LO VOGLIO, LO COMPRO

Lo shopping può essere usato in modo terapeutico. Comprarsi oggetti desiderati, che diventano status symbol, oggetti totem per l’individuo, può essere gratificante. Concedersi oggetti tanto sospirati o di valore può assumere significati simbolici e rappresentativi nella vita dell’individuo. Sentire di avere potere di acquisto crea nella persona un senso di autoefficacia, di realizzazione.

Fare acquisti e seguire la moda può essere creativo, divertente. Si tratta di una modalità compensatoria, innocente vanità che solleva il morale e aumenta il benessere. Altra cosa è lo shopping ossessivo e compulsivo. Esso viene attuato come un comportamento che permette di fuggire una realtà spiacevole, come ogni altro uso di sostanza. Segue un iter ben preciso: insoddisfazione implacabile, irritabilità, ansia. Acquisto. Profonda soddisfazione orgasmica momentanea. Infine down, angoscia e una serie di sentimenti negativi.

A livello dei neurotrasmettitori è coinvolto il circuito dopaminergico, carente. Si crea un picco adrenalico che illude la persona di essere onnipotente, il controllo viene perso e l’individuo finisce in un vortice senza fine, dove non c’è un limite e l’acquistare diventa fine a se stesso, diventa incontenibile, pressante, senza controllo. Degli oggetti acquistati non vi è in realtà alcun bisogno. Essi non verranno, nella maggior parte dei casi, nemmeno mai utilizzati. Forse regalati o nascosti.

I compratori compulsivi si dividono in categorie come Collezionisti, Onnivori, Affaristi (ricerca di offerte, aste on line). Il momento dell’acquisto è progettato maniacalmente, diventa un rito personale, segreto, quasi una trance ipnotica, dove si prova un falso senso di liberazione dai problemi.

Quanto è diffusa come patologia?

Nel 2001 lo shopping compulsivo è stato riconosciuto come un disturbo ossessivo compulsivo dall’APA (American Psychiatric Association) ma non ancora inserito nel DSM-IV (Manuale statistico delle malattie mentali). L’80% sono donne. La fascia d’età 30-40 anni. Livello culturale medio-alto. Le statistiche ancora non sono attendibili, ma come ogni altra Nuova Dipendenza, è un comportamento che si sta diffondendo come frutto di una tipologia precisa inserita in una specifica società.

Come riconoscerla?

Come in ogni dipendenza, lo shop addicted viene sopraffatto dalla vergogna, rimorso e senso di colpa dopo aver messo in scena il rituale degli acquisti. Il compratore compulsivo sente una solitudine incolmabile che nessun oggetto potrà colmare, può essere presente dissociazione, come vedersi dal di fuori mentre si acquista, disperazione e impotenza, depressione. Si instaura così il loop bisogno-comportamento disfunzionale-angoscia e di nuovo comportamento disfunzionale compensatorio nel tentativo di riparare e alleviare. E accade di sentirsi di venire risucchiati da disperazione e sentimenti autodistruttivi.

Le conseguenze di tale comportamento sono isolamento, debiti crescenti, si arriva a spendere fino a dieci volte di quanto guadagnato, paura di essere scoperti, sotterfugi, richiesta di prestiti, fino a cadere nelle mani degli usurai nel tentativo di porre rimedio ad una spirale malefica. Chi convive con la persona affetta da ossessione per gli acquisti sperimenta un crescente senso di paura, impotenza, inutilità e non comprende la malattia dell’altro che è visto come irresponsabile, “cattivo”, insensibile.

Può essere curato?

Molti tossici dello shopping soffrono di altre dipendenze associate, essi spesso abusano di sostanze, può essere presente un disturbo alimentare, disturbo d’ansia generalizzata o un altro disturbo dell’umore. È possibile rispondere al seguente questionario, in caso di risposte QUANTITATIVAMENTE significative, è necessario ammettere di avere un problema e chiedere un aiuto ad uno specialista.  

