch’io le consiglierei di consultare un bravo piscologo, ma la mia presunzione , e mi scuso, mi dice che lei può farcela senza l’ aiuto di nessuno. Glielo auguro con tutto il cuore. Un bacio e un augurio anche a te, Nadia!

  39. Cara Penelope essere dipendente è un problema psicologico di difficile soluzione ma possibile con un buon aiuto. Dire ad una persona dipendente che è possessiva non può aiutarla. Il problema nasce dall’infanzia, nel mio caso da un padre sentimentalmente assente che in più mi umiliava e mi faceva sentire inutile! Da adulta ho incontrato un marito che aveva il mio stesso prolema ma essendo narciso e quindi un grande egoista, con problemi di autostima e insicurezza aveva l’esigenza di conferme che trovava nel letto di altre donne. Perciò lui fuggiva ed io lo rincorrevo e quando io mi allontanavo era lui che mi cercava. Un vero inferno! Certo che amare è dare ma vallo a spiegare a chi è psicologicamente dipendente. Solo un aiuto psicologico può far tornare queste persone dentro se stesse per poi bastare da sole senza rincorrere l’altro e far capire che amare è stare con l’altro ma poi ritornare dentro se’ come fossimo un elastico! un bacio NADIA

  40. Carissima hai perso il tuo centro, tu non esisti più se non tramite l’altro. Ci sono passata anch’io e solo un aiuto psicologico può aiutarti a ritrovare te stessa, può insegnarti a trovare l’amore dentro di te (amore maturo) e non aspettare che sia un uomo a dartelo(amore immaturo) come quando si è piccoli e aspettiamo che l’amore ci venga dato dai genitori. Essere adulti significa crescere interiormente, avere autostima ed essere persone autonome. Anche perchè sapersi amare vuol dire trasmettere amore puro all’altro altrimenti sarebbe come girovagare con il nostro cordone ombelicale alla ricerca di qualcuno al quale attaccarlo, ma questo non è amare ma dipendere come un bimbo dipende dalla mamma! ti abbraccio e ti auguro tanta gioia! NADIA

  41. leggendo questo post, sento di dare una mia testimonianza. Da ragazza, ero follemente innamorata di un ragazzo che per tre anni mi fece una corte spietata. Io timida, lui timido. In quei tre anni i battiti del mio cuore erano stati tanti che non riuscii mai a quantificarli. Tutte le sere pensavo a lui e già mi vedevo sposata al suo fianco. Lui si fidanzò e poi sposò una mia amica. All’inizio rimasi male, ma non piansi. Mi chiesi perchè mi aveva illusa e senza nemmeno conoscermi, mi aveva messa da parte. Poi mi dissi: vuol dire che non mi merita! Ed andai avanti così… poi incontrai l’uomo della mia vita che adesso è mio marito. Dopo 40 anni, un giorno, il primo amore, mi vide da sola e si fermò a salutarmi. Io lì per lì rimasi sorpresa: in tutti questi anni non ci eravamo mai salutati. Quel giorno rividi in lui lo sguardo che ricordavo di quando eravamo ragazzi. Parlammo (anzi parlai, tanta era l’emozione) per almeno mezz’ora, ma non ricordo ancora il timbro della sua voce. Non nascondo che la cosa mi fece piacere e ci fu un momento in cui avrei voluto fargli capire, indirettamente, che non l’avevo ancora dimenticato. Poi dissi a me stessa: da ragazza sono stata matura e proprio adesso devo fare la ragazzina? Lui è sposato e mai e poi mai avrei fatto del male a me stessa o a sua moglie. Eppure la mia vita coniugale non è stata delle migliori..avrei potuto pensare a me..In conclusione vorrei dire che amare è anche saper rinunciare all’ altro, che non è un oggetto che possiamo prendere a nostro piacimento. Rinunciare a una persona, se veramente si è amata, fa parte dell’Amore. Quindi cara protagonista della lettera, ti consiglio di essere meno possessiva, dall’altra parte non c’è un oggetto. Amare è dare, non ricevere!!! ciao
    Penelope

  42. @Enrico ciò cui parli, i rapporti e resunti amorazzi virtuali, è stato già dibattuto su questo blog…cerca nei tags e troverai diversi articoli e commenti. Io continua a pensarla allo stesso modo, i rapporti virtuali sono surrogati , se non diventano reali, di forme relazioanali compensatorie..parziali e simboliche. Si esprime un SE’ idealizzato non certo il vero sé della persona, può essere gioco, ma attenzione..ci vuole molta consapevolezza…amare un’ icona è feticicistico, è come pregare un Santo di gesso..basta sapere che ciò che conta non è il santo, ma la preghiera…

  43. Dalla rubrica “questioni di cuore” tenuta da Natalia Aspesi sul Venerdì di Repubblica. Un lettore scrive: SE L’ANIMA “SORELLA” LA SI E’ TROVATA IN CHAT.:”voglio spezzare una lancia a favore della chat perchè è lì che ho conosciuto lei.Ci separano le distanze, l’età, ma tutto questo non conta quando due spiriti riescono ad essere così vicini……mi dica se mi considera un pazzo o un grande illuso. Risponde l’Aspesi: ” Perchè dovrei? Se il dialogo via rete con questa anima sorella, definizione che mi piace molto, la rende felice….mi pare che non vi siete incontrati, guardati negli occhi, sorrisi ,sfiorati….ma verso questa persona è amore o un incanto che può vivere solo nella distanza?”
    Fin quì il commento della Aspesi. C’è qualcun’altro che stia vivendo la stessa esperienza? Io sono rimasto molto colpito perchè mi capita di essere molto emozionato quando scrivo e ricevo risposte dalle mie “amiche” del mio blog. E’ una esperienza nuova, che non mi sembra minimamente intaccare i rapporti affettivi con la mia donna. Forse è un allargamento sentimentale senza fisicità. Ma è naturale o è una distorsione provocata da internet. Io so che ora non posso fare più a meno dei contatti del mio blog. Ma non finiscono mai le occasioni del soffrire o i modi di amare? Sono forse diventato un soggetto a innamoramenti multipli. Bah!

