Dipendenza affettiva, una lettera

Ciao Ameya , non so neppure come io sia incappata nel tuo blog….hai presente

quando digiti un pensiero nel motore di ricerca in cerca di chissà quale

risposta ai tuoi pensieri?!Ecco,sì….”Amore Dipendente”avevo cliccato…da là….

tutto il resto.Da dove iniziare,dal dirti che non so neppure perché mi viene di

scriverti e dal fatto che non so neppure perché do per scontato che tu debba

leggermi….ma se ti scrivo un motivo ci sarà ovviamente….perchè quando si chiede

aiuto ,in qualsiasi forma venga chiesto ,allora un motivo c’è sempre,anche se

si fatica a renderlo comprensibile con le parole e anche se si diventa

palesemente ridicoli nel tentativo di chiederlo. Sono una Dipendente Affettiva anch’ io,una dipendente che forse pur di non dipendere haescogitato sin dalla fanciullezza tutta una serie di meccanismi in modo da evitarla perché riconoscersi dipendenti da qualcun altro porta a fare i conticon la propri fragilità.

Ecco sì,il mio reale problema è proprio questo….


io

riesco a convivere e a gestire la mia vita solo se “resto sola”,se lascio il

mondo intero…e per mondo intero io intendo davvero tutti al di là del mio di

mondo….e questo perché io ho imparato a cavarmela sempre da sola e a non

condividere nulla che riguardasse questo mio mondo con gli altri…..mi sono più

volta chiesta il perché di questo mio atteggiamento introverso ….e potrei

risponderti e rispondermi che è perchè evidentemente non solo non ho per tutta

una serie di ragioni interiorizzato l’oggetto e schema relazionale positivo ma

il tutto è stato amplificato dal fatto di avere io stessa una personalità

complessa che mi ha sin dall’infanzia dato un senso di incompletezza nel

relazionarmi con gli altri,coi genitori in primis,coi coetanei poi,un sentirmi

sempre “una parte”e mai “un tutto”…è un disagio che credo di avere da sempre….

ti porto un esempio…. non ho mai amato la scuola d’infanzia,resistevo qualche

giorno poi non ne volevo più sapere ma ho stra-amato le scuole dal primo giorno

delle elementari perché là ci andavo per imparare ,per confrontarmi, sì,ma con

me stessa, ecco,per mettermi alla prova,ma non per socializzare,non ero

obbligata a farlo perciò stavo bene.Questo per dirti che evidentemente ,non

sono una leader,non so espormi nei grandi gruppi ma emergo solo se sono a mio

agio,perché il mio senso di inadeguatezza, o forse aggiungerei di “mancanza di

stimolo”,in un certo senso sarà innato ma poi è cresciuto con me.Detto questo ,

penserai io sia una persona timida e forse tendente all’asociale….non

esageratamente asociale,io con gli altri ci parlo ,ma non comunico o almeno non

per ciò che riguarda la mia persona,è questo il punto e forse sono così

abituata a rapportarmi in questo modo che poi mi sento quasi soffocata da

comportamenti troppo protettivi,tant’è che anche le mie amicizie secolari direi

sono impostate su questo schema ,così come le mie scelte di studio….ecco,in ogni mia scelta si ripete lo stesso schema: “io

interlocutore e gli altri protagonisti,io risolvo la vita altrui,dei familiari,

amici,partner e sconosciuti, ma se si tratta della mia non solo do per scontato

che non interessi a nessuno ma inconsciamente reputo l’altro non all’altezza di

capirmi”…tant’è che le poche volte che ho cercato di comunicare poi alla fine….

ho avuto una conferma alle mie convinzioni ed allora neanche più l’esigenza di

essere capita c’è stata.Perchè ti dico questo…perché io credo che quando c’è un

tassello che manca allora è tutto l’insieme che manca….l’amore è solo la punta

di un iceberg e tu questo me lo puoi insegnare e possiamo essere esposti agli

stessi fattori ma non tutti svilupperanno uno stesso temperamento ….quindi

evidentemente una predisposizione di base c’è e di questo ne sono più che

consapevole.Vengo alla questione “Amore”…..io di anni ne ho 26,ai tempi del

liceo solo una volta sono stata realmente”legata” ed è stato con un ragazzo che

a sua volta era legato affettivamente alla sua ex,avevo la possibilità di

scegliermi un’infinità di strade,ma ho scelto quella che poi mi tormentò per

anni,evidentemente inconsciamente sapevo che era una “sfida” perciò forse ero

così presa o non so,magari fu solo il caso,io non lo so,ma fu da manuale: ”il

primo amore e il primo fallimento mi segnarono e influenzarono nelle relazioni

( che poi non furono mai delle vere relazioni )successive”.Ci sono voluti anni

per distaccarmi dai ricordi quasi ossessivi e da un senso di fallimento perenne

che mi portavo dentro….ad oggi mi dico che furono anni sprecati per niente ma

ero solo un’adolescente che aveva bisogno solo di smentite alle proprie

insicurezze e che invece trovò solo conferme, soffrii davvero per quell’abbandono (e in modo