Scala di valutazione per lo shopping compulsivo 

  • Quanto frequentemente acquista cose che non usa?
  • Quanto frequentemente acquista cose senza avere il denaro sufficiente?
  • Quanto spesso raccoglie oggetti che altri hanno gettato?
  • Quanto si sente in obbligo di acquistare qualcosa anche se non le occorre?
  • Quanto spesso si sente in ansia o depresso quando non acquista qualcosa che avrebbe veramente voluto?
  • Quanto spesso fa acquisti per sentirsi meglio?
  • Quanto spesso sente il bisogno di possedere assolutamente qualcosa che vede mentre sta facendo shopping?
  • Fino a che punto si sente angosciato o sconvolto per aver comprato oggetti superflui?
  • Lo shopping eccessivo le ha causato difficoltà finanziarie?
  • Lo shopping eccessivo ha interferito sulla sua vita sociale o sul suo lavoro?
  • Lei guarda nei rifiuti di altre persone per trovare cose da portare a casa?
  • Spende più tempo del voluto facendo shopping?
(ph. Tim Douglas su Pexels)

91 commenti su “LO VOGLIO, LO COMPRO”

  1. Nel tuo blog tocchi tutte le mie paure rivolte all’altro sesso…
    Ma perchè le stelle nascono, vivono ,muoiono, scaldano  per produrre esseri umani che non sanno stare sulle gambe?  Perchè questa fatica della natura…
    4 miliardi e mezzo di anni per aver creato l’uomo…!?!?
    per cosa..?

    Torno nella mia tana..
    Salut.

  2. la mia ex soffriva al 100% di questa sindrome, solo io so quello che mi ha fatto passare!.

    Io no ne soffro per fortuna, amo comprarmi oggetti hi tech, ma nel limite delle mie possibilità, e poi di solito li sfrutto a lungo  e non me ne libero mai.

    Tanti cari auguri di un sereno Natale.

  3. Io mi chiedo perchè?
    Perchè ostinarsi a desiderare di comprare ciò che seguendo la ragione non si vorrebbe avere..
    Perchè continuare a distruggersi in tale dissidio..Insomma giunge prima o dopo il momento di scegliere, non possiamo veramente pensare di far sorgere pure i sensi di colpa all’interno dell’oggetto dell’acquisto..
    Capire la situazione delicata, non significa di certo lasciare che qualcuno ci distrugga la vita s’intende..
    Altrimenti continueremo sempre a bacamenarci, senza mai raggiungere una scelta che sia capace di non colpevolizzare nessuno..

  4. Grazie a te, Ameya.
    Non so quanto possa incidere sapere che comprando rifiuti, siamo primi irresponsabili di questo consumismo e che la compulsione acquistatoria distrugge Gaia. Chissà se un po’ di consapevolezza ecologica rientra nei medicamenti, nella "terapia culturale" per  questo genere di dipendenza.

  5. Non ho la dipendenza da shopping tranne un po’  per quanto riguarda i libri. Infatti, a me piace più comprare i libri che leggerli. Per fortuna sto cominciando a comprare più o meno quelli che so che leggerò, però se trovo degli sconti, o delle edizioni supertascabili ecc. li compro anche se so che non li leggerò mai. Poi, purtroppo,  ho altre dipendenze ed è per questo che continuo a leggerti.
    Auguri.

  6. Bello Ameya che hai ripreso questo argomento importante.
    Quest’anno, ancora sono riuscito a fare pochissimi regali.
    Cibo sano eccellente (olio xv sopraffino dalla Sicilia) per i miei, voglio che mangino cose buone perché tengo alla loro vita.
    Così anche per A-Woman, una cassa di cose biobboneassai dal gas.
    Il mio bimbo fa eccezione, ha preso qualche cosa che desiderava.
    Invece sono felice che A-Woman non mi abbia fatto alcun regalo se non una uscita con me per la festa di compleanno di AMKid. L’ho vista liberata dallo stress e dalla tensione, uno in meno di cui doversi preoccupare. E’ un grande passo questo e mi da molta gioia.
    Per alcuni amici farò una donazione a Greenpeace, così non mi devo sbattere e stressare per cercare acquistare impacchettare consegnare cose forse inutili che possono diventare rifiuti ancor più precocemente.
    La sperimentazione dei regali-quasi-zero da risultati molto migliori del previsto.

    http://video.google.it/googleplayer.swf?docid=-2138416794381091301&hl=it&fs=true

  7. fiù! almeno questa mi manca! ho due paia di scarpe, uno lo lavo e l’altro lo indosso, ci do’ il giro. e poi a casa ho le ciabatte. stop. no, per dire. casomai ho l’antishopping compulsivo! se c’è una cosa che odio è comprare, soprattutto cose effimere come abiti e scarpe(che a mio avviso servono solo a non prendere freddo).