  44. Ho letto al momento giusto, dopo la serafica conclusione di Camoscio Bianco ( forse tutta colpa del paradiso essere bianchi?) Sono d’accordo e dico perché: spesso in una coppia è il modo di condurre e vivere la vita di coppia che non funziona e lasciare una donna/uomo per altra donna/uomo spinge a replicare gli stessi meccanismi con l’aggiunta di una aspettativa massima di perfezione che non è propria dell’umana natura ( e nemmeno della soprannaturale, dico io)
    Spesso la presenza di un altro/a è conseguenza di quello che non funziona nel primo rapporto, spesso della confusione personale sul proprio ruolo, su quello che si desidera, su come ci si vede.
    L’altro/a diventa lo specchio di queste mancanze, specchio brillante perché vissuto in momenti di assoluta libertà ma limitati nel tempo e quindi incapaci di mettere in risalto i lati oscuri.
    Voglio dire che i rapporti che cominciano dopo una rottura possono funzionare se ci si “risifonda” insieme che è diverso dal ricostruire su macerie ancora calde di ricordi.
    In effetti ho visto sempre la costruzione di nuovi rapporti solidi quando quelli precedenti si erano esauriti da soli, senza la presenza del terzo. Capitato anche a me, il matrimonio di lui era già affondato per fatti suoi, non per la mia presenza, ho solo vissuto li strascichi devastanti con una forza d’animo che era molto legata alla incoscienza del momento ed ai miei bisogni di allora.
    Già ora sarebbe diverso.
    Permane però sempre una tendenziale voglia di fuga, una sorta di incompletezza di cui sarebbe bene conoscere le ragioni, magari con un periodo di psicoterapia, quella che basta a farci porre le domande che normalmente rifuggiamo perché di difficile risposta. Un terapeuta che te le pone lascia meno spazi alla fuga!
    E tendenzialmente, è vero, gli uomini sono meno portati a rompere rispetto alle donne.
    All’epoca, almeno, il mio Lui era l’unico uomo nella lista dei richiedenti la separazione, le altre tutte donne.
    Ma ripeto, era arrivato a chiudere con la moglie, non ad aprire con me, anche se io c’ero già.
    Non avanzai mai nessuna richiesta, anzi, feci il contrario, un figlio e una moglie non erano uno scherzo.

  45. @Grazie della tua testimonianza Emina, sono sicura che Ariel e chi legge qui potrà capire il tuo inglese e il tuo consiglio di andarsene finché è in tempo. Sono d’accordo con te, lui non cambierà mai lo schema e farà con Ariel la stessa cosa fatta con la moglie, perché il fuggitivo non può mai fermarsi..ha il terrore di essere fagocitato..magari ora farò l’identikit dell’ALTRO di colui che fugge…un abbraccio

  46. Dear Ameya,
    this post reminded of a ”friend” I had who was the 3rd party in a triangle.
    Everything you explained above is exactly how she was,(is), what she went through and how she behaved.

    A man had a wife, 3 children, and was a well known ”womaniser”.
    ”Storry” between them started by a sexual interaction only which developed into a ”regular” contact. Very soon ”HE” could not stay away from ”HER”.
    His ”WIFE” was indifferent to the situation as she was used to him havin extramarital ”adventures” of a sexual kind.
    Days lead to weeks, weeks to months , and months to years… this ”adventure ” continued for 10 years before she stayed pregnant by him( WHICH SHE PLANNED!!- in ”hope” he will CHOOSE to live with her)..
    I watched painfully this continue for so many years and NOTHING EVER changed!!!!.
    His ”WIFE” found out he had a baby with ”HER” and afetr 23 years of their marriage she finnaly left him!!!!
    For ”WIFE” that was a best thing she could ever have done… she now lives happily on adifferent CONTINENT with all of her children having a new normal life.

    My ”FRIEND/HER” had a second baby by him and is stil living a HELL. HE , of cours, is still having adventures with younger women then ”HER”, doing to her exactly the same he did to his wife before her.TOTAL MANIPULATION FROM EACH OF THEM!
    She is now living the same storry…..

    I lost our ”friendship” because she had to choose … and of course she had to ”listen ” to him.

    She is alone, unhappy, suffering but i am sure still ”fighting” herself that she WANTS HIM…
    I agree , it is nothing to do with love….. neither of them know what love is….

    His wife left after 23 years…. my ”friend” is still in that ”relationship” after 18 years……and I don’t know if she will ever get out ….

    I would like to tell the young lady who’s letter you published ( and I hope you can translate for me in a PROPER ITALIAN), that if she wants someone to tell her weather to leave or stay – I SAY LEAVE!!!! NOW-while you stil can , before you get any children involved, go find love, and happiness because there is happiness waiting somewhere for you – even if you have to change the city!!! JUST GO!!!!…..

    This is nothing to do with love… just insecurity, manipulation and extremely low selfesteem….

    Emina

  47. ho letto con interesse questo post e relativi commenti…oggi è san valentino, diciamo evviva l’amore, purché sia vero amore da entrambi le parti…ciao, grazie, un bacio

  48. Intendo che le situazioni che emergono, di co-dipendenze gravi che sconquassano e martoriano la vita di almeno tre persone, sono realmente gravi e che chi ci è dentro tende a non accorgersene e, non di rado, a non volersene accorgere.
    Proprio come una casa che va a fuoco e tu, per delicatezza o rispetto della privatezza, ti facessi scrupolo di destare gli abitanti nei loro letti.
    Francesc* si lamenta di una certa tua drasticità, ma queste situazioni sono drastiche e reazioni che non lo siano sarebbero per lo meno inefficaci e fuori luogo, inappropriate.

  49. Una casa va a fuoco e si osserva stupiti che ci sia tanta sicurezza nell’intervenire, avvocando più delicatezza?
    Un’osservatrice esterna ha molte più probabilità di osservare le caratteristiche di una situazione patologica e di sottolinearle. Non è il medico che emette la diagnosi la malattia.
    Mah.

  50. Ho letto con attenzione questa storia e non vorrei apparire moralista. Intanto io non direi niente alla moglie: sarebbe una cattivera nei suoi confronti. Le cose si fanno in due, così come gli sbagli. Io mi farei “un mea culpa” e mi metterei nei pannni della moglie. Se lui non avesse amato veramente la moglie l’avrebbe lasciata da un pò. Quindi non mi sarei fidata di lui. Adesso aspetterei che lui completasse la terapia di coppia e poi…. VIVI e LASCIA VIVERE!

