L’Internet Addiction (Young, 1996) è un fenomeno sempre più preoccupante. Divenuto uno strumento essenziale, entrato a far parte del quotidiano collettivo, all’inizio questo mezzo ha affascinato per la versatilità, per la potenzialità comunicativa. Tuttavia ben presto come accade per ogni media, non è tanto la sua esistenza a essere dannosa, quanto l’uso che se ne fa, che può diventare estremamente pericoloso.
I criteri diagnostici generali per i disturbi mentali del DSM IV, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV edizione 1994, stilata dall’ APA ( American Psychiatric Association) e dell’ ICD-10, International Classification of Diseases (redatta nel 1990, aggiornata annualmente), già stabiliti per l’uso di sostanze psicotrope, sono in sintesi, la tolleranza e l’astinenza. La dipendenza è definita come il bisogno di assumere la sostanza- in questo caso adottare il comportamento disfunzionale- con sempre maggior frequenza, in quanto allevierebbe la tensione e darebbe momentaneo piacere. La quantità di esposizione al comportamento o alla procedura diviene sempre più necessario per funzionare,creando un loop distruttivo infinito, dove l’individuo si ritrova in una spirale di lotta, spesso perdita di controllo sul comportamento, vengono accusati malesseri fisici, comorbilità con altre patologie fisiche e mentali, la vita sociale e lavorativa viene danneggiata. Da qui si distingue un comportamento “normale” da quello patologico:
nella dipendenza patologica vi è senso di urgenza, bramosia, craving, una sorta di fame ossessionante, tale da spinger ad attuare la propria compulsione in modo impellente, mentre una attività ripetuta anche intensamente, come avere ripetuti rapporti sessuali, o fare una buona corroborante attività sportiva, l’astenersi dall’uso del computer o del lavoro non comporta reazioni e sintomi insopportabili in caso di astinenza .
I comportamenti all’inizio sembrano essere soltanto ripetitivi, a volte rassicuranti poiché rituali dei tempi moderni, ma col tempo ci si può trovare intrappolati. E da lì a poco la vita sembra ruotare intorno a persone, procedure e comportamenti, ripetuti, bramati, vitali. Si ha la sensazione di non riuscire a funzionare “senza”, si avverte un senso di incompletezza, si necessita urgentemente “quello” per poter vivere. Salute, vita sociale, relazioni, affetti, denaro, sono condizionati e danneggiati. Vengono interessati altri settori della vita del singolo che si trova in questo modo a confrontarsi con una patologia latente: una dipendenza di cui non sapeva nemmeno prima l’esistenza . La comunità terapeutica si trova così a fronteggiare nuove patologie, non ancora incluse nel DSM IV.
Nello specifico la Dipendenza dalla Rete ha radici in un disagio esistenziale che ha a che fare con le difficoltà relazionali. L’uso del pc permette di isolarsi dall’ambiente in cui ci si trova, e di esplorare altri mondi e realtà virtuali possibili. Esso permette di assumere identità varie, di nascondere aspetti difficili del proprio carattere. Attraverso Internet si può creare un sogno e alimentarlo col nutrimento virtuale della fantasia. Ingannare la propria solitudine, illudersi di avere un’esistenza diversa. Questa sensazione, se da un lato fornisce uno svago assicurato, dall’altro crea assuefazione. Cliccare ipnotizza e distoglie dai pensieri. Crea una trance ipnotica. Ci si fa trasportare dalla marea, dalla curiosità, finestre su mondi possibili si aprono all’infinito, e ci si perde riflessi in un mare di presenze invisibili ma tangibili, presenti a metà, rassicuranti poiché basta spegnere ed esse scompaiono.
Alcune attività che possono diventare compulsive in rete:
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Ricerca spasmodica di notizie
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Aste on line
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Gambling (scommesse, gioco d’azzardo on line)
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Commercio
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Porno Dipendenza
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Cybersex
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Chat
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Blog mania
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Facebook
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MUD, acronimo di multi user dimension, giochi virtuali, come pure “Second Life” mondo parallelo virtuale dove è possibile, pagando, crearsi una identità virtuale (Avatar) con forma umanoide e vivere, interagire, in una realtà riprodotta sul video del pc. Con tutte le conseguenze psicologiche e le implicazioni sociologiche che questo fenomeno può comportare.
Ameya G. Canovi
@caro utente grazie della tua testimonianza. ho una domanda… non è comodo vivere così?
tutto quello che hai scritto è vero… lo vivo sulla mia pelle… sono stato inserito in un gruppo segreto di FB… li ho conosciuto persone come me.. che nella vita reale hanno difficolta a relazionarsi.. e che in FB si creano una identità con connotazioni quasi perfette… come nella vita reale… scocca la scintilla… e ti innamori della principessa… le immagini che la rappresentano sono fantastiche… e le parole che scrive ti penetrano nel cuore… nasce una passione.. alimentata con parole di fuoco… la relazione è fatta di lunghe chiacchierata in chat.. (skype msn e FB).. che durano tutta la notte.. fino alle prime ore del giorno… poche ore di sonno.. e poi a lavoro.. è dura in quelle condizioni… stanchezza.. sonnollenza.. ma la sera… si ricomincia … una droga.. la cerchi… nei messaggi.. nei link.. diventa una vera ossessione.. e quando no la trovi.. immagini che stia chattando con un altro .. qundi scatta la gelosia… è terribile.. vivere un amore virtuale.. fatto di parole … parole e parole… davanti ad un monitor…. grazie…
@Angiolieri.. bell’immagine dei calli..
la tua analisi…triste ma le vera.
se penso a quando scendevamo dal tabaccaio per comprare una carta adatta ad incorniciare le nostre parole….da spedire a qualcuno, aspettando i giorni nella speranza di una risposta..mi sento lontano, da tutto….
