“Quindi, per liberare la mente da ogni autorità, ci si deve conoscere; deve esserci, cioè, la conoscenza di sé. Non intendo il sé supremo o l’’Atman, che sono invenzioni della mente, invenzioni del pensiero, invenzioni scaturite dalla paura. Stiamo parlando di conoscenza di sé: conoscere se stessi realmente come si è, non come si dovrebbe essere; vedere che si è stupidi, paurosi, ambiziosi, crudeli, violenti, avidi; vedere i moventi dietro il proprio pensiero, i moventi dietro la propria azione – cosa che è il primo stadio del conoscersi. Se non conoscete voi stessi, come opera la struttura della vostra mente, come percepite, che cosa pensate, quali sono i vostri moventi, perché fate certe cose e ne evitate altre, in che modo perseguite il piacere; a meno che non capiate essenzialmente tutto questo, siete capaci di ingannarvi, di far del male, non solo a voi stessi, ma anche agli altri. E senza questa basilare conoscenza di sé, non può esserci meditazione. Essendo, dunque, quieto il cervello stesso, la totalità della mente è del tutto silenziosa, e quel silenzio è una cosa viva. Non è il prodotto di nessun guru, di nessun libro, di nessun àsrama, di nessun leader, di nessuna autorità, di nessuna droga.
Potete assumere una droga, una sostanza chimica, per acquietare la vostra mente, oppure ipnotizzarvi al fine di essere quieti. Ma ciò non è la calma viva di una mente che si è addentrata a fondo in se stessa e che è, dunque, tremendamente attenta, estremamente sensibile. È solo una mente simile che può comprendere che cos’è l’amore. L’amore non è desiderio o piacere. Tutto ciò che abbiamo e che chiamiamo amore è desiderio e piacere. «Amo mia moglie, amo il mio Dio», e via dicendo – tutto ciò si basa su paura, piacere e sensazione. Dovete lavorare con la comprensione di voi stessi, senza sosta, con passione. La passione non è lussuria; un uomo che non sappia che cos’è la passione non conoscerà mai l’amore. L’amore si origina solo quando c’è abbandono totale del sé. E solo l’amore può far sorgere l’ordine, una nuova cultura, un nuovo modo di vita.”
Jiddu Krishnamurthi, Verso la liberazione interiore
Colgo spunto dal precedente post e da alcuni commenti, tra cui riporto quello piu’ significativo e provocatorio, per suscitare una riflessione.
“… vorrei rispondere al commento 62 (del post precedente). guarda che nessuno li ha obbligati a farsi,
se tu conoscessi questo mondo alla fine ne saresti nauseata,
si fanno perchè piace.
piace e basta, e continuano, fanculo le famiglie, fanculo tutto!!
anche quelli che (poverini) vogliono aiutarli, se possono appena li fregano,
sempre!
non esistono sentimenti, non esiste più niente,
e per favore non dire la società che faceva…
assurdo,
tutti abbiamo avuto dei problemi ma mica ci siamo buttati sull’ero,
vero????
mi spiace ma non sono malati, sono degli emeriti stronzi,
ci usano, distruggono le famiglie,
certo perchè per loro non esistono figure da rispettare ma solo da sfruttare, e quando queste dicono BASTA allora subentra la violenza fisica.
hai presente mamme che si proostituiscono a 70 anni per la dose del figlio???
ti sembra ridicolo, vero?
invece vai a vedere certi fatti.
vedrai che realtà del cazzo salta fuori,
magari avessero il coraggio di farsi l’ultima pera,
magari.
ultima cosa,
è più facile fare giudizi ed elargire qualche soldo,
la coscienza è a posto,
vero???
ma cavoli, provate ad avere uno così in casa,
non è mai finita,
MAI
sono stufa e stanca,
ho visto morire i miei genitori di dolore,
e ora lo porto sulle spalle io,
non è GIUSTO,
se morisse sarebbe una soluzione,
e scusate se non mi chiedo se è giusto o no”
Utente Anonimo
Chi fa uso di sostanze lo fa perché gli piace, ed è incurante di ciò che accade attorno?
C’è una componente fisiologica, biologica, per cui alcune persone si rifugiano in una sostanza, altre invece no?
La responsabilità è solo del singolo? O l’ambiente sociale, culturale, affettivo ha un ruolo determinante?
Chi non ne esce è perchè non vuole?
Ameya
43 commenti su “FUGA DALLA REALTA’, FUGA DA SE STESSI”
la lussuria fu inventata da un lussurioso che la voleva tutta per sè.
il monopolio sta per finire.
A molti non piace Krishnamurti, perchè non è facile da capire…è un filosofo pacato e silenzioso, ma il suo pensiero è una stilettata continua…
La droga, di qualsiasi tipo, è la via breve, con risultati immediati. Per questo nella società odierna è sempre più di moda. Tutto e subito.
La conoscenza di se’ è via lunghissima, con cadute pesanti e risultati incerti perchè dilazionati lungo una vita. Ma è vero, ci vuole passione. E la nostra società ce la nasconde, fin da quando nasciamo. Perchè è difficile, impossibile, controllare chi è “appassionato”, chi cerca e trova se stesso. E la società, per funzionare, ha bisogno di tenere tutti sotto controllo.