amplificato e spropositato direi ora),tant’è che da allora

le mie relazioni seguivano un logica ben precisa: ”farmi desiderare e vincere

(appunto)l’altro,sfuggendo sempre e dico sempre l’intimità(altro segno?)”.Vuoi

che davvero non ho incontrato persone compatibili,vuoi che sapevo di avere

difficoltà nel superare il lutto della separazione e che quindi male ero

predisposta e non sentivo la voglia di vivere né di farmi conoscere dall’altro

, vuoi che qualsiasi interesse mostratomi io lo imputassi ad un mero interesse

fisico e che schematicamente io provocassi l’altro per avere conferme alle mie

idee e vuoi che puntualmente ero convinta che l’altro non fosse ”giusto”

perché io ero un’ottima “giocatrice”(altro segno…) e chi mostrava interesse per

quella giocatrice mostrava interesse per un’altra persona e non

per me,vuoi queste e altre mille spiegazioni che potrei darmi,ma io realmente

ero infastidita e annoiata e non sentivo neppure stimoli dal punto di vista

sessuale,soprattutto se coetanei,tant’è che poi cominciavo a credere di essere

più nel “patologico”che “borderline”.E sempre da manuale(e credimi,nel parlare

sembra che a priori io sapessi di seguire una logica ma questa logica la

riconosco solo col senno di poi e solo se mi proietto da osservatrice,oggi ),

capitò che quella curiosità ,quell’empatia e sintonia la scoprissi(guarda

caso?) in un rapporto virtuale….evidentemente mi sentivo protetta,evidentemente

gestivo la cosa in base ai miei tempi smussando pian piano le difese…ma capitò

e, credimi, non perché io fossi predisposta e lo cercassi ma perché io davvero

sentivo un’attrazione e una voglia e paradossalmente una “libertà“che mai avevo

provato se non in quella storia liceale,ero presa, appunto,”stimolata”.Non so se

anche in questa pseudo-relazione ci sia stato del mio o semplicemente sia

stato un caso,ma posso dirti che per i primi 8 mesi io ho vissuto la storia

ignara di tutto il contesto e aspettando solo di viverla realmente quella

storia,aspettavo solo che fosse lui a chiedermi di viverlo e il lasciar

correre del tempo in un certo senso “aiutava “anche me ad acquistare sicurezza

e padronanza…tant’è che abbassate le difese io ero “realmente’”presa perdendo

completamente il senso del virtuale,io agivo per adularlo,per conquistarlo e

per ottenere una sua dimostrazione di affetto …tutto era in funzione di questo ( anche in questo caso era una tattica,lo so, ma credo io mi sentissi alla

fin fine più “preda “ che “cacciatore”,anzi da cacciatrice io sono diventata una

preda dipendente ed evidentemente questo è proprio patologico …).Tralascio molti

eventi….mi ci vorrebbero troppe pagine…..riassumo la storia in un quadro

elementare: ”ero attratta da lui perché era un dipendente come me,perché l’

attrazione era dovuta dall’empatia e dalla seduzione dello scambio dei ruoli

che probabilmente solo due dipendenti hanno,mi sentivo completa perché ad oggi

credo che lui fosse poliedrico quanto me ed era questo che lo portava a reggere

il confronto con ogni mio lato e a vincerlo ,aggiungerei,era da questo che

dipendevo”.Perchè sono giunta a questa conclusione….perchè dopo 8 mesi e per

vicissitudini varie ,ho saputo che aveva una storia di 4 anni, da lì seguirono

tutta una serie di tentativi miei e suoi, anche decisamente distruttivi,di

chiudere la relazione ma dall’inizio 2009 a fine ottobre di quest’anno né io né

lui abbiamo chiuso ,ad ogni addio seguiva un rincorrerci in un gioco quasi

masochistico e innaturale senza fine e ,ad oggi, direi realmente ed esasperatamente

