La dipendenza da tabacco, tra tutte le dipendenze, è una di quelle più conosciute, dibattute e analizzate. I media si occupano da anni di informare su danni provocati dal fumo, statistiche allarmanti mettono in guardia sugli effetti della nicotina nei vari organi.
Perché si continua a fumare?
Negli anni Sessanta fumare era simbolo di emancipazione. E chiunque lo faceva, ovunque. Che il fumo contenga sostanze tossiche, nocive, mortali per l’organismo è risaputo. Il tumore ai polmoni rientra tra le prime cause di decesso. Malattie cardio-vascolari, patologie della gola, respiratorie. Migliaia di vittime all’anno, dovute al fumo.
Perché si continua a fumare?
Qui non si vuole affrontare l’argomento da un punto di vista scientifico sui danni fatti alla salute. L’OMS da anni dirama bollettini e campagne informative sul fumo da sigaretta.
Ciò nonostante perché si continua a fumare?
Da un punto di vista psicologico, ogni scuola darebbe la sua interpretazione a seconda della teoria di riferimento. Freud era un fumatore incallito e morì per un cancro al cavo orale. Egli fu il primo a ipotizzare che Eros e Thanatos, cioè pulsione di Vita e di Morte, fossero entrambe presenti nella psiche umana e pertanto spingessero l’individuo da un lato ad amare e a riprodursi, dall’altro all’autodistruzione. Inoltre, secondo la sua teoria stadiale dello sviluppo, il bambino alla nascita esprime la sua libido attraverso la suzione e l’oralità. Per poi proseguire il proprio sviluppo in fasi successive (anale, fallica, genitale). Se per qualche motivo lo sviluppo non accade regolarmente, cioè avviene un blocco, l’individuo resta fermo alla fase orale per tutta la vita se non risolve la causa del trauma. La teoria freudiana è interessante.
Tuttavia non arriva a spiegare completamente ciò che accade realmente nella psiche di un fumatore. Secondo un approccio cognitvo comportamentale l’individuo si crea una propria mappa della realtà, si costruisce un bagaglio di idee e esperienze. Per quanto riguarda il fumare, ad un certo punto della storia individuale e sociale, deve essersi creata un’associazione positiva tra la sigaretta e il Sé. Da quel momento la persona continua ad associare il gesto, la sostanza inalata, ad un momento di rilassamento, di scarico della tensione, di risoluzione di uno stato d’animo negativo.
E vi si identifica a tal punto da non riuscire più a concepire la propria vita senza sigarette.
La sigaretta per un adolescente può divenire una stampella a cui aggrapparsi per fuggire dall’insicurezza che caratterizza l’età, un mezzo per farsi accettare nelle dinamiche gruppali. E l’abituazione alla sostanza resta, anche quando di quella stampella si vorrebbe fare a meno. Come si può osservare con ciò che è realmente il fumo , il fumare non ha nulla a che vedere. Se ad un individuo sano si offrisse di ingerire veleno, catrame, polonio e altri componenti chimici con strani nomi, la risposta sarebbe “no grazie!”.
Se si proponesse a una persona di bere candeggina o aspirare il tubo di gas di scarico di un’automobile essa rifiuterebbe indignata. Tuttavia magari la stessa persona si reca quotidianamente da un tabaccaio per acquistare le stesse sostanze impacchettate in carta dorata e pagando fior di quattrini per un veleno che potrebbe avere gratis.
Allora perché si fuma?
Per la valenza simbolica che si continua a dare al gesto del fumo. Il fumo in sé è nefasto, sgradevole, tossico.
Chi fuma puzza. Ha le mani ingiallite, l’alito fetido di fumo, ha una nuvola di sporcizia che aleggia intorno alla sua aura. Non ne è consapevole poiché è perso nel suo film che “fumare è bello, e mi rilassa”. Finché ci sarà questa idea, questa illusione che il fumo è piacere, non si riuscirà a smettere.
Si potrà rinunciare per un po’, ma poi la nostalgia per un ipotetico perduto amore ricondurrà il fumatore a fare un’eccezione: “solo un tiro, mi sento così triste, nervoso, affamato, ecc. ecc.” E la ingannevole storia d’amore ricomincia. Pura illusione. Ma la mente ci crede fermamente, ci si identifica.
E’ evidente che non è il fumo in sé a creare il problema, ma il significato che ognuno vi associa. E soprattutto una mancanza di consapevolezza. Il fumatore sembra perdere totalmente il senso della realtà. Vi sono fumatori irrispettosi che, talmente ignari e inconsapevoli dell’odore e della sgradevolezza che il fumo può suscitare in chi non fuma, esercitano il loro rituale ovunque, incuranti di quanto possa essere ripugnante l’odore e l’effetto del fumo in chi non vi è assuefatto. E a livello cognitivo non sono disposti a guardare se stessi, rilanciando immediatamente sugli altri l’aggressività che si scatena da limitazioni e proteste.
