In una storia c’è un inizio, uno svolgimento e a volte una fine. Se entrambi seguono lo stesso ritmo ci si lascia con più o meno dolore, poi si va ognuno per la propria strada. Se invece i ritmi e i bisogni non coincidono si soffre, moltissimo. Una persona può decidere per mille ragioni di interrompere una relazione. A volte le crisi sentimentali si protraggono a lungo, e chi decide di porre fine alla storia termina un’agonia. Accade invece che la rottura della relazione arrivi come un fulmine a ciel sereno. Lasciando attonito il partner che si sente abbandonato. Lo shock per la perdita di un’affetto è paragonabile al lutto di una persona cara. Chi interrompe segue forse un bisogno di libertà, o di costruire una storia con un’altra persona. L’entusiasmo per la nuova partner può fargli perdere di vista il dolore di chi viene lasciato. Se ad attuare l’abbandono è una persona narcisista, auto centrato e insensibile, egli resterà sordo e cieco al dolore altrui, concentrato solo su di sé, sempre alla ricerca di un picco emotivo che da solo non riesce a sentire.
Questa sarà la separazione più dolorosa in assoluto, in quanto la persona che viene lasciata resterà a chiedersi dove ha sbagliato, cosa ha fatto per meritarsi l’abbandono.
A nulla varrà implorare, supplicare e richiamare la persona che attua l’abbandono. L’unico modo per soffrire meno in fase di elaborazione della separazione sarà quello di pensare all’altro come a una persona robotica, non in contatto col proprio sentire. Consolerà la certezza che come ha interrotto in modo insensibile e incurante la vostra storia, lo farà con ogni altra donna che incontrerà. Se è stato incapace di darsi fino in fondo presto ripeterà lo stesso schema. Poiché ognuno è frutto della propria storia e pertanto essa continuerà a ripetersi, fino a quando non si attua un percorso di consapevolezza.
Ti ci vuole un uomo che ti dica :” Non importa se non mi ami, ti amo io per tutti e due…”
Passerà quando qualcuno ti amerà tanto da farti capire che anche tu devi amarti di più.
Ciao Ameya e grazie per la risposta. Mi sembrava di aver capito che tu stessa consigliavi a capire che chi attua certi schemi poi li ripeterà con tutte quelle che incontra. Poi è ovvio che io devo creare uno spazio unico per me ed essere felice felice.
Per esperienza finché guardiamo cosa fa o non fa Lui… non siamo con noi stesse. Cosa ti importa cosa farà con un’altra? Concentrati sul farti felice, sullo scegliere una persona che condivide un pezzo di vita con te.
Ciao, siamo certi che anche con l’altra persona si comporterà in egual misura? Chi mi ha abbandonata per un’altra è colui che fece soffrire la prec per me che a sua volta fu la sostituzione di un’altra precedente. A un certo punto però ci si ferma, no? Non si può pensare di farla sempre franca per tutta la vita.
Ciao, io sono stata abbandonata dal mio convivente perché si è innamorato di un altra. Una collega. Improvvisamente mi ha detto non ti amo più. Poi un lungo periodo di dolore (il mio) per capire che non sarebbe più tornato indietro e quindi ho poi abbandonato io la casa. Lui con tutte le sue precedenti relazioni si è comportato nel medesimo modo. Abbandona le convivenze per nuovi amori. Io ovviamente sto seguendo un percorso terapeutico perché il trauma è stato forte e perché ne sono ancora dentro. Tu però segnali che persone come lui continueranno a comportarsi così con tutte quelle che troveranno, fino a quando non faranno un percorso di consapevolezza. Ecco, qua sta il punto. Lui mi ha lasciata per una psicologa del lavoro che esercita all’interno delle risorse umane presso l’azienda per cui lavora. È probabile che riesca a fare con lei questo percorso di consapevolezza e finalmente riuscire a capirsi per evitare di fare soffrire altre persone?
Ovviamente é una teoria la mia, un po’ dettata da quanto lui mi diceva. “Lei mi ascolta, sa ascoltare a differenza di te…” Lei ha il carattere giusto per me… Insomma, tanto per scaricare ancora più letame su di me.
E quando sarai oltre ti sembrerà solo un momento, uno dei tanti… E’ solo una nuvola… A me aveva aiutato tanto un amico terapeuta che mi ha insegnato il mantra: “Adesso non sta succedendo niente”. Ripeterlo cento volte ti fa stare nel presente, e nel presente nulla accade, si è soltanto…
Grande Vale! Hai colto un bel punto. Molto sottile… Se qualcuno ci abbandona, per il gioco di specchio riflesso, siamo noi per primi che spesso abbandoniamo noi stessi… Questo ci incita a prenderci cura di noi, invece di delegare… all’altro.
Sto attraversando questo momento e di strategie ne sto usando molte. Si tratta di sopravvivere. Le ferite dell’anima credo si guariscano o con il tempo o con un evento ancora più “pesante” nella tua vita. Ci sono ……Questo è il mio percorso
Sensazione provata molte volte, seppur alcune in maniera più lieve. Ma è possibile sentirsi abbandonati anche se siamo noi ad abbandonare? E’ possibile che, forse, decidiamo di abbandonare noi stessi, abbandonando il partner per incomprensioni? E io che pensavo di aver superato l’età dei cambiamenti e dei disagi interiori…invece è appena cominciato (a 21 anni)
Questo però chiarisce di chi è il problema!
Insomma, non è una gran consolazione. Per spirito di corpo mi spiace anche per quelle che seguiranno.
E’ terribile, ma è proprio così. Il dolore lacera la carne e la ferita è nella tua anima. Passerà?!! Quando passerà?