SOLITUDINE

solitudine neveLe feste natalizie non sono sempre allegre per tutti. Sono giorni in cui chi è solo si sente ancora più solo, si pensa a chi non c’è più, ci si può sentire esclusi dalla festa, alla finestra a guardare il mondo che celebra. La sensazione di estraniazione può essere molto dolorosa, soprattutto se ci si paragona a chi ha affetti, famiglia, bambini, calore intorno. E’ possibile avvertire un senso di irrealtà, artificialità. I messaggi sociali sul Natale sono molti forti, c’è un invito al consumismo, all’acquistare, al cibarsi smodatamente. Per chi ha perso qualcuno il Natale può essere atroce. Chi soffre di un disturbo alimentare può arrivare a detestare questo periodo dell’anno dove il problema del cibo esplode. Il carrozzone natalizio trascina con sé ed è difficile non salirvi per la maggior parte delle persone. Molti sono felici di partecipare a questo rituale collettivo. In base all’ideologia personale, il Natale assume un significato religioso o laico ma non lascia nessuno indifferente. Esso accuisce le credenze e talvolta le sofferenze. Difficile non cadere nell’amarezza del clima post natalizio, dove gli addobbi poco prima avevano un significato festoso e perdono rapidamente il loro sfavillante senso. Alcuni si sentono sollevati il giorno dopo, come aver assolto ad un dovere, o un rito di passaggio obbligato. Una sorta di malinconia assale chi ha genitori anziani o persone ammalate in famiglia, si pensa al Natale futuro, quando intorno alla tavola inziano a mancare persone care. La continuità della vita riassorbe tutti in breve tempo. Per poter assaporare il calore della convivialità e degli incontri familiari occorre saper danzare il distacco, sapendo che l’esistenza  porta alla vicinanza ma che si torna sempre a se stessi. Se si coltiva la dimensione interiore di pienezza allora si può rientrare dentro, togliere gli addobbi, spegnere le luci e le candele, e non si avvertirà il vuoto, ma il silenzio pieno del sapere stare con se stessi.

 

Ameya

82 commenti su “SOLITUDINE”

  1. Ho provato le sensazioni che hai descritto, ho provato a fingere di essere “a mio agio”, unica soluzione: provare a uscire dalla solitudine con le proprie forze e con l’appoggio delle persone più care…ora è tutto diverso e non c’è cosa che mi renda più felice.

  2. L’anno nuovo é iniziato. Ma c’é ancora una cosa da fare: si devono ringraziare le persone che hanno reso felice lo scorso. Tu sei una di quelle! Grazie! Buon Anno!

  3. L’anno nuovo é iniziato. Ma c’é ancora una cosa da fare: si devono ringraziare le persone che hanno reso felice lo scorso. Tu sei una di quelle! Grazie! Buon Anno!

  4. Ho cominciato ad odiare il Natale e tutte le varie festività dopo la morte di mio padre. Con lui tutto sembrava magico e maledettamente importante,adesso invece mi ritrovo con una voragine al posto dello stomaco e un pezzo di ghiaccio al posto del cuore. Il Natale non ha senso se lo si vive con amarezza e profonda tristezza o se ci si riunisce solo perchè è festa. Queste dannate feste mi sbattono in faccia la cruda e amara realtà ed io non sopporto di dover fingere di essere allegra in un giorno che mi riporta indietro nel tempo e mi fa capire quanto vuoto ci sia in questo presente.
    E non parliamo dei dca..Io che ne soffro da ormai 5 anni,ho il terrore di dovermi sedere a tavola in quei giori e,adesso,mi ritrovo a ringraziare tutti i Santi di avere una famiglia composta solo da tre persone..
    Sarò disillusa,sarò troppo dura ma questo è quello che penso a riguardo di queste festività dove il buonismo spopola e il cibo sommerge le cucine italiane.
    Un abbraccio

  5. ciao ameya,certo che nn sbagli mai un argomento,ogni volta che ti leggo mi spavento sempre!!!scherzo nn è uno spavento è una cruda realtà!!ciao Ameya ti faccio gli auguri di un grandioso 2009 AUGURONI!!!!pier

  6. Cara Ameya, ti allego i miei auguri:
    Ciao, questo è un messaggio di auguri per il nuovo anno, spero vivamente che sia di buon auspicio, ti mando un piccolo estratto del mio post di domani: Questo paese ha venduto la sua varietà, la sua meravigliosa bastardaggine, il suo sangue di mille colori, in cambio del privilegio di sedere coi più forti, che forti non sono, sono soltanto più armati e disperati. Un paese che ha tutto, meno il pane della dignità e il vino della speranza. Un paese di governanti che odiano chi è più debole eppure è più vivo di loro, chi non ha potere eppure ha più futuro di loro. Di miserabili che non vogliono essere giudicati, ma sono già nell’inferno della storia.
    Sono convinto che questo paese guarirà, nonostante la teppa che lo tiene incatenato, e questo 2009 potrebbe essere di vera svolta!
    Buon anno
    Nino

  7. Bhè io spero che le feste finiscano in fretta e vorrei che non arrivassero mai…vivo da sola e non è una bella cosa soprattutto a 22 anni…ma comunque…auguro buone feste e una dolce giornata….
    PS: chi è che non è dipendente dell’amore?