A loro avviso non sono essi stessi incivili e irrispettosi, ma gli altri ridicoli e rigidi, poiché tossiscono o hanno ripugnanza per il fumo. E sono subito pronti al sarcasmo, all’ironia, al giudizio dell’Altro, del non fumatore. Si appellano a luoghi comuni quali “qualche vizio bisogna averlo”, “tutti puzzano, meglio puzzare di fumo che di coglione” e via di questo passo. Tutto pur di non vedere se stessi. Anche negare l’evidenza, l’ovvietà. E preferire non sapere.
Da un punto di vista psicologico non è il numero delle sigarette fumate ma l’atteggiamento di morbosità e l’attitudine verso il fumo a essere significativo. C’è chi fuma quaranta sigarette al giorno ma riesce a stare nelle regole, e se vi sono divieti è in grado di rispettarli. E’ consapevole che il fumo è un problema suo, e cerca di rispettare gli altri. Vi sono altri fumatori, quelli della domenica magari, che tuttavia sono così inconsapevoli da voler espletare il loro rituale ovunque siano, tanto per una sigaretta… Se per la salute chi fuma molto peggio fa, per la psiche è molto più importante determinare cosa si cela dietro all’atto di fumare. Il forte fumatore, se non ha una dipendenza psicologica dal “succhiare”, nel giro di poco potrà, una volta passata la dipendenza fisica, liberarsi dall’incubo, e ne sarà felice, si sentirà rinato. E potrà dire “mi sembra di non avere mai fumato”. Il fumatore delle poche sigarette farà molta più fatica a smettere e sarà a rischio continuo di ricaduta, poiché nutre col fumo una pseudo relazione d’amore, totalmente illusoria, in una bolla di finti significati, e farà fatica a rinunciare al film proiettato sul fumo. Avrà un’attitudine struggente, come chi desidera un amante perduto. E’ evidente quanta distorsione accada nella psiche di quest’ultimi. E quanto lontani siano dal rendersi davvero conto di cosa sia in realtà una sigaretta.
Vi sono poi fumatori talmente egoici e narcisisti che pensano di essere così speciali da avere diritto a sconti e corsie preferenziali, e di poter fumare negli ospedali, nelle scuole, ovunque anche dove vi siano veri e propri divieti. Ignari di dichiare doppiamente al mondo la loro abisssale insicurezza, tipica di ogni narcisista, bisognoso di farsi notare, di declamare al mondo di esistere, succubi della loro paura e angoscia di non essere adeguati, bisognosi di feticci e orpelli per auto rassicurarsi (quest’ultimi facilmente sviluperanno anche una dipendenza dall’alcol, per annegare il terrore e la paura di non essere all’altezza).
L’inconsapevolezza non risparmia nessuna categoria. Operai e professori universitari. Educatori che pur di farsi la loro dose ogni tot minuti, non si preoccupano dell’esempio, dell’immagine di fronte ai loro studenti. Ciò che conta è ‘succhiare’ il loro oggetto di cui hanno bisogno. Magari sono feroci e critici per altri argomenti. Per se stessi sono clementi e disposti a chiudere un occhio, tutti e due gli occhi, e diventare completamente ciechi.
Chi fuma vorrebbe fumare indisturbato. Prova fastidio se qualcuno dimostra fastidio per il fumo. Purtroppo perde l’olfatto e non è consapevole di quanto fa accadere intorno a sé. Se qualcuno glielo fa notare non è disposto ad ammettere la propria inconsapevolezza, l’insicurezza che si cela nel fumo compulsivo.
Le stesse persone che pretendono di fumare in ogni luogo, sono le prime a stupirsi se magari qualche genitore lascia urlare i propri bambini al ristorante, scandalizzandosi per altri comportamenti invadenti. Ciechi di fronte all’invadenza e alla loro di mancanza di rispetto quando fumano in locali chiusi, in mezzo ad altri che non hanno scelto il loro stesso veleno.
La mancanza di consapevolezza è talmente forte in chi fuma, che sono pronti a giudicare ‘sbagliati’ e incivili coloro che dimostrano fastidio. Come se dovessero essere tutti contenti e felici di subire puzza e tossine, soltanto perché la loro insicurezza e la loro scelta ricade sul fumo. Perdono totalmente l’obiettività, e credono che tutti dovrebbero fumare il loro fumo, zitti e partecipi. Anzi provano rabbia per chi è esente da tale scelta. Questo a livello cognitivo è un meccanismo di protezione.
