IDENTIKIT

GRAZIE PER LE VOSTRE NUMEROSE LETTERE INVIATE E CHE

CONTINUERO’ A

LEGGERE! DI SEGUITO ESTRAPOLATI I

COMPORTAMENTI E TRATTI TIPICI DI CHI INSTAURA RELAZIONI DI

DIPENDENZA AFFETTIVA

amoredisperato

  • INSODDISFAZIONE PERENNE
  • MANCANZA DI ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ PER SE STESSI E LE PROPRIE AZIONI
  • SFIDUCIA NELL’ALTRO, NEL MONDO
  • ATTRAZIONE PER LE SFIDE IMPOSSBILI
  • INTERESSE PER PERSONE DISTANZIANTI, EMOTIVAMENTE FREDDE E ANAFFETTIVE, GIA’ IMPEGNATE SENTIMENTALMENTE
  • BISOGNO DI SALVARE, AGGIUSTARE, MODIFICARE IL PARTNER

  • PENSIERO OSSESSIVO E RICORRENTE SULL’ALTRO
  • BISOGNO DI RIVALSA
  • BISOGNO DI VENDETTA
  • BISOGNO DI VINCERE CONTRO L’ALTRO
  • AMBIVALENZA SENTIMENTALE ODIO E AMORE SI ALTERNANO
  • IDEALIZZAZIONE E DEMONIZZAZIONE L’ALTRO E’ VISTO COME ASSOLUTAMENTE BUONO O TOTALMENTE CRUDELE
  • DIFFICOLTA’ A VIVERE MEZZE MISURE, IL MONDO E’ PERCEPITO IN TERMINI ASSOLUTISTICI
  • VITTIMISMO
  • BISOGNO DI ESSERE RISARCITI, RICOMPENSATI
  • PRETENZIOSITA’
  • PENSIERO IRRAZIONALE : “SE SOLO LUI/LEI…”
  • PERSECUZIONE DELL’OGGETTO AMATO, A VOLTE STALKING
  • INVASIONE DEI CONFINI DELL’ALTRO, E IL LASCIARSI INVADERE VIENE VISSUTO COME UN FATTO NORMALE E DI ROUTINE
  • SENSO DI INADEGUATEZZA NASCOSTO CON PUNTE DI ESTREMO EGOTISMO
  • SENSO DI VUOTO E INCOMPLETEZZA, INCOLMABILI
  • SENSO DI NOSTALGIA STRUGGENTE E INSPIEGABILE
  • BISOGNO DI SOFFRIRE E DI PUNIRE SE STESSI
  • TERRORE DELL’INTIMITA’
  • ECCESSO NEL DARE, E IN CIO’ NON VEDERE IL REALE BISOGNO DELL’ALTRO
  • ECCESSO NELLA RICHIESTA, PRETESA
  • IPERCRITICISMO NEI CONFRONTI DEL PARTNER CHE NON ARRIVA MAI A SODDISFARE IL BISOGNO
  • ACCUSE E LAMENTELE CONTINUE
  • INCAPACITA’ DI PRENDERSI CURA REALMENTE DI SE STESSI, DELL’ALTRO
  • ASSENZA TOTALE DI AUTOSTIMA, MASCHERATA A VOLTE DA UN COMPORTAMENTO EGOICO ECCESSIVO
  • SENSO DI COLPA PROFONDO
  • INCOLPARE DI CONTINUO L’ALTRO
  • IPERCRITICISMO VERSO SE STESSI O MANCANZA TOTALE DI AUTOCRITICA VERA
  • CECITA’ E MANCANZA DI OBIETTIVITA’
  • MANCATO RICONOSCIMENTO DELLA POSITIVITA’
  • FRUSTRAZIONE PERENNE
  • L’ALTRO E’ VISTO COME SBAGLIATO, IN REALTA’ FORTE SENSO DI INADEGUATEZZA E INCAPACITA’
  • GELOSIA ECCESSIVA E MORBOSA
  • INVIDIA PER LA PRESUNTA FELICITA’ DEL PARTNER
  • AUTOREFERENZIALITA’ O TOTALE SPOSTAMENTO SULL’ALTRO
  • PENSIERO DICOTOMICO
  • ATTITUDINE COLPEVOLIZZANTE E INDAGATORIA
  • LA SOLUZIONE DEI PROPRI PROBLEMI E’ ATTESA, PRETESA DAGLI ALTRI
  • BISOGNO DI CONTROLLARE L’ALTRO
  • FAMIGLIA CON DISTORSIONI AFFETTIVE, O MODALITA’ FAGOCITANTI O ANAFFETTIVITA’ DI UNO O ENTRAMBI I GENITORI
  • MANCATO CONTENIMENTO DELLE EMOZIONI DA PARTE DEL GENITORE CHE ACCUDIVA
  • TRASCURATEZZA AFFETTIVA
  • QUALCUNO ALCOLISTA IN FAMIGLIA
  • TERRORE DI ESSERE ABBANDONATO, RIFIUTATO
  • INSICUREZZA ESTREMA, MASCHERATA CON ARROGANZA
  • INCAPACITA’ DI DECISIONI AUTONOME
  • PAURA DELLA VITA
  • ANSIA, FOBIE
  • AUTOLESIONISMO, MASOCHISMO PSICOLOGICO
  • COMPRESENZA DI ALTRE DIPENDENZE (vedi elenco in questo blog sotto New Addictions) PIU’ EVIDENTI, COME DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE, ANORESSIA, BULIMIA, OBESITA’ DA ALIMENTAZIONE O ABBUFFATE OSSESSIVO-COMPULSIVE (BED), DIPENDENZA DA COMPORTAMENTI SESSUALI ESTREMI, PERFEZIONISMO, INTERNET, LAVORO, ACQUISTI COMPULSIVI
  • POSSONO ESSERE PRESENTI DEPRESSIONE, ATTACCHI DI PANICO, MANIA
  • INCAPACITA’ DI RICONOSCERE E ASCOLTARE IL VERO BISOGNO DELL’ALTRO
  • INTENTO RIPARATORIO DI UN PASSATO INFELICE, HYBRIS TRACOTANZA INGENUA DI SFIDA, ‘VINCERO’!’
  • PRETESA CHE L’ALTRO SIA PRESENTE, INCAPACITA’ DI ESSERE PRESENTI, PER SE’, PER L’ALTRO
  • INSEGUIMENTO O FUGA, INCAPACITA’ DI STARE NELLA RELAZIONE IN MODO APERTO, SERENO, EQUILIBRATO
  • RICERCA DI PICCHI DI TENSIONE
  • PIACERE SOLO IN SITUAZIONI DI RIAPPACIFICAZIONE CHE SEGUE UN’ESCALATION DI ASSENZA, RIFIUTO, ABBANDONO. IL RICONGIUNGIMENTO DONA ILLUSIONE DI VITTORIA, MOMENTANEA
  • BISOGNO DI CONFERME E RASSICURAZIONI CONTINUE, CHE NON BASTANO MAI
  • RICHIESTA ALL’ALTRO DI COMPORTAMENTI CHE PER PRIMI NON SI ATTUANO
  • SENSO DI URGENZA, DI ALLARME: CHE IL MONDO SI ATTIVI PER RISOLVERE I PROPRI PROBLEMI VISTI COME UNICI AL MONDO
  • ILLUSIONE DI POTER COMPRARE LA SOLUZIONE DEI PROPRI PROBLEMI CHE DEVE ESSERE INDOLORE, RAPIDA . MEGLIO SE GRATUITA

