Risposta alla lettera di Elle

Elle mi scrive di un amore sconvolgente incontrato in età matura. Figli e matrimonio le fanno scegliere di rinunciare alla passione. Ora attraversa un dolore atroce e chiede aiuto. Pubblico la mia risposta a Elle certa che in molte si potranno riconoscere…

Ciao Ameya. Non sono capitata sul tuo sito per caso. Ho avuto una relazione di un anno e mezzo con un uomo ( ho 49 anni) ed è stata la più intensa della mia vita, forse perché vissuta con la maturità dell’età, anche sotto l’aspetto sessuale. Ma soprattutto abbiamo vissuto una forte intesa spirituale, eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. Lui mi ha lasciata perché io non gli ho dato garanzia che avrei lasciato marito e figli, lui ne soffriva e gli si è spezzato qualcosa dentro, e sta facendo qualche lavoro su di sé perché a distanza di due settimane dice che non mi ama più. Dice che ora sono solo un’idea, che ha preso distanza da me dentro di sé. Insomma, a prescindere da questo, il suo rifiuto per me è totale. So che avrei bisogno di un aiuto, ma non credo negli psicoanalisti, e nella mia città, C. , non ci sono dei centri alternativi dove rivolgermi. Ma sto proprio male, depressione profonda, non dormo da 15 giorni. Un consiglio, una parola…Secondo te, quando si arriva così in basso, può essere necessario a volte ricorrere alla medicina tradizionale, ai farmaci insomma? Ho due figli da gestire, mio marito lavora lontano, vorrei essere forte intanto per loro. Anche se il patatrac me lo sono cercato..Sarei felice di una tua risposta. Ciao, con stima. Elle


Prima che tu mi risponda, vorrei aggiungere delle parole.

Sono stata lasciata, vivendo sia l’abbandono che il rifiuto. Questa persona (M.) mi manca come non avrei mai pensato, perchè lo sento vivo come presenza in maniera struggente nella musica, in mezzo alla natura, sul mare, forse perchè in quei contesti ci siamo sentiti e attraversati profondamente, era vivida e forte tra di noi lo scorrere dell’energia sottile, bastava sfiorarsi una mano per sentirla. Immagina fare l’amore. Il dolore ora sembra insopportabile.

Penso che questa storia che mi sono cercata abbia radici nel mio percorso karmico, di questa vita, dove ho avuto una madre che mi ha già fatto provare l’angoscia  dell’abbbandono e del disprezzo, o forse viene da una vita precedente, chissà.  E nuovamente ma in maniera ancora più intensa provo le stesse emozioni, e mi sembra che qualcosa dentro di me si sia spezzato irremediabilmente. Ma so che devo lavorare per ricostruire il mio sè, il fatto è che non so da dove cominciare.

Oltretutto, mio marito è partito per andare a lavorare ad 800 km di distanza da casa, nello stesso momento in cui M. mi ha lasciata. Così ne ho persi due in un colpo solo.

Voglio farcela, devo farcela, per me ed i miei figli. Ma credo di aver bisogno di aiuto.

