foto Ire Ferri
Nella relazione con l’altro si attraversano valli e picchi. Un momento sentiamo che l’altro c’è, è presente. Un attimo dopo può succedere di non sentirsi più in connessione. Ci si aspetta che l’altro ci sarà come e quando vogliamo, diamo per certo che se fino a un secondo fa c’era ci sarà anche ‘dopo’.
In realtà sentirsi connessi all’altro non ha nulla a che fare con la presenza fisica. E nemmeno con il forzare la presenza. Non è nel chiedere, protestare, pretendere, affermare bisogni, che l’altro ci farà dono di sé. L’incontro con l’altro avviene in uno spazio e in un tempo. Si crea un ritmo, una melodia. A volte c’è un accordo armonico, altre si formano stonature, sincopi, e controtempi. Subito, quando questo accade, arriva un giudizio, un rifiuto e un desiderio che ciò che sta accadendo non dovrebbe essere così. Si inizia a desiderare qualcosa di più o qualcosa di meno, in ogni caso ciò che c’è non va bene.
E qui nasce l’infelicità. Ogni volta che si desidera qualcosa che non c’è, ci sarà sicuramente sofferenza. Se osserviamo il mondo fenomenico, siamo circondati da opposti. Al giorno segue la notte, ad ogni picco segue una valle, al pieno subentra il vuoto. E spesso si vorrebbe scegliere solo una della due polarità. Se c’è l’incontro con l’altro, vorremmo non staccarci mai. Ma le leggi della natura sono chiare. Non può esistere sempre la luce senza il buio. Ogni cosa esiste in virtù del suo contrario. Nel rifiuto di questa semplice legge sta l’inganno. Una volta accaduto l’incontro con l’altro si ritorna allo star da soli, con se stessi. Se l’altro c’è, è una gioia incontrarlo. Se l’altro non c’è, è una gioia attraversare lo spazio dello stare bene con se stessi. Se la valle viene vissuta come spazio per il possibile, allora l’attesa diventa gioia, interesse, creatività. Possiamo usare il tempo e lo spazio in cui non siamo connessi con l’altro per creare nuove possibilità di espressione di noi stessi. Sentire quanta presenza c’è in questa possibilità infinita che è l’attimo in cui non siamo connessi con nessuno, qui ogni connessione allora diventa possbile. E questo non-ancora può essere vissuto come eccitazione creativa: invece che un vuoto in cui manca qualcosa, un pieno di infinite possibilità di espressione di se stessi.
E’ nella negazione della polarità opposta che si incontra il dolore del vuoto. Se invece si impara ad accettare che l’incontro con l’altro è semplicemente un dono, che ora può esserci e subito dopo no, allora la vita diventa celebrazione e gioia. E’ nel non accettare questo passaggio che nasce la frustrazione. Siamo cresciuti pensando che per essere felici dobbiamo avere sempre una presenza vicino. Mentre non ci viene insegnato che essere presenti a noi stessi con la consapevolezza è l’unica presenza imprescindibile. Se incontro l’altro da questo spazio, allora non mi sentirò vuoto dopo che se ne andrà. La sua presenza verrà vissuta non per riempire un vuoto, un bisogno. Questo può avvenire solo se entrambi sono esseri consapevoli. Tale consapevolezza arriva con la meditazione. Se l’ incontro di due esseri che sanno tornare a se stessi accade, allora l’amore diverrà estasi.
Ameya G. Canovi
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=fQJa8_IVTRE&hl=it&fs=1&]
Video suggerito da AWomanAMan
molto bella e carica di significati nascosti
per me dopo l’estasi arriva il sadomasochismo.^^
Mi rallegro che ti sia piaciuta, Ameya.
Amo quelle atmosfere, anche quando sono ipnotiche e ripetitive (fino a che non ti … arrendi!)
Come in Isolation, sempre dei Vibrasphere, in cui c’è una componenti di suoni “industriali” molto interessante.
🙂
la aggiungo qui e su facebook, grazie è molto bella!
Le ho lette, queste parole, preziose.
C’era buona musica (Mountain Lake dei Vibrasphere)
che mi accompagnava.
Grazie, Ameya.
Grazie.
@grazie Kitty
Leggerti è come fare un lungo e gratificante respiro a pieni polmoni. E’ …bello…
@@@@@@@grazie un abbraccio!!