    🙂 buon natale ameya

  8. …..ma continuando!!…LA SINDROME DA SHOPPING….
    ….il punto è che anke mio marito sembra ne sia stato infettato…..suo ultimo acquisto…..la ferrari, motivo per cui è stato male tutta la sera qndo ha preso qsta decisione…..in quanto il pensiero ke venga criticato……..perkè sta mettendo in cassa integrazione 50 operai……e poi si compra la ferrari!!!! …lo sta distuggendo!!!!….solo a quel punto …io mi sono un pò soffermata a riflettere…..e pensare….ma noi lavoriamo sodo!!!!!…..perkè dobbiamo dar conto di come spendiamo i nostri soldi?!!!!!….ma ho anke avuto molta tenerezza per mio marito consolandolo del fatto ke lui l’ha sempre desiderata la ferrari…..e ke l’unico motivo per cui stava male era proprio la paura delle critiche….e non l’aver speso un patrimonio inconsciamente…..l’ho consolato dicendogli ke lui è sempre stato un ottimo datore di lavoro….e ke nn deve preoccuparsi delle critiche, che ci sono arrivate GRATUITE e NON RICHIESTE ….s-e-m-p-r-e…….anke quando non aveva ancora la BMW x5……..è giusto sentirsi in colpa di spendere dei soldi che si è meritati con il proprio duro lavoro????…..
    IO DICO “NO”!
    ma purtroppo viviamo in SOCIETA’, e codesta ci plasma e modella a suo volere…..positivo o negativo….

  9. ciao….
    oltre ke per susy….questo post è stato scritto anke per me…..
    ritengo di soffrire di una “grave sindrome da shopping” (non so se compulsivo perkè non so ke vuol dire)….compro la maglia rossa perkè mi manca, il pantalone nero da mettere con la camicia bianca, il gilet rosa da indossare sulla camicia bianca in caso di freddo, l’abito da sera elegante per andare a cena con amici attempati, l’abitino sexi per andare a cene tète a tète con mio marito, il coprispalle da mettere sull’abito sexy, il tailleur per l’ufficio per qndo mi va di essere moooolto seria, la maximaglia per l’ufficio per essere un pò +sbarazzina….adesso mi manca la pelliccia biamca e sto assillando mio marito per andare a scegllierla insieme…..poi devo tornare assolutamente a quei saldi per prendere la camicia turchese ke mi manca per l’ufficio e ke non ho potuto comprare quel giorno xkè finita la disponibilità sulla carta di credito….e già sto a pensare dove poter cercare un bel pantalone a cui abbinarla ….oppure trovare una brava sarta da cui farlo cucire della stoffa ke + mi piace…..
    ODDIO….vi stankerete a leggere!!!!!!!!!!!!!

  10. Mmh. Io difficilmente acquisto se non è estremamente indispensabile. Anzi, spesso, spessissimo, quasi sempre… dopo un acquisto “meno indispensabile” mi sento in colpa. Lo shopping natalizio poi mi fa piangere il cuore, mi sento costretta, prima mi irrita e poi… “down”! :**(
    rare volte però, quando un oggetto è simbolo di qualcosa (un viaggio, un ricordo… un affetto)… allora non bado a spese, ma devo essere molto, molto decisa e convinta.

  11. uh oh..devo dire che tra i molti variamente disturbati che conosco non ho ancora riscontrato lo shopping compulsivo..ansia..angoscia..temporaneo delirio di onnipotenza alla berlusconi… pazienza. buon natale ^_^ e adesso usciamo a cena? ^_^

  12. Sono sempre stato… inconsciamente pragmatico nello spendere soldi 😀 So quando posso permettermelo e quando non posso farlo e so adeguarmi senza difficoltà 🙂
    … per fortuna! ;D

    Però, anche se mi piace molto fare regali, so bene quale ne è il più prezioso: il tempo che ci viene dedicato e che dedichiamo.

