

L’investimento libidico è diretto al genitore del sesso opposto: è dalla frustrazione del non potere ‘sposarlo’ che si origina, secondo Freud, l’identità di genere. Il bambino comprende che non potendo eliminare e sostituirsi al genitore dello stesso sesso, vi si identifica, superando così il complesso di Edipo. Secondo Winnicott se avremo avuto una madre (intesa come figura di accudimento) sufficientemente buona, avremo un oggetto interiorizzato buono, amorevole rassicurante. L’amore si impara dai genitori: ricevuto o negato, nutriente e deprivante. Tuttavia queste figure, dopo essere state introiettate, restano dentro l’individuo sotto forma di oggetto. Se l’oggetto interiorizzato è stato amorevole, avremo un oggetto interno buono e riusciremo a nostra volta ad amare. Non avremo la sensazione di vuoto perenne, il bisogno spasmodico di colmare un’assenza che crea una eterna nostalgia malinconica. Se avremo introdotto un oggetto ‘cattivo’, persecutorio, parziale o in certo senso, rotto, scisso, diviso, allora ripresenteremo questa modalità nelle relazioni adulte. E chiederemo all’altro di colmare questa fame d’amore. Ci avvicineremo all’altro come bisognosi, pretenziosi, e chiederemo all’altro di ripararci. Se poniamo come assunto di base tali teorie, è possibile stabilire una correlazione con le relazioni future. Secondo i meccanismi di difesa come l’identificazione e la proiezione, l’oggetto scisso‘cattivo’ verrà proiettato sul partner che si vedrà investito di tale proiezione e inizierà, con grande probabilità a comportarsi come l’oggetto interno persecutorio, rifiutante, non amorevole, evitante. In realtà il partner agisce in questo modo inconsciamente, obbedendo alla legge delle proiezioni. Le nostre parti irrisolte sono così agite dall’altro, e noi cerchiamo in tutti modi di riparare l’oggetto scisso. È da questo processo doloroso che si sviluppa la dipendenza affettiva: l’oggetto interno non sa essere rassicurante. E si cerca la rassicurazione all’esterno. In realtà riproponiamo il legame insicuro che si era instaurato nell’infanzia. In tal modo la fedeltà ai genitori è eterna.
Bene!
Allora…ti rispondo prima x me…..io non sono una dipendente affettiva..le mie storie sono state e sono normali…ho sviluppato dipendenza da un narcisista e solo e soltanto con lui…ma non nel senso che hai scritto tu…nn appena mi sono accorta dell inganno l ho lasciato ma questo non vuol dire che il dolore e i pensieri ossessivi vadano via…ma mi da ugualmente fastidio x me e x altre donne leggere che il partner si comporterebbe cosi xché noi giuriamo fedeltá ai genitori?Forse nn ne capisco come te ma mi sembra assurdo..proprio xché ognuno é responsabile di se stesso…inoltre…quale colpa sarebbe amare?Ache Hitler avrá avuto qualcuno che lo amava! E le persone poi come dici” xché stare con uno che non ti vuole?”…ma al paese mio se uno non ti vuole non sta con te no?Quindi chi é che non sta bene?Io non sono molto d accordo nel caso di certi soggetti come i narcisisti che le colpe sono al 50 e 50…visto che con loro come fai fai sbagli….e l unica mia colpa é stato amare una cacca…ecco….se io so che lui é una cacca completa io guarisco prima Ameya….se lui éuna cacca..una bestia senza sentimenti allora io cosa ho perso?X cosa mi dispero?Ecco forse a volte dare a cesare quel che é di cesare fa bene ed é pure giusto ed opportuno.Ciao
Ancora la stessa domanda, di nuovo la stessa risposta. Io non lavoro per trovare il colpevole, ma per trovare ognuno la propria responsabilità. Perché si sta con qualcuno che non ti vuole, che ti inganna, che ti usa? Può essere che sia un narcisista, un antisociale, un irrisolto, un patologico. Ma perché non si va via? “Perché lo/la amo!!!!!” Ah si?