Se qualcuno si riconosce in qualche o molti dei descrittori soprariportati non significa indice di patologia, ma di una modalità relazionale dolorosa, distorta e disfunzonale. Prenderne atto è il primo passo per poter riconoscere lo schema, prima di attuarlo. Con la consapevolezza inizia il viaggio di conoscenza di sé. Il secondo passo è quello di imparare a tornare a se stessi con amore per sé, così il condividere potrà prendere il posto del pretendere. Il senso di vuoto può essere colmato solo dal di dentro. Qualsiasi sostanza o persona usata per colmare il senso di infelicità creerà sempre e soltanto ILLUSIONE.

Ameya G. Canovi

51 commenti su “IDENTIKIT”

  1. Salve Ameya, sto pulciando da un po' il tuo blog in ricerca di risposte e lo trovo interessantissimo, con punti di vista originali e sinceri rispetto al solito modo di descrivere la dipendenza affettiva.
    Vengo al punto e ti confesso che spero in una tua risposta perché ho bisogno di aiuto per sbrogliare un po' di dubbi che mi girano per testa, o almeno uno spunto di riflessione.
    Sono un ragazzo di 27 anni e ho da poco terminato, per sfinimento e disamore, una relazione con una dipendente affettiva conclamata. E' durata due anni, ma  per me è stato claustrofobico, mi sembra ingeneroso dirlo, cattivo, ma raramente mi sono sentito così male con una donna. Ferito, paradossalmente. Non ho alcun dubbio sulla decisione presa, ma c'è una parte di me che si sente in colpa.

