L’assunto di base di quanto qui si dibatte riguarda la tesi che ogni dipendenza abbia una radice comune. Sia essa da sostanza, procedura, persona. Varie ipotesi cercano di attribuire il comportamento dipendente a fattori via via differenti a seconda della teoria di riferimento. La psicanalisi e anche la moderna rilettura della teoria dell’attaccammento tenderanno a far risalire l’origine del comportamento dipendente da un mancato sano rapporto affettivo con le figure genitoriali.. La scuola cognitivo-comportamentale attribuisce la motivazione dell’individuo sulla base di cognizioni e modelli appresi, altre tesi biologiche rimandano ad uno studio in chiave fisiologica della persona e spiegano la dipendenza in relazione all’eccesso o alla carenza di determinati neurotrasmettitori specifici. E ancora la scuola sistemico relazionale non osserva mai il singolo in quanto tale ma sempre inserito in una costellazione di componenti aventi tutti un ruolo cruciale. Al di là dell’approccio seguito, è evidente che il comportamento dipendente ha delle costanti che si ripetono. I correlati comuni rintracciabili e riferiti sono: l’incapità di funzionare “senza”, un senso di vuoto esitenziale, la tendenza a delegare “fuori” la propria felicità . Inoltre la personalità dipendente appare aspettarsi soluzioni , risarcimenti, e accudimento in modo mai saziabile. L’autolesionismo fisico o psicologico è presente in modo più o meno evidente in tutti i comportamenti dipendenti. Tra le varie testimonianze che arrivano , ho scelto di pubblicare la seguente, in quanto racchiude varie componenti, e mette in guardia soprattutto dall’avvicinarsi al consumo di sostanze.
Ciao Ameya
Ho visto che hai trattato anche un tema sull’autolesionismo, non ho partecipato a quella discussione perchè mi tocca da vicino. Ti voglio raccontare un pò della mia vita più in sintesi possibile.
Sin dall’asilo avevo una condotta asociale, non giocavo con nessun bambino, mi isolavo e parlavo da solo, alle elementari si acutizzo’ il disturbo, cominciai ad avere anche condotte antisociali, aggressivo con gli altri, picchiavo fino a far male, non solo se invadevano il mio spazio, ma anche se, lo ricordo come se fossa ora, incrociavano il mio sguardo, avevo paura degli occhi degli altri ragazzini, mi incutevano timore, e come una sorta di estrema difesa, attaccavo.
Cominciai così ad avere bisogno del neuropsichiatra, e alla mia prima terapia farmacologica a 6 anni, perdonami ma non ricordo cosa prendevo.
Il medico cominciò anche una accurata indagine sugli aspetti dei miei disturbi per una eventuale diagnosi di autismo, ma non vi erano abbastanza elementi per sostenerla, il perchè anche questo non ricordo.
Mi rifugiavo a Camaiore, una piccola cittadina collinare vicino a Viareggio, dove io abito, li avevo mio nonno. Era tutta la mia vita, passeggiate nei boschi, amore e affetto, film guardati assieme. Ma il nonno se ne andò presto, avevo solo 12 anni. Mi crollò il mondo addosso, i miei disturbi, sempre gli stessi, si acutizzarono di gran lunga, ero asociale, antisociale, aggressivo, odiavo le donne soprattutto e piacchiavo anche esse con forza, per donne avrai capito intendo ragazzine della mia età.
All’età di 14 anni ho cominciato a far uso delle mie prime droghe, la marjuana e l’hascish, e cominciò anche il consumo esagerato di bevande alcoliche, tutto mescolato ad una pesante terapia farmacologica che nel frattempo gli psichiatri di Siena mi avevano prescritto. Tutt’ora mi curo sempre da loro al Policlinico “Le Scotte”.
A scuola però ero una cima ho fatto il classico con risultati eccellenti diplomandomi con 60/60. Però mi affascinarono i Poeti Maledetti, i Maudits Francesi, Baudelaire, Rimbaud, Verlaine e altri meno noti. Amo la poesia l’ho sempre scritta e ho 3 libri da pubblicare, già piazzati, devo solo dare il via io. Ma compresi nella mia immane difficoltà di focalizzare il giusto, il “maledettismo poetico” solo da un lato, quello che per scrivere belle poesie, per essere distaccato dalla società, per essere un trascinatore, un anticonformista, dovevo fare uso di droghe.