  13. felice natale!!!
    interessante qui!!! Io ho fatto un corso d operatore sociale per dipendenze, pensa!!!! 🙂 magari poi mi puoi insegnare qualcosa (anke se non lavorero in quel campo visto k emigro al mio paese 🙂 ) un saluto

    AUGURIIII

  14. Ciao cara Ameya, io nella mia vita precedente ero sicuramente un uomo. Non mi piace fare shopping e soprattutto di questo periodo dove c’è più casino del solito, sto bene a casa al caldo. Solitamente sono per la creatività, non mi piacciono le cose fatte da altri, quest’anno mi sono dovuta adeguare alle esigenze. Mia figlia si è fatta rubare il telefonino perché vive perennemente tra le nuvole, le ho dovuto comprare quello nuovo e l’ho trasformato nel suo regalo di Natale, quindi sotto l’albero troverà solo un agendina per la scuola. A mio marito li ho regalato la possibilità di trascorrere le feste con i suoi genitori che vivono in Puglia (noi viviamo in Svizzera), quindi un regalo simbolico ma molto apprezzato. Io per questioni pratiche riguardanti mia figlia non ho potuto accompagnarlo. A me anche quest’anno, non regalo nulla. Mi è venuto il mal di shopping a leggere questo post 🙂 Tanti auguri di buone feste anche a te e alla tua famiglia, che l’amore sia con voi.

  15. ohhhhhh!!!! fammi sfogare!!!
    Subisco un “compulsivo” degli acquisti , di quelli che almeno due di ogni specie, e a casa già è tutto dimenticato.
    Subisco perchè è inutile protestare, è un smania di possesso che non si può arginare.
    Dal canto mio amo fare regali più che riceverne e non acquisto nulla se non gli attribuisco un significato, quindi il prezzo non ha nessuna importanza (nei limiti dello spendibile). Non aspetto natale per fare il grande regalo, insomma.
    Semmai il contrario.
    Per me stessa, invece, giro i mercatini …e acquisto solo quando qualcosa mi colpisce la fantasia, difficile che io esca per fare acquisti.
    E la fantasia può spaziare in un mondo infinito, escludendo l’oggettistica che ormai mi sommerge 🙂
    E non amo i gioielli, cosa strana per una donna 🙂

  16. Io soffro di shopping compulsivo quando sono in libreria, ed infatti ogni posto che abito dopo un po’ si riempie di libri, molti dei quali non vanno nemmeno letti…
    Una strategia che ho adottato per contenere l’ìimpulso all’acquisto – soprattutto alimentare, al supermercato – è di passare di fronte in tutte le corsie, osservare i prodotti, e dirmi a mezza voce Questo non mi serve, questo no, questo no… In altre parole, riflettere almeno tre secondi prima di prendere un prodotto e metterlo nel carrello.

  17. Solitamente sono creativa. Devo esserlo perchè spesso le mie finanze sono quello che sono e quindi preferisco fare un regalo che sia carino ma che non mi devo svenare per farlo. Shopping compulsivo? Non so cosa sia. Non so se è perchè sono genovese o perchè i miei genitori mi hanno istruito alla rinuncia. Regalerò dei libri a delle persone speciali e questi regali saranno fatti tutti dopo natale. La maggior parte degli amici ce li ho fuori genova e rischierei che la bene amate Poste italiane mi perdono il pacco. Cosa successa l’anno scorso.

  18. io quest’anno ho deciso di non fare acquisti per regalini inutili del cavolo. Vorrei non comprare nulla ma dare un pensiero cmq alle persone care. Ho pensato di raccogliere i sassi in spiaggia e colorarli, ma poi ho pensato pure che me li tirano perche’ non ho 10 anni. Dunque, se ce la faccio vado in un negozio equo e solidale (odio la frenesia nataliza che crea traffico, inquinamento e laghi di plastica bruciata) senno’… compilation autoprodotte di musica per tutti! Grandi e piccini!
    Non ho fatto il test ma io soffro del contario dello shopping compulsivo, cioe’ non riesco a comprare niente, vado subito in paranoia pensando che quelle cose non mi servono davvero per cui non mi lascio mai andare e se lo faccio e’ con grande turbamento.
    Buon Natale!!!!!!!!!

