LO VOGLIO, LO COMPRO

Lo shopping può essere usato in modo terapeutico. Comprarsi oggetti desiderati, che diventano status symbol, oggetti totem per l’individuo, può essere gratificante. Concedersi oggetti tanto sospirati o di valore può assumere significati simbolici e rappresentativi nella vita dell’individuo. Sentire di avere potere di acquisto crea nella persona un senso di autoefficacia, di realizzazione.

Fare acquisti e seguire la moda può essere creativo, divertente. Si tratta di una modalità compensatoria, innocente vanità che solleva il morale e aumenta il benessere. Altra cosa è lo shopping ossessivo e compulsivo. Esso viene attuato come un comportamento che permette di fuggire una realtà spiacevole, come ogni altro uso di sostanza. Segue un iter ben preciso: insoddisfazione implacabile, irritabilità, ansia. Acquisto. Profonda soddisfazione orgasmica momentanea. Infine down, angoscia e una serie di sentimenti negativi.

A livello dei neurotrasmettitori è coinvolto il circuito dopaminergico, carente. Si crea un picco adrenalico che illude la persona di essere onnipotente, il controllo viene perso e l’individuo finisce in un vortice senza fine, dove non c’è un limite e l’acquistare diventa fine a se stesso, diventa incontenibile, pressante, senza controllo. Degli oggetti acquistati non vi è in realtà alcun bisogno. Essi non verranno, nella maggior parte dei casi, nemmeno mai utilizzati. Forse regalati o nascosti.

I compratori compulsivi si dividono in categorie come Collezionisti, Onnivori, Affaristi (ricerca di offerte, aste on line). Il momento dell’acquisto è progettato maniacalmente, diventa un rito personale, segreto, quasi una trance ipnotica, dove si prova un falso senso di liberazione dai problemi.

Quanto è diffusa come patologia?

Nel 2001 lo shopping compulsivo è stato riconosciuto come un disturbo ossessivo compulsivo dall’APA (American Psychiatric Association) ma non ancora inserito nel DSM-IV (Manuale statistico delle malattie mentali). L’80% sono donne. La fascia d’età 30-40 anni. Livello culturale medio-alto. Le statistiche ancora non sono attendibili, ma come ogni altra Nuova Dipendenza, è un comportamento che si sta diffondendo come frutto di una tipologia precisa inserita in una specifica società.

Come riconoscerla?

Come in ogni dipendenza, lo shop addicted viene sopraffatto dalla vergogna, rimorso e senso di colpa dopo aver messo in scena il rituale degli acquisti. Il compratore compulsivo sente una solitudine incolmabile che nessun oggetto potrà colmare, può essere presente dissociazione, come vedersi dal di fuori mentre si acquista, disperazione e impotenza, depressione. Si instaura così il loop bisogno-comportamento disfunzionale-angoscia e di nuovo comportamento disfunzionale compensatorio nel tentativo di riparare e alleviare. E accade di sentirsi di venire risucchiati da disperazione e sentimenti autodistruttivi.

Le conseguenze di tale comportamento sono isolamento, debiti crescenti, si arriva a spendere fino a dieci volte di quanto guadagnato, paura di essere scoperti, sotterfugi, richiesta di prestiti, fino a cadere nelle mani degli usurai nel tentativo di porre rimedio ad una spirale malefica. Chi convive con la persona affetta da ossessione per gli acquisti sperimenta un crescente senso di paura, impotenza, inutilità e non comprende la malattia dell’altro che è visto come irresponsabile, “cattivo”, insensibile.

Può essere curato?

Molti tossici dello shopping soffrono di altre dipendenze associate, essi spesso abusano di sostanze, può essere presente un disturbo alimentare, disturbo d’ansia generalizzata o un altro disturbo dell’umore. È possibile rispondere al seguente questionario, in caso di risposte QUANTITATIVAMENTE significative, è necessario ammettere di avere un problema e chiedere un aiuto ad uno specialista.  

