
Mi chiamo Marco e ho appena finito di leggere il suo libro per la seconda volta. È stato illuminante. Mi sta salvando la vita.
Vivo attualmente una dipendenza affettiva con una ragazza già fidanzata che dice di amarmi ma che non ha il “coraggio” di mollare tutto e lasciare. Mi promette amore e che non vuole vivere la sua vita senza di me ma di fatto non stiamo assolutamente insieme. Sto male. Sto male perché non riesco a staccarmi da questa relazione tossica.
Sto male perché so che è sbagliata ma io resto, nel dolore. Poi è arrivato il suo libro. E ho capito. Sto male perché io mi sono non innamorato ma “ammalato” dell’idea di questo amore.
E ho capito anche la causa.
Quando avevo tre anni mio fratello appena nato andò in Francia per un delicatissimo intervento al cuore. In quel periodo mia madre e mio padre stettero con lui per diverso tempo ed io restavo a casa di mia nonna. Io mi ricordo che qualcuno stava male e che mi mancava “qualcosa”, piangevo perché mi mancava la mia mamma.
Dopo qualche anno, si è ammalato un mio cugino caro più piccolo di me di un anno. Tumore alla testa. Anche lui andò all’estero per operarsi e tutta la mia famiglia stette vicino a lui. Mi ricordo che “non dovevo dare fastidio”, che i miei bisogni erano meno urgenti degli altri.
E allora ho capito, anche ricordando le mie relazioni soprattutto quelle amorose, che io ho imparato l’amore in un solo modo. Rivivendo “fisicamente” quei ricordi e quelle emozioni io ho imparato che “CHI STAVA MALE VENIVA AMATO”, e quindi se fossi stato male anche io, anche io sarei stato amato. Ho imparato a sopportare il dolore, perché sopportando il dolore potevo essere amato per QUEL dolore. Mi dicevo inconsciamente “guardami, sto male e sto soffrendo per te! che fai adesso non mi ami? non ami qualcuno che sta male?”.
Ecco la mia ferita. La mia prima ragazza è stata la mia prima dipendenza affettiva. Stavo male per lei, ma sapevo che stando male sarei stato amato…un giorno, forse.
Dipendevo da lei perché dipendevo dal “dolore” che mi avrebbe portato un giorno l’Amore. Perché se uno sta male, e soprattutto per amore, poi verrà “sicuramente” amato.
Non avevo capito nulla di cosa fosse l’amore. Perché mi sono sentito “abbandonato” senza saperlo, e non nutrito. E ho dovuto fare da me. Fare l’eroe e guadagnarmi l’amore a costo del dolore. Perché il dolore era la mia arma di seduzione. “Chi non ama chi sta male? no?…” E sono restato fino a toccare il fondo, e sto restando anche in questa attuale relazione, consapevole di stare male ma di non riuscire a liberarmi. Perché sto male, sto male per lei e lei un giorno mi amerà perché sto resistendo. E cerco di vincere la mia sfida: farmi amare nonostante il dolore e una missione impossibile. Perché se vincerò sarà vero amore. E fa niente stare male, subire umiliazioni, attendere qualcuno che non c’è, che non esiste. Io sono l’eroe romantico che vincerà la sua battaglia e si farà amare.
Sono entrato in terapia grazie a Lei.
Ho fatto la mia prima seduta e sto cercando di guarire dalla mia dipendenza affettiva. Perché non voglio più stare male, sono stanco, sono devastato.
Il mio non è un amore incondizionato, ma condizionato, dal dolore. Se c’è dolore ci potrà essere amore; perché chi stava male (vedi mio fratello e mio cugino) veniva amato. E ora è il mio turno. Il tempo della mia ricompensa e del mio risarcimento.
Dopo 36 anni, ho capito tutto. Ho capito perché sto sempre così male e perché accetto di stare così male, pensando di fare una cosa buona, eroica.
Ora basta.
Sto cercando di guarire la mia ferita senza giudicarla. Anzi, adesso cerco di incontrare il Marco bambino e consolarlo, non voglio che soffra più. Non deve più cercare ancora quell’amore della mamma oggi. Ora è diventato adulto. Per essere amati non bisogna stare male. Voglio che lo capisca e si liberi da questo enorme peso straziante.
Voglio essere felice e vivere un amore sano soprattutto prima con me stesso, e poi con tutto il resto. Sono davvero stanco di sentirmi così, di sentire solo sforzo, l’accanimento, sono stanco di elemosinare, di mendicare, e soprattutto di CHIEDERE una relazione che non esiste nella realtà. Perché sentirsi amati non è cosa che si chiede. Ora lo so. Io lo chiedevo perché mi mancava, e nelle mie relazioni tossiche mi ostinavo a cercarlo pur di vincere la mia sfida, e come un gladiatore “dovevo” soffrire.
Sarei stato ricompensato, risarcito, amato… un giorno.
Un giorno che in 36 anni non è mai arrivato.
Mai.
Ovviamente.
Perché cercavo l’amore nel modo e nel posto sbagliato. Sempre. Ora voglio guarire. Ora “vedo” ma sto ancora male, ho però più fiducia in me stesso e cerco di non essere più schiavo delle mie “credenze” e delle mie paure.
Grazie dottoressa! perché ora, per la prima volta, sto cambiando la mia vita. Ho paura, lo ammetto, ma ora, dopo aver fatto per tanti anni l’eroe per gli altri, è arrivato il momento di fare l’eroe di me stesso.
Marco.