AFFETTIVITA’, SESSUALITA’ E COMPORTAMENTI A RISCHIO NELL’ADOLESCENZA


 

AD

 

Le norme che regolano i comportamenti sociali, tra cui il comportamento affetivo-relazionale si modificano ed evolvono con le società. Ciò che un tempo era ritenuto tollerabile, come uno schiaffo dato a un bambino per punizione, ora viene esecrato dalla comunità, pronta a criticare il gesto, arrivando a denunciare ai servizi sociali, alle autorità comportamenti ritenuti, un tempo ‘educativi’, ora violenti.

Se osserviamo al di sopra dei giudizi morali o valoriali dicotomici 'giusto/sbagliato' lo stato dell'arte del clima emotivo inerente i rapporti affetivi e sessuali nella società contemporanea, senza addentrarsi nel merito delle varie ideologie, ma facendo una indagine sul campo emergono realtà interessanti.

Mutano i valori, le culture producono significati che cambiano con l’evoluzione dei tempi. E dentro vi sta pure la dimensione della sessualità. Se fino a 40 anni fa essa veniva DOPO un progetto affettivo, come coronamento di una relazione, ora la sessualità è vissuta socialmente anche come veicolo di conoscenza, comunicazione. E addirittura vengono sdoganati dalla TV, dal cinema,  anche modelli contrapposti come donne in carriera libere e spregiudicate, pronte e darsi in vari contesti ( si veda l'esempio del film Sex and the City). Si pone il problema se tali messaggi circolano perché corrispondono a una realtà o sono una proposta di nuovi modelli comportamentali? La natura di quanto viene diffuso è sia proposta che prodotto. Di questa doppia natura di quanto viene filtrato, incanalato, divulgato, distorto dai mezzi di divulgazione, bisogna essere a conoscenza.

Il messaggio dato dai media, a volte è contorto, fuorviante. “ I modelli relazionali proposti sono fuorvianti, stereotipati. Nei film vediamo sempre interagire il bel ragazzo, la bella ragazza. Cosa accade se nella realtà il ragazzo non corrisponde al modello proposto? Egli percepirà se stesso ugualmente candidato a quel tipo di relazione? O tale dinamiche sono riservate solo a certi giovani che hanno alcuni requisiti fisici, prestanza, bellezza e comportamentali, come la sicurezza, la spavalderia?” sostiene un genitore intervistatoa proposito.

Più volte nella serata viene ribadito l’importanza di considerare la relatività dei costumi, che si inseriscono in un’ottica evolutiva. E di ragionare con i figli partendo da questo.

Cos’è reale? Cos’è normale?

Fino a trent’anni fa l’omosessualità era considerata anche nelle comunità scientifiche, una malattia. Questo deve far riflettere sulla mutevolezza dei valori, sulla rapida e continua modificazione dei costumi, delle modalità di comunicazione, dei messaggi che vengono veicolati attraverso molteplici canali. Considerare anche l’affettività in quest’ottica permette di aiutare i giovani ad affrontare la società.

L’irrigidimento, la non conoscenza mette a repentaglio la vita dei giovani, se non vengono adeguatamente informati sul mondo. Le malattie a trasmissione sessuale ora sono più diffuse tra la comunità eterosessuale, mentre è stata fatta campagna sui rischi dei comportamenti promiscui tra tossici e le comunità omosessuali. Di fatto le statistiche parlano di una diminuzione delle malattie come HIV tra queste fasce di popolazione, mentre sono in aumento i dati riguardanti gli eterosessuali. Questo a causa di una cattiva informazione che annoverava le malattie sessuali solo come prerogativa di certe comunità, senza diffondere le informazioni sui rischi reali dei comportamenti irresponsabili.

Alla base di tale informazione mancata, vari fattori: le paure dei genitori, i tabù, la vergogna di affrontare certe tematiche che vengono ignorate, posticipate, delegate ad altre agenzie, o lasciate in mano al caso, agli amici. diamo la parola a un nonno:
“ Sono padre di figli molto grandi, e nonno di nipoti molto piccoli. Ho tuttavia lavorato a stretto contatto con una classe di terza media, per un progetto di scrittura. Ho riscontrato un livellamento delle conoscenze, dovuto a un passaparola tra amici, mentre c’è una carenza delle agenzie educative, loro sanno per sentito dire. L’evoluzione spesso mi sembra imposta dai media.  Mi permetto di dare un consiglio ai genitori. Non abbiate paura di affrontare qualsiasi argomento con in vostri figli. Parlate. Di tutto.”

