Così accade all’uomo di nascere, di imparare a camminare. Egli diventa adolescente, si istruisce laddove è possibile, si crea una professione, trova un amore, si ammala, devia talvolta dalle norme, delinque o può diventare un eroe, diventa genitore, invecchia e giunge alla fine di un cammino. A tutte le esperienze esperibili viene dato un numero, una casella. Mentre ogni essere umano si è trovato nella casella ‘nascita’, a molti non accade di passare nella casella matrimonio, alcuni paiono essere fermi perennemente nella casella malattia, infelicità. Altri sfiorano il successo e lo perdono, qualcuno vive nelle stesse canoniche caselle e non fa mai esperienza di caselle estreme, altri finiscono in carcere, vincono alla lotteria. Ma tutto questo che si raccoglie in un insieme chiamato Vita, secondo il calendario Maya è solo un susseguirsi di caselle. E vista dall’alto una casella vale l’altra. E’ solo una casella. Gli eventi traumatici sembrano cogliere l’uomo all’improvviso. Alcune caselle sembrano scontate e vengono pretese di diritto. Tuttavia così non è. I fenomeni naturali, le malattie, la morte che irrompe con violenza nel quotidiano ricorda con prepotenza ciò che si tende a dimenticare ogni giorno: nulla è garantito, nulla è certo, solo l’impermanenza della vita. Il dolore che si prova fa parte delle caselle. Così come la gioia. Quando si nasce si hanno tutte le caselle a disposizione ed è implicito che si possano attraversare tutte. Ciò nonostante se si è toccati dal dolore, dai traumi, la reazione è rifiuto, stupore. Come se il dolore non dovesse accadere mai. Non a noi. Non è possibile accettare la vita rifiutandone l’incertezza che l’accompagna, la precarietà dell’uomo, l’effimero che ne è parte imprescindibile. Se si accetta il vivere, accadrà di attraversarne le caselle di cui esso è intessuto. La trama degli eventi che compongono la storia di ognuno è intrecciata di fili e colori diversi. Geometrie e disegni infiniti si compongono come in un caleidoscopio, a volte alcuni eventi sembrano inspiegabili, talmente crudeli e violenti da lasciare attoniti. Per ricordarci di quanto siamo soltanto qui: passanti.
IMPERMANENZA
La vita si srotola nel quotidiano, ognuno impegnato a scrivere il proprio copione. Chi alle prese col potere, altri presi da una relazione difficile, con se stesso, con l’Altro. Passano anni e stagioni in cui sembra non accadere mai nulla. La normalità assorbe e porta via giorno dopo giorno ciò che chiamiamo ‘vivere’. Come formiche nel proprio formicaio, raramente ci si ferma a sollevare lo sguardo per guardare oltre. La realtà è quanto si vive istante dopo istante, e poco altro sembra esistere. Le cose che non appartengono al vissuto personale sembrano non contare, mentre quello che si sperimenta in primis sembra l’unica verità possibile. I Maya avevano, con grande maestria e speculazione filosofica, mappato tutti i comportamenti umani in una sequenza di caselle numerate, come una grande tavola pitagorica.
Ameya G. Canovi
@grazie..
Il cammino prosegue.
Incantata da semplici verità e dalle tante interpretazioni di dipendenza, amore, vita e tanto altro.
Grazie per ciò che pubblichi e per la generosità di renderci partecipi.
ti auguro buon fine settimana …..
grazie x questo scritto …
ti auguro buon fine settimana …..
grazie x questo scritto …
(-;
(-;
@Bello Kayser
C’è un tempo per uccidere
e un tempo per curare,
un tempo per demolire
e un tempo per costruire.
C’è un tempo per piangere
e un tempo per ridere,
un tempo per gemere
e un tempo per ballare.
C’è un tempo per gettare i sassi
e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare
e un tempo per astenersi dagli abbracci.
C’è un tempo per guadagnare
e un tempo per perdere,
un tempo per serbare
e un tempo per buttar via.
C’è un tempo per stracciare
e un tempo per cucire,
un tempo per tacere
e un tempo per parlare.
C’è un tempo per amare
e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra
e un tempo per la pace.
Ecclesiaste, 3, 3-8
E io lo interpreto nel senso che dopo i pianti e le sepolture bisogna combattere per evitare che alcuni fatti si ripetano. Le colpe ci sono e vanno individuate.
Bacio**
Anna..
Bacio**
Anna..
Non c’entra, ma devo dire che legger questo blog è davvero piacevole. Soprattutto di primavera. La tenutaria ha un garbo tutto suo, che io apprezzo molto
Max Beerbohm
spero che le tue riflessioni ti diano la pace che ognuno cerca e la voglia di resistere alle difficoltà
@Falcon..mica tutti siamo presenti ..a noi stessi…
Passanti presenti
@Oh Beer ognuno nella casella godimento ci mette ciò che lo/la fa godere che sia anche giocare a briscola…qualche commento fa si diceva che le uniche caselle certe sono due, poi abbiamo in mano i dadi del gioco dell’oca..c’è chi vive fisso in tre caselle per paura, mio padre Indiana Jones ha attraversato in lungo e in largo il tabellone..ci son poi percorsi una volta imboccati..obbligati IF..THEN…
è una bella metafora, e lascia spazio a una creatività..su certe caselle io ci voglio proprio passare del bel tempo, su altre avrei voluto evitare..ma mi hanno dato l’accesso a caselle che mai avrei scoperto..