@Max cos’è un cippotto? Di droghe non mi intendo, nel senso che non ne uso, la mia dipendenza più a rischio è lo shopping, come ho detto ormai 493.937 volte..da uno a cento io sono a sessanta…con i tuoi cippotti come sei messo?
ps sia chiaro …per me ognuno si può cippare quanto e come crede..basta sia consapevole dei cippotti suoi e non se la racconti…con banalità del tipo “di qualcosa bisogna morire, qualche dipendenza bisogna verla ecc…!
Bisogna??
si’, ma un cippotto ogni tanto e’ pur sempre un piacere, su.
@Grazie Pensieri
Perdonami sono l’ultima a scrivere ma vorrei esprimere la mia opinione.
Io non mi drogo. Concordo sia con lo scritto di Jiddu Krishnamurthi sia con lo sfogo della donna del commento. E ti spiego perchè. Io ho passato un periodo che non riuscivo ad andare avanti per lo studio. I miei volevano aiutarmi ma io non li capivo perchè ero troppo concentrata con il fatto di dovercela fare da sola – per dimostrare a me stessa e ad altri che non ero come loro mi giudicavano – per cui ero arrivata a scenate violente con mia madre, in cui me la prendevo con lei e con me stessa.
Sapete quando ne sono uscita?
Quando ho capito che anche altri si facevano aiutare senza tanti problemi.
Il consiglio che posso dare ora è:
se avete un problema della vostra età e non sapete come uscirne, allontanate ogni stupido orgoglio, fatevi aiutare da chi vi sta vicino o da chi conosce bene il vostro problema, senza discuterne minimamente con chi potrebbe giudicarvi, farvi sentire in colpa e quindi portarvi su strade sbagliate come la droga, l’alcool o la depressione ecc. che altro non sono che modi per sfuggire i veri problemi di lavoro studio o altro.
Forse il mio commento può sembrare lontano dall’argomento trattato ma spero che possa essere utile.
Le differenze ci sono ma non sono assolutamente così marcate. La dipendenza da sigaretta/fumo [tanto come l’alcolismo] non è dissimile dalla tossicodipendenza in quanto le cause scatenanti [individuali e sociali] sono analoghe, i condizionamenti neurobiologici e la sindrome di astinenza pure [la necessità irrefrenabile e frequente di assumere una sostanza], le patologie conseguenti [danni alla salute] tragiche in entrambi i casi e gli interventi terapeutici simili.
La nicotina contenuta nel tabacco è un veleno fra i più potenti; iniettando in un uomo per via endovenosa la quantità di nicotina contenuta in due o tre sigarette, se ne provoca la morte!
Il tabagismo è una malattia, [non è un vizio!] e come tale va trattata. [Lo afferma anche l’OMS nella decima revisione della classificazione internazionale delle malattie: ICD X -International Classification Disease: include la dipendenza da tabacco nella lista dei disturbi legati all’uso di sostanze farmacologiche]
Cambiano quasi ESCLUSIVAMENTE le conseguenze indirette sull’ordine pubblico [problemi sociali] a causa delle due categorie [i tossicodipendenti e fumatori].
@Pensieri mi fapiacere l’apprezzamento..Jiddu non piace mica tanto qui..a me sì…è che lui è meno istrionico e rumoroso di altri maestri..è pacato..come Maharishi…
@Tri ..calma…non possiamo paragonare un eroinomane ad un tabagista…socialmente ma nemmeno come grado di disfunzionalità…capisco cosa vuoi dire…ma il ivelli di autodistruzione e autolesionismo in una scala da uno a cento, sono ben maggiori in un eroinomane anche se i meccanismi che regolano la dipendenza , se parliamo di correlati chimici ,sono analoghi.
… Beh, sto Jiddu mi sta simpatico assai assai…
… e quanto ne sa!!! 🙂
Non vedo molte differenze tra un fumatore di sigarette e un consumatore cronico di eroina, la dipendenza e le cause sono assolutamente analoghe, il problema vero – come viene drammaticamente testimoniato dall’utente anonimo – sono le ripercussioni sociali. Sono – comunque – entrambi malati a causa di una disfunzione cerebrale di origine organica.
@grazie Bau 🙂
@Gia …chi si taglia chiede aiuto , concordo…
Vorrei risp a GrammiDiStelle….non mi sembra che una persona che sia affetta da disturbi alimentari o che faccia uso di droghe voglia annullarsi,ma piuttosto sentirsi vivo…è come aggrapparsi a qualsiasi sensazione forte per tornare ad avere coscenza della propria essenza…CHI VUOLE MORIRE LO FA IMMEDIATAMENTE…CHI VUOLE MORIRE NONJ SI TAGLIA LE VENE..SI SPARA!!!!E’ solo un modo per chiedere aiuto al mondo,secondo me…boh,poi ognuno la pensa come vuole!!!!
Cara Ameya,complimenti per il blog…è davvero interessante e per nulla superficiale!!!
sandra
bau :-)) tratti temi molto interessanti 🙂 io in parte me ne occupo anche un po’ per lavoro 🙂
proprio ora sto approfondendo i vari disturbi di personalita’…… qua la zampa! 😀 (dato che sono un cagnolino per me e’ come dare un abbraccio )
@Serend Khrish mi piace…non so…io ci trovo saggezza e spunto di riflessione
@Grazie Fynne…la vita ti ha provato..brava che hai questa carica!!
[è un territorio minato questo.