    E' stato un continuo di colpevolizzazioni, a volte palesi (vittimismo), altre implicite o che almeno io ho avvertito come tali. Sto cercando di essere il più oggettivo possibile, anche di mettere in discussione la giustezza di sensazioni che però ho avvertito con forza,  preso da uno strano desiderio di fuga. Ho avvertito come un tentativo di bloccare la mia vita, fermarla proprio intendo: la nostra storia è diventata all'improvviso un suo pretendere continua presenza, senza spazi propri, mi sono sentito come fagocitato. Come se facesse resistenza passiva ad ogni variazione della quotidianità o evoluzione del rapporto. Come se si cercasse di far saltare i confini tra me e lei, tra due persone, e dovessi diventare come voleva lei. Cercava di correggere il mio modo di esprimermi, i miei comportamenti, il modo in cui gestivo la mia giornata, i rapporti lavorativi. Per ogni cosa mi ritrovavo i suoi consigli, dopo un po' ho cominciato a realizzare che fossero non richiesti. Inferferiva nei miei rapporti con gli amici, erano liti continue o musi lunghi anche solo per una partita di calcetto e dopo un po' mi sono ritrovato a dover difendere addirittura il mio migliore amico da suoi giudizi secondo me abbastanza trancianti.

    Sapeva essere dolcissima, non lo nego, ma non so perché ma dopo un po' ho avvertito come sgradevoli queste sue attenzioni, non sapevo più neanche se certe cose le desiderassi io o mi fossero quasi imposte. Soprattutto mi sembrava di essere continuamente messo in discussione. Io non sono certo uno stinco di santo, ho tutti i miei difetti e sono tanti, però proprio per questo non dico agli altri come comportarsi. Col tempo ho cominciato a non sentirmi amato, come neanche visto nella mia individualità, ma di essere usato, per riempire un vuoto, non so. A volte sono stato crudele, mi sono comportato male, lo ammetto, ma non so perché non riuscivo ad evitarlo, mi saliva rabbia da dentro, era più forte di me. Durante i litigi lei piangeva disperata, implorava, e io mi sentivo insensibile a trattarla così, ma contemporanamente avvertivo come la sensazione di subire una violenza sottointesa. Io quello cattivo, un ruolo attribuitomi, ma poi reale? L'amore è andato via e nel tempo è stato sostiuito ad insofferenza, fastidio, desiderio di fuga. Sono fuggito.

    Sono uscito da questa relazione e finalmente respiro, però mi è rimasto un fondo di sensi di colpa che vorrei chiarirmi. Mi sto informando un po' in giro e credo di aver capito che le dipendenti affettive in realtà non amano, anche se ne sono fermamente convinte, non riescono neanche a vedere il compagno nella sua alterità e soprattutto rispettarla. In realtà la loro disponibilità e dolcezza è funzionale per il soddisfacimento dei propri bisogni, come un copione, una recita dell'amore per avere qualcosa in cambio.  Spero di aver capito bene il quadro e di non essere stato troppo distruttivo.

    La domanda che vorrei farti è se donne così, così sorde alle esigenze altrui, possono davvero essere definite empatiche o anche. Me lo chiedo perché l'accusa continua era che fossi insensibile.

    Ti ringrazio per un'eventuale risposta
    Ciao
    Roberto

  2. Ho trovato questo blog tramite google, quando mi sono messo a cercare le parole chiave della dipendenza affettiva..è da poco che ho cominciato a riconoscere il problema..forse quello che me lo fa riconoscere è il mio orgoglio che per quanto io possa soffrire è sempre stato testardo e non è mai morto..la mia è una situazione particolare, credo di avere questa dipendenza in parte per mia colpa in parte per cause di forza maggiore…sono in un paese straniero, vivo insieme al mio ragazzo conosciuto qui, per il quale ho scelto mesi fa di buttare all'aria il mio biglietto di ritorno per l'italia..avendo dovuto il permesso di soggiorno la cui mancanza non mi permette di fare niente (finalmente a luglio ce l'ho e inizio a studiare la lingua e a cercare un lavoro, dunque inizio ad avere le mie cose)e questo credo mi abbia portto a dipendre da lui perchè è l'unica persona che conosco qui oltre ai suoi amici..mi sono riconosciuto in molte delle cose scritte nel blog su questo argomento e ho fatto 119 al test della dipendenza affettiva. il punto è che io non voglio essere così, io voglio stare meglio, voglio amarmi di più e amare il mio partner in maniera più sana..perchè se devo amare per io stesso stare male non va..arrivo finalmente al punto….che cosa si può iniziare a fare per uscire da questa dipendenza senza mollarlo?a livello pratico che posso fare per ritrovare me stesso?Sperando di ricevere alcuni consigli e ulteriori spunti di riflessione auguro a tutti quelli che hanno questo problema come me di avere la forza per riuscire a ritrovare se stessi come io sto cercando di fare…