Ti abbraccio. Elle

Cara Elle
ho letto con attenzione le tue email.
Sei in piena crisi acuta…stai attraversando il buco vuoto ed è doloroso…è come avere l’influenza …deve fare il suo decorso…
potrei dirti tante cose che ho compreso io, ma non le capiresti…perchè da questo male Elle ci si passa da soli…io posso sostenerti a distanza…ma il vuoto lo devi attraversare da sola…il dolore…devi sentirlo tutto…
ora ti sembra che è LUI il male..che è la SUA mancanza a farti male…
non è così…ma non mi crederesti…
ti posso dire che quella bellezza che sentivi quando stavi con LUI eri TU
che lui era solo un tramite per scoprire zone inesplorate TUE…
e di nuovo questo vuoto e questa disperazione che senti ora che LUI è lontano…sono sempre ferite TUE…
L’ALTRO non esiste cara Elle…siamo noi che lo vediamo così..ci specchiamo…e quando troviamo questo tipo di specchio che ci fa andare dentro alla nostra ferita più profonda, originatesi nell’infanzia…è anche lo specchio che scopre i nostri tesori meravigliosi…le emozioni più estreme e sublimi…
ma alla fine del viaggio scoprirai che LUI non era nulla di speciale…anzi lo scoprirai noiso e spelacchiato…scoprirai che non avresti mai potuto vivergli accanto, pena la perdita della magia…la quotidianità gli avrebbe tolto il sogno…il sublime..e ti sarebbero restati quattro baci di carta in mano…perché questo eroi restano sempre nella dimensione del SE…
divenuti certezza si spengono i riflettori, e i fuochi di artificio alla luce del giorno, non brillano più…si scopre che c’era un trucco…che l’oro era plastica…ma che hai visto tutto il bello e il magico TU…
una volta compreso questo Elle…capisci che puoi stare serena e tranquilla con TE STESSA…godendo della TUA vita e della TUA compagnia..di un buon libro e di quattro risate con le amiche…ma fino ad allora devono fare il loro decorso il sogno e l’illusione…sono contenta che qui trovi conforto capisco il tuo doloreè un dolore solitario…incomprensibile a chi sta fuori…ma ricorda viene da lontano…LUI non c’entra nulla!!! è un dolore dell’infanzia solo se diventi tu stessa genitore “buono di te”potrai darti tutto l’amore che ti è mancato..hai letto l’intervento di LIrazel?è azzeccato…il dolore e il vuoto che senti c’erano a prescindere da

lui..lui l’ha risvegliato…se tu fossi piena e ti amassi sentiresti

gratitudine per questa esperienza e saresti pronta a lasciarlo andare

sebbene con dolore e malinconia..ma non devastata..questa devastazione che senti…è la ferita dell’infanzia atroce e riaperta…

esponila, lasciala aperta urla il tuo dolore e disperazione e inizia a

occuparti di te…fai della cose che ti piacciono per stare bene..spostati

da lui a te…riempiti dall’interno…usa la tua CREATIVITA’…funziona! te

lo prometto ti mando tanto sostegno. Svegliarsi nella consapevolezza e comprendere l’attimo in cui si spengono le luci è triste, doloroso… come quando hai la netta sensazione che l’estate è finita…

in quel momento ti auguro di trovare una sana, sonora risata dentro di te…
se il film era TUO…ne puoi fare un altro con il lieto fine?
Ti abbraccio con tutta la mia anima
Ameya

43 commenti su “Risposta alla lettera di Elle”

  1. Ciao Ameya,
    sono una persona che ha tuttora in corso una storia simile a quella di Elle.
    Mi sono separata già da un anno con mio marito per violenze subìte e mai apertamente confessate a nessuno. Fin quando ho incontrato uno psicologo che mi ha fatto credere in me stessa, in quanto avevo, e ho tuttora, una bassissima autostima. Mi ha fatto capire che dovevo allontanarmi da quest’uomo dal quale, evidentemente, dipendevo affettivamente. Anch’io, come Elle, ho purtroppo vissuto un trauma infantile, l’abbandono di mia madre che tenta il suicidio quando io avevo 12 anni. Miracolosamente sopravvissuta all’evento, io mi staccai affettivamente da lei, non accettavo quel gesto malsano che aveva compiuto, era per me come un rifiuto di noi figli…
    Oggi mi ritrovo a quasi 43 anni ad avere ancora conseguenze da quel gesto di mia madre. Ho amato un uomo per quasi 22 anni, falsamente, perchè credevo mi amasse e lo idealizzavo, come hai detto tu. Proiettavo in lui una felicità che invece non c’era, accettavo anche le percosse pur di allontanarmi dalla mia famiglia d’origine. Dopo 22 anni, un’altra psicologa mi spiega, come finora nessuno aveva mai fatto, che soffro di “SINDROME DA RISARCIMENTO”. In concomitanza con l’inizio della separazione, inizio a frequentare una persona che mi fa provare l’unione vera tra uomo e donna, che ha il dono dell’ascolto, altro problema mio infantile: NESSUNO MI ASCOLTA.
    Purtroppo credo, però, che anche quì scatta per me il problema: la dipendenza affettiva da Lui.
    Devo imparare a prendermi cura da sola di me, non posso aspettare che lo faccia un Altro. Devo imparare il concetto di “essere genitori di se stessi”. Essere individuo significa essere singolo, dipendere da un Altro diventa patologia. E’ vero, concordo con questo concetto, lo capisco, ma è difficilissimo metterlo in pratica per me. Forse per farcela è necessario l’ aiuto di uno specialista…
    Il tuo link mi è di aiuto.
    Grazie

  2. Elle capisco la sensazione di nn essere compresa dalle tue amiche.
    Nn è cattiveria o insensibilità: certe cose le devi vivere x capirle.

