Le nuove dipendenze

Di seguito viene proposta una trattazione delle nuove dipendenze. iIl testo è ripreso dalla mia tesi di laurea. L’assunto di base di tale tesi è che OGNI DIPENDENZA HA UNA RADICE COMUNE, AFFETTIVA. Pertanto la DIPENDENZA AFFETTIVA sarebbe primaria e trasversale. Quanto esposto è il compendio dei testi che trattano l’argomento da un punto di vista scientifico, frutto di ricercatori e psicologi che affrontano la dipendenza come un insieme di comportamenti disfunzionali a livello psicofisiologico, emotivo, cognitivo. Per analizzare il tema della dipendenza occorre fare uno studio storico, sociale, neurofisiologico oltre che psicologico. Ma c’è ANCHE molto altro come ogni dipendente affettivo sa…

Le dipendenze patologiche non da sostanze

Le nuove dipendenze sono subdole. Alcune all’inizio sono addirittura incoraggiate, come l’acquisto, il possesso di beni di lusso, o incentivate, premiate. Ammirate dall’esterno come la dipendenza dal lavoro ad esempio, che suscita agli inizi un grande riconoscimento sociale (Fassel, 1990).

La gratificazione arriva sia dall’interno, aumento dell’autostima, sia dall’esterno, il rinforzo positivo è alto. Si ha un senso di autoefficacia e l’individuo sente di funzionare al meglio, al pari con i tempi del gruppo sociale di riferimento. Socialmente accettate, tali dipendenze, diventano emblema di modernità, come nel caso di sapere utilizzare raffinate tecnologie e vite virtuali parallele.

Altre addictions passano inosservate, non considerate sconvenienti, come il fanatismo sportivo, la dipendenza dal guardare la televisione, la ricerca di informazioni in rete, il controllare se si sono ricevuti messaggi email o sms in modo compulsivo. Da un lato questi nuovi media danno all’esterno l’immagine dell’individuo impegnato, cercato; dall’altro egli si sente molto gratificato. Il rinforzo arriva in modo casuale, pertanto è ancora più potente, esso segue una logica random e la persona sente che la propria autostima dipende dal numero di contatti che riceve, questo fa si che si produca anche a livello della corteccia cerebrali modificazioni significative, con variazioni di alcuni neurotrasmettitori quali serotonina, dopamina, GABA.

Il campo delle new addictions si è pertanto amplificato notevolmente, arrivando a coinvolgere sfere della vita prima non ipotizzabili. Tra esse possiamo annoverare:

  • Dipendenza da alcuni comportamenti rischiosi economicamente
    • Gambling (il gioco d’azzardo)
    • Shopping: l’acquisto compulsivo, il possesso di oggetti status symbol, ad es l’ultimo modello di telefono cellulare sul mercato.
    • Giocare in borsa
  • Dipendenze relazionali disfunzionali
    • Approval Addiction, dipendenza dall’approvazione altrui
    • Love Addiction, dipendenza dalla presenza della persona amata
    • Romance Addiction, dipendenza dal ricercare continuamente una relazione
    • Co-dependence, (Cermak 1986) dipendenza dal volere aiutare, salvare il partner, coinvolto in un comportamento o stile di vita rischioso per la salute (droghe, alcool, gioco d’azzardo)
    • Sex Addiction (Carnes, 1991)
    • Cyber Relational Addiction (dipendenza dall’avere contatti in un mondo virtuale, ricevere email, partecipare a chat line)
  • Internet Addiction (Young, 1996)
    • Ricerca spasmodica di notizie
    • Aste on line
    • Gambling on line
    • Commercio
    • Porno Dipendenza
    • Cybersex
    • MUD, acronimo di multi user dimension, giochi virtuali, come pure “Second Life” mondo parallelo virtuale dove è possibile, pagando, crearsi una identità virtuale (Avatar) con forma umanoide e vivere, interagire, in una realtà riprodotta sul video del pc. Con tutte le conseguenze psicologiche e le implicazioni sociologiche che questo fenomeno comporta, ma se ne rimanda altrove il dibattito.
  • Dipendenza dallo sport
  • Dipendenza dal rischio
  • Dipendenza dalla chirurgia plastica
  • Dipendenza dal lavoro compulsivo
  • Dipendenza dalla tecnologia
    • Cellulare, Sms
    • Ultimi modelli di apparecchi tecnologici
    • Giochi multimediali
    • Televisione