Ti dico solo che ha 20 anni avevo già tre denunce per rissa, e in tutti e tre i casi me la sono cavata per le droghe, e si, sotto effetto di metanfetamine, ketamina, cocaina e altro venivo giudicato incapace di intendere e volere al momento, quindi si colpevole, ma non punibile.
Quando conobbi la mia ragazza tutto cambiò, a lei devo molto, abbandonai coloro che credevo amici, e che invece come me erano solo un branco di sciagurati sotto effetto di alcol e droghe.Daniela la mia ex di cui ti ho parlato nel post, mi prese letteralmente per mano e in 6 mesi, grazie anche a psicologo e psichiatra, smisi del tutto con le droghe e limitai al minimo l’alcol.
Però adesso che ho 32 anni, ho una steatosi epatica molto avanzata, faccio punture disintossicanti a periodi, per evitare un acutizzarsi della patologia e una eventuale cirrosi, ho avuto la nefrite e tutt’ora sono sotto cura per essa, e una forma di prostatite trasmessa per via sessuale che è farmacoresistente e a intervalli ritorna. Mi è vietato bere e devo fare una dieta ferrea. Nonostante ciò sono 175 cm per 100kg precisi, una esagerazione, a ventisei anni, quando smisi del tutto di usare droghe ero 71kg e in 6 mesi ho preso questo peso che fatico a buttar giù.
Infine torno all’autolesionismo, soffro di dispercezioni visive e uditive che mi comportano condotte autolesioniste a scopo compulsivo-rituale, sento voci che mi dicono di farmi del male, mi creo delle bruciature, sempre tra II° e III° grado, in zone della pelle mediante vettore un coltello che faccio divenir incandescente alla punta posandolo per minuti sul gas del fornello. Mi brucio soprattutto sulle braccia e sul petto e addome.
So che usi testimonianze anche per far capire cosa può provocare l’uso di tale merda. Se ritieni la mia una testimonianza valida, a me fa piacere se con i miei errori posso far capire che la droga è merda e che a volte pentirsi può esser tardivo, magari non perdi la vita, ma perdi la salute e molta gioia di vivere.
Ti ringrazio per l’attenzione e sappi che amo sempre la poesia ma adesso ho colto il vero significato della poesia “maledetta” e ne faccio un uso giusto, il distacco tra l’arte e società, nessuna morale, il poeta non è colui che guida con l’intelletto un popolo, il poeta è colui che è veggente, che vede oltre, e scrive la poesia in quanto arte, in quanto incanto, fine a se stessa, solo per il gusto di esser ammirata nelle sue sfaccetature, poesia, parole soffiate al vento.
Ciao Ameya D.
Pardon, in tedesco con sottotitoli in inglese.
Una testimonianza molto bella di Richard Z. Kruspe, chitarrista dei Rammstein. In inglese con sottotitoli http://www.youtube.com/watch?v=gU2HEJsUu98
Ho semplicemente aggiunto il tuo feed all’RSS Reader… continuo a seguirvi, Grazie!
È difficile trovare persone competenti su questo argomento, ma sembra che voi sappiate di cosa state parlando! Grazie
è vero noi dipendenti siamo inaffidabili, non rispettiamo chi ci vuol bene tantomeno le leggi di stato e di civile convivenza. Io non voglio certo difendere la categoria ne parlare a nome di
credo pero di essere l unico a provare la fame e l oppressione che provo.
CAPITO CARA ANONIMA IO LO SENTO.
Non giudicarci ma decidi (se ne hai il coraggio) tu che sai.
La fine spesso è un sollievo per tutti
michele
Bel blog.
Quello che dice bakbakunin dimostra molte cose.
Una è che ormai è andato, non può capire il perché. E’ dipendente (schiavo) dalla sostanza, potrebbe dire qualunque cosa.