    Io credevo di esserne fuori ma in questi giorni mi sono dovuta arrendere all’evidenza: la mia dipendenza da lui esiste ancora.
    In questi ultimi 10 anni lo avevo solo relegato ad un ruolo minore, ma continuavo ad aver bisogno di lui, di averlo nella mia vita.
    Accetavo i suoi modi bruschi per timore di chiudere, perchè lui mi faceva sentire importante, xkè saxe che nemmeno lui riusciva cmq a chiudere cn me mi dava forza, un pò come la coperta di Linus.
    Nn mi sono resa veramente conto del livello di dipendenza fino a questa estate: da quando è tornato nn ho fatto che pensare a lui, mettendo da parte tutto il resto.
    Nemmeno il pensiero di un importante colloquio che mi aspetta è riuscito a distogliermi dal pensiero di lui.(e gli ultimi post del mio blog ne sono un evidente sintomo..)
    E anche ora che ha davvero oltrepassato i limiti, ora che gli ho detto di nn volerlo più vedere ne sentire…ho dovuto reinserire il suo contatto su msn x sentirmi più tranquilla.
    Perchè la sola idea di nn sapere nemmeno se fosse ancora qui mi faceva stare malissimo.
    Una vera e propria crisi di astinenza.

    Questo nn può essere amore, e se lo è..nn è sano.
    Ciò che è diverso da allora è che adesso ne sono consapevole e, come quando per smettere di fumare all’inizio ti aiuti cn i cerotti, io sto cercando di allontanarmene gradualmente.
    Per ora sono riuscita a far in modo che lui nn mi cercasse.
    Con il tempo riuscirò anche a tagliare definitivamente.
    Almeno adesso ci sto provando da sola, anni fa soltanto la storia successiva riuscì a farmi staccare da lui.

    E’ dura.
    Ma credo che ne valga la pena.
    Come dici giustamente tu, Ameya, io desidero qualcuno con cui CONDIVIDERE la mia vita, senza dover perdere la me stessa così faticosamente ritrovata.
    E soprattutto sentendomi libera di esprimere me stessa.

    A presto.

  3. Bella anche l’analisi della situazione di questa signora. E poi le aperture di persone che probabilmente non hanno mai parlato di sè, come la persona dell’ultimo commento. Una specie di terapia di gruppo in fondo.

  4. Forse per capire fino in fondo la tua risposta bisogna esserci passati. Anch’io ho cercato per tutta la vita di riempire la ferita “dell’abbandono” materno dopo la nascita del figlio maschio e bello (mentre io ero femmina e troppo somigliante a mio padre e una delusione per lei, donna bellissima). Ancora adesso a quasi 60 anni pur avendo compreso il meccanismo, ne soffro le conseguenze. Non a caso mi sono sempre tenuta lontana da situazioni sentimentali che mi coinvolgessero fino in fondo, per paura di doverne poi soffrire, ed anche la scelta di mio marito (a sua volta sofferente per i nove anni trascorsi in collegio dopo la morte del padre) è stata in un carto senso falsata dal problema, anche se la nostra coppia da cui la passione è stata bandita regge dopo trentacinque anni e la nostra resta comunque una bella famiglia, con figli e presto nipotini.
    Poi -dopo anni di anestesia – a quarantacinque anni mi sono lasciata coinvolgere da una passione, ricambiata anzi è stato lui a iniziare, per un uomo “impossibile” perchè prete.
    Ci siamo voluti bene per anni , pur restando solo in contatto telefonico ed epistolare, entrambi incapaci (per motivi diversi) di dare uno sbocco diverso ad un legame possibile proprio perchè platonico. Poi lui una persona veramente valida a cui resto legata da una dolce nostalgia ha fatto “carriera” ora è lanciato e considerata la sua età – era più giovane di me di quasi nove anni (altro ostacolo) e aveva perso precocemente la madre – non escludo che possa arrivare molto, molto in alto nella sua gerarchia.Il vederlo sovente in TV mi emoziona sempre. La storia secondo noi ci ha aiutato e uso un termine provocatorio ” provvidenzialmente protetto” da sbandate pericolose nelle nostre rispettive situazioni.
    Ma in effetti, abbiamo riempito, come potevamo i nostri rispettivi vuoti. Ma non so se si possa parlare di amore.