 È possibile individuare correlati comuni a tutti questi comportamenti:                    

  • Difficoltà relazionali
  • Invischiamento con un comportamento, persona o procedura
  • Aumento della Arousal in presenza dell’elemento da cui dipende
  • Crollo, apatia appena consumato il rituale
  • Senso di solitudine
  • Vuoto interiore
  • Senso di inutilità
  • Craving per il comportamento, persona, oggetto, tipo di cibo
  • Scarsa o nulla autostima
  • Incapacità di entrare in intimità con l’altro
  • Iper/ipo controllo
  • Senso di colpa
  • Vergogna
  • Fuga dalla realtà
  • Comportamento compulsivo
  • Ossessioni
  • Odio/disprezzo per se stesso
  • Negazione di avere una dipendenza
  • Disonestà, bugie
  • Disperazione
  • Paura di rinunciare al sintomo
  • Sintomo protegge da una paura, angoscia più profonda
  • Paura del cambiamento
  • Idee irrazionali
  • Pensieri catastrofici in caso di perdita dell’oggetto o cessato comportamento da cui dipende
  • Perdità della realtà
  • Irribitabilità
  • Depressione
  • Perdita di piacere o di interesse per le comuni attività della vita
  • Stile cognitivo ruminante
  • Ansia  

Non comuni a tutte:

  • Abuso di farmaci, sostanze.
  • Alcool
  • Problemi economici, debiti, grosse perdite di denaro  

46 commenti su “Le nuove dipendenze”

  1. ho fatto parecchia analisi, è stato come un ennesimo abuso ricordare, rivivere, ed essere consapevoli che certe esperienze non spariranno mai ma che mi devo portare appresso un bagaglio. La mia dipendenza emotiva mi fa spesso perdere soldi in cartomanzia e qualunque altra cosa mi possa dare una risposta al mio futuro, ben consapevole che niente e nessuno è in grado di fare questo, se non io un giorno alla volta. perchè non riesco a fermarmi non lo so….

  2. Love Addiction… la mia dipendenza

    nessun dubbio su questo

    ma nessuna terapia psicologica/psichiatrica o altra tecnica riesce a smuovermi.

    forse non voglio, perchè alla fine quello che si sente è pura vita

  3. Cara Ameya, quello che scrivi e descrivi è sempre molto interessante, per questa lupa bianca. Conosco anche troppo bene la dipendenza affettiva. L’esserne venuta fuori mi ha dato un senso di libertà che è quasi vertigine. Un abbraccio.

  4. Ciao cara, ho letto con molto interesse e condivido queste situazioni, le noto in moltissime persone…per quanto riguarda me riesco a non lasciarmi travolgere,tutto con misura. Un bacioneeee, passa a trovarmi daiii


     

  5. Cara Ameya, concordo con le dipendenze che tu hai elencato. L’animale uomo, riesce ad assorbire le novità che gli si presentano, nello spazio e nel tempo. Ecco le dipendenze non da sostanze che si affiancano a quelle da sostanze. Il problema rimane tra l’uomo e la dipendenza ma si affianca ad una constatazione: l’oggetto che crea dipendenza viene creato, testato sulla sua efficienza, ma non sugli effetti che potrebbe provocare agli utilizzatori. Le avvertenze oggi incominciano a farsi strada, questo tuo lavoro, post, ne è la prova. L’uomo rimane con la sua libertà, dominio, intelligenza a mantenersi nella giusta distanza. Mi chiedo come faranno i soggetti deboli, gli adolescenti, chi non è informato, ecc, a navigare in queste acque. Alla fine penso che prevalga l’istinto di sopravvivenza. Finisco salutandoti e apprezzando il tuo lavoro su queste autostrade invisibili, che comportano tempo ed energie, distratte dallo stare in uno studio di lavoro. Buona notte e grazie delle tue visite.

