La storia di Flavia

Lettera-RenziSalve,

ho scoperto da poco il Suo blog e trovo particolarmente interessante il modo in cui parla di dipendenza affettiva. Vorrei raccontarLe la mia esperienza e mi permetto di scriverLe.

Ho 28 anni. Sono una persona fortunata per molti aspetti ma sono un’infelice. E’ da un po’ di anni ormai che sono consapevole di soffrire di dipendenza affettiva.

Non sono una psicologa, ma credo di conoscere la causa della mia dipendenza affettiva: un padre assente.

I miei genitori si sono separati quando avevo 13 anni, ma non è stata tanto la separazione in sè a segnarmi, quanto la perdita del rapporto con mio padre. Premetto che, anche quando i miei stavano insieme, mio padre non è mai stato molto presente e coinvolto nella vita familiare perchè sempre impegnatissimo nel lavoro, ma almeno, a modo suo, c’era. Dopo la separazione con mia madre, è come se si fosse separato anche da noi figlie. Negli ultimi 15 anni, ci siamo sempre visti pochissimo (3-4 volte all’anno al massimo) e sentiti poco. Mai una vacanza insieme, mai percepita da parte sua la voglia di vedermi, di passare del tempo con me. Pochissimi i gesti di affetto e di apprezzamento, mentre invece mi ha spesso fatto notare il suo disaccordo verso alcune mie scelte di vita. Nel corso degli anni ho avuto molte dimostrazioni che nè io nè mia sorella facciamo più parte della sua vita. Un esempio eclatante: qualche anno fa si è risposato e non me l’ha detto, l’ho dovuto scoprire tramite altre persone. La sua giustificazione: “avevo paura che tu e tua sorella vi sareste arrabbiate”.

Ho provato tante volte a riavvicinarmi a lui ma è stato sempre inutile. Lui non è cambiato e non mi aspetto più che lo faccia. Non l’ho mai affrontato di petto però, non gli ho mai fatto davvero notare che non è così che dovrebbe comportarsi un padre, che fare il minimo indispensabile (e spesso anche meno) e aiutarmi materialmente non basta per essere un buon genitore. Non ho mai avuto il coraggio di dirgli tutto questo e di pretendere spiegazioni. E’ mio padre, gli voglio bene e gliene vorrò sempre, ma la sua assenza nella mia vita è un vuoto incolmabile. Per fortuna ho una buona madre, sempre presente e devota ai figli, ma lei, per quanto ci abbia provato, non è mai riuscita a riempire questo vuoto.

Tutte le mie relazioni più significative dell’età adulta sono state caratterizzate dalla dipendenza affettiva, seppur in forme e modalità diverse.

Una bella storia d’amore, finita 3 anni fa, che ho rovinato con la mia gelosia ossessiva e folle, con le mie insicurezze, con il mio pretendere più di quanto chiunque potesse darmi, la mia paura di essere abbandonata. Credo che lui mi amasse, ma alla fine non ha retto e mi ha lasciata. Un amore che ho ucciso con le mie mani e per cui mi sento ancora in colpa.

Poi, per due anni, sono stata ossessionata da un amore non corrisposto. Una storia brevissima, mai realmente iniziata, che non è mai andata oltre il sesso. Lui non mi voleva e non ha mai fatto nulla per farmi credere il contrario, ma io mi sono invaghita comunque, diventando una cosiddetta “torch bearer”. Gli ho detto quello che provavo ma lui, prevedibilmente, mi ha rifiutata. Allora ho cominciato a vivere tutto interiormente. Per due anni ho coltivato questa ossessione dentro di me, anche se con lui non avevo più nessun tipo di contatto e in fondo nemmeno lo cercavo perchè avrebbe significato subire un ulteriore rifiuto. Nonostante fosse una situazione chiaramente impossibile, non riuscivo ad uscire dall’ossessione e credevo che non sarei mai più riuscita a provare sentimenti così intensi per qualcun altro, per quanto io provassi a frequentare altre persone.

Inaspettatamente, due mesi fa ho conosciuto un altro e ci frequentiamo. Per lui provo quei sentimenti intensi che cercavo e che credevo irripetibili. La “vecchia” ossessione è ormai praticamente svanita. Il problema è che anche questa storia sta sfociando nella dipendenza affettiva. La situazione è diversa dalle precedenti e quindi lo sono anche le modalità in cui si manifesta il disturbo, ma le sensazioni di base sono le stesse: paura dell’abbandono, senso di vuoto e ansia estrema quando lui non si fa sentire o non è presente come vorrei, incapacità di spostare i miei pensieri su qualcos’altro.
Lui è una persona poco affettuosa ed espansiva, poco presente e non so nemmeno che tipo di rapporto abbiamo, se stiamo insieme o no (lui non mi dice nulla a riguarda e io non chiedo). Mi dimostra il suo interesse ad intermittenza, o almeno così la vedo io. E io aspetto, mi logoro, tollero, ma non dico niente, non gli faccio pesare le sue assenze e le sue mancanze. Chiaramente non sono per niente uscita dalla dipendenza affettiva, ma dalle esperienze precedenti ho almeno imparato che non serve a niente pretendere dall’altro, subissarlo di richieste ed elemosinare attenzioni. Sono convinta che bisogna lasciare libere le persone di essere quello che sono, senza forzarle o tentare di cambiarle. Dentro però sto male comunque: se lui non si fa sentire per un giorno io cado nel panico totale, mi sento abbandonata, penso che lui non abbia nessun interesse nei miei confronti. Il mio umore dipende dal suo comportamento, è come stare sulle montagne russe, a volte passo dall’essere disperata all’essere felice nel corso della stessa giornata. Le mie insicurezze e le mie paure sono le stesse di sempre, ma evito di far parlare loro al posto mio. E’ difficilissimo per me tenermi tutto dentro, e forse non chiedere assolutamente niente è sbagliato quanto chiedere troppo, non lo so. Non capisco nemmeno quanto è da attribuire al mio disturbo e quali sono invece le sue “colpe”.
Non so come uscirne. Ripeto sempre gli stessi pattern di comportamento e, inconsciamente, cerco quasi sempre la stessa tipologia di persona: distante, assente, anaffettiva, emotivamente chiusa…come mio padre.La cosa più triste di questa condizione è la consapevolezza di non poter avere proprio ciò che desidero di più: amare ed essere amata. Non ci riesco. Sto male se sono sola ma sto male anche se sono in una relazione, perchè non sono capace di viverla in modo sano.
Spero in un suo parere e La ringrazio molto.
Flavia