Un’altra è che non bisogna mai fidarsi degli amici tossicodipendenti. Mai provare per far piacere a loro (non sanno quello che fanno e vogliono tirarvi dentro nella loro m. per non rimanerci da soli, non sono amici),
e mai provare per pensare di far piacere a noi. La prima volta che provi è l’ultima volta che sei stato padrone di te stesso. Da lì in poi la vita sarà sempre più una m. e sempre di più ricorrerai alla droga.
Ciao.
A.
“Un tossico,è un tossico.Non cambia niente se un tossico è bianco,nero giallo ,verde ricco povero o una via di mezzo,la Persona piu’ famosa del Pianeta o la piu’ sconosciuta.Non importa se la sia dipendenza sia da droga ,alcol,crimine sesso,shopping,Cibo,gioco,televisione o quegli stronzi dei Flistone.La vita del tossico è sempre la stessa.Non c’è attrazione, attrattiva, divertimento,non ci sono momenti belli,non c’è gioia ,non c’è felicità.Non c’è un futuro e non c’è via di fuga.C’è solo un’ossessione.Una totalizzante avvolgente ossessione…”
In un milione di piccoli pezzi,
di james Frey,
bè quel libro è un pezzo d’anima mia.
E potrebbe essere amche un pezzo d’anima tua,
Bak,
provalo,
cosa ti toglie?
nulla.
infondo è incontro al nulla che si sbatte la testa volutamente,dipendentemente,freneticamente,
quando si parla di dipendenze ,no?
un nulla che cela dietro un universo,
ma l’universo è immenso,
ed è fatto da vuoto,
eppure quel vuoto,quel vuoto non ha consistenza alcuna?
immenso.
così dicono.
@bene Bak, grazie per averci narrato la tua storia. Non credo nessuno ti farà fischi o chiamate al telefono. sei libero di fare la vita che vuoi tu…ognuno si prenda la responsabilità della propria vita.
Lo fatto, lo rifatto.
Sono anni che mi prometto di smetterla con quella merda, non c’è niente da fare ….mi piace.
Psicologi, psichiatri, analisti…..tutti lì a spiegarmi il perché!
E che non c’è un vero perché, mi piace e basta.
Il problema, è che sei sempre lì che cerchi di smettere. E sei sempre lì che ci ricaschi.
E la voglia ritorna,
con tutti i risvolti peggiori.
Finché non trovo qualcosa per cui lottare,
mi accontento di qualcosa contro cui lottare.
Tutti quelli che cianciano, blaterano di quanto gli piacerebbe vivere liberi dagli impulsi irrefrenabili,
bèh,
che la piantino di dire cazzatte.
Voglio dire, cosa mai può esserci di meglio?
Il peggiore dei miei viaggi sarà sempre meglio della più profumata delle rose….,
del più fantastico dei tramonti….,
del sorriso di una donna.
Io non credo che leggerò mai una poesia bella quanto una di quelle vampate alla testa che ti mandano a fuoco,
che ti fanno venire i crampi al culo,
ti inondano le budella….
Dipingere un quadro, comporre una scultura, sono tutte cose che fai per riempire il tempo tra una ….. e l’altra.
Il giorno che dovesse saltar fuori qualcosa di meglio….
fatemi un fischio
o
uno squillo sul cellulare.
Saluti,
Bak.
Il consumo di cocaina è in crescita in Italia mentre è in controtendenza nel resto del mondo. Così dicono le notizie di oggi. La cocaina è sniffata per sentirsi bene — e fa effettivamente respirare aria vincente — ma gli effetti collaterali e la subdola dipendenza che ne segue, sappiamo, porta a risultati devastanti. Lo dico non per bla-bla triturato ma perché ho vissuto, vivo nella quotidianità della “porta accanto” storie di amici e amiche rovinati lentamente fino ad essere larve. Manager creativi e danarosi (in milioni di euro) ridotti a chiedere l’elemosina. Non è un eufemismo. Tante storie simili da raccontare.
