Ma tale decisione raramente avviene. Molto più spesso il triangolo persiste, anche per molto tempo. Il copione più frequente vede un lui sposato con prole e una ragazza più giovane che si innamora perdutamente. All’inizio la forza dell’amore promette un lieto fine, che col passare del tempo si trasforma in un inferno, sovente emerge una vera e propria dipendenza affettiva. A quel punto la persona che attende vive in una continua speranza delusa che lui lascerà l’altra e finalmente vivranno felici e contento. Ci sono in queste modalità relazionali delle costanti che cercherò di elencare, riassunte di seguito e che si possono facilmente rintracciare nella lettera pubblicata in seguito:
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Il dolore è atroce, proporzionale al grado di dipendenza
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La persona parla solo di lui, appare non avere una sua identità se non in funzione all’altro
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C’è un senso di urgenza, di emergenza simile al drogato che freme se non può avere la sua sostanza
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Si percepisce un senso di pretesa irrazionale e infantile, “lo voglio a tutti i costi”
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Ciò che sente l’altro in verità non conta molto, conta ciò che si sente e il proprio dolore, tuttavia si spergiura di amare l’altro
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La persona dipendente sostiene di avere dato a dismisura, e diventa vittima nell’esporre quanto ha dato, ma ciò che non si chiede mai è ciò che l’altro volesse davvero
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Sono evidenti cognizioni distorte (Beck, 1999), idee irrazionali su di sé e sul mondo
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Si ingaggia con l’altro una lotta per il potere nella relazione che non ha nulla a che vedere con l’amore ma ricorda vere e proprie strategie belliche
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La persona dipendente non ha presente i propri confini nè quelli dell’altro, non rispetta le decisioni dell’altro e cerca a tutti i costi di “vincere”, richiamando il concetto della mitologia greca di HYBRIS, l’ingenua convinzione che se solo…
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Manca un senso di completezza e di autostima, per cui la persona non riesce nemmeno a contemplare la propria vita senza l’altro, e nell’eloquio aleggia un senso di catastrofe incombente
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Si chiede all’altro il proprio valore: “se lui c’è allora conto , se lui non c’è io non valgo , non esisto, non ho potere”
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Il dipendente affettivo ragiona in termini deficitari, vede sempre la parte mancante, raramente riconosce ciò che ha ricevuto e non è mai sazio
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La cecità e l’ingratitudine sono costanti
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Si ricercano continuamenti rassicurazioni dall’esterno, e ricette già pronte e confezionate per la risoluzione del “suo” problema. La responsabilità per se stessi non esiste, si chiede sempre all’altro, all’esterno
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La persona appare incapace di accettare un rifiuto, un abbandono, e di elaborare il lutto della separazione.
Ricevo e pubblico…
Non mi definirei una vera e propria amante, perché la nostra storia é stata sempre incostante… lui mi cercava poi diceva di voler salvare il suo matrimonio, poi tornava… un inferno… una delle cose più brutte e che la relazione é iniziata quando sua moglie era in attesa della loro prima figlia, e ha scoperto subito dopo il tradimento… non ti racconto tutto perché sarei lunghissima… il fatto é che nell’ultimo periodo lui sembrava essersi avvicinato molto a me, ha temuto di perdermi per un possibile 3° incomodo tra noi… poi da una settimana ha deciso di non vedermi più, sua moglie gli ha chiesto di intraprendere la terapia di coppia e lui si sta impegnando a fondo. Continuo a cercare per avere risposte alle mie domande, capire se io per tutto questo tempo sono stata solo uno svago, un’avventura, anche quando diceva di aver paura di perdermi, e pur sapendo quanto io lo ami. Mi arrampico sugli specchi continuando a ripetermi che uno psicologo non può risolvere la crisi di un matrimonio, che se lui non ha più attrazione per sua moglie e non fa l’amore con lei da mesi non può essere un dottore a risolvere la situazione, ma una paura indescrivibile di dover rinunciare a lui, di perderlo per sempre, e di soffrire da impazzire… non riesco neppure più a parlarne con le amiche, e così mi confido con persone di cui non so altro che il nome, come te… ma spero di trovare qualcuno che possa aiutarmi, che magari sappia dirmi se queste terapie sono efficaci e se devo prepararmi al peggio… alle volte vorrei chiamare sua moglie per dirle tutto quello che non sa, raccontarle ogni singolo dettaglio, perché mi fa impazzire che lui mi dica semplicemente che vuole salvare la sua famiglia, senza tener conto affatto dei miei sentimenti… pensa solo a se stesso, decide di non volermi più sentire e vedere e devo accettare le sue decisioni senza poter reagire in nessun modo! Sento di esplodere!!!! Scusa lo sfogo, ma vorrei tanto che qualcuno sapesse dirmi che fare o come andrà a finire, forse vorrei solo che qualcuno mi dicesse che la
terapia di coppia non servirà a tenerli uniti e che sarò io la scelta del suo futuro…”
Siamo tutte nella stessa situazione!