Piuttosto che osservarsi e ammettere a se stessi la propria auto distruttività e la propria dipendenza, il proprio bisogno, è più rapido denigrare chi è ai loro occhi ‘intollerante’, screditare chi protesta per il fumo, piuttosto che guardare se stessi. Si fa prima a pensare che siano gli altri sbagliati se non son disposti a respirare la sporcizia che non hanno scelto, piuttosto che rendersi consapevoli di appestare l’aria, per un proprio bisogno di rassicurazione attraverso un’illusione velenosa. E magari sono convinti di emanare fascino e carisma, mentre stanno semplicemente e lentamente avvelenando se stessi. Lasciano mozziconi ovunque come se l’ambiente dovesse fare da spettatore e applaudire la loro performance avvelenata. A volte qualcuno ha un guizzo di consapevolezza, si rende conto del proprio stato di dipendente, ma poi l’assoluzione rapida arriva. È sempre l’altro che deve cambiare i propri comportamenti, sono gli altri che devono tollerare, o smettere. Se stessi? Mai. Scattano mille alibi, e il proprio fumo è sempre meno nocivo di quello degli altri.
Il fumo è una triste illusione. Molti protesteranno leggendo, nascondendosi dietro a banali luoghi comuni, “Tanto di qualcosa bisogna morire”, “Ognuno ha i suoi vizi”, “Una sigaretta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno”, “Fumo perché mi piace, lasciatemi in pace”. Il tabacco è al tempo stesso un anestetico emozionale, e un eccitante sul sistema nervoso. Calma la psiche e eccita l’organismo. Può diventare una vera e propria droga, che non altera la percezione ma altera alcune funzioni: il battito cardiaco acellera, la circolazione rallenta, e una serie adi altri correlati fisici avvengono durante l’inalazione.
Il fumatore rispettoso, pur sapendo, può decidere di continuare a fumare fino alla fine dei suoi giorni. E’ il fumatore irrispettoso che non può decidere per gli altri, e imporre il proprio fumo agli altri. Poiché così facendo dimostra di essere perso nella totale cecità.
Il fumo è un grande business mondiale. Le multinazionali sono felici che molte persone fumino. E fanno leva proprio sulla auto distruttività del singolo. Scrivere il FUMO UCCIDE scatena solo paura, e aumenta l’insicurezza dell’individuo, che corre a fumare anche di più. Chi compra le sigarette si dimentica di alimentare il mercato mondiale dei produttori di tabacco. C’è tutta una ricerca di marketing nella confezione del tabacco, lussuosi materiali, cartine dorate, pacchetti colorati, tutto è studiato per invogliare il consumatore, che non sa di comprare oltre 300 sostanze tossiche, e di pagare per avvelenarsi. Sarebbe più economico sniffare la marmitta di scarico della propria auto. Costerebbe meno, ma non è incartato in un pacchetto dorato, ed è scomodo stare chinati per terra. Nei paese poveri si sniffa la colla da calzolaio dentro a un pacchetto di carta. Nella nostra società non sarebbe ‘elegante’. Invece succhiare un cilindretto pieno di tossine sì. Sono solo abitudini e punti di vista formali. Ma la sostanza non cambia molto.
La mente è sempre pronta a trovare scorciatoie e pronte assoluzioni, ammettere di avere una dipendenza, non tanto fisica ma psicologica, non è facile. Esiste un meccanismo ben preciso chiamato negazione, che protegge la psiche dal rendersi conto di alcuni propri comportamenti.
La libertà del singolo di comportarsi verso se stesso come meglio ritiene o può, va salvaguardata. Le condotte auto lesive esiteranno purtroppo sempre, poiché oltre ad Eros l’uomo è spinto anche da Thanatos, la pulsione di morte e auto annientamento, che in alcune persone diventa molto forte. La libertà di come vivere è sacra. E’ quando, a livello relazionale, la propria scelta ricade sugli altri, che non hanno fatto le stesse scelte di vita, che l’inconsapevolezza raggiunge il massimo livello.
Magari prima di giudicare chi non ha fatto le stesse scelte, ogni fumatore irrispettoso farebbe bene a specchiarsi in se stesso, se riesce a farlo. E riconoscere le proprie contraddizioni. Chi fuma magari compra cibo biologico, si imbottisce di antibiotici, mucolitici quando ha la tosse o la bronchite, e non riesce a collegare che il fumo ha un’azione tossica e irritante. E magari abbraccia crociate contro l’inquinamento.
L’ecologia inizia da se stessi.