A volte credo che in certi casi sia necessario un po’ di sano istinto di sopravvivenza, non quello delle persone che si fanno, o che comunque scelgono le vie cosiddette sbagliate, bensì di chi gli stà intorno, chi non può continuare a logorarsi nell’impotenza..
io sono nel gruppo di quelli che scelgono di andare avanti, non mi sento più colpevole.. io voglio vivere, io sono viva e voglio andare avanti.
Parlo come figlia di un ex alcolizzato, con turbe spichiche da abbandono, violento, poi cocainomane ed infine suidida..
Io ho scelto la vita.. lui no!
Ognuno fa le sue scelte..]
trovo Jiddu Krishnamurthi in questo passaggio vagamente manieristico e superficiale.
il silenzio del cervello non esiste.
un invito alla passività tipico di molte filosofie orientali.
facilmente strumentalizzabili.
ciao
🙂
@ Riyueren: in questo ultimo periodo se penso sto male e basta. La realtà e la vita in generale non riesco a sopportarli quindi in un modo o nell’altro si evade…. ecco spiegato il mio commento 😉
bisognerebbe parlarne nelle scuole di queste cose qua…. un caro saluto e continua così….
leo 🙂
Difficile lasciare un commento…troppe parole, ci vorrebbero. Mi ha colpito il finale del commento di Lulu. Io mi conosco attraverso le parole, soprattutto scritte, e sto male se non penso…non riuscirei a vivere senza pensare, mi piace troppo conoscere, imparare, scoprire…sarà per questo che non ho mai fatto uso di sostanze particolari…se penso che neppure bevo alcoolici, caffè..neanche fumo. Amo troppo la vita, e posso dire che ho avuto molti ma molti problemi, cioè, non è stata tutta rose e fiori…Ma non “cancellerei” mai me stessa per non stare male. Un abbraccio.
@ Grazie CosmicDance.
@ Lulù interessante la tua domanda…consapevolezza E accettazione , a mio avviso…
A quanto mi è parso di capire, l’utente anonimo usa un tono molto aspro perché ha avuto una situazione del genere in famiglia. Il problema è che così parla esclusivamente in preda al dolore ed alla rabbia. Cosa ne penso io? Beh, di sicuro chi si droga non brilla per forza di volontà, ma temo che questa cosa sia abbastanza diffusa. D’altronde, se molte persone trovano quasi impossibile anche il semplice smettere di fumare sigarette, si può intuire come possa risultare molto più arduo liberarsi da una dipendenza ancora più forte (come, appunto, quella della droga). Probabilmente si dovrebbero concentrare gli sforzi affinché le persone non comincino neppure, ma perché questo accada, bisogna dare a tali persone dei mezzi alternativi (e meno distruttivi) per risolvere le proprie conflittualità interiori. E, a mio avviso, è in questo che la società fallisce.
Siamo sicuri che la conoscenza del sè liberi la mente? Io più mi guardo e più non mi piaccio (e visto che non ho nessuno intorno e non mi sento amata penso sia così anche per gli altri). La vera liberazione non è tanto la conoscenza del sè ma accettarsi…
Poi penso comunque che non esistono solo le droghe per evadere dalla realtà, certo sono le peggiori, ma anche un libro, la musica, lo shopping, la tv, un videogioco, moltissime cose possono essere di aiuto per non pensare e per stare meglio…
un bacio
un sereno fine settimana
Bel post, veramente interessante, complimenti!
buon week end
ciao
credo che lo sfogo dell’anonimo sia legittimo, nel senso che per chi vive quella realtà è un dramma. Credo però, come suggerisci con le tue domande in forma retorica, che ci siano responsabilità nel sistema familiare che ha prodotto quel disagio in uno dei suoi componenti, ma non è certo facile trovare una soluzione senza l’aiuto di specialisti…anche perchè alle tossicodipendenze sono associati stili di vita spesso devianti…ecc…ecc…
E’ vero, non esiste l’individuo isolato, l’uomo è un animale sociale, ma è pur sempre vero che non tutti agiscono (e reagiscono) allo stesso modo.. Diversi sono i comportamenti quanti sono i temperamenti, secondo la teoria dei quattro elementi!
Sliver
Non é facile capire perchè alcuni facciano uso di sostanze…inizialmente, non credo che piaccia loro; poi però non possono più farne a meno. E a quanto pare c’è senza dubbio una qualche componente – forse biologica – per cui provano , se così si può dire, attrazione per queste sostanze.
Le responsabilità credo siano ovviamente del singolo individuo innanzitutto; poi ce ne possono essere altre, derivate dalla società o dall’ambiente in cui egli vive, o ancora da specifici suoi problemi caratteriali ; ma di sicuro é lui che decide di fare uso di queste sostanze.
però uscirne non é per nulla facile; ho lavorato in farmacia per anni, e ricordo molti tossicodipendenti che venivano a comprare le siringhe. Ne ricordo uno in particolare, che diceva di voler smettere; ma mi disse anche che non era facile, per lui, anche perchè non riusciva a togliersi dal giro. Ricordo perfettamente di lui una cosa che mi colpì molto: lo incontrai per strada un pomeriggio, mi salutò e mi chiese come stavo. Poi mi chiese se poteva camminare un pò con me, e parlare, perchè lo avevo sempre trattato bene quando veniva ad acquistare le siringhe. Mi chiese se avevo amici, se uscivo; disse che gli sarebbe piaciuto uscire con persone “normali”…ma quasi tutti i “normali” lo evitavano. Parlammo per quasi un’ora, quel giorno.
