PRONTO SOCCORSO AFFETTIVO

cuore emergency

A TUTTI COLORO CHE MI SCRIVONO O MI

CHIAMANO IN PREDA

 ALL’ANSIA E ALL’ANGOSCIA PER

 TROVARSI NELLO SPAZIO VUOTO,

 PERSI  E DIPERATI A CAUSA DI UN

 RECENTE ABBANDONO.

NON HO RISPOSTE CHE NON SIANO GIA’ STATE  SCRITTE QUI…

NE’ HO FACILI  SOLUZIONI PRECONFEZIONATE…

SPESSO QUANDO MI CHIAMATE SONO AL am luglio 09SUPERMERCATO A FARE LA

SPESA… O MI

SI E’ ALLAGATA LA

CUCINA, MAGARI

POSSO ESSERE SOTTO

 LA DOCCIA!

 SONO UNA PERSONA

CHE FA UNA VITA

COMUNE E SEMPLICE…

 SORRIDO OGNI VOLTA

 CHE IRROMPETE  CON 

 URGENZA,

DICHIARANDOMI SOLENNI:  

SONO UNA DIPENDENTE AFFETTIVA.

E’ COSA BUONA RICONOSCERE LA PROPRIA DIPENDENZA. IL PASSO

SUCCESSIVO E’ AVERE IL CORAGGIO DI STARE NELLO SPAZIO VUOTO.

QUESTO BLOG NON E’ UN PRONTO SOCCORSO AFFETTIVO, NE’ UN

 TELEFONO ROSA… QUI SI SCRIVE DI DIPENDENZA E SI RACCOLGONO

 STORIE, CI SI SCAMBIA PARERI E VITA VISSUTA. MA NON SI OFFRONO

 SOLUZIONI  SOLUBILI E ISTANTANEE, NE’ SI RISOLVONO VITE A

DISTANZA… SE SENTITE CHE VI E’ UTILE SCRIVERE LA VOSTRA STORIA

 IO LA LEGGERO’ CON PIACERE! MANDATEMELA! MA NON

ASPETTATEVI CONSIGLI, O RICETTE. NON NE HO…

VI SORRIDO CON AFFETTO, E VI MANDO TANTO SUPPORTO,

RICORDANDOVI CHE SI POSSONO INCONTRARE COMPAGNI DI VIAGGIO

MA LA STRADA VA PERCORSA SULLE PROPRIE GAMBE,

VI ABBRACCIO

 VI AUGURO BUONE VACANZE E UNA BUONA ESTATE!

Ameya

 

37 commenti su “PRONTO SOCCORSO AFFETTIVO”

  1. per te, ameya:

    Il vento non capisce niente

    Che il vento non abbia mai
    capito niente
    delle cose della vita è risaputo
    ma che la tua allegria passasse
    proprio qui da casa mia
    era un’improbabile evenienza

    eppure ci siamo ritrovati
    come due imbecilli
    ma un bacio è sempre
    come polvere da sparo
    si sparpaglia sulla tua pelle sudata
    mentre l’alba inizia alle tre
    profanando le tue fenditure
    sempre con quel sorriso innocente,

    ti ho detto di dimenticare
    ma non vuoi capire
    il vento non lascia impronte
    e così tu sei andata via.

    Arizigogolando sul piacere
    degli algoritmi degli umori
    così intersecati ai nostri odori
    ti piaccia o non ti piaccia
    fai sempre un viaggio oltre confine
    per desiderare di farti scopare
    così come ti vien voglia di mangiare.

    Potrei disubbidire alla mia incongruenza
    di non concedere nulla al vento
    eppure mi adeguo e ti sogno inutilmente
    dilagando oltre gli argini ogni notte,
    ogni sempre, in ogni dove.

    Sappilo, il vento non ha mai capito niente
    dei tuoi capelli spettinati.

    ***

    http://poesienando.splinder.com/

  2. Personalmente invece , io qualcosa direi sulla dipendenza affettiva . Certo non esistono le ricette magiche ….. ma cercare di coltivare al meglio la propria autostima e fare uso di un sano distacco emotivo non sarebbe male !! Esistono varie tecniche comportamentali ……. Un abbraccio . Maurizio .