Mi spiace io credo che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità, e ti assicuro che dopo anni di esperienza ti posso confermare che una persona con dipendenza, (qualunque dipendenza), fugge da se stesso, fugge dalle proprie responsabilità. Fino a che non ne è consapevole. Ciao Gloria 🙂
Detto cosi sembra peró che il partner si comporti in maniera cattiva a causa nostra….non é troppo? Dare tutta la responsabilitá al dipendente affettivo?
oh mamma mia dove sono capitata 🙂 il mio blog è ormai diventato un diario del “taglio del cordone ombelicale ritardato”. tornerò qui, anche solo per la curiosità di capire che cosa sta facendo la mia psicoterapeuta 😉
@Lavoro che ami, tutta la vita!
Vorrei esporvi un dubbio che riguarda una scelta lavorativa ma che tocca l'argomento della dipendenza affettiva, o meglio, della dipendenza dai genitori: devo scegliere tra un potenziale lavoro in regola, "stabile", che NON mi piace ma vivamente "consigliato" dai miei genitori (visto anche il periodo di grande precarietà in cui viviamo), e il mio lavoro attuale in nero, part-time e incerto ma che mi piace molto… La mia idea a riguardo è che la vita è la mia, quindi spetta a me decidere, però allo stesso tempo mi rendo conto di buttare un'Occasione con la "o" maiuscola…
Cosa ne pensate?
F.D.T.
no, non è una questione di conferme della mia importanza nella sua vita perchè so che c'è come del resto lui è stato importante per me. mi interrogavo sulla possibilità o meno di ritornare a stare in situazioni frustranti dopo che ne hai avuta una molto graficante. penso che l'amore sia la cura a tutto, sana le ferite del passato che in linea di massima (chi più chi meno abbiamo tutti).
non ti nego che a volte sento e penso che vorrei ritornare con lui nel bene e nel male anche perchè il nostro rapporto è praticamente irrisolto e come se stesse sospeso in aria. amici comuni dicono la stessa cosa e cioè che anche se non stiamo insieme e come se una fine vera e propria non ci sia e che siamo in una situazione reciproca di attesa.
emma
Ti rispondo con una domanda: hai bisogno di conferme della tua importanza nella sua vita?
Ti racconto la mia storia: io e il mio ex compagno (ci siamo lasciati per suoi problemi irrisolvibili di natura lavorativa ed economica che impedivano la possibilità di costruire qualcosa insieme, lui ha più di 50anni e questo lo penalizza da un punto di vista lavorativo).
lui ha avuto una vita infantile estremamente frustrante: è cresciuto in collegio, sua madre è andata a vivere in america lasciandolo in italia quando era piccolo, poi si è sposata in seconde nozze disinteressandosi di lui costantemente e. suo padre ha praticamante fatto la stessa cosa.
lui è sempre cresciuto con le tate e ovviamente in tutta la sua vita ha sempre avuto difficoltà a distinguere il bene dal male perchè non ha avuto alcun tipo di insegnamento, esperienza di sè come oggetto stimato, amato etc… ha sempre detto di essersi sentito abbandonato da sempre e che questa è la sua angoscia.
ebbene, tutte le sue scelte affettive passate sono state assolutamente frustranti: una prima compagna bipolare (diagnosticata) e un' altra che ha sempre confermato i suoi sentimenti negativi denigrandolo, disistimandolo e succhiandogli tutte le sue risorse vitali (perchè comunque lui è una persona vitale anche se ha completamente rimosso la sua aggressività e infatti è abbastanza passivo). premetto che lui è sempre uscito da una relazione nel momento in cui trovava un'altra donna perchè la solitudine non la sa gestire (ovviamente).
ebbene, lo scorso anno ci conosciamo e ci invaghiamo e nasce (con mille difficoltà) una storia d'amore positiva, autentica in cui uno rema sempre in favore dell'altro, esaltà le virtù positive, incoraggia etc… una relazione basata sulla costruzione e sulla stima reciproca al punto tale che lui ha detto a molte persone dopo che ci siamo lasciati (perchè i problemi erano troppi) "non mi sono mai sentito amato e stimato così in tutta la mia vita. emma è la mia sola esperienza positiva d'amore".
ora non ci vediamo e non ci sentiamo cosa che secondo me è un po' la negazione di una fine che è venuta per costrizione etc…
volevo chiederti: secondo te, in mezzo a questo caos di innumerevoli esperienze frustranti, che fine può fare un ricordo, esperienza di questo tipo (quella del nostro amore e della sua natura di affetto reciproco etc…)?
ciao e grazie!