Poi purtroppo l’ho perso di vista; sono passati anni, non so se quel ragazzo ne sia uscito o meno…
é sempre molto difficile cmq riuscire ad aiutarli.
> Ahimé è tutta della nostra evoluta Società!!!
Ma neppure i comunisti più religiosi riescono a sostenere una sciocchezza del genere.
Quando una persona è schiava di (bio)chimica esogena, dei suoi effetti, quando questa dipendenza stravolge la definizione, arbitrio, autonomia, come comportarsi con questa?
Un altro punto di vista è il mio commento nella pagina precedente.
ho fatto volontariato in una comunità e so che vuol dire la dipendenza …. bacio anima
Penso solo che chi fa uso di sostanze,chi è autolesionista,chi si ubriaca,chi soffre di dca,non lo fa per divertirsi ma piuttosto per distruggersi,per annullarsi.. Non riuscendo a reagire o farla finita,si trova un escamotage che,a lungo andare,porta alla lenta e dolorosa distruzione. Le persone serene e felici non assumeranno mai droghe o non sentiranno la necessità di vomitare se si ha sgarrato a cena..
Boh,magari sbaglio..ma è quello che penso.
Un bacio
La responsabilità è del singolo si, ma le cause scatenanti sono da ricercarsi nel suo vissuto.
Per uscirne ci vuole presa di coscienza, forza di volontà,possibilità anche di farsi aiutare in centri specializzati. che non tutti hanno. Uscirne o meno questo si che dipende solo dal singolo.
Forse sono anche soggetti fisiologicamente, biologicamente portati.Come dice l’Anonima, tutti abbiam problemi ma mica tutti ci droghiamo!
sono convinta che accusare sempre e comunque la società è un mascherare i nostri problemi,
di qualsiasi misfatto si incolpa sempre la società, cioè noi,
ma noi, chi,
in primis la famiglia, sempre!
qualsiasi stortura può avere un figlio la colpa è sempre della famiglia,
non ha saputo capirlo, aiutarlo,
magari per natale non ha avuto il motorino come i suoi amici,
ecco perchè si è fatto un tiro di coca!
cattiva famiglia, dovevi saperlo che finiva così!
ma x piacere!
e lasciamo fuori i politici,
questa è una palla che rimbalza ovunque, non salva nessuno.
se negli anni 70/80 c’era l’ero adesso c’è uno schifo di merda che coinvolge tutti la gioventù,
e noi stiamo qui alla finestra a guardare riempiendoci la bocca di buonismo sicuri che i nostri figli ne siano fuori.
ma ne siete proprio sicuri???
tornando al problema del tossico,
si inizia per provare ma si continua perchè piace.
piace talmente tanto che diventa la cosa che tiene di più,
di più anche dei figli,
se uno non cambia per un figlio sarete daccordo con me che non smette più.
ricordo mia madre, davanti alla bara di mia sorella dire “era meglio se moriva lui…
Non siamo tutti uguali, quindi se ne deduce che ognuno di noi reagisce ad uno stato di cose in modo diverso. Per abitudine, per educazione, per esperienza, e per mille altri motivi. Finale, se non riusciamo a costruire a livello individuale un concetto ed un agire di responsabilità, andremo dritti nel burrone dell’oblio ed oltre! “Ho visto morire molti conoscenti in questi modi…erano gli anni…’60 e ’70. Cari saluti.
Un argomento ostico!!!
Il fatto grave è che quando si constata l’effettivo stato di “tossico” è già tardi per operare in quanto il danno è ormai pesante!
A quel punto il soggetto è un malato e così va trattato.
Ci chiediamo di chi sia la colpa?
Ahimé è tutta della nostra evoluta Società!!!
Cosa vogliamo aspettarci quando un giudice, a fronte di una legge che prescrive quale sia la dose personale minima, si permette di stravolgere la “ratio legis” asserendo che in occasione di particolari avvenimenti, quali concerti, ecc. la dose può essere anche raddoppiata?
Cosa vogliamo aspettarci quando i politici propongono l’uso libero delle droghe?
Cosa aspettarci quando una parte dei politici fa regolarmente uso di droghe e rifiuta di sottoporsi ad accertamenti?
..E cosa dire poi di certe famiglie dove anche i genitori sono tossici?
Ricordo che un vecchio professore in pensione era diventato un personaggio conosciuto sopratutto nelle province di Avellino e Salerno, perché era presente in ogni festa nei vari paesi e cercava di moralizzare le persone, tenendo tra le mani un’asta con un cartello dove c’era scritto: “E’ COLPA TUA!! — I FIGLI HANNO TROPPI SOLDI IN TASCA”
Era una figura emblematica ma che aveva una sua logica!! —
Nel mio blog è pubblicata una poesia in suo omaggio, che ho titolata “DON CHISCIOTTE”.
Il discorso sarebbe oltremodo lungo e non penso sia il caso di proseguire!
Complimenti per il post molto interessante.
Un caro saluto.
Mimmo
Credo vi sia una predisposizione, una fragilità, una inclinazione a ricercare la “forza” in sostanze chimiche e non tralascierei l’alcol (altra grande piaga).
Certamente è anche l’ambiente che influenza, la società in cui viviamo.
