IO ADESSO TI MANGIO!

Per i lettori che si sentono colpiti profondamente dal testo di Annibale Ruccello.

Questa è una METAFORA di una condizione dell’anima morbosa: per chi segue il discorso della patologia affettiva, ben sa che il dipendente affettivo non vuole rinunciare mai all’altro, è disposto a tutto, metaforicamente a inglobarlo, nella illusione di arrivare a possederlo per poi rendersi conto tristemente dell’impossibilità di un rapporto fusionale recuperato.

Il dipendente affettivo insegue inconsciamente il rapporto simbiotico vissuto nell’utero materno, non avendone mai elaborato il distacco.

“Mi dispiace Tonino, mi dispiace proprio tanto, credimi mi dispiace, ma era l’unica cosa che potessi fare, veramente fare, veramente l’unica, l’unica! E non è che non abbia cercato un’altra soluzione, ma erano tutte, non so come dire, provvisorie.
Invece Tonino c’era bisogno di una soluzione proprio definitiva. Guarda io ci ho pensato tanto, tanto credimi, due giorni interi, 48 ore senza dormire, per cercare un… (taglia il prezzemolo scuotendo la testa mentre parla tra sé)… solo che io adesso Tonino non voglio che tu perda la stima che hai in me… non voglio che tu pensi che sia stato un gesto di rancore di odio di vendetta nei tuoi confronti… perché guarda Tonino ti sbaglieresti di grosso di grosso di grosso!
Credimi perché quello che ho fatto Tonino è solo un atto d’amore, perché poi guarda non è che ho detto che è stato, eh, ho detto è un atto d’amore, perché Tonino quello che ho fatto è solo l’inizio del mio atto d’amore.
Tu adesso non mi puoi capire più, non mi puoi sentire… ma poi non so neanche se avresti capito Tonino… Solo che io adesso ho il mio piano, io e te, il mio piano, tutto mio mio, tu non mi abbandonerai mai più mai più, non mi lascerai mai più… E lo sai perché Tonino? Perché io adesso ti mangio! Ti mangio tutto!
Per fortuna che la ghiacciaia in cantina funziona ancora bene! Ho comprato un sacco di spezie, le più aromatiche, le più profumate, le più strane… e poi Tonino ho anche un libro di ricette internazionali che… eh, tu ed io non abbiamo fatto mai un viaggio insieme e questa… potremmo cenare ogni sera in un modo diverso, eh Tonino? Potrebbe essere l’occasione giusta…
Tonino, ho fatto il conto, ho fatto il conto: mi ci vorranno 15, 20 giorno al massimo, io sono stata sempre di buon appetito e tu sei sempre stato così magrolino… Oh, Gesù, adesso mi rendo conto che non ho mai saputo quanto pesavi Tonino? Solo che… non… C’ho un problema adesso… Tonino, che ci faccio con le tue ossa? Non posso mica buttarle al cane! Sarebbe una mancanza di rispetto, ma incredibile! Ma poi no no, io non posso perderti, devo averti tutto, tutto altrimenti sarebbe tutto inutile…
Aspetta… aspetta… adesso mi è venuto in mente che ci possiamo fare con le tue ossa!.. Candele! Ci possiamo fare le candele per illuminare le nostre cenette… e poi con l’ultima sai che ci facciamo? Ci diamo fuoco alla casa. Eh no, scusa, no, a me non mi va di lasciarla a nessun altro, ma neanche dopo morta! Eh, dopo morta, certo… E
h lo sapevo Tonino che non potevi capire, lo sapevo che questo non lo potevi capire… Io non posso sopravviverti, se no ti perderei di nuovo! Eh, ho letto tanto, mi sono informata in questi giorni, ho letto che non so ogni quanti anni noi ricambiamo tutte le cellule del nostro corpo… eh, io non posso assolutamente permettermi il lusso di perderti di nuovo, se no, sarebbe tutto inutile! Eh, pensa che non farò neanche la cacca per non perderti neanche un poco… certo sarà difficile, sarà duro, pure doloroso!
Guarda, è un sacrificio che devo impormi, devo impormi! Solo che io adesso non c’ho il coraggio… non ce la faccio a cominciare… Sarebbe terribile aver fatto tutto questo e poi… Tonino… Tonino… da che parte posso cominciare? Dal cervello, eh? Anche perché quello credo che non è mai stato mio, se no non avresti potuto nascondermi tutti i tuoi progetti… Ah, cominciamo dal cuore? Dal cuore, dici?… Ma chissà dove abitano i sentimenti!…
Ma perché adesso mi sembra tutto inutile? Questa cosa qui, tutto… Tonino, tu non mi sembri più tu!… E allora io? Tonino… Tonino, amore mio… aiutami…”
Monologo tratto dall’opera teatrale – Anna Cappelli di Annibale Ruccello (1986, pp 106-108)