  6. effettivamnte troppe dipendenze…
    ne siamo affetti un pò tutti penso…
    io per esempio della corsa e della buona tavola e poi… e poi e poi…
    nn posso dirtele tutte in una volta…
    mamma mia è vero!
    un bacio

  7. @KALIUNGA Ma dai! Spero di averti riportato al galla un ricordo piacevole! :o)

    @AMEYA siam fissate con sto utero neh! :o)))
    Guarda credo che il tuo spunto possa anche essere valido magari alivello inconscio. Sta di fatto che figli non ne voglio mica.
    Non credo di avercelo l’istinto materno!

  8. susy, quando ero bambina scrissi la storia di un canovaccio che partiva alla scoperta del mondo grazie a una scatola di biscotti che lo faceva entrare dentro se. Il tuo racconto sulla tua passione per i contenitori mi ci ha fatto ripensare.

  9. In pratica tutto può dare dipendenza, se non preso a giuste dosi ^^ Una cosa ti può piacere, ma quando inizia a diventare lunico ( o quasi ) scopo della tua vita, inizia a comparire l’ombra della dipendenza da essa. ‘notte bella

  10. Bè, credo che l’elenco delle dipendenze possa continuare. Senza contare i comportamenti collettivi e le loro motivazioni, dai quali si sviluppano alcune dipendenze, per motivi complessi.
    Tuttavia mi domando, quando una dipendenza diventa qualcosa di negativo?
    E me lo domando considerando che alcune dipendenze nascono magari da impulsi positivi.
    E parto dal presupposto che tutti siamo dipendenti da qualcosa, magari con soddisfazione.

  11. Ti ringrazio di essere passata da me, in questo modo ho avuto l’opportunità di conoscere questo tuo interessantissimo spazio.
    Verrò sicuramente ancora.
    Intanto questa delle dipendenze mi da parecchio da pensare…

  12. Forse anch’io rientro in alcune delle dipendenze che hai citato ma per fortuna, per ora, sono dipendenze che arrivano in momenti un pò più “difficili” e se ne vanno appena mi ristabilisco un pò…
    forse alcune fanno più paura delle altre a colpo d’occhio, ma poi se ci si pensa bene sono un pericolo comunque…bisognerebbe parlarne di più..!
    Grazie per quello che fai e scrivi!
    Martina.

  13. Ciao Ameya!
    Interessantissimo come la solito.
    Anch’io ho le mie dipendenze citate tra queste elencate.
    Quella a cui sono più affezionata è la dipendenza da acquisto di contenitori.
    Ci sono affezionata perchè oltre ad avere origini lontane,accorgermene mi è costato parecchio ( 32 anni).
    Si certo anche le scarpe ma meno rispetto ai contenitori. Contenitori sotto forma di : portagioie, da bimba, scatoline , astucci, portapenne,trousse per il trucco, sacchettini vari anche quelli dei confetti, scatole di cartone che creavo e che creo tuttora, borse, contenitori uso culinario, per il freezer, frigo, dispensa, microonde.
    La mia cucina pullula di contenitori il cui scopo – scoperta recente- non è tenere ordine! Non ne me frega nulla che a colpo d’occhio crei ordine o l’igene! Ma riempirli! Il loro riempimento.
    La prima domanda che mi scatta in testa è ” cosa ci metto dentro?”
    L’analisi del percè è iniziata appunto dalle borse. Ho avuto un periodo critico e compravo una borsa o due al mese. Mi sono riempita di borse. Ad un certo punto mi sono resa conto che le compravo in co-comitanza con brutte notizie che non riuscivo a metabolizzare.
    Brutta notizia – dolore- borsa cioè contenitore. E’ il mio modo terapeutico di contenere il dolore.

    Non appena ho capito questo mio meccanismo la smania di comprare borse è sciamata. Certo! Mi piacciono ancora ma adesso ho un rapporto più normale con l’accessorio. Compro se mi piace se mi serve.
    come faccio con il dolore? Eh bella domanda. appena ho tempo di farmi un auto-esame vedo che altra dipendenza ho adottato compensazione.
    Forse il creare palline per l’albero di Natale visto che sono componibili.
    Ma non ho ancora iniziato, c’ho solo il trip in testa di andare a comprare il materiale per farle!