  5. ono qui dopo aver ricevuto un commento in un mio post…
    mi sembra doveroso lasciare la prova del mio passaggio.
    Ho letto la lettera e la relativa risposta…
    mi piacciono le le cose che mi fanno pensare…penserò…
    Tornerò a leggerti… Ale

  6. Ciao a tutti, sono ELLE..E’ già confortante sapere di essere capita da voi che leggete, nonchè da Ameya ovviamente. La difficoltà nel quotidiano a volte è il non riuscire a far passare, alle persone anche amiche, l’intensità del proprio dolore. E non per voler fare le vittime o essere commiserati, ma solo per necessità di confrontarsi. Qui ho trovato invece la giusta misura: comprensione, e insieme la ricerca che aiuta a crescere. Grazie a tutti.

  7. Zio osho ha pensato di esprimere con un paradosso la coppia

    Con te E senza di te

    Questa, per la ns logica (aristotelica) è una contraddizione, una frase a valore di veritù falso.
    Lì dentro, in cinque parole, c’è la pietra filosofale della coppia.
    La coppia? Paradossale e non paradossale 😉
    Ameya, hai letto quel libro? cosa ne dici?

  8. Un paradosso la coppia perche’ vivere in due e’ difficile. Soprattutto se si e’ individui! Un paradosso non vuol dire che non sia bello. Anzi. E’ la profondita’ dell’esistenza ma ci si trova davanti a cose che non sono affrontabili con la razionalita’ e che sfuggono alla comprensione se non quella del cuore.

  9. Sono d’accordo con te, Ameya. In fondo tutto è sempre solo dentro noi stessi. Ho notato poi che questo tipo di situazioni, se vissute in età adulta/matura sono ancora più sconvolgenti.

  10. Orgo Perchè la coppia dovrebbe essere un paradosso ??? Qui si parla di riempire buchi vuoiti con l’altro…essere INTERI uno di fronte all’altro è essere coppia di due INDIVIDUI, che possono diventare UNO ma sono DUE, e anche da soli sono UNO…

  11. Bella la tua lettera. Ha commosso anche me, mi spinge a essere sveglia. E sveglia lo sono, ma mi trovo di fronte ad un paradosso mai vissuto prima… la coppia e’ paradosso?

  12. Leggevo il tuo post e riflettevo …
    E’ molto difficile spiegare in poche parole quello che vorrei esprimere in modo chiaro e comprensibile per tutti…
    Sono fermamente convinta che , quando si cade in una situazione come quella di Elle, è perchè , purtroppo si ha alle spalle un vissuto di “mancanza d’amore” che ha (nolente o dolente) creato dentro un vuoto immenso, una voragine azzarderei …
    Purtroppo, spesso si cade nell’inganno che altri , altri amori possano riuscire a colmare questa mancanza atroce e si finisce con il credere che legarsi a chiunque abbia verso il soggetto deprivato un atteggiamento affettuoso… o di amore come lo si voglia definire…sia la soluzione al problema.Ma non è così…
    Io sono convinta, e credo fermamente in cio’ che dico, che nessuno, ma proprio nessun elemento esterno sia in grado di colmare quel vuoto perche’ sarebbe come riempire un vuoto con un altro vuoto… perchè prima o poi, per qualsiasi motivo , l’altro(che ha solo occupato un posto vacante) può sparire e allora il problema si ripresenterebbe …il vuoto sarebbe ancora più “vuoto”
    Solo l’individuo deprivato ha il potere risolutorio a quel vuoto.
    E’ difficile ; il percorso è lungo e doloroso perchè bisogna lavorare su se stessi, ma è l’unico percorso da compiere.
    Il primo passo è amarsi… avere totale accettazione di se stessi con tutti i difetti e i pregi che si hanno… dunque autostima…
    bisogna capire che solo se si impara a stare bene con se stessi si puo’ stare bene anche con gli altri perche’ il rapporto sarebbe così paritario.
    Io comprendo benissimo il dolore lancinante di Elle..perchè quel vuoto fa male e molto , ma con il tempo imparerà a capire che l’altro era solo un ideale, divenuto ancora di salvezza (effimera in realtà) per sopperire ad una mancanza…
    Tutto il mio sostegno affettivo per Elle e un abbraccio a te Ameya :0)
    Lilia