Se dilaga il consumo è perché gli interessi che ruotano intorno a questo mercato sono stratosferici. Che siano vittime di mero interesse molti — mentendo a sè stessi — non se ne vogliono render conto. Succede che la cocaina sia entrata nel “linguaggio” come oggetto di facili battute da cabaret televisivo e radiofonico.* Tirata in ballo legata all’essere stravagante, al piacere trasgressivo, alle battute scherzose. Al successo. Contribuendo, per associazione al divertimento, neanche tanto indirettamente, a sdrammatizzarne l’uso e ad accettare nell’indifferenza che uso se ne faccia.
Deviando nell’immaginario collettivo, con l’accettazione dello status quo, il senso stesso di libertà individuale. *( Avete sentito il ritmo incalzante di “Cacaine” un pezzo datato, storico di Eric Clapton?). E’ una distorsione vissuta con grande leggerezza se non da tutti, almeno dalla maggioranza. Non ricordo di aver mai assistito a episodi in cui qualcuno abbia contrastato l’assunzione della striscia. Me compreso, mea culpa. Mi son limitato a spender fiato, per far meditare i soggetti, in separata sede, a tu per tu, privatamente. Non so se é servito.
Il messaggio privato è sicuramente meno efficace.
Allora si dovrebbe rompere questo tabù: bisognerebbe semplicemente far sapere pubblicamente la propria opinione nei salotti, nei momenti di consumo.
Come per tutti i tabù — che sono tali per atteggiamento di collettiva omertà — il rimedio, l’opera esorcizzante, difficile, è semplice: parlarne, bisogna parlarne.
Tanti granelli di sabbia nel mare perché affiori una grande spiaggia pulita.
🙂
sconfiggere il meccanismo delle dipendenze aiuterebbe rapidamente tutta l’umanità…. è sottovalutata la cosa
un caro saluto…
leo
Sai, Ameya, ho ripensato a quando ho lavorato come assistente sociale in un quartiere degradato di Genova e sì, chi arriva a “farsi” è spesso vittia di cento fattori (ignoranza, famiglia, società e tutti quelli che sappiamo e anche di più), ma c’è anche chi lo fa per “bullismo”, per sfregio, per vizio. Così come c’è chi disperatamente ne vorrebbe uscire(ma credi, non sono la maggioranza), mentre altri hanno la tracotanza di sentirsi “nel giusto”, ritengono di avere dei diritti. Come sempre ogni caso è un caso singolo. Ti abbraccio e ti auguro un buon fine settimana:) Sara.
> se morisse sarebbe una soluzione,
> e scusate se non mi chiedo se è giusto o no
Sono molto vicino all’anonima del commento #73
C’è il diritto di annichilirsi ed il diritto a NON essere annichiliti.
Se non i vs genitori non fossero ancora in vita, mi ugurerei che il fratello muoia prima possibile liberando la sorella dal dolore che egli le impone.
In realtà la morte di un figlio è un dolore così grande, i vs genitori non so se lo meritano, se sia peggio o meglio del dolore che provano ora, che provate ora.
Non so…
la razionalità vaccilla.
Non di rado un male necessità di dolore, a volte molto dolore, per arrivare alla guarigione.
@accolgo lo sfogo dell’utente anonimo..dettato da dolore, esasperazione, rabbia, sentimenti comprensibili di impotenza…
non aggiungo altro.
… vorrei rispondere al commento 62.
guarda che nessuno li ha obbligati a farsi,
se tu conoscessi questo mondo alla fine ne saresti nauseata,
si fanno perchè piace.
piace e basta, e continuano, fanculo le famiglie, fanculo tutto!!
anche quelli che (poverini) vogliono aiutarli, se possono appena li fregano,
sempre!
non esistono sentimenti, non esiste più niente,
e per favore non dire la società che faceva…
assurdo,
tutti abbiamo avuto dei problemi ma mica ci siamo buttati sull’ero,
vero????
mi spiace ma non sono malati, sono degli emeriti stronzi,
ci usano, distruggono le famiglie,
certo perchè per loro non esistono figure da rispettare ma solo da sfruttare, e quando queste dicono BASTA allora subentra la violenza fisica.
hai presente mamme che si proostituiscono a 70 anni per la dose del figlio???