115 commenti su “IO ADESSO TI MANGIO!”

  1. a mio modesto parere la differenza è abbastanza semplice: la fantasia erotica è un qualcosa di costruttivo, che tende a migliorare il piacere ed il rapporto col partner grazie all'introduzione di "diversivi" che modificano la routine. La perversione è invece una forma di malattia mentale, che tende ad attuare e ripetere di solito un unico comportamento, rendendolo psicotico e sola fonte di piacere…cioè il soggetto non riesce a godere se non in quell’unico modo. Nella perversione non c'è alcun desiderio di dare piacere all'altro, nella fantasia erotica sì.

  2. ehm…posso sparecchiare?
    scherzo
    felice che questi due ospiti dalla penna sciabolante si siano sfidati attardati in una debacle fertile e interessante..padrona di casa super partes
    ça va sans dire…

  3. Possiamo trovare le nostre definizione, no!? di perversione?
    Comportamenti maniaci ossessivi. Ecco, ottima definizione. Sei maniaco ossessivamente ripetitivo? trai soddisfazione solo dal pompolone? passi 10h30′ al giorno al lavoro, anche tutto il sabato, non fai vacanza? sei messo male, sei maniaco ossessivo, “perverso”.
    Siamo molto d’accordo, normalità e moralità si tengono strettamente a braccetto, se non esiste una non esiste l’altra, se apologizzi una, professi anche l’altra.

    🙂

  4. AWomanAMan
    Sono abbastanza d’accordo, in particolare sulla conclusione. Ho solo un paio di obiezioni da sollevare. La parola rappresenta un’idea, un concetto, un’informazione convenzionale che tu definisci “definizioni canoniche” dal quale non si può prescindere. Elemento basilare della comunicazione è attribuire un significato riconoscibile ad ogni lemma, indipendentemente dall’interpretazione soggettiva. La ritualità [comportamenti stereotipati] non ha solo valenza cerimoniale e simbolica ma può sfociare – per esempio – in comportamenti maniaco-ossessivi. Ritengo – infine – che ci sia una relazione intima tra normalità e moralità, ma non entro nel merito poiché le nostre posizioni suppongo siano alquanto distanti e quindi non insisto. Grazie per il confronto dal quale ho potuto riconoscere i limiti e le prerogative del mio pensiero.