@Grazie Bi per la tua opinione
Sicuramente questa persona ha le sue ragioni……ma….e c’è sempre un MA……bisogna anche tener conto che ci sono ragazzi/e che invece sanno dire BASTA……purtroppo è verissimo che la società c’entra in queste cose….inutile nascondersi dietro ad un dito….è verissimo che il tossico non pensa a chi gli sta accanto ma solo a se stesso…..ognuno può dire qualcosa di vero…..ma io non giustifico neanche i genitori che si prostituiscono….i genitori che rubano…..perchè allora si diventa complici che piaccia o meno questa è la verità…..quindi forse prima di buttare tutto addosso solo al tossico bisogna vedere cosa c’è dietro…..brutto da dire lo so perfettamente…..ma sono tesimonianze di genitori che ora sorridono nel vedere che il loro gesto estremo (che può essere averli buttati fuori di casa, o peggio ancora averli denunciati) alla fine è servito a riportare alla vita i loro figli…..
Bì
@ Sliver io non riesco a prescindere, forse per formazione, che on esiste l’individuo isolato ma inserito in un sistema, esperienziale. Credo in un bagaglio temperamentale, un kit di cui nasciamo dotati, dopo , il resto è contestuale…diventa la storia dell’individuo…da cui ad un certo punto egli fatica a sottrarsi da solo…
@ AMan puoi riformulare la domanda in modo più semplice? non ho inteso cosa hai voluto dire…
Penso che ognuno faccia quel che gli pare in merito alle sostanze stupefacenti.. Sono dei “giocattoli”, che danno una falsa “carica” emotiva, uno stato di eccitazione, a volte ebbrezza, in cui ti senti libero di fare quello che ti pare, senza sentire alcun dolore.. Ma ad effetto finito, convulsioni, astinenze e, come citato nel post precedente, crisi esistenziali possono ingigantire psicologicamente il problema di chi ne fa uso. Io credo che la gente che ne fa uso non riesca ad affrontare il lato predominante della vita: la realtà, o per dirla meglio, sé stessi.. I genitori credo vengano dopo.. La fisica parla chiaro: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria!
Sliver
Stati modificati di coscienza.
Maaaa…
Le regole del politicamente corretto e del convivere civile valgono in stati modificati di coscienza e astinenza?
I commenti sono chiusi.
gestisci il consenso ai cookie
Per fornirti la migliore esperienza d'uso di questo sito, utilizzo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie mi permette di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni del sito.
funzionali
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
la lussuria fu inventata da un lussurioso che la voleva tutta per sè.
il monopolio sta per finire.
A molti non piace Krishnamurti, perchè non è facile da capire…è un filosofo pacato e silenzioso, ma il suo pensiero è una stilettata continua…
La droga, di qualsiasi tipo, è la via breve, con risultati immediati. Per questo nella società odierna è sempre più di moda. Tutto e subito.
La conoscenza di se’ è via lunghissima, con cadute pesanti e risultati incerti perchè dilazionati lungo una vita. Ma è vero, ci vuole passione. E la nostra società ce la nasconde, fin da quando nasciamo. Perchè è difficile, impossibile, controllare chi è “appassionato”, chi cerca e trova se stesso. E la società, per funzionare, ha bisogno di tenere tutti sotto controllo.
@Max cos’è un cippotto? Di droghe non mi intendo, nel senso che non ne uso, la mia dipendenza più a rischio è lo shopping, come ho detto ormai 493.937 volte..da uno a cento io sono a sessanta…con i tuoi cippotti come sei messo?
ps sia chiaro …per me ognuno si può cippare quanto e come crede..basta sia consapevole dei cippotti suoi e non se la racconti…con banalità del tipo “di qualcosa bisogna morire, qualche dipendenza bisogna verla ecc…!
Bisogna??
si’, ma un cippotto ogni tanto e’ pur sempre un piacere, su.
@Grazie Pensieri
Perdonami sono l’ultima a scrivere ma vorrei esprimere la mia opinione.
Io non mi drogo. Concordo sia con lo scritto di Jiddu Krishnamurthi sia con lo sfogo della donna del commento. E ti spiego perchè. Io ho passato un periodo che non riuscivo ad andare avanti per lo studio. I miei volevano aiutarmi ma io non li capivo perchè ero troppo concentrata con il fatto di dovercela fare da sola – per dimostrare a me stessa e ad altri che non ero come loro mi giudicavano – per cui ero arrivata a scenate violente con mia madre, in cui me la prendevo con lei e con me stessa.
Sapete quando ne sono uscita?
Quando ho capito che anche altri si facevano aiutare senza tanti problemi.
Il consiglio che posso dare ora è:
se avete un problema della vostra età e non sapete come uscirne, allontanate ogni stupido orgoglio, fatevi aiutare da chi vi sta vicino o da chi conosce bene il vostro problema, senza discuterne minimamente con chi potrebbe giudicarvi, farvi sentire in colpa e quindi portarvi su strade sbagliate come la droga, l’alcool o la depressione ecc. che altro non sono che modi per sfuggire i veri problemi di lavoro studio o altro.
Forse il mio commento può sembrare lontano dall’argomento trattato ma spero che possa essere utile.
Le differenze ci sono ma non sono assolutamente così marcate. La dipendenza da sigaretta/fumo [tanto come l’alcolismo] non è dissimile dalla tossicodipendenza in quanto le cause scatenanti [individuali e sociali] sono analoghe, i condizionamenti neurobiologici e la sindrome di astinenza pure [la necessità irrefrenabile e frequente di assumere una sostanza], le patologie conseguenti [danni alla salute] tragiche in entrambi i casi e gli interventi terapeutici simili.