  3. Interessanti anche le tue risposte Ameya…avessi solo più tempo!
    Ho letto il commento 17 e lo incollo per non affaticare nessuno:

    “#17
    Non esageriamo
    Dici:
    “Qualsiasi sostanza o persona usata per colmare il senso di infelicità creerà sempre e soltanto ILLUSIONE.”

    Un buon bicchiere di vino non risolve, ma a volte aiuta, una sigaretta può servire a distaccarsi da un problema, un po’ di sano sesso fa star meglio.
    Insomma le droghe e le persone possono anche aiutare, ma non si deve pensare che siano La Soluzione. e poi perchè mai ci dovrebbe essere una soluzione alla vita?”

    In poche parole anche io la vedo come te Ameya, ma la dico a modo mio: non é esagerato ciò che dici, anzi, è giusto. Chi beve o fa uso di altre sostanze e dice che al momento fa bene, ha anche ragione, se sottolineiamo “al momento”.
    Una patologia o qualcosa di simile è composta da una fila di sintomi, e qui penso sempre al paragone dell’influenza: abbiamo la tosse, la febbre, il raffreddore. Curiamo un sintomo, prendi il raffreddore, ma non curiamo e guariamo dall’influenza, giusto? Spero di farmi capire, e di non uscire fuori tema.
    Facendo l’esempio dell’alcool, scritto nel #17, posso solo dire che bevendo mettiamo momentaneamente un cerotto su una ferita, una delle tante, che non guariamo, ma alleviamo per un breve momento (poi l’alcool é un deprimente, non vado oltre).
    Io ho ripreso a fumare, ma solo se esco…riconosco una dipendenza che avevo perso e ripreso, ma non la giustifico, anzi.
    Scusa se mi permetto di commentare un tuo commentatore, ma sono in disaccordo con il #17, quando dice che alcool e sesso aiutano a stare bene, mentre non ha capito che il nocciolo del problema è un altro…
    Non si parla di soluzione alla vita…ma ai problemi! Mi pare di essere nel blog giusto no? Non parli di cose superficiali e non fai gossip…;)
    Credere di risolvere certi problemi come dice questa persona è illudersi e riempirsi di mille cerottini…
    Eccome se esiste una soluzione per i problemi…se no non sarebbero tali.
    Scusa l’intrusione, fermami se esagero. Scrivo troppo, e volevo lasciare la mia opinione…
    Ciao (sto recuperando per tutti i commenti non scritti ;P).
    Nadia

  4. Beh dico, con un elenco di sintomi del genere, esiste un qualcuno che non si riconosca “dipendente affettivo”? 🙂

    attenzione all’ipocondria affettiva veh, che può risultar essere non meno devastante del disturbo vero e proprio.

    Un sorrisone.

  5. Un po’ preso dal lavoro non ho trovato tempo di rispondere. Credo che siamo abbastanza vicini nel modo di vedere e le differenze siano più di terminologia che di sostanza. Comunque volevo evidenziare la mia sensazione che ciò che dà dipendenza non necessariamente va demonizzato, purchè si riesca a vivere in modo equilibrato.
    un saluto

  6. Credo che la dipendenza sia un problema serio solo nei casi patologici, ma la normale dipendenza per amore, che fa stare anche molto male, ci rende giovani (lo diceva Kafka). Che sia tormento o doloroso piacere, croce o delizia, la dipendenza esiste, la si vive e qualcuno crea anche delle opere d’arte. (Comunque, quello che scrivi mi è molto utile e spesso lo conservo in un file tutto per te.) Grazie

  7. @grazie Titti, anche io uso il mio blog per conoscermi meglio 🙂
    sono grata a tutti coloro che passano di qui o in pvt e lasciano un po’ di anima, grazie di cuore!

  8. per tutti, se può essere di aiuto.

