Per me la famiglia è prima di tutto un posto. Per alcuni è un rifugio accogliente, una base solida e certa. Per altri uno spazio negato, desiderato, perduto. O mai avuto. Perciò, potremmo dire che la famiglia è un luogo, ma per qualcuno è un non luogo.
Che ci piaccia o no, è nella famiglia che accade tutto. Anche nella sua assenza. Questo testo riguarda dunque ognuno di noi: profughi, orfani affettivi o fieri discendenti.
Ciò che faremo è guardare: con un cannocchiale, per ritrovare la famiglia che ci ha preceduto e individuare quello che ci portiamo dentro e molto spesso ci spinge verso legami malsani; con un microscopio, per concentrarci sulle nostre relazioni, sulla famiglia che abbiamo o non abbiamo ancora costituito.
E chi, infatti, una famiglia nuova di zecca non ce l’ha?
Spesso nella mia professione di psicologa mi sento dire dai pazienti: «Dottoressa, io non ho una famiglia». È anche per loro che ho pensato questo libro, perché famiglia si è prima di tutto con se stessi. Siamo la somma delle storie che sono venute prima di noi; la famiglia nucleare è di fatto un condominio di persone ed eventi precedenti.
(estratto dall’introduzione)

Di Troppa (o poca) Famiglia è uscito ad aprile 2023, edito da Sperling & Kupfer
Alla mia famiglia: a Stefano che ha saputo starmi immensamente vicino anche se ero a 8.000 chilometri di distanza.
A Irene e Aurora, con tutto il mio amore.
Al mio albero, alle mie radici, Francesco e Merina: senza di loro non sarei come sono e non saprei la vita come l’ho imparata,
prima di tutto da lì.(dai ringraziamenti finali)
Alla mia famiglia: a Stefano che ha saputo starmi immensamente vicino anche se ero a 8.000 chilometri di distanza.
A Irene e Aurora, con tutto il mio amore.
Al mio albero, alle mie radici, Francesco e Merina: senza di loro non sarei come sono e non saprei la vita come l’ho imparata,
prima di tutto da lì.(dai ringraziamenti finali)
ma anche in libreria,
nelle tante presentazioni dal vivo con firmacopie che sto organizzando in tutta Italia
...e prossimamente in formato Audiolibro su Storytel
Ho scritto questo libro perché tutte queste pagine stavano sotto. Sommerse da quelle sulle relazioni. Perché quello che portiamo nelle nostre relazioni adulte viene dalla famiglia, poca, troppa, storta o fiorita. Ognuno di noi ne ha una da cui partire, con cui fare i conti dentro di sé.
Altrimenti i conti li porti al partner, senza manco saperlo. E sono lacrime, fulmini e saette. O se va bene, il remake di un film precedente.
Ne ho scritto perché quando faccio i colloqui con i miei pazienti, saltano fuori nei loro racconti un mucchio di persone: la loro famiglia.
L’ho scritto per me, gran parte del tempo in India. Da sola, con i miei fantasmi, le intuizioni, le riflessioni.
(…)
Insomma dietro a un libro che racconta storie, c’è una storia. Pianti, felicità, flow, disperazione. C’è la vita macinata, e c’è l’autore. In questo libro pieno zeppo di persone che si raccontano, ci sono anche io. Ci ho messo il cuore, quello che so, quello che sono. Come sempre. E poi ci siete voi, amata community. Lo so che lo sapete, che lo sentite.