La nicotina contenuta nel tabacco è un veleno fra i più potenti; iniettando in un uomo per via endovenosa la quantità di nicotina contenuta in due o tre sigarette, se ne provoca la morte!
Il tabagismo è una malattia, [non è un vizio!] e come tale va trattata. [Lo afferma anche l’OMS nella decima revisione della classificazione internazionale delle malattie: ICD X -International Classification Disease: include la dipendenza da tabacco nella lista dei disturbi legati all’uso di sostanze farmacologiche]
Cambiano quasi ESCLUSIVAMENTE le conseguenze indirette sull’ordine pubblico [problemi sociali] a causa delle due categorie [i tossicodipendenti e fumatori].
@Pensieri mi fapiacere l’apprezzamento..Jiddu non piace mica tanto qui..a me sì…è che lui è meno istrionico e rumoroso di altri maestri..è pacato..come Maharishi…
@Tri ..calma…non possiamo paragonare un eroinomane ad un tabagista…socialmente ma nemmeno come grado di disfunzionalità…capisco cosa vuoi dire…ma il ivelli di autodistruzione e autolesionismo in una scala da uno a cento, sono ben maggiori in un eroinomane anche se i meccanismi che regolano la dipendenza , se parliamo di correlati chimici ,sono analoghi.
… Beh, sto Jiddu mi sta simpatico assai assai…
… e quanto ne sa!!! 🙂
Non vedo molte differenze tra un fumatore di sigarette e un consumatore cronico di eroina, la dipendenza e le cause sono assolutamente analoghe, il problema vero – come viene drammaticamente testimoniato dall’utente anonimo – sono le ripercussioni sociali. Sono – comunque – entrambi malati a causa di una disfunzione cerebrale di origine organica.
@grazie Bau 🙂
@Gia …chi si taglia chiede aiuto , concordo…
Vorrei risp a GrammiDiStelle….non mi sembra che una persona che sia affetta da disturbi alimentari o che faccia uso di droghe voglia annullarsi,ma piuttosto sentirsi vivo…è come aggrapparsi a qualsiasi sensazione forte per tornare ad avere coscenza della propria essenza…CHI VUOLE MORIRE LO FA IMMEDIATAMENTE…CHI VUOLE MORIRE NONJ SI TAGLIA LE VENE..SI SPARA!!!!E’ solo un modo per chiedere aiuto al mondo,secondo me…boh,poi ognuno la pensa come vuole!!!!
Cara Ameya,complimenti per il blog…è davvero interessante e per nulla superficiale!!!
sandra
bau :-)) tratti temi molto interessanti 🙂 io in parte me ne occupo anche un po’ per lavoro 🙂
proprio ora sto approfondendo i vari disturbi di personalita’…… qua la zampa! 😀 (dato che sono un cagnolino per me e’ come dare un abbraccio )
@Serend Khrish mi piace…non so…io ci trovo saggezza e spunto di riflessione
@Grazie Fynne…la vita ti ha provato..brava che hai questa carica!!
[è un territorio minato questo.
A volte credo che in certi casi sia necessario un po’ di sano istinto di sopravvivenza, non quello delle persone che si fanno, o che comunque scelgono le vie cosiddette sbagliate, bensì di chi gli stà intorno, chi non può continuare a logorarsi nell’impotenza..
io sono nel gruppo di quelli che scelgono di andare avanti, non mi sento più colpevole.. io voglio vivere, io sono viva e voglio andare avanti.
Parlo come figlia di un ex alcolizzato, con turbe spichiche da abbandono, violento, poi cocainomane ed infine suidida..
Io ho scelto la vita.. lui no!
Ognuno fa le sue scelte..]
trovo Jiddu Krishnamurthi in questo passaggio vagamente manieristico e superficiale.
il silenzio del cervello non esiste.
un invito alla passività tipico di molte filosofie orientali.
facilmente strumentalizzabili.
ciao
🙂
@ Riyueren: in questo ultimo periodo se penso sto male e basta. La realtà e la vita in generale non riesco a sopportarli quindi in un modo o nell’altro si evade…. ecco spiegato il mio commento 😉
bisognerebbe parlarne nelle scuole di queste cose qua…. un caro saluto e continua così….
leo 🙂
Difficile lasciare un commento…troppe parole, ci vorrebbero. Mi ha colpito il finale del commento di Lulu. Io mi conosco attraverso le parole, soprattutto scritte, e sto male se non penso…non riuscirei a vivere senza pensare, mi piace troppo conoscere, imparare, scoprire…sarà per questo che non ho mai fatto uso di sostanze particolari…se penso che neppure bevo alcoolici, caffè..neanche fumo. Amo troppo la vita, e posso dire che ho avuto molti ma molti problemi, cioè, non è stata tutta rose e fiori…Ma non “cancellerei” mai me stessa per non stare male. Un abbraccio.
@ Grazie CosmicDance.