  19. Ecco, tra le diverse dipendenze che ho sviluppato o rischiato di sviluppare, una che fortunatamente non c’è, non c’è mai stata e penso non ci sarà mai: lo shopping compulsivo. Una buona notizia 🙂
    non amo girellare per i negozi, la folla di persone e di merce mi dà sensazioni sgradevoli – compro qualcosa solo quando strettamente mi serve.

    raramente, gusto il piacere di comprare un vestito che mi piace, che mi sta bene.

    ciao ameya, buon natale 🙂

  20. mi piace moltissimo fare regali, ma ques’anno ho comprato solo regali ‘per me’, allora ho detto a tutti: “quest’anno niente regali agli altri, solo a me!”
    che ne pensi? è una buona idea no?
    (non è vero, poi ho faticosamente trovato qualcosa anche per gli amici: mi piace vedere la contentezza nei loro occhi)
    ti lascio il mio augurio:
    un augurio lieve come la neve
    che riscalda il cuore come una tisana di natale
    bevuta davanti al caminetto
    aroma di arancia e cannella in tutta la stanza
    che spazzi via tutto quello che non va
    e lasci spazio al nuovo, al bello, al buono.
    Auguri di serenità e di amore per tutti.

  21. Questa è una cosa che non fa parte di me….non sono un amante dello shopping…..ci vado solo quando proprio non posso farne a meno….
    Per i regali di Natale poi sono sempre quella dell’ultimo momento……il regalo del mio moroso non posso scriverlo perchè rischio che legge…..ma sicuramente tra i regali per amici o parenti ci saranno dei libri…..vedrò…

  22. piccoli pensierini per i figli, una candela particolare per l’amica e i bigliettini scritti con amore …per me , purtroppo, nulla. Avrei proprio bisogno di un paio di scarpe ma visti i prezzi, posso farci un altro anno, con le vecchie. ciao

  23. Carissima amica questo Natale sarà all’insegna del piccolo pensierino:a tutti i parenti ed amici un libro. Questa è la strenna per tutti.
    Non sono per lo shopping compulsivo. Anche perchè ho già sistemata la tredicesima con la gestione casa! Tempi duri per tutti!
    Regalate un libro! Un abbraccio. Dora

  24. @@@@@grazie del vostro commento, qualcosa lo comprate?
    Sembrate tutti, tranne Susy, degli asceti morigerati…rivelateci i titoli dei libri, le marche e le firme..siamo curiosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    :-))

  25. non posso risponderti, porca miseria. 🙂

    la mia compagna potrebbe leggere cosa le ragalo e mi frego la sorpresa… ogni uno da noi ha segreti da tutelare, fosse solo a tempo.

    Idea! posso scrivertelo il 26 di dicembre?

    p.s. secondo il test esposto, rischio di non esser neppure un consumatore… altro che compulsivo.

    Un ciao bello sorridente.

  26. Shopping? Mi piace farlo ma posso permettermi di acquistare solo cose utili, altrimenti accompagno la mia amica preferita nel suo giro di acquisti…proprio come le casalinghe :-))

  27. « L’alchimia serve a separare il vero dal falso »
    Teofrasto Paracelso
    Solo due regali per il momento.
    Il primo per la maestra di mio figlio: un libro.
    Il secondo per la maestra di danza delle mie figlie: un libro.
    Ciao ameya, con pazienza e con fatica il contadino semina il suo campo. Buon Natale!

  28. I regali di natale non sono mai stati la mia passione, i pochi che faccio è perchè mi sento di farli alle poche persone a cui voglio veramente bene. Nulla di eclatante, nulla di costoso e di vistoso, piccoli regali, fatti con il cuore, lontani dalle luci abbaglianti della pubblicità che uccide….ciao mia cara amica…un bacio di simpatia

  29. Ci riprovo AMEYA.

    Innanzi tutto ci tengo a dirti che è stata telepatia, perchè mentre tu spulciavi il mio bloggo ero qua da te a leggere.
    Direi che sto post quasi quasi l’hai scritto per me veroo? :oD