Carissima Ameya, non ho letto gli altri commenti. Rimane la mia opinione di fondo che le caselle della nostra vita, per fortuna, siano in numero non finito, visto che possiamo farne e disfarne, e che altri possono farne e disfarne.
Che io sia brontolone ed egotico è dato di fatto, ma questo sentimento è temperato dall’antipatia che provo per me medesimo; quanto ai divertimenti includo in essi le partite di calcio, ma non il Mc Donald (preferisco altri cibi). Il sesso non riproduttivo (ma anche riproduttivo, il brivido del rischio aggiunge piacere al piacere) è talvolta un divertimento, talvolta un tristo dovere. Dipende dalle situazioni.
@Disattento egotico Beer,,se avessi avuto l’uniltà di scorrere glialtri commenti avresti visto che alle domande che poni alcune azzardate risposte già date…guarda a me sta cosa delle caselle invece piace un sacco, anche se i Maya alla fine erano regrediti…vedo che tu sei spesso nella casella brontolamento , ma ti guardo dalla casella divertimento, dove colloccherei anche i libri, le poesie, il sesso non riproduttivo , macDonald e quante altre amenità di spirito..un tempo essi giocavano a calcio con la testa del perdente, ora i nostri divertimenti sono mutati..gurdiamo il grande fratello e le partite allo stadio…ma sempre casella intrattenimento.. ti bacio appassionatamente
Non è l’uomo ad essere inserito nel mondo. E’ il mondo che esiste, come tale, solo perché c’è un uomo a guardarlo. L’impermanenza della vita umana è un accidente (nel senso inglese del termine) dovuto al fatto che il nostro spirito, che nulla ha a che fare con quello di tutto ciò che ci circonda, è compresso in un corpo che, al contrario, è simile per funzionamento e natura a quello di un topo, di un gatto, di un cavallo.
Senza uomini a soffrire, gioire, scrivere, raccontare e pensare, il mondo sarebbe uno stupidissimo orologio a cucù dai difettosi meccanismi e tutte quelle caselle sarebbero uguali e tristi.
A proposito, a me questa storia delle caselle sembra proprio, con tutto il rispetto per i Maya, una gigantesca stupidaggine. Tra le loro caselle dove si trovava quella che corrisponde, per me, alla lettura di un romanzo di Flaubert o all’ascolto della sinfonia numero sei di Beethoven? E la casella che corrisponde ad un libro che non è ancora scritto? Ad una festa che non è stata ancora organizzata? Le caselle sono quelle che troviamo, o quelle che ci costruiamo? E quelle che costruiamo, come si intersecano con quelle degli altri?
Queste caselle dei Maya mi sembrano proprio una stupidaggine e sai cosa ti dico: non è stata poi una cattiva idea quella di sterminarli nel 1500. Non abbiamo perso poi molto, se la loro filosofia era questo fatalismo riciclato e davvero dozzinale. Già i greci, con la scepsi, l’avevano interpretato in un modo culturalmente più interessante.
Un bacio**
Anna..
Un bacio**
Anna..
Distrutto dall’immensita del dolore quella mattina cara…distrutto credimi.
@Roby…le uniche due caselle certe sono la nascita e la morte…le altre sono facoltative..alcune son ocome quei percorsi obbligati del tipo SE…ALLORA…altre si scelgono, ad altre ci si affeziona..altre pur volendolo non si attraversano…è come il gioco dell’oca..noi abbiamo il dado…
Credo che l’attraversare quante più caselle possibile,sia un nostro preciso dovere,consci che,però,a decidere quale sarà l’ultima non siamo noi,almeno,non del tutto!E’ quantomeno evidente che le varie caselle siano concatenate le une alle altre,in una sequenza di eventi che possiamo decidere o meno di affrontare,cambiando il colore delle nostre giornate,fino all’inevitabile…nero.Ma quanto è relamente dipendente solo da noi,quale casella scegliere e quanto la scelta è condizionata da”altro”?
Mi hai fatto venire in mente Ungaretti:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Lui parlava dei soldati, ma ci riguarda tutti, per usare una perifrasi io vedo la vita come un tragitto sull’asse di equilibrio, c’è chi cade subito, ma finisce per tutti…
La penso anch’io così, non sono una di quelle persone che crede di essere immune da dolore, malattia sofferenza. Capita e capiterà anche a me, cosa e come e quando chi lo sa? Ma capiterà prima o poi.
Complimenti vivissimi per come hai esposto i concetti, non ne sarei stata capace!
Post ECCEZIONALE!!!
CIAOOO AMEYAAA!!!
E ricordati di cambiare le creme per il viso! :oDD è primavera ci vogliono texture più leggere.
Bacioni!!