  5. Trinakria

    non siamo lontani.
    A differenza di te me ne infischio di definizioni canoniche di fantasia perversione e parafilia, le lascio a coloro che le considerano importanti, non entrano nel mio lessico, sono nulle.
    Sono radicale: il cercare di comporenderle, analizzarle, il solo utilizzarne le definizioni, postulare un concetto di normalità, sono giochi morali assurdi privi di ogni logica.
    Nel sesso NON esiste la normalità, stiamo a discutere per anni di una cosa che non esiste? No.
    Esistono diversi comportamenti con diverse distribuzioni, alcuni più comuni, altri meno. Ci si sposta nello spazio e/o nel tempo, tali distribuzioni cambiano, anche radicalmente.
    La ritualità è un attribuzione cerimoniale e simbolica, una ripetizione, a volte, secondo schemi simbolici, di qualcosa che si vuole celebrare. C’è anche nel sesso.
    La ripetizione ha un intervallo fisiologico ed eccessi patologici: puoi mangiare spaghetti al pomodoro, insalata verde con fettina, non granché come menù. Se diventa la composizione del 60% dei tuoi pasti sei messo male, stai riducendo drasticamente diversità e varietà della tua alimentazione del sesso, rito o procedura che non ti fa bene.
    Piglia il sesso canonico: se lo fai solo il sabato mattina, per 10′, sempre appena svegliato, sempre alla missionaria, sei “perverso” anche se perfettamente normale ed ortodosso.
    Il voyerismo, il masochismo, il fisting il pirling il pupping ed il manzing, se sono piatti di una sessualità ricca varia sono delle ottime vitamine, altro che essenze di pereverisioni e paramambolia quelle due cose là che a me non interessano e che non esistono.
    Scopare come ti ha spiegato don oreste al corso prematrimoniale, se l’è semper chela, e lascia frustrato te e il/la partner l’è ‘na perversione, robaccia che fa danni, anche se l’ha detto don oreste, capisci?

    Gettiamo a mare in toto la costruzione morale perniciosa basata sul concetto di ortodossia e normalità che fa solo danni e programma le persone.
    Ciò che fa male è ciò che riduce,, pota, ti rimpicciolisce, invece di espanderti e migliorarti o crea dipendenze. E’ molto semplice, come spiegato eccellentemente in questo luogo. Il resto è robba morale o accessori di questa..

  6. AWomanAMan

    Alla fine era come pensavo. Eri interessato ai giudizi morali [che io non ho dato] più che esaminare le differenziazioni fra PERVERSIONE e FANTASIE EROTICHE. E l’origine del nostro confronto – ti ricordo – è stato per avermi attribuito una dichiarazione di cui non ero autore. Addossare ad altri responsabilità che non hanno è un atteggiamento vituperoso e va al di là di un uso strategico della dialettica. Ciò detto, ritieni infondate le definizioni volute da psicologia/sessuologia perché moraliste. Non concordo. La riproduzione è un aspetto della sessualità, nessuno sostiene che sia il suo fondamento, tanto meno io. La perversione non esiste perché non esiste la normalità – affermi – e poi ti contraddici portando un esempio di comportamento che può essere classificato come tale. Secondo me esistono sia normalità che perversione, anche se il confine non è netto. La monogamia è una scelta, non è un’imposizione culturale, soprattutto nella cultura occidentale odierna. La fantasia [anche erotica] non è realizzabile in quanto tale e per definizione, pertanto non si pone il problema sui contenuti della stessa. E’ perverso anche solo un atto singolo – se ne ha le caratteristiche – e non la ripetitività del gesto [dipendenza] che semmai ne aumenta la gravità in termini di patologia, così come si è assassini se si uccide anche una sola volta.