    C.P.Estés “Il giardiniere dell’anima”, Frassinelli
    pag 98 e seguenti

    “…quel che sembrava morto non è più morto, quel che pareva perduto non è più perduto, quel che taluni hanno dichiarato impossibile è reso chiaramente possibile, e la terra che pareva incolta stava soltanto riposando…”

    Una preghiera

    Rifiutati di cadere.
    Se non puoi rifiutarti di cadere,
    rifiutati di restare a terra.
    Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
    leva il tuo cuore verso il cielo
    e come un accattone affamato,
    chiedi che venga riempito,
    e sarà riempito.
    Puoi essere spinto giù.
    Ti può essere impedito di risollevarti.
    Ma nessuno può impedirti
    di levare il tuo cuore
    verso il cielo-
    soltanto tu.
    E’ nel pieno della sofferenza
    che tanto si fa chiaro.
    Colui che dice che nulla di buono
    da ciò venne,
    ancora non ascolta….

    un abbraccio ad ameya e tutta la sua energia che mette a nostra disposizione..

  9. Grazie Ameya per le tue risposte.. soprattutto mi hanno aiutato a capire me stessa ed alcuni dubbi che mi erano sorti in questi giorni. Sto usando il tuo blog e la tua disponibilità per conoscermi meglio, ti ringrazio.
    In pvt.

  10. Bé, certo che non riconoscersi in nemmeno uno di questi segni è davvero difficile! eheheh 😀
    Diciamo che credo che almeno alcuni di questi segnali non siano imputabili esclusivamente ad una dipendenza, ma certamente diversi di essi assieme dovrebbero suonare come campanello d’allarme 😉

    Sai, sono felice di aver visto come è cresciuto il tuo blog in questi… 15 mesi? 🙂 Visite a parte, che comunque sono molte, è diventato molto conosciuto. All’inizio ero io a consigliarlo ogni qualvolta qualcuno andava sull’argomento “dipendenza”, ma adesso capita che siano altri utenti a segnalarmelo 😀 al che io rispondo flemmaticamente “si, si, lo conosco…” eheheh 😉

    Un caro saluto e un complimento per il lavoro svolto 😉

  11. @le persone che rispondono sempre no non sono mostri ma ugualmente hanno rapporti disfunzionali, caratterizzandosi come anti-dipendenti..bisognosi di qualcuno che li adori per poter recitare il loro copione di fuga…non ho capito dove vorresti arrivare?

  12. ho fatto il test. mi è difficile pensare che ci siano persone che totalizzino il minimo e che rispondano sempre “mai” a tutte le questioni. sono “mostri”…? comunque sono a 52. un abbraccio. (vorrei arrivarci..)

  13. Blog interessante.
    In questo periodo sono in conflitto con il passato ed il presente.
    Con la solitudine e la ripetitivita’…
    Leggero’ con attenzione tutto.
    Mi interassa.
    Buona serata
    Vicky

  14. complimenti per questo blog!
    che bella domanda: amore o dipendenza affettiva? bisogna chiederselo ogni giorno. La seconda è una gabbia, perversa e dolce allo stesso tempo…Un pezzo di torta avvelenato… Un’illusione che porta al delirio, alla morte dell’anima.

  15. come da te consigliatomi ho voluto fare un giro nel tuo blog…Ho notato anche l’appello per la storia di cui sei alla ricerca…Io ho una quasi non-storia. Da come ne parlo nel mio blog sembrano le cretinate di un’adolescente stupida e illusa, lo so. O di una stalker, come mi han definita una volta. Ma non sono nè l’una nè l’altra cosa. è proprio come descrivi nel tuo ultimo post. C’è qualcosa tra me e l’altro, che non va. Ti ringrazio del commento;-)

  16. Molto interessante, complimenti per le tue ricerche. Naturalmente non ho resistito e sono andata subito a fare il test (non avrò dipendenze affettive, per ora, ma una iresistibile attrazione per i test psicologici ce l’ho di sicuro…)
    A volte ho la sensazione che si sia tutti un po’ groviere, ognuno in modo diverso, con motivazioni e manifestazioni differenti, e trovo davvero fondamentale quello che dici, cioè che la cosa più importante è acquisire la consapevolezza di sé, dei propri “buchi”, in modo da poter scendere a patti con se stessi e… vivere. Per se stessi, ma anche per quelli che verranno da noi, dopo di noi (ho letto il bellissimo post che hai dedicato a Irene: auguri in ritardo!).

  17. …più che di “gelosia eccessiva o morbosa” parlerei di vera e propria gelosia possessiva. Anzi, in alcuni casi, si potrebbe parlare anche di “sindrome di Otello”.

    O.