  13. Grazie Giorgio del tuo intervento così mi dai modo di spiegare.
    In effetti manca qualcosa qui.
    La lettera di Elle era molto sofferta, ed era tutta spostata su LUI. Io non tolgo NULLA a LUI/LEI . Ciò che volgio sottolineare, e forse non sono stata chiara, è che quando entriamo in un tale inferno-ossessione, l’ALTRO non lo vediamo più per ciò che è…lo IDEALIZZIAMO, si chiama PROIEZIONE. Spesso manca la quotidianità con questo tipo di “amore”, la relazione proiettiva investe l’ALTRO di una rsponsabilità enorme. Quella di ripagare di un amore non avuto nell’infanzia. Infatti Elle cita una madre assente e tutto un conflitto parentale che torna qui sottoforma di relazione uomo-donna. Torno a rimandare all’articolo LA DIPENDENZA AFFETTIVA. Lì la danza viene espressa bene. Uno chiede all’ALTRO un amore totale che di solito si riceve dai genitori. L’ALTRO si sente che è troppo, inzia a sentirsi inghiottito, annegato dalle richieste e fugge, chiude, prnde distanza. perchè torno a dire l’unione uomo donna serena e rilassata si può avere quando non ci sono di mezzo proiezioni mamma-papà. Quando c’è scambio alla pari, quando entrambi sanno rientrare in se stessi e sentirsi pieni , quando l’ALTRO viene vissuto come un INCONTRO non come una stampella per vivere…so che è difficile accettare un concetto di relazione dove entrambi sono visti come entità autonome…siamo pervasi da una cultura che ci ripete che “se tu non arrivi io non esisto…”, il mio è un invito a partire dall’amore per se stessi che trabocca e si irradia all’ALTRO , ma non si perde nell’ALTRO. Spelacchiato era una metafora per definire l’umanità semplice e spesso porblematica dell’ALTRO che si vede investito di un ruolo SALVATORE; PRINCIPE; DIO! Machein fondo è solo un uomo-donna con limiti e tematiche altrettanto irrisolte, e spesso non ne ha nemmeno per se stesso..e gli viene chiesto “RISARCISCIMI, RIPAGAMI, RIEMPIMI, AMAMI” quando non siamo in grado di farlo noi per noi stessi..
    Mi sono dilungata non è da me…spero di aver ampliato ciò che intendevo
    A presto

  14. Ciao Ameya, come va?
    Anche a me sinceramente questo tuo modo di vedere non “torna” proprio del tutto (anche se lo capisco). Insomma la situazione è patologica e al momento ha primaria importanza l’uscirne, e ok; ma non trovo indispensabile (né corretto in verità) negare lati positivi alla controparte o alla storia che è finita, come “metodo di guarigione”. Io non sto bene con me stesso solo perché “gli altri sono spelacchiati”, devo imparare a stare bene e basta, indipendentemente dagli altri… almeno credo… ho perso un amore, ok; fa male, ok; devo capire che posso stare bene con me, ok; ma per capire questo non vedo perché togliere importanza o bellezza o profondità a ciò che ho perso… sbaglio?
    Oppure stai dicendo che chi “cade” in questa patologia si è già costruito alle spalle un castello di carte che vede solo lui?
    Un caro saluto
    Giorgio

  15. Se la signora ha scelto la famiglia alla passione, evidentemente riteneva le prime più importanti 🙂 come dici tu, cara Ameya, la passione brucia in fretta e altrettanto in fretta si spegne, mentre gli affetti ( quelli veri ) rimangono. Un abbraccio a chiunque legga

  16. Io lo chiamo “staccarsi dalla montagna”. quando ti stacchi dalla montagna tutto ritorna più lineare, si ridimensiona.
    La tua risposta mi ha fatto ricordare il perchè non ho mai sopportato la fase dell’innamoramento : sono cinica e mi interessa sempre scoprire dove sta la fregatura!
    Susanna