    Nell’auspicio possa chiarire ulteriormente il mio pensiero, ricavo parte di un commento che avevo precedentemente ideato per un altro post di Ameya:
    “L’ individuo esprime il proprio erotismo in modo individuale – secondo le prassi più svariate, originali, volgari o raffinate, gli scenari sono infiniti. Dipenderà dal gusto di ognuno. E’ un modo di esprimere se stessi. In tale contesto appare davvero ipocrita tracciare qualsiasi giudizio, soprattutto moralistico. Quando il gioco erotico/sessuale si fonda sull’accordo di attori adulti consapevoli e consenzienti, la loro predilezione per pratiche non convenzionali non può e non deve certo essere oggetto di critiche bigotte. Lo scambio di atti sessuali non convenzionali richiede una sana relazione creativa, onesta e sincera, intensa ed aperta alla comunicazione, alla fiducia ed a molta comprensione reciproca e si basa sul consenso volontario del partner. Se manca uno di questi elementi è facile sconfinare nell’abuso.
    Ciò premesso mi preme – invece – comprendere se alla base di determinate scelte vi sia qualche patologia le cui radici siano da rintracciare nel vissuto personale, infanzia compresa. E’ controverso e difficile definire il concetto di perversione [parafilia] in sessuologia, ma non possiamo neppure ignorare che determinate pratiche [il voyeurismo, la mixoscopia, il froutterismo, sadismo, masochismo, l’impalamento, l’iniettomania, la pedofilia, la gerontofilia, il feticismo del piede, la dendrofilia, la zoofilia e molte altre] ne costituiscono il preludio o l’essenza.
    In ognuno di noi sembra essere presente un certo grado di perversione che può talvolta emergere o manifestarsi in modo innocuo e impercettibile. Bisogna altresì puntualizzare che non esiste un confine netto tra normalità e perversione. La sessualità di una persona sana è caratterizzata dalla possibilità di appagare totalmente il desiderio, quella di un semi-deviante di appagarlo tramite particolari rituali [come nel caso dei feticisti] e quella totalmente perversa dall’impossibilità di raggiungere il soddisfacimento sessuale. Questi soggetti – infatti – sentono una incontenibile esigenza di ripetere con maggiore frequenza lo stesso atto [perverso], che di volta in volta presenterà sempre un grado minore di soddisfacimento, sino a produrre fantasie che NON POSSONO ESSERE MAI SODDISFATTE! E qui nascono i guai…”

  7. ho visto uno speciale in tv su un uomo cinese o giapponese che uccideva e mangiava le sue fidanzate.. e il sunto ero più o meno lo stesso .. lui voleva davvero “possederle” per sempre, nel vero senso della parola.. beh direi da ricoverare!

  8. permetterselo è sano AMan…siamo tutto e il contrario di tutto..dentro ad ognuno c’è la possibilità di diventare qualsiasi cosa…ma non a tutti accade di agirla..in questo la meditazione dinamica dello zio ti insegna moltissimo..uccidi il tuo nemico picchiando un cuscino..metaforicamente..così indirizzate , accolte, legittimate nella simulazione avviene la “catarsi”…credi ci sarebbero ugualmente tutte queste guerre?

  9. Non mi ricordo di aver mai sognato di uccidere alcuno, prorio mai.
    Ho sognato sì di prendere a sberloni, o a calci di anfibi negli stinchi, di mettere sotto, di umiliare qualcuno. A volte l’ho anche fatto in realtà. Ma non lo considero negativo, è parte della mia aggressività maschile.
    Mah, nonzo, sono vergine rispetto a pulsioni omicide. Quindi ho quella posizione sulle pulsioni: aggessive sì, violente o assassine, mah, forse c’è qualcosa che non va veramente, sotto.

  10. Intervengo con un solo concetto
    se sogni di uccidere, AMan, no significa che hai necesariamente problemi..ma hai una pulsione aggressiva.
    Esite un meccaniscmo di difesa contro le proprie pulsioni che si chiama Sublimazione.
    Se resta in ambito di fantasia e sublimo la mia pulsione aggressiva, deviandola a fini di bene, vedi come definirebbe un chirurgo Freud, non si può parlare di deviazione, a me termine più familiare,ma di spostamento adattivo di una pulsione primaria, così compensata.
    Nell’ambito morale non entro, non voglio, non mi compete.
    Cin cin 🙂

  11. Trinakria, a me la polemica non interessa se non come stimolo o metodo dialettico o come provocazione, aumentare l’emotività per far uscire non ciò che si vuole appaia ma ciò che si è.

    Allora, diciamo che io ho intuito da parte tua un qui lo dico e qui lo nego, lo scrivo lo cito ma non sarebbe il mio pensiero.
    Va bene, non c’è alcun problema, è il tuo pensiero, lo osservo, cerco di capire.