  51. Continuo a non essere d’accordo. E l’etimologia mi da ragione. L’incontro non nasce per caso. Ogni rapporto sembra nascere da una serie di coincidenze fortuite ma non è così. La scelta del partner non è affatto casuale. Ognuno di noi è prigioniero delle proprie idealizzazioni. Anche se la persona giusta è al nostro fianco può non esserlo al momento giusto anche solo per un dettaglio o perché siamo congelati da ferite non cicatrizzate e per altre ragioni. Non ci si innamora all’improvviso perchè ci cade un vaso sulla testa o perchè Cupido ha sciccato la freccia…

  52. @Presunto Francesco..gli accenti della lingua italiana non sono lasciati all’arbitrio di chi scrive…
    “però” si scrive con l’accento grave non con l’accento acuto
    così come è ecc ecc…

  53. @Ameya

    allora, Fracesco va bene, in quanto é questo ora il mio nome. ho detto ex /a in quanto ho fatto il cambio di sesso circa tre anni fa.
    non metto in discussione i tuoi studi, ne il fatto che tu possa esprimerti in base come dici a vs. corrispondenza privata. qui trovo peró molti commenti di persone che suppongo non abbiano la tua stessa conoscenza in materia, e avendo vissuto io per primo giudizi e psicanalisi da chi forse ne aveva piu bisogno di me, non mi sento io di esprimermi con tanta sicurezza su un argomento cosi delicato come qui molti fanno, a meno che non abbiano tutti i tuoi stessi studi. per quanto rigurda mettere gli accenti é solo il mio modo di vedere le cose, non devo giustificare nessuno.
    ciao . francesco

  54. @Francesco o Francesca metti gli accenti come il computer di Ariel 🙂
    io non sono qui per battezzare nessuno e dare dei dipendenti affettivi a nessuno..ho letto le mail di Ariel private…il suo mdo di porsi è tipico , RISOLVETEMI VOI IL PROBLEMA, il suo parlare è ossessivo, la sua vita non esiste da quanto scrive se non LUI ecc ecc..dipendente affettivo non è una parolaccia o un’offesa, o una sindrome da curare con le medicine ..è indice di una mancata capacità di essere interdipendente, di totale mancanza di autostima e altri correlati. Poi sono d’accordo che qui non si fanno diagnosi nè terapie, e che quanto qui scritto e pubblicato serve solo a una riflessione. Io non sono qui per raccogliere consensi.Ma posso asserire quanto ho esperito, studiato e indagato…mi riconosco una certa esperienza sull’argomento 🙂

  55. @Ameya…non occorre essere ripetitivi, ho letto con attenzione il tuo blog….ció che cerco di dirti é che, in effetti non possiamo concludere da una lettera, magari scritta nel momento di picco, che Ariel non riesca né a fare né a pensare ad altro, concentrandosi escluisivamente sull’altro e per nulla sulla sua vita…magari in quel preciso momento di sfogo era cosí, e magari qualche giorno dopo averti scritto ha iniziato ad elaborare la situazione… abbiamo opinioni divergenti, non é un dramma…semplicemente preferisco conoscere la situazione a 360° gradi prima di esprimere un giudizio cosí forte, non posso darle della dipendente affettiva leggendo poche righe…

    ciao, Francesco (ex Francesca)

  56. @Bah che dirti utente anonimo?anonima? (perché poi non firmarsi, avvalorando le proprie opinioni se si è così convinti?), il tuo mi sembra un disorso molto superficiale generico e che dimostra di non aver aver letto con cura e seguito ciò che qui si dibatte da mesi…suggerisco di leggere l’articolo base di questo blog, LA DIPENDENZA AFFETTIVA. Che le relazioni siano problematiche è banale dirlo, che iniziano e finiscono altrettanto, qui si è detto migliaia di volte che dipende quanto un individuo viene devastato da una relazione conflittuale al punto di non riuscire nè a pensare nè a fare altro, spostandosi totalmente da sè all’altro, quello è patologico. Ma spesso mi ritrovo a dare le stesse risposte ripetute, mi scuso con chi mi legge regolarmente.

  57. @AMEYA
    -la radice di tale scelta è da ricercare in un vuoto affettivo di cui qui si parla molto, spesso originatosi nell’infanzia. La persona non ha instaurato un rapporto solido con se stessa e cerca conferma e rassicurazione dove pare impossibile ottenerla. ….

    volevo dire che questo punto di partenza mi sembra venga troppo generalizzato….

    Cara Ameya, tu dice che a volte certi attaccamenti sono patologici, quando non riesci a vivere..

    non credo che possiamo fare un analisi di questa ragazza da una lettera…
    si , é vero, leggendola, l’impatto é quello, ma per esperienza personale (e non sono una dip. affettiva), ci sono momenti di picco, momenti in cui ti sembra impossibile, che non ce la fai, e ti esce fuori tutto quello che per tempo hai rimuginato dentro… questo peró non significa essere dip. affettivi, o essere “innamorati” di qualcubo solo perché sia proprio quel qualcuno che forse non avrai mai, non significa che in circostanze diverse (lui single) non lo avresti amato cmq con intensita’… sono alti e bassi che tutti abiamo… poi magari dopo lo sfogo, si sta meglio, si supera la rabbia, ci si rassegna, si volta pagina e si ricomincia…

    spero di essere stato piú esauriente.

  58. > tu abiti luoghi inconsueti..

    Meno inconsueti di quanto non appaia in realtà.
    Ho l’impressione che le coppie strettamente monogame (considero anche i fedifraghi, oltre alle coppie che governano la promiscuità nella relazione) siano una (netta) minoranza.

    > non tutti vi sono spinti e culturamente pronti…

    mbeh, spetta
    Sono anni che sto lavorando su questa caratteristica.
    Proprio a causa dei retaggi culturali e morali dovuti alla educazione “per bene” mia (e di A-Woman!)

    > ciò che tu applichi con la tua donna è esperienzialmente estremo

    Lo è.
    Però, nonostante sia ultra d’accordo con te (l’ultimo giro è stato un fuorigiri per eccesso esperienziale) sono più che mai convinto che sia una questione puramente mentale.
    Elevi mentalmente delle barriere di un’altezza pazzesca e poi fai una fatica pazzesca ad oltrepassarle.

    > e se non c’è una struttura psichica forte può essere devastante per la coppia

    Sì.
    Devastante è un po’ forte.
    Nelle coppie che non vanno bene, la trasgressione amplifica i problemi
    Da questo punto di vista è una cartina tornasole molto efficace e accelera la consapevolezza sui problemi.
    Tutto ciò che ha lati negativi ha lati positivi

    > il tradimento condiviso

    tradimento
    Ahi!