La dipendenza dalla sostanza è facilmente vinta in pochi giorni, la dipendenza affettiva- psicologica dal fumo si basa su una convinzione. Solo attraverso una profonda presa di coscienza che passa dall’amore per se stessi, e un decondizionamento cognitivo progressivo dei pensieri che sostengono, motivano e legittimano tale dipendenza, si potrà vedere consapevolmente ciò che è davvero il fumo.
Sporcizia e veleno fetido, travestiti dall’illusione di cui si ha un estremo bisogno.
Ameya G. Canovi
Ho 48 anni e 6 anni fa il fumo si è portato via la persona + importante (il punto fermo) della mia vita, Mio padre. Non auguro A nesso di patire quello che ha patito lui, ma vi assicuro che vedere un Dottore che infila un ago piuttosto grande (se qualcuno è od è stato donatore di sangue può avere un’idea sul diametro) nella sua schiena per dremare il liquido che andava riempiendo i suoi polmoni e vedere riempire con quel liquido un recipiente graduato fino a 600ml (circa il contenuto di una bottiglia di birra grande) non è un bello spettacolo. Vederlo col tubicino dell’ossigeno giorno e notte e in sostanza affogare dall’interno non è una bella morte.
È vero, quello con la morte è un appuntamento ineluttabile ma se posso, preferirei evitare di morire di una morte cosi…
Ognuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede ma non puo poi dire su certi argomenti (in questo caso i danni del fumo) non lo sapevo… Lo sapevi, ed anche bene solo che si fa meno fatica a mettere la testa sotto la sabbia e sperare che il male capiti a qualcuno altro… Solo che ci si dimentica (per dirla in musica) che gli altri siamo Noi.
Io sono una fumatrice sporadica, o meglio non fumo per mesi salvo poi fumare un pacchetto da 20 in una notte di deadline, per farmi coraggio. Da quando sono entrata in terapia questa spirale si è interrotta e farmi prendere dall’adrenalina senza il panico è molto piacevole. Non funziona sempre, ma è decisamente molto meglio di prima. La novità è che ho ricominciato la dieta e sto vedendo qualche risultato, avevo pensato di permettermi una sigaretta a settimana esattamente come lo sgarro settimanale dalla dieta, ma………. vedo che questo rischia di riavviare la spirale. La tentazione di fumare quando sono giù di morale o nervosa, o delusa ecc., è molto forte. La soluzione che sto sperimentando da qualche settimana, invece di cercare di calmarmi e di distrarmi altrimenti magari abbuffandomi, è fermarmi un attimo e ascoltare lo stato d’animo che sto vivendo in quel momento, e dargli un nome. Questo mi permette di guardare lo stato d’animo dall’esterno e mi calmo da sola con molta più facilità, i pensieri ossessivi svaniscono e riprendo il controllo sul serio.
Ho scoperto che è una tecnica che si propone per l’educazione dei bambini e mi è venuto spontaneo pensare che è esattamente quello che mi chiede la psicoterapeuta in seduta. La sigaretta per me è una consolazione ma anche una distrazione da uno stato d’animo negativo, ed è più o meno l’equivalente dall’uso di Facebook, forum, blog o qualunque altro “distrattore” informatico per eccellenza. Dovrei lavorare anche su quello. Ahimè 😉
Ciao Ameya, ben ritrovata dopo la diaspora splinderiana, sono un fumatore appartenente a quel gruppo che fuma molto, ma rispetta i divieti, che puo’ serenamente vedere un film al cinema senza scappare in bagno di nascosto a fare una tirata e che puo fare molte ore di treno senza necessariamente doversi fermare ad ogni fermata a accendere per magari fare tre tiri. Con tutto cio’ fumo, so che fa male e non me ne faccio una giustificazione, mi piace e basta, potrei dirti che mi rilassa e per me è così, ma non so se ne capiresti l’interpretazione. Comunque non escludo a priori che la voglia di fumare mi passi, dato che dopo tanti anni è scemata non poco. Ho smesso varie volte ma smettere senza convinzione non serve, pero’ chissà come ti ho detto non escludo niente.
Mi ha fatto piacere ritrovarti in WordPress.
Marcoforever
Perché un fumatore continua a fumare? Perché è infelice della propria esistenza, perchè non riesce a trovare una giusta valvola di sfogo guardandosi dentro. Un fumatore che non riesce a fare a meno della sigaretta da un lato fa compassione, dall'altro fa ribrezzo. Sono sempre stato convinto che qualunque sia la ragione, il fumatore è una persona irrazionale. Ciascuno di noi è portato a vivere il più a lungo possibile: vi buttereste mai sotto un treno? Vi fareste investire da una macchina? Di certo no, ma se un fumatore continua a fumare nonostante sappia che si sta uccidendo, vuol dire che non ha una piena consapevolezza di ciò che sta facendo al suo corpo altrimenti per istinto di sopravivenza smetterebbe. Per smettere bisogna avere carattere, gioia di vivere ed una vera paura della morte.
''vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai''
@Titta veramente assilante è chi mi fuma in faccia convinto di essere gradito. Io non assillo nessuno, però ti assicuro che il fumo aveva un sapore orribile anche prima per me. Ne ero tuttavia schiava, vittima dell'illusione che la mia vita fosse più bella con che senza. un incubo. Credo che non fumerei nemmeno più con una pistola puntata alla tempia, ma tu sei liberissima di farlo. Lontana da chi non gradisce. Il mio era un post che invitava alla consapevolezza, ma l'illusione, e non la nicotina, è il vero problema.
non so.
io so che fumare fa male, provoca problema circolatori, rischio infarto, rischio amputazione ma fumo comunque. rispetto i luoghi chiusi, non fumo in casa di persone che non fumano, anche se sono all'aria aperta fumo lontana dalle persone.
fumatrice abbastanza rispettosa.
però faccio fatica a sopportare gli ex fumatori. proprio perché siete così troppo assillanti, diventate una specie di eroi antifumo. "il fumo fa schifo, ha un brutto sapore" indubbio, ma prima non la si pensava così.
non è un libro (letto) che mi farà smettere di fumare, non fumo per puro vizio, fumo per coprire gli altri veleni della vita.
ed è un pò stancante essere sempre addidati. soprattutto da chi ci è passato prima.
titta
@non sono assolutamente d'accordo, è tutta illusione, e io fumavo e tanto, Beer non so…
è un sapore che si impara ad apprezzare, come quello della grappa e del buon vino. ad un bambino fa schifo il vino, ad un adulto invece piace. è un sapore intelligente e difficile, ma è buono ed evoluto.
quando nel libro di allen carr si continuava a ripetere che le sigarette hanno un sapore disgustoso io non riuscivo proprio a capire.
@ Buon sapore??????????? stiamo scherzando? ho fumato per anni 10-20 sigarette al giorno, ma MAI perché avevano un buon sapore! E' una distorsione cognitiva, il fumo è vomitevole e chi fuma è vittima di un'illusione che fa comodo a questa società Per me questa affermaizione suona come il coprofago che dice buona la sostanza di cui è ghiotto.
Si continua a fumare per un motivo così semplice da essere quasi banale: perché le sigarette hanno un buon sapore. Per lo stesso motivo si continua a mangiare il tartufo, il prosciutto di montagna e si beve il buon vino. Sono cose buone.
Ed il fatto che cose buone facciano male non è dirimente, visto che alcuni (tra i quali il sottoscritto) rifiutano di vivere da malati per morire in perfetta salute.
Bravissima Ameya, hai espresso meglio di qualunque altro un concetto dato per scontato da molti ma metabolizzato da pochi, grazie.
Emiliano
@Utente anonimo bella e grazie per questa citazione…è la trasposizione poetica e letteraria del concetto che qui è epsresso in chiave psico sociale.
"…Ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care.
Nell'oggetto insomma amiamo quel che vi mettiamo di noi." (L. Pirandello)
E penso che questo non valga soltanto per il fumo…
@Tea il problema della consapevolezza è che la mente umana attua dei meccanismi di difesa più o meno primitive, inconsce, a seconda dell'organizzazione di personalità, pertanto ci si muove dalla negazione alla rimozione e via discorrendo.
@Nadia ti sei spiegata benissimo. Io non vorrei ripetermi, non ho nulla di più di quanto ho già detto.
Ameya, forse mi sono espressa male. Mia sorella e il fidanzato hanno smesso e sono diventati due predicatori che fanno di tutto perché tutti smettono.
Ora capisco che tu dici idiozia, io stupido…si…non è intelligente, non è salutare…1 o 10 non fa differenza (solo i polmoni ne risentono di meno.
Ma dimmi…io ho visto pure i video su You Tube, ma non é servito. Mia madre ha letto il libro, ha fumato di meno per un mese e ora fuma come prima.
Siamo solo due che non amano che gli altri ci dicano cosa fare.
Il resto non lo so.
Sappiamo che fa male, e so pure che è questione di consapevolezza, ma io sono consapevole, che il gusto non sa di rose, che mi fa correre poi a farmi una doccia…insomma se mi dici come…smetto.
Non volevo altro che risposte, ma chiare. Sono schietta, ma erano solo opinioni le mie, se ho da dirti una cosa te la dico e non sono la cosiddetta "leccasederi".
Come si fa a dire che il fumo piace e non piace? Vedi…io sono ferma là…
Quando fumavo come una turca (come si dice) non mi chiedevo nulla…
Insomma io non capisco. Tutti sanno a cosa porta il fumo…è veleno.