  18. penso che ognuno di noi possa riconoscersi in alcune di queste frasi, ma è assolutamente normale, siamo tutti un po’ paurosi, dubbiosi, e soprattutto bisognosi di affetto.
    Un saluto, è un po’ che non ti leggevo

  19. Una vera sfilza di “orrori” che nulla dovrebbero avere a che fare con l’amore. Ma poi, cos’è veramente l’amore?
    Qualcosa che non contempli nemmeno una di queste motivazioni?
    Ma allora perché non stilare anche un compendio di tutto ciò che si può considerare come “vero” amore?
    Ma non è possibile farlo. Perché non esiste una definizione univoca e neanche approssimativa dell’amore e, quindi, non è possbile includere o escludere nulla, neanche una o più voci qui sopra elencate.
    Eh si perché l’amore viene vissuta da ognuno di noi in maniera completamente autonoma e diversa da qualsiasi altra persona. Ci sono condizioni e/o situazioni sopra elencate che oggettivamente possono essere negative ed anche psicotiche, ma quando vengono messe in trelazione ad un’altro soggetto che potrebbe avere la situazione inversa si crea una sorta di annullamento o compensazione che rende il raporto veramente stabile per entrambi.
    Chi di noi non ha conosciuto persone che, vivendo un rapporto di coppia affiatatissimo ed essendo innamoratissime, nel mopmento che si trovano divise per qualsivoglia motivo si comportano stranamente, a volte anche al limite della paranoia o della psicosi?
    E’ normale? Non è normale?
    Ma poi cos’è la normalità?
    Non si può ragionare per assoluti nei rapporti umani ed anche nell’amore. Ogni caso va considerato a sé stante e il generalizzare, oltre ad essere incocludente, può anche essere pericoloso.

  20. Quante persone purtroppo vivono l’amore in questo modo, come una sorta di riempimento di un vuoto interiore.Ma purtroppo queste persone, fragili insicure, dipendenti difficilmente troveranno risposte anche una volta raggiunti determinati obbiettivi.La risposta penso dovrebbe essere: cominciare a lavorare sul proprio “IO”.

  21. @Kayser non sono d’accordo. Un conto è godere e fruire della vita, un conto è riempire un buco di cui si è inconsapevoli con Altro. La differenza sta nell’attitudine, poiché se usi qualcosa di esterno per riempire, presto la dose non basta..te ne accorgi da quello. Dal bisogno di sempre più…io quando fumavo ed ero dipendente dalla nicotina avevo la percezione che avrei potuto fumare di continuo e nessuna sigaretta mi bastava mai…la dipendenza si misura proprio dal bisogno di dosi sempre maggiori.

  22. Non esageriamo
    Dici:
    “Qualsiasi sostanza o persona usata per colmare il senso di infelicità creerà sempre e soltanto ILLUSIONE.”

    Un buon bicchiere di vino non risolve, ma a volte aiuta, una sigaretta può servire a distaccarsi da un problema, un po’ di sano sesso fa star meglio.

    Insomma le droghe e le persone possono anche aiutare, ma non si deve pensare che siano La Soluzione. e poi perchè mai ci dovrebbe essere una soluzione alla vita?

  23. @Cara Roby hai letto bene questo post? hai letto l’ultma frase?
    il dipendente affetttivo vuole una soluzione, dagli altri, e possibilmente gratis, e veloce. Se leggi con attenzione il mio blog comprendi che la soluzione sta intanto nel FERMARSI a capire cosa accade, dargli un nome e stare in quello spazio vuoto da cui il dipendete vuole fuggire…la soluzione viene sempre e solo da noi stessi. Buona lettura!

  24. ti dico la mia storia..il mio ex,che mi ha lasciato un anno fa,è il mio vicino d’appartamento,e io sono qui immobile.spio le sue uscite i suoi rientri.qualche mese fa ho provato a frequentare un’altro,quando lui mi ha visto è tornato a cercarmi,al mio rifiuto ha messo il cartello vendesi alla sua casa,poi mi ha confessato che lo ha fatto x ferirmi.dopo aver passato qualche notte con lui,ha cominciato a frequentare un’altra e mi ha detto che gli dispiaceva che mi fossi illusa.sono successe altre cose e ora non riesco a frequentare nessuno e anche lui credo non frequenti più nessuno.sono qui,e aspetto,non so neanch’io cosa.non vivo più.come posso uscirne?spero di trovare qui da te un’aiuto.grazie x ciò che scrivi,è molto interessante,un saluto.roby