@ Lulù interessante la tua domanda…consapevolezza E accettazione , a mio avviso…
A quanto mi è parso di capire, l’utente anonimo usa un tono molto aspro perché ha avuto una situazione del genere in famiglia. Il problema è che così parla esclusivamente in preda al dolore ed alla rabbia. Cosa ne penso io? Beh, di sicuro chi si droga non brilla per forza di volontà, ma temo che questa cosa sia abbastanza diffusa. D’altronde, se molte persone trovano quasi impossibile anche il semplice smettere di fumare sigarette, si può intuire come possa risultare molto più arduo liberarsi da una dipendenza ancora più forte (come, appunto, quella della droga). Probabilmente si dovrebbero concentrare gli sforzi affinché le persone non comincino neppure, ma perché questo accada, bisogna dare a tali persone dei mezzi alternativi (e meno distruttivi) per risolvere le proprie conflittualità interiori. E, a mio avviso, è in questo che la società fallisce.
Siamo sicuri che la conoscenza del sè liberi la mente? Io più mi guardo e più non mi piaccio (e visto che non ho nessuno intorno e non mi sento amata penso sia così anche per gli altri). La vera liberazione non è tanto la conoscenza del sè ma accettarsi…
Poi penso comunque che non esistono solo le droghe per evadere dalla realtà, certo sono le peggiori, ma anche un libro, la musica, lo shopping, la tv, un videogioco, moltissime cose possono essere di aiuto per non pensare e per stare meglio…
un bacio
un sereno fine settimana
Bel post, veramente interessante, complimenti!
buon week end
ciao
credo che lo sfogo dell’anonimo sia legittimo, nel senso che per chi vive quella realtà è un dramma. Credo però, come suggerisci con le tue domande in forma retorica, che ci siano responsabilità nel sistema familiare che ha prodotto quel disagio in uno dei suoi componenti, ma non è certo facile trovare una soluzione senza l’aiuto di specialisti…anche perchè alle tossicodipendenze sono associati stili di vita spesso devianti…ecc…ecc…
E’ vero, non esiste l’individuo isolato, l’uomo è un animale sociale, ma è pur sempre vero che non tutti agiscono (e reagiscono) allo stesso modo.. Diversi sono i comportamenti quanti sono i temperamenti, secondo la teoria dei quattro elementi!
Sliver
Non é facile capire perchè alcuni facciano uso di sostanze…inizialmente, non credo che piaccia loro; poi però non possono più farne a meno. E a quanto pare c’è senza dubbio una qualche componente – forse biologica – per cui provano , se così si può dire, attrazione per queste sostanze.
Le responsabilità credo siano ovviamente del singolo individuo innanzitutto; poi ce ne possono essere altre, derivate dalla società o dall’ambiente in cui egli vive, o ancora da specifici suoi problemi caratteriali ; ma di sicuro é lui che decide di fare uso di queste sostanze.
però uscirne non é per nulla facile; ho lavorato in farmacia per anni, e ricordo molti tossicodipendenti che venivano a comprare le siringhe. Ne ricordo uno in particolare, che diceva di voler smettere; ma mi disse anche che non era facile, per lui, anche perchè non riusciva a togliersi dal giro. Ricordo perfettamente di lui una cosa che mi colpì molto: lo incontrai per strada un pomeriggio, mi salutò e mi chiese come stavo. Poi mi chiese se poteva camminare un pò con me, e parlare, perchè lo avevo sempre trattato bene quando veniva ad acquistare le siringhe. Mi chiese se avevo amici, se uscivo; disse che gli sarebbe piaciuto uscire con persone “normali”…ma quasi tutti i “normali” lo evitavano. Parlammo per quasi un’ora, quel giorno.
Poi purtroppo l’ho perso di vista; sono passati anni, non so se quel ragazzo ne sia uscito o meno…
é sempre molto difficile cmq riuscire ad aiutarli.
> Ahimé è tutta della nostra evoluta Società!!!
Ma neppure i comunisti più religiosi riescono a sostenere una sciocchezza del genere.
Quando una persona è schiava di (bio)chimica esogena, dei suoi effetti, quando questa dipendenza stravolge la definizione, arbitrio, autonomia, come comportarsi con questa?
Un altro punto di vista è il mio commento nella pagina precedente.
ho fatto volontariato in una comunità e so che vuol dire la dipendenza …. bacio anima
Penso solo che chi fa uso di sostanze,chi è autolesionista,chi si ubriaca,chi soffre di dca,non lo fa per divertirsi ma piuttosto per distruggersi,per annullarsi.. Non riuscendo a reagire o farla finita,si trova un escamotage che,a lungo andare,porta alla lenta e dolorosa distruzione. Le persone serene e felici non assumeranno mai droghe o non sentiranno la necessità di vomitare se si ha sgarrato a cena..
Boh,magari sbaglio..ma è quello che penso.
Un bacio
La responsabilità è del singolo si, ma le cause scatenanti sono da ricercarsi nel suo vissuto.
Per uscirne ci vuole presa di coscienza, forza di volontà,possibilità anche di farsi aiutare in centri specializzati. che non tutti hanno. Uscirne o meno questo si che dipende solo dal singolo.