  17. Oscar Wilde affermava che se si dice qualcosa che non fa arrabbiare l’interlocutore, non si ha detto nulla.
    La Verità è sempre paradossale. A fronte di un paradosso molte persone hanno reazioni inconsulte: non va bene il metodo, non è generale quello che dici, ma io però, devi sapere che …, è falso, stai dicendo assurdità (a nulla vale scienza e conoscenza a smentire credenze e fedi che mantengono vittime i lori adepti).
    Invece di ascoltare sé stessi, di riflettere, di ascoltare genuinamente il proprio dialogo interno, di sentire con anima e corpo le proprie emozioni, che sono le spie di sbilanci, vitali scintille di vita, cambiamento ed evoluzione, si arrabbiano, puntano energie e indice all’infuori.
    Persone eteroriferite.
    Anche in termini di egoismo, ameya, non c’è alcuna scusa, anzi… inviterei ad una riflession tutti sul valore autentico e spirituale di un egoismo autentico e completo, coerente, quello che sublima poi, dopo, nell’altruismo.
    Amare stessi ed osservare.
    La correlazione tra altruismo di lana caprina ed essere autoriferiti è chiara.
    Considerato che il contenuto del 99% delle informazioni è
    3 x 2 al Carrefour
    Vodafone SweetLife e sarai felice per sempre
    Classe A Panzedes, e sarai esclusivamente (fermo_in:_coda nel traffico per il resto dei tuoi giorni) queste parole del cuore sono ancora più preziose.

    Grazie ancora, ameya, io vengo qui e rileggo.

  18. è sempre difficile calarsi nelle realtà altrui, trovo molto apprezzabile questo intervento, se non altro la consapevolezza di certe azioni può far nascere in noi nuove riflessioni….

    Un caro saluto.

  19. A VOLTE E’ FATICOSO…FARSI COMPRENDERE E DOVER RIPETERE LE STESSE COSE…
    CARA LEAAA CI RIPROVO E ANCHE IL MAESTRO CHE TANTO DISSENTE..
    ALLORA IO NON SONO QUI PER CURARE NESSUNO
    PER QUESTO C’è LA TERAPIA INDIVIDUALE.
    E SI E’ PAGATI.
    NON SONO QUI PER DISCUTERE SU QUANTO E’ BELLO AMARE ECC ECC.
    CHI LEGGE E COMPRENDE QUESTO BLOG HA PIU’ VOLTE LETTO E RILETTO LA STESSA PRECISAZIONE:
    L’AMORE DIVENTA TOSSICO QUANDO DISABILITA ALLA NORMALE VITA
    A ELLE E’ ACCADUTO
    NON VIVE PIU’ NON DORME NON RIESCE A SVOLGERE UNA VITA QUOTIDIANA…E’ OSSESSIONATA DAL PENSIERO DI LUI…
    RIPETO:IL COSIDETTO AMORE DIVENTA PATOLOGIA STABILENDO QUANTO DA UNO A CENTO IL PENSIERO DELL’ALTRO ANNULLA SE STESSI FINO ALLA MORTE DEL SE’.
    NON HO AVUTO IL CONSENSO ANCORA DI PUBBLICARE LA LETTERA DI ELLE, MA LEI E’ MOLTO CONSAPEVOLE CHE IL CAMMINO PARTE DA SE STESSA.
    SE TU MAESTRO AVESSI LETTO CON ATTENZIONE, HO SPECIFICATO CHE NON HO SOLUZIONI , CHE IL SUO E’ UN CAMMINO CHE DOVRA’ FARE SOLA PER GUARIRE DA QUESTA OSSESSIONE. NON PERCHE’ L’HO LETTO. MA PERCHE’ SO, IN QUANTO HO PROVATO.
    GRAZIE ANCHE DEI COMMENTI CHE DISSENTONO, SE NON PUBBLICO SUBITO E’ PERCHE’ NON HO LETTO SUBITO…SPESSO SEGUONO COMMENTI DI INDIGNAZIONE, A VOLTE OFFENSIVI, PER PAURA DI ESSERE STATI CESTINATI. FINORA HO SCARTATO SOLO I COMMENTI VOLGARI E HO PUBBLICATO TUTTO. D’ORA IN POI NON PUBBLICHERO’ COMMENTI CHE MI COSTRINGONO A RIPETERE LE STESSE COSE, O PERCHE’ CHI PASSA NON HA LETTO, O PERCHE’ NON HA CAPITO CHE QUI NON SI PARLA CONTRO L’AMORE E NON SI INNEGGIA ALL’EGOISMO. MA SI PARLA DI QUANDO CIO’ CHE ERRONEAMENTE VIENE CHIAMATO AMORE: LA DIPENDENZA AFFETTIVA, L’OSSESSIONE INVALIDANTE LA PROPRIA VITA , CHE SE DIVENTA ECCESSIVA DIVENTA ESSA STESSA PATOLOGIA.
    PER FAVORE NON FATEMELO SPECIFICARE PIU’.
    GRAZIE