distruttivo.Dopo quasi 4 anni il virtuale si intinge comunque di elementi reali

,credimi,purtroppo nel momento in cui perdi il controllo della situazione ne

diventi succube ,più diventava confuso il virtuale e più io mi sentivo legata

anche senza un vero senso ,ero legata a lui e basta,senza un perché,sapevo che

non mi amava ma continuavo a dargli le attenzioni di un’innamorata e lui,da

parte sua, non riusciva a tagliarmi fuori,non voleva rischi nell’equilibrio

della sua vita ma era dipendente quanto me,era dipendente dal sentirsi sedotto,

tornava,mi ricercava ma mi incolpava e si discolpava,ero io quella che avrebbe

dovuto decidere per entrambi ,lui si limitava a ripetermi che non era la

persona giusta per me ma che non riusciva a farne a meno ,eravamo due

dipendenti,e se all’inizio non era per niente affetto il suo,col tempo lo è

diventato,io lo notavo,non era amore ma evidentemente neanche il mio poteva

esserlo,era un sentimento malato ma s’era creata una sorta di equilibrio in

questo intruglio di rapporti disfunzionali virtuali e reali che la situazione

andava avanti ed entrambi consapevoli ed entrambi complici ,aggiungerei. Mi

sono chiesta più volte il perché di questo mio “accontentarmi”e “accanimento”

nel fargli solo compagnia mentre la sua vita andasse avanti,non lo so perché;io

ero là, la sua vita andava avanti,dottorato,carriera,la crisi con la compagna

superata da anni,il problema non era il suo,lui trovava in me il collante ,il

beneficio…..quella che ha fermato la su vita a 4 anni fa sono stata io,con lo

studio,con me stessa….e questa dipendenza mi ha prosciugato tutte le forze,

tutti gli interessi e tutti i sogni,perché io pur consapevole di quanto poco

sano fosse questo mio legame mai son riuscita a disintossicarmi,dissociavo la

ragione dalle azioni,ogni volta uguale,ogni volta mi ripetevo che non potevo

farne a meno, che dovevo solo resistere nell’accettare quelle sue condizioni

perché così non l’avrei perso,ogni volta ci riuscivo anche ma non per più di

qualche mese,perché poi finito il bene cominciava il male e il bisogno di

allontanarlo,così lo allontanavo,ma poi finito il male cominciava la nostalgia ,

il bisogno e i sensi di colpa,e di nuovo punto e a capo, lo ricercavo ma se

non lo ricercavo io mi ricercava lui con scuse e pretesti vili,cambiavano i

ruoli ma non le sue condizioni,”il virtuale doveva restare tale”,o ci

adeguavamo o dovevo resistergli,ma finita la guerra ci adeguavamo ogni volta

fino alla mia escalation successiva.

Perché ti racconto in qualche pagina un abbozzo della mi vita….perchè ho

bisogno di sentirmi dire quello che già so….ma ne ho un gran bisogno perché mi

aiuta…..io stavolta ci voglio provare ma ho paura di ricaderci come sempre….

voglio riprendermi la mia vita e i miei progetti,voglio pensare agli esami da

dare nello studio e non al perché io non sia mai abbastanza per lui,non ci voglio neppure

più pensare al perchè,voglio solo convincermi che non sono così mediocre come

persona e che se non sono abbastanza per lui non significa che io non sia

davvero abbastanza e vorrei provare ad amarmi per conoscere l’amore,perché

evidentemente io non l’ho mi capito com’è che ti fa sentire l’amore….non

dovrebbe annullarti l’amore….io lo vedo negli occhi degli innamorati,nei loro

occhi vedo la forza,nei miei solo l’incapacità ed un tendere solo all’annullarmi

o un dare quasi sfrenato….io lo so che l’more non è questo,ma diventa questo

con me e ogni volta l’unica via di uscita mi sembra il bastarmi da sola….ecco,

l’amore non mi dà,mi toglie ogni volta e a volte vorrei solo poterne farne a

meno …ma se da adolescente e fino ai 20 anni riuscivo alla grande a mantenere

il mio equilibrio imperterrito,ora mi sento incapace anche in questo,a fare a

meno degli altri…..perciò ti scrivo….perchè cerco solo un po’ di forza….o di speranza…che un po’ è lo stesso….tutto qui……

I.

3 commenti su “Dipendenza affettiva, una lettera”

  1. Ameya, potresti essere così gentile da scrivere anche a me in privato un commento su questa condizione ?
    Vivo una situazione analoga.
    Non ho nemmeno la forza di raccontartela, oggi non sto affatto bene. Ma è molto simile a quella descritta.
    Io credo molto nell’amore, ma anche a me toglie e basta.
    Agli inizi la imposto anche bene, ma poi tutto si sbilancia in breve tempo.
    Grazie, grazie davvero per l’attenzione che vorrai dedicarmi.
    Ne ho bisogno…

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