Qualche genitore esprime con molta umiltà le proprie paure e perplessità nell’accompagnare i figli in questa delicata fase evolutiva. Il rito di passaggio che accompagna l’individuo dall’infanzia all’adolescenza è caratterizzata da una percezione diversa del proprio corpo, che viene sottratto alle cure materne ( si veda a proposito l’interessante testo di Gustavo Pietropolli-Charmet, “Fragile e spavaldo. Ritratto dell’adolescente di oggi” 2009, ed. Laterza).
Il corpo nell’infanzia appartiene alla madre. Con lo sviluppo si esce dal limbo dell’infanzia, l’età dell’identità certa, un bambino è un bambino.
Mentre un adolescente è una terra di mezzo, un qualcuno possibile. Perciò  essi pretendono di modificare il corpo per appropriarsene, con tatuaggi, tagli di capelli ribelli, abbigliamento scelto autonomamente. La costruzione dell'identità passa dapprima per il corpo, dalla dimensione percettiva, definire se stessi partendo dalla fisicità per passare al piano affettivo, emotivo, via via fino ad arrivare alle cognizioni e ai valori morali, spirituali.

È nella conoscenza di tutte queste dinamiche che il genitore può essere presente per supportare la crescita dei figli, senza dimenticarsi i propri valori di riferimento, ma tenendo ben presente anche i valori macrosociali in cui i figli sono inseriti, in modo tale che non ci sia una dissonanza dei messaggi, ma conoscenza degli uni e degli altri.

Dandogli strumenti per comprendere e leggere i vari linguaggi che lo circondano, l’adolescente diventerà un adulto consapevole in grado di evitare comportamenti a rischio, scegliendo di instaurare relazioni significative, improntate ai suoi valori di riferimento, e che non mettano a repentaglio la propria salute e quella altrui.

 

Ameya G. Canovi

18 commenti su “AFFETTIVITA’, SESSUALITA’ E COMPORTAMENTI A RISCHIO NELL’ADOLESCENZA”

  1. confesso di averlo dovuto rileggere un due-tre volte, ma direi che si stia parlando di "sessualità" o "affettività" non fisica ma connessa all'uso di internet, o no?e credo che di 'sti tempi sian un bel tema di cui parlare

  2.  Scegliendo d'instaurare relazioni significative improntate ai suoi valori di riferimento..In modo da non mettere a repentaglio la propria salute e quella altrui..Parole toccanti che decisamente inducono ad un'attenta riflessione.Posto che, abbiamo già detto che gli stessi canoni estetici di riferimento mutano nel tempo..Tant'è che una donna che poteva considerarsi decisamente piacevole tra gli anni 30/40, oggi sarebbe a dir poco "fuori tempo" fuori luogo se non considerata di cattivo gusto..Se tutto questo è vero per un verso, innegabile resterà il fatto che la bellezza resta pur sempre un parametro di riferimento personale che a volte subisce l'influenza del tempo..Basti pensare al fatto che, se ogni creatura rimanesse ancorata al parametro di bellezza di riferimento dei propri genitori che a loro volta avranno fatto la stessa cosa, ogni cosa sarebbe destinata a durare per sempre, nessun valore potrebbe considerarsi oggetto di modifica, ed inesorabilmente il progresso potrebbe tranquillamente considerarsi un pensiero"Morto"..A cosa servirebbe pensare del resto se tutto ciò che andava detto e capito è stato già vissuto, compreso e scritto da chi ci ha preceduto?A noi uomini del xxi sec che cosa resta se non emulare le gesta di chi ha avuto cervello di pensare e capacità di scoprire prima di noi?Pensate se  tutti i nostri predecessori avessero coniato un concetto simile , quale sarebbe stato il risultato?Ed allora, forse la risposta potrebbe identificarsi nella via di mezzo, perchè esiste sempre una via di mezzo, se solo fossimo capaci d'osservarla..Forse rimanere ancorati ad un concetto d'una realtà che non esiste più è il modo migliore per mettere a repetanglio il proprio stato di salute e di riflesso quello altrui..Perchè davvero non basta ignorare i problemi per risolverli in radice, perchè gli stessi valori nel tempo risultano oggetto di continue modifiche, la stessa chiesa ha dimostrato una maggiore tolleranza su tematiche un tempo considerate vere e propri tabù..Ed allora, possiamo veramente chiedere all'uomo di smettere di pensare ed accettare di vivere la vita nella pedissequa oservanza d'uno schema dogmatico? Oppure, inerorabilmente accettare l'idea che tutto può e deve essere conquistato a mezzo d'un continuo e sincero dialogo, ove la capacità di porsi quesiti è solo la consapevolezza di sentirsi ESSERE UNICI E VIVI, ma non per questo DIVERSI nè figli d'un Dio Minore