Scala di valutazione per lo shopping compulsivo 

  • Quanto frequentemente acquista cose che non usa?
  • Quanto frequentemente acquista cose senza avere il denaro sufficiente?
  • Quanto spesso raccoglie oggetti che altri hanno gettato?
  • Quanto si sente in obbligo di acquistare qualcosa anche se non le occorre?
  • Quanto spesso si sente in ansia o depresso quando non acquista qualcosa che avrebbe veramente voluto?
  • Quanto spesso fa acquisti per sentirsi meglio?
  • Quanto spesso sente il bisogno di possedere assolutamente qualcosa che vede mentre sta facendo shopping?
  • Fino a che punto si sente angosciato o sconvolto per aver comprato oggetti superflui?
  • Lo shopping eccessivo le ha causato difficoltà finanziarie?
  • Lo shopping eccessivo ha interferito sulla sua vita sociale o sul suo lavoro?
  • Lei guarda nei rifiuti di altre persone per trovare cose da portare a casa?
  • Spende più tempo del voluto facendo shopping?
(ph. Tim Douglas su Pexels)

91 commenti su “LO VOGLIO, LO COMPRO”

  1. Nel tuo blog tocchi tutte le mie paure rivolte all’altro sesso…
    Ma perchè le stelle nascono, vivono ,muoiono, scaldano  per produrre esseri umani che non sanno stare sulle gambe?  Perchè questa fatica della natura…
    4 miliardi e mezzo di anni per aver creato l’uomo…!?!?
    per cosa..?

    Torno nella mia tana..
    Salut.

  2. la mia ex soffriva al 100% di questa sindrome, solo io so quello che mi ha fatto passare!.

    Io no ne soffro per fortuna, amo comprarmi oggetti hi tech, ma nel limite delle mie possibilità, e poi di solito li sfrutto a lungo  e non me ne libero mai.

    Tanti cari auguri di un sereno Natale.

  3. Io mi chiedo perchè?
    Perchè ostinarsi a desiderare di comprare ciò che seguendo la ragione non si vorrebbe avere..
    Perchè continuare a distruggersi in tale dissidio..Insomma giunge prima o dopo il momento di scegliere, non possiamo veramente pensare di far sorgere pure i sensi di colpa all’interno dell’oggetto dell’acquisto..
    Capire la situazione delicata, non significa di certo lasciare che qualcuno ci distrugga la vita s’intende..
    Altrimenti continueremo sempre a bacamenarci, senza mai raggiungere una scelta che sia capace di non colpevolizzare nessuno..

  4. Grazie a te, Ameya.
    Non so quanto possa incidere sapere che comprando rifiuti, siamo primi irresponsabili di questo consumismo e che la compulsione acquistatoria distrugge Gaia. Chissà se un po’ di consapevolezza ecologica rientra nei medicamenti, nella "terapia culturale" per  questo genere di dipendenza.

  5. Non ho la dipendenza da shopping tranne un po’  per quanto riguarda i libri. Infatti, a me piace più comprare i libri che leggerli. Per fortuna sto cominciando a comprare più o meno quelli che so che leggerò, però se trovo degli sconti, o delle edizioni supertascabili ecc. li compro anche se so che non li leggerò mai. Poi, purtroppo,  ho altre dipendenze ed è per questo che continuo a leggerti.
    Auguri.

  6. Bello Ameya che hai ripreso questo argomento importante.
    Quest’anno, ancora sono riuscito a fare pochissimi regali.
    Cibo sano eccellente (olio xv sopraffino dalla Sicilia) per i miei, voglio che mangino cose buone perché tengo alla loro vita.
    Così anche per A-Woman, una cassa di cose biobboneassai dal gas.
    Il mio bimbo fa eccezione, ha preso qualche cosa che desiderava.
    Invece sono felice che A-Woman non mi abbia fatto alcun regalo se non una uscita con me per la festa di compleanno di AMKid. L’ho vista liberata dallo stress e dalla tensione, uno in meno di cui doversi preoccupare. E’ un grande passo questo e mi da molta gioia.
    Per alcuni amici farò una donazione a Greenpeace, così non mi devo sbattere e stressare per cercare acquistare impacchettare consegnare cose forse inutili che possono diventare rifiuti ancor più precocemente.
    La sperimentazione dei regali-quasi-zero da risultati molto migliori del previsto.

    http://video.google.it/googleplayer.swf?docid=-2138416794381091301&hl=it&fs=true

  7. fiù! almeno questa mi manca! ho due paia di scarpe, uno lo lavo e l’altro lo indosso, ci do’ il giro. e poi a casa ho le ciabatte. stop. no, per dire. casomai ho l’antishopping compulsivo! se c’è una cosa che odio è comprare, soprattutto cose effimere come abiti e scarpe(che a mio avviso servono solo a non prendere freddo).