    Ovviamente avrai intuito che io considero del tutto infondate le definizioni su perversioni e parafilia. La maggior parte della scuola psicologica e sessuologica (occidentale) è morale, sviluppatasi in una società morale, non può non rifletterne assiomi, tabù, usi e consuetudini.

    Infatti, se si va un poco più lontano, nella geografia dell’intelletto e del pensiero di vita, la filosofia dell’eros tantrica postula che la sessualità NON sia affatto per la sola riproduzione e molti studi di archeologi, etnologi, sociologi, antropologi ed etologi confermano ciò che il corpo dice da solo, senza moralismi.
    Il puntoG, il clitoride, il punto L , le mille zone erogene, la pelle senza pelo, la forma disposizione di seni glutei vagina e pene-fallo, l’assenza di estro, che NON hanno alcun riscontro nelle altre specie di mammiferi (nei quali il sesso è eslusivamente riproduttivo) sono raffinati dispositivi per il piacere e l’unione della coppia, nient’affatto per la riproduzione.
    Il punto G non ha alcun, alcunissimo scopo riproduttivo, zero di zero, non c’entra nulla per la riproduzione biologica. E così per molti altri congegni del corpo erotico.
    La riproduzione è un effetto della sessualità, non il suo fondamento.

    Duque ogni teoria che afferma che la riproduzione è lo scopo primo della sessualità è una teoria che parte da assiomi sbagliati e arriva a conclusioni più sbagliate.

    Non esiste la normalità, quindi non esiste la perversione (in questi anni di immigrazione siamo continuamente a contatto con culture come quella islamica che postulano la poligamia considerata da sempre perversa ed immorale dai cristiani), la monogamia (in realtà la non poliandria) è un’imposizione culturale di società patrimoniali e patriarcali, dissociare pensiero (fantasia) e sua realizzazione (azione) è nocivo e non terapeutico, etc.

    Per tornare a tema, non è la fantasia o la realizzazione ad essere positive o negative, ma i contenuti di queste e i loro effetti osservabili.
    Se fantastici di uccidere, hai una pulsione violenta, emotiva, che indica un conflitto. Ogni emozione veicola segnali importanti su un disagio tensione che richiede lavoro. La fantasia e i contenuti negativi indicano un disagio: la soluzione non è di realizzare la fantasia, di projettare all’esterno quell’energia contro qualcuno, energia sprecata e nociva, sottratta alla soluzione e cura del pathos interno. Se realizzi non hai risolto un TUO disagio. La realizzazione di questa fantasia fa parte dello spazio problema, non dello spazio della soluzione.

    Una fantasia fetiscistica, coprofila, orgiastica, sadomasochista, bondage, zoofila, etc etc e la loro realizzazione sono positive o negative?
    Mah, dipende.
    Se una persona/coppia è curiosa e vuole sperimentare la coprifilia col partner, non c’è nessun male, è libero arbitrio, una volta fatta, probabilmente ripasseranno ad altro, ritorneranno quando tornerà la voglia. Viceversa, se scattano delle dipendenze e farsi cacare sulla pancia o in bocca diventa l’unico metodo o prevalente metodo di vivere il sesso, ecco la perversione.
    (considera per molti orientali il bere latte vaccino è disgustoso come farsi mangiare cacca…)
    La perversione non è la coprofilia, il fatto che sia realizzazione e non fantasia etc. ma che è dipendenza.
    Se farlo in 5′ alla missionaria diventa compulsivo, ripetitivo e unico modo, anche ciò che è canonico e raccomandato dalla chiesa diventa perversione.

  12. AWomanAMan

    Premesso che non ho mai sostenuto che la realizzazione di una fantasia erotica sia negativa e che non sono IO a considerare accettabile/terapeutico l’una e negativa l’altra, esattamente come non sono io ad aver costruito il Colosseo, il problema è che una cosa [FANTASIA EROTICA] non si dovrebbe mai convertire nell’altra [PERVERSIONE], altrimenti perderebbe la sua peculiarità essenziale, ovvero non sarebbe più una FANTASIA.