  3. Il sito dell'anonimo è questo, Ameya.http://psicologiaspirituale.splinder.com/basta cliccare sull'icona della casetta per arrivarci.Il tuo post è effettivamente molto ricco. Mi soffermerò solo su uno dei punti"I modelli relazionali proposti sono fuorvianti, stereotipati. Nei film vediamo sempre interagire il bel ragazzo, la bella ragazza"I modelli però mutano e sono diversi nelle diverse aree culturali.In uno dei miei racconti appare un personaggio (femminile) che oggi sarebbe considerato desiderabile, ma che, vivendo negli anni Trenta/Quaranta non corrisponde ai canoni estetici dell'epoca; il suo comportamento è alterato da questa consapevolezza.Bisognerebbe rendere consapevoli le persone (e soprattutto gli adolescenti, i più deboli e influenzabili) della storicità dei modelli. Come farlo è però un bell'enigma, dato che i modelli sono proposti in modo prepotente e spudorato dai media. D'altronde ci sono uomini e donne decisamente fuori standard per qualsiasi società; in questi casi accettarsi (fisicamente) è impossibile. Molti perciò reagiscono privilegiando al di là del ragionevole gli aspetti non fisici dell'esistere, senza sapere che, a volte, il loro stesso fisico potrebbe rivelare particolari e risorse impensabili, che potrebbero essere fonte di attrazione, anche erotica. Insomma, bisognerebbe aiutare le persone a creare il proprio modello e a proporlo all'esterno, a dispetto delle forze prevalenti che banalizzano il gusto.

  4. Il sito dell'anonimo è questo, Ameya.http://psicologiaspirituale.splinder.com/basta cliccare sull'icona della casetta per arrivarci.Il tuo post è effettivamente molto ricco. Mi soffermerò solo su uno dei punti"I modelli relazionali proposti sono fuorvianti, stereotipati. Nei film vediamo sempre interagire il bel ragazzo, la bella ragazza"I modelli però mutano e sono diversi nelle diverse aree culturali.In uno dei miei racconti appare un personaggio (femminile) che oggi sarebbe considerato desiderabile, ma che, vivendo negli anni Trenta/Quaranta non corrisponde ai canoni estetici dell'epoca; il suo comportamento è alterato da questa consapevolezza.Bisognerebbe rendere consapevoli le persone (e soprattutto gli adolescenti, i più deboli e influenzabili) della storicità dei modelli. Come farlo è però un bell'enigma, dato che i modelli sono proposti in modo prepotente e spudorato dai media. D'altronde ci sono uomini e donne decisamente fuori standard per qualsiasi società; in questi casi accettarsi (fisicamente) è impossibile. Molti perciò reagiscono privilegiando al di là del ragionevole gli aspetti non fisici dell'esistere, senza sapere che, a volte, il loro stesso fisico potrebbe rivelare particolari e risorse impensabili, che potrebbero essere fonte di attrazione, anche erotica. Insomma, bisognerebbe aiutare le persone a creare il proprio modello e a proporlo all'esterno, a dispetto delle forze prevalenti che banalizzano il gusto.