    🙂 buon natale ameya

  8. …..ma continuando!!…LA SINDROME DA SHOPPING….
    ….il punto è che anke mio marito sembra ne sia stato infettato…..suo ultimo acquisto…..la ferrari, motivo per cui è stato male tutta la sera qndo ha preso qsta decisione…..in quanto il pensiero ke venga criticato……..perkè sta mettendo in cassa integrazione 50 operai……e poi si compra la ferrari!!!! …lo sta distuggendo!!!!….solo a quel punto …io mi sono un pò soffermata a riflettere…..e pensare….ma noi lavoriamo sodo!!!!!…..perkè dobbiamo dar conto di come spendiamo i nostri soldi?!!!!!….ma ho anke avuto molta tenerezza per mio marito consolandolo del fatto ke lui l’ha sempre desiderata la ferrari…..e ke l’unico motivo per cui stava male era proprio la paura delle critiche….e non l’aver speso un patrimonio inconsciamente…..l’ho consolato dicendogli ke lui è sempre stato un ottimo datore di lavoro….e ke nn deve preoccuparsi delle critiche, che ci sono arrivate GRATUITE e NON RICHIESTE ….s-e-m-p-r-e…….anke quando non aveva ancora la BMW x5……..è giusto sentirsi in colpa di spendere dei soldi che si è meritati con il proprio duro lavoro????…..
    IO DICO “NO”!
    ma purtroppo viviamo in SOCIETA’, e codesta ci plasma e modella a suo volere…..positivo o negativo….

  9. ciao….
    oltre ke per susy….questo post è stato scritto anke per me…..
    ritengo di soffrire di una “grave sindrome da shopping” (non so se compulsivo perkè non so ke vuol dire)….compro la maglia rossa perkè mi manca, il pantalone nero da mettere con la camicia bianca, il gilet rosa da indossare sulla camicia bianca in caso di freddo, l’abito da sera elegante per andare a cena con amici attempati, l’abitino sexi per andare a cene tète a tète con mio marito, il coprispalle da mettere sull’abito sexy, il tailleur per l’ufficio per qndo mi va di essere moooolto seria, la maximaglia per l’ufficio per essere un pò +sbarazzina….adesso mi manca la pelliccia biamca e sto assillando mio marito per andare a scegllierla insieme…..poi devo tornare assolutamente a quei saldi per prendere la camicia turchese ke mi manca per l’ufficio e ke non ho potuto comprare quel giorno xkè finita la disponibilità sulla carta di credito….e già sto a pensare dove poter cercare un bel pantalone a cui abbinarla ….oppure trovare una brava sarta da cui farlo cucire della stoffa ke + mi piace…..
    ODDIO….vi stankerete a leggere!!!!!!!!!!!!!

  10. Mmh. Io difficilmente acquisto se non è estremamente indispensabile. Anzi, spesso, spessissimo, quasi sempre… dopo un acquisto “meno indispensabile” mi sento in colpa. Lo shopping natalizio poi mi fa piangere il cuore, mi sento costretta, prima mi irrita e poi… “down”! :**(
    rare volte però, quando un oggetto è simbolo di qualcosa (un viaggio, un ricordo… un affetto)… allora non bado a spese, ma devo essere molto, molto decisa e convinta.

  11. uh oh..devo dire che tra i molti variamente disturbati che conosco non ho ancora riscontrato lo shopping compulsivo..ansia..angoscia..temporaneo delirio di onnipotenza alla berlusconi… pazienza. buon natale ^_^ e adesso usciamo a cena? ^_^

  12. Sono sempre stato… inconsciamente pragmatico nello spendere soldi 😀 So quando posso permettermelo e quando non posso farlo e so adeguarmi senza difficoltà 🙂
    … per fortuna! ;D

    Però, anche se mi piace molto fare regali, so bene quale ne è il più prezioso: il tempo che ci viene dedicato e che dedichiamo.

  13. felice natale!!!
    interessante qui!!! Io ho fatto un corso d operatore sociale per dipendenze, pensa!!!! 🙂 magari poi mi puoi insegnare qualcosa (anke se non lavorero in quel campo visto k emigro al mio paese 🙂 ) un saluto

    AUGURIIII