ti sembra ridicolo, vero?
invece vai a vedere certi fatti.
vedrai che realtà del cazzo salta fuori,
magari avessero il coraggio di farsi l’ultima pera,
magari.
ultima cosa,
è più facile fare giudizi ed elargire qualche soldo,
la coscienza è a posto,
vero???
ma cavoli, provate ad avere uno così in casa,
non è mai finita,
MAI
sono stufa e stanca,
ho visto morire i miei genitori di dolore,
e ora lo porto sulle spalle io,
non è GIUSTO,
se morisse sarebbe una soluzione,
e scusate se non mi chiedo se è giusto o no
Sembra facile ma non lo è……….
@ Grazie Cassiera, un sorriso per te!
metti il dito in tutte queste cose e lasci che noi piangiamo.. ci sfoghiamo … ci confrontiamo. E’ veramente una psicoterapia gratuita la tua perché poi è da noi che escono le cose e tu da splendido moderatore /chaperon non fai che apparecchiare la tavola e lasciare che i commensali pranzino insieme. Grandissima.
@ Cara Vale ti rispondo in italiano so che capisci e sento che è importante precisare ciò che interessantemente dici:
Zucchero bianco= Droga.
Sì! Eccome…da assuefazione, costa poco…è spacciato ovunque…socialmente accettato…
i bambini i migliori clienti…
c’è un libro interessante “Sugar Blues”…per chi vuole saperne di più
la seconda domanda-affermazione
l’amore è una droga?
ebbè…questo blog ne fa un tema di raccolta testimonianze,,
ti abbraccio e…go on!!!
I have never had a ”pleasure” of using drugs.. never.. my teenage years or adult years…. it never apealed to me .. so maybe I am not ”qualified” to make a comment on why people do it, however i can give my ”opinion”…..
Would a Curiosity be a first reason why a person decides to try a drug?
Would a respective ”society” and ”pressure” be another reason why someone tries it?
Desperation or need for ”acceptance ” in some ”cases”?
And once a person has tried it, trying again can not be that difficult .. especialy if the ”feeling” is really good as they say it is…
Once a person knows the effect of a drug, if a ”difficulty in life” comes along it seems much EASIER to take a drug to ”forget” or to become ”numb” then to confront a particular difficulty in life….
But once you take it too many times there is a ”catch”- dependance… addiction… and addiction is always easier….
Brain chemicals? – maybe….(certainly in scientific world)….
Do you know what is the biggest drug in the world that i actualy LEGAL??
SUGAR!!!!!
Everyone who tries it gets addicted to it, and you can buy it even in a shop!
And .. it actualy does do you much harm… makes body acidic… and causes many deseases…its a slow killer….
A desease(cancer especialy) can only develop and survive in an acidic environment…..
How many people know that?
How many people know sugar IS a drug?
Drug makes you feel ”better” and it ”cures” the problem temporary…but it doesnt cure the cause of the problem- which is what we should concentrate on if we wanna deal with the ”difficulty”…
Do you think ”Love” is a drug? -if it gives us ”same symptoms”??
I wonder…..
terribile cosa l’autolesionismo! essere arrabbiati per “qualcosa” e non avere neanche la possibilità di poterla fa uscire in qualche modo, contro qualcosa o qualcuno.. e riversarla su se stessi!
sempre dolorosa, ma quando si tratta di ragazzi lo è ancora di più..
un saluto
Benarrivata nella camera:)
Ecco… avrei delle cose di cui parlare con te ma ci voglio pensare ancora bene. E poi voglio vedere se ne hai già parlato. Vabbè poi ritorno… intanto ciao e ancora complimenti per gli argomenti forti e delicati che affronti qui.