    Poso capire tutti gli aspetti che hai descritto anche se , ti stupirà sapere non sono così grave ( Tiè!).
    Non ho mai mandato in rovina il mio c/c bancario, nè la mia famiglia, non ho mai puntato su status simbol costosissimi, anzì, il mio target sono certamente delle marche a cui sono affezionatissima e fedelissima, ma non stra famose, diciamo famose e pubblicizzate il giusto. Ti dirò che quando vengono pubblicizzate troppo il mio interesse sciama. cerco dell’altro.
    Come cerco ? Cosa cerco?Cerco il capo, l’accessorio ben fatto, sto attenta al dettaglio, alla singola cucitura.
    La mia passione , manco a dirlo, è rivolta agli accessori da sempre. Da piccola impreziosivo i capi riciclati di mia sorella più grande o mia zia, da adulta mi servono per rendere diversi i miei capi d’abbigliamento classici. Seguo il minimo sindacale la moda per quanto riguarda il vestiario, ho un mio stile ma non compro un maglione che posso sfruttare una stagione e poi basta per intenderci.

    Quando la cosa m’è sfuggita di mano? E’ successo circa 8 anni fa. Stavo attraversando un periodo out in tutti i settori, insomma era crisi nera, così compravo borse e scarpe,cosmetici, oggettistica e biancheria per la casa, portafogli coordinati alle borse, ed è proprio con questi ultimi che mi sono messa a riflettere.
    Mai mi sono interessata di avere il portamonete coordinato alla borsa, uno ne ho sempre avuto, usato fino allo smembramento dello stesso e poi cambiato.
    Così ricordo di aver intrapreso una passeggiata, camminare mi aiuta a pensare, con tutte le mie buste nuove sotto braccio e ho cominciato a riflettere. Sono partita con le mie riflessioni proprio dal fatto che non mi appagava possedere l’oggetto tanto bramato, nei giorni , mesi precedenti, non mi rendeva più felice avercelo lì nella borsina , anzì la mia attenzione s’era già rivolta a qualcos’altro. La felicità svaniva con la velocità della stampa dello scontrino.
    Ho sforzato di riesumare dalla memoria l’ultimo acquisto felice, e appagante fatto. Così sono andata in dietro nel tempo, e mi sono persa tra ricordi e sensazioni che mi han portata a capire che il mio comprare bulimico era solo un modo infantile di PORTARE LE COSE A ME, come si fa col cibo.
    come fanno i bimbi. Un modo per riempirsi, coccolarsi.
    Quindi avevo un deficit, ma che deficit? Affettivo, autostima, insoddisfazione e non coraggio in un cambiamento.. Non riuscivo a darmi una risposta.
    Allora ho provato a cercare di auto comprendermi rivolgendo la mia attenzione agli oggetti che compravo e dare loro un significato. Certo! Perchè investiamo, vestiamo il nostro ambiente esterno di significati ed emozioni che in realtà non hanno.
    La borsa, che è un contenitore, mi segnalava che avevo bisogno di “contenermi” “contenere” che cosa? Rabbia per essere stata disillusa? Se sono disillusa che aspettative avevo? Contenere rancore? Via così, facendomi domande e cercando risposte come sto scrivendo adesso.. Pari pari
    La stessa cosa per i gloss, le ciprie, le scarpe.

    Ripeto non ero grave, così mi sono auto curata prendendo atto che avevo bisogno di fare queste spese, mi sono posta un bugget che ho sempre rispettato, e di volta in volta lo diminuivo e allungavo le tempistiche di sciopping. Da un mese, a due.. a tre.. così via.
    Mi sono data delle regole da sola che ho rispettato abbastanza bene. ogni tanto sforavo. ma allora mi auto punivo non con frustate ma diminuendomi il bugget del mese successivo per esempio.
    Intanto curando quest’aspetto i pezzi della mai vita si stavano sistemando..

    Mio marito non commenterà mai e poi mai il tuo bloggo Ameya, lui f aparte di quella stragrande maggioranza di uomini che ritiene la psicologia una scienza abberrante, insignificante, usata solo per intortare le persone.

    In ogni caso, anche lui fa sciopping bulimico ma in modo diverso : Ha , per ipotesi, 10 completi giacca e pantalone invernale metti che ci sia una fiera a cui deve partecipare. Il fine settimana che precede l’evento mi dice ” Susanna , andiamo nel tal posto perchè sono SENZA vestiario”. Da notare che ,a dispetto del mio bloggo ,è lui ad avere i 3/4 di guardaroba e scarpiera, non io..
    Lui è sempre senza nulla ma nello stesso tempo ha bisogno di tutto.. ed ha tutto lì a portata di mano.
    Così con i vestiti, il cibo, l’auto la moto.. ecc..ecc.

