Cioccolatomania

CHOCAHOLIC è colui/colei che consuma cioccolato con una frequenza e regolarità che fa pensare ad una vera e propria dipendenza. Il chocaholic preferisce di gran lunga il consumo di cioccolato al sesso. Questo riportano le statistiche, e c’è un aumento del consumo compulsivo di cioccolato.

Una domanda frequente: perché non riesco a fare a meno del cioccolato?

I centri di controllo dell’alimentazione sono localizzati nell’ipotalamo.
Tali segnali sono elaborati a livello del cervello tramite l’attività dei neurotrasmettitori. La noradrenalina stimola l’assunzione del cibo, in particolare dei carboidrati, la serotonina, induce senso di sazietà e la dopamina ha un ruolo importante nell’equilibrio tra soddisfazione e desiderio di cibo e nello stimolo di cibi proteici.

Normalmente mangiare è un’azione modulata dal ciclico alternarsi di fame e sazietà: la fame si sviluppa lentamente e periodicamente e, se non si è nelle condizioni di soddisfarlo, il desiderio di cibo aumenta, ma non ci sono segnali di stress o di bramosia ossessiva.

La dipendenza da cibo (food addiction) ha un percorso diverso: il desiderio ossessivo (craving) di cibo spinge alla ricerca del cibo bersaglio; dopo aver mangiato segue una fase di momentaneo appagamento, a volte di obnubilamento mentale. Quando il desiderio ricompare, esso si sviluppa velocemente fino a sintomi di astinenza, che condizionano la vita quotidiana del soggetto, il pensiero-desiderio del cibo prescelto diventa pervasivo e domina l’individuo. In queste condizioni entra in gioco la dopamina che subisce un turn-over più rapido abbassando il grado di soddisfazione che deriva dall’assunzione di cibo. La periodicità con cui si presenta di nuovo il craving dipende dalla durata dei livelli di dopamina e serotonina e di solito oscilla da pochi minuti a qualche ora.

Il cioccolato è uno degli alimenti più irresistibili e desiderati; tanto per intenderci l’80% degli italiani lo considera il dolce più buono, il peccato di gola per eccellenza. Tale primato ha una spiegazione neurofisiologica: gli zuccheri semplici contenuti nel cioccolato innalzano i livelli di serotonina determinando buonumore, il magnesio migliora le capacità di reazione dell’organismo. La teobromina stimola endorfina, il cosiddetto ormone della felicità.

Si tratta, tuttavia principalmente, di una dipendenza di tipo psicologico, scatenata da particolare processi:

  • Il consumo di cioccolato viene associato a un momento di gratificazione, eccezionale, una festa, un premio. Esso riproduce la sensazione data da momenti positivi di emozionalità familiare;
  • Il cioccolato rappresenta la conciliazione di opposte sinestesie: solido e liquido, chiaro e scuro, dolce e amaro. La sua capacità di riunire in sé le contrapposizioni dà l’idea di un di un piacere completo e quindi più gratificante;
  • Abbraccia significati materni di protezione, ma al tempo stesso impulsi atavici come la necessità di mordere e trarne soddisfazione. Coinvolge sfere inconsce sensoriali molto forti: per questo quando si gusta un cioccolatino si ha l’impressione di staccare da tutto il resto!
  • Ha in sé qualcosa legato all’erotismo, un brivido orgasmico, che alla lunga può diventare sostitutivo del piacere sessuale, veicolando la pulsione libidica spostata sul rituale di consumo del cioccolato.

Una posizione di riguardo, nell’assuefazione da cibo, è occupata dal cioccolato in tutte le sue forme, al punto di parlare di “cioccolatismo”. I “cioccodipendenti” ne consumano grandi quantità senza controllo per migliorare l’umore, per vincere la depressione: l’aroma, il sapore e la consistenza certamente svolgono una funzione orale gratificante, ma spesso essi convivono con un forte senso di colpa dopo averlo consumato. Tra i consumatori il cioccolato appare  oggetto di bramosia soprattutto delle donne e i picchi del consumo si innalzano nel periodo premestruale.

In alcuni casi il cioccolato è capace di dare una vera e propria dipendenza, definita come una totale incapacità di resistere a una o più razioni: il “cioccotossico” non riesce a fermarsi una volta che ha cominciato la tavoletta, e la quantità che consuma, secondo tutti quelli che lo circondano, è di gran lunga superiore alla media.

Tra le tante dipendenze annoverate , la “cioccolatomania” appare la più innocente. La sostanza non ha costi esorbitanti, non è socialmente sconveniente, e in tutto il mondo la Nutella mette di buon umore.