  3. Credo di avere scritto spesso cose simili, perché sono una persona che dice sempre che é pronta ad ascoltare, e poi si accorge di avere la propria vita, i propri impegni e lì do il mio limite. Certi si offendono, ma ancora non capiscono che se si ha un problema non è di certo in Internet che lo si risolve.
    Io spesso, anche se cerco di capire chi sta male, ho indirizzato certe persone a intraprendere qualcosa, di volersi finalmente bene. Un consiglio non va mai male, poi sta agli altri seguirlo o no.
    Io non sono psicologa, ho studiato da sola leggendo molto, e grande amica mi è stata l’esperienza, e persone amiche che hanno avuto problemi. Non so se sia un bene o un male, ma io so che non sono la soluzione per nessuno, perché secondo me il primo passo che uno deve fare, ed é il passo più grande e importante, è ammettere di avere un problema e cercare aiuti, ma di quelli veri, non aggrappandosi ad amici o altro. Un amico, un familiare può solo collaborare…

    Bel post, hai fatto bene a precisare, perché automaticamente molte persone dimenticano che si ha una vita propria ;).
    Un bacione…spero che hai passato bene le vacanze o l’estate.
    Ciao.
    Nadia

  4. Si, è importante imparare a convivere con il vuoto; a lasciare del vuoto dentro di noi, per poterci ricostruire “spostando i pezzi” che ci compongono. Siamo troppo permeati dell’idea che la nostra mente debba essere “piena”.
    Buona domenica !

  5. CARISSIMA SIGNORA AMEYA, VEDO CHE DOPO CHE ABBIAMO LAVATI I PIATTI SPORCHI LE COSE SI SONO MESSE MEGLIO IN CUCINA. SPERO CHE TUTTI I PIATTI SONO PULITI BENE, ALMENO CI POSSIAMO PRENDERE QUEL BREAK PER UN BUON CAFFE` ALLA NAPOLETANA. CIAO E ABBRACCI E CONTINUATE A SORRIDERE VOI TUTTI IN ITALIA E BUON FERRAGOSTO.DAL NEW JERSEY CON SIMPATIA. 🙂 🙂

  6. SIGNORA AMEYA IO SONO IN AMERICA E MI PIACEREBBE TANTO DIRTI TANTE COSE, MA SONO OCCUPATO COME SEI TU , PERCIO` TI MANDO TANTI AUGURI A TE E LA FAMIGLIA, SE TI SERVE UNA MANO VENGO A LAVARTI I PIATTI, PERCHE` POSSO STARE UN PO` IN PIEDI. POI CI SEDIAMO E PRENDIAMO UN CAFFE` BUONO, E NON ALL`AMERICANA. CIAO A VOI TUTTI E BUONE VACANZE. 🙂 🙂

  7. @Titti il Karma riguarda un campo che non conosco molto ma in rete trovi moltissime notizie…io non lo so se esistono vite passate…è affascinante ma…davvero non lo so..

  8. anche io vorrei lasciare una cosa
    spero di non risultare pesante

    un bacio a tutti i dipendenti e anche agli ex e ai non, insomma a tutti

    accettarsi è una cosa. essere troppo fiacchi con sé stessi è un’altra.

    accade a volte, a me personalmente soprattutto con i miei genitori, di amare un sogno. la mamma e il papà sono perfetti, nessun difetto, non ci tradiranno mai, sono forti e invincibili. non posso permettermi di discutere o di dire la mia sul discorsi psicoanalitici che non conosco né mi hanno mai riguardata, ma posso dire che accade che anche i genitori sbaglino, questo si.
    qualche volta, in buona fede, o a causa di problemi che loro stessi si portano del cuore, i genitori commettono errori madormali, e la nostra sofferenza di figli è anche un conflitto di interessi:

    da un lato li amiamo come si ama l’orsacchiotto o la barbie. dall’altro ci rendiamo conto che ci stanno ferendo. come fare?

    crescendo a me è successo di accorgermi di una cosa fondamentale: aprire gli occhi sui difetti di chi amiamo, se amiamo davvero, non intacca minimamente il nostro amore. io amo mia madre anche se forse su di me ha lavorato troppo poco, e sulla mia autostima. penso che lei stessa abbia problemi di autostima, quello che ha fatto per me è già molto. capire questo significa capire come funziona l’amore, che non è assolutamente meritocratico. non si viene amati perché si è bravi o belli, no, per quello si viene soltanto ammirati, talvolta invidiati, o peggio addirittura odiati.
    si viene amati perché si è come si è, anche per i nostri difetti.

    ecco cosa intendo con l’accettarsi, e con l’amare noi stessi: non significa precluderci ogni possibilità di migliorare, o prendersi per buoni punto e basta, al contrario, significa desiderare la felicità e il nostro stesso bene e considerare i nostri difetti come qualcosa su cui lavorare sorridendo.
    amare sé stessi non per i nostri stessi meriti. posso essere laureata, posso avere successo nella vita, nell’amore, nel lavoro, questo farà di me una persona fiera di me stessa, ma non mi farà amare me stessa.

