Due testimonianze che descrivono bene lo stato d’animo della dipendenza affettiva

“Eppure io ci sono dentro. In maniera che non capisco. Lui è libero ma non disponibile dal punto di vista affettivo. Dice quei preziosi “ti voglio bene” di cui si parla sopra, cerca complicità, confidenza profonda, amicizia. Il sesso in certo senso è secondario rispetto a ciò. Non mi ama, anche se all’inizio sembrava la nascita di un amore. Non considera il rapporto come una vera storia, una relazione. Gli ho proposto di essere amici e di chiuderla qui ma dice che non è quel che prova. Ho imparato che se lo lascio andare lui si ravvicina. Ma quanto è doloroso … è lui a cercarmi ma se chiedo di ritagliare spazi e confini comuni si irrigidisce. Poi torna.
La cosa grave è che ero riuscita a venire fuori da una lunghissima storia di brutta co-dipendenza, ci avevo messo quasi due anni a ricostruirmi, subendo anche il dolore della perdita dei miei genitori. Mi sentivo pronta a una nuova vita, cambiata, più bella e allegra e mi sono rimessa in gioco anche se con tanta paura.
Adesso sono di nuovo lì a contare le ore e i giorni, in attesa che lui mi chieda di incontrarci. Quando si supera la metà della settimana e non lo fa, so già che trascorreranno altri lunghi sette giorni con un punto interrogativo e tante lacrime.
Le vecchie armi (amici, attività, un buon lavoro) sembrano non funzionare più. Pensavo che anche questa potesse essere una forma d’amore ed ero disposta a viverla, perché con lui provo una felicità e una gioia di vivere che gli amici o gli hobbies non riescono a darmi. Anche se so che non è l’amore che sto aspettando.
Come si fa a stare meglio?”

Stella

“Ho sofferto di dipendenza affettiva per 5 anni. E’ finita da 2 mesi… sono riuscita a dire basta… Per otto mesi l’ho diviso con un’ altra, mi accontentavo delle briciole avevo paura di perdere quel poco che avevo: un incontro settimanale a casa sua, sesso sfrenato poi ognuno per la sua strada, qualche pizza ogni tanto, regali, ma nessun coinvolgimento emotivo da parte sua, io non osavo chiedere di più era già troppo bello quello che mi stava succedendo. Mi diceva: “Io non ti amo”, ma io non ho mai conosciuto l’amore di un uomo la sua frase non mi turbava più di tanto, e quando mi ha detto “ho conosciuto un’altra” invece di chiudere l’ho inseguito. Lui si è fatto prendere, ma non ha lasciato lei. Ho dalla nascita un difetto fisico, non orribile ma evidente, da bambina mi prendevano sempre in giro. Un compagno di scuola una volta mi disse che neanche uno stupratore mi avrebbe preso… Quelle parole mi lacerano dentro come un tarlo. Credevo che nessun mai mi avrebbe baciato, toccato… per questo quando lui così affascinante si è accorto di me, ho toccato il cielo con un dito. Ci sono salita su, in quel cielo, ero tra le nuvole e ci stavo bene non volevo scendere. Chi se la prende una come me? Trovare la persona giusta in questo mondo così com’è, è difficile per tutti, figuratevi per chi non è perfetta. Ci sono giorni, come questo, che rimpiango la sua presenza nonostante tutto perché mi ha fatto sentire donna e non quel mostro che mi hanno fatto credere di essere e che senza di lui torna a trovarmi ogni volta che mi specchio… So che ho fatto la scelta giusta ma a volte penso che mi facesse meno male vivere un amore malato che convivere con la consapevolezza che probabilmente nessuno mai mi vorrà…”

Penelope

8 commenti su “Due testimonianze che descrivono bene lo stato d’animo della dipendenza affettiva”

  1. Ameya, torno qui dopo un po’ e trovo sempre il tuo luogo bello.
    Sono contenuti preziosi e penso che servano a molte persone come punto di partenza per iniziare a vivere meglio, a migliorarsi.
    E’ molto ecologico il tuo lavoro.
    Grazie! 🙂

  2. Cara Penelope, l’unica guarigione possibile per ogni essere umano è la conaapevolezza. Sì, credo molto si possa fare anceh da soli quando non ci sono patologie. Leggere potrà aiutarti tanto, vai in biblioteca portati a casa montange di libri e sfogliali…lasciati guidare da ciò che senti possa aiutarti…
    Anche in rete trovi filmati, siti, insomma cerca…e buona avventura!!
    ameya

  3. Ameya secondo te posso guarire da sola senza bisogno di psicoterapia?..essendo disoccupata non posso permettermela e con il consultorio ho provato l’anno scorso ma non mi trovavo per nulla bene..cosa potrebbe aiutarmi? non parlo solo per la dipendenza affettiva ma per cambiare il mio modo di percepirmi e di rapportarmi con il mio difetto fisico..chi può darmi consigli è ben accetto..grazie

  4. grazie anche da parte mia, Donata…io ho ancora tanta strada da fare, ci sono giorni durissimi, mi sento troppo sola..sono disoccupata, mio padre con l’.Alzheimer.non so dove aggrapparmi ma non voglio ricadere più in quel baratro..le vostre testimonianze mi incoraggiano.. grazie Ameya

  5. Ho letto le due storie , ho un senso di tristezza . Mi sono affiorati alle mente tanti ricordi personali dolorosi , ma anche la spinta interiore che mi ha portata ad essere quella che sono oggi . Sono riuscita a debellare quel senso di solitudine che sembra mangiarti dentro e che è , secondo me , il primo traguardo da raggiungere , Il resto si costruisce con un gran lavoro di introspezione che deve avere come meta : ” imparare a volersi bene ” , Dobbiamo a noi stesse rispetto , non permettiamo ad altri di toglierci la dignità . Ci sono riuscita io , potete farlo anche voi .

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