    […]

    In ogni caso, ameya, fai benissimo a ricordare che sono esperienze forti. Non si va in montagna con le infradito, non si fa trasgressione se non si è consapevoli, pronti ed istruiti sulla qualità della vita di coppia che è il requisito fondamentale.
    Non puoi andare in vacanza se non sei ben “radicato” in un posto.

  59. la radice di tale scelta è da ricercare in un vuoto affettivo di cui qui si parla molto, spesso originatosi nell’infanzia. La persona non ha instaurato un rapporto solido con se stessa e cerca conferma e rassicurazione dove pare impossibile ottenerla.

    ecco, mi pare questo un ottimo spunto di riflessione e di autoanalisi su cui partire.

  60. @Utente anonimo non ho capito cosa volevi dire, certo che non siamo tutti malati, ma a volte certi attaccamenti sono patologici, quando non riesci a vivere…

  61. @AMan tu abiti luoghi inconsueti..non tutti vi sono spinti e culturamente pronti…ciò che tu applichi con la tua donna è esperienzialmente estremo e se non c’è una struttura psichica forte può essere devastante per la coppia, il tradimento condiviso e legittimato ancora non appartiene alla storia dell’umannità se non in piccole nicchie statiticamente devianti..tuttavia osserviamo che esistono…

  62. > ma una volta ingravidata resta con il più potente…

    In effetti, per quanto mi riguarda, sto maturando che Persona Sapiens sia in parte maggioritaria monogamo.
    Se due persone si piacciono e si amano, se si Amano, sanno benissimo dell’unicità meravigliosa di quella unica combinazione nello spazio, nel tempo, nei ruoli.
    Ciò non toglie che… istinto e Kundalini lavorano regolamente in direzione estroversa.
    Si può uscire dalla coppia per avere maggiore cognizione di causa della sua qualità. Ora, voi donne, avete l’opportunità, rara nella ns cultura recente, di andare al di là del ruolo riproduttivo.
    La coppia che abbiamo incontrato sabato e con la quale abbiamo giocato, hanno la ns età e figli già quasi adulti. _giu è veramente libera di poter sperimentare nuove forme di sessualità.
    E lo fa dopo aver superato limiti morali, sensi di colpa alquanto ardui. Ora è stupita, sorpresa dall’animo sessuale, a volte selvaggiamente sessuale che ha scoperto avere in sé.
    Ha mente tempo liberi, cuore saldo, per scoprire parti sue che sono, nel senso etimologico, stupefacenti

  63. mi spiace ma non sono d’accordo…la psicologia non puó fare di ogni erba un fascio..senz’altro l’intensitá é maggiore in una situazioen simile, ma questo non significa che se non vi fossero stati matrimonio, moglie e figli, questa scintilla non sarebbe comunque potuta accendersi….anche se sbagliato, sono cose che accadono frequentemente, e non tutti possono essere definiti dipendenti affettivi e dover trovare una spiegazione in psicologia per spiegare ció…a volte accade e basta…ci si incontra e scatta qualcosa…capita, come capita di innamorrasi di qulacuno che conosci da 20 anni e che fino a 2 giorni prima non avresti mai neppure immaginato a fianco, un conoscente, collega di lavoro, simpatico..null’altro…e invece poi te ne innamori…non ci sono matrimoni, figli, mogli, ma non lo avresti mai considerato…accade…le persone si incontrarno, e la chimica esplode..non siamo tutti da curare!! scusate, ma questa é la mia modesta opinione…credo che dovrebbero essere vissute certe esperienze..forse a volte é come dice Ameya, altre no!!!

  64. @Griza…non credo sarebbe mai nato nulla..se pensiamo a Hybris…è la sfida e illusione di poetr vincere contro gli dei in questo caso lui, la moglie i figli..ad accendere la miccia..

  65. Mi sono chiesta spesso se l’amore nato in queste circostanze sarebbe stato uguale per intensità e durata o addirittura se sarebbe nato se i due soggetti “in love” fossero stati entrambi liberi…

  66. Sì, è essenziale autostimarsi – senza soprastimarsi, naturalmente!-; solo chi ha un’equilibrata percezione di sè potrà uscire da dannose di pendenze.
    Un post molto intelligente, g*

  67. @AMan poiché fitness genetica spesso non coincide col potere , le scimmie ingannano il maschio per farsi fecondare dal più forte geneticamente ma una volta ingravidata resta con il più potente…ci sono tante altre teorie se vuoi divertirti cerca notizie su DOnna Haraway..prorpone con il suo cyber femminismo di impiantare un utero al maschio e di farlo restare a casa ad accudire la prole poiché con questa storia, dice, ci hanno fregato ricoprendo tutti i ruoli di potere…punti di vista…

  68. > la liberazione sessuale è un illusione..biologicamente siamo programmati per scopi diversi..
    > l’uomo a tramandare i propri spermatozoi,
    > le donne invece a trovare un partner che curi la prole,
    > le donne hanno bisogno di un solo uomo, forte, potente economicamente e sano.
    > Gli uomini devono biologicamente ingravidare quante più donne possbili

    Questa è una delle letture possibili.
    Nei primati la femmina si accoppia, nel momento dell’estro, con più maschi per essere certa della fecondazione.
    Ci sono ricerche (mi viene in mente Timothy Taylor ma c’era anche un’altra fonte, la mia memoria ballerina non mi assiste, penso opera citata dagli Zadra) secondo le quali, fino a ca 20K anni fa la sessualità era proprio cooperativa invece che esclusiva, proprio per assicurare anche alla femmina di scimmia nuda che il concepimento avvenisse.
    Cosa succede oggi, che le femmine di HS hanno vita più lunga, minore pressione sociale, vivono più anni in buono stato di salute e sessuale, senza doversi occupare della prole? Che scoprono sessualità oltre la coppia.
    Quasi sicuramente cercheranno maschi piacevoli, che le sappiano addascinare, non so se palancati, devono stare bene con loro, non farci dei figli. E lo fanno con incidenza statistica incredibile (articolo di mesi fa sul corriere su ricercxa di università del regno unito, il 55% delle donne oltre i 50 ha un amante, articoli su stampa e repubblica, 2008 e 2003 che stimano che una coppia su quattro che ha sessualità allargata oltre la coppia).
    Col tempo penso che, una volta rimosse i condizionamenti ambientali, dovuti alla prole, religiosi, donne e uomini siano molto più simili di quanto si pensi.
    Uomini che, finalmente grazieaddio, nel 2009 possono scoprire la loro parte femminile, e donne che scoprono la loro parte maschile.