…ciao ameya, leggo con interesse quello che scrivi..ogni cosa è un dono, e l’incontro con questo dono è creatività..tutto vero..un bacio
Ciao tesoro*
@grazie! 🙂
Ho scritto un Post nel mio blog dal titolo: “Per trovare la tua metà devi ritrovare te stesso”. Hai espresso molto bene ciò che anche io intendevo esprimere, completandolo. Se una persona cerca ciò che le manca nell’altro allora sarà come una sanguisuga, un vaso rotto. Porterà via energia all’altro e non sarà mai abbastanza. La vera vita si è dentro se stessi e tutto il resto è dono. In un mondo composto così si può vivere la libertà e si potrà volare. Questo è il mio pensiero e la mia esperienza….
Grazie per il tuo bellissimo blog..
Bacio..maria
la casa e` aperta, qui non chiudiamo a chiave, perche` siamo in montagna, percio` diamo sempre il benvenuto. magari dopo i piatti ci prendiamo un caffe`(un poco aquarello). ciao un abbraccio a te e famiglia e a tutti gli amici del blog. 🙂 🙂
avrei proprio bisogno di una psicologa stasera!!
Magari ciò fosse possibile! Magari augurabile, quello sì! Penso che la vita e l’incontro si debba nutrire di tutte le cose che esistono, come: affetto, amore, rispetto, interesse, etc. Comunque saluti e brava.
@Grande Robby!!
stonature
sincopi e
controtempi
perfetto quadro dell’italico/berlusconian sbracamento
smack
..non c’è rosa senza spine..semplicemente grazie,come sempre ciò che scrivi mi porta a guardarmi dentro e a riflettere..un grazie anche a Advait..parole davvero da rileggere..un abbraccio.Roberta
Buon proseguimento all’insegna della bellezza del VIVERE SANO*
TVB*
E l’estate continua…
@Mike spero di venire io a lavare i piatti a casa tua , a big hug!!
@Advait le tue parole sono preziose…da leggere e rileggere…quella è la meta, essere sempllicemente presenti a quanto accade..con un detto zen..
AH THIS! 🙂
@Lù tesoro chiamami!!!
Bacio grande
Cara Ameya, è MOLTO bello e chiaro ciò che hai scritto!!! ♥
mi permetto di aggiungere una mia comprensione.. arrivatami molto chiara, qualche mese fà….
per quanto mi riguarda.. L’abbandono o la mancanza dell’altro, in realtà “non esiste”.. esiste solo se mi sono allontanato o perso dal centro..da chi sono veramente.. dal vuoto o il nulla che sono…..da quella “cosa” che stà al di fuori del sogno e del sognatore… il cosidetto “testimone”.
…l’altro mi riflette solo l’abbandono o la mancanza da me stesso…..
se sono “presente” a me stesso… nessuno può mai abbandonarmi… viene e poi và via… lasciando solo il sapore della sua bellezza senza interferire nella profondità…:-) Advait – Massimo
CARISSIMA SIGNORA AMEYA IO HO TANTO BISOGNO DI STARE AL MARE, MA VADO A LAGO VICINO CASA MIA, POI TI SPIEGO PERCHE`? COMUNQUE SEI HAI BISOGNO DI UNO CHE TI LAVA QUEI PIATTI IN CUCINA ME LO FAI SAPERE, PERCHE` SONO A TUA DISPOSIZIONE. CIAO CON AFFETTO A TE , LA FAMIGLIA UNITA, A TUTTI I NOSTRI AMICI CHE HANNO BISOGNO DI UN TUO CONSIGLIO PER STARE MEGLIO. BUON FERRAGOSTO E RISPETTI DALLA LONTANA AMERICA SIGNORA AMEYA. 🙂 🙂
già, hai ragione. prima di tutto bisogna avere il pressante bisogno di noi stessi, perchè ci amiamo, e solo poi accompagnarsi a qualcuno.
senza averne bisogno se non dell’estasi ma senza esserne dipendenti.
ho iniziato questo percorso molti mesi fa, molte cose sono venute a galla ma sono stata brava e sono bravissima 😀 so dove voglio andare e come dice il principe Bolkonskji in Guerra e Pace:
“Soltanto chi ha deciso fermamente di vincere, vince la battaglia”
@@@@@ GRAZIE..BUON FERRAGOSTO!!
Grazie!
le tue parole scendono dolcemente in me illuminando una stanza arredata al buio!, grazie ora è più bello!
il tuo dono ferragostano è giunto!
grazie ancora, e ti auguro tutto il bene possibile!
@quello che soffoca non è amore, è bisogno…
già, penso di aver trovato il nocciolo della faccenda. Poche certezze anzi una sola. Me stessa, e non permettere mai più che qualcun’altro mi faccia sentire sola.
l’amore era estasi e voglio che torni ad esserlo. come mai l’amore è spesso concepito come qualcosa di soffocante?