Forse sono anche soggetti fisiologicamente, biologicamente portati.Come dice l’Anonima, tutti abbiam problemi ma mica tutti ci droghiamo!
sono convinta che accusare sempre e comunque la società è un mascherare i nostri problemi,
di qualsiasi misfatto si incolpa sempre la società, cioè noi,
ma noi, chi,
in primis la famiglia, sempre!
qualsiasi stortura può avere un figlio la colpa è sempre della famiglia,
non ha saputo capirlo, aiutarlo,
magari per natale non ha avuto il motorino come i suoi amici,
ecco perchè si è fatto un tiro di coca!
cattiva famiglia, dovevi saperlo che finiva così!
ma x piacere!
e lasciamo fuori i politici,
questa è una palla che rimbalza ovunque, non salva nessuno.
se negli anni 70/80 c’era l’ero adesso c’è uno schifo di merda che coinvolge tutti la gioventù,
e noi stiamo qui alla finestra a guardare riempiendoci la bocca di buonismo sicuri che i nostri figli ne siano fuori.
ma ne siete proprio sicuri???
tornando al problema del tossico,
si inizia per provare ma si continua perchè piace.
piace talmente tanto che diventa la cosa che tiene di più,
di più anche dei figli,
se uno non cambia per un figlio sarete daccordo con me che non smette più.
ricordo mia madre, davanti alla bara di mia sorella dire “era meglio se moriva lui…
Non siamo tutti uguali, quindi se ne deduce che ognuno di noi reagisce ad uno stato di cose in modo diverso. Per abitudine, per educazione, per esperienza, e per mille altri motivi. Finale, se non riusciamo a costruire a livello individuale un concetto ed un agire di responsabilità, andremo dritti nel burrone dell’oblio ed oltre! “Ho visto morire molti conoscenti in questi modi…erano gli anni…’60 e ’70. Cari saluti.
Un argomento ostico!!!
Il fatto grave è che quando si constata l’effettivo stato di “tossico” è già tardi per operare in quanto il danno è ormai pesante!
A quel punto il soggetto è un malato e così va trattato.
Ci chiediamo di chi sia la colpa?
Ahimé è tutta della nostra evoluta Società!!!
Cosa vogliamo aspettarci quando un giudice, a fronte di una legge che prescrive quale sia la dose personale minima, si permette di stravolgere la “ratio legis” asserendo che in occasione di particolari avvenimenti, quali concerti, ecc. la dose può essere anche raddoppiata?
Cosa vogliamo aspettarci quando i politici propongono l’uso libero delle droghe?
Cosa aspettarci quando una parte dei politici fa regolarmente uso di droghe e rifiuta di sottoporsi ad accertamenti?
..E cosa dire poi di certe famiglie dove anche i genitori sono tossici?
Ricordo che un vecchio professore in pensione era diventato un personaggio conosciuto sopratutto nelle province di Avellino e Salerno, perché era presente in ogni festa nei vari paesi e cercava di moralizzare le persone, tenendo tra le mani un’asta con un cartello dove c’era scritto: “E’ COLPA TUA!! — I FIGLI HANNO TROPPI SOLDI IN TASCA”
Era una figura emblematica ma che aveva una sua logica!! —
Nel mio blog è pubblicata una poesia in suo omaggio, che ho titolata “DON CHISCIOTTE”.
Il discorso sarebbe oltremodo lungo e non penso sia il caso di proseguire!
Complimenti per il post molto interessante.
Un caro saluto.
Mimmo
Credo vi sia una predisposizione, una fragilità, una inclinazione a ricercare la “forza” in sostanze chimiche e non tralascierei l’alcol (altra grande piaga).
Certamente è anche l’ambiente che influenza, la società in cui viviamo.
@Grazie Bi per la tua opinione
Sicuramente questa persona ha le sue ragioni……ma….e c’è sempre un MA……bisogna anche tener conto che ci sono ragazzi/e che invece sanno dire BASTA……purtroppo è verissimo che la società c’entra in queste cose….inutile nascondersi dietro ad un dito….è verissimo che il tossico non pensa a chi gli sta accanto ma solo a se stesso…..ognuno può dire qualcosa di vero…..ma io non giustifico neanche i genitori che si prostituiscono….i genitori che rubano…..perchè allora si diventa complici che piaccia o meno questa è la verità…..quindi forse prima di buttare tutto addosso solo al tossico bisogna vedere cosa c’è dietro…..brutto da dire lo so perfettamente…..ma sono tesimonianze di genitori che ora sorridono nel vedere che il loro gesto estremo (che può essere averli buttati fuori di casa, o peggio ancora averli denunciati) alla fine è servito a riportare alla vita i loro figli…..
Bì
@ Sliver io non riesco a prescindere, forse per formazione, che on esiste l’individuo isolato ma inserito in un sistema, esperienziale. Credo in un bagaglio temperamentale, un kit di cui nasciamo dotati, dopo , il resto è contestuale…diventa la storia dell’individuo…da cui ad un certo punto egli fatica a sottrarsi da solo…
@ AMan puoi riformulare la domanda in modo più semplice? non ho inteso cosa hai voluto dire…
Penso che ognuno faccia quel che gli pare in merito alle sostanze stupefacenti.. Sono dei “giocattoli”, che danno una falsa “carica” emotiva, uno stato di eccitazione, a volte ebbrezza, in cui ti senti libero di fare quello che ti pare, senza sentire alcun dolore.. Ma ad effetto finito, convulsioni, astinenze e, come citato nel post precedente, crisi esistenziali possono ingigantire psicologicamente il problema di chi ne fa uso. Io credo che la gente che ne fa uso non riesca ad affrontare il lato predominante della vita: la realtà, o per dirla meglio, sé stessi.. I genitori credo vengano dopo.. La fisica parla chiaro: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria!
Sliver
Stati modificati di coscienza.
Maaaa…
Le regole del politicamente corretto e del convivere civile valgono in stati modificati di coscienza e astinenza?