  69. @Caro Enrico ti suggerisco un libro molto divertente
    LA REGINA ROSSA Ridley Matt
    lì l’ipotesi biologica ti spiega come mai ti sei sentito attratto da altre donne e magari tua moglie ti ha accudito amorevolmente tutta la vita! un sorriso

  70. Mi è capitato di non essere mai stato un uomo forte,potente economicamente e sano (soprattutto). Eppure mia moglie mi adora e mi assiste con una dedizione che ancora mi stupisce. Forse è il tipo mediterraneo? o dipende dalla cultura? Io qualche volta ho avuto la pulsione ad altre partners sessuali. Non so se debbo vergognarmene. Mi interessa il parere della stimatissima ameya.

  71. @Diak la liberazione sessuale è un illusione..biologicamente siamo programmati per scopi diversi..l’uomo a tramandare i propri spermatozoi, le donne invece a trovare un partner che curi la prole, le donne hanno bisogno di un solo uomo, forte, potente economicamente e sano. Gli uomini devono biologicamente ingravidare quante più donne possbili. Poi subentrano cultura, religione e scelte…

  72. Intrappolati… pensarci due volte?
    E’ che quando una persona piace non c’è niente da fare. E di solito uno/a che ti piace è già piaciuto/a prima a qualcun altro/a.
    Se non considerassimo più i rapporti erotici come una presa di possesso di un territorio? Ho l’impressione che la liberazione sessuale degli anni Sessanta sia miseramente fallita (devo dire, onestamente, che non ne ho mai visto traccia, almeno qui da noi), oppure che riguardi solo i ricchi e porcelloni.

  73. @ELEONOR…Mi spiace per la tua situazione, ma non ritengo di poter essere una bambolina gonfiabile, ne fisicamente, ne altro…io ho sofferto molto per il dolore arrecato alla famiglia, e ne soffro ancora oggi…se avessi voluto distruggere la sua famiglia avrei avuto modo di farlo, ma non é mia intenzione distruggere una famiglia solo epr il gusto di farlo. in ogni caso non voglio giustificarmi, perché non ho scuse.
    Non so quale sia stato il tuo percorso, posso dirti che loro attualmemte hanno intrapreso la terapia di coppia, e io sto lasciando che lui faccia quello che si sente. non l’ho piú cercato in questi giorni, per sua volontá, ovvero mi ha detto che prova dei sentimenti per me ma vuole tentare di salvare il suo matrimonio, e io non posso far altro che lasciarlo fare…mi spiace per quello che ti é successo, ma non giudicare se non vivi tutti i ruoli…anche io ho sempre detto che non mi sarei mai invischiata in una situazione simile, ma l’ho fatto.
    Ariel

  74. Personalmente credo che prima di invischiarsi in una situazione complicata con una persona impegnata, chiunque dovrebbe pensarci due volte e soprattutto pensare al dolore che creerebbe sia a se stessa che al partner che alla sua famiglia, specie se ci sono dei figli di mezzo. Purtroppo in questo caso non posso essere obiettiva, in quanto la mia famiglia è stata distrutta da una di queste sedicenti signorine che non riescono a trovarsi un uomo tutto per loro, ma che hanno bisogno di accaparrarsi quelli degli altri ( per poi concludere che non sono in grado di gestire una relazione e una famiglia loro e avrebbero fatto meglio a rimanere relegate nel ruolo di bamboline gonfiabili ). Sarebbe meglio che facessero meno le vittime e che costruissero qualcosa di vero basato su certezze e non una squallida relazione intrisa di bugie.
    Ti abbraccio Ame! Un bacione

  75. @Will Ariel intervengo per dovere di chiarezza:
    -l’attacamento morboso a una persona E’ segnale di un disagio profondo e non passa da solo
    -sono d’accordo col dire che non significa sposato o no. Ci sono persone affettivamente distanti a cui le dipendenti affettive si accaniscono a chiedere attenzione e amore
    -la radice di tale ossessività è da ricercare in un vuoto affetivo di cui qui si parla molto , spesso originatosi nell’infanzia. La persona non ha instaurato un rapporto solido con se stessa e cerca conferma e rassicurazione dove pare impossibile ottenerla. Da questa lotta, IBRIS, qui detto più volte, l’individuo ricava un senso di valore solo se riesce a “vincere”
    -si consiglia la lettura deli articoli principali di questo blog per maggiori trattazioni e per evitare di ripetere qui le solite cose

  76. Sai, a volte non si tratta solo di amare un uomo sposato o libero.
    Ci sono uomini non emotivamente disponibili anche se non hanno famiglie alle spalle.
    E quel “ti voglio bene” diventa molto più prezioso dei tanti “ti amo” che ti sei sentita dire da altri.
    Quella singola telefonata ti riempie il cuore più di tutte le volte che altri sono venuti fin sotto casa tua solo x stare 5 minuti con te.

    Non è emblematico il fatto di avere storie “normali” ma cosa hai provato o meno in quelle situazioni.
    Se riuscivano cmq a farti sentire coinvolta.
    Ma, guarda, è talmente complesso che secondo me è impossibile dare pareri effettivi.

    Prova a farti una chiacchierata con uno specialista.
    Male non fa.
    Al max ti accorgi che il problema non sussiste e che è stata solo una storia che ha dato un ulteriore tassello alla tua anima.
    Mica è detto che ogni storia “sbagliata” sia sintomatica di una “patologia”!
    In bocca al lupo Ariel!

    Ps.Grazie Ameya.