@grazie Max
sempre molto interessanti i tuoi percorsi psicologici, c’è sempre da imparare cose nuove giorno per giorno.
Un caro abbraccio.
@ciao Lu un abbraccio lungo fino a lì! ricordati l’altro ‘non esiste’ è tutta roba nostra 🙂
meravigliose e sagge parole..e adesso che sono fisicamente lontana da Lui, l’attesa é piacevole e dolce. Cerchiamo di no disturbarci nelle Nostre Vite, di conneterrci secondo la Nostra musica, senza ritmi prestabiliti, a volta il momento non coincidi e ci si aspetta…a volte ci si trova ed é poesia. Credevo di essere una dipendente cronica, di rimanere immobile…pietrificata dall’assenza, invece mi pervada una strana sensazione di benessere e di pace, proprio perché ritrovo le MIE note e non quelle di risposta a Lui..
All’inzio é stato difficile capire anche solo coso comprarmi da mangire senza dover pensare a cucinare per gli altri…c’é voluto un mese…adesso ho il frigo pieno di pomodori, anans, meloni, olive e qualche birra..e va meglio.
Ammetto che Lui non mi ha mai chiesto grandi cose in 3 anni di convivenza, facevo e faccio tutto da sola, ritorno pero’ sempre sullo stesso punto di domanda. Come persona credo e penso di essere felice dentro, indipendetemente da chi mi sta vicino, dal paese in cui vivo, dal lavoro che faccio…e spesso qs attitudine mi porta ad una sottomissione consapevole nei confronti della Vita..e quindi involontariamente anche verso di Lui. E’ una scelta che mi viene spontanea quella di essere felice e orgogliosa di essere un donna in VITA, e spesso mi basta…il resto é + o meno poco importante. Sbaglio?? non credo ma sicuramente qs coscenza, qs incorruttibiltà d’animo non mi facilta nella decisioni e nel chiedermi cosa mi piace o meno, a partire dalle cose semplice come il cibo..fino ad arrivare alla Vita di coppia.
sicuramente Noi siamo molto strani insieme, e..ogni volta è diverso, perché ogni giorno ci traformiamo inevitabilmente …e la musica quindi non é mai la stessa; il bello e il difficile é proprio ritrovarsi diversi e volersi cmq bene, e stimarsi cmq nonostante il cambiamento. Ma nella non-favola Lui spesso mi “determina” e mi influenza molto di + di quello che vorrei. Per esempio non riesco assolutamente a godermela se abbiamo litigato…Lui si. Lui ci riece benissimo e lo ammiro,e io da dipendete affettiva compulsiva non mi gestisco; faccio finta, penso ad altro, lavoro…tutto funziona ma emotivamente mi sento nettamente a disagio..questo stona molto con la mia felicità e pace interiore, e qs sua invasione nel mio essere + intimo mi disturbe e a volta mi stanca. attenzione non credo assolutamente che dipenda da Lui, ma credo che il problema sia mio.
Ora come ora che sono in “Lupe”, distante 9000 km o +, mi sento meglio perchè le invasioni per ovvie ragioni non ci sono, mi sento meglio perché ho modo di confrontarmi con Me e basta, mi sento meglio perché forte…ma mi sento sempre cmq vulnerabile..a Lui, e a volte sbagliando come una bimba capricciosa chiedo conferme…e Lui giustamente le nega, per insegarmi ad essere invulnerabile forse, per aiutarmi nella trasformazione…o per farmi ritrovare la Mia pace da sola non in due…
Grazie per le tue parole, ci fai spesso pensare…un bacio
Lu
@@ un bacione
Cara Ameya devo dire che decisamente mi trovo d’accordo con te, presenza non è acanto, è dentro…
E lo sbalgio di tanti e di accusare un senso di perdita per quanto invece non hanno mai perduto. 🙂
@Alephh certo è incolmabile se no non sarebbe vuoto, come se non ci fossero le pause tra le note…
Quello che dici è vero, così come non esiste musica senza il silenzio (pause) nel suo interno. Però, io penso che molti di noi hanno una specie di vuoto dentro che cerchiamo di colmare con i rapporti d’amore, amicizia, la cultura, le cose belle ecc. però questo vuoto forse è, giustamente ?, incolmabile. La meditazione, o alcune discipline orientali (io faccio tai chi) ci portano a gestire questo vuoto.
buon ferragosto.