Il massimo che si rischiava era un callo alle mani per lo scriver troppo….
notte.
Chi non trova il modus lo cerca, o chiede ajuto per trovarlo. Ma tutto è nel “modus”, non nella “rebus”…
@Bravo Beer e chi non trova il modus? Che fa? si scrive una poesia?
ti sorrido con immensa simpatia
Molto semplicemente, per internet vale il precetto che vale per il cibo, per il vino, per qualunque attività della vita: “est modus in rebus, sunt certi denique fines quos ultra citraque nequit consistere rectum”, che mi pare risalga alle satire di Orazio , che non era un sociologo, uno psicologo, ma solo (si fa per dire) un poeta.
@Cara Marina troverai sicuramente siti di aiuto specifico per la dipendenza da internet! Vai al servizio tossico dipendenze della tua città! Li ti saranno d’aiuto auguri tanti
Salve. Ho assoluto bisogno di aiuto e mi è parso che questo sito, con il riferimento alla dipendenza da internet, possa offrirmi qualche risposta. Mio marito, in un momento delicato della sua vita, in procinto di affrontare un intervento al cuore, si è isolato da me e ha cominciato compulsivamente a chattare finchè ha incontrato una donna, alla quale si è presentato sotto mentite spoglie, scrivendo d’essere single, sdoppiando la sua personalità, e inventandosi un linguaggio che non gli appartiene. Infine, sotto una forte spinta compulsiva, si è recato più volte nella città di questa sconosciuta, all’estero, instaurando anche una relazione fisica e tornando poi a casa con la certezza di aver trovato il grande amore. Mi ha lasciata di punto in bianco e, nel frattempo, ha quasi del tutto smesso di mangiare e di lavorare. Io non so più cosa fare. Ho chiesto aiuto al suo cardiologo (nel frattempo mio marito si è operato) ma, a parte l’effetto di alcuni farmaci che ancora assume e che sono dopanti, non ha saputo cosa dirmi. Ho chiesto aiuto ad una psicologa amica ma non mi ha capita. La mia vita è devastata e gli amici non sanno aiutarmi. Mi trovo costretta a rivolgermi anche a questo sito per un sostegno che diversamente non trovo. Sono in piena angoscia. Grazie per l’attenzione marina f
Buonasera Amenya , intanto grazie per la risposta,quanto ci stò ,be diciamo che la sera il mio tempo libero lo dedico tutto al pc,rubando anche qualche ora al sonno ,ma non mi stanca anzi lo trovo piacevole ,riconosco che non leggo più ,cosa che era il mio piacevole passatampo di prima ,ora compro i libri e li impilo nella speranza di trovare il tempo.. Ciao Cara ne aprofitto per farti gli auguri di una serena Pasqua.
@Selvaggia, direi che come per altra dipendenza i criteri diagnostici si basano sulla frequenza e sulla tolleranza. Quanto spesso? E la quantità di tempo trascorso al pc tende ad aumentare? Se non lo fai senti che ti manca fortemente?
ci sono test in rete che puoi fare per avere una idea.
si può parlare di dipendenza quando ci si mette al computer è si fà le ore piccoli senza accorgesene? mi piacerebbe una risposta grazie alla padrona di casa…
@Vero James…il CB era un precursore…grazie che ce l’hai ricordato..ma chissà perché mi sembrava meno ‘pericoloso’…
Credo che la dipendenza da internet trovi terreno fertile su quei ragazzi e non, che nascondono e spesso molto bene, problemi di socializzazione, di adattamento, di sofferenza.
Molto tempo fa esisteva il “baracchino”. bastava fare il corso della Scuola Elettra ( non on line, ma per corrispondenza!) e diventavi amico di un sacco di gente che stava lì con te sino a notte fonda.
Si utilizzava anche per segnalare gravi situazioni di pericolo come ad esempio il terremoto.
Anche allora c’erano i CB dipendenti, ma nessuno si preoccupava per questo, solamente la polizia perchè esisteva una norma che ne impediva l’utilizzo.
Tutto sommato anche quello era un cyberspazio!!!! Pensa che c’era anche il caro Arnoldo Foà, sai che sfizio la sua voce….
Buona notte!!!
mr
@Daniele ci sono dei test in rete…
mah..onestamente credo di avere questa dipendenza..chissà come è possibile capirlo con certezza.
@Aleph accolgo il tuo dolore… certo che c’è rimedio. Quando la sofferenza è atroce si cerca di anestetizzarla. Ma non è una soluzione aggrapparsi. Per mia esperienza più si cerca di fuggire dal dolore più risalta fuori amplificato…occorre il coraggio di attraversare il dolore, solo così si può rinascere…più fuggi più cadi nel baratro
Sto diventando dipendente da internet perché non riesco ad elaborare il “lutto” dell’abbandono della persona amata. Mi manca tantissimo. Mi sento un po’ come un drogato che sprofonda anche nei siti porno. C’è un rimedio?
non gradisco i vincoli in generale a maggior ragione quelli che toccano le opinioni.
cmq mi dispiace constatare un eccesso di avversione alla socializzazione nel mondo virtuale. ci sono aspetti positivi che vengono sottovalutati e risvolti negativi troppo enfatizzati. io ho tratto un certo beneficio dallo chattare con persone completamente sconosciute. con loro ho conversato in un modo che non sarebbe stato possibile con le persone del mondo reale.
@Paol …eh??????????????????il tuo commento non l’ho capito…cosa volevi dire?