
http://www.redacon.radionova.it/leggi_news.php?id=15909&origin=H&ogg=notizie
Una normale relazione si può trasformare in un inferno. Oppure uno sconosciuto può decidere di iniziare a inseguire e a tormentare qualcuno, non accettando un rifiuto. Questo inseguimento si definisce STALKING. Sono molte le donne a dover fronteggiare questa condizione. Quella più classica è quando si cerca di chiudere una relazione, e l’altro non è d’accordo. Di fronte a un NO, inizia a cercare di convincere, per poi passare all’inseguimento, alle minacce, nei peggiori dei casi arrivando alla violenza fisica.
Ma è soprattutto la pressione psicologica a logorare chi subisce uno stalking. Ci si sente braccati, sprotetti, in balìa di una follia da cui non si riesce a sfuggire.
Molte le emozioni che accompagnano questa situazione. Amarezza, fragilità, senso di colpa, vergogna. La persona, che molto spesso si sente “sbagliata”, crede di aver fatto qualcosa per “meritarsi” questo, ed è frequente nascondere all’inzio il fatto di essere rincorsi e perseguitati. Si spera sempre che presto finirà, e l’altro capirà e lascerà perdere.
Tale pace non arriva però, c’è di fatto un’escalation, arrivando a una folle persecuzione che oltrepassa i confini dell’accettabile. Molte donne narrano di migliaia di SMS, email, telefonate che devastano e logorano la psiche di chi le riceve. i comportamenti dello Stalker oscillano e sono sempre ambivalenti. Dalla minaccia alla supplica, alle promesse di non farlo più, se solo…
A nulla serve cambiare numero, email, nel tentativo di non farsi inseguire. Il molestatore folle non si ferma, è perso nel suo delirio di “vincere”. A tutti i costi. Non accetta la frustrazione del rifiuto. Dietro a un comportamento di Stalking c’è di fatto una distorsione o un disturbo di personalità. Componenti narcisistiche, antisociali, bordeline, ossessioni.
La mente di chi non si ferma di fronte a un NO, cerca ogni strategemma per ottenere ciò che vuole o vendicarsi del rifiuto. Dice di “amare” e di fare ciò per amore, che non è mai esistito.
La donna (molto meno i maschi a subire) che subisce tutto ciò è incredula, e paradossalmente cerca anche di proteggere l’immagine dello stalker, lo giustifica all’inizio, cerca spiegazioni, non rivela i particolari che, se compresi e guardati per ciò che sono, terrorrizzano e non riescono a essere concepibili.
Occorre avere il coraggio di parlarne, subito. E denunciare. Purtroppo la legge non protegge chi subisce minacce e persecuzioni. Tuttavia è necessario chiamare il 118, e dire. Pretendendo attenzione e considerazione. Tutelandosi da pericoli che possono sfociare nell’orrore.
Un testo che racconta molto bene lo stato psicologico di chi si trova in una condizione simile:
“Il gentiluomo” Marzia Schenetti- ed. Il ciliegio
Potrete sentire anche l’intervista a Marzia on line.
http://www.redacon.radionova.it/leggi_news.php?id=15909&origin=H&ogg=notizie
Ameya G. Canovi
ho scritto parecchi articoli sull’argomento ma ti segnalo una recente sentenza della Cassazione che ho da poco inserito nel mio blog
http://miolegaleonline.wordpress.com/2012/04/20/cassazione-e-stalking-molestare-tramite-ripetuti-contatti-telefonici-anche-se-ubriachi/
Sinceramente ho conosciuto una discreta percentuale di donne che sono state vittime di questa forma di persecuzione, che può presentarsi a vari livelli ( dal solo stalking telefonico a vere forme di violenza fisica e verbale ); io stessa ne sono stata vittima e la persecutrice era donna … per fortuna la cosa è finita parecchi anni fa, ma ti assicuro che era diventata una vera e propria ossessione!!!
un bacio e tante ciliegie…
grazie!
Bellissima intervista. Soprattutto la terza parte.
Menphis
Un testo sempiice che offre davvero un'idea dello stalking. Mi domando come mai a certe cose non si riece a dare il giusto significato, è e resta un mistero per me…
un abbraccio
maria
profonde verità che molte donne dovrebbero avere il coraggio di leggere, ma si sa, talvolta la semplicità e l'innocenza del singolo fanno di ogni caso un esempio a se, che non riesce a convincere.
La nostra società va sempre peggio proprio per questa rassegnazione a subire senza mai agire.
Sempre molto interessanti le tue pagine psicologiche e sociali.