Giorgio
Il ricorso alle droghe è stato analizzato da molteplici studi connessi all’argomento. E’ davvero improbabile aggiungere alcunché di nuovo. L’illusione che esista qualcosa di miracoloso e di particolarmente utile da ingerire o iniettarsi per conseguire un risultato atteso è una distorsione della realtà [pareidolia], figlia di pregiudizi pericolosissimi. Non ho bisogno di allucinazioni ipnagogiche, ci sono già mostri a sufficienza intorno a noi da non doverne creare di nuovi. Le spezie sono le mie droghe preferite…
Un abbraccio Ameya.
su argomenti del genere sarebbe forse utile e intelligente scendere un po’ dalla superficialità di alcuni commenti che ho letto. Certo è facile dire… fatti loro, si arrangino, ma forse sarebbe più utile, se si pensa, ma solo se si pensa, di doverli aiutare, in quanto persone, che sbagliano magari, ma persone, di non pensarli come criminali, ma figli di una società che genera anche questo e della quale tutti facciamo parte. Dove eravamo quando erano in difficoltà? li abbiamo ascoltati, aiutati, capiti? son caduti li perchè? perchè solo stronzi o per disperazione? io non lo so, io non lo farei, ma mi permetto di dire una cosa… non si giudica, si cerca invece di capire dove sia la nostra responsabilità in queste cose, la nostra di “normali”, di persone per bene, come ci piace pensarci… e loro, in fondo, ci sono utili, come termine di paragone, per pensarci migliori…. e no.. mi spiace, sto da una parte proprio diversa rispetto a certe affermazioni superficiali e comode.. ma con questo ognuno è libero di stare dove crede, i conti non li fa con me ma solo con la sua coscienza.. di persona, di cittadino, di persona che passando accanto sa solo dire… che schifo…
wa
Un post che mi ha indotto alla riflessione.
Grazie 🙂
@ti sei spiegata benissimo Susy!
Ecco mi qua AMEYA.
Testimonianza molto toccante. Mi ha ricordato un mio compagno d’asilo, Paolo, molto violento con i maschietti, con noi bimbe si divertiva a d alzarci il grembiulino.
Sono stata inserita in classi con maschi violenti, irrequieti, ma quello che allora mi pareva violento, adesso, con la maturità, l’esperienza del poi, lo ritengo nella norma, atteggiamento vivace, classiche bravate da bimbi o pre-adolescenti.
Non ho mai sentito la necessità di assumere sostanze, nè di fumare nè di bere. Non capisco il senso di questo tipo di dipendenze e nn capisco perchè ad un certo punto uno non possa smettere così come ha iniziato. Questo è il mio primissimo pensiero a riguardo.
Non sono mai venuta a contatto con persone che ne fanno uso.
I pensieri più ragionati che mi vengono in mente sono :dentro di noi abbiamo una parte di regole (papà) e una parte più tollerante, fatta di coccole, affetto, comprensione, ascolto, no regole(mamma).
Il fumo in particolare mi riporta alla fase orale, quando i bimbi mettono in bocca tutto, esplorano tutto con la bocca, bocca fonte di piacere-nutrimento.
L’iniezione non saprei definirla, in sè richiama forse un’oggetto fallico, ma non saprei darne un significato più logico..Forse che sono incazzati pure col padre.. ma la butto proprio lì..I motivi non li saprei neanche dire..
Forse , han avuto un rapporto molto drammatico con la propria madre, non han sviluppato una buona autostima , non sono stati in grado di sviluppare la figura materna dentro di loro e quindi cercano nutrimento in queste sostanze che con i loro effetti li fan sentire più forti, competitivi.
Sostanza = mamma.
Un pò come se venissero ancora allattati al seno ..Detta in modo molto terra terra.
Ecco, ho letto anche il post precedente riguardante l’autolesionismo, presente anche in questa testimonianza, non riesco a capire questa forma di autopunizione da che cosa nasca, da cosa derivi. qual’è il meccanismo che la fa scattare.
Magari non riescono ad incanalare la rabbia, la rabbia per la perdita del nonno, della madre, della figura materna, e per non rivolgerla altrove, rivolgerla verso la persona che l’ha scatenata, la rivolgono verso sè stessi, si autopuniscono fisicamente così da portarsi dietro i segni visibili e ricordarsi il perchè, come se fosse un tatuaggio, un marchio ; è come se la loro aggressività facesse un testacoda.
Non so se mi sono spiegata , forse non ho manco risposto alla tua domanda.
Susy