  20. Posso dire che accade anche in questo modno virtuale…a volte si ritrovano quei suoni, quelle parole e quelle immagini che l’altro ci trasmette e improvvisamente sembra di aver trovato l’altra metà del nostro cielo…ma quell’anonima persona che sta dall’altro capo del filo è solo un mezzo per farci riscorpire pezzi di noi che abbiamo dentro e che abbiamo messo da parte per tanti motivi…:-) saluti casalinghi…

  21. Insomma signora psicologa, le pare davvero opportuno dispensare da quesgte pagine soluzioni a problemi di carattere psicologico. Io penso che, ogni analisi sia soggettiva e non credo che un problema come questo possa essere risolto cosi, senza nemmeno parlarci con una persona(hai detto di aver ricevuto solo mail). Questo, più che un consiglio o la spiegazione di una patologia , mi appare un editto, un diktat….ok, è cosi e basta…..ecco, io ora non voglio fare il saputello della situazione, specie dove aver letto tutte quelle belle cose che sai per averle studiate e per praticarle, ma ciò non mi toglie il diritto di dissentire da questo tuo metodo e da questa tua idea, anche se appare un nobile gesto…..Spero che nessuno si rispecchi in questo post come tu hai scritto, nel senso che….insomma che nessuno lo faccia suo a priori, solo perchè è stato detto e scritto da te che sei quello che sei……scusa ma questo post mi sa di presunzione, 0ra lo puoi pure cestinare….scusa e buona serata.

  22. Ciao ameya… arrivo qui direttamente dal mio blog…ho letto un pò di te…dei tuoi post…e però nn riesco a trovare pieno riscontro in quanto dici…
    Cerco di spiegarmi…
    Amare se stessi è importantissimo…direi fondamentale…però lo è altrettanto amare gli altri… e nn per forza questo amore vuol dire dipendenza…nn per forza deve annullare noi stessi…
    Nel caso di questa signora…Elle… la sua illusione nn può essere che fosse stata soltanto Amore? Il suo star male mi chiedo… nn potrebbe arrivare da una rinuncia consapevole a un sentimento vero e autentico?
    La dipendenza chissà perchè mi ha sempre portato il senso di qualcosa di negativo…e, nonostante la sofferenza che porta a decisioni simili come quella di Elle… è stato bello per lei credo aver amato…aver sentito tutte quelle belle emozioni che questo suo compagno le ha dato…ed è inevitabile che ora lei soffra per questo… è sempre triste lasciare andare qualcosa che ti ha ridato la gioia di vivere…
    Elle sarà aiutata dal tempo che spero le porterà la rassegnazione di questo amore…e spero per lei riesca a farlo divenire un dolce ricordo…però nn posso pensare che la sua sofferenza sia soltanto in funzione di qualcosa che nn esiste…
    Nn mi ritrovo mi spiace…
    Lei…come noi…nn possiamo sapere come sarebbe andata se la scelta fosse stata diversa…resta tutto un punto interrogativo a questo punto..
    Posso solo augurarle di aver fatto la scelta giusta…
    Un caro saluto a te… tornerò a trovarti …
    LeAAA

  23. Ho letto tre volte questa saggissima risposta… ebbene cara Ameya svegliarsi dal sonno a volte nn è facile… ma avere la consapevolezza di capire che stavi barando a te stessa dentro un’imagine fasulla in un film in bianco e nero, può svegliarti anche dal coma più profondo…
    Post interessante c’è molto da meditare…
    un fortissimo abbraccio

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