Accade di non riuscire a staccarsi dalla persona che ci ha ferito, e di continuare ad avere una forte relazione con lei attraverso il rancore, la rimuginazione. E’ un trasformare il sentimento provato in qualcosa d’altro che sempre forte è, e può diventare un’ossessione. Vi è mai accaduto?
Cara Ameya,
Come molti altri sono caduto per caso nel tuo blog dove ho preso l’abitudine di perdermi. Tra le tante tue frasi dopo questa ho deciso di scriverti: “Questo blog non è nato per raccontarmi…ma per aprire un dialogo con chi passando si riconosce allo specchio…”, ebbene sono passato e ripassato e mi sono rivisto in tante situazioni che qui ho letto. Sebbene sia un biologo, a volte ho trovato concetti per me difficili e spesso mi sono perso. Il tuo blog è davvero una miniera dove però mi sembra di voler raccogliere tutto l’oro insieme, ma senza i mezzi per portarlo via. Forse a volte non capisco a pieno anche il significato di certi concetti come “interiorizzazione”, ma in fondo non ci si può improvvisare psicologi.
La mia dipendenza adesso si chiama “rancore”, una cosa brutta ma che continuo a provare e della quale non riesco a liberarmi sebbene il tempo passi. Ho molti dubbi su come comportarmi quando rincontrerò la persona per la quale ho lasciato (con grande sofferenza) mia moglie dopo dieci anni e che poi poco dopo, candidamente (dopo tre anni di relazione nascosta), mi ha detto di non essere più innamorata di me.
Adesso sono passati più di due anni e ho una nuova compagna che non c’entra nulla con questa brutta storia, ma ancora sento rancore dentro. Non sapendo come avrei reagito in questi anni ho evitato ogni possibile occasione di incontro e ho smesso di rispondere ad ogni sua mail o telefonata. Non è stato facile avendo un lavoro con tantissime occasioni di incontro e volendo lei continuare ad avere un rapporto di “amicizia” con me (amicizia che io giudico molto opportunistica). Adesso sò che fra un mese o poco più la rincontrerò ad una assemblea di una associazione di cui io l’ho spinta diventare socia (per condividere con lei i miei interessi) e alla quale non posso mancare perché io sono il segretario. Ebbene per me pensare a quel giorno è diventata quasi un ossessione. Io non vorrei più questo rancore e questa rabbia dentro che comunque rappresenta un legame, l’unico che continua a legarmi a lei. Conoscendomi temo che l’indifferenza non sia praticabile e sto seriamente pensando di dare le mie dimissioni e abbandonare dopo 24 anni questa associazione cosa che però mi costerebbe molto.
La mia domanda è: si può rimanere legati e dipendere anche da un sentimento negativo come il rancore? Provare rancore è forse un modo inconscio per non voler rompere un sottile filo affettivo che ancora in qualche modo mi tiene legato, anche se la mia razionalità mi ha portato giustamente lontano?
Poi mi sembra una cosa così strana chiedere consiglio adesso che il peggio è passato! Ho girato con numeri di telefono di psicologi in tasca per molto tempo, ma non ho mai telefonato e so di aver sbagliato. Questa storia che ho super semplificato, ma che ha avuto una serie di eventi anche tragici, mi ha fatto provare un dolore enorme, e parlo di un dolore fisico vero e proprio che nei momenti acuti mi impediva fisicamente di fare cose di tutti i giorni, come per esempio guidare, per non parlare degli effetti devastanti sul lavoro. Oggi però tutto questo è passato o almeno spero.
Certo questi due anni sono stati lunghi e durissimi, anche perché nel frattempo ho perso il lavoro, ma grazie a persone speciali e, non ultimo, un corso di yoga, adesso ho ritrovato il significato delle cose che faccio. Leggendo il tuo blog però e scorrendo a ritroso la mia vita ho visto episodi ricorrenti (per fortuna nessuno dell’intensità di quest’ultimo) tutti legati ad una mia sofferenza troppo forte tutte le volte che una relazione finiva. Ma mettere in relazione tutto questo con la mia infanzia, la mia famiglia, mio padre autoritario, mi madre apprensiva, non lo so, credo di non esserne capace. Però poi vedo alcuni miei comportamenti e li ritrovo speculari in mia sorella che pure vive una vita lontana e ormai poco comunicante con la mia. Ho paura che quello che ho vissuto possa ripetersi e non so se sarei in grado di affrontarlo di nuovo.
Il consiglio che mi dò da solo sarebbe quello di affrontare un percorso con un terapeuta di fiducia, ma è una cosa che forse inconsciamente mi fa paura.
Grazie davvero per avermi letto/ascoltato, lo so che ricevi decine e decine di lunghe mail e che non puoi rispondere a tutti e che non fai consulenze psicologiche.
Però già scriverti per me è stata una svolta.
Un caro saluto e tanti sinceri complimenti per quello che hai realizzato con il blog
F.
Dopo 17 anni di matrimonio ho scoperto anche io bugie e tradimenti; ho lasciato l’uomo col quale avevo avuto un figlio ed ho ricostruito una vita stupenda con un uomo meraviglioso e un altro figlio…poi…piano piano…il rancore…rancore per quell’ex che con tanta improntitudine ha tradito il nostro matrimonio, rancore per quella donna che ha voluto mio marito, rancore per entrambi che, malgrado lui mi abbia supplicato per due anni di tornare insieme, stanno vivendo la loro vigliacca storia. Non amo più il mio ex, sarei pronta a giurarlo col fuoco, forse non è mai stato vero amore…e allora perché lasciare che una parte malata della nostra passata vita prenda il controllo di quella presente e futura rendendola morbosamente mutilata? Perché permettere a ciò che di più sbagliato abbiamo incontrato continui a farci male? Forse perché non ammettiamo lo sbaglio? Forse l’orgoglio ferito? Forse il non essersi mai adeguatamente sfogati…ma non c’è sfogo adeguato, non c’è perdono che tenga…il passato è passato, gli sbagli restano ed il nostro bagaglio di esperienza si accresce…sta alla nostra intelligenza controllare il rancore non permettendogli di riaffiorare, non vale la pena, quello che abbiamo e che potremmo avere è senz’altro migliore di quello che abbiamo avuto, su questo bisogna concentrarsi, persino la solitudine potrebbe essere migliore che il “non amore” di traditori e vigliacchi. se abbiamo la cangrena ad un braccio…non permettiamo che muoia tutto il nostro corpo!!!
L’ha ribloggato su Amore dipendente.
Al…rancore,
voglio dire di continuare sulla strada dello yoga (di qualsiasi tipo esso sia)anzi, di integrarlo con la meditazione e tra un pò di tempo queste cose non avranno più nessuna importanza,il solo pensiero sarà la voglia di sentirsi tutt'uno con l'amore cosmico….provaci e poi mi dirai
OM SHANTI Alba
Per fortuna volovivace..che l'arrabbiatura passa..l'odio ed il rancore resta..se ti sei solo arrabbiato tanto significa che hai veramente amato tanto…e tanto sei stato amato…
ciascuno ha quel che ha donato.
io, mai rancore.
qualche arrabiatura…
The Boxer
(Paul Simon & Art Garfunkel, 1970)
I am just a poor boy.
Though my story's seldom told,
I have squandered my resistance
For a pocket full of mumbles, Such are promises
All lies and jests
Still a man hears what he wants to hear
And disregards the rest.
When I left my home
And my family,
I was no more than a boy
In the company of strangers
In the quiet of the railway station,
Running scared,
Laying low,
Seeking out the poorer quarters
Where the ragged people go
Looking for the places
Only they would know
Asking only workman's wages
I come looking for a job,
But I get no offers,
Just a come-on from the whores
On Seventh Avenue
I do declare,
There were times when I was so lonesome
I took some comfort there.
Then I'm laying out my winter clothes
And wishing I was gone,
Going home
Where the New York City winters
Aren't bleeding me,
Leading me,
Going home.
In the clearing stands a boxer,
And a fighter by his trade
And he carries the reminders
Of ev'ry glove that laid him down
And cut him till he cried out
In his anger and his shame,
"I am leaving, I am leaving."
But the fighter still remains
E VOGLIO GRIDARLO AL MONDO,
SENZA PAURA,
NE' PREGIUDIZI,
NE' IPOCRISIE…
L'AMORE NON DURA UN GIORNO…
Lucio
Mai fuggire da ciò che ci emoziona…
Betta!
Cercami
come quando e dove vuoi
Cercami
è più facile che mai
Cercami
non soltanto nel bisogno
Tu cercami
con la volontà e l'impegno
reinventami
Se mi vuoi
allora cercami di più
Tornerò
solo se ritorni tu
sono stato invadente
eccessivo lo so
il pagliaccio di sempre
anche quello era amore però
Questa vita ci ha puniti già
troppe quelle verità
che ci son rimaste dentro
Oggi che fatica che si fa
com'è finta l'allegria
quanto amaro disincanto
Io sono qui
insultami, feriscimi
Sono così
tu prendimi o cancellami
Adesso sì
tu mi dirai che uomo mai
Ti aspetti
Io mi berrò
l'insicurezza che mi dai
l'anima mia
farò tacere pure lei
Se mai vivrò
in questa clandestinità
per sempre
Fidati
che hanno un peso gli anni miei
Fidati
che sorprese non ne avrai
sono quello che vedi
Io pretese non ho
se davvero mi credi
di cercarmi non smettere no
Questa vita ci ha puniti già
L'insoddisfazione qua
c'ha raggiunti facilmente
Così poco abili anche noi
a non dubitare mai
di una libertà indecente
Io sono qui
ti servirò ti basterò
non resterò
una riserva questo no
Dopo di te
quale altra alternativa
può salvarci
Io resto qui
mettendo a rischio i giorni miei
scomodo sì
perchè non so tacere mai
Adesso sai
senza un movente
non vivrei
comunque
Cercami
Cercami
Non smettere
Non smettere
(Renato Zero)
…..buon week a tutti!
io sono un uomo e la vedo cosi:
F. può aver inventato una storia perchè sta vivendo una situazione per la quale si trova a dover scegliere tra due donne e due vite diverse e ha paura delle conseguenze.
Ha paura di rischiare e di sbagliare.
Ma, soprattutto, ha paura di amare.
Infatti, lui racconta che con molta sofferenza ha lasciato la moglie, questo vuol dire che, si era comunque stagnato nelle sua routine di vita che lo opprime, ma, nello stesso tempo gli da sicurezza, perchè, potrebbe essere un uomo insicuro.
Con l'altra, come sarebbe al sua vita???
Mi permetto anche di esprimere una mia perplessità:
una donna che dopo tre anni dice di non amare più un uomo dopo che lui ha lasciato la sua famiglia per lei, vuol dire che, lui non l'ha mai realmente conosciuta e il rapporto di "fiducia" non c'è mai realmente stato.
Non si smette di amare una persona cosi facilmente, quindi: o, questa donna è una bambina, oppure, la sua fiducia è stata tradita proprio da F.
Spesso, noi uomini, quando siamo insicuri e abbiamo paura, facciamo delle "stronzate" e finiamo per ferire la sensibilità di una donna che riponeva (rischiando) fiducia in noi, rompendo cosi quel legame di fiducia che ci legava a lei e creando un legame solo di vuoti e delusioni, convencendoci, poi, che avevamo ragione noi e non l'amavamo.
Cosi, si trova la strada più semplice, quella di ferire e fuggire evitando cosi di dover "rischiare" o, meglio, "attivarci" per vivere quell'amore che ci richiederebbero grandi sacrifici.
Forse, lo facciamo perchè siamo spaventati da qualcosa di bello che ci è accaduto e fuggiamo di fronte a ciò che ci spaventa per non crediamo esistere davvero.
Lo ammetto, sono pochi gli uomini intelligenti che se ne rendono conto e sanno trovare il coraggio e la forza di scendere dalle nuvole e incamminarsi per mano verso quella donna alla quale ha spezzato il cuore perchè tradita la sua fiducia ma senza la quale, l'attrazione, la passione, l'amore non hanno più alcun senso d'esistere.
F. ha semplicemente paura di amare e penso che abbia voluto raggiungere una comune conclusione per conferma dettata alle sue parure per dirsi che alla fine "sì" ho fatto bene cosi a "rinunciare".
Cordiali saluti
Rodolfo
Il rancore è un sentimnto che ho provato per anni dopo essere stata abbandonata senza quasi una spiegazione dopo 20 anni di amore. Poi ho deciso di perdonare per farmi del bene e non covare più un sentimento che mi logorava. Quindi di giorno la mia mente era piena di altri pensieri molto lontani da lui, ma di notte ho cominciare a fare sogni molto vividi e violenti in cui lo incontravo e gli gettavo in faccia tutto il mio rancore. Io che non ho mai avuto il permesso interno di esprimere la rabbia, sono tuttora perseguitata da sogni in cui lo aggredisco e gliene dico di tutti i colori. Quindi ne deduco che non è facile convincere il subconscio a perdonare, anche se consciamente si pensa di esserci riusciti. EMi
Mi è accaduta una cosa straordinaria che in qualche modo mi ha cambiato la vita. Ho scoperto dopo attenta analisi di dover perdonare chi invece pensavo di amare intensamente. Non c'erano segnali di rancore…ma da quel momento la mia vita è cambiata e il mio modo d'amare pure….
Sono rimasta sconcertata quando la luce di un sentimento così è emersa nel mio cuore. Mai ci avrei pensato. E' stata una presa di coscienza improvvisa, mentre pregavo…ho perdonato e la quiete è entrata nel mio cuore. L'amore è cresciuto e la p ace mi ha inondata…
Com'è possibile amare tanto e allo stesso tempo avere un così grande dolore dentro senza esserne pienamente cosciente? E com'è possibile trovarsi liberi di amare in modo così diverso dopo? E' come se l'avessi lasciato libero e liberandolo io sia libera ora, e consapevole di vivere un tipo d'amore diverso…pieno di fiducia e pace….
Spero di non essere andata fuori tema…ma non mi pare anche se al contrario..
un abbraccio
maria
dimenticavo la firma nel post sopra a questo!
F.
Non mi sogno nemmeno di prendermi gioco di nessuno!
Credo che chi scrive qui non abbia nessuna voglia di giocare!
Capisco che ci sono argomenti più facili ed altri più difficili ma se si mette in dubbio la sincerità degli interlocutori allora è inutile continuare i confronti e le analisi. Su queste vostre ultime impressioni (non leggo ancora i due post che vedo in moderazione!) mi congedo.
Arrivederci e grazie a chi ha voluto essere costruttivo.
F.
mi è capitato di ammalarmi ferocemente di rancore e cercando in internet, nei libri…etc, sono incappata in questa definizione del rancore che ho trovato illuminante…
"provare rancore verso qualcuno è come volerlo uccidere bevendo noi il veleno"
a parte la violenza del concetto…mi sono immaginata guardare dritto negli occhi la persona che mi ossessionava e intanto tracannare un bel bicchiere di veleno con lo sguardo vendicativo tipo "guarda cosa TI sto facendo…mi hai distrutta e adesso ti faccio male"
e ho pensato…
che mi stavo facendo malissimo
che mi sentivo un po' ridicola
e che se mi stavo facendo malissimo era perchè ce l'avevo con ME, non con quella persona
e ce l'avevo con me per il mio fallimento d'amore
e se quella persona non mi voleva non avevo fallito…semplicemente non mi voleva!
e mi son mangiata una torta
Irene
@Cinzia non saprei..inogni caso sono argomenti che interessano
Scusate ho perso il filo. Qui si parla di una storia difficile finita con sofferenza da entrambe le parti. Di una persona che ha lasciato (e adesso ha una nuova vita) ! Di una persona che è stata lasciata (e adesso ha una nuova vita) e della difficoltà che ha chi è stato lasciato a relazionarsi (anche dopo anni!) nella vita di tutti i giorni con la persona che lo ha lasciato. I lieti fini sono come l'amore eterno (hai ragione Ameya!) sono nelle favole.
Comunque tutti concordate che il non esserci e il non affrontare le situazioni non provocano miglioramento, e quindi forse vale la pena di affrontarle con tutta la serenità possibile.
Grazie
F.
Scusami Ameya,
io non vorrei offendere nessuno, ma, posso dire una mia sensazione?
Precedentemente avevo già commentato il Post, ma, stavolta, ho come l'impressione che F. si stia prendendo gioco di noi…non sò quanto sia vera la storia che racconta…e non mi sembra che sia lui ad essere stato ferito quanto lui a ferire chi l'ha davvero amato.
Come dicevo, non sò quanto sia vera la storia che ha raccontato, ma, questo è relativo, mi sembra di capire invece che, forse, F. ha solo bisogno di affrontare le sue paure e cerca un confronto di idee e commenti, dove magari poter trovare una risposta che gli dia ragione e lo conforti per le sue responsabilità verso la felicità perduta per la quale non ha avuto il coraggio di apirirsi, lasciandosi cosi scappare l'amore.
Ma io penso che, ciò che vale la pena viversi è ciò per la quale si decide con coraggio di toccare e rischiare credendoci…magari, facendo qualche passo indietro…e due in avanti…e di certo, non è stando fermi a contemplare le stelle che si può trovare una risposta.
Le risposte sono nascote dentro di noi, ma, hanno bisogno d'essere scavate e vissute, nessuno può davvero darci delle soluzioni.
Il tempo poi, può solo seppellire quello che noi non abbiamo mai avuto il coraggio di guardare in faccia, senza sapere cosa realmente si sia lasciato.
E non sò cosa sia peggio se, rimanere con il rimpianto, oppure, aver trovato quelle risposte positive o meno, che però ci consentono di guardare avanti con più consapevolezza e da veri uomini.
Insomma, chi l'ha mai detto che essere dei "veri uomini" sia davvero facile.
E' vero l'amore non è eterno, ma, già essere consapevoli di questo, dovrebbe insegnare le persone che un amore resta tale solo quando si lotta (reciprocamente) per quel VALORE.
Ogni storia d'amore ha un suo colore; in molti hanno, invece, lo stesso colore, ma, semplicemente, perchè, non ci hanno mai creduto davvero.
Se mi sbaglio mi scuso con F.
Un caro saluto
Cinzia Piacentini
Credo di conoscere lo sguardo del rancore…ed in alcune circostanze era proprio così..
Dimenticando forse che dall'altra parte non si stava di certo meglio..
A volte è come se il proprio dolore fosse sempre superiore a quello degli altri…lui faceva mentre tu per lui non hai mai fatto nulla a tal punto da spingerlo a credere veramente che si trattasse solo d'un rapporto d'interesse..quando dati alla mano ci sono più d'una sola corcostanza io credo d'aver dimostrato il contrario..forse non per lui..
Non so come spiegarmi..è un pò come crescere un figlio donargli il tuo sapere la tua ideologia di vita vederlo nascere e crescere e poi desiderare d'abbandonarlo sul più bello..nel momento in cui è giunta l'ora di condividere la gioia oltre che i momenti di difficoltà e di dolore..lui che fa?
Pensa d'andare via..
E' come perdere un figlio il giorno del parto..tu rischi la vita per metterlo al mondo e poi che succede?
Egli nasce e cinque secondi dopo muore..
Non so se il racore da lui coltivato possa aver superato l'amore ma se così dovesse essere allora dovrò semplicemente accettare l'idea di non essere da lui mai stata veramente amata..
Perchè anche lui mi ha fatto tanto ma tanto male…eppure il desiderio di recuperare il nostro rapporto la voglia di fargli capire che il nosttro star male era solo legato ad una situazione (di cacca) scusate il termine..in me non è mai cessato..Che cosa devo pensare allora che la paura in lui superi l'amore? che il desiderio di continuare a vivere nel torpore possa avere la meglio? oppure che preferisce attribuirmi colpe e responsabilità per sentirsi meglio e giustificare la sua perpetua voglia di scappare..
Io onestamente non capisco..ripeto per nessuno è mai stato facile ma se non è stato facile per noi continuare a crederci senza voltargli le spalle ancor più dovrebbe esserlo per lui che sostiene d'aver sofferto tanto..del resto chi non ha sofferto per amore (quello vero) ma non per questo ha mai smesso d'amare..Lui teme che dopo 3 anni di relazione clandestina sia lei a lascialo dicendogli che qualcosa è cambiato…Lei invece teme che con la storia della paura questa benedetta unione sia destinata perpetuamente ad essere martoriata quando basterebbe davvero poco per essere felici insieme..
Il suo vero problema è che preferisce soffrire e fasciarsi la testa prima di rompersela..perchè convinto di rompersela veramente..
E' una questione di fiducia..che giustamente si conquista col tempo..ma allora che faremo per convincerlo d'amarlo davvero altri 10 anni di relazione clandestina e virtuale così magari davvero arriveremo sull'altare col bastone crescendo i figli degli altri?
Questo mi appare assurdo!!!
@utente anonimo/a sei tu la donna di cui parla F.????
Quel "candidamente dopo tre anni di relazione nascosta con me"..la dice lunga..Non è che per caso hai davvero creduto alle parole del vicino che continua a ripeterti che vi dà non più di tra anni di tempo insieme?
Secondo me il tuo problema dilemma attuale non è legato al rancore passato ma al rancore che potresti provare nei confronti della persona che non hai mai smesso d'amare nel momento in cui dovresti ravvisare la sensazione d'essere stato usato al mero fine del raggiungimento d'uno scopo..( ciò me lo lascia pensare quel tuo valutarla un'amicizia opportunista..) ne sei proprio sicuro?
Credi veramente che la sua sia un'amicizia interessata al raggiungimento d'uno scopo che non sia quello (con la scusa dell'amicizia o dell'associazione) di poter ritornare a gironzolarti intorno in modo da cancellare definitivamente il passato e costruire un presente futuro diverso?
Credi realmente che in tutto questo tempo ci sia stato un altro?
Credi realmente che dopo tutto questo tempo..una volta raggiunta la meta (associazione) si disinteresserà della tua amicizia nonchè della tua persona?
Ascoltami…se stai cercando di valutare la situazione o la persona in questione a mezzo il filtro di occhi diversi..non dimenticare mai che nessun occhio è disinteressato…
Non lasciarti intimorire dal consiglio (di terze persone) che peraltro hanno tutto l'interesse a dividervi..cerca prima di tutto di leggere bene dentro te stesso…sei sicuro che sia solo rancore oppure è solo una voglia d'amarla repressa?
Secondo punto, le hai mai dato una concreta opportunità per dimostrarti il contrario?
L'hai mai vissuta liberamente all'interno di contesti neutri in cui viversi condividersi frequentarsi sia la mera conseguenza immediata e diretta dell'amarsi?
Perchè non provi a crederci?Mi viene da chiederti questo..perchè vuoi ancora scappare dinanzi all'amore che si muta in rancore nel momento in cui ravvisi la sensazione di non sincerità ?
Eppure qualcosa mi dice che tu la leggi dentro, avete la possibilità di condividere pensieri anima cervello..
Sarebbe mai possibile che una parte di te stesso si prendesse gioco di te?
Ultimamente me lo chiedo spesso..
Comunque, sento di dirti che:"Fossi in te questa volta non scapperei..fossi in te questa volta la bacerei, fossi in te le offrirei l'opportunità d'amarti ed ovviamente per converso sentirsi amata…
Perchè te
perchè cercare te..dimmi perchè?
Credi che se t'avesse cercato solo per la meta (associazione) non avrebbe potuto risolvere la questione diversamente?
Credi realmente che sarebbe rimasta per tutti questi anni ad aspettarti?
Io dico di no..se tu dici di si allora la sfidi a provarti il contrario..e dunque è una doppia motivazione per restare..non te ne andare diversamente poi la spingi a seguirti fino in capo alla luna, poi che dobbiamo cambiare stato? o ma ci pensi?ci pensi che lei lo farebbe? e non per cicciuzzo nè per filippo lo farebbe per te..Ma perchè ti costa così tanta difficoltà crederle?
Secondo me dovresti solo baciarla..fidati un bacio è la soluzione di tutto..lì capisci se ancora sente, quanto sente, quanta passione c'è quanto trasporto quanta voglia ha di te..insomma un bacio non mente..
Provare per credere..almeno promettimi di non decidere prima d'averla baciata..ok?
@F. Trinakria e AWomanaman sono due amici maschi conosciuti da tempo. Non credo per nulla all'amore 'eterno', così come credo che nulla resta uguale, nemmeno il rancore, semplicemente il mio pensiero è il seguente:
-finché c'è energia tra due persone sia che la si chiami amore che la si chiami odio o rancore, c'è un legame. Anzi lega molto di più l'odio dell'amore.
-essere spostati sull'altro significa non essere in contatto con la propria creatività in senso simbolico. Più sei contento di te e della tua vita meno quanto accade fuori ti corrode
-ostacolare i sentimenti negativi, o meglio qualunque sentimento, lo ingigantisce. Se si lascia fluire quello che c'è e lo si accetta senza autogiudicarsi, porta a lasciare andare. Per mia esperienza quando si provano sentimenti cosiddetti "negativi" non li si vorrebbe provare li si rifiuta. Mi sento di dirti accetta di provare rancore, datti il diritto di sentire tutto, e poi una volta che ti sei accettato, che hai incluso anche questo aspetto di te, lascia andare. Ma a quel punto tutto si sgonfia da solo, e diventa neutro, non indifferenza, ma certi difetti inaccettabili diventano a un certo punto ininifluenti per la tua serenità. Alla fine si prova gratitudine per tutto quanto si è appreso da questa persona. E si comprende che quel che è accaduto serviva.
Mmmmhhh grazie per i saggi commenti che sicuramente "allargano" la visuale con cui inquadrare il sentire.
Però mi sorgono altre domanda-pensiero:
Perchè quando si parla di amore eterno nessuno si stupisce e invece non ci piace pensare che anche il suo opposto, chiamiamolo rancore (o dolore!) per capirsi, possa essere duraturo per tempi lunghissimi?
La fuga ok non è una cosa giusta e sarebbe meglio affrontare le situazioni, ma perchè dover passare giornate che dovrebbero essere piacevoli e spensierate in una situazione di disagio o qauntomeno pensierosa. Non è che si sconfina nel farsi male ancora, insomma un tratto masochistico??
Ma si può arrivare all'indifferenza con una persona con cui hai condiviso l'anima?? Va bene che il tempo è galantuomo, ma l'indifferenza finale mi sembra comunque superficiale.
Credo che avete molta ragione e forse è solo che alcune persone hanno tempi di rielaborazione più lunghi o molto più lunghi. Almeno voglio sperare che sia così.
Grazie
F.
PS: noto che tutti i post sono al femminile, forse in questo topic però le differenze tra uomini e donne potrebbero essere marcate.
@ Sugar sono d'accordo con te! Vale per ogni fantasma, dolore. Solo se diciamo Sì! accettiamo di sentire quello che c'è poi lo potrò rielaborare. Abbiamo moltissimi pregiudizi su rabbia, rancore, odio. Sono sentimenti umani, sfuggirvi li ingigantisce. Accettare di provare 'anche' questo permetterà di amare, anche.
anche se in teoria potrebbe sembrarti un qualcosa di indiscutibilmente assurdo, credo che l unico modo per "razionalizzare" un po questo rancore e tenerlo a bada, sia proprio partecipare a questo evento dal quale vuoi fuggire..magari rivedendo l oggetto del tuo rancore non avrai reazioni che ora come ora ti spaventano e ti vogliono far fuggire. se non viene affrontato, crescera a dismisura, magari con il tempo, tanto tempo, si affievolirà, ma perche aspettare ancora e rovinarsi la mente quando magari puoi scoprire che quest incubo è solo una proiezione e non è effettivamente reale??..non so se sono riuscita a spiegarmi bene, magari mi sbagliero anche, non sono del mestiere, ma a me tante volte affrontare, anche con ansia estrema, qualcosa/qualcuno, è servito a sminuire i miei blocchi e a capire che erano solo mie fisse ignote senza reale concretezza
Il rancore.
E' un fuoco sordo, come le braci sotto la cenere, che ti consuma.
Penso di averlo provato solo alcune volte, nella mia vita.
Quando la madre di AMKid spariva per impedire di frequentare mio figlio, prima c'era la fiammata d'odio, poi subentrava il rancore.
Una pessima mistura di impotenza, dolore, sentimento di ingiustizia e di rancore che derivava da essi.
Poi passa.
Uff, ma durante è dura.
In effetti si. Lo ammetto con fatica e rammarico perchè non vorrei più tenere in alcuna considerazione chi ha provocato ferite dolorose.
Carissimo F. perchè rimetterci ancora lasciando anche la tua associazione, hai gia' sofferto abbastanza. Penso che tutto ciò che ci succede nella vita abbia uno scopo ed un insegnamento. Nulla succede per caso…e se lei ti ha lasciato prova a capire dove tu hai sbagliato o cosa non hai voluto vedere durante il rapporto e se puoi trarne insegnamento per il futuro. Solo guardando dentro a noi stessi possiamo far tacere quel rancore che spesso proviamo verso chi ci ha fatto del male. Ti auguro tanta felicita' per il tuo futuro…Un abbraccio Nadia
Io non ho mai vissuto questa situazione e non sono la più indicata per parlarne, ma, se posso dare un mio banale pensiero è che:
penso che, quando si è creduto, provato e vissuto qualcosa di vero ed autentico fino a fidarsi dell'altra persona è dfficile poter riemarginare le ferite che ci sono state procurate da chi credevamo ci amasse davvero, sentendoci traditi.
Quando si è stati feriti, emergono tante domande, insicurezze, sensi di colpa verso se stessi e gli altri, per ciò che si è fatto, procurato e rinunciato, a causa di chi e cosa alla fine?
Ma oggi, tornando indietro, lei lascierebbe sua moglie?
e se non lo rifarebbe, per quale ragione: per un fatto di stabilità, sicurezza che avrebbe avuto almeno con lei; o, perchè, l'amava davvero?
Io penso che, lei sia ancora oggi innamorato della donna (amante) che l'ha ferita, ma, deluso, perchè rivelatasi una donna diversa da quella che lei credeve essere e per la quale ha rinunciato a tutto (rabbia).
Un problema nel suo rapporto precedente (con sua moglie) di sicuro c'era e, a mio parere, non deve sentirsi troppo in colpa per le sue scelte, perchè, se era vero amore, sarebbe stata anche una occasione per sua moglie mettendosi in discussione e, eventualmente, se c'è ancora amore, ricominciare insieme una nuova vita mettendo da parte rancori, colpe ecc. con una reciproca voglia di ricominciare….Ciò è avvenuto?
L'amore è anche perdono, tolleranza, rimessa in discussione…questo è amore; c'è sempre un 50% di colpe in entrambi in una coppia quando qualcosa non và e solo chi sà prendersi le responsabilità saprà ridar luce ad un rapporto nuovo e vero.
Tutto quello che dovrebbe fare per superare il "rancore" è tornare ad amarsi e perdonarsi e perdonare anche chi l'ha fatto soffrire.
Questo sarebbe un grande gesto di forza e d'amore verso se stesso e per ricominciare a vivere.
Un saluto
Cinzia Piacentini
Mi spaventa leggere mail come questa, sentire di amori che si trasformano in rabbia fino a diventare ossessione. Mi spaventa perché credo che alla base di tanta violenza di cui si sente spesso sui media (soprattutto contro le donne) ci sia proprio la mancata elaborazione del rifiuto e/o del dolore.
Naturalmente non mi sto riferendo a F., la mia è una riflessione generale.
E mi chiedo dove e come si dovrebbe imparare a evitare che la rabbia e il rancore ci rendano schiavi, quand'è che una persona dovrebbe imparare ad accettare che non sempre possiamo essere amati, non sempre il nostro amore e i nostri sacrifici/investimenti possono essere ricambiati e ricompensati. Mi rendo conto che la cosa più difficile è lasciar andare un amore senza rancore e sono grata a chi mi ha insegnato a farlo, mi accorgo di essere stata molto fortunata.
Kah'
…questo post "casca proprio a fagiolo"… Mi ritrovo infatti in una situazione simile: rimuginazioni quasi ossessive dovute al fatto che faccio difficoltà a staccarmi dal mio ex… Il problema è tutto qui; per quanto riguarda la sua soluzione sono giunta a questa conclusione (in realtà è un pensiero che mi rasserena…): lui non mi appartiene, ha la sua vita, io ho la mia.
Il provare rancore si è ridimensionato molto ora, essendosi trasformato in un sentimento più "mite": sono proprio quegli aspetti negativi di lui e del rapporto che mi hanno permesso da un lato di idealizzarlo meno, e dall'altro di provare una sorta di riconoscenza verso questa esperienza che in quanto sofferta mi ha fatto crescere molto.
L'indifferenza probabilmente non sarà mai possibile al 100% perchè comunque lui non tornerà più ad essere un "estraneo" come prima di conoscerlo, però c'è una via di mezzo tra i due estremi…