Emma
@Emma credo che per instaurare una buona relazione occorra interiorizzare un oggetto buono sanom intero e non scisso. Perciò ogni relazione che fa sa impalcatura potrà servire per creare dentro se stessi una base sicura. Solo così ci si può rapportare in modo non scisso a un altro. Sono stata chiara?
Ciao, volevo chiederti una cosa: che accade quando
il soggetto che come dici tu ha proiettato sul partner i propri oggetti rotti, depressi e danneggiati e il partner ha intepretato la parte dell'oggetto cattivo e ad un certo punto il soggetto si rende conto della relazione frustrante e crolla l'immagine del partner che riteneva fosse l'ideale d'amore? se dopo questo tipo di relazione vivi una storia d'amore vera e gratificante nella realtà recuperando parte del tuo oggetto buono interno, successivamente resti sempre sensibile al modello dell'oggetto cattivo oppure riesci a prenderne le distanze?
Complimenti perchè questo articolo che hai scritto è molto chiaro e ben fatto 🙂
Emma
@Utente anonimo è sicura/o di aver capito bene di cosa si parla qui? Questo blog parla di DIPENDENZA AFFETTIVA, non di scambiaffettuosi quotidiani in una relazione funzionale, ma di quando la relazione diventa disfunazionale. Rilegga con più attenzione qualche passaggio di questo blog.
un bisogno spasmodico d'amore..io non direi..
Il bisogno "normale" d'amore piuttosto negato soprattutto negli ultimi tempi..quello si..
ciò che in tutta onestà non capisco..è la forzatura di voler intravedere qualcosa di patologico a tutti i costi..anche in qualcosa d'assolutamente fisiologico..
ravvisare la necessità di vedere e toccare ed ascoltare la persona amata oltre a poterla sentire per telefono..senza vedere..credo sia assolutamente "normale"..benchè per le persone (malate) anche l'aspetto fisiologico d'una situazione, assumerà le vesti del patologico..
è onestamente ASSURDO!!!
@Marta i pensieri CREANO la nostra realtà. Inizia a vederli diversi, accettali per quello che sono, senza volerli diversi.
ciao Ameya,
ho bisogno di un piccolo tuo consiglio.
Per inquadrare la prospettiva giusta.
Io non abito a casa con i miei ma data la precarietà del lavoro questo è un "rischio" sempre presente.
In questi giorni sono a casa da loro e la serenità che credevo acquisita vivendo altrove mi si è sgretolata fra le mani pezzo per pezzo. Non sono persone serene. Problemi psicologici e di salute. Io li vedo depressi e "tossici" per sè stessi e per noi figli. Con tutti i loro problemi mi fanno una gran pena ma anche una gran rabbia.
E mi arrabbio moltissimo con me, che non riesco a vivere la mia vita se non come una fuga da casa con la paura di tornarci, anzichè una scelta consapevole del posto migliore per me, con la possibilità di poter vivere più o meno in equilibrio ovunque. Anche a casa.
E invece qua sclero dopo un giorno.
E' una sensazione terribile.
Ci vado dalla psicoterapeuta.
Ma adesso per un viaggio di studio dovrò interrompere qualche mese.
Sarà una bella occasione di vita che ho paura di "inquinare" con questi pensieri.
Grazie…
Marta
@parlerò dei 12 passi! grazie per avermelo ricordato
Ameya cara, nei gruppi di autoaiuto, nonostante molte persone non siano credenti, si utilizza il Potere Superiore per sostituire la figura del genitore che non è stato abbastanza rassicurante. Forse sarebbe opportuno approfondire questo punto.