  5. Complimenti per il post, davvero molto bello, ben fatto e senza ipocrisie.Tempo fa, da parte sia di analisti che di educatori, il bisogno di contatto fisico (e addirittura visivo) era bandito e annoverato anch'esso tra i disturbi, mentre più tollerati erano atteggiamenti per così dire sociofobici (qui si tocca anche l'ideologia, ma è meglio lasciar perdere- lo stesso dicasi per i comportamenti patologici ormai appurati e conclamati).Sembra che le cose oggi siano fondamentalmente cambiate, o anche per questo tipo di bisogno si configura una qualche forma di dipendenza ? Sarebbe veramente interessante affrontare l'argomento alla luce delle nuove tecnologie, se non addirittura chiarificatore in modo definitivo, riguardo alla validità delle relazioni online.Ferme restando le sensibilità individuali e il rispetto per le stesse, nonchè le culture di appartenenza.La freddezza nelle relazioni persiste maggiormente nelle regioni del Nord Italia, mentre nel Sud Italia e nel Nord Europa il fenomeno è quasi totalmente assente, seppure con le dovute differenziazioni.Ti sarei grato se chiarissi questi miei dubbi, dato che sto già parecchio inguaiato(Adbeel-addicted).Ogni tentativo di fuga da questa blogger catastrofica e pericolosa risulta inutile, perchè lei è la padrona dei tramonti, delle distese marine, degli oblò delle lavatrici, dei crateri lunari, e di tutti i laghi

  6. Sulla formazione-educazione se ne sentono di cotte e di crude.Non conoscere il sesso ne conserva il mistero.La conoscenza ammazza il romanticismo.No, no, l'amore non può essere studiato, non può essere spiegato…Mah.Le credenze, le irrazionalità si sommano, si accatastano.Finiscono per soffocarlo o per rendere l'amore un tronco storto e sofferente, come se un germoglio o di faggio  sul quale, in tenera età si sia posato un pesante macigno, cresce di lato, diventa alberto, contorto e sofferto.Anche persone che non sono stupide ma che lo diventano (non so quanto consapevolmente) una volta soccombenti alle stupidate di origine religiosa, entrano nel pantando dell'eros_come_territorio_del_mistero (in realtà ignoranza).In effetti la spinta all'ignoranza ha quasi sempre base religiosa. La tendenza a degradare il sesso al livello biologico  di attività riproduttiva è comune alle religioni (della mano destra).Ecco la censura, l'omettere, la politica polare (succede molto di frequente nelle persone che vivono una trasgressione "antagonista"): reprimo per fomentare,  vieto per rendere interessante.L'ignoranza ortodossa ha spiegazioni sociologiche abbastanza evidenti.Persone eroticamente sane, sessualmente soddisfatte non le controlli, men che meno le sfrutti.I danni inculturali si perpetuano, l'ignoranza passa da gemnitori a figli e da questi ai nipoti e via…A questo corripondono anche le reazioni, l'erso fatto moda, consumismo, esibizione di immagine (spesso di gusto mediocre), la trasgressione antagonista, i movimenti gregari.L'eros, una volta di più, mappa fedele della società.L'educazione (spartana) al corpo sano, vivo, tempio dello spirito deficita o, addirittura, è tabù. L'ignoranza sessuale e i comportamenti grezzi, stupidi dell'eros, sono una fattispecie di un problema generale.

  7. Sulla formazione-educazione se ne sentono di cotte e di crude.Non conoscere il sesso ne conserva il mistero.La conoscenza ammazza il romanticismo.No, no, l'amore non può essere studiato, non può essere spiegato…Mah.Le credenze, le irrazionalità si sommano, si accatastano.Finiscono per soffocarlo o per rendere l'amore un tronco storto e sofferente, come se un germoglio o di faggio  sul quale, in tenera età si sia posato un pesante macigno, cresce di lato, diventa alberto, contorto e sofferto.Anche persone che non sono stupide ma che lo diventano (non so quanto consapevolmente) una volta soccombenti alle stupidate di origine religiosa, entrano nel pantando dell'eros_come_territorio_del_mistero (in realtà ignoranza).In effetti la spinta all'ignoranza ha quasi sempre base religiosa. La tendenza a degradare il sesso al livello biologico  di attività riproduttiva è comune alle religioni (della mano destra).Ecco la censura, l'omettere, la politica polare (succede molto di frequente nelle persone che vivono una trasgressione "antagonista"): reprimo per fomentare,  vieto per rendere interessante.L'ignoranza ortodossa ha spiegazioni sociologiche abbastanza evidenti.Persone eroticamente sane, sessualmente soddisfatte non le controlli, men che meno le sfrutti.I danni inculturali si perpetuano, l'ignoranza passa da gemnitori a figli e da questi ai nipoti e via…A questo corripondono anche le reazioni, l'erso fatto moda, consumismo, esibizione di immagine (spesso di gusto mediocre), la trasgressione antagonista, i movimenti gregari.L'eros, una volta di più, mappa fedele della società.L'educazione (spartana) al corpo sano, vivo, tempio dello spirito deficita o, addirittura, è tabù. L'ignoranza sessuale e i comportamenti grezzi, stupidi dell'eros, sono una fattispecie di un problema generale.

  8. La costruzione dell' identità avviene realmente a partire dalla consolidazione di una realtà plasmabile connessa all' autenticità diretta della dimensione percettiva,corporea in questo caso. E' strabiliante, e spaventoso anche,osservare come i genitori rappresentino davvero il filtro diretto attraverso cui passi la stabilità della futura identità dei figli. La sua stabilità credo di verifichi quando realmente il genitore riesce ad avvertire il suo compito in una  maniera più ampia,meno scontata,se pur più difficile da quella forse "tradizionale". Non sono madre,ma non credo sia semplice prendere consapevolezza della dinamiche fondamentali ed esercitare il proprio compito con la giusta disinvolutura. Credo che questo accada molto raramente,purtroppo bisogna tener conto del soggetto di cui si parla e a sua volta, bisogna prestare attenzione nel comprendere se queste dinamiche siano state antecedentemente comprese dalle generazioni addietro. Spesso il genitore non accetta che una delle tappe dei reali passaggi nella formazione di un'identità sia costituita dalla pretesa di una propria autonomia,di pensiero , di vita,imponendo la propria personalità attraverso la ricerca di canoni e modelli di riferimento diversi,che a volte per "quella certa stagione di vita" diventano i loro veri modelli da cui traggono principi e valori. La dissonanza di cui parli dunque, è per la maggior parte delle volte presente ed inevitabile. Penso siano una giusta dose di consapevolezza, conoscenza ed intelligenza i muoventi che non implichino queste tipo di interferenze comunicative; il ragazzo presa coscienza degli uni e degli altri valori, sa scegliere. Questo lo permette di stare col tossicodipendente,senza diventare un tossicodipendente , di stare con l'alcolista,senza diventare tale. Una giusta e reale comunicazione pone le basi di un giusto percorso ed evita l'incorrere verso eventuali e gravi incidenti .un bacio, ogni volta che ti leggo rimango affascinata da te e dal tuo modo di affrontare la vita.

  9. i tempi cambiano e molte cose appaioni sensate, mentre andrebbero analizzate con la giusta ponderazione. Ci vorrebbe più comunicazione fra le generazioni, mentre invece assistiamo ad una classe che giudica, e ad  una che riceve senza saperne i motivi, col risultato di separare ancor di più due fragili realtà che hanno bisogno l'una dell'altra per andare avanti.Sempre interessanti i tuoi percorsi sociologici.Un caro saluto.

  10. Molto interessante.Anche se credo che una difficoltà della transizione infanzia/adolescenza e poi adolescenza/età adulta dei nostri giorni, si debba cercare proprio nell'indebolimento dei significati dei riti di passaggio…o meglio,nella loro quasi totale assenza.Che sia la comunità o tribù delle antiche civiltà o il nucleo-famiglia della nostra cultura,i"passaggi",tutti i passaggi,anche quelli legati a crisi non esistenziali prevedibili,mancano,credo, di quella interconnessione tra i componenti del"gruppo" ed è inevitabile( e traumatizzante) che si affronti ogni crisi da soli e ci si convinca che questa è una "normale"specificità umana.La solitudine del passaggio,diventa solitudine filosofica e stiamo poi tutti male…Di tanto in tanto,parlerò anche di queste cose nel mio blog orientato alla psicosintesi(anche se lì mi occupo di interpretazioni psicologiche delle religioni)…ti va di venirmi a trovare?

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