FAMIGLIE

Le famiglie sono veri e propri sistemi dove i componenti interagiscono seguendo un copione prestabilito (Byng-Hall,, 1998). I ruoli sono definiti, a volte già in anticipo. “Questo bambino da grande sarà il bastone della mia vecchiaia” può dire un nonno eleggendo il nipote a suo custode. Il nipote crescerà con questo script al quale si sentirà di dover sempre essere fedele. I copioni familiari, se osservati in un’ottica temporale, possono ripresentarsi nelle generazioni, ripetendo gli schemi, o cercando di correggerli. Varie sono le modalità per osservare le famiglie.


I sociologi, antropologi e psicologi sociali hanno cercato di stabilire delle dimensioni per cercare di classificare le tipologie di famiglie. La ricerca negli anni Sessanta era tuttavia improntata a pregiudizi e stereotipi. La famiglia ‘tipo’ era di razza bianca, mononucleare, maschilista e costituita da una coppia eterosessuale. Ogni tipologia anomala era considerata patologica. Nuclei monoparentali, coppie omosessuali o di razza mista erano considerate non rappresentative, deficitarie, o patologiche. È nella famiglia che si apprende come relazionarsi all’altro, prima all’interno del sistema, per poi esportare il modello di relazione anche all’esterno. Un’interessante corrente di ricerca ha messo in relazione lo stile di attaccamento alla figura di accudimento (Bolwby, 1993) con lo stile relazionale amoroso. Se nel corso dello sviluppo il bambino è stato accudito, contenuto , accolto egli riterrà la figura che si occupa di lui, o il sistema famiglia UNA BASE SICURA su cui contare per essere sostenuto e da cui tornare dopo essere uscito a esplorare il mondo. Se invece questo passaggio non avviene l’attaccamento sarà di tipo insicuro. Se il genitore appare distanziante il bambino adotterà uno stile di relazione evitante, le emozioni non verranno espresse e la persona da adulta avrà sempre la paura recondita di essere rifiutata. Se il genitore, o chi si occupava del bambino, aveva uno stile relazionale fagocitante, invischiante, il bambino svilupperà uno stile ambivalente, ricercherà sempre la rassicurazione e temerà l’abbandono, sentendosi non degno di amore. Tale stile caratterizzerà anche tutto il sistema familiare, e si perpetuerà molto facilmente nelle relazioni adulte. La famiglia a impronta invischiante non lascerà liberi i componenti di esplorare il mondo, tenderà a essere preoccupata, controllante. I confini tra i familiari inesistenti, tutti invadono tutti, si è sempre preoccupati per l’altro, tutti hanno paura della solitudine, dell’abbandono e il clima è di dipendenza o mutuo soccorso estremo . I sistemi evitanti vedranno invece relazioni di tipo disimpegnato, i membri sono visti come unità isolate, le emozioni non vengono mai espresse, il clima di fondo è ostile, distante, freddo, per timore del rifiuto si tiene nelle relazioni una distanza di sicurezza. Spesso accade che nelle relazioni amorose ognuno porta con sé lo stile appreso come modello familiare. Ma per una strana alchimia degli opposti un evitante si trova in coppia con un invischiante. E, nella relazione, entrambi tenteranno di cambiare l’altro.

Ameya G. Canovi

25 commenti su “FAMIGLIE”

  1. Non riesco a capire in che famiglia sono cresciuta. Mia madre malata da sempre (l’Ho conosciuta malata) asma nevrosi ansiosa….mio padre uomo rigido… ci ha allevate lui perchè lei era troppo malata. Non so se ho sviluppato la capacità di resilienza ma ci ho provato.Ora ho quasi cinquant’anni e la mia famiglia d’origine è la seguente: mia madre con la demenza senile e tutte attorno a lei 5 sorelle…..tutte sole cioè 2 vedove 2 single e io separata …tutte senza un compagno…. Non ricordo slanci affettivi .Ameya grazie sei sempre illuminante

  2. Spesso è così a tutt’oggi, solo che non appare come era ieri. Molta responsabilità ricade sulla cultura catto-tradizionale e non solo. Vengo a me, credo che se abbiamo dentro di noi la forza comunque riusciamo a divenire meglio di altri, nonstante la famiglia che di suo è già repressiva. Un saluto vero.

  3. La natura fa in modo che un evitante si trovi in coppia con un invischiante perchè essi rompano un equilibrio spesso malato che si pèrpetua nelle generazioni delle famiglie da cui provengono.
    Sta alla consapevolezza di ognuno, da quanto si è coscienti di sè stessi, ritenersi in grado di modificare la comunicazione e il pensiero verso il nucleo familiare e ill partner.
    Insomma, per costruire qualcosa insieme a sè stessi e poi agli altri.
    Spesso si proviene da ambienti in cui questi equilibri esistono di per sè in modo naturale o comunque si edificano attraverso una forma di dialogo che preveda anche la comprensione reciproca.
    Spesso, invece, nessuno ci ha insegnato nè cos’ è il dialogo nè tantomeno la comprensione. E quindi bisogna lavorarci sodo.
    Un fiore.
    Gabriella

  4. > La famiglia ‘tipo’ era di razza bianca, mononucleare, maschilista
    > e costituita da una coppia eterosessuale.

    Uno degli effetti e delle cause della stupidità dilagante è il tentativo di omologare tutto. Piccoole menti scadenti che cercano di ricondursi a schemi rozzi, moralisti, banali, per cercare di fuggire dalla mediocrità propria diluendola in quella del gregge_a_norma.
    A me è molto piaciuto che nella
    pagina precedente, Totalità c’è una coppia di uomini che si abbraccia.

  5. > La famiglia ‘tipo’ era di razza bianca, mononucleare, maschilista
    > e costituita da una coppia eterosessuale.

    Uno degli effetti e delle cause della stupidità dilagante è il tentativo di omologare tutto. Piccoole menti scadenti che cercano di ricondursi a schemi rozzi, moralisti, banali, per cercare di fuggire dalla mediocrità propria diluendola in quella del gregge_a_norma.
    A me è molto piaciuto che nella
    pagina precedente, Totalità c’è una coppia di uomini che si abbraccia.

  6. @Che strana domanda Aroma..tanta attenzione da parte di chi? Mia o di chi qui legge???
    se leggi la presentazione di questo blog, in alto sulla homepage, è specificato che qui si parla di psicologia e in particolare di dipendenze e dintorni. E’ una mia scelta, un argomento in cui mi sono specializzata. Sarebbe come dire su un sito di giardinaggio, come mai tanto interesse per il giardinaggio? 🙂

  7. “nelle relazioni amorose ognuno porta con sé lo stile appreso come modello familiare”
    è anche per questo che spesso quelle che chiami relazioni amorose si ingessano in strutture di comportamenti date per l’intera esistenza. bella analisi, ciao ameya

  8. Eh, la descrizione, quella negativa…assomiglia parecchio a quella della mia infanzia. Ma forse sono stata meno fragile di quel che credevo. Bel post. Al solito.

  9. La mia famiglia ideale sarebbe stata una “comune”. Ho vissuto la mia famiglia d’origine come una trappola, un nucleo soffocante e invasivo.
    Buona domenica bravissima Ameya***

  10. Bel post complimenti. Mi fa pensare al gioco delle parti e quando all’interno della coppia i ruoli si invertono. Evitante e invischiante si muovono tra paura e amore (la linea della vita di Donnie Darko, conosci?).

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