    è molto diverso.
    si ama anche un cagnolino malato e abbandonato, che meriti ha? nessuno, lo si ama e basta. si ama un amico anche, anzi, soprattutto mentre sbaglia. e ci si dispiace per lui, perché sbaglia e sappiamo che soffrirà. lo si accompagna in mezzo all’errore, si cerca una soluzione, gli si propongono alternative.
    se non lo amassimo, che senso avrebbe fare tutta questa fatica?
    e come con gli amici, con mamme e papà, coi cagnolini, così con noi stessi.

    si tratta semplicemente di prenderci cura di noi stessi con amore.
    ecco, tutto qui.

  9. faccio un copia incolla dal mio blog, spero di fare una cosa utile, sul blog ho messo anche una versione da you tube da ascoltare.. NON è una soluzione, ma una speranza per molte donne…
    Donne in rinascita

    Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre….”io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”…e il cielo si abbassa di un altro palmo.
    Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.
    Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
    E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance.
    E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze.
    Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore….”perché faccio così?”…”com’è che ripeto sempre lo stesso schema?”…”sono forse pazza?”…Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.
    Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
    Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…
    Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli. Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…”attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”.
    Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa.
    E’ la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.
    Jack Folla

  10. Il tuo compito è la tua missione. Desistere sarebbe inopportuno in quanto tu sei capace di dare un aiuto e fare un’analisi a chi si rivolge a te.
    Ora goditi le vacanze e anche sotto l’ombrellone stai certa che ci sarà sempre qualcuno che ti domanderà qualcosa.
    Baci.

  11. Ameya, è bene che tu mantenga, per il tuo ben-vivere, un certo distacco.
    Se quelle persone sono veramente nel merdone, e hanno necessità, prendono su e vengono da te, chiedono una consulenza professionale.
    L’eccellenza non deve essere esosa ma neppure gratuita, perché molte persone, specie in situazioni instabili, non hanno percezione del limite, pretendono come tutto_dovuto.
    Il fatto di impegnarsi, sia fisicamente, spostandosi e volendo raggiungere ciè che può essere terapeutico e benefico, sia finanziariamente (significa attribuire importanza a ciò che + importante, tagliando altri consumi e sprechi compulsivi) tiene alla lontana il 90% dei poco motivati che farebbero perdere tempo a loro stessi e, peggio, a te.

    Un saluto, super Ameyaccia 🙂

  12. @Glò scrivere la propria storia è sanissimo, serve a mettere in fila, a riordinare e come dici tu nel rileggersi arrivano comprensioni…qui si parla dell’attitudine comune a tutti i dipendenti affettivi..irrompono con urgenza, non sanno rispettare i confini, esite solo il lro vuoto, conosco questo panico, è una visione catastrofica della vita..l’ho avuta e la ricnosco negli altri
    ti sorrido in musica 🙂

  13. Il primo passo per “soccorrersi” nella dipendenza affettiva è nel dichiarsi nei bisogni che si espongono, si scrivono, esorcizzando in tal modo il proprio essere assillatamente affamati di conferme.

    Forse…. ma poi chissà…
    (ogni essere umano è un universo a parte, ma ri-leggendosi, forse, riesce ad osservarsi dall’esterno, come se la propria storia la vivesse a mò di protagonista “romanzato”)

    Un bacio Ameya cara.
    Buona estate anche a toi….

    Glò

  14. @Leuco non mi riferivo a chi mi scrive qui…ma a volte il mio telefono squilla e senza nemmeno tanti preamboli le persone iniziano a narrarsi senza nemmeno chiedere se sono disponibile 🙂
    questo è tipico, tipicissimo della personilità dipendente, che vuole corsia di emergenza e priorità assoluta. A me il compito di stabilire i confini e non lasciarmi invadere 🙂
    un abbraccio

  15. più che un prontosoccorso il tuo blog è un centro di fisioterapia cardiaca!
    non funziona sul breve periodo, e la fatica la devi fare tu coi tuoi muscoli.
    mi dispiace se a volte ti sei sentita assillata, l’avevo anche capito, per questo come dici tu giustamente mi sono bevuta le tue parole e gustate in silenzio in mezzo alle mie riflessioni e al mio vuoto, senza cercare un contatto ossessivamente con te (spero!). e come ti ho già scritto in pvt, grazie per tutto quello che fai.
    ciao ciao

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