@Grazie Certos
@prego Titti 🙂
E’ bello…semplicemente leggere, come quando si stà in tavola,durante una cena.. e non si ha niente da dire… e si ascoltano gli altri. Bello è sapere che le persone cercano di ripararsi, avendo voglia di guarire, almeno un pò… necessità dell’anima. Ti ringrazio del tempo che dedichi in rete e… ti leggo e ti sono vicino!
🙂
grazie ameya !
Ora capisco alcuni discorsi del mio psichiatra, ma non mi ha convinto e lui lo sa…
Sempre bello leggerti*
Va tutto bene!!!
Un bacio*********
@per questo c’è la terapia Titti, il buon terapeuta prende gli elementi irrisolti del paziente, come direbbe Bion che ti consiglio di leggere, e con la ‘reverie’ professionale, glieli restituisce bonificati. In altre parole rimette ordine e crea una relaizone di fiducia, crea almeno uno di attacamento sicuro..è ora di un altro post..proprio su questo!
@vera grazie, del consiglio…
@ameya introiettare una figura appagante…una relazione sicura..cercandola dove? ci sarà stata pure…ma dov’è? ( nella mia vita intendo)
@ameya
credo che tutte le persone debbano imparare ad amare nel modo giusto.
Nessuno credo sa capace di farlo così spontaneamente…o almeno non ho mai incontrato persone tali.
è su questo che mia madre mi ha effettivamente stupito, dopo 30 anni in cui è rimasta sulle sue idee improvvisamente (forse anche io sono riuscita ad esprimere il mio disagio in maniera chiara e diretta) dopo una bella discussione mi scrive che ci ha pensato e pensa che io abbia ragione.
Bisogna però spezzare queste catene se le figure non sono positive. Io personalmente ho capito che la “dipendenza affettiva” dei miei genitori veniva a sua volta dai miei nonni. Ho capito molte cose e non ostante la fatica sto finalmente spezzando davvero queste catene.
concordo con lestrange circa il fatto che la scusa che ci diciamo spesso è “sono fatta così e non posso cambiare”, il punto è: siamo felici così?
Io non lo ero ed ho deciso di cambiare. e cambiare non è facile.
@Vera quanto dice ha un senso, inoltre occorre però introiettare un oggetto buono, cioè unmodello di relazione accudente, appagante , una base sicura…
Una risorsa nei casi di genitori che non hanno saputo trasmettere il loro affetto in modo adeguato e hanno prodotto dei figli “affamati” d’amore è il Perdono. Sembrerà assurdo ma solo in questo modo ci si distacca emotivamente dal problema: sicuramente i danni irreversibili non saranno cancellati, ma buona parte della rabbia per non essere stati amati svanisce…
Forse intende dire che tutti abbiamo dei limiti, nel senso che tutti possiamo commettere errori, specie svolgendo un ruolo difficile come quello del genitore. Posso essere daccordo; non esistono persone solo buone o solo cattive: solo esseri umani che possono legittimamente sbagliare. Credo però che a volte ci si lasci un po’ languire nel “io sono fatto così e non posso cambiare”che spesso è un fatto di comodo … si può cambiare eccome! Lo stesso fatto di farsi un esame di coscienza e valutare se cio che si sta facendo è davvero il meglio per se stesso e per l’altro, è già indice di cambiamento ( nonchè di intelligenza)
@grazie Elena 🙂
Ciao.
volevo lasciare un saluto e dirti che è sempre un piacere leggerti e riflettere e imparare un po’. baci
elena
@Titti non ho capito cosa vuol dire ‘chi è senza limiti?’
Mio fratello mi chiede: e se i genitori buoni non li abbiamo avuti? A lui non basta la consapevolezza del suo limite, ogni tanto nemmeno a me. Ma è la realtà.
Mi domando chi è senza limiti?