72 commenti su “Cioccolatomania”

  1. Sono una ragazza di 25 anni e sono cioccolata dipendente e vorrei sapere come fare a smettere perche ho bisogno di aiuto.spero possiate aiutarmi

  2. @Interessante..riesci a contenere la tua propulsione..e quindi non è , sembra un problemaper te! però magari per informazione o curiosità leggiti qualcosa sul Night Eating Disorder, sono imangiatori notturni..è una piccolissima fetta di persone che soffrono di disturbi alimentari, è un disturbo minore e come ogni sintomo occorre sempre valutare quanto incide sul funzionamento regolare della vita. Magari ne scriverò un post..grazie per averlo scritto qui!

  3. ciao   credo di essere dipendente a metà! il cioccolato  o la nutella in  quantità  industriale  li mangio    di  notte  . mi sveglio    e  mangio  come  se fossi sonnambula   ,poi torno a letto e mi riaddormento se nn c' è nn  mi sveglio neppure  x questo   non    la compro   ed evito . ciao

  4. E’ strano… A me i dolci piacciono molto, eppure non ho una predilizione spiccata per la cioccolata. Cioè: la mangio, ma come gli altri dolci. Cos’è? I miei recettori per la teobromina non funzionano? 😉

  5. Ameya riflettendo su questo post mi sono posta alcuni interrogativie volevo renderti partecipe.
    Secondo te, estendendo il discorso al cibo in generale ,senza però arrivare alla bulimia, è possibile che un soggetto mangi senza rendersene conto?
    Che si metta mangiare qualcosa e poi rimuova? E che poi sia convintissimo di non aver mangiato?
    Grazie!
    Susy

  6. Mi piace il cioccolato come a molti del resto ed ho le mie preferenze ma, come di me si dice spesso, mangio per vivere e non vivo per mangiare. Mi piace avere sempre di scorta qualche tavoletta di cioccolato o un barattolo di nutella solo che lo mangio quando il mio organismo ne sente il bisogno. Possono trascorrere tranquillamente anche mesi e mesi prima che mi prenda quello che definisco un…raptus improvviso e mangi mezzo barattolo di nutella da 500 grammi a cucchiate. Il mio ultimo attacco…risale a dicembre scorso…sarà andato a male il barattolo di scorta? Quello che è curioso, seppure mi rendo conto che mollti riversano sul cioccolato carenze affettive e si gratificano in questo modo, che io non sono legato a questo meccanismo.
    Davide

  7. Pensa che quest’anno il cioccolato ha raggiunto l’ppice della miglior annata, l’anno scorso era eccezionale, ma quest’anno è il massimo, la temperatura e il sole hanno permesso ai semi di essere eccezionali, poi il modo di tostarlo come in Svizzera, slurp!
    Sai che ci sono degli abiti fatti in cioccolato, si mangiano invecedi spogliare la Donna.
    Un abbraccio
    Ruggero

  8. all’età di 14 anni sono stata operata d’urgenza per appendicectomia acuta esplosa nel giro di pochi mesi.
    facevo abbuffate in piena notte di nutella 🙂
    e sono finita in ospedale!
    adesso non sono più schiava ma và a periodi, ci sono volte che non ne potrei fare a meno.
    mi dicono che è carenza d’affetto… può anche darsi 🙂
    un abbraccio

  9. 2 anni fa mangiavo cioccolato e sono arrivato a star male…a quel punto ho compreso e adesso ho riequilibrato il tutto…
    “in medio stat virtus” e la saggezza latina è valida sempre e in tutto quello che facciamo nella vita…

  10. Io per due anni in autunno/inverno ho consumato dosi massicce di cioccolata. Sono passata da quella alla gianduia a quella fondente, per poi arrivare a quella fondente 70% con semi di cacao.
    Non mi ha fatto ingrassare, anzi, direi dimagrire, ho retto agli autunni (per me periodo dell’anno più deprimente), ho superato fasi MOLTO critiche dovute a varie difficili circostanze e situazioni. La spm arginata, dismenorrea inesistente.
    Due quadrelli a metà mattina, due al pomeriggio e senza sensi di colpa, anzi con tanta soddisfazione visti anche i risultati.
    In periodi intensi sono arrivata a mangiare 3 tavolette alla settimana, comprandone 10 per volta la supermercato.
    Mi sveglia, mi tira su, mi regala un effetto buonumore non da pillola miracolosa, ma stabile.
    Non sono pentita. Effetti collaterali inesistenti. L’intestino si è regolarizzato. Tutto in me ha funzionato da dio.
    Questo autunno ho già visto che sarà “critico”… e al primo freddo ho già fatto scorta.
    Era molto peggio prima, quando non la mangiavo ^^

  11. io credo invece che l’uno tira l’altro
    io mangio tanto cioccolato allora dovrei non….
    ciao.
    l’avatar che troverai non è il mio è solo un esperimento per vedere se tira più lu pilu o un carro di buoi.
    ciao da ivano

  12. E si ogni tanto anche io mi lascio andare, adoro la cioccolata fondente, però non potrei mai mangiarne una confezione intera, perchè starei davvero male, di solito, un quadretto mi basta.
    Viva la cioccolata