  77. Ci fu un periodo della mia vita nel quale intessei una tresca con _ana, bella, affascinante, ex modella, energica, con il mix di pudicizia e passione non sfogata che la pudicizia conserva ed alimenta e… sposata.
    Mi fa ancora la corte, è ancora bloccata su quell’immagina idealistica e idealizzata di me. Forse una sana trombata le avrebbe riportato i piedi per terra.
    In ogni caso, si sviluppano, nel caso di questi trii, delle dinamiche assolutamente contorte. Molto facile finire nella dipendenza caratterizzate dalle molteplici “chicche” che hai elencato, Ameya.
    Anche questa volta trattazione col dono di rara semplicità ed efficacia comunicativa. 🙂

  78. @Will……..grazie …posso dirti che non é proprio un mio comportamento ricorrente…anzi, nell’ultimo periodo ho provato ad avere altre storie, ragazzi separati, ma almeno liberi…quello che so di certo é che tendo a cercare uomini piú grandi, e forse non é facile trovarli liberi, o cmq reduci da separazioni o divorzi, ma lameno questi non avevano famiglie lasciate alle spalle, solo rapporti finiti male….di sicuro 3 anni fa non pensavo di invischiarmi in una storia simile, e inizialmente pur avendola creata, l’ho evitata, poi alla fine l’istinto ha avuto la meglio sulla ragione…non so se lui sia come l’uomo della storia di cui parli…non ha avuto altre storie extraconiugali prima di me, e alla prima (io) sua moglie lo ha subito scoperto infatti….ho contattato giá uno psicologo per una terapia, ma sono ancora insicura se andarci o meno…intanto sto accettando la situazione e in questi giorni sto meglio, non sento quel desiderio irrefrenabile di vederlo o sentirlo a tutti i costi.
    forse la mia é una dipendenza affettiva limitata a lui, o forse no…vediamo come va..intanto ho fatto il punto su me stessa e non mi vergogno ad ammettere la mia dipendenza…forse i prox giorni decidero anche se intraprendere una terapia…grazie. ciao , Ariel

  79. tutto giusto e condivisibile anche da chi non la tua competenza-preparazione-esperienza. eppure se con tutta questa gamma di tarli dannosi le cose continuano ad accadere nel medesimo modo…o c’è qualcosa che sfugge (scoprire di essere ri-desiderabili…ecc) o siamo vocati al dolore

  80. Innamorarsi di un uomo sposato.
    E’ una situazione che ho vissuto molto da vicino anche se in via indiretta.
    Lei circa 20 anni.
    Lui circa 20 di più.
    Io la migliore amica di lei.
    Quando ancora credevamo che l’amore giustificasse tutto e che vincesse su tutto.
    Sono stati anni di sofferenze, di lacrime, di gelosie folli, di appostamenti.
    Alla fine lei ha trovato la forza di andare via e cambiare anche città.
    Lui?
    E’ rimasto cn la moglie.
    Ed è sempre in cerca di nuove storie.
    “non sa stare da solo”
    Così mi ha detto l’ultima volta che l’ho incontrato per caso, x strada.
    Frase assurda se si pensa che ha moglie e figli che lo aspettano a casa.

    Cara Ariel, so molto bene cosa significa soffrire di dipendenza affettiva, amare insistentemente una persona che dovremmo mettere da parte ma di cui proprio non riusciamo a fare a meno.
    Il punto non è se lui lascerà o no la moglie.
    Il punto è: quanto sia grande la tua consapevolezza del tuo diritto di essere amata alla luce del sole.

    Parlare di problemi di intimità credo sia eccessivo.
    Almeno senza saxe se il tuo sia o meno uno schema ricorrente.

    Per esperienza personale posso dirti che puoi affrontare anche da sola questo percorso, almeno per i primi passi, più che altro per acquisire consapevolezze del “problema” (uso le “” xkè nn so la tua storia)
    Ma presto ti accorgerai di essere arrivata ad un punto in cui avrai bisogno di un supporto per poter davvero capire e scardinare il meccanismo che ti porta in questi schemi relazionali.
    Non è facile.
    Io ancora ci combatto.
    Ma almeno sono riuscita a dirgli: tu sei importante, ma lo è anche la mia serenità…quindi stacchiamoci un pò.
    Non è una vittoria, ma è un passo.
    Un passo che in tanti anni nn avevo mai avuto la forza di fare.
    In bocca al lupo.
    Will.

    PS.non amo sentir dire: “a me non accadrà mai!”
    La vita è così imprevedibile e non possiamo saxe come ci comporteremmo in certe situazioni.
    A volte..la ragione…sembra andare in vacanza permanente..

    Ciao Ameya.

  81. @Lara le coppie divorziano per loro motivi…per mia esperienza non è “il terzo incomodo ” a farle dividere..spesso l’elemento esterno permette un equilibrio e ha una funzone contraria…

  82. non capisco perchè molti di voi insistano prepotentemente sul fatto che la persona sposata non lascia quasi mai la famiglia…io non credo che sia questo il nocciolo sella questione, e in ogni caso mi sebra che il mondo sia pieno di coppie divorziate, più di quante siano quelle felicemente sposate!…poi quale sia la sorte delle persone coinvolte in questa storia non lo so, ma non credo che la terapia di coppia possa rimarginare ferite così grandi e ristabilire fiducia nelle parti…magari aiuta a separarsi con dignità, specie se ci sono figli di mezzo.

  83. Vivere situazioni simili è segno di poco amore verso se stessi….dal mio punto di vista….cercare un amore dove si sa….la maggior parte delle volte la persona sposata NON lascia la sua famiglia è un pò una specie di autolesionismo…..
    Ma non vado oltre…..non sono quella che dice mai….sono però una delle tante spero che si ama….e spero di continuare per questa strada…..

  84. Situazione fatale… una volta che si apre questa porta dell’innamorarsi di un amore non libero… si rimane intrappolati in un vortice dove uscirne senza laceranti ferite… ahimè è impossibile… ma come si sa l’amore… è un sentimento irrazionale… quasi impossibilie resistergli… anche in determinate situazioni…

  85. Che tema complesso… Amare una persona già impegnata può essere un esercizio destinato a creare solo sofferenza. In tutti. D’altra parte però non credo esista un “bottone dell’innamoramento” che possa essere spento o acceso a nostro piacere. Io almeno non l’ho mai trovato. E allora se si dovessero provare dei sentimenti per qualcuno che ha già una relazione, l’unica cosa da fare è buttarsi sperando di avere il paracadute.

  86. @Fantart tocchi un punto fondamentale di questo tipo di relazioni: lapaura dell’intimità. Hai colto nel segno, chi si invischia in tale relazione ha il terrore in realtà di stare in una relazione “sana” e non conflittuale, è come se non se lo potesse permettere per una serie di motivi, grazie!