Io, 5 mesi di relazione con un uomo sposato.
Mi chiamava quasi tutti i giorni, pomeriggi di passione e poi. .. un mese fa la doccia fredda: lui non sa cosa vuole, si sente in colpa verso la moglie, non vuole un vero rapporto con me. ..
Sparisce x um mese durante il quale ho versato tante lacrime da credere di potervi affogare dentro. E senza chiamarlo.
Um mese fai manda un sms, ci rivediamo, facciamo l amore fino a sera e quando va via mi dice che si sente leggero e sta bene.
Risparisce x una settimana e ora mi scrive x sms che ha voglia di vedermi.
Che senso ha?
Per lui è solo sesso, ormai lo so, e dovrei smettere di vederlo.
Ma ho deciso di accettare il suo gioco, blindando il mio cuore, se ci riuscirò.
Non c’è futuro x noi, devo esserne cosciente.
E presto, appena lui si sarà stancato, finirà.
Se non mi sarò stancata prima io!
Il maschio cerca un potere per compensare quello che non ha e cioè quello della creazione vitale.
Angelo Bona osserva che questa potenza materna creatrice è un arma tanto potente quanto a doppio taglio. In termini di questo luogo anche dara la vita che può essere un’esperienza (quasi sempre non consapevolmente) tantrica di unione con un altro essere è così totalizzante che… crea dipendenza. Quando il ruolo materno fnisce con l’emanciparsi della prole ci sono i collassi esistenziali.
Se uomini e donne imparassero a conoscere e comprendere la loro parte rispettivamente femminile e maschile, potrebbero aprirsi nuove alleanze e nuove libertà. Del resto questo è un principio anche praticato, esercitato in corsi di (neo)tantrismo.
Biologia ma non solo. E poi bisogna riscoprire quella biologia, quell’istinto coperti, sepolti da società e (in)cultura.
Metto il tuo commento come post come quello sopra. Poi rispondo pubblicamente. Grazie per averci scritto, molto vero quello che dici.
bellissima la tua testimonianza…la metto come post…grazie!
ho sofferto di dipendenza affettiva per 5 anni. E’ finita da 2 mesi.. sono riuscita a dire basta… Per otto mesi l’ho diviso con un’ altra, mi accontentavo delle briciole avevo paura di perdere quel poco che avevo: 1 incontro settimanale a casa sua, sesso sfrenato poi ognuno x la sua strada, qualche pizza ogni tanto ,regali, ma nessun coinvolgimento emotivo da parte sua, io non osavo chiedere di più era già troppo bello quello che mi stava succedendo.. mi diceva: “io non ti amo” ma io non ho mai conosciuto l’amore di un uomo la sua frase non mi turbava più di tanto..e quando mi ha detto “ho conosciuto un’altra” invece di chiudere l’ho inseguito. lui si è fatto prendere , ma non ha lasciato lei.. ho dalla nascita 1 difetto fisico non orribile ma evidente, da bambina mi prendevano sempre in giro un compagno di scuola una volta mi disse che neanche uno stupratore mi avrebbe presa..quelle parole mi lacerano dentro come un tarlo. Credevo che nessun mai mi avrebbe baciata, toccata.. per questo quando lui così affascinante si è accorto di me, ho toccato il cielo con un dito.. ci sono salita su, in quel cielo, ero tra le nuvole e ci stavo bene non volevo scendere..chi se la prende una come me? trovare la persona giusta in questo mondo così com’è, è difficile per tutti, figuratevi per chi non è perfetta. Ci sono giorni , come questo, che rimpiango la sua presenza nonostante tutto perchè mi ha fatto sentire donna e non quel mostro che mi hanno fatto credere di essere e che senza di lui torna a trovarmi ogni volta che mi specchio..so che ho fatto la scelta giusta ma a volte penso che mi faceva meno male vivere un amore malato che vivere con la consapevolezza che probabilmente nessuno mai mi vorrà…
Ci si riempie dal di dentro, non più dal di fuori… Solo così la relazione può essere condivisione. E non bisogno di completamento. Se ci si completa della propria creatività aumenta la propria autostima, si impara a stare bene con se stessi e non si è più mendicanti di conferme e attenzioni. Trova il tuo “sale” non in un “lui”.