    Spero splinder mi pubblichi stavolta sennò faccio un maciellooo!!
    baci baci
    Susy

  30. questa è una patologia che non mi tocca minimamente… a volte potrei tranquillamente abolire anche il frigorifero, perchè mi piace comprare giorno per giorno ciò che desidero mangiare.
    patty

  31. Ecco… di questo disturbo non soffro. Magari di altri, ma questo direi di no. Fare acquisti mi sembra bello e gratificante quando si tratta di qualcosa di “guadagnato”, non necessariamente utile o indispensabile, però “meritato”, altrimenti mi fa sentire in colpa. Magari è un’altra sindrome anche questa!!! Ciao.

    (posso linkare il tuo blog? E’ decisamente interessante, grazie)

  32. Sì , forse fare acquisti di tanto in tanto potrebbe sollevare il morale. Non sono mai ricorsa a questo come “terapia” compensativa .
    Lo ritengo sciocco e comunque penso sia un appagamento esclusivamente momontaneo e non ha alcun senso.
    Lilia

  33. L’acquisto quale riempitivo di vuoti. Direi che in passato, forse si è verificato. Mai ai livelli descritti. Ora davvero, escludo il bisogno di soddisfare i bisogni interiori attraverso la spesa inutile. Besos*

  34. eheh Ameya grazie della condivisione, ma come hai visto stavolta ho rischiato la prolissità; è stato per esprimere un parere da uomo della strada, la mia reale natura, di questi tempi un po’ sgomenta

  35. fortunatamente, non ho questo tipo di comportamento. acquistare qualcosa per sé stessi può essere gratificante, a volte é una specie di “regalo”, anche se poi si tratta magari di un oggetto non necessario; qualche volta é veramente terapeutico, perché aiuta a sentirsi meglio…ma è naturalmente un discorso ben diverso dallo shopping compulsivo:)

    buon pomeriggio, Ameya:)

  36. Perché apocalittico?
    E’ questa incultura del consumismo compulsivo e dello sviluppo esponenziale perenne che è apocalittica.
    In biologia ciò si chiama tumore e consuma il corpo fino alla morte.
    Io ‘sta roba apocalittica, triste, nociva, non la gradisco affatto.

  37. @Grazie Franchino

    @AMan interessante il tuo punto di vista..apocalittico?

    @Eremo ho compreso tutto il tuo commento per la prima volta, e lo condivido..il natale ti rende più simile ai comuni mortali??!!scherzo, vorrei avere la tua padronanza linguisitica…

  38. Mi ispira molto la parola conclusiva di AWomanAMan 1 – decrescita -, che se ci guardiamo attorno suona ineluttabile, come un conto da pagare prima o poi. Oggi si invita a spendere per alimentare il circuito domanda-offerta-produzione-occupazione, quando invece è evidente che sì è raschiato il fondo del barile. Torna alla mente una distinzione di Pasolini, fra progresso e sviluppo, una crescita dissennata può essere sbandierata artatamente come sviluppo, ma non è progresso, mentre invece potrebbe essere auspicabile una decrescita pilotata, e una redistribuzione più equa del tesoro sociale, unitamente alla possibilità di uno sviluppo sostenibile, in termini di rispetto ambientale e qualità di vita.
    In questo quadro la compulsione all’acquisto superfluo sembra sbiadire in una patologia di nicchia che rasenta il capriccio, e pesca nell’irresponsabilità di caratteri che non hanno ancora saldato il debito formativo della persona. La clinica potrà compendiare le rimesse nervose del caso (forse anche con un po’ di generosità), ma la pubblica opinione depressa che guarda le vetrine e passa può astenersene..
    Incombe cupezza

  39. Già il termine anglosassone importato acriticamente mi da ai nervi…
    sciopping
    Mah.
    ritengo che non esistano acquistamenti per consumo che siano fonte di benessere.
    Ogni volta che metti energia nell’acquistare cose inutili (spesso ciarpame già prima di diventare velocemente rifiuti) stai sottraendo tempo ed energie ed attenzioni e sensi da altro: affetti, eros, sensi, creatività, rapporto colla Natura, arte, impegno.
    Acquistare molto meno per essere molto più felici.
    Decrescita!

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