  87. Accade tutto ciò e soprattutto tra persone sposate o persone che temono un vero legame. Mi spiego: spesso chi cerca storie difficili è un nacisista patologico, egocentrico… non c’è vero amore per l’altro ma solo il piacere di riuscire in un’impresa difficile. Diversamente, ci sono persone che pur essendo libere cercano un patner sposato…secondo me è per la paura di vivere una vera storia sentimentale…
    Non so, può darsi che mi sbagli…

    Un abbraccio e ti aspetto per una piacevole risata nel mio blog… fa bene anche scherzare qualche volta:)

  88. Alcuni qui sostengono che non si metterebbero mai in una situazione simile. Neanche io mi ci metterei, ma a volte non è così facile ragionare. Magari qualcuno che incontriamo ci parla e tocca i nervi scoperti della nostra solitudine con parole e gesti, proprio quelli che aspettavamo o sognavamo da sempre. Ed allora eccoci coinvolti in una situazione che razionalmente è assurda, lo sappiamo tutti, eppure ci travolge quasi. Perchè può succedere anche ad un uomo di innamorarsi di una donna sposata, forse più giovane, ma cmq non libera…ed a quel punto l’onda dei sentimenti diventa grande, troppo grande per ragionare a mente fredda…ricordale “Le affinità elettive” di Goethe? è un esempio di quello che voglio dire. Ciao!

  89. indubbiamente Ameya. e ti ringrazio dell’opportunità datami di esprimere un mio punto di vista consapevole nel non voler fare di tutta un’erba, un fascio 🙂

  90. @Nuvolavola tu sostieni un punto di vista “sano”, qui si è cercato sommariamente di tracciare un profilo di una patologia sommersa come la dipendenza affettiva, se una persona sa essere grata e riconosce ciò che ha ricevuto non è una dipendente affettiva, ma persona strutturata che si muove nell’esperienza, ne trattiene preziosi insegnamenti e muove oltre se necessario, ma qui non è di ciò che si parla ma dell’opposto…

  91. non mi piace ridurre la questione per luoghi comuni, come leggo in taluni commenti. non entro nel merito del caso specifico della lettera. ritengo tuttavia ci siano casi circostanziali e comunque non sempre i motivi sono quelli esposti. ad esempio, capita che all’interno della coppia clandestina l’uno sia perfettamente consapevole di ciò che sente l’altro. e nonostante l’impossibilità di viversi e la sofferenza che ne consegue, sa riconoscere ciò che ha ricevuto, contrariamente a ciò che leggo nel post. non so se questo rientri nei termini di una “dipendenza affettiva”, ritengo tuttavia sia un percorso di crescita personale. é ciò che personalmente definisco costruzione di un amore. che non deve essere per forza un dare per ottenere, bensì un donarsi semplicemente, nella consapevolezza di ricevere altrettanto, amore e confronto. con buona pace delle opinioni comuni, in quel caso è arricchimento e la presa di coscienza finale dell’impossibilità non porta a frustrazione e dolore, ma a gratitudine per aver avuto la fortuna di condividere, sentire e crescere con l’altro.

  92. Senza volerlo ho letto questa pagina molto controversa, pertanto, io dal di fuori , posso guardare con lucidità e esplicitare questa tematicata ..ricorrrente nel quotidiano..
    Lui, lei, l’altra…
    e qui nasce l’equivoco, in quanto l’uomo per natura è poligamo, ama circondarsi di tanti rapporti sentimentali all’isnaputa della famiglia, che savvaguardia per non asumesi nssuna responsbilità.
    Allora si trincera dietro comportamnti infantili, va , viene, si pente, poi ritorna, ma tutto a dscapito dell’altra.
    Allora, una domanda nasce spontanea, ma perchè rovinarsi l’esistenza?… Deve essere snervante, doloroso questo rapporto che vive l’altra …in quanto è come vivere su di un’altalena, una volta in alto e una volta giù!.. Ne va il sistema nervoso! …
    Non vivrei mai una storia simile!
    Lui è anche furbo e subdolo, perchè continua ad illudere l’a’ltra che sta quasi sull’orlo di una crisi isterica!
    Lui non lascerà mai la famiglia…
    Lui è un Peter Pan della situazione…
    .Allora, ho ‘altra si vie questo rapporto precari, oppure gli faccia prendere una decisione definitiva o lei, chiude questo rapporto anomalo…
    Io la penso così…
    Non lasciamoci manipolare dagli altri!
    Dora

  93. beh, succede, si, se ne sentono tutti i giorni, di storie simili…purtroppo per quello che ne so io difficilmente l’uomo lascia la famiglia, anche per una questione di abitudine a volte, e di tranquillità, e di quieto vivere, oltre che di un certo affetto, alla fin fine; di certo ciò significa che nel matrimonio qualcosa non va più bene come prima….ma credo che almeno per il 90% dei casi l’uomo si tenga la moglie e possibilmente l’amante.
    e’ ovviamente la soluzione più comoda per lui…non sempre é così naturalmente, qualche volta il matrimonio va sul serio a rotoli.
    insomma dipende da caso a caso…speriamo che per la nostra amica che ha scritto la lettera le cose si possano sistemare in un modo o nell’altro e lei possa stare meglio….

  94. Mah! Innamorarsi di un uomo sposato non ti porta da nessuna parte…diventa un croce dove si soffre e basta…Troppo comodo per lui! cmq mi dispiace per la ragazza perchè quando uno tradisce una volta lo farà sempre!!!
    Baciottolo*

  95. cara Ameya grazie per le tue belle parole, e per l’ospitalità squisita come sempre;
    @ Ariel – cercherò di spiegarmi meglio, il tema mi sembra scottante e merita di essre approfondito;
    immagina una scatola chiusa, divisa a metà nel suo interno da una parete con una porticina girevole, immagina ora che si introduca del gas nella scatola, nello scomparto di sinistra più caldo che in quello di destra; ebbene le molecole più calde azioneranno la porticina, e comunicheranno alle più fredde la propria informazione termica eccedente, finché tutto il sistema si livellerà alla stessa temperatura e la porticina si fermerà;
    in quel momento si ha il massimo di entropia, coincidente col concetto di massimo disordine, in quanto nessuna molecola ha più una propria direttiva e fluttua a caso;
    una coppia entropica è quella che ha esaurito questo valore di scambio, e i due elementi che la compongono possono essere (indipendentemente) sensibili a un differenziale che giunga da fuori, e smonti un sistema ormai inerte;
    non credo che in questi frangenti la psicologia possa farvi granché;
    l’amore può essere anche strazio o violenza dell’animo, ma è anche probabile che sia un principio di sopravvivenza