e pure io ci sono dentro. in maniera che non capisco. lui è libero ma non disponibile dal punto di vista affettivo. dice quei preziosi “ti voglio bene” di cui si parla sopra, cerca complicità, confidenza profonda, amicizia. il sesso in certo senso è secondario rispetto a ciò. non mi ama anche se all’inizio sembrava la nascita di un amore. non considera il rapporto una vera storia, una relazione. gli ho proposto di essere amici e di chiuderla qui ma dice che non è quel che prova. ho imparato che se lo lascio andare lui si ravvicina. ma quanto è doloroso … è lui a cercarmi ma se chiedo di ritagliare spazi e confini comuni si irrigidisce. poi torna.
la cosa grave è che ero riuscita a venire fuori da una lunghissima storia di brutta codipendenza, ci avevo messo quasi due anni a ricostruirmi, subendo anche il dolore della perdita dei miei genitori. mi sentivo pronta a una nuova vita, cambiata, più bella e allegra e mi sono rimessa in gioco anche se con tanta paura.
adesso sono di nuovo lì a contare le ore e i giorni, in attesa che lui mi chieda di incontrarci. quando si supera la metà della settimana e non lo fa so già che trascorrerranno altri lunghi sette giorni con un punto interrogativo e tante lacrime.
le vecchie armi (amici, attività, un buon lavoro) sembrano non funzionare più. pensavo che anche questa potesse essere una forma d’amore ed ero disposta a viverla, perchè con lui provo una felicità e una gioia di vivere che gli amici o gli hobbies non riescono a darmi.anche se so che non è l’amore che sto aspettando.
come si fa a stare meglio?
secondo me è un amore che vive di queste circostanze…e parlo con cognizione perché in vita mia ho avuto solo 2 relazioni, rispettivamente una convivenza e un matrimonio con due uomini che erano sposati con altre. Non è vero che gli uomini continuano a stare con la moglie, anche questo è un luogo comune. Quello che posso dire, adesso che si è concluso anche il mio matrimonio (in seguito a tradimenti da parte di lui) e con uno sguardo retrospettivo, che sono relazioni che si alimentano di pathos.
@in teoria la forma suprema di amore è quella di volere il meglio per l'altro, e desiderare la sua completa felicità.
si ci sono anch'io dentro.22enne separata innamorata persa di un 41enne sposato con figli.una relazione iniziata già ai tempi della mia convivenza.non ho mai ne sperato ne voluto che lasciasse la moglie per me anche se a volte mi manca.ieri mi dice che prima o poi è giusto che io lo lasci e mi rifaccia una vita perchè sono giovane e non è giusto che io mi accontenti di quel poco che mi puo dare.mi dice che lo dice perche mi vuole felice.secondo me è mancanza d'amore.secondo voi?
@TdU ..singolare il tuo stato d’animo in questa situazione. Non entro, non posso,non è il mio ruolo, nel giudizio. Osservo che se riesci a stare in equilibrio in una tale situazione è buono per te. Accade che uno dei due inizi a “chiedere di più”…allora iniziano i drammi. Facci sapere, se ti va, il proseguo.
Mhhh. Rifletto.
Ho una relazione con un uomo sposato, molto più grande di me e con due figli piccoli.
Ma non voglio che lasci la moglie, non voglio che venga meno alle sue responsabilità nei confronti dei figli.
So quanto abbiamo di unico, stimolante. Conosco le nostre somiglianze impressionanti e le sintonie profonde.