    Finchè sono ossessioni così va anche bene, ma chi manda in rovina famiglie per debiti di gioco, droga alcool, o si rintana in second life è veramente agghiacciante

    Susy

  14. Quando sono sminkiato o frustrato o nervoso, divento dipendente da cibo, mail, sport, diario, danza.
    Poi arriva altro piacere e vita, sparisce tutto come nebbia portata via dal vento.
    Quando sono sminkiato o frustrato o nervoso sono dipendente da un sacco di cose.
    Ciò è utile per apprezzare anche la libertà che c’è quando sei entusiasta, realizzato, appassionato e convinto. 🙂

  15. Dario Bellezza

    Forse mi prende malinconia a letto
    se ripenso alla mia vita tempesta e di
    mattina alzandomi s’involano i vani
    sogni e davanti alla zuppa di latte
    annego i miei casi disperati.

    Gli orli senza miele della tazza
    screpolata ai quali mi attacco a bere
    e nella gola scivola piano il mio
    dolore che s’abbandona alle
    immagini di ieri, quando tu c’eri.

    Che peccato questa solitudine, questo
    scrivere versi ascoltando il peccatore
    cuore sempre nella stessa stanza

    con due grandi finestre, un tavolo
    e un lettino di scapolo in miseria.

    E se l’orecchio poso al rumore solo
    delle scale battute dal rimorso
    sento la tua discesa corrosa
    dalla speranza.

  16. Bhe’,secondo me,tutti siamo dipendenti da qualcosa o qualcuno…sembra che non se ne possa fare a meno!Sara’una valvola di sfogo o un modo x concentrare tutte le energie residue…non lo so’,ma nel corso della mia vita,ho cambiato tipo di dipendenza,come le donne cambiano modello di scarpe…mi piace variare e farmi prendere sempre da nuove forme di distrazione!!!Notte,beso

  17. Le dipendenze possono anche non essere patologie? Il bisogno di creare legami, siano essi reali o virtuali, puo’ essere interpretato anche come espressione del desiderio di VITA e di relazionarsi del soggetto, nonchè come forma di partecipazione viva. Comprendo e concordo che alcune forme di dipendenza sono patologiche e degenerano in comportamenti che sfiorano in vere e proprie ossessioni conpulsive… ma… est modus in rebus…

  18. Sono convita che l’essere umano sia talmente complicato e variegato che sia quasi impossibile essere scevri dalle dipendenze, siano esse affettive, telmetiche, o qualsiasi altra dipendenza che tu hai citato.
    Credo facciano parte di un ancoraggio, di un bisogno di appartenenza che ciascuno di noi ha. Cercando la propria appartenenza si scivola nella dipendenza verso qualcosa o qualcuno. Credo anche che sia importante renderse conto per trasformare una “innoqua” dipendenza in una patologia. Ma qui mi fermo, lascio la palla a te, che ne hai la competenza.
    Un sorriso
    Paola

  19. Ahimé, non dipendo proprio da nessuna di queste aggiornatissime realtà! O almeno così mi sembra. Forse perché non sopporto l’idea di spendere (probabili antenati genovesi!) e se tutti fossero come me la società dei consumi sarebbe andata in malora da un pezzo.
    Però vorrei anche qui diffondere una parola di speranza.
    Forse tra qualche anno tutti saremo molto più poveri e per effetto di questo ridimensionamento delle economie molte dipendenze scompariranno (oppure aumenteranno i furti). 🙂

  20. Lo splendido Blog che hai realizzato è ottimo per la personale ricerca interiore che sto svolgendo;
    Forse è proprio vero **nulla accade per caso**.
    Continuerò a leggerti, sperimentando molti tuoi consigli.
    Spero solo che ciò non mi provochi troppa dipendenza da te.

    Un sorriso

  21. Leggevo attentamente la lunga lista delle dipendenze e mi sovviene spontanea la domanda alla “Lubrano”: ma in realtà, volendo analizzare profondamente ogni individuo, al di là di quelle che possono essere palesemente delle dipendenze non le abbiamo tutti? Dipendenza indica il ricercare e ripetere un qualcosa che è atta a darci una forma di gratificazione, l’interagire con altri o con oggetti fulcro di questo piacere. Su una base di tale discorso possiamo tutti definirci dipendenti da qualcosa, semmai è la frequenza con cui ricerchiamo tale appagamento e la monotematica da farla risaltare come uno schematizzarsi del pensiero che non ci permette più di spaziare con la mente ed il corpo. Forse il segreto è la non focalizzazione in quanto degenera in ossessività.