  96. Scusate se entro in merito, non “so” se le mie esperienze possano definirsi simili, non so, però so che un terapeuta spesso non riesce a “risolvere” minimamente i casi di coppia (sposata) in crisi; forse perchè spesso il terapeuta usa dei modi diciamo un po’…strani ; di conseguenza la coppia continua ad esere coppia ma con tanta sofferenza di più spesso da parte della donna, ma sarà dopo, una sofferenza maggiore, purtroppo spesso la “separazioe” è praticamente impossibile, per svariate motivazioni, anche gravi a vote….discorso molto lungo. Purtroppo “il terzo” dovrà capire prima o poi che raramente accade di poter conquistare l’uomo amato…scusate, è solo la mia forse piccola eperienza…

  97. @Lulu sono daccordo con te e se lui volesse troncare ne soffrirei ma lo lascerei in pace…forse è questo però che mi serve..fino ad ora non mi ha mai detto di voler chiudere definitivamente con me..mi ha detto di voler fare quest’ultimo tentativo con la terapia e che per il momento non si farà sentire…forse neppure lui ora ha le idee chiare e spero che questa terapia lo aiuti, anche se temo per il risultato…non si può vivere una vita intera così, questo no…Ariel

  98. Non sono sicura che l’amore verso se stessi aiuti a risolvere tutti i problemi.
    In questo contesto la dipendenza è evidente, ma perchè non si vuole perdere la persona che si ama… ma se lui decide di troncare credo sia giusto rispettare la decisione e guardarsi altrove, leccarsi le ferite ed esser speranzose che almeno lui sia felice… volere il bene dell’altra persona non è cosa sbagliata… è vero che volerlo accanto sarebbe meglio, ma così non fa bene a nessuno dei due…
    un bacio

  99. @Ameya…prendo come buone le intenzioni di Eremo…mi ha attratto molto il suo commento, e mi incuriosiva approfondire il suo punto di vista…perdonami se poi mi impunto, ma da come leggo eremo forse non crede molto nell’aiuto di uno psicologo per la copia, mentre tu al contrario sei ottimista al riguardo…in effetti leggevo che come dici tu non hanno come fine ultimo quello di matenere insieme una coppia ma quello di ristabilire un equilibrio e una dignità..poi le scelte dovrebbero essere indipendenti dal parere del terapeuta

  100. certo Ameya, un supporto può anche essere utile in frangenti di tumulto, purché in questi casi si astenga dal giudizio e da una normativa perfettina (in base poi a quali modelli? Chi seglie e chi li definisce?);
    un osservatorio non deve entrare nell’agone, né può sterilizzare una forza preponderante come l’amore, e la sua imperscrutabilità

  101. PER EREMO…perdonami…sono rimasta molto coinvolta dal tuo commento, ma non credo di averlo raccolto sino in fondo…ci sono concetti per cui dovrei andare in libreria e acquistare un dizionario..potresti spiegarmi meglio?
    grazie, Ariel

  102. non so se troverò mai un uomo che potrà accetare questo mio vissuto…ho diversi tattuaggi addosso che parlano di quest’uomo, alcuni possono essere semplici tattoo ma uno è il suo nome, e penso che un eventuale futura storia vorrà spiegazioni, e soprattutto saprà accettarlo? spero davvero di potermi rifare una vita e avere un giorno un amore e una famiglia mia, ma non so da dove iniziare..forse è ancora presto

  103. sono ariel, la ragazza che ha scritto la lettera ad Ameya…non pensavo di sucitare tanto interesse…credo davvero di soffrire di dipendenza affettiva e vorrei guarire ma non so come…sto pensando di conattare uno psicologo per una terapia…ma posso farcela anche da sola?come?

  104. Sai cos’è la cosa peggiore? Quando troverai la tua vera storia questa peserà sulle tue spalle come un macigno e tutti i perchè e i rimpianti rischieranno di spezzarti la schiena, ma, se sarà ben robusto il nuovo albero accanto a te, potrai sovraccaricarlo fino a scricarti totalmente da questo peso ed ogni cosa apparirà nuova come una nuova verginità. Un bacio e un abbraccio come dentro un ascensore. —Fulvio—

  105. Dipendenza affettiva, di questo si tratta. Quando ci si annulla, diventando niente, perdendo appunto la stima in sè. Fortunatamente si puo’ guarire, riappropriandosi del valore di sè.
    Sembra un gioco di parole, ma è cio’ che accade. Da esperienza fatta…

  106. @Eremo il consulente familiare può solo fare da specchio alle parti e creare un contenitori dove essi possano parlarsi davvero, oltre che vedere se stessi…le decisioni sgorgano in una direzione sconosciuta…

  107. ahi ahi, stasera un tema più scottante che mai, tra il dover essere, l’amare, il saper essere;
    l’amore può essere un manrovescio fulminante, preoccupante, ma bellissimo;
    la coppia di partenza può essere entropica, e a somma negativa;
    in questi casi non c’è precettistica che tenga, giacché può trattarsi di riscrivere il proprio destino;
    vale più una situazione tenuta in piedi formalmente o lo slancio di una nuova vita? Credo sia un’economia strettamente privata, dove l’occhio dello psicologo se arriva, deve star buono;
    deve rispettare il travaglio di queste situazioni senza pretese tassonomiche o prescrittive;
    tanto a soffrire ci pensano già abbastanza i coinvolti

  108. ho letto il tuo profilo e il motivo per cui hai aperto questo blog… considerato che da 4 anni amo una persona che mi fa soffrire e per la quale ho passato momenti nerissimi, penso di “soffrire” quasi sicuramente di dipendenza affettiva… e non solo nei confronti dell’uomo che amo, ma nei confronti del mondo in generale. spesso ho cercato di placare il mio bisogno di affetto in modo sbagliato e cieco, buttandomi via.
    forse restare 4 anni con una persona che mi fa soffrire anche se non è sposato e dice di amarmi, è comunque un altro modo di buttarmi via. non lo so.
    comunque, nel tuo blog ho trovato diverse cose da leggere e su cui riflettere…

  109. Ameya ha risposto giustamente: è sempre e solo una questione di autostima. Intraprendere un percorso che conduca a noi stessi, alla nostra vera essenza, è la risposta non solo a questa domanda specifica, ma a tutte le domande della vita.
    Un abbraccio. :*

  110. la via d’uscita, solitamente un uomo oltre i 45 con un certo fascino, lei spesso la sua studentessa, che si innamora, la moglie, non più un fiore che magari nelle foto che la ritraevano da giovane assomiglia alla giovane amante.. la fedeltà non esiste più, ma un uomo che tradisce una volta lo farà sempre.. dipende da una moralità che oggi non esiste più.

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