    Siccome insisti, perché ti è difficile capire che si tratta di due aspetti distinti/separati/disgiunti/slegati, la risposta alla tua pletorica domanda è che se dovessimo tramutare la fantasia in un atto pratico, la sua ipotetica realizzazione sarà – al limite negativa [i giudizi mi danno noia] – in funzione del tipo di fantasia erotica che avrà partorito la fervida immaginazione di ognuno. Farò un esempio concreto, anche se mi sembra già semplice da capire. Se la mia fantasia erotica consiste nella costrizione mediante violenza o minaccia a compiere o subire atti sessuali di una avvenente fanciulla, la realizzazione di detta fantasia costituisce – oltre un grave crimine per il nostro ordinamento giuridico [violenza sessuale] – anche ed indubbiamente una perversione, ovvero una devianza, nella fattispecie un atto/comportamento che viola le norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di sanzione.
    Ma – come ogni cosa – tutto è relativo, pertanto se a te potrà sembrare “legittimo” [faccio per dire] praticare omosessualità, incesto zoofilia, pedofilia, necrofilia, cannibalismo, eruttazione e flatulenza [:-)], infrangere detti tabù per determinate comunità/società appare ripugnante, deplorevole e degno di biasimo. La mia opinione – a tal riguardo – è relativa e non conta, esattamente come la tua. Per esempio nella Roma antica eseguire la fellatio e il cunnilingus era considerata una pratica passiva e perciò deplorevole per un maschio, e il sesso orale tra membri di classi sociali basse era considerato atteggiamento ancor più vizioso e quindi spesso visto come tabù.

    La tua domanda non era astratta e ti ho risposto, evitando – pertanto –il simpatico, quanto banale, test dei colori. L’etimologia greca delle parole mi è certamente più utile delle tue battute spiritose o freddure cariche di acredine sterile.

  13. seguo con interesse non mi sono eclissata eh…
    mi sembra di aver invitato a cena due “gladiatori” o due scacchisti..
    non so giocare a scacchi vi guardo…
    e vi porto da bere 🙂

  14. Se la domanda è astratta, la riformulo con un esempio pratico.

    Caso Blu
    Io fantastico di andare con A-Woman un posto, spogliarci, e farmi fare un pompolone da lei davanti a due uomini che l’accarezzano

    Caso Arancione
    Chiedo a A-Woman di mettersi sexy, andiamo nel “noto” posto dei Bastioni di San Marco, ci sono singoli, lei mi fa un pompinone coi fiocchi e coi fiotti, i singoli (tre, non due come nel caso Arancione) la toccano

    Ancora alcune domande chiuse
    Blu è fantasia o perversione?
    Arancione è fantasia o perversione?

    Se non riesci a rispondere, proviamo colle domande “checksum“.

    secondo te quale dei due casi ha connotazione positiva?
    Blu? Arancione? nessuno? Entrambi?

    Quale ha connotazione negativa?
    Blu? Arancione? nessuno? Entrambi?

    Quale ha connotazione neutra?
    Blu? Arancione? nessuno? Entrambi?

    Sono tutte domande chiuse, poi in seguito mi dai l’etimologia greca di pompolene, di tre e di arancione e se tu preferiresti come colori il rosso e l’indaco, per ora non è rilevante >;)

  15. Trinakria, hai scritto molte parole, io non ho ancora capito la distinzione secondo la tua opinione tra le due cose.

    Rifaccio la domanda
    (*)
    tu consideri accettabile e pure terapeutico una cosa che sta a livello mentale, a metà tra sogno e desiderio e patologica / negativa la sua realizzazione? E’ questa la tua conclusione/affermazione/posizione?

    E’ sufficiente rispondere sì o no, per questo punto, la domanda è chiusa.
    Poi possiamo proseguire con l’analisi, se ritieni che meriti.