5 commenti su “La storia di Flavia”

  1. Anche io avrei potuto scrivere righe molto simili per la mia prima vera grande storia d’amore, finita perché lui mi ha lasciata. Per dieci anni non sono mai riuscita davvero a legarmi a nessuno perché spaventavo gli uomini con le mie pretese di “esserci” tutti interi e subito. Nel mio caso è stato determinante l’incontro con quella che è poi diventata la mia testimone di nozze, che ha in qualche modo legittimato il mio apparente essere “esigente” perché scherzava dicendo che le donne hanno la responsabilità della selezione della specie 😀 Con questa risata nella mente ho potuto sentirmi alleggerita e ho iniziato a pensare che in fondo mi meritavo qualcosa di meglio di rincorrere uomini che con ogni evidenza non mi volevano e di respingere quelli che invece mi cercavano. Poi ho conosciuto mio marito, ricordo che nella nostra prima conversazione contai che aveva visitato molti più paesi di me, e pensai che lui non si sarebbe fatto intimorire. In realtà siamo partiti molto lentamente, io dicevo “come un Diesel”, ho avuto come una guida interiore che mi diceva di non sollecitarlo e aspettare che arrivasse lui. Dopo quasi un mese di silenzio, mi mandò un sms in cui mi diceva che era stanco di lavorare tanto e voleva avere una vita privata. Allora capii che qualche possibilità ce l’avevo. Ma soprattutto pensavo che mi meritavo qualcuno come lui.

  2. mi riconosco, le storie sono diverse, ma è come se potessi aver scritto io queste tue righe, tanto tempo fa ho contattato Ameya con la stessa disperazione, ora a distanza di anni con un bel lavoro lungo , voluto e ripreso ogni volta che mi sentivo ricadere, con una sensibilissima consuellor ghestaltica, ora respiro, ho lasciato andare le mie vecchie nevrosi a cercare “nell’altro”, ogni tanto ci ricasco in maniera sottile, ma la consapevolezza, me ne fa accorgere …e ritorno in me. E’ un percorso duro, ogni tanto annientante, ma si può fare e ora che l’ho fatto guardandomi in dietro posso dire che è stata la mia fortuna, il più bel viaggio che io avessi mai potuto fare…dentro di me dentro i miei meccanismi, tutto ciò ha liberato tanta di quell’energia che non puoi ora immaginare, ma sappi che puoi farcela a guardarti dentro e non a guardare all’altro come se dovesse farlo lui per te. Vedrai da sola la tua bellezza e non ti aspetterai che sia lui a farlo. Spero di averti dato un impulso positivo. Il segreto secondo me e non voler chiudere gli occhi, ma guardare intensamente verso i propri meccanismi. Informarsi e leggere le esperienze degli altri per non sentirci gli unici “difettosi”. Ci sono tanti libri a poterti aiutare, tante esperienze nelle quali specchiarsi per non sentirsi soli. Un abbraccio Titania

  3. vi leggo da poco e naturalmente ci si “riconosce subito”…penso che possiamo e dobbiamo cercare di cambiare un meccanismo di dipendenza, possiamo dire basta, abbiamo capito da dove scaturisce tutto quello che ci è mancato e che ha rovinato dei percorsi, ma rovesciamo la visione, tutto è servito ad arrivare fin dove siamo per svegliarci e trovare delle risorse dentro di noi che possono regalarci una speranza di relazioni soddisfacenti, Il lavoro grosso è guardarci dentro cercare quelle cose che pretendevamo ci desse qualcuno da fuori…abbiamo tutto il materiale umano per evolverci e trasformarci…

  4. “amare e essere amata” tu dici Flavia!…. Ma da te stessa….. Questo blog lo ripete come un mantra….. Non c’è altra via….. nessuno può volerti al posto tuo….. e imparare non è mai tardi…. (amarsi)……

  5. Con l’analisi. Non che sia una passeggiata ma è tuttavia possibile. Se si ha per davvero voglia di guarire lo si fa. Oddio lei non spiega se è gia in cura ma se gia lo fosse dovrebbe semplicemente continuare a farlo. Io sono in cura da un paio d’anni e non dico che sia semplice ma non conosco altra strada. Purtroppo le coazioni a ripetere sono difficili da togliere e solamente con uno specialista che ci aiuti abbiamo più possibilità perchè la mole di dolore che esce fuori è impressionante. Sto meglio rispetto all’inizio ma le crisi ci sono, gli ultimi assestamenti, oddio…prego affinchè siano gli ultimi.
    baci

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