Mi rendo conto delle parentesi che ci possiamo permettere e in quelle godo del nostro non-tempo, in maniera totale.
Abbiamo delineato i confini del nostro rapporto (così come io gli ho chiesto), all’interno dei quali, lo ammetto, voglio dedizione e cura. La stessa che riservo a lui con profondo affetto.
Quando mi dice che quello che prova per me è amore, io protesto.
L’amore è unico. E’ fondersi. Noi non possiamo farlo.
Io gli voglio un gran bene e adoro dirglielo, dimostrarglielo.
Lo assecondo, quando mi chiede di dirgli che sono sua, che è l’unico, anche se in realtà ho un rapporto parallelo con il mio migliore amico (che mi permette di mantenere il necessario distacco da entrambi e di non diventare dipendente da nessuno).
E’ una situazione transitoria. Ma che, al momento, mi fa sentire desiderata e insieme libera.
Potrei sembrare poco affettiva.
In realtà lo sono, invece, infinitamente. Così come sono entusiasta, passionale, giocosa.
Ma se io e lui ci siamo riconosciuti, trovati, e la vita non permette di poter fare progetti, non è comunque un miracolo riuscire a godere del comune oggi, ora?
TdU
ad ariel io che sono ariele 57 mando un sorriso ed un abbraccio ,sii sempre te stessa ,non dipendente d’amore ma libera di voler bene,un caro saluto cate
dovrei lasciare un commento lungo. l’argomento è molto interessante. commento in generale il blog perchè ogni post centra argomenti intelligenti, interessanti e al centro di molti dibattiti odierni
Spero che Ariel esploda, nel senso che, se riesce a tirare fuori la rabbia per la sua vita a metà, forse deciderà di ripendersela completamente. E allora forse troverà la lucidità per voltare pagina facendo un favore non tanto al piagnone che passa il tempo alternativamente tra scopate e cospargimenti di cenere sulla testa, ma a se stessa.
Si chiede all’altro il proprio valore: “se lui c’è allora conto , se lui non c’è io non valgo , non esisto, non ho potere”
questo riassume tutto
ogni teoria è superflua in uno stato di morale sessuale coercitiva, o no.
v
@Pesciolina…hai sintetizzato un’esperienza drammatica, abbastanza classica…
Ciao,
io mi sono innamorata di un uomo che non mi aveva detto di avere una compagna (ci sta da 5 anni, ma non convivono) e ho lasciato mio marito. Io mio marito lo avrei lasciato ugualmente, perchè eravamo in crisi da molto tempo e quindi questo uomo è stato il pretesto. Poi lui come segno d’amore mi ha rivelato di avere questa compagna con cui era in crisi e che avrebbe lasciato. Non è andata così…la sua compagna quando ha saputo di me ha cominciato a ricattarlo moralmente e ha inscenato anche un falso suicidio…insomma in breve lui ha liquidato me perchè si sentiva in colpa verso lei.
A buon intenditor…poche parole!!!
Pesciolina
@Jul stoica donna 🙂
@ Lucia , Beer è un sociologo sui generis, le sue analisi sono deliziose se le prendi in modo paradossale… contengono un punto di vista quasi mai dichiarato ma esistente, silente…fa riflettere al contrario 🙂
@Beerbohm. Carina la tua analisi. Divertente. Mi auguro che possa venir letta anche al contrario. Con la moglie nel ruolo della fedifraga e lui in quello del cornuto.
Quello che ferisce, spesso, nella rivelazione di un tradimento, non è il tradimento in quanto tale, bensì la carrellata di recriminazioni e accuse nei confronti della moglie date dal fedifrago a mo’ di giustificazione.
Qui si parlava, però, del ruolo sofferente e sofferto dell’amante. Donna.
Per cui taccio e torno nel mio ruolo di ex moglie, ex cornuta ed ora divulgatrice del tradimento subìto. Con tanto di nomi e cognomi. Amo la chiarezza e la precisione. La qual cosa (la divulgazione) mi sta divertendo un mondo. Anche se il mio ex non fa che farmi notare che rischio di distruggere la famiglia della sua ex amante. Un po’ tardi, per la signora, ricordarsi di averla, la famiglia. Fatti suoi.
Saluti.
Lucia