Lulu l’amore e il legame verso i genitori è eterno, non si può cancellare, che esso sia stato nutriente o che sia mancato. Per oggetto interiorizzato si intende, nel linguaggio psicoanalitico, un contenuto di pensiero riguardante qualcuno, in questo caso un genitore. Quando cresciamo interiorizziamo persone, concetti sul mondo. Un oggetto buono può essere l’immagine del genitore accogliente e supportivo. Un oggetto cattivo può essere una figura interiorizzata che è persecutoria. Puoi fare una ricerca in rete se ti interessa, digita relazioni oggettuali.
Un altro post interessante. è sempre un piacere leggerti e riflettere su ciò che scrivi.
Ora una domana: ho capito che i genitori o comunque il rapporto con loro e l’amore che essi trasmettono influenza o meno la nostra predisposizione all’affetto… quello che non ho capito è la frase “la fedeltà ai genitori è eterna”. Inoltre non mi è ben chiaro neanche l’oggeto interiorizzato… cioè quest’ultimo sarebbe l’amore?
Un abbraccio
@grazie Maria
Mi sto rendendo conto di questo osservando le persone intornio a me. L’importanza di ciò che tu hai così ben spiegato si riversa indubbiamnete sulla vita futura. La mia sorpresa è stata vedere persone che apparentemente sembravano equiilibrate nonostante tipi di rapporti come da te descritti, e accorgermi che col tempo manifestano atteggiamenti che dimostrano un’esigenza spasmodica d’amore….è vero ciò che dici!I nodi vengono al pettine sempre…
maria
@All grazie a tutti voi che tenete il ritmo!
@utente anonimo ci sono mille tecniche di meditazione, vai su google e fai venezia meditazione, assaggiale poi scegli il tipo che fa per te!
E’ vero, l’ultimo commento di Crystalclear mi ha ricordato che era tanto tempo che desideravo ringraziarti, ma che non lo avevo mai fatto finora, ecco colgo l’occasione adesso per dire grazie un po in ritardo ma pur sempre con sincerita’.
Ciao Ameya, ti ho già scritto in privato una volta ma la posta ha cancellato tutto, ho perso la tua risposta..scusami! Senti, se io volessi trovare qualche corso che mi insegni tecniche di meditazione nella mia zona dove posso cercarlo? C’è un portale su internet? Vivo a Venezia..
Grazie!
Eleonor_Lestrange ha scritto benissimo.
Molti genitori perpetuano l’idea insana di “amore” simbiosi che è l’antitesi dell’amore.
…e qui ti ringrazio proprio tanto Ameya, perchè è proprio l’argomento su cui si sono incentrati i miei ultimi post…domani mando tutti qui da te per un ulteriore approfondimento…
Uno sguardo colmo di affetto.
@il legame con i genitori è il più forte di tutti, indissolubile. E suscita una tempesta emotiva. Mai lascia indifferenti.
mi vien voglia di mandare affanc…i miei genitori…
Sull’argomento posso dire che i genitori possono essere veramente deleteri sulla vita presente e futura dei figli! A prescindere dalla mia infanzia, che è stata comunque un’infanzia di m***a, sono più contenta di provare verso i miei un sentimento di distacco, piuttosto che un legame morboso. Almeno io ho avuto la possibilità di farmi la mia vita come ho voluto, senza sentirmi troppo legata e troppo “in trappola” … spesso infatti certi tipi di genitori usano l’arma del senso di colpa per legare a se i figli, del tipo: ” ma come, io ti ho mantenuto, pagato tutto, dato amore eccetera eccetera e tu te ne vai viaaaa??? ” Così tanti ragazzi si trovano a rinunciare a seguire la propria strada, magari altrove per appagare l’egoismo di questi personaggi, i quali solo perchè ti hanno messo al mondo credono di potere disporre di te come vogliono. Ho amici e cugine che non si sono mai fatte una famiglia perchè i genitori non accettavano che i figli avessero altri affetti importanti, mettendosi in mezzo in ogni modo. Personalmente non desidero avere figli, e puntualmente questo viene criticato dalla maggior parte delle persone. Il commento più assurdo? ” Ma come non vuoi fare figli? E quando sarai vecchio chi ti farà la spesa? ” … se questo è lo spirito dell’ amore genitoriale …