Per quanto riguarda il commento di Tea, non capisco il discorso del whisky, perchè porta dipendenza l'alcool.
Esistono gli alcolisti che bevono fino a colassare pure una volta all'anno, così ho letto. Lo trovo un ottimo paragone con la sigaretta.
E non esiste la dipendenza da cioccolata? Contiene l'ormone della felicitá, come la pasta…
Comunque sai, io sono sempre troppo diretta e magari mi si malinterpreta…spero di essermi spiegata, e se mi sai rispondere grazie…oltre il fatto che è idiota fumare…che lo so pure io.
In ogni caso, chi non ha iniziato a fumare e non sa cosa significa, non può sapere.
Non è una colpa essere insicuri, chi non lo è un pochino? Abbiamo tutti un punto debole insomma…Però non vorrei girare in cerchi, spero di avere una risposta o non riesco a farmi capire?
Buona serata…
Nadia
Esatto Ameya!
Purtroppo uno degli "sport" più diffusi ultimamente è proprio la ricerca della consapevolezza: attraverso libri, corsi, gruppi, meditazioni… più o meno utili, più o meno affidabili. In pochi fanno un percorso di consapevolezza 'vero' e profondo.
La nostra mente è brava a nascondere e camuffare i problemi quando si accorge di essere stata scoperta: è come se ci fossero dei guardiani, così come nel nostro sistema immunitario, che allertano tutto il sistema e posizionano degli 'specchi per allodole'… così si è convinti di aver risolto il problema e invece quella che si è vista è solo la causa apparente.
Guardare i propri demoni è difficile, è come scendere nel proprio inferno personale ed è logico che si cerchino scorciatoie per evitare di farlo… il risultato però non è lo stesso.
@Tea aggiungerei un'altra cosa ancora è la consapevolezza. Quella vera.
Sono d'accordo con Ameya: fumare è un'idiozia, come tante altre. E se si torna a fumare, anche solo ogni tanto, è proprio perché non se ne può fare a meno perché a quella sigaretta stiamo attribuendo significati diversi da quel veleno che è.
Ci sono i fumatori 'sociali': fumano solo quando sono in compagnia… non ci vuole una laurea in psicologia per capire che queste persone sono fondamentalmente degli insicuri, che nascondono dietro quel gesto la loro insicurezza, che cercano in quel gesto condiviso un senso di appartenenza.
Oppure c'è chi fuma una volta ogni tanto per 'staccare', per 'rilassarsi'… peccato che la nicotina non sia un calmante, anzi.
Se il fumo ci dà fastidio, se dobbiamo addirittura correre a lavarci, quasi fosse un rito espiatorio, forse dovremmo chiederci davvero perché fumiamo, perché evidentemente non è per piacere. Soprattutto le sigarette!!!
Forse riesco a capire di più chi fuma ogni tanto del buon tabacco di qualità, senza additivi chimici: quello si che è un 'vizio' come un bicchiere di whisky ogni tanto o un pezzo di cioccolata.
Io adoro l'odore del caffè, ma il sapore mi fa schifo: quindi non bevo caffè!!! Sarebbe assurdo berlo e poi andare a sciacquarmi la bocca!!!
Il libro di Allen Carr svela proprio i significati nascosti che si danno alle sigarette, e naturalmente si deve essere pronti a guardarsi in faccia e dirsi cosa stiamo nascondendo dietro alla sigaretta, non tutti hanno il coraggio di farlo.
Infine, è vero, accettiamoci per quello che siamo: ma una cosa è l'autoindulgenza, un'altra è l'accettazione.
Tea
Ma io non attribuisco nessun senso al fumo …fumo e basta…che poi sia idiozia o meno per te…io lo definisco altro.
Ma non era dipendenza? Scusa, leggo il titolo e …ok ok, non vuoi andare in fondo a quello che io cerco di dirti, eviti il discorso, ok, lo accetto.
In ogni caso buon halloween che io non festeggio XD…
Nadia
@non credo ci sia bisogna di discutere su un concetto così banale e ovvio. Fumare è un'idiozia se se ne comprende il senso. E non ho altro da dire di quanto ho già detto. Non credo ci sia bisogno nè di argomentare nè di convincere. Ognuno è libero di fare a se stesso ciò che vuole. Resta di fatto che chi fuma è vittima di un'illusione, lo ripeto per l'ultima volta poi chiudo poiché divento ripetitiva: quella di attribuire al fumo un significato che il fumo in sé non ha.
:)…immaginavo che tu fossi una ex fumatrice: mio cognato e mia sorella hanno smesso da un anno e vogliono che leggo il libro: mi hanno cercato di lavare il cervello inutilmente, perchè non sono una che se uno dice: puoi smettere leggi, io lo faccio…deve venire da me…poi hanno capito che io e mia madre non inaliamo neanche…mai fatto…
Ameya, anche quando ho smesso per sette anni magari non sopportavo il fumo come odore che impregnava i vestiti, capellii (neanche ora eh…), però sai, una persona con tatto non dice idiozia, insomma…un po' di educazione perchè se fumare è una idiozia, siamo idioti? 😉 No. Una persona sa già che fa male il fumo per la salute.
Io accetto semplicemente che sono una persona forte ma non un robot, e qualche debolezza ce l'ha CHIUNQUE: mi vuoi forse dire che non hai istinti o pensieri "deboli"?…Siamo fatti di ciccia. Poi ovviamente usiamo la ragione, ma la perfezione non esiste, quindi certi aspetti "deboli"li abbiamo tuttti (il nostro tallone di Achille)…ma ciò che volevo dire è che io mi amo per come sono pregi e difetti…tu no? Non hai difetti? O non devi averne…per debolezze intendevo difettucci.
Ho cercato di spiegarmi meglio, penso ci sia un problema di comunicazione. In ogni caso meglio non giudicare perché chissà…da fumatori…a ex…si può tornare a fumare…e sarebbe una idiozia ()davvero grande…ma succede, é umano. Fa male alla salute, e là ti do ragione, non rilassa, non ha un buon gusto…È una abitudine per me legata a riti che puoi trovare stupidi.
Ma non puoi giudicare ciò che tu stessa hai fatto.
Mangi carne per una vita, smetti per due, e chiami assassini tutti quelli che mangiano carne…anche questo mi sono sentita dire. Sono una egoista perchè a volte mangio carne (ma poche!)…era un esempio.
L'essere umano non sopporta negli altri i propri difetti o quello che ha combattuto e sconfitto…psicologia di base….(è come rivedersi allo specchio).
:)…volevo essere diretta ma sempre pronta al dialogo.
@Sì sono una ex fumatrice. Non credo proprio nell'atteggiamento "accettiamoci nelle nostre debolezze " il fumo non è una debolezza, è una vera idiozia, travestita da altro.
Mmmmh…Ameya…data la tua esperienza saprai che una dipendenza può tornare fuori…quella affettiva, disturbi vari…ci sono ricadute. Mai escluderle.
Parlare di dipendenze non le allontana…
La sigaretta per me ha un significato diverso, non ti so spiegare…poche o tante alla fine conta se ne sento il bisogno…e la risposta è no. Ma a volte mi piace, non tanto il gusto, ma vicino a un bicchiere di vino o un caffè me la gusto una sigaretta…eccome! Per me è un puro vizio…non tornerei più come in passato, perchè ormai da due anni e mezzo ho ricominciato e le cose non cambiano. Le dipendenze non amano me forse 😉
Sei una ex fumatrice…domanda…;)
Poi neanche tiro fino in gola…se ho per caso i polmoni sporchi non sarà per le mie sigarette, ma per il fumo passivo di ogni genere…smog incluso.
Accettiamoci per le nostre debolezze, non siamo perfetti.
:))
Nadia
@@Ognuno veste il fumo di significati altri da ciò che il fumo in realtà è…pertanto viene perpetuata l'illusione…che sia una o 40… in ogni caso chi aspira quel veleno per farlo deve 'credere' che esso sia qualcos'altro..altrimenti ritorniamo alla candeggina, la berreste? solo un goccino?
A me non succede così…
accendere la sigaretta costituisce uno stacco, un diaframma tra me e il reale
per questo, quando godo del reale, non sento il bisogno di accenderla
caso atipico di fumatrice oltre il pacchetto che ne può fare a meno
Ho fumato per nove anni due pacchetti al giorno XD poi ho smesso completamente e odiavo i fumatori per sei anni…ho ricominciato a fumacchiare da due anni quando esco. Non fumo in casa, non fumo durante le pause di lezione, non esco da casa per fumare…l'odore del fumo mi da fastidio quindi dopo una sigaretta mi cambio e pulisco…
Sono una strana fumatrice. Nessuno ancora ha capito come faccio e mi invidiano perchè chi ha fumato tanti anni e ha smesso, solitamente ricomincia a fumare come un turco…io no. Non ne dipendo, Un pacchetto mi dura due settimane, tre…una, dipende…:)
Come la chiameresti tu?
Buon weekend…
Nadia
non l'avevo mai pensato sotto questa prospettiva :
Ho smesso il 14/10/1988 a mezzanotte
il rispetto dell'altro da sé, riguarda molte – se non tutte – le attitudini dell'uomo, anche le più deteriori.
interessante la teoria del blocco orale.
tea comunque è vero che fumando si perde qualche chilo.
e io il libro di allen carr l'ho letto.
sei volte.
@verissimo Tea!!!
@grazie Maria
Sono stata fumatrice ma ora da molti anni libera dal fumo, posso dire che ciò che hai detto è la pura sacrosanta verità. Hai fatto bene a trattare l'argomento senza mezzi termini….la verità libera….
Con stima
maria
Sono sempre stata un'antifumatrice incallita.
Nella mia vita ho fumato solo 4/5 sigarette (che mi hanno fatto davvero schifo!) e l'ho fatto per 'atteggiarmi' in una situazione in cui mi sentivo insicura. Appena mi sono resa conto della stupidaggine che stavo facendo ho smesso.
Ho acceso un'altra sigaretta un anno fa per far 'spaventare' il mio fidanzato: gli avevo detto che se non smetteva lui cominciavo io e ho acceso una sigaretta, quasi morivo soffocata dalla tosse ma ha funzionato. Lui ha comprato e letto il libro di Allen e ha smesso, fondamentalmente perchè il libro svela le vere motivazioni per cui si fuma, che sono per lo più quelle di cui parli tu qui.
Quello che però a me spaventa è il numero sempre crescente di donne che fumano, dovuto alla convinzione che così facendo dimagriscono, o per lo meno non ingrassano (stessa motivazione folle che porta tante ragazze a rinunciare all'opzione pillola come contraccettivo).
@caspita Leo…ti capisco, sono stata una fumatrice, e ogni volta che smettevo poi riprendevo con ancora più rabbia e distruttività verso me stessa…uscire dalla spirale di disamore per Sé è possibile, io sono riuscita perché ha prevalso la voglia di volermi bene e di liberarmi da una dipendenza tossica. Ci ho messo molto e ho usato molte tecniche combinate, sono felice di non intossicarmi più… aiuto gli altri a smettere ma ci vuole prima ocmprensione di cos'è davvero il fumo, poi la decisione di dire BASTA! Mi voglio bene..è un percorso…ti abbraccio
tutto giusto ameya. ho letto con piacere.
io sono una fumatrice incallita. avevo smesso per tre mesi e mezzo. il benessere tanto decantato non arrivava, non recuperavo olfatto, il fiato era sempre lo stesso, l'unica differenza è che stavo ulteriormente ingrassando, così ho deciso di riprendere.
e da quando ho ripreso, ho cominciato anche a bere un po' di più
mi sono resa conto che la vita con le sigarette e con qualche bicchere in corpo è di sicuro migliore.
non tanto perché così si risolvano i problemi, quanto invece perché appoggiarsi a delle stampelle, specie quando si passa un brutto periodo, dà un certo sollievo.
ho ripreso anche a prendere le pastiglie per dormire.
e sinceramente per ora no, non smetterò proprio….
dov'è il problema dell'avere bisogno di feticci ed orpelli per rassicurarsi?
il problema, tutte le persone sane e piene di amore per la vita,è che bisogna farcela da soli.
buon per loro, se ci riescono.
io personalmente, no, e continuo a fumare…
comunque il tuo post è molto bello, dico sul serio. lo condivido, anche se al negativo
@Mi fa piacere per te! Tuttavia non credo tu abbia letto tutto il post, la domanda serviva par sviscerare l'argomento, era un espediente retorico. Magari leggi fino in fondo.
Chiedere perché si continua a fumare nonostante siano note le conseguenze che il tabacco comporta, è come chiedere ad un alcolizzato perchè non riesce a smettere di bere.
Secondo il mio modestissimo parere, si comincia a fumare da giovani per affermarsi, per darsi un tono.. Abbiamo così tanto bisogno di sentirci al passo con le mode e integrati all'interno di un gruppo che si comincia così, per stupidità.
Poi il fumo diventa una "scusante" alla paura di affrontare la vita.Il fumo, l'alcol, la droga.. giocano tutti lo stesso ruolo.
Non riusciamo a sentirci pienamente responsabili di quello che ci succede, diamo la colpa agli altri, siamo frustrati.. Abbiamo bisogno di una via di sfogo. Si fuma, si beve e ci si droga perché incolpiamo la vita e non ci assumiamo le nostre responsabilità… "è colpa di tizio se non ho concluso quel contratto.. è colpa di caio se ho fatto l'incidente con la macchina.." e così via!
Pensaci bene.. chi si sente sicuro e in pace con sè stesso, non ha bisogno di ricorrere a questi strumenti.. Io mi amo, ci tengo a me stessa, alla mia salute, alla mia persona.. mi piaccio così come sono e non sento alcuna necessità di danneggiarmi!!
ti mando un abbraccio ^_^
Ale