Susy
cara Ameya , a parte l’analisi particolareggiata e precisa che hai fatto del tema affrontato , come sempre nei tuoi scritti c’è questa grande attenzione ad ogni sfumatura , trovo molto bello il tuo modo di scrivere questo articolo . personalmente , è come se tu mi avessi dato l’idea di avere tessuto una tela piena di colori variegati e questa tela si chiama vita . molto bella , davvero ,a mio avviso questa tua riflessione , carica di positività , nonostante ci sia un grande e rispettabilissimo realismo nelle tue parole . complimenti davvero per questa stesura 🙂
ciao 🙂
la vita è anche questo sopratutto questo…
Siamo davvero solo di passaggio..
Un bacione tesoro…
Anna..
Siamo davvero solo di passaggio..
Un bacione tesoro…
Anna..
eh si è vero siamo tutti di passaggio
La vita è un passaggio, non sempre positivo per tutti! Cari saluti.
Ad ogni azione corrisponde una reazione.
La maggior parte delle persone che conosco,e sono tante,parlano e vivono come se fossero eterni.In che senso? Beh,ad esempio rimandano sempre una cosa finche’ non la possono piu’ fare.Ma questo puo’ essere dettato da pigrizia,presunzione…non so.Ognuno ha la sua storia.Pero’ e’ vero,questo e’ molto comune.Impermanenza.
ogni tanto volo da te..e ti leggo in silenzio..e apprendo…
e imparo…
dell’impermanenza
E’ assolutamente vero. Infatti non si capisce perchè la morte ci stupisca ogni volta, visto che è l’unica vera certezza che abbiamo.
Giusto per me è un percorso che consente di utilizzare tutte le possibilità, che consente di essere produttivi sia nel campo materiale che affettivo, un camminare che non sia procedere a casaccio, inciampando in ostacoli inattesi. Il percorso giusto lo si può e si deve intuire, anche se non si può essere mai veramente sicuri che lo sia. Il filo è una concezione del mondo che dia alla vita un senso, che permetta di accettare la propria funzione nella struttura delle cose. Se manca, si agisce solo in preda agli istinti, non si costruiscono affetti, ci si abbandona all’amore della morte, al desiderio del nulla.
complimenti stef
@Maluan nel ritiro di meditazione che ho appena fatto abbiamo parlato proprio di questo…l’uomo vuole la sicurezza, il previsto, ma la vita di per sé è imprevisto, casualità…non possiamo che accettare e fluire con quello che c’è..è assurdo credere che si possa pre-vedere la vita
ma come preparasi ad affrontare l’imprevisto? Anzi direi che non c’è modo per prepararsi all’imprevisto …
un bacio
Maluan
Si notano solo lecose segnate in rosso,le cose belle sono normali o scontate;poi se fai saltare qualche casella del mosaico,allora si pirizia tutto e ogniuno prende la sua parte e cosi via:-))
Sono d’accordo… la vita è un viaggio tutto compreso
@Già Diaktoros..dicci cosa intendi per giusto?
ameya
#6 11:46, 14 aprile, 2009
Questa è una condizione della quale dovremmo ricordarci ogni momento, per evitare di rimanere impigliati nel fango…
Ma scusami, Diaktoros, “giusto” rispetto a cosa ? Rispetto all’immagine che ci costruiamo delle nostra vita, delle nostre aspettative ? O intendi “giusto” in senso assoluto ?
arcipelago
#5 08:08, 12 aprile, 2009
Le caselle, una dopo l’altra, formano i percorsi di un labirinto. Solo chi dispone di un filo fa il percorso giusto
Diaktoros
#4 18:43, 09 aprile, 2009
Nessuno vorrebbe le caselle brutte e dolorose, sarebbe ipocrita affermare il contrario, così come penso che quelle brutte non ci fanno apprezzare meglio quelle belle… siamo burattini nulla di più…
Lulu1983
#3 16:04, 08 aprile, 2009
Ameya, hai scritto con testa e cuore.
Staccarsi un po’ e osservare con un po’ di distacco le caselle della vita, aiuta anche a com-prendere quelle considerate terribili e a pensare che senza di esse non ci sarebbero neppure quelle della gioia.
UnUomoInCammino
#2 11:24, 08 aprile, 2009
Ciao! 48580… Un piccolo gesto ma se lo facciamo in tanti… si inizia sempre il viaggio con un piccolo passo! GRAZIE!
SchwarzNana
#1 09:05, 08 aprile, 2009
La vita è come l’erba, precarietà scolorita
in un fascio verde.
Il mio lamento abita
nelle case di fango
nel cemento della polvere
è la mia anima
delicata e frale*1
simile
a una tela di ragno.
I miei giorni viaggiano veloci
sulle rotaie del tempo
si dileguano
senza aver gustato la gioia
scivolano come vele di carta
come un’orda di pirati sulla preda.
La mia esistenza è delicata
è come erba
spuntata al mattino
nel sibilo lacerante della falce
la sera
mucchio di fieno
steso
nell’aridità della terra.
Lù
